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Autore: Lachiaretta    18/04/2014    8 recensioni
Cosa sarebbe successo se dopo l'esplosione che portò via a Katniss una delle poche persone che realmente amava invece di essere salvata dalle forze della ribellione fosse stata catturata dai pacificatori. Quale sorte poteva riservare per lei il presidente Snow.
Katniss ora vive una vita tranquilla insieme alla sua nuova famiglia. Ignara di tutto ciò che era successo a Capitol City. Nessun ricordo degli Hunger Games. Della morte di Prim. Ma qualcuno non vuole rinunciare a lei e farà di tutto per ritrovarla.
DAL CAPITOLO 17: IO PEETA MELLARK PRENDO TE KATNISS EVERDEEN COME MIA LEGITTIMA SPOSA...
DAL CAPITOLO 10: mi lascio sfuggire due parole che non pensavo avrei mai potuto dire a nessuno. “TI AMO”.
Sono Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme, e ora sto bruciando di passione e amore per il mio ragazzo del pane. Katniss Everdeen ama Peeta Mellark.
ATTENZIONE! SPOILER!!
Genere: Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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La mattina dopo vengo svegliata dal dolce profumo di pane e focaccine al formaggio. Mi allungo nel letto stiracchiandomi. Sono sola e il lato del letto in cui aveva dormito Peeta è freddo. Deve essersi alzato presto per cucinare. Le lenzuola sono ancora piene del suo profumo, farina e cannella. Mi stringo beata al suo cuscino fingendo che sia lui e inspirando profondamente. Chiudo gli occhi e mi lascio riabbracciare da Morfeo sperando che al mio prossimo risveglio ci sia il ragazzo del pane ad abbracciarmi.
Una mano mi accarezza dolcemente i capelli. La sua voce sembra così distante ma anche così vicina, sta chiamando il mio nome. Lo vedo nella divisa blu e argentata dell’arena. Nelle mie orecchie il rumore delle onde del mare. Ci baciamo, profondamente, con passione, senza dare importanza al fatto che Finnick, Johanna, Beete e l’intera popolazione di Panem ci stanno spiando. “Katniss.” La sua voce mi chiama dolcemente. È accanto a me ma anche distante. “Katniss.” Guardo il mio ragazzo del pane e cerco di baciarlo ancora una volta ma lui si allontana. “Katniss.” Il volto di Peeta svanisce davanti ai miei occhi. Allungo le mani per trattenerlo ma il suo corpo ha perso consistenza. Mi sveglio urlando “PEETA PEETA.” “Katniss sono qui. Era solo un incubo”. Appena riesco a mettere a fuoco il suo viso gli getto le braccia al collo e lo stringo, quasi avessi paura che svanisse ancora.
“Tranquilla Kat. Era solo un incubo.” Mi sussurra dolcemente all’orecchio. “In realtà era un bellissimo sogno prima che mi svegliassi.” “Ah. Ed ero con te?” Il suo volto si addolcisce in un candido sorriso. Annuisco. “Se lo sapevo non ti svegliavo allora.” “Tranquillo, la realtà è anche meglio del sogno.” Gli rispondo baciandogli dolcemente la base del collo.
Ci alziamo dal letto e scendiamo a fare colazione. Uno alla volta tutti i sopravvissuti bussano alla porta, salutano Peeta allegramente e prendono la propria porzione di pane. Alcuni di loro sembrano felici di vedermi alla panetteria con lui, come Finnick, o Sandy, una delle poche ragazze del giacimento sopravvissute al bombardamento. Altri nonostante il sorriso che mi rivolgono sembrano profondamente deluse, quella che mi meraviglia di più è Delly. Nel Distretto 13 era sempre stata gentile con me, a volte anche troppo. Ma oggi, oltre le apparenze, la sua accoglienza è molto diversa. Continuo a mangiare la mia focaccina al formaggio ignorando il suo sguardo. Oggi è una splendida giornata e non me la farò rovinare da nessuno.
Finita la colazione decido di andare da Sae. La sua cucina è in fermento. “Ragazza. Fortuna che sei tornata. Non hai idea quanto tempo era che non vedevo così tanta carne.” Mi strilla mentre con l’accetta decapita uno degli scoiattoli che ho ucciso ieri notte. “Non hai perso il tuo colpo.” Continua mostrandomi la ferita sull’occhio. “A quanto pare.” Le rispondo, scrollando le spalle. “Oggi stufato, ho anche raccolto alcune bacche.” La sua felicità è contagiosa. Nonostante la sua età ormai avanzata si fa sempre in quattro per tutti. Da quando si sono trasferiti qui è diventata la cuoca del villaggio ed è solo grazie a lei se ora tutti riescono ogni giorno ad avere la pancia piena. Nel vecchio dodici non eravamo così fortunati. La mia attenzione viene attratta da quattro vassoi su un angolo. Sopra una ciotola di brodaglia e un pezzo di pane vecchio. “E questi? Cosa sono?” Sae si volta per vedere a cosa mi riferisco. “Ah quelli? Il pasto per i prigionieri.” Li vedo tutti e quattro nella mia mente. Johanna, la Coin, Plutarch e Gale. “Gli date da mangiare?” “Certo. Non avrai pensato che li avremmo fatti morire di fame? Non siamo mica come Snow noi, ragazza!” “Chi si occupa di consegnarla?” “Hazelle”. Sae sembra così stupita dalle mie domande che decido di lasciar perdere. “Fate bene. Noi non siamo come loro.” E cerco di cambiare discorso “Ti serva aiuto con quelli?” E le indico la selvaggina. “No cara. Riposati pure. Hai fatto già molto stanotte.” Le sorrido ed esco dalla cucina. Appena uscita incontro Hazelle che mi saluta appena, entra in cucina e dopo pochi secondi esce con un vassoio in mano. Appena si accorge che sono rimasta ad aspettarla si blocca. “Hazelle.” Mi avvicino di qualche passo a lei. “Come stai?” “Bene.” Mi risponde timidamente. Le leggo chiaramente in faccia che vorrebbe rivolgermi la medesima domanda ma ha paura della mia risposta quindi rimane in silenzio. “Non devi sentirti in colpa.” Le dico dopo qualche istante “Non è stata colpa tua.” Lei non riesce a sostenere il mio sguardo e abbassa gli occhi fissando il vassoio tra le sue mani “Ma lui.. Quello che ha fatto..” Balbetta. “E per Gale quello?” Lei annuisce continuando a tenere il capo chino. “Posso?” Allungo le mani per prendere il vassoio. “Vorrei andare a trovarlo. Voglio parlargli.” Lei scuote la testa, stavolta però guardandomi. “No. Non puoi.” “Devo parlare con lui. Credo di avere diritto ad avere delle spiegazioni, e che sia lui a demele.” Hazelle ancora non dice nulla però allunga il vassoio verso le mie mani. “Mi accompagni. Non so dove si trova.” “Va bene.” Torna in cucina e prende un altro vassoio, uscita mi fa strada verso l’ospedale. Scendiamo nei sotterranei e superati un paio di corridoi mi indica una porta bianca. “Io sono nella stanza accanto. Per qualunque cosa chiamami e io sarò da te.” “Va bene.”
Afferro la maniglia ma sento qualcosa che mi blocca. Avevo detto a Peeta che volevo parlare con Gale ma forse avrei dovuto avvisarlo prima di venire qui. Mi sento come se lo stessi tradendo. Abbasso la maniglia e apro la porta. La stanza è buia ma vedo subito l’interruttore alla mia sinistra e accendo la luce. Sento la voce profonda di Gale gemere. È disteso sulla sua brandina. Mi dà le spalle quindi non si è ancora accorto che sono io. “Gale.” Lo chiamo. La mia voce lo fa sobbalzare. Cerca di alzarsi ma fa fatica a trovare l’equilibrio e mi accorgo che indossa una camicia di forza. “Catnip.” Quando finalmente rivolge a me il suo volto sento una morsa allo stomaco. Gale, il mio amico, il mio rapitore, il mio amante e ora, il mio prigioniero. “Gale. Come stai?” “Mai stato meglio.” Mi risponde con calma, stupito dalla mia presenza. “Come mai sei qui?” “Ho bisogno di parlare.” “E lui dov’è?” C’è disprezzo nella sua voce, si riferisce evidentemente a Peeta. Si sporge per guardare dietro le mie spalle quasi a credere che lo stessi nascondendo. “Sono sola Gale. Peeta non sa che sono qui.” Ora sta sorridendo “Allora Catnip, perché sei qui?” Il suo tono è strano, impertinente. “Per cosa credi che sia venuta? Voglio parlare.” “Di cosa?” Alzo un sopracciglio. “Del tempo.” Gli rispondo ironicamente. “Di quello che è successo Gale. Voglio capire.” Lui sorride ancora “Kat, Kat. Non sei stupida, ingenua forse, ma non stupida. Sai già quello che è successo. Sono sicuro che il fornaio ti avrà già descritto tutto nel dettaglio.” “Invece ti sbagli. Lui non mi ha detto nulla. E io voglio comunque sentire cosa hai tu da dire perché riguarda noi due, solo noi due.” “Ho fame.” Le sue parole mi mandano fuori di testa. Quasi gli lancio il vassoio sulla brandina. “Mangia allora.” Lui mi fissa agitando leggermente le spalle e ricordo che ha la camicia di forza. “Devi aiutarmi Kat.” Mi passo esasperata la mano tra i capelli e mi siedo sulla brandina accanto a lui. Prendo il cucchiaio e gli porgo un grosso boccone della strana poltiglia. “Devi parlare però o non ti darò niente da mangiare.” “Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.” Sibila ancora più divertito. “Scusa?” “Questi sono i metodi di Capitol City. Ti hanno contagiata.” Capisco che ha ragione. Non era quello che intendevo ma so che questi erano i metodi dei pacificatori. Torturarti fino a farti parlare. Gli infilo il cucchiaio in bocca e gli porgo subito un altro boccone. “Allora Gale, c’è qualcosa che vuoi dirmi?” “Mi dispiace.” Le sue parole mi colpiscono come un pugno. Dopo l’impertinenza che mi aveva riservato fino ad adesso non credevo che si sarebbe scusato. “Perché lo hai fatto?” “Ti ricordi, prima degli Hunger Games, dicevamo sempre di fuggire insieme e vivere felici lontano da Capitol City. Mi hanno offerto un’occasione. Portarti via ed essere felice.” Non gli rispondo. Ricordo bene i nostri progetti di fuga ma era prima. Prima dell’arena, prima di Peeta. Sapeva che non sarei mai fuggita senza mia madre, Prim e Peeta. Pensare a Prima mi fa venire voglia di piangere ma non è questo il momento. “Abbandonando tutti alo loro destino. Mi sembra un gesto un po’ egoistico.” Lui mi sorride divertito allungandosi per avere un altro boccone della poltiglia di Sae. “Non sono d’accordo. Senza di te la rivoluzione ha avuto fine. Hanno permesso ai sopravvissuti di andarsene e vivere liberi, purchè non minacciassero più il dominio di Snow. Credi che i pacificatori non sappiano dove si trovano? E se anche non sono a conoscenza della nostra ubicazione esatta, quando pensi che ci metteranno a trovarci?” Lo guardo sconvolta. Non c’erano stati più attacchi ma non è detto che non ce ne siano in futuro. “Non avevano interesse a cercarli, ma appena Snow capirà che siamo stati portati via vorrà a cercarci, trovarti. Arriveranno qui, raderanno al suolo questo posto e uccideranno tutti.” Le immagini del villaggio che brucia e dei miei ultimi amici che muoio mi invadono la mente facendomi inorridire. “Non è vero.” “Sai bene Katniss che succederà. È solo questione di tempo, prima o poi capiranno che sei fuggita e non vorranno rischiare che tu possa fomentare un’altra rivoluzione.” “Ma io non voglio.” “Ma loro non lo sanno.” “E cosa dovrei fare?” I suoi occhi grigio fumo persi nei miei. “Eravamo così felici insieme. Stavamo bene. Lontani da Panem, dagli Hunger Games. Possiamo tornare là e dimenticare gli ultimi giorni.” Non posso credere che mi stia chiedendo di nuovo di lasciare le nostre famiglie e Peeta per tornare a vivere quella menzogna. “Non posso.” Rispondo dopo qualche secondo di silenzio. “Non posso fingere di dimenticare tutto.” “Non puoi dimenticare lui?” La sua voce è carica di odio e disprezzo. “Non solo.” Cerco di difendermi. Ma lui non sembra accettare la mia risposta . “Sono stanco Katniss. Cos’ha lui che io non ho? Se è lui che vuoi dillo.” Le sue parole mi prendono in contropiede. “Per cominciare lui non è così aggressivo.” Gli sbotto addosso lasciando cadere il cucchiaio nella ciotola, schizzando sia me che lui. “Perché è uno zerbino.” “Non ti permettere Gale. Lui non ti ha mai giudicato.” “A quanto pare hai scelto lui.” Mi urla dandomi le spalle. “Adesso puoi anche andartene allora.” Mi avvicino a lui poggiando la mano sulla sua spalle “Dovrei scegliere te perché mi consenti di sopravvivere?” Lui continua a darmi le spalle. Sento la rabbia tirargli i muscoli delle spalle “Te l’ha detto?” “Non mi ha detto nulla. Lui non parla mai di te. Io ero sveglia. Pensi sul serio che io sia così egoista?” Non risponde alla mia domanda ma mi invita ancora ad andarmene. Appena apro la porta però richiama di nuovo la mia attenzione “Catnip, ricorda che se Snow vi dovesse trovare non sarà più così buono. Ti ucciderà e con te chiunque sarà al tuo fianco. Se non vuoi scegliere me per la tua sopravvivenza, scegli me per la sopravvivenza di tutti, e di Peeta.”
Chiudo la porta di colpo. Non posso credere a quello che mi ha detto. Mi consoce troppo bene. Sa dove colpire e come colpire per raggiungere l’effetto desiderato. Devo scappare con lui? Le sue ultime parole mi rimbombano nella testa che mi ritrovo a scuoterla per cercare di farle uscire. Scegliere lui per la sopravvivenza di Peeta. Scappo da Gale, dalle sue parole e dai miei pensieri, mi sembra di impazzire. Ho bisogno di parlare con qualcuno, ma con chi? Peeta? Mia madre? Finnick? No. So con chi devo parlare. Con l’unica persona che da più di tre anni è stato capace di capirmi, consigliarmi ed aiutarmi. Arrivo di fronte alla porta di Haymitch e busso un paio di volte. Vedo una delle tende muoversi, segno che c’è qualcuno in casa. Che sia di nuovo ubriaco? Non credo, da quando sono tornata non l’ho più visto bere un solo sorso di vino. Busso ancora e finalmente lui apre la porta. “Dolcezza. Cosa ti porta qui?” “Ho bisogno di parlare con te.” Gli dico timidamente, poi noto il suo aspetto. Sembra sconvolto, affannato, spettinato. La camicia esce dalla cinta dei pantaloni. “Se non ti disturbo, altrimenti posso tornare in un altro momento.” “No, no. Non disturbi. Vieni, entra.”
La casa è pulita, ordinata e profumata. Ha cambiato decisamene stile di vita. Ricordo la tremenda puzza e alla sporcizia che caratterizzava la casa di Haymitch del vecchio distretto 12. Sembra impossibile si tratti della stessa persona. “Hai una donna delle pulizie o è tutto merito tuo?” Gli dico allargando le braccia. Lui sembra imbarazzato, forse per la mia battuta. Si sistema la camicia nei pantaloni e mi invita a sedermi. “Sono più ordinato. Tutto qui. Gradisci un tè? Annuisco accomodandomi su una grande poltrona marrone. Lui va in cucina e dopo poco torna con due tazze fumanti. “Ne ho sempre di pronto.” Mi spiega. “Dimmi tutto. Come mai sei qui.” Gli racconto tutto del mio incontro con Gale, tutto quello che mi ha detto. Lui mi ascolta in silenzio. Alla fine, dopo aver bevuto un sorso del suo tè, appoggia la tazza sul tavolino e alza lo sguardo su di me. “E tu che intenzioni hai?” “Non lo so Haymitch. E se Gale avesse ragione. Se per colpa mia dovessero attaccarci? E se uccidessero Peeta?” “Se Snow dovesse decidere di attaccarci che venga. Non abbiamo paura né di lui né delle sue armi. E se hai paura che possano far del male a Peeta voglio ricordarti che il ragazzo ha dimostrato più volte di sapersi difendere. Ma credo che se ora tu scappassi volontariamente con Gale, abbandonandolo, saresti tu a ferirlo.” Non ci avevo pensato. Quanto soffrirebbe Peeta se io lo lasciassi per Gale. “Ma se ne farebbe una ragione prima o poi.” “Dolcezza, il ragazzo ti ama dall’età di 5 anni, non ha mai smesso di amarti nemmeno quando te ne andavi in giro per il distretto con il tuo cugino amante, e ti ha anche dimostrato più volte che preferirebbe morire piuttosto che vivere senza di te. Credi sul serio che potrebbe farsene una ragione. Se è la sua incolumità che ti spinge a voler scappare, sappi che scappando otterrai l’effetto contrario. Saresti tu ad ucciderlo.” Poi respira profondamente “Non sarà una scusa per andartene con il ragazzo del giacimento?” “Ma cosa dici?” Le sue parole mi lasciano indignata. “No, assolutamente no.” Il mentore mi sta sorridendo. “Ok, avevo paura avessi scelto l’altro. Perché se è così non sarò certo io a dirlo a Peeta.” “No Haymitch, che discorsi fai? Io non ho scelto nessuno. Sai che voglio bene a Peeta, ma.. E poi Gale dopo quello che ha fatto.. Insomma non sono ancora pronta. Voglio solo che a nessuno venga fatto del male.” Mi sento tremendamente a disagio a parlare con lui di queste cose, anche perché non so bene nemmeno io cosa sto dicendo. “Tranquilla, tranquilla. È tutto apposto. Vedrai che quando sarai pronta la decisione verrà da sé.” Haymitch mi sta stringendo una mano. “Grazie.” Mi limito a rispondere. Vorrei che mi aiutasse nella mia scelta. Vorrei che mi dicesse lui se scegliere Peeta o se scappare con Gale. Il solo pensiero di fuggire e abbandonare tutti mi sconvolge però. “Io per adesso voglio restare qui.” “Ed è questo quello che devi fare. Dolcezza non torturare quella bella testolina. In fondo si sa che non sei mai stata tu quella brava a pensare.” Ride allegramente. “Basta pensare. Vivila e tutto verrà da sé.” Dovrei arrabbiarmi per la sua frase, ma in fondo mi ha dato un buon consiglio. Poggio anch’io la mia tazza sul tavolo e ringrazio Haymitch con un abbraccio. Sto per salutarlo quando sento un rumore nella stanza accanto alla nostra. “Non siamo soli?” Sibilo. “Si, certo.” Sento invadermi dalla rabbia. “Ho sentito un rumore. Chi c’è Haymitch?” Percorro a grandi passi il corridoio verso l’altra sala da cui proveniva il rumore. Lui mi afferra un braccio cercando di fermarmi. “Non ci posso credere. C’è Peeta? E tu mi hai lasciata parlare.” Sono nera. Strattono il braccio affinchè lui mi lasci. “Non è Peeta.” “E allora chi c’è?” Riesco a sfuggire alla sua presa e spalanco la porta. Rimango pietrificata vedendo chi c’è nella stanza. Davanti a me mia madre con indosso solo una vestaglia. Ricollego il suo abbigliamento all’aspetto di Haymitch quando mi ha aperto la porta. I capelli spettinati, la camicia fuori dai pantaloni, la sua agitazione. Era qui con lei. Erano qui insieme. Aspetto che lei mi dia una spiegazione plausibile. Che escano Sae, Peeta e gli altri urlando che è solo uno scherzo. Lei invece mi sta fissando senza una parola. Solo dopo un minuto riesce ad aprire bocca ma l’unica cosa che ne esce è il mio nome. Fa un passo verso di me ma non voglio che mi tocchi. Mi giro su me stessa e corro via spingendo Haymitch che cade per terra.  
 
“Tu lo sapevi?” Urlo spalancando la porta della camera di Peeta. Lui sobbalza per lo spavento, gli occhi sbarrati per la paura? “Katniss non farlo mai più se non vuoi farmi venire un infarto.” “Tu lo sapevi?” Continuo ad urlargli contro aspettando una risposta che ancora non è arrivata. “Calmati Kat. Di cosa stai parlando?” Mi chiede allungando le mani verso di me avvicinandosi. Io però lo scanso indietreggiando. Vedo che rimane ferito dal mio gesto, ma io devo sapere e so che se adesso gli permetto di abbracciarmi mi perderò nel suo profumo. “No.” Strillo. “Dimmi la verità? Tu lo sapevi?” Indietreggia anche lui e si poggia al comò. “So che sei andata da lui. Siete stati a lungo insieme. Cosa ti ha detto?” Capisco subito che sta parlando di Gale. “No, Peeta. Non mi riferisco a Gale. Io sto parlando di..”Le parole non mi escono dalla bocca. Peeta mi guarda, i suoi occhi sembrano più tranquilli adesso ma ancora molto confusi. “Di cosa Katniss? Come faccio a capire se non mi parli.” Apro ancora una volta la bocca senza riuscire ad emettere un suono. Lui si avvicina di nuovo a me, questa volta rimango ferma e gli permetto di accarezzarmi una guancia “Dimmi cosa è successo?” Il tono della sua voce molto più dolce. Sento le guance avvamparmi ripensando a mia madre semivestita nella camera da letto del mio mentore. “Loro. Tu lo sapevi? Quello che fanno?” Peeta è ancora confuso e cerca di alzarmi il viso per guardarmi negli occhi. “Loro chi? Fanno cosa?” Il solo pensiero di dire a voce alta quello che mia madre ed Haymitch fanno insieme mi fa diventare letteralmente viola, cerco di sfuggire alla presa di Peeta nonostante lui mi tenga stretta. Non so cosa lui riesca a vedere nella mia faccia ma improvvisamente sembra illuminarsi. “Oh. Loro?” Non riesce a trattenere una risata. Questo mi fa letteralmente infuriare. “Si loro.” Urlo spingendolo lontano da me. “Tu lo sapevi!” “Chi te l’ha detto?” cerca di addolcire il più possibile il tono della voce. “Nessuno! Nessuno me l’ha detto.” Mi copro il volto con le mani. Non so nemmeno perché me la sto prendendo con lui ma è più forte di me. Questa situazione è così surreale. “Ma se non te l’ha detto nessuno..” Peeta si blocca cercando di capire e sembra improvvisamente illuminarsi. “No! Non ci credo!” Non riesco a guardarlo in faccia e continuo a nascondermi tra le mani, mi limito ad annuire con il capo chino. Lui esplode a ridere facendomi di nuovo infuriare. Stavolta però mi costringe ad abbracciarlo e io nascondo il viso sul suo petto. “Ma come hanno potuto? Haymitch?” Lui mi accarezza dolcemente il capo lisciandomi i capelli. “Cerca di essere comprensiva. Tua madre era distrutta. Prim era morta e tu eri stata catturata e fatta prigioniera chissà dove. Lui l’ha aiutata molto, le è stato vicino e l’ha aiutata a rialzarsi in piedi. In fondo era sola da molti anni. Dalla morte di tuo padre non ha mai permesso a nessun uomo di avvicinarsi. E nemmeno Haymitch si era più avvicinato ad una donna da quando Snow ha ucciso la sua fidanzata dopo i suoi Hunger Games.” Sospira profondamente. “Kat sono due persone adulte e hanno diritto ad essere felici.” Mi rendo conto che ha ragione ma non riesco ad accettare la realtà. Forse sono solo egoista a pretendere che non siano felici, è che non lo trovo giusto. “Kat, non dimenticherà mai tuo padre. Ogni giorno va a pregare sulla sua tomba, ogni giorno. Ma guarda quanto bene si sono fatti a vicende.” In effetti mia madre sembra tornata quella di un tempo e da quando sono tornata Haymitch è sempre sobrio. “Ok, forse hai ragione. Ma io proprio non ci voglio pensare.” Lo sento ridere tra i miei capelli. “Sei fantastica.” Mi allontano un po’ da lui e lo guardo dritto negli occhi. “Mi stai prendendo in giro?” “Non mi permetterei mai piccola.” Mi sussurra avvicinandosi per baciarmi delicatamente il labbro inferiore. Come fa a trovare sempre le parole giuste per calmarmi. Gli stringo le mani dietro al collo e lo attiro a me e lo bacio un po’ più profondamente. Come posso aver immaginato anche solo per un minuto di abbandonare il mio ragazzo del pane.
 
 
Angolo Autrice:
So che avevo detto che non avrei postato prima di Pasqua ma questo capitolo mi è letteralmente sdrenato dalla mente. Me lo sono praticamente trovato davanti e allora.. Eccomi qui con il nono capitolo.. C’era dell’altro ma mi sono accorta che era già un po’ lunghetto quindi ho tagliato il finale che sarà l’inizio del prossimo capitolo… Prendetelo come un  piccolo regalino da parte mia per augurare una Buona Pasqua a tutti coloro che continuano a leggere la mia ff!!
 
Vediamo se riesco ad arrivare a mille visualizzazioni (del primo capitolo..) e magari se riesco ad ottenere almeno 7 recensioni… Mi piacerebbe molto..
BUONA PASQUA A TUTTI!!!
   
 
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