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Autore: Silver Pard    18/04/2014    3 recensioni
Il lieto fine dipende dal punto di vista.
[ Raccolta di rivisitazioni fiabesche:
01 ~ Cenerentola – Lei era acqua, e non esiste ostacolo che non possa superare.
02 ~ La bella addormentata – Profondamente addormentata e indescrivibilmente bella: se l’è cercata.
03 ~ La bella e la bestia – Le manca la Bestia.
04 ~ Il gatto con gli stivali – Il Gatto non è più tanto accomodante.
05 ~ Cappuccetto Rosso – Facciamo un gioco.
06 ~ Le fate – A volte le si tagliavano così tanto le labbra che i diamanti parevano rubini.
07 ~ I sei cigni – Il sesto fratello, il sesto cigno si abbandona alla deriva, dilaniato tra due mondi.
08 ~ Biancaneve – E si sveglia con il labbro rotto a morsi e gli occhi neri di odio e il cuore pieno di ghiaccio.
09 ~ Mr Fox – Osa, osa, ma non osare troppo, o il sangue dentro il cuore ti si ghiaccerà di botto.
10 ~ Hansel e Gretel – Soprattutto, ha paura del modo in cui sua sorella guarda alla strega.
11 ~ Tremotino – Il tuo nome è panna nella sua bocca, ma nelle dosi giuste, tutto è veleno. ]
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Witch ~ Strega





« Ci vogliono ammazzare. »

Hansel è più piccolo di sua sorella e questa conclusione lo inorridisce.

Gretel porta gli occhi scuri al suo viso smunto, all’intreccio di esili vene blu nella pelle, chiara come il latte, che aderisce strettamente alle ossa. « Ovvio » mormora.

« Ma non capisci? » insiste lui con l’energia isterica che gli raccomanderebbe di non sprecare, se lei stessa ne avesse la forza. « Papà e mamma, ci vogliono ammazzare! »

Gretel non dice nulla.

Lui rabbrividisce. « Non preoccuparti però » le dice, gattonando nel letto per rannicchiarsi vicino a lei e condividere il loro gramo calore corporeo, per evitare che l’indomani i loro genitori scoprano di non avere più bisogno di ucciderli. « Ho un’idea. »

Hansel è sveglio e intelligente; Gretel sa da sempre che lui è il pupillo dei genitori, che se non fosse per gli estremi della fame la mattina seguente porterebbero soltanto lei nella foresta. Lei somiglia troppo alla madre, amareggiata per qualcosa che ha perso o non ha avuto la forza di conservare.

« Che ci provino » promette Hansel con veemenza. « Che ci provino! »





Vi è potere, nel sangue. Vi è potere nel suo scorrere e rifluire nel corpo di una donna al richiamo della luna. Vi è potere nel sacrificio di un animale, nel passare un coltello sulla gola guardando il sangue che sprizza come da una fonte. Le rune scritte nel sangue sono forti come nessun’altra. E tra le cose che permangono, è il sangue a restare più a lungo di tutte.

Devi capire, non ho tempo per il bene e il male. Sono più vecchia della foresta che mi circonda; nel corso della mia vita le cose che erano buone sono oggi disprezzate, e le cose che un tempo erano proibite sono oggi la norma. Me ne infischio se le mie azioni sono ciò che un altro chiamerebbe malvagio. Se alle streghe importasse di quello che pensa la gente di loro non diverrebbero mai streghe.

Dunque vi è potere nel sangue. Questa è la prima verità.

La seconda è che certi sacrifici sono meglio di altri.




Strega.

Questa parola ti perseguita.

Ormai hai trentanove anni, sei una madre, una nonna.

Il mormorare cresce anno dopo anno che invecchi senza invecchiare, ed è vero che le rughe e gli incavi del tuo volto sono creati scaltramente con colle e polveri. È vero che ti premuri di nascondere le mani nel grembiule, o le impieghi in lavoretti da poco quando colta alla sprovvista. È vero che ti tingi i capelli per celare il fatto che non si sono mai ingrigiti. Se dovessi riuscire a raggiungere il doppio della tua età attuale, i tuoi occhi resterebbero acuti e neri come lo sono oggi.

E allora mormorano. Solo le mogli, per ora, meri pettegolezzi, nulla di più. Per ora si limitano a commentare che sembri giovane per la tua età, e che le tue mani non sono state toccate dai reumatismi, e che hai degli occhi ancora in grado di distinguere un piccione da un falco in volo da una lunga distanza.

Un giorno non lontano le parole si torceranno nelle bocche, diverranno bisbigli di eventi di quando tanto tempo fa eri una bambina e sei scappata barcollante dalla foresta, mano nella mano con tuo fratello e lacrime brucianti negli occhi. Le parole si torceranno, e le melanconiche considerazioni sulla tua giovinezza saranno frecciate mal celate sul fatto che non sembri invecchiare come loro.

Le parole si torceranno, e una su tutte verrà ripetuta.




I sassolini bianchi risplendono come argento alla luce. Hansel non lo mette in dubbio.

Sfodera un raggiante sorriso di gioia, i capelli chiari che la luna stinge al colore delle ossa. « Guarda, sorella » dice, indicando il loro sentiero di pietra d’argento. « Guarda come brillano! Saremo a casa prima dell’alba. »

Ah, e cosa succederà allora, pensa Gretel. Continueranno a provarci e riprovarci finché non ci riusciranno. Ma si augura comunque che i sassolini brillino lucenti, perché Hansel deve vederlo. Hansel deve capire ciò che gli ha tenuto nascosto.





Di tutti gli animali, l’uomo è il più grande. Dunque il sangue dell’uomo ha più potenza di ogni altro. E gli innocenti, il loro è il migliore di tutti.

Vedi il mio altare di ossa? Vedi quanto sono piccole? Ci sono anche quelle di mio figlio.




Parleranno delle tue pozioni e dei tuoi impasti. Parleranno del fatto che sai leggere e scrivere, un’abilità superflua e superiore al tuo rango, e si chiederanno dove hai imparato una cosa tanto pretenziosa. Parleranno di come hai salvato il figlio appena nato di Margery Little (e parleranno di come non sei riuscita a salvare Susan e suo figlio, anche se ci hai provato con tutta te stessa). Oh, se parleranno.

Strega.

Fingerai di poter sopportare le loro provocazioni, ma terrai a mente il fato di molte donne prima di te, che erano sagge quanto sei saggia tu, e ciononostante sono rimaste quando le persone che aiutavano si sono rivoltate contro di loro.

Penserai alla foresta, e alla casetta che lì attende una nuova proprietaria.




Per due volte tornano a casa seguendo le pietre. Per altre due volte vengono abbandonati nei boschi a morire.

« Perché? » insiste Hansel, gli occhi disperati e fuori di sé. Il pane non è più dove lo ha sparso, il loro sentiero è stato rimosso da uccelli affamati quanto loro.

« Meglio campare e avere altri figli che tenerci in vita a morire di fame senza mezzi di sostentamento » spiega Gretel.

Lui non la sente. Dà un calcio all’albero più vicino con furia, e poi, fissando il nulla, scoppia a piangere.





Non fare quella faccia scandalizzata. Ho preferito la mia vita a quella del mio figlio appena nato, è così terribile? Non lo sai quante donne muoiono di parto? Di febbre, di emorragia, di mille diverse complicazioni, solo per dare alla luce l’ennesimo marmocchio urlante dalle possibilità molto, molto labili di arrivare anche solo all’infanzia, figurarsi diventare adulto.

È stato puro senso pratico, ragazza mia. I tuoi genitori ce l’avevano, altrimenti non avrebbero cercato di uccidervi. Hanno semplicemente convertito il cibo che potevate mangiare voi in vita per loro; io ho convertito un fardello che sarebbe morto comunque nel potere sufficiente per salvarmi.

Mi sono detta, visto che la maggior parte della nostra specie acquisisce il suo potere con la venuta del sangue, di sicuro il sangue di un neonato innocente versato in una notte di luna piena deve averne ancora di più.

E avevo ragione.




Pareti di marzapane, vetri di glassa di zucchero e ciottoli di cioccolato, con mortaio di caramello e una patina di miele.

Un luogo così poco funzionale per una casa, un dispendio insensato di potere, e in verità non fosti sorpresa il giorno dopo, quando ti svegliasti con la testa pesante e scopristi che le pareti erano di pietra antica e il tetto semplice paglia. Una volta catturato il topo, l’esca per la trappola non serve più.

Ricordi che Hansel era nella gabbia mentre tu eri libera, e di aver fissato la strega con gli occhi vuoti, in attesa.




A Hansel non piace il modo in cui la strega guarda a sua sorella.

Gretel spazza, cucina, pulisce e non parla. Sente la strega rivolgerle la parola e la sente rispondere, e passano lunghe ore in cui Gretel non spazza, non cucina e non pulisce, quando parla con la strega.

Non gli piace il modo in cui gli sta cambiando davanti agli occhi, il modo in cui i capelli, prima così ordinati e legati in strette trecce da bambina, ora scarmigliati e aggrovigliati le si addicono, non gli piace il modo in cui le sue guance, così scavate e desolate, si stanno riempiendo di carne che la fa sembrare una bambina ben curata, una bambina che qualcuno ama, quando non c’è nessuno a badare a lei oltre alla strega.

Hansel ha paura. Sa che la strega desidera mangiarlo, ma non è di questo che ha paura. Ha paura del modo in cui la strega guarda a sua sorella. E soprattutto, ha paura del modo in cui sua sorella guarda alla strega.





Ho saputo cos’eri dal momento in cui ho visto i tuoi occhi. Noi della nostra specie abbiamo tutte gli stessi occhi. Rossi come rubini, rossi come il sangue da cui traiamo potere. I tuoi adesso sono scuri, ma hanno quel luccichio che dimostra che sei una di noi. Quando avrai vissuto a lungo e avrai superato la tua pruderie al sacrificio come me, avrai gli occhi rossi come i miei.

Pruderie, sì, questo è, mia schizzinosa ragazza. Un bambino ogni tre anni e saresti pari ai più grandi uomini con i bastoni e il vecchio latino (come se una lingua morta sia più potente di una viva, dimmi tu). Da dove hanno cacciato fuori quel potere vorrei proprio saperlo.

E naturalmente, devi avere cura a non rivelarlo mai. Agli uomini non piace essere usurpati. Bah, come se non fossero mai stati neonati strillanti attaccati al capezzolo della madre. Perché ci prendiamo pure la briga di darne alla luce non lo saprò mai, a meno che non lo si consideri l’accettabile rischio di creare delle figlie.

Un giorno lo capirai, come vedo questo mondo. Ce l’hai nel sangue, dopotutto.




La strega ti insegnò a leggere, scrivere e ragionare. Insegnasti queste arti ad Hansel una volta fuggiti, nonostante lui fosse un po’ infastidito dalla tua predisposizione. E sinceramente, che utilità poteva trovarvi? Sarebbe stato un falegname come tuo padre, cosa ci guadagnava a essere in grado di scrivere il proprio nome invece di scarabocchiare una semplice croce?

La strega ti insegnò i cicli lunari, le vecchie leggende e le erbe, e le sue parole erano di magia e potere. E lentamente, più l’ascoltavi, e più ricadevi nella routine disciplinata della sua vita; imparasti ad apprezzarla, e a rispettarla, e persino a cercare la sua compagnia, invece di evitarla.

Sapevi che ti stava accudendo. Non eri così stupida da credere che non notasse la differenza tra un osso asciutto e un morbido dito. Sapevi che stava semplicemente aspettando il giorno in cui avessi accettato ciò che eri e ti fossi affidata alla sua tutela, il giorno in cui avessi detto addio a tutto quello che eri stata quando avreste massacrato Hansel insieme.

Ma la lasciasti fare. La strega non credeva che il tuo unico scopo fossero il matrimonio e i figli. La strega pensava che valessi più tu che tuo fratello con i suoi capelli chiari e gli occhi azzurri – tu con il tuo corpo ossuto e le ginocchia sbucciate, con i tuoi capelli biondo pallido che andavano raschiati sulla testa e con i tuoi occhi neri con quel luccichio da strega.

Tuo fratello era in gabbia, e allora? Era sempre stato il preferito dei tuoi genitori. Non era forse arrivato il momento che capisse un po’ la crudeltà? Non era forse arrivato il momento che capisse che non tutti l’avrebbero amato per il suo sorriso smagliante e quegli occhietti azzurri?

Ma non gli auguravi la morte. Quello mai.




Hansel sa che sarà oggi. Il suo sotterfugio è stato smascherato, la strega gli ha afferrato il polso paffuto al posto dell’osso che le veniva porto.

Guarda sua sorella, ma lei è bieca e muta e ha gli occhi neri e profondi, a un passo dalla strega, a guardarle le spalle come un demonio dai capelli scarmigliati che la strega ha evocato come suo famiglio. D’un tratto, non la conosce.

« Prepara il forno » ordina la strega.

« Sorella! Sorella! »

Gretel lo guarda, e per un istante, un battito di cuore rubato alla sua vita, ha gli occhi coperti di sangue, rossi come l’alba del mattino in cui i loro genitori li hanno portati a sperdere per la terza volta.

Gretel lo guarda, e prende un respiro profondo.





Mi sono lasciata invecchiare; mi sono stufata del chiacchiericcio continuo della gente. E allora resto qui a riposare, e ogni due anni o giù di lì tramuto la mia casa nel dolcetto che hai visto il giorno in cui siete passati tu e tuo fratello. Mi porta i bambini, mi porta il sangue di cui ho necessità.

Certo, non è il massimo. Sono passati otto anni dall’ultima volta che un bambino è passato di qui, otto anni prima di te e tuo fratello. Ho dissipato i miei poteri per lo sforzo di rendere la mia casetta di marzapane per ciascuno di quegli anni senza ricompense, ma non ha importanza. Con tuo fratello li ripristinerò, li ripristinerò e ti insegnerò tutto quello che potresti essere.




Ti trasferisci nella casetta. I tuoi vicini sono in agitazione; al mormorare passato di bocca in bocca si è aggiunta quella parola che tanto odi. E allora ti trasferisci nella casetta e gli dai ragione.

Un pensiero fugace a tuo fratello, che ricerca con diligenza la verità nel vino. Un pensiero fugace a tuo figlio, che si prodiga in trucchi di magia al cospetto del re. Un pensiero fugace a tua figlia, al nuovo figlio che tiene in braccio. Un pensiero fugace alla schiera di tombe minute che appartengono a te, i tuoi piccoli che non hanno mai visto il loro primo compleanno.

Beh, una donna sa che quando si sposa deve lasciarsi alle spalle la sua vita. Stai solo ripetendo uno schema che hai già messo in pratica una volta.

Ci metti una settimana a pulire la casa da cima a fondo, un giorno intero per raschiare il forno. Rispolveri i libri della nonna, e cominci a leggere.




« Non so preparare il forno » dice Gretel, tenue e timida come mai in vita sua. « Ancora non me l’avete insegnato. »

La strega sospira, irritata, e la sposta per farsi strada.

Hansel coglie lo sguardo di sua sorella, e annuisce. Con la mente vuota, ci spinge la vecchia dentro.

Scappano dalla casetta al suono delle sue grida, Gretel accecata dalle lacrime, Hansel con le ginocchia molli dal sollievo.

Hansel guarda sua sorella, gli occhi rossi dal pianto, e l’abbraccia stretto, pensando che sia affranta perché ha ucciso qualcuno, anche se era una strega. Adesso che la strega è morta, Gretel tornerà a essere Gretel. Tutto il veleno che la strega le ha bisbigliato all’orecchio svanirà. Correranno a casa, e i loro genitori li accoglieranno festosamente per l’oro che la strega teneva chiuso in casseforti, come sapeva Gretel, e si rimetterà tutto a posto. Andrà tutto bene.

   
 
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