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Autore: Despicable Meggs    16/04/2014    6 recensioni
Vi ricordate Zoe, la bambina che aveva perso la memoria? E vi ricordate Nicolaj e Sergej, i due perfidi russi che la volevano morta? Bene, se ve lì ricordate vuol dire che avete letto la mia FF "Do you remember?" . Ma se non sapete di cosa sto parlando non importa, farò un piccolo riassunto nel primo capitolo.
Questa storia riprende da dove ci siamo lasciati in "Do you remember?".
Riusciranno Tony e Ziva ad adottare Zoe? Cosa succederà alla nostra squadra di Agenti dell'NCIS preferita? Non vi resta che scoprirlo con me! Spero vi piaccia! Baciiii :D
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15

Zoe rimase in attesa di Otto per pochi minuti ma a lei sembrarono ore. Stava cedendo e aveva paura di non riuscire a resistere.
Quando finalmente lo vide comparire di fronte a lei non poté fare altro che tirare un sospiro di sollievo.

"Otto fai veloce ti prego" disse Zoe impaziente.
Ora anche l'altro braccio aveva iniziato a tremarle e sentiva che stava perdendo la presa del pacco.

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Grazie ad una telecamera montata sul robot gli artificieri riuscivano a vedere cosa stava succedendo.
Riuscivano a vedere il volto stanco e spaventato di Zoe.

Anche Tony e Ziva erano a fissare la telecamera che mostrava Zoe. Gli artificieri non volevano ma dopo quello che Tony aveva fatto a Ziva portandola via da Zoe ora non poteva negarle anche questo.

Nonostante Ziva si fosse arrabbiata tantissimo con Tony per averla costretta ad uscire ora gli stava stringendo la mano. O meglio gliela stava stritolando per la paura che a Zoe succedesse qualcosa.

"Forse è meglio se aspettate fuori" disse ancora un'artificiere.
"Quale parte di 'voglio vedere mia figlia' non è chiara?! Io da qui non esco finché non vedo che è salva!" gridò Ziva arrabbiata.

L'artificiere stava per parlare di nuovo, ma Tony lo fermò per evitare uno scontro che sarebbe finito con Ziva che lo picchiava.
La fece girare verso di lui e la guardò negli occhi.

"Ziva..." iniziò.
"No! Non dirmi di stare calma e non dirmi che andrà bene. Non osare Tony! Mi hai costretta a scendere, ora ti adegui al mio nervosismo! Non starò calma finché Zoe non sarà qui con noi" disse lei.
"Ok... Va bene" rispose lui capendo che l'unica cosa da fare era assecondarla. Non era in sé e discutere era solo peggio.

Ziva lo fissò un attimo e poi lo abbracciò appoggiando la testa sul suo petto in modo da poter comunque continuare a vedere lo schermo.

"Ho cambiato idea... Dimmi che andrà tutto bene" disse sottovoce.
"Certo che andrà bene, amore. Zoe è quasi salva. Guarda il robot è quasi da lei" le rispose Tony stringendola e accarezzandole la schiena.

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A quel punto Otto era arrivato di fronte a Zoe e si era fermato. Era poco più basso di lei e la telecamera che aveva in alto le ricordava il volto di un robot che aveva visto, insieme a Tony, nel cartone animato Wall-E.

Lo guardò con attenzione. Poi improvvisamente vide, come Eddie le aveva detto, il piccolo tavolino sul quale sarebbe rimasto appoggiato il pacco.
Fu in quel momento che fu presa dal panico. Aveva paura che non funzionasse e che la bomba le esplodesse tra le mani.
Ma non poté fare altro che rimanere immobile e trattenere il respiro sperando che tutto andasse bene.

Ci vollero pochi secondi prima che si rendesse conto che il peso che aveva in mano stava diminuendo. Lentamente il pacco diventò più leggero finché non si accorse che era completamente appoggiato.
Ora doveva fare come le aveva detto Eddie, doveva lasciare il pacco lentamente e correre. Ma aveva paura che ancora non fosse appoggiato, che si sarebbe mosso.

Chiuse gli occhi, prese un respiro profondo e staccò le mani dalla scatola. Li riaprì quando si accorse che finalmente le mani erano libere e lei poteva far riposare le braccia.

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Anche Tony e Ziva e tutta la squadra degli artificieri stava trattenendo il fiato. Rilasciarono un sospiro di sollievo quando si accorsero che finalmente Zoe se ne poteva andare da lì.

"Forza tesoro, voltati e scappa" disse Tony parlando allo schermo, come se Zoe potesse sentirlo.
"Ti prego, ti prego. Esci da lì" aggiunse Ziva stringendosi sempre di più a Tony.

Era già pronta a correre dentro l'edifico e prendere Zoe, se si fosse accorta che per lo spavento non sapeva cosa fare.

Zoe che ancora non si era mossa, guardò Otto e sorrise.

"Grazie" sussurrò.

Poi fece tre lenti passi indietro prima di voltarsi e iniziare a correre. Arrivò velocemente alle scale di fianco all'ascensore, aprì la porta e poi fece quello che Tony le aveva dato il permesso di fare.
Corse velocemente per tutti gli scalini che la separavano dall'uscita.

Quando si accorsero che stava correndo fuori, Tony e Ziva si precipitarono davanti alle sbarre che limitavano la zona sicura. Le avevano promesso che sarebbero stati i primi che avrebbe visto.
Tony spostò una delle sbarre in modo da poterla prendere e portare via immediatamente.

Zoe correva così veloce che era sicura che si sarebbe inciampata. Ma pensò che un altro braccio rotto sarebbe stato meglio che morire per l'esplosione.
Raggiunse il piano terra in un baleno e continuando a correre si precipitò ad aprire la porta.
Una volta fuori non si fermò ma continuò la sua corsa verso Tony e Ziva.

Tony si era già chinato e l'aspettava a braccia aperte, pronto a sollevarla e a portarla dentro l'ambulanza che era stata chiamata per ogni evenienza.

"Dino!" gridò lei buttandosi tra le sue braccia.

Piangeva e tremava e anche Ziva poté constatarlo quando le mise una mano sulla schiena mentre camminavano verso l'ambulanza.
Non appena dentro Zoe volle andare in braccio a Ziva e non ci fu verso di farla sdraiare sulla barella in modo che i paramedici potessero visitarla.

"Dai Zoe, solo cinque minuti poi torni in braccio a me" le disse Ziva cercando di farla sdraiare.
"No! No!" gridò lei stringendosi al collo di Ziva.
"Dovete aprire il portellone" disse Ziva.
"Si sta agitando troppo, tra poco avrà un attacco di panico" aggiunse.

A quel punto il paramedico decise che era meglio dare un sedativo alla bambina, qualcosa che la facesse rilassare.

"Le tenga fermo il braccio" disse il paramedico a Tony.

Lui con fatica le prese il braccio sinistro e lo tenne immobile mentre le infilavano un ago nella mano per darle il sedativo.
Nonostante tutto Zoe rimase pressoché immobile, pur continuando a piangere e a stringere Ziva con l'altro braccio.

Ci volle poco perché si calmasse e smettesse di piangere. Lentamente allentò la presa e Ziva si accorse che si era addormentata.
La fece distendere sulla barella e le strinse la mano mentre si dirigevano in ospedale.

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Era da più di un'ora che erano arrivati in ospedale. I medici avevano visitato Zoe e, a parte il fatto che probabilmente sarebbe stata sotto shock al momento del risveglio, stava bene fisicamente.
Tony e Ziva erano nella sua stanza, dovevano aspettare che si risvegliasse e poi potevano portarla via.

Ziva era seduta sul bordo del letto e le accarezzava i capelli mentre Tony era dietro di lei e guardava Zoe riposare.

"Appena lo trovo, lo ammazzo con le mie mani" disse Ziva.
"E io ti aiuto" rispose Tony.
"Sarà così spaventata adesso..." commentò Ziva.
"Lo so... Ma noi l'aiuteremo e vedrai che starà bene" la tranquillizzò Tony facendole un massaggio al collo.

La sentì rilassarsi lentamente, lasciò che appoggiasse la schiena contro il suo petto e le diede un bacio sulla testa.

"Prova a rilassarti anche tu, Zee. È stata una giornata pesante anche per te" le disse.

Lei si voltò verso di lui e lo abbracciò. Era vero, era ancora scossa dall'accaduto.

"Anche per te, Tony. Voglio solo tornare in hotel e riposare un pochino" rispose lei.
"Lo so" le disse accarezzandole la schiena.

Rimasero qualche minuto così, abbracciati cercando di rilassarsi il più possibile e di apprezzare il fatto che tutto era andato bene alla fine.

Poco dopo un medico busso alla porta per vedere come stava Zoe. La controllò e disse che si sarebbe svegliata molto presto.

"Potete uscire un attimo? Devo parlarvi e non voglio che senta nel caso si svegli ora" chiese il medico.
"Non voglio che sia da sola se si sveglia" rispose Ziva.
"Vai, Ziva. Resto con lei" le disse Tony.

Mentre Ziva parlava con il medico subito fuori dalla porta, Tony prese il suo posto seduto sul letto.
Guardò Zoe e pensò a come doveva sentirsi in quel momento, a quanto terribile dovesse essere stato affrontare una situazione del genere.
Le stava accarezzando il braccio quando si rese conto che si stava svegliando.

"Dino... Dove siamo?" chiese molto confusa.
"Pasticcino, siamo all'ospedale. Volevamo essere sicuri che stessi bene" le disse sorridendole.

Zoe si stropicciò gli occhi, aveva la vista ancora un po' annebbiata. Poi si mise seduta sul letto e si guardò la mano. Si ricordava di quando il paramedico le aveva messo l'ago per la flebo.
Ma ora al posto dell'ago c'era un bel cerotto rosa.

"Ti fa male, amore?" le chiese Tony.
"No... Dov'è Ziva?" rispose.

Dai suoi occhi Tony si accorse di quanto fosse spaventata, anche se per via del sedativo sembrava piuttosto calma.
Si rese anche conto che aveva bisogno di Ziva. Nonostante stesse volentieri con lui, quando era spaventata Ziva era sempre la migliore a tranquillizzarla.

Tony la prese in braccio e si alzò in piedi.

"Guarda è lì fuori dalla porta che parla con il dottore. È uscita perché tu facevi la nanna e non voleva svegliarti" le disse lui.

Lei annuì appoggiandosi a Tony ma continuando a guardare fuori dalla porta.
Quando Ziva rientrò nella stanza un enorme sorriso le comparve sul volto nel vedere Zoe sveglia.

"Piccolina, ti sei svegliata. Come stai?" le chiese prendendola in braccio.
"Bene" rispose stringendosi a lei.

Ziva e Tony si guardarono preoccupati.

"Il medico ha detto che fino a domani mattina sarà abbastanza calma per via del sedativo. E di darle queste pastiglie se non riuscisse ad addormentarsi" disse Ziva.
"Hey, Zoe. Torniamo in albergo ora? Ti va?" aggiunse rivolgendosi alla bambina.
"Andiamo a fare la nanna?" chiese Zoe annuendo.
"Si... Vuoi dormire con noi stanotte?" le chiese Tony.
"Si" disse lei.
"Va bene, allora adesso chiamo Gibbs e gli chiedo se ci porta a casa" rispose Tony prendendo il telefono e chiamando il suo capo.

Meno di un'ora dopo erano nella loro stanza. Zoe dormiva al centro del letto matrimoniale mentre Tony e Ziva la guardavano seduti sul divano mentre mangiavano qualcosa. Lei era stanca ma loro dovevano cenare, così avevano ordinato dal servizio in camera.

"Gibbs che dice? Hanno una traccia?" chiese Ziva.
"Ha detto che ci informerà domani mattina... Per oggi non possono fare molto, devono aspettare che l'intero palazzo venga controllato dagli artificieri" rispose Tony.
"Così lo perderemo..." commentò Ziva.
"Non lo so... Non credo. Io penso che lui fosse sicuro che Zoe non ce l'avrebbe fatta e che tutto sarebbe esploso. Ma ora la sua missione è fallita. Non credo che andrà lontano. Lo prenderemo presto" disse Tony.
"Lo spero. Voglio tornare a casa nostra e riavere la nostra vita tranquilla..." rispose Ziva, esausta.
"Anche io. Ma ora dobbiamo concentrarci su Zoe. Credo che domani mattina quando si sveglierà non sarà così calma" commentò Tony.

Sia lui che Ziva si voltarono a guardare la bambina. Anche se la preoccupazione maggiore di entrambi era Zoe stavano già pensando a come trovare Nicolaj e come ucciderlo.
Questa volta non avrebbero sbagliato.














Note dell'autrice:

Eccooooooo finalmente scopriamo che Zoe si salva!!!!
Siete felici? Tanto lo sapevate che non la facevo morire... Cattiva si ma fino ad un certo punto XD

Ora arriva il bello... Perché lo sappiamo che Ziva non perderà l'occasione per vendicarsi! XD
Per questo capitolo non vi lascio con il cliffhanger finale... Ma penso che dal prossimo ci sarà di nuovo! XD
Secondo voi ha ragione Tony a dire che Nicolaj non è andato via?
Vedremo nel prossimo capitolo XD

Spero vi sia piaciuto!
A prestooooo!

Baci, Meggie.
  
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