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Autore: Beauty    18/04/2014    4 recensioni
Nel mondo delle favole, tutto ha sempre seguito un preciso ordine. I buoni vincono, i cattivi perdono, e tutti, alla fine, hanno il loro lieto fine. Ma le cose stanno per cambiare.
Quando un brutale omicidio sconvolge l'ordine del Regno delle Favole, governato dalla perfida Regina Cattiva, ad indagare viene chiamato, dalla vita reale, il capitano Hadleigh, e con lui giungono le sue figlie, Anya ed Elizabeth. Attraverso le fiabe che noi tutti conosciamo, "Cenerentola", "Biancaneve", "La Bella e la Bestia"..., le due ragazze si ritroveranno ad affrontare una realtà senza più regole e ordine, in cui niente è come sembra e anche le favole più belle possono trasformarsi nel peggiore degli incubi...
Inizia così un viaggio che le porterà a scoprire loro stesse e il Vero Amore, sulle tracce della leggendaria "Pietra del Male" che, se nelle mani sbagliate, può avere conseguenze devastanti...
Il lieto fine sarà ancora possibile? Riusciranno Anya ed Elizabeth, e gli altri personaggi delle favole, ad avere il loro "e vissero per sempre felici e contenti"?
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Witch Hunt
 
Alla fine, quella notte Elizabeth riuscì a riprendere sonno, ma dormì poco e male, sia a causa della scomodità del prato su cui era distesa sia per via degli incubi che la tormentarono per tutto il tempo in cui rimaneva addormentata. Non sognò più nulla che avesse a che fare con Christine, ma ciò non tolse che il suo sonno fu alquanto agitato: sognò di essere sull’orlo di un precipizio e di non riuscire a rialzarsi, sognò di perdere l’autobus per andare a scuola e di restare sotto la pioggia, di perdere le chiavi di casa, e sognò anche – e fu quello che l’inquietò di più – di trovarsi inginocchiata di fronte a una lapide senza nome, in un giardino che non conosceva e, quando aveva alzato il capo, aveva visto un bambino che si reggeva in piedi con un bastone salutarla agitando una mano.
Fu l’ultimo che fece, prima di svegliarsi. Sia il Cacciatore che Cenerentola erano già alzati, e stavano parlando di qualcosa che Elizabeth, avendo preso il discorso a metà, non riuscì ad afferrare.
- Ah, ti sei svegliata!- esclamò la bionda, svolgendo la pezza di stoffa in cui erano conservati i viveri e passandole il solito pezzo di pane accompagnato dal formaggio.- Stavamo per chiamarti…
- Scusate…è molto tardi?- chiese Elizabeth, prendendo un piccolo morso di formaggio.
- No, il sole è appena sorto…- il Cacciatore spense le ultime braci che ardevano sul fuoco.- Ma ci conviene sbrigarci. Salem non è molto lontana, ma una volta arrivati lì dovremo avere il tempo per guardarci intorno, per decidere il da farsi…
- Non siete preoccupato?- domandò Cenerentola, alzando lo sguardo su di lui.- Voglio dire, avrete certamente sentito le voci che dicono che lì ci sia una strega…
- Sì, ne ho sentito parlare. Ma ho una vecchia amica in quel villaggio, da lei saremo al sicuro…E non ci fermeremo molto, giusto il tempo necessario per trovare qualche indizio.
Il pensiero che fossero finalmente giunti a Salem avrebbe dovuto farla sentire quantomeno sollevata. Anche se non era il suo obiettivo primario, si trattava pur sempre di una tappa, qualcosa che avrebbe dovuto indicare che la meta si stava avvicinando. Invece, quando Elizabeth udì quello scambio di battute fra Cenerentola e il Cacciatore, avvertì una strana sensazione all’altezza dello stomaco.
Il nome di quella località non le era nuovo. In terza media ci aveva perfino scritto una tesina, sulla caccia alle streghe in quell’omonima cittadina del Massachussets, anche se non ci aveva mai creduto propriamente. Ma quello era un mondo nuovo, con delle regole che non avevano nulla a che fare con quella che lei in genere definiva razionalità, per questo faticava a passar sopra alla notizia che, probabilmente, il villaggio dove si stavano dirigendo fosse il teatro delle malefatte di una strega. Perché se era vero – ed Elizabeth sperava con tutto il cuore che non lo fosse –, allora di certo non si trattava né di una diceria né dell’opera di qualche mitomane.
Quelle riflessioni furono delle nuove compagne di viaggio che la perseguitarono durante tutto il tragitto che li separava dal villaggio di Salem e, quando vi giunsero, la ragazza avvertì la morsa allo stomaco farsi ancora più tenace.
Salem somigliava molto a uno di quei paeselli sperduti fra le montagne di cui si leggeva sempre nei libri ambientati nel Medioevo. La pianta era a forma circolare, e al centro di quella che doveva essere la piazza principale sorgeva un pozzo di pietra a cui erano legati dei secchi per l’acqua e una carrucola. Le case erano costruite una contro l’altra, e solo qua e là alcuni stretti vicoli s’insinuavano fra le abitazioni fatte di legno con i tetti di paglia e fango secco; alcune avevano delle piccole verande che cascavano per il marciume, altre un cortiletto non più grande dell’abitacolo di un’automobile in cui beccavano tranquillamente alcuni polli. Il cielo era color grigio ferro, quella mattina, le nuvole ricoprivano interamente il sole e faceva ancora più freddo della notte precedente. Se non avesse saputo che non poteva essere così, Elizabeth avrebbe detto che aveva appena piovuto, dal momento che la terra sotto i loro piedi era ridotta a un ammasso di fanghiglia informe e scivolosa.
Regnava un silenzio innaturale.
Non c’era anima viva lì intorno, fatta eccezione per alcune galline e un porcellino legato a un palo di legno piantato nel terreno. Non c’erano persone, né uomini, né donne, né bambini, nemmeno un essere umano in giro per la piazza, e a giudicare da tutto quel silenzio si poteva indovinare che anche le case fossero vuote…o quasi. Elizabeth avrebbe potuto giurare di sentir delle finestre venire sbarrate al loro passaggio. Cenerentola si portò accanto al Cacciatore.
- Che succede?- domandò, guardandosi nervosamente intorno.- Perché non c’è nessuno? Dove sono tutti?
- Non lo so…- sibilò l’uomo. Anche lui si era ben presto messo sul chi va là.- E’ da tempo che non rimetto piede a Salem, ma da quel che ricordo è sempre stata una cittadina molto attiva…
- Dici che è opera della strega?- Elizabeth aveva un po’ paura di quella risposta, ma il Cacciatore non fece in tempo a fornirgliela, perché un rumore attirò l’attenzione di tutti e tre. Si trattava di una serie di colpi, inferti in maniera sonora e ritmica, con ogni probabilità doveva trattarsi di un martello sopra del cuoio o un materiale simile.
Il Cacciatore si arrestò sul posto, in ascolto. Individuò la direzione da cui proveniva il suono quasi subito e vi si diresse. Le due ragazze lo seguirono, tenendosi vicine. A Elizabeth sembrava di essere più al sicuro, stando in compagnia dei due.
Il rumore proveniva da una bottega, o almeno così si presentava: era un portico senza porte né finestre, illuminato da delle braci accese sistemate in un camino di pietra in un angolo. Una serie di attrezzi erano sparsi sul pavimento e su uno stretto tavolo, affiancati da una quantità di scarpe: stivali, per la maggior parte, ma anche scarpette femminili, tutte di fattura semplice come lo era il materiale di cui erano fatte. Il rumore era proprio quello di un martello, che in quel momento un uomo basso e corpulento, con radi capelli castani e una barba leggera, e un ventre che sporgeva mollemente sui pantaloni tenuti su con delle bretelle, stava battendo sulla suola di uno stivale.
Il Cacciatore sembrò essersi non poco rasserenato dalla vista di qualcuno, ma si mantenne comunque guardingo. Il calzolaio non aveva dato segno di essersi accorto di loro; Cenerentola provò timidamente a muovere un passo all’interno della bottega, ma si arrestò sulla soglia.
Alla fine, il Cacciatore si vide costretto a trovare un modo per palesare la loro presenza. Si schiarì educatamente la voce.
- Perdonate, signore…- esordì, al che il calzolaio alzò di scatto il capo. Elizabeth indietreggiò involontariamente di un passo: lo sguardo di quell’uomo era lo stesso di chi avrebbe voluto tutto tranne che vedere le loro facce.
- Chi siete?- sputò, abbandonando il suo lavoro.- Che fate qui?
- Siamo…siamo arrivati da poco - il Cacciatore aveva preso le redini della conversazione, e le due ragazze erano più che intenzionate a lasciarlo fare.- Ci chiedevamo se…
- Non ci piacciono gli stranieri, qui a Salem. Portano solo guai.
Il calzolaio riprese a fare ciò che stava facendo prima del loro arrivo, un chiaro segno che aveva intenzione di chiudere la conversazione. Il Cacciatore rimase a guardarlo ancora per qualche istante, quindi si guardò intorno, più per riflettere che per altro, ma lo sguardo gli cadde comunque su qualcosa di interessante: una piccola borsa ricolma di monete era gettata sotto un tavolo, nascosta nell’ombra in modo che non fosse notata, ma non abbastanza. Si schiarì nuovamente la voce.
- Voi…voi vendete anche stivali, oltre a fabbricarli?- domandò, ricordandosi di quanto aveva detto Cenerentola il giorno prima; la bionda non avrebbe proseguito ancora a lungo senza un paio di calzature, e quella era l’occasione buona per ottenere più cose contemporaneamente, se si muoveva abilmente.
- Sì; perché lo domandate?- grugnì il calzolaio, senza guardarlo.
- La mia…la mia amica ha bisogno di un paio di stivali - detto questo, il Cacciatore si scostò in modo che la figura di Cenerentola fosse completamente visibile.
- Non vendo scarpette per signore!
- Ha bisogno di calzature comode - insistette il Cacciatore.- Da viaggio. Qualcosa che le permetta di camminare in maniera agevole.
La bionda chinò appena il capo, puntando lo sguardo sulle pezze sporche e insanguinate che le avvolgevano i piedi, imitata dal calzolaio, che inarcò un sopracciglio. Si sentiva un po’ in imbarazzo, anche se non sapeva perché: il Cacciatore stava facendo tutto da solo, senza chiedere niente a nessuno, ma non si azzardava a contraddirlo. Lei avrebbe girato i tacchi non appena quell’uomo rozzo e scorbutico che le stava di fronte si era rivolto a loro in maniera così maleducata, ma forse il suo amico aveva qualcosa in mente. Meglio lasciarlo fare, si disse.
- Ce li avete i soldi per pagare?- biascicò il calzolaio.- Io non faccio la carità ai poveracci.
- Naturalmente. Vorremmo…- il Cacciatore fece vagare rapidamente lo sguardo per la bottega.- Quelli, se possibile - indicò un paio di stivali di cuoio marrone sistemati su una mensola alle spalle del calzolaio, e non li aveva scelti a caso.
L’uomo grugnì, iniziando ad avviarsi verso il luogo indicato dal Cacciatore; questi attese che l’altro si girasse, quindi si chinò rapidamente, raccogliendo in fretta e in silenzio la borsa di monete posta sotto il tavolo, e affrettandosi ad assicurarla alla cintura, ben nascosta sotto il cappotto. Ne estrasse alcuni pezzi di argento che tenne stretti a pugno.
Elizabeth e Cenerentola sgranarono gli occhi a quella vista, ma non dissero nulla; la bionda sollevò su di lui un paio di occhi scuri che brillavano per l’ammirazione.
Il calzolaio tornò indietro, reggendo in mano gli stivali indicatigli dal Cacciatore; li posò malamente sul tavolo, digrignando i denti.
- Provateli, diteci se vi stanno…- sussurrò il Cacciatore a Cenerentola.
- Sono cinque pezzi d’argento. E poi andatevene!- biascicò il calzolaio, ricevendo come pagamento il suo stesso denaro, mentre la bionda aveva afferrato gli stivali e se li stava provando.
- Dove sono tutti?- chiese il Cacciatore, ignorando deliberatamente l’ordine.- Non abbiamo incontrato nessuno, venendo qui…
- Chi possiede un briciolo d’intelligenza e di amor proprio ha pensato bene di rimanersene chiuso in casa; tutti gli altri idioti invece sono ammassati nella piazza principale da stamattina, per assistere all’esecuzione.
- Esecuzione?- fece eco l’uomo.- Chi è il condannato?
- Una puttana che è stata accusata di stregoneria - sputò il calzolaio con disgusto.- E’ da mesi che succedono cose strane, e alla fine l’hanno arrestata. Sapevo che era stata lei: è una straniera, è arrivata a Salem quando suo padre non ha più nemmeno avuto un paio di brache da mettersi addosso, e invece di trovarsi uno stolto che la mettesse incinta e la sposasse ha pensato bene di fare la presuntuosa e diventare la levatrice del paese, quella spocchiosa! Sapevo che portava guai, una donna come quella…
- Levatrice? Avete detto che è stata arrestata la levatrice?- di colpo, il Cacciatore sembrò vacillare, perdendo tutta la sua sicurezza. Elizabeth si avvicinò a lui di un passo per poterlo guardare in volto: era preoccupato, si vedeva chiaramente.
- Te l’ho detto, nella piazza principale, in attesa che la brucino o l’impicchino. Io spero che il boia e i giudici optino per la prima scelta. Una strega non merita altro che quello…
- Vi ringraziamo, signore - l’uomo fece un breve cenno con il capo in segno di saluto, quindi afferrò le due ragazze per gli avambracci e le trascinò fuori dalla bottega, sotto lo sguardo diffidente del proprietario. Cenerentola incespicò nei propri piedi ed emise un gemito di disappunto, ma non si oppose più di tanto a quello che stava facendo il Cacciatore.
- Ma che succede?- chiese Elizabeth con apprensione; era evidente che le parole del calzolaio dovevano aver turbato molto il suo accompagnatore, ma non riusciva a comprendere dove fosse il problema: lei stava iniziando solo ora a metabolizzare la notizia che la strega era stata catturata – anche se non sapeva se sentirsi sollevata per questo fatto oppure no, dato che la suddetta era stata condannata a morte –, ma qualcosa nella parola levatrice aveva colpito il Cacciatore.
- Chiedo scusa - l’uomo le lasciò entrambe, ma non rallentò il passo.- Devo…devo andare nella piazza principale…
- Per via della strega?- chiese Cenerentola, che ora sembrava camminare molto meglio grazie a quegli stivali.
- Sì. Io…ho un brutto presentimento.
Le due ragazze si scambiarono una rapida occhiata, quindi lo seguirono: il Cacciatore quasi non le aspettava più, ma dava l’impressione di conoscere molto bene le vie di Salem, dato che si muoveva con sicurezza svoltando angoli e percorrendo vicoli lunghi e stretti. Cenerentola afferrò una mano di Elizabeth, stringendola fra le dita, ed entrambe accelerarono il passo.
Ben presto iniziarono a incrociare alcune persone, per lo più adulte, vestite con abiti che Elizabeth aveva visto solo nei film ambientati nel Medioevo, scuri e un po’ cenciosi. Tutte passavano loro accanto velocemente, senza guardarli negli occhi, quasi non si fossero accorti di loro; ma procedevano speditamente, nella stessa loro direzione.
Il Cacciatore aggirò un paio di passanti, uscendo infine dalla stradina stretta in cui si erano insinuati, e ritrovandosi di fronte a una folla di persone. Le due ragazze lo raggiunsero, trafelate: a giudicare dalla forma circolare quella doveva essere la piazza principale di cui aveva parlato il calzolaio, e una massa di gente era stipata attorno a qualcosa che non riuscivano a scorgere. Il Cacciatore cercò di farsi strada fra la folla: ormai si curava molto poco di Cenerentola e di Elizabeth; quello che aveva detto il calzolaio aveva instillato in lui un atroce dubbio, e se i suoi sospetti erano fondati, allora non c’era tempo da perdere. Sempre che potesse ancora fare qualcosa…
Ignorò la protesa soffocata di un uomo che aveva appena urtato con una gomitata, e riuscì a portarsi fino al fulcro dell’attenzione di tutti: una piattaforma in legno sorgeva proprio al centro della piazza, sopraelevata rispetto al terreno e alla quale si accedeva mediante una scala a pioli; sopra la piattaforma vi era una trave piantata in verticale, agganciata alla quale c’era una corda: un cappio legato mollemente penzolava appena mosso dal vento. Il boia era un omaccione di almeno due metri, con la barba scura e la casacca sporca, e se ne stava in piedi accanto alla trave; poco più in là, anch’essi in piedi, c’erano tre uomini. Due di loro erano vestiti di nero, segno che dovevano essere il giudice e il borgomastro, mentre l’altro era molto giovane, appena ventenne, abbastanza alto, con i capelli castani tagliati molto corti, gli occhi scuri e un’espressione seria dipinta sul volto. Era abbigliato in modo molto strano, con un cappotto nero sulla casacca e i pantaloni marroni, che tuttavia non riusciva a nascondere il fatto che fosse armato: almeno tre coltelli erano assicurati alla cintura, mentre sulle spalla era sistemata una balestra.
Il Cacciatore cercò di avanzare ancora di più, sentendo che le due ragazze lo avevano raggiunto alle spalle. Elizabeth ricevette un’involontaria spintarella da qualcuno in mezzo alla folla, e fu costretta ad aggrapparsi al cappotto dell’uomo per mantenere l’equilibrio.
- Maledetta levatrice!- ringhiò sottovoce una donna di mezz’età proprio accanto a loro, con un foulard nero avvolto intorno al capo.- Dannata strega, merita di morire!
- Zitta!- la redarguì prontamente un uomo molto giovane, che stringeva a sé una ragazza che, Elizabeth notò, doveva essere poco più grande di lei, ma nonostante tutto reggeva fra le braccia un neonato avvolto in un copertina.- Zitta, non sai nemmeno di cosa stai parlando! La levatrice è innocente!
- Non ha mai fatto del male a nessuno!- aggiunse la giovane mamma.- Ha fatto nascere i miei due bambini, e anche quelli di tua nuora e tua figlia!
- Mia moglie sarebbe morta di parto se non ci fosse stata lei, e ha aiutato anche la figlia del macellaio a partorire, per ben cinque volte!- s’intromise un altro uomo.- Non la condanneranno, sarei pronto a scommettere la mia vita sulla sua innocenza!
- Non è una strega! E’ buona, dolce…scrive anche le lettere!- fece una terza donna.
- Per l’appunto! Una donna così non può che essere una strega!- insistette quella che aveva parlato per prima, risoluta.- Le sue sorelle erano delle sgualdrinelle che hanno fatto passare tutta Salem, suo padre un vecchio che si è giocato tutta la sua fortuna, e non sta bene che una donna legga e sappia scrivere! Invece di trovarsi un marito e starsene a casa a fare la calza quella se ne andava in giro a far nascere i figli delle altre! Che ne può sapere lei di cosa vuol dire partorire, quando non è nemmeno sposata?
- Liberatela!- una voce acuta si levò sopra le altre, ed Elizabeth si voltò nella direzione da cui era provenuta. A parlare era stata una ragazza poco meno che ventenne, con i capelli color castano chiaro, che si era sollevata sulle punte; notò che il suo ventre era leggermente arrotondato.- Lasciatela andare! E’ innocente!
Molte persone seguirono il suo esempio, e iniziarono a inneggiare alla liberazione della strega. Il giudice e il borgomastro parvero essere stupiti da quella reazione, e anche il boia sembrò vacillare; l’unico a rimanere impassibile fu il ragazzo con la balestra, che anzi ridusse gli occhi a fessura per il fastidio.
Il Cacciatore cercò di farsi ancora più strada fra la folla, e alla fine arrivò a vedere ciò che stava cercando: accanto al patibolo era posteggiato un carro, un carro molto strano. Infatti, a coprire ciò che sarebbe dovuto essere lo spazio vuoto, vi erano delle sbarre di ferro, delle sbarre che unendosi formavano una gabbia quadrata serrata da un lucchetto e da un catenaccio. Al suo interno, vi era la prigioniera.
Il Cacciatore sgranò gli occhi: si trattava di una ragazza che non doveva avere più di venticinque anni, con il volto ovale e grazioso, gli occhi scuri, e i lunghi capelli castani che le ricadevano sugli occhi; teneva le dita intrecciate alle sbarre e continuava a guardare verso i tre giudici, in particolare il ragazzo con la balestra. L’uomo boccheggiò, cercando di raggiungere la gabbia sorvegliata da due guardie, ma la folla stava iniziando ad infervorarsi. Ora le voci che inneggiavano alla liberazione della strega erano molto più alte e più numerose, sebbene alcuni ancora si ostinassero a chiederne la condanna a morte. Il borgomastro mosse qualche passo avanti sulla piattaforma, alzando le mani al cielo.
- Vi prego, amici miei…!- provò a urlare per calmare la folla.- Lo stiamo facendo per il bene vostro e di questa città. La levatrice è stata ritenuta colpevole di…
- Bugiardi!- gridò una donna dalla massa.- Bugiardi, non l’avete nemmeno ascoltata!
- Vi prego…
- Impiccatela!- strillò di rimando la donna con il foulard nero.- Impiccatela, è una strega! Ha ammazzato tutte quelle persone, ci porterà alla rovina! A morte! A morte!
- Non avete prove che sia stata lei!- gridò la ragazza che per prima aveva cominciato a chiedere la liberazione della levatrice.
- Ora basta! Portatela fuori, facciamola finita!- ordinò il ragazzo con la balestra. Il boia scese la scala velocemente, e aprì la gabbia. La prigioniera tentò di ritrarsi, ma l’uomo l’afferrò saldamente per unbraccio e la trascinò fuori quasi di peso. La giovane si ribellò dimenandosi, ma alla fine venne portata comunque sulla forca. Indossava un vestito azzurro un po’ stinto e con l’orlo stracciato. Il borgomastro e il giudice arretrarono un poco, ma il ragazzo con la balestra si avvicinò a lei: il boia la lasciò andare di colpo, e la prigioniera ricadde in ginocchio di fronte a lui. Si chinò, afferrandole i capelli dietro la nuca.
- Crepa!- sibilò la ragazza, digrignando i denti.
- Ce l’ho fatta, maledetta…!- ghignò l’altro, strattonandola.- Sono mesi che ti do la caccia! Hai finito di scagliare i tuoi malefici sulla povera gente!
Per tutta risposta, la prigioniera gli sputò in un occhio, approfittando del momento di distrazione per colpirlo violentemente a una spalla. Il boia giunse in aiuto del ragazzo, trattenendola per le braccia.
- Bastardo! Figlio di puttana! Maledetto, che i Grimm ti sbranino vivo!- continuò a gridare la ragazza, scalciando. Il giovane con la balestra arretrò, fissandola con odio, quindi tornò a rivolgersi al boia.
- Adesso basta! Impicchiamola, è quello che si merita questa strega che perseguita la brava gente!
A quell’annuncio la folla si fece ancora più nervosa, e le grida che chiedevano la liberazione della levatrice si fecero più alte e più insistenti. Il boia la sollevò di peso, trascinandola verso la corda; le imprigionò le mani dietro la schiena con una fune, quindi le avvolse il cappio intorno al collo.
La prigioniera continuava a dimenarsi, ma non sembrava impaurita, bensì furiosa: continuava a guardare il giovane con la balestra come se volesse ucciderlo.
- Figlio di puttana! Figlio di puttana! Non sai niente! Bastardo! Ba…
La scarica d’insulti venne interrotta da un sonoro schiaffo che il ragazzo le sferrò su una guancia.
- Taci, strega…!- sibilò. Lo schiaffo le aveva fatto voltare il capo di lato e i capelli le avevano coperto metà del volto. La prigioniera non disse più nulla, ma tornò a fissare il ragazzo e a digrignare i denti con rabbia. Lui si allontanò, dirigendosi verso il bordo del patibolo, dove la folla si era ammassata, sempre continuando a gridare. Ancora, le voci che accusavano la strega si confondevano con quelle che chiedevano di liberarla. La gente era agitata, si rischiava una sommossa.
- Signori, vi prego!- gridò il ragazzo.- Cittadini di Salem, ascoltatemi! Questa donna è stata riconosciuta colpevole del crimine di stregoneria, dovrà essere giustiziata in modo che il suo operato non…
- Colpevole?!
Elizabeth sussultò. Stavolta a levarsi sopra le altre era stata la voce del Cacciatore. L’uomo si avvicinò alla forca, aggrappandosi al bordo della piattaforma e puntando lo sguardo in quello del ragazzo. La prigioniera, con ancora il cappio legato intorno al collo, sgranò gli occhi.
- Colpevole, dite? Che cos’ha fatto?- incalzò il Cacciatore.
- E’ una strega, e la magia delle streghe è sempre oscura!- ribatté l’altro.- Deve morire, così che non possa più portare dolore e disperazione con le sue arti malefiche!
- Ma come fate a sapere che è una strega?- insistette l’uomo.
- Molte persone a Salem sono scomparse, e i figli di due donne che avevano partorito sono stati trovati senza vita nelle loro culle! Questa sgualdrina malefica li aveva fatti venire alla luce, e poi si è macchiata d’infanticidio!
- E’ la levatrice del paese, è naturale che li abbia fatti nascere lei…- rispose il Cacciatore, facendosi più vicino alla forca.- L’avete vista praticare la magia nera? E’ stata colta sul fatto? Ha confessato?
Erano domande retoriche, volte a provare l’innocenza della prigioniera; ebbero l’effetto di aizzare ancora di più la folla.
- Quei bambini erano malati, e la madre di uno dei due aveva la malattia dello zucchero!- strillò un uomo fra le altre persone.
- E che mi dite della moglie del fabbro?- chiese il ragazzo.- Lei e il suo piccolo dovevano morire, e invece si sono salvati dopo che questa strega è stata a casa loro!
- E da quando è un crimine salvare la vita di qualcuno?- ringhiò il Cacciatore.- La state accusando ingiustamente!
La folla si scaldò ancora di più, tanto che il giudice e il borgomastro arretrarono. Elizabeth ormai era sicura che, se fossero andati avanti di quel passo, presto si sarebbe scatenata una sommossa. Il ragazzo con la balestra digrignò i denti e voltò le spalle al Cacciatore, marciando verso il boia.
- Impiccatela!- ordinò, e quella parola non fu altro che benzina su una fiamma. Si levò un boato di protesta dalla folla, tanto che il borgomastro gettò verso di essa un’occhiata preoccupata: le persone sembravano sul punto di scagliarsi contro la folla. Si avvicinò a grandi passi al ragazzo con la balestra, posandogli la mano sulla spalla.
- Vi prego, ascoltate…- disse.- Non possiamo impiccarla, non senza prove.
- Le abbiamo, le prove!- protestò l’altro; la frase del borgomastro pareva averlo sconvolto.- Venti persone sono sparite nel nulla, due neonati sono morti inspiegabilmente, due persone si sono salvate quando erano condannate, questa sgualdrina vive isolata da tutti, sa leggere e scrivere, non è sposata…
- Lo so, ma non è sufficiente…- il borgomastro si fece più vicino a lui, sussurrando.- La prigioniera è la levatrice del paese, molte persone si fidano di lei…anch’io come voi credo che sia una strega, ma se la impiccassimo senza delle prove schiaccianti che la accusino di praticare malefici, con ogni probabilità io mi troverei di fronte a un malcontento che rischierebbe di sfociare in qualcosa più grande di noi…
- Dunque, mi state dicendo che rimarrà impunita?! Che ho sprecato tutti questi mesi per vedere una strega continuare a praticare le arti oscure?! Io ho votato la mia vita a dare la caccia a quelle come lei, e non tollero che…
- Si tratta solo di aspettare - insistette il borgomastro.- Come avete detto voi, non è sposata e sa leggere, e questo è già un punto a suo sfavore. Da quando lei e la sua famiglia sono giunti a Salem si è sempre comportata in modo strano…La terremo d’occhio, sarà solo questione di tempo, ma è inevitabile che si tradisca. Restate ancora qui, il vostro aiuto è stato prezioso ma abbiamo ancora bisogno di voi…
Il ragazzo avrebbe voluto replicare, ma il borgomastro l’ignorò, voltandosi verso la folla.
- E’ deciso. La condanna a morte sarà rimandata a data da definirsi. La prigioniera può ritenersi momentaneamente assolta dalle accuse.
Si levò un grido di approvazione, ma in mezzo al quale spuntavano ancora delle protese sulla decisione finale. Il ragazzo con la balestra rimase sgomento, senza dire nulla.
Elizabeth vide il Cacciatore sorridere lievemente prima di raggiungere di nuovo lei e Cenerentola. La bionda gli rivolse un’occhiata perplessa che lui non vide, ancora concentrato sulla ragazza in piedi sopra la forca. La folla iniziò lentamente a disperdersi, fino a diradarsi del tutto. L’uomo che fino a quel momento aveva sostenuto strenuamente la colpevolezza della presunta strega si voltò, allontanandosi dal patibolo a capo chino; il boia sciolse i nodi che imprigionavano i polsi della ragazza e questa, non appena si fu liberata dal cappio, si volse a guardare verso di loro, con gli occhi che brillavano e un sorriso dolce. Elizabeth pensò che si trattasse di un semplice sorriso di gratitudine, ma subito venne smentita quando la giovane balzò giù dalla piattaforma e corse loro incontro.
Il Cacciatore l’accolse con un caldo e sincero abbraccio, stringendola a sé fino a quasi sollevarla da terra.
- Belle!- esclamò.- Come sono felice di vederti!
Elizabeth sgranò gli occhi. La levatrice circondò le spalle del Cacciatore con le braccia, stringendolo a sé. Intorno a loro non era rimasto nessuno, fatta eccezione per la ragazza incinta che per prima aveva chiesto la liberazione della strega.
- Ma che ci fai qui?!- esclamò Belle, quando finalmente il Cacciatore la lasciò andare, permettendole di rimettere i piedi a terra.- Sono mesi che non abbiamo più tue notizie!
- Avresti preferito che non venissi?- l’uomo ammiccò.- Mi sei sembrata un po’ in difficoltà, o sbaglio?
Belle annuì con un poco di amarezza, ma mantenne il sorriso, e tornò ad abbracciarlo brevemente.
- Grazie…- mormorò.- Ti prendi sempre cura di me…
Elizabeth vide che Cenerentola si stava mordendo l’interno di una guancia, rimanendosene in disparte, in silenzio. Il Cacciatore si scostò appena da Belle.
- Che cosa ti è successo?- le chiese.- Perché sei stata accusata di stregoneria? Chi era quell’uomo?
- E’…una lunga storia…- soffiò la ragazza.- E anche io ho un bel po’ di domande da farti - ghignò.- Ci conviene andare via da qui…in un posto più sicuro…- solo in quel momento parve accorgersi di Elizabeth e di Cenerentola.- Oh! Sono…amiche tue?
- Sì!- confermò la bionda, senza sorridere. Belle si avvicinò a entrambe, tendendo la mano.
- Piacere di conoscervi…io mi chiamo Belle.
- Elizabeth…
- Cenerentola - di nuovo sul volto della bionda comparve quella smorfia di fastidio nel pronunciare il proprio nome, ma la levatrice non sembrò notarlo. La ragazza incinta se ne restava in disparte, quasi in imbarazzo. Belle si voltò verso di lei, facendole segno di avvicinarsi.
- Gerda!- esclamò il Cacciatore, e lo sguardo gli corse istintivamente verso il ventre arrotondato della ragazza.- Beh…congratulazioni.
Gerda fece un sorrisetto di gratitudine, prima di salutare tutti quanti, un po’ timidamente. Belle le prese una mano.
- Venite. Vi accompagno a casa mia…Dobbiamo parlare.
 
***
 
Gretel aveva varcato le porte di Salem da qualche minuto quando aveva iniziato a udire alcune chiacchiere riguardanti la levatrice del paese, ma non vi fece caso. Stava ribollendo di rabbia: Tremotino aveva stabilito con lei un contatto mentale poche ore prima, e quello che le aveva detto era stato in grado di farla andare su tutte le furie. Lei gli doveva un favore, da questo non poteva scampare, ma per che cosa l’aveva presa? Per un oggetto? Per una bambolina da poter muovere e far parlare a proprio piacere? Stava rischiando grosso andando a Salem, e lui tutt’a un tratto decideva che no, quella ragazzina non la voleva più morta e che lei doveva solo procurargli uno sciocco libro?
Beh, lei non aveva permesso mai a nessuno di darle ordini, e anche se non le avrebbe fatto alcuna differenza avere quella ragazza viva o morta…una piccola ripicca ci poteva anche stare.
Sorrise sotto il cappuccio, imponendosi di avere pazienza ancora qualche ora, fino a che non fosse calato il buio. Mezzanotte era l’ora delle streghe, vero?
 
***
 
Cenerentola non spiccicò parola per tutto il tratto che li separava dalla piazza principale alla casa di Belle. Questa era davvero isolata rispetto al resto di Salem, ma il tragitto non fu troppo lungo; tuttavia, la bionda rimase imbronciata e silenziosa per tutto il tempo. Elizabeth pensò che non aveva nemmeno ringraziato il Cacciatore per gli stivali; l’uomo, da parte sua, sembrava impaziente di giungere a casa della levatrice. Era chiaro che dovessero parlare di qualcosa d’importante. Gerda, da parte sua, se ne restava in disparte, quasi intimidita, e di tanto in tanto si sfiorava il ventre con la punta delle dita.
Alla fine, giunsero a destinazione: la casa di Belle non aveva nulla a che fare con le abitazioni di legno e paglia che sorgevano al villaggio, bensì era una costruzione in pietra, a due piani, una tipica residenza di campagna. Non vi era alcuna staccionata o qualcosa di simile per delimitare il cortile, ma questo aveva l’erba che arrivava alle loro ginocchia, e sulla fiancata laterale della casa sorgeva un piccolo orto malandato e con ben poche verdure mature. Dei rovi rampicanti sorgevano accanto alla porta d’ingresso; il tetto era spiovente, e alcune tegole erano smosse. Doveva essere stata una residenza molto bella, un tempo, ma ora era ridotta a un rudere.
Belle fece loro strada, guidandoli verso la porta d’ingresso. Il Cacciatore si scostò un poco per permettere a Gerda di passare in maniere più agevole, gesto che costrinse Elizabeth a fermarsi accanto a lui. Mentre era in piedi, sentì qualcosa strusciarsi contro le sue gambe. Sussultò, balzando all’indietro e piantando lo sguardo a terra.
Un gatto dal pelo grigio striato stava facendo le fusa, strusciandosi contro i suoi jeans. La ragazza fece un sorrisetto, chinandosi ad accarezzare il micio dietro le orecchie.
- E’ il tuo gatto?- chiese, rivolta a Belle.
- A dire il vero, è il gatto di tutti, qui a Salem - le rispose l’altra, accarezzandolo a sua volta sul dorso.- Credo che il suo padrone lo abbia abbandonato, così ogni tanto quando viene qui gli do da mangiare…aspetta ancora un attimo, fra poco esco e ti do una scodella di latte…- sussurrò rivolta al micio, prima di fare cenno agli altri di entrare.
L’ambiente del primo piano era molto buio, e di gran lunga più stretto di quanto l’esterno lasciasse intendere. L’atrio era piccolo, e dava accesso a una scala. Belle si rivolse prima al Cacciatore, poi a Gerda.
- Per favore, fai tu gli onori di casa?- le domandò.- Noi dobbiamo sistemare alcune cose…
- Non vi dispiace, vero?- chiese il Cacciatore rivolto alle due ragazze.- Ci metterò solo un minuto.
- No, andate pure - rispose Cenerentola, e di nuovo a Elizabeth parve molto acida.
L’uomo seguì Belle al piano di sopra. La levatrice lo guidò in una stanzetta che non era una camera da letto ma neppure un tinello; anzi, pareva quasi una camera inutilizzata, in cui erano state ammassate cianfrusaglie a caso, ma quando la levatrice chiuse la porta dietro di sé il Cacciatore poté vedere che non era così: la stanza era piccola ma relativamente spoglia, con solo un paio di seggiole e un tavolo posto contro la parete su cui erano posati dei libri e alcune pergamene con un calamaio.
Belle si sedette, scostandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.
- Come stai?- gli chiese, e nella sua voce c’era un’apprensione che poco prima era riuscita a mascherare.- Non sappiamo più niente né di te né della Ribellione da mesi. Io e Gerda abbiamo…- si umettò nervosamente le labbra.- Io e Gerda abbiamo saputo di Vincent…di quello che ha fatto…e di Lady Marian. Avete trovato il corpo, almeno?
- Non ce n’è stato bisogno, ringraziando le forze del Bene - il Cacciatore si sedette a sua volta, con un sorriso forzato.- Lady Marian non è morta, Belle. Lo credevamo, quando Vincent ha tradito, ma a quanto pare la Regina Cattiva non l’ha uccisa…
- Beh, questa è una buona notizia…- soffiò la levatrice.- Come avete fatto a sapere che non era morta?
- Lo so solo io, per il momento. L’ho vista. Era rinchiusa in una delle celle nelle segrete del palazzo. Ho provato a liberarla, ma la porta era incantata…non ci sono riuscito.
- Che?!- Belle strabuzzò gli occhi.- Sei stato nelle segrete della Regina Cattiva? Cosa ci facevi lì?
- E’ una lunga storia…comunque ora sono qui - rispose il Cacciatore, evasivo.- Per tornare a Lady Marian, mi ha detto che la Regina Cattiva vuole qualcosa da lei, ma non sa cosa.
- Era naturale…- borbottò Belle, pensosa.- Lady Marian di fatto era una spia nel palazzo, la Regina Cattiva non avrebbe esitato a ucciderla, se non avesse voluto ottenere qualcosa…magari sapere l’ubicazione del campo dei ribelli?- azzardò.
Il Cacciatore scosse il capo in segno di diniego.
- Quella è un’informazione che ha già ottenuto da Vincent. E’ diventato il suo Primo Ministro, le è ancora più fedele di Navarre, adesso. Ha rivelato tutto, per questo siamo stati scoperti…abbiamo dovuto scappare, i soldati ci hanno dispersi, ma quelli fra noi che non sono morti sono riusciti a organizzarsi.
- Vincent…- Belle strinse le dita a pugno.- Non avrei mai pensato che sarebbe diventato così.
- Nemmeno io. Lo credevo un amico…
- Già. Ma la colpa è nostra: avremmo dovuto impedirgli di andarsene. Avremmo dovuto iniziare a sospettare qualcosa quando ha ferito quel poliziotto…- la levatrice lo guardò negli occhi.- A proposito, si è più saputo niente di lui? E la Ribellione, dov’è adesso?
- No, non abbiamo più avuto sue notizie. L’unica cosa che so riguardo alla Ribellione è che l’ultima volta i ragazzi si erano stabiliti presso il Castello di Rovi, ma non ho idea di quale fosse il motivo.
- Quindi…mi pare di capire che tu non sia stato in contatto con nessuno, negli ultimi tempi.
La voce di Belle era pregna di delusione. Il Cacciatore scosse nuovamente il capo, tristemente.
- E’ da mesi, ormai, che non vedo più nessuno. Sto cercando di raggiungerli, dovrei ripartire domattina…ma dimmi di te - si sporse in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia.- Non hai più visto nessuno?
- No. Sono un po’ preoccupata, a dire il vero…prima Cappuccetto Rosso si occupava di portare i messaggi e le notizie, ma sono settimane che non si fa più vedere.
Il Cacciatore chinò il capo, torcendosi le mani. Inspirò a fondo, quindi tornò a guardare Belle negli occhi.
- Cappuccetto Rosso è morta - quelle parole risuonarono sulle pareti con un effetto strano, quasi non gli sembrò vero che fosse stato proprio lui a pronunciarle. Belle scattò in piedi, palesemente sconvolta.
- Che cosa?! Morta? Come…quando…
- Lei, e anche la nonna - aggiunse il Cacciatore, sentendo una stretta al cuore.
- E’ stata…è stata la Regina Cattiva, vero?- Belle sembrava faticare parecchio per metabolizzare la notizia.- Le ha uccise, non è così?
- Sì, sono state uccise. Da…un mostro, inviato dalla Regina.
- Siano maledetti i Grimm…- Belle ridusse le labbra a fessura, iniziando a passeggiare nervosamente per la stanza.- Quella schifosa…! L’ha fatto per interrompere i contatti, lo so! Sapeva che Cappuccetto Rosso si occupava di portare i messaggi, è per questo che ha ucciso lei e la nonna…maledetta, aveva solo tredici anni…!
- Le avevo detto di non farlo!- soffiò il Cacciatore, con malcelata disperazione nella voce.- Le avevo detto di non arruolarsi nelle file dei ribelli…era una bambina, le avevo detto che era pericoloso…se solo fossi stato più attento…
(Se solo non fossi un mostro sanguniario…)
Belle lo guardò, sgomenta. Si avvicinò a lui, prendendogli le mani.
- Non è stata colpa tua - cercò di rassicurarlo.- Ma la Regina la pagherà. Pagherà per la vita di Cappuccetto Rosso e per tutte le altre che ci ha sottratto. Sai dove…- inspirò a fondo, cercando di calmarsi; ora più che mai avevano bisogno di essere lucidi, entrambi.- Sai dove sono Robin Hood e i suoi uomini? E il Principe Filippo?
- No, non sappiamo più nulla di loro da quando Vincent ha tradito.
- E Kay?
Il Cacciatore la guardò, allontanandosi da lei di un passo. Negli occhi di Belle c’era una flebile speranza, una speranza che, giocoforza, lui avrebbe dovuto uccidere.
- No, nulla - l’uomo vide il bagliore negli occhi della levatrice morire velocemente.- Non è…non è qui a Salem? Voglio dire, sua moglie è…
- E’ partito tre mesi fa, e ora che Cappuccetto Rosso è morta ricevere i messaggi è sempre più difficile - disse Belle.- Gerda non fa che piangere dalla mattina alla sera, si rimprovera di non essere andata con lui.
- E’ meglio che non lo abbia fatto. La Foresta Incantata e il campo dei ribelli non sono il luogo migliore nelle sue condizioni. Da quanto tempo è incinta?
- E’ quasi al quinto mese. E Kay le ha detto esattamente queste parole, prima di andarsene: la Ribellione non è il luogo adatto per una donna incinta, ma nemmeno Salem lo è, se non resta tranquilla e a riposo. E’ molto triste, sempre preoccupata, e non le fa bene…
- Perché Kay non è rimasto? Avremmo capito se…
- Lo conosci. Sai com’è fatto. Per quanto ami sua moglie…beh, da quando ha saputo di stare per diventare padre non ha più voluto sentire ragioni. Per settimane non ha fatto altro che ripetere che non avrebbe mai permesso che la Regina Cattiva o i fratelli Grimm facessero del male alla sua famiglia. Diceva che suo figlio meritava di vivere in un mondo migliore di questo, e che era suo dovere combattere per fare in modo che fosse così. Gerda lo ha implorato di rimanere, ma lui è partito raccomandandosi con me di prendersi cura di sua moglie.
- Sei tu che ti occupi di lei?
- Sì. Lei ora abita da me. Sai, quando è rimasta incinta avevamo già deciso che mi sarei trasferita a casa sua e di Kay quando fossero mancati un paio di mesi al parto, per assisterla. Ma poi…beh, Kay è partito e lei non era nelle condizioni di stare da sola, così è venuta qui. La seguo giorno per giorno, cerco di fare del mio meglio, ma come ti ho detto è molto difficile. Mangia molto poco, le manca suo marito, ed è sempre in ansia. Per di più, Gerda è molto delicata, ha un fisico esile, poco adatto a concepire bambini…cerco di fare il possibile, ma il parto non si preannuncia molto semplice.
- Sembri preoccupata…
- Lo sono. Gerda è mia amica, le voglio bene. E poi…beh, ti sembrerà egoistico, da parte mia, ma se le dovesse succedere qualcosa non solo ne soffrirei, ma quel bastardo di Hansel coglierebbe al volo l’occasione per farmi condannare di nuovo.
- Chi è Hansel?
- Un cacciatore di streghe. L’uomo che hai visto oggi in piazza, quello che mi ha fatta arrestare.
Belle si rabbuiò, tornando a sedersi; prese a sfogliare distrattamente le pagine di un libro, senza leggere nulla, corrucciata. Il Cacciatore incrociò le braccia al petto, guardandola.
- Che cosa è successo, me lo vuoi spiegare?
- C’è poco da dire. La gente di questo paese è talmente ottusa che non riesce a vedere la realtà delle cose…E’ da tempo ormai che le persone continuano a sparire nel nulla. Prima è scomparso MacKenzie, l’ubriacone della città, ma nessuno ci ha fatto caso, sai, pensavano tutti che fosse caduto in un burrone a causa del troppo vino…Ma poi dopo di lui ne sono scomparsi altri. Prima il fratello del borgomastro, poi la sarta…Intere famiglie. Il panettiere con sua moglie…il pescivendolo e…il cenciaiolo e sua moglie con i loro cinque bambini, anche loro. Nessuno si è mai posto il problema del fatto che in tempi bui come questi la Foresta Incantata non sia un luogo sicuro, che l’Uomo Nero sia stato liberato…Hanno tutti paura della propria ombra; ben pochi accettano che i fratelli Grimm stiano per tornare, e hanno scelto la soluzione più semplice: a Salem c’era una strega, e bisognava scovarla.
- Ma perché dovevi essere proprio tu?- incalzò il Cacciatore.- Belle, tu sei la levatrice del villaggio…hai fatto nascere decine di bambini, e poi sei una dei pochi qui che sanno leggere e scrivere, e ti occupi di trascrivere le lettere sotto dettatura. La gente si fida di te…
- Non fa alcuna differenza. Quando hai paura non guardi più in faccia a nessuno…Così, quando il borgomastro ha richiesto l’aiuto di quel cacciatore di streghe, Hansel, e lui mi ha accusata, tutto quello che avevo fatto è scomparso. E’ stato facile incolpare me: ben pochi accettano che una donna legga e sia in grado di pensare, e in questo villaggio se desideri qualcosa in più di avere un marito, dargli dei figli, servirgli tre pasti al giorno e pulirgli la cenere da sotto le scarpe, allora sei pazza. Quando mio padre ha perso il suo denaro e ci siamo trasferiti qui, tutti si aspettavano che me ne andassi in giro a mendicare con un velo nero sul volto, o cercassi qualcuno che mi sposasse per uscire dalla miseria, come facevano le mie sorelle. Beh, io invece non ho fatto né l’una né l’altra cosa. Mi sono data da fare, invece di piangermi addosso mi sono impiegata come levatrice, e a questi ipocriti è andato bene, fino a che sono stata utile…
- Ho sentito che c’erano stati dei problemi con dei bambini…- mormorò il Cacciatore, con voce incolore.
- Tutte bugie, solo delle scuse per incolparmi. E’ vero, ho fatto nascere quei bambini, ma non è stata colpa mia se sono morti. Uno era il figlio di un alcolizzato, il padre picchiava la moglie a sangue, e il bimbo è nato prematuro: sono riuscita a salvare la madre, ma per il piccolo non ho potuto fare niente. Purtroppo a questo mondo simili cose succedono, ma non è stata colpa mia. E per l’altro neonato è stato uguale: la madre aveva…la malattia dello zucchero, e non me l’aveva detto. Per donne come lei è molto rischioso avere dei figli, e infatti nessuno dei due ce l’ha fatta. Io ce l’ho messa tutta, ma non sono riuscita a salvarli. E poi, quando si è saputa questa cosa, quell’oca di Sandie Norton è andata in giro a raccontare che avevo fatto un sortilegio sulla moglie del fabbro e sul suo bambino…maledetta bugiarda! Che ne sa lei di cosa ho fatto?! Volevo solo evitare che altre due persone mi morissero fra le braccia, così ho…ho dato a entrambi…delle erbe.
- Che genere di erbe?
- Erbe curative. Le raccolgo di notte, nella Foresta Incantata…
Al Cacciatore fu chiaro che a Belle non andava di approfondire quell’argomento, così non insistette. C’era amarezza nella voce della levatrice, amarezza e rabbia. In un certo senso, la capiva: conosceva Belle da diversi anni e, anche se non bene come Lady Marian o Cappuccetto Rosso, abbastanza per comprenderne il carattere. La ragazza era un tipo energico, ben poco incline a lasciarsi andare ai piagnistei; nella sua vita aveva ricevuto diversi colpi bassi, e aveva reagito a tutti…e nonostante tutto ciò che aveva fatto per quel villaggio, la sua gente l’aveva messa alla sbarra, pronta a farla uccidere. Il Cacciatore sapeva che, più per quelli che si potevano considerare incidenti del mestiere, Belle aveva pagato per il fatto di non aver mai seguito la corrente, in vita sua: aveva venticinque anni, e non era sposata; già questo era sufficiente per marchiarla come diversa dalle altre donne. Leggeva molto, pensava con la sua testa, esprimeva sempre il proprio pensiero, con il suo lavoro manteneva il padre e…
- I tuoi fratelli?- domandò, da una parte per cambiare argomento e dall’altra perché non aveva loro notizie da tempo; Belle non era stata l’unica ad arruolarsi fra i ribelli, nella sua famiglia. Anzi, era stato proprio grazie ai suoi tre fratelli maggiori che era diventata parte integrante della Ribellione. Sulle prime molti di loro erano stati scettici di fronte a quella ragazzetta figlia di un mercante ma con un carattere e la costituzione di una contadina o di una guerriera…ma si erano dovuti ricredere.
- Tristan è morto, e così anche Jean-Baptiste. Di Maxime non sappiamo nulla, ma credo che anche lui sia morto.
- Mi spiace…- soffiò il Cacciatore, maledicendosi per aver posto quella domanda.- Quando è successo?
- Circa un anno fa. Sono stati i soldati di Navarre a ucciderli. Abbiamo ritrovato i corpi di Tristan e Jean-Baptiste nella Foresta Incantata, mezzi divorati dai corvi. Quello di Maxime invece non lo abbiamo più trovato, ma era con loro quando sono stati catturati, dunque…
- E le tue sorelle?
- Astrid è scappata con un suo amante sei mesi fa; Clotilde invece è morta anche lei. Polmonite. Mio padre non ha retto quest’ultima perdita e…
Belle non fece in tempo a terminare la frase, ma quasi a sottolineare la stessa si udì un forte tonfo proveniente dalla stanza adiacente. La levatrice si precipitò fuori di corsa, seguita dal Cacciatore. L’uomo rimase affacciato alla porta della camera vicina mentre Belle invece entrava velocemente, aiutando un uomo anziano a rialzarsi dal pavimento su cui era caduto dopo essere scivolato dal letto.
Il Cacciatore sospirò, mentre la ragazza cercava di far calmare suo padre, un vecchio ormai divorato dalla demenza che non faceva altro che agitarsi e borbottare parole senza senso. Non era rimasto più niente dell’anziano mercante di un tempo, e l’uomo a quella vista non poté fare altro che chiedersi dove avesse condotto tutti quanti quell’oscurità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Capitolo allegro, eh? XD. Okay, ammetto che possa essere stato un po’ noioso, ma mi occorreva per presentare alcuni nuovi personaggi (nell’altro avremo più Gerda e Hansel, e l’arrivo di Gretel ;). Ora si sa un po’ meglio perché Cappuccetto Rosso è stata fatta fuori e dei particolari in più sulla storia di Vincent…a voi lo scoprire se le accuse rivolte a Belle sono solo accuse o se invece la nostra bella (e a proposito, anche chi non è sul gruppo immagino avrà capito chi sarà il malcapitato che verrà trasformato in una bestia ;) ha davvero un segreto che non vuole svelare neppure al Cacciatore ;).
Ringrazio chi legge e chi recensisce :).
Ciao a tutti, al prossimo capitolo!
Beauty
 
P. S. Qui ci sono i possibili volti per i nuovi personaggi.
 
Hansel (Jeremy Renner):
 
http://rigsamarole.files.wordpress.com/2013/01/hansel-and-gretel-witchhunters-jeremy-renner-gun.jpg
 
Gerda (Emma Watson):
 
http://it.eonline.com/eol_images/Entire_Site/20131014/rs_560x415-131114091956-1024.Emma-Watson-Noah-jmd-111413.jpg
 
Belle (Gemma Arterton) http://cdn3.belfasttelegraph.co.uk/migration_catalog/article25629807.ece/95d72/ALTERNATES/h342/tessNEW
  
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