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Autore: Petit_fantome    16/04/2014    3 recensioni
Ogni essere umano avverte dentro di sé in modo istintivo e insopprimibile l' assoluta necessità dell' Amore.Eppure, in molti casi, si ignora il vero significato di questo complesso e totalizzante aspetto della vita.Per lo più l' Amore viene scambiato con il bisogno di essere amati senza amarsi. In questo modo un'atto creativo, dinamico e stimolante si trasforma in un tentativo egoistico di piacere.Ma l'Amore, quello vero, è un sentimento molto più profondo che richiede sforzo e saggezza, umiltà e coraggio.E, soprattutto, è qualcosa che si può imparare.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 22

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Appena Tom arrivò a casa si lasciò cadere a sasso sul suo letto.

Era distrutto.

Il viaggio dall'ospedale all'hotel dove alloggiava Gilbert era breve.

Ma per il ragazzo fu il tragitto più lungo e pesante della sua vita.

L'uomo rimase sempre con i gomiti puntati sulle ginocchia e le mani a coprirgli il viso.

Dentro l'abitacolo regnavano il silenzio, la tristezza e la disperazione.

Tom non aveva la minima idea di cosa dire.

Per tutto il tragitto i due non parlarono.

Lasciò l'uomo davanti all'entrata e scese dalla macchina per poi lasciare le chiavi al parcheggiatore.

Per sua fortuna in quella zona passavano molti taxi.

Fu a casa in pochi minuti.

-Ma come si fa a ridursi così?-

Per quanto continuasse a pensarci non trovava nessuna risposta.

Si alzò dal letto e si tolse la maglia rimanendo in canotta.

Aprì il cassetto dell'armadio ed estrasse delle bende sportive.

Si tolse i jeans e si mise dei pantaloni grigi di una tuta .

Allacciò frettolosamente le bende intorno alle mani e andò al primo piano.

Vicino alle scale c'era una piccola stanza che Tom usava come mini palestra.

Vi erano alcune panche per fare addominali, pesi e il fondamentale sacco da boxe.

Per Tom era l'unica vera fonte di sfogo.

Lo era diventata solo nell'ultimo anno.

Prima usufruiva di vari corpi femminili con cui fare sport "in orizzontale".

Sorrise ripensandoci.

Ora però era cambiato, aveva capito che quei corpi vuoti non potevano dargli il calore di cui aveva bisogno.

Iniziò a colpire il sacco con tutte le sue forze.

Nella sua mente scorrevano veloci vari immagini.

Ma quasi tutte avevano due comuni denominatori.

Ironia della sorte, due donne.

-Sono proprio un donnaiolo. Sempre quelle due ho in mente. La mia piccola Angel e Pauline.- Rise per poi continuare con ancora più energia.

Dopo quasi un'ora, il suo sfogo venne interrotto da uno squillo del suo cellulare.

Si appoggiò al sacco completamente sudato ed esausto.

Riprese fiato e si asciugò la fronte con il dorso di una mano.

Solo in quel momento si accorse di avere le nocche delle mani insanguinate.

Sospirò e si tolse bende e canotta andando verso il cellulare.

Sblocco lo schermo e aprì il messaggio in arrivo.

 

Ciao Tom, la tua piccola sta bene, è parcheggiata al sicuro.

Domani prendi la mia perché io resto qui con il mio amore.

Buonanotte fratellino.

                                                                    Bill

 

Ps. Le ho detto che l'amo. Sii orgoglioso di me. :)

 

Sorrise rispondendo.

 

Sono sempre orgoglioso di te. Notte principe azzurro. XP

                                                                           Tom

 

Posò il cellulare sul tavolo della cucina.

Prese una bottiglietta d'acqua e ne bevete quasi metà.

Dopo averla riposta nel frigo si recò in bagno.

Si spogliò completamente e si immerse nella vasca.

Amava di più la doccia.

Più veloce e pratica, ma quella sera aveva bisogno di distendere i nervi.

Rimase in ammollo finche l'acqua diventò fredda.

Uscì e si mise l'accappatoio del fratello.

-Dopo glielo lavo e nemmeno se ne accorgerà.-

Rise a quel pensiero.

-Seee, come se in questo periodo si potesse accorgere di una cosa del genere. 

Troppo preso dalla mia piccola Angel.-

La sua piccola Angel.

Sorrise dolcemente e si vestì.

Optò di nuovo per una tuta e una canotta.

Mise la felpa lasciando aperta la cerniera.

La sua pancia iniziò a segnalargli i morsi della fame.

Prima di scendere però prese un album fotografico e tutto l'occorrente per medicarsi le mani.

Era a metà delle scale quando sentì suonare il campanello.

Posò sul tavolo ciò che aveva in mano mentre pensava:

-Ma se ha detto che rimaneva con Angel, che ci fà qui? 

Se l'ha fatta stare male o arrabbiare lo meno ma soprattutto…-

"Bill, ma dove cavolo hai lasciato la macchina e le chiav... Ah sei tu."

Tom rimase sulla soglia della porta fissando la persona davanti a lui.

"Che ci fai tu qui?" Chiese spaesato.

"Ciao Tom, sei un vero gentleman!" 

Rispose Pauline in tono scherzoso.

"Ma che hai fatto alle mani?"

La ragazza notò le nocche insanguinate del ragazzo.

Tom scosse le spalle sorridendole.

"Bisogna assolutamente medicarle. Vieni…"

La ragazza entrò in casa velocemente e iniziò ad armeggiare con le bende.

Tom si appoggiò allo stipite della porta e la guardò.

"No, ma prego Pauline, entra pure e fai come fossi a casa tua." disse ironico.

La ragazza a quelle parole arrossì violentemente.

"I-io s-scusa… Ecco io… Scusa."

La ragazza mortificata fece per tornare sui suoi passi quando Tom la bloccò prendendole la mano.

Si spose verso di lei e le baciò la guancia mentre le sussurrava "Stavo scherzando.".

Rise dolcemente mentre la ragazza riacquistava il colorito solito.

Con ancora le mani allacciate si diressero verso il tavolo.

Si sedettero vicini e la ragazza iniziò a medicare Tom.

Il ragazzo la guardava dolcemente mentre lei non aveva il minimo coraggio di alzare lo sguardo.

-Oh Pauline andiamo, è Tom. Lo guardi tutti i giorni ora cos' è cambiato?

Eh, cos' è cambiato?-

Il volto della ragazza si faceva sempre più imbarazzato e Tom se ne accorse.

Per venire in suo aiuto spostò la sua attenzione sull'album fotografico.

Lo aprì e iniziò a sfogliarlo lentamente.

Aveva un sorriso diverso.

Un sorriso dolce e tenero.

Pauline lo notò subito e guardò le foto.

Crack.

La ragazza sospirò sconfitta.

-Sei una demerita cretina tesoro. Non ti sei accorta di nulla. Hai creduto alle favole di nuovo.-

I suoi occhi si riempirono di lacrime mentre vedeva Tom accarezzare delicatamente una foto.

"Tom… Tu ami Angelique, vero?".

Il ragazzo a quella domanda per poco non cadde dalla sedia.

"S-scusa??"

"Tu ami Angelique, o come la chiami tu, Angel. La tua Angel."

Tom la guardò spaesato. "Come sai che io la chiamo così?".

Pauline scrollò le spalle alzandosi e voltandosi."

"Ho sentito mentre parlavi a Davide di lei. Ripetevi sempre: La mia piccola Angel sta bene e ti aspetta.

Non ci avevo mai fatto caso prima di adesso, ma visto come accarezzi la sua immagine in quelle foto, è evidente quello che provi per lei."

Tom sorrise alzandosi a sua volta. 

"Si è vero, hai ragione tu. 

Io amo la mia Angel."

Tom aggirò la ragazza cercando di vedere i suoi occhi nascosti dalla frangia corvina.

"Ma il mio amore per lei è un amore di fratello."

Pauline lo guardò dritto negli occhi.

Tom dal canto suo si avvicinò di un passo a lei e le posò delicatamente le mani sulle spalle per infonderle un pò di calore.

"Lei è il mio piccolo angelo, è la sorellina che devo proteggere."

Sorrise asciugandole le lacrime.

-Ecco, brava. Grande Pauline ora ha capito il tuo interesse per lui. Grande mossa.

La ragazza sospirò abbassando lo sguardo.

Tom la strinse e decise di non infierire.

"Questi turni di tirocinio ci sfiancano vero?"

Pauline rimase al gioco e annuì.

Guardò la foto e vide tre bambini.

"Oh, ma tu e Bill eravate veramente identici da piccoli?"

Tom rise e prese la foto.

"Si, vero.

Questa foto risale alla prima volta che abbiamo visto Angel.

Avevamo sei anni noi e cinque lei.

Era così piccola.

Me la ricordo bene la prima volta che l'ho vista.

Era in braccio alla madre. 

Josephine.

Oh, quella donna era meravigliosa. 

Un angelo. 

Entrambe sembravano angeli.

Entrambe con i capelli lunghi dorati e occhi color del cielo.

Angelique è nata prematura. 

E' stata per vari mesi in incubatrice e da sempre ha problemi con il cibo.

Mangia sempre poco e non assorbe molti nutrimenti.

Quel giorno io e Bill stavamo mangiando come due maiali." Interruppe il suo racconto per interrompere le risate di Pauline.

"Non ridere è vero, mangiavamo… anzi, mangiamo tuttora come maiali.

Lei invece giocava con la forchetta, non metteva nulla in bocca.

La madre e il padre la incitavano a mangiare, ma lei niente. Continuava a guardare me e Bill.

Così io mi andai a sedere vicino.

Appena gli fui vicino iniziò a giocare con le mie guance. 

Continuava a ripetere che le sembravano quelle di un criceto.

Rideva così dolcemente.

Non resistetti.

La presi in braccio e la feci sedere sulle mie gambe.

Anche Bill ci raggiunse e si sedette al posto di Angel.

Il pranzo continuò così.

Io le portavo il cibo alla bocca mentre Bill le accarezzava i capelli.

La madre si commosse e ci fece questa foto.

Credo sia stato in quel momento che mi sono ripromesso di prendermi cura di lei.

Dovevo prendermi cura di quel piccolo angelo che continuava a torturami le guance."

Si fermò per qualche attimo sorridendo.

Quando riprese a parlare il suo sguardo divenne triste.

"Poi però, come puoi ben intuire non ne sono stato capace.

Mia madre si trasferì e noi, be, non abbiamo potuto non seguirla.

Al trasferimento si susseguirono il nuovo patrigno, il matrimonio, gli studi, il lavoro e altre cose.

Fortunatamente Bill non ha mai smesso di amarla e io di pensarla.

Nostro zio ci mandava spesso sue foto e lei ci scriveva.

Poi però Josephine morì.

Lo abbiamo saputo dopo un mese.

Lei era da anni che non rispondeva più alle nostre lettere e non ci scriveva.

Ce lo disse nostro zio.

Ormai era tardi. 

La mia piccola Angel non mi ricordava più.

Non mi voleva più parlare.

E io da codardo non ho avuto le palle di venire qui.

Il giorno che l'ho vista su quel letto e ho visto il suo sguardo di ghiaccio, mi sono sentito un verme."

Sbattè la mano sul tavolo.

Pauline lo strinse.

"Non è colpa tua.

Tom, ora sei qui. 

Sei tornato, stalle vicino ora."

Il ragazzo annuì.

"Senti, ora mi spieghi cosa hai fatto per ridurti così le mani?"

Tom sorrise e la prese per mano portandola davanti la porta della stanza.

L'aprì indicando il sacco da boxe appeso.

"E' colpa sua." Facendo la faccia da bambino triste.

La ragazza scoppiò a ridere.

"Ha ragione Angy, hai davvero le guanciotte da criceto." e così dicendo iniziò anche lei a schiacciarle piano.

Tom rise allontanandole le mani.

"Ok ok abbiamo capito."

Pauline si ricompose e guardò il sacco.

"Funziona davvero?".

"Uhm proviamo." 

Il ragazzo entrò nella stanza e prese dei guantoni da boxe.

Chiuse la porta e portò la ragazza al centro del salotto.

"Ecco, mettiamoci qui."

Le infilò i guantoni controllando che fossero messi nel modo adeguato.

"Ok, vai, colpiscimi."

La ragazza lo guardò interrogativa.

"Perché devo colpire te e non il sacco?"

"Perché lui è piuttosto rozzo, io invece sono più cavaliere." Le sorrise facendole l'occhiolino.

"Se lo dici tu." La ragazza gli tirò un primo pugno sulla spalla.

"Seee, ok, ora non sono di cristallo. Puoi anche metterci un pò più potenza."

Pauline lo colpì più forte.

"Bene, se vuoi puoi anche urlare mentre lo fai."

La ragazza iniziò a colpire più forte facendo vari urli.

Tom la incitò fino a quando, sfogata la rabbia e la tensione, iniziò a piangere.

La stringe forte accarezzandole i capelli.

"Sei stata bravissima principessa."

La ragazza si staccò appena per poterlo guadare in viso.

Tom sorrise e le asciugò nuovamente le lacrime.

Si guardarono a lungo.

Lentamente Tom cercò di eliminare la distanza tra le loro bocche.

Ma, anche questa volta, la ragazza si allontanò.

"Scusa il disturbo. Dovevo essere io quella che ti consolava e ti sosteneva…"

Si tolse i guantoni e glieli porse.

"… Ma invece è stato il contrario." sorrise imbarazzata.

Tom annuì prendendo i guantoni.

"Vabbè io vado…"

La trattenne.

"Io, lo so che hai paura.

E per la verità ho paura pure io perché sei la prima per cui provo questi sentimenti.

Non posso assicurarti che sarò il principe azzurro che meriti.

Anzi di sicuro non lo sono.

Ma ti prego, resta almeno per una pizza insieme.

Ti assicuro che non approfitterò di te e non ti chiederò mai nulla di più di quello che vuoi darmi tu.

Ma ti prego, stasera ho bisogno di non essere solo."

Pauline lo guardò e annuì.

Nemmeno lei voleva stare senza di lui quella sera.

In quello il telefono del ragazzo iniziò a squillare.

Gli venne un brivido lungo la schiena mentre notava il numero della chiamata in arrivo.

"Tom?"

"E' l'ospedale… Pronto?…"

 

***

 

Angelique si era calmata da poco e Bill continuava ad abbracciarla da dietro.

"Va un pò meglio amore?".

La ragazza annuì riponedo la lettera dentro al cassetto.

Bill la prese in braccio e scostò le coperte.

La fece stendere comoda e poi si stese vicino coprendo entrambi.

Le accarezzò il viso un pò sciupato dalle lacrime.

Sorrise baciandole la guancia dolcemente.

"Io non lo odio… Insomma è mio padre. 

Solo non riesco a guardarlo in faccia senza sentirmi arrabbiata e offesa da lui. Ecco."

Bill le spostò piano il viso per fare in modo che la guardasse.

"Non devi farlo per forza ora. Prenditi il tempo che ti serve e poi, quando sarai pronta, proverai a parlarci."

Sorrise baciandole la punta del naso.

"Ok…" sorrise anche lei accarezzandogli una guancia.

La ragazza si mise su un fianco per poterlo guardare meglio.

Si mise a pensare a quanto diverso era il suo BIll.

Esteticamente era molto cambiato.

Era diventato molto più uomo.

Soprattutto di corporatura. Ora aveva vari muscoli e spalle abbastanza larghe.

E i tatoo, i piercing e la moto lo rendevano molto eccitante.

Si ingelosiva spesso quando vedeva le altre guardarlo.

Ma dopotutto non poteva farci nulla.

Ogni volta si chiedeva come era possibile che un ragazzo così perfetto avesse scelto lei.

Si sentiva molto come "La bella e la bestia".

Dove però i ruoli erano inverti. 

Lui era il bello, anzi il bellissimo.

Lei la bestia, insignificante e inadeguata.

E cattiva.

Lui era rimasto il bambino dolce e sensibile di una volta.

Lei…

Lei era davvero diventata un mostro.

"A che pensi amore?".

La domanda del ragazzo la distolse dai suoi tristi pensieri.

"A nulla…"

"Amore lo sai che è umanamente impossibile pensare a niente."

Angelique scrollò le spalle.

Bill sorrise e la strinse a se. 

"Sai io mi stavo domandando: Ma come è possibile che una ragazza come lei voglia stare con uno come te?" Sorrise continuando. "Insomma ne converrai che non sono proprio il classico principe azzurro."

"Be, in effetti con tutti questi tatoo e piercing… " la ragazza gli accarezzo piano il petto. "Sei molto meglio del principe azzurro."

Bill sorrise baciandola con dolcezza.

"Ti amo, non dimenticarlo ti prego."

La ragazza annuì baciandolo nuovamente.

In quel momento il cellulare di Bill iniziò a suonare.

"E ora chi rompe?… Eh che domande, il mio caro fratellino"

Disse prendendolo e attivando la chiamata mentre Angelique sorrideva.

"Dimmi caro fratellino bello…"

"Vestitevi e venite all' ospedale il prima possibile. Io sono già in viaggio. Muoviti!".

Angelique sentendo la risposta iniziò a tremare.

Bill spense la chiamata e l'abbracciò.

"Amore calmati, vestiti che andiamo. Non avere aura, ci sono io."

Dopo qualche minuto erano entrambi in macchina, in viaggio verso l'ospedale.

Bill inserì la marcia automatica per poter tenere la mano ad Angelique.

Lei se ne stava con le gambe vicine al petto e la testa appoggiata sulle ginocchia.

Tremava come una foglia ed era fredda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie mille a tutti, spero che anche questo capitolo vi piaccia.

Un ringraziamento particolare va a   Cornelian per aver lasciato una lunga e sensibile recensione , auroramyth per aver recensito e per il banner,  darkside_of me , al mio piccolo angelo , _Fheihet_ per aver recensito l' ultimo capitolo,  a Marked Bill Dolcesole per tutto il bene che mi vuole . Grazie a tutte siete davvero molto importanti per me.

Grazie! E un grazie a chi segue la storia o chi l' ha inserita tra le preferite.

Buonissima Pasqua a tutti! 

 

 

Vi comunico che io e Aurora abbiamo creato una pagina facebook intitolata: Dark Blue Horizon.

Mi farebbe molto piacere vedervi anche li. Baci! 

  
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