Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
Segui la storia  |       
Autore: Fay_8    20/04/2014    7 recensioni
Erano passati solo tre giorni, ma nessuno aveva stabilito il tempo che bisognava impiegare per innamorarsi. L’amore non ha dei tempi specifici. Accade e basta. Puoi innamorarti con una semplicità inspiegabile, basta uno sguardo, un sorriso, un voce. Pensi che non sia possibile, perchè non puoi innamorarti di una voce o di uno sguardo, ma accade. Ti ritrovi in un uragano di emozioni, che non sai spiegare, vorresti uscirne ma allo stesso tempo vorresti rimanerci dentro in eterno. Perché l’amore è così, fa paura ma vale sempre la pena di essere vissuto. Tommy lo sapeva e non si sarebbe arreso, perché lui era innamorato di Adam dalla prima volta che l’aveva visto, la prima volta che aveva ascoltato la sua voce, se ne era innamorato ogni secondo di più. Non sapeva come era possibile, ma non si sarebbe tirato indietro. Stava soltanto dando ad Adam il tempo per capire che ormai erano dentro l’uragano, insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I Need You

Tommy scese dalla macchina e si avvicinò a lui per prendergli la mano e baciarlo, prima di dirigersi insieme verso casa Lambert.

Tommy gli sorrise cercando di infondergli coraggio. Erano davanti alle scale che potavano al porticato, i genitori non erano più fuori, probabilmente erano rientrati e loro non ci avevano fatto caso. Salirono le scale, insieme, mano nella mano. Tommy alzò la mano, che non era impegnata a stringere quella dell'altro, per bussare ma Adam lo bloccò < fermo > gli disse, prima che una delle sue più grandi paure si avverasse, < Adam >
< ci ho ripensato, è meglio se torniamo in auto > disse, trascinando l’altro giù dal porticato.
< hai paura? > gli chiese, aveva paura? Adam era terrorizzato, suo padre era a pochi passi da lui, soltanto l’idea di parlarci lo faceva tremare …
< non ho paura > disse, cercando di non farsi tradire dal suo tono di voce e dalla sua mano che continuava a tremare.
< Adam > il modo in cui Tommy pronunciò il suo nome, faceva trasparire la sua preoccupazione. Non aveva mai visto Adam in quello stato, gli ricordava un po’ se stesso sulla ruota panoramica, soltanto che lui aveva paura di affrontare i suoi genitori < andrà tutto bene > gli disse,
< non puoi saperlo >
< no, non posso saperlo, ma dovresti almeno tentare, magari le cose andranno meglio dell’ultima volta >
< Tommy non capisci, non voglio che si ripeta, ascoltare le parole di mio padre è stato orribile, non potrei sopportarlo di nuovo > si voltò mentre una lacrima gli rigava la guancia, soltanto al ricordo di suo padre che gli urlava contro, il suo autocontrollo per non piangere, cedette.
Tommy gli prese il volto tra le mani e con il pollice gli asciugo quella lacrima che l’altro non era riuscito a trattenere < scusa, non volevo insistere > disse prima di lasciare scorre le mani verso il busto di Adam per stringerlo a se, mentre l’altro poggiava il viso trai suoi capelli < non devi scusarti, hai ragione dovrei provare a parlarci ma per il momento non ci riesco > Adam alzò le braccia per avvolgere le spalle di Tommy < torniamo in auto > disse.
Rimasero abbracciati mentre ritornavano verso l’auto, si staccarono soltanto una volta arrivati per sederi ognuno al proprio posto.

Adam accese il motore e partì, l’altro era silenzioso ma riuscì a vederlo mentre si voltava verso di lui e iniziava a fissarlo,
< hai intenzione di ammirarmi per molto > disse dopo un po’ che l’altro non accennava a volgere lo sguardo da un’altra parte, Tommy sorrise
< in realtà stavo pensando > gli spiegò, anche se oltre a pensare … si, lo stava anche ammirando,
< e a cosa pensavi? > gli chiese,
< pensavo a quello che mi hai detto, sono contento, non fraintendermi, non sono contento per quello che mi hai detto, sono contento perché me l’hai detto >
< okay, ma non fantasticare troppo te l’ho detto perché … > non continuò lo frase,
< perché? > insistette Tommy, ormai era curioso e vedere Adam che tentava di non fargli capire i sentimenti che provava verso di lui, lo divertiva parecchio.
Se Adam glielo aveva detto era di sicuro perchè ormai anche lui sentiva il legame che stava nascendo tra di loro e Tommy sperava con tutto se stesso che lo ammettesse. Il moro sorrise perché sapeva cosa voleva sentirsi dire quel piccoletto e infondo perché non doveva dirglielo, < perché non sei fastidioso come pensavo e mi piaci > non era una grande dichiarazione ma a Tommy bastava, per il momento.
Si avvicinò ad Adam che stava guidando < fermati, accosta > disse a pochi centimetri di distanza dal suo orecchio, bacandogli una guancia, prima di allontanarsi.
L’altro non se lo fece ripetere più di una volta e accostò, < allora, perché dovevo fermarmi? > chiese, davvero curioso. Tommy sorrise e slaccio la sua cintura di sicurezza < Tommy > disse non capendo quello che stesse facendo o forse lo disse perché aveva capito perfettamente.
Il più piccolo si alzò dal suo sedile per sederi sulle gambe di Adam < che stai facendo? >
< mi sembra evidente > rispose allungando una mano per reclinare il sedile, dopo esserci riuscito, portò le mani sul petto di Adam per farlo stendere < Tommy > il ragazzo continuò non badando a l’altro che continuava a ripetere il suo nome come se fosse una sorta di rimprovero misto ad un sussurro debole,
< siamo in un’auto decappottabile > disse il moro, < questo lo rende più eccitante > Tommy fece scorre le mani dal suo petto fino ai suoi fianchi per poi intrufolarsi sotto la sua giacca e poi la sua maglietta, così da poter toccare direttamente la sua pelle, < Tommy > ripete, ma stavolta era più un sussurro che un rimprovero,
< Adam > disse avvicinandosi al suo viso, sorrise prima di posare le sua labbra su quelle dell’altro. Adam portò le sue mani sotto la stoffa della maglia di Tommy che appena avvertì il suo tocco sorrise contro le sue labbra, era bello percepire di nuovo quelle mani su di lui. Il moro cercando di rimanere razionale, strinse la presa sui suoi fianchi per allontanarlo, ma Tommy continuò a baciarlo scendendo verso il suo collo lasciando una piccola scia di baci sul suo mento. Con tutto se stesso Adam dovette trovare la forza di non cedere < fermati > gli disse, < perché? > chiese l’altro, ritornando ad un centimetro di distanza dalle sue labbra mentre lo guardava negli occhi e Adam pensò che se gli sguardi avessero potuto uccidere, lui sarebbe morto in quell’istante.
< perché non vuoi davvero che la tua prima volta sia in un’auto > Tommy si stacco a malavoglia da lui e si alzò rimanendo seduto sulle sue gambe
< è la terza volta che mi rifiuti >
< cosa? > chiese il moro, alzando le spalle dal sedile che era reclinato,
< la prima è stata nella dark room, la seconda a casa mia e la terza adesso > gli spiegò,
< ma…non avrei mai fatto nulla in una dark room, soprattutto con un ragazzo di diciassette anni, mentre a casa tua non ti ho rifiutato è arrivato tuo padre, purtroppo … e qui, un’auto è il posto meno romantico del mondo, sul serio vorresti farlo qui > Tommy sorrise,
< ti importa che sia in un posto romantico > Adam distolse lo sguardo e si voltò di lato, perché si, infondo gli sarebbe piaciuto farlo in un posto romantico e questo lo imbarazzava da morire. Tommy si alzò risedendosi al suo posto mentre la sua risata si diffondeva nell’aria < Adam Lambert mi sorprendi > disse, mentre l’altro rialzava il sedile per ritornare a guidare < e tu sorprendi me > disse riferendosi alla sua improvvisa idea di fermare l’auto. Tommy portò le mani dietro la testa e sorrise mentre Adam rimetteva in moto la macchina < quindi ci sorprendiamo a vicenda, è una cosa positiva no? Altrimenti sarebbe noioso >
< io non potrei mai essere noioso > disse il moro sorridendo, doveva riscattarsi infondo era sempre lui, il solito Adam soltanto un po’ più romantico per il suo piccoletto.

Tommy accese la radio e inizio a cantare, fu a quel punto che Adam si ricordò che quella sera aveva un’esibizione, prese il suo cellulare dalla tasca chiedendo a Tommy di chiamare Sutan, il ragazzo cercò il numero tra la rubrica e notò che Adam l’aveva memorizzato con una foto mentre erano entrambi vestiti da pirati, sorrise, pensando che Adam era davvero un bel pirata … anche se a lui sarebbe piaciuto in qualunque caso.
< Adam! Dove sei? > la voce di Sutan era molto alta, infatti Tommy allontanò il telefono dal suo orecchio e Adam riuscì a sentire la voce del suo amico senza bisogno del vivavoce. < Sto arrivando > rispose alzando anche lui la voce per farsi sentire, < ciao Tommy > disse Sutan, sicuro che il suo amico fosse con quel piccoletto,
< ciao > ricambiò il saluto, < sbrigatevi ad arrivare che qui è un casino >
< okay > disse Adam, < a presto, allora > lo salutò Tommy, chiudendo la chiamata.


Era sera è fuori al locale c’era già una fila infinita per entrare, Adam e Tommy passarono per il retro.
Steve il responsabile del locale si avvicinò subito a loro < finalmente sei arrivato >
< lui chi è? > chiese riferendosi a Tommy.
Sutan arrivò vicino a loro, interrompendoli < Tommy > lo salutò abbracciandolo < c’è Isaac di la, ti cercava > aggiunse, il ragazzo si voltò verso Adam
< vai, ci vediamo dopo > disse e Tommy si sporse verso di lui per baciarlo e poi dirigersi tra la folla del locale per andare da Isaac che era vicino al bar.
Appena gli fu vicino, venne travolto da un abbraccio < allora, ti sei divertito con “occhi azzurri” ? >
< e tu ti sei divertito ad addobbare la palestra per il ballo della scuola ? >
< a proposito del ballo, ecco i tuoi biglietti > disse porgendogli, Tommy li prese e li posò nella tasca posteriore dei suoi pantaloni. Ordinarono qualcosa da bere mentre Adam dietro le quinte veniva informato da Steve che l’apparecchiatura del dj era rotta e non poteva far partire nessuna base per la sua esibizione.
< come dovrei fare adesso ? > chiese mentre si toglieva la giacca,
< un esibizione a cappella > gli suggerì Sutan
< siamo in un locale non in una chiesa > disse il responsabile, < un esibizione acustica, magari sarebbe accettabile > aggiunse,
< sai suonare qualche strumento ? > chiese Adam
< no, ma di la c’è una chitarra se tu sai suonarla? > chiese speranzoso Steve < nessuno di voi sa suonare? > chiese anche ai ragazzi che si erano esibiti prima, quando l’apparecchiatura era ancora in funzione, ma nessuno di loro ne era in grado.
< Nessuno che conosco sa suonare > disse Sutan riferendosi ai suoi amici che erano dietro le quinte e tra la folla del locale. Adam ripensò mentalmente a tutte le persone che conosceva e che erano li, nessuno sapeva suonare … tranne uno. Tommy, ricordava quando entrando nella sua camera aveva notato una chitarra e se c’era una chitarra significava che sapeva suonarla o almeno lo sperava. Andò tra la folla del locale e cercò Tommy fino a trovarlo vicino al bar insieme ad Isaac, si avvicinò e posò una mano sulla sua spalla, il ragazzo si voltò e sorrise quando incrociò lo sguardo di Adam < non riesci a starmi lontano > disse sorridendo,
< puoi venire con me? > gli chiese,
< sempre e dove vuoi > Adam rimase a guardarlo ed adorarlo per quella risposta, poi gli prese la mano e lo portò dietro le quinte del palco.
< Sai suonare la chitarra vero? >
< si perché > rispose alzando una sopracciglio,
< Adam > Steve si intromise < devo darti una brutta notizia >
< un’altra > disse esasperato,
< non ho trovato la chitarra ma abbiamo un pianoforte > lo informò alzando le spalle,
< cosa? Ma io ho un chitarrista, non un pianista > Tommy lo guardò, non l’aveva mai sentito suonare e già lo chiamava chitarrista, ne fu lusingato.
< So suonarlo il pianoforte > lo informo e Adam tornò a guardarlo con quella aria adorante, in quel momento Tommy era come un angelo sceso in terra, anzi non solo in quel momento, < sei fantastico > gli disse e il più piccolo arrossì.
< Allora faccio portare il piano sul palco? > chiese Steve
< si > risposero all’unisono.

Salirono insieme sul palco, Tommy prese posizione vicino al paiano e Adam sullo sgabello che era poco distante < cosa sai suonare? > chiese Adam,
< quello che vuoi > rispose, l’altro non aveva idea di cosa cantare, l’esibizione era stata programmata diversamente, ma proprio come la prima volta che aveva cantato, grazie al suo piccoletto che lo guardava, capì cosa voleva cantare < The Scientist dei Coldplay, ti va bene ? > chiese sperando che Tommy sapesse suonarla. Il biondo sorrise < perché hai scelto proprio questa? > Adam rimase per un po’ in silenzio, ma poi, visto che ormai era dentro quell’uragano chiamato amore, capì che era inutile e impossibile nascondersi < perché in questo momento rispecchia ciò che provo e non canto una canzone se non riesco a renderla mia > Tommy avvertì il suo battito cardiaco accelerare … le mani iniziarono a tremare e si domandò come sarebbe riuscito a suonare in quello stato, poi Adam gli alzò il volto con un dito e posò le labbra sulle sue, un bacio dolce, rassicurante che sapeva di tranquillità < sei pronto ad esibirti con me >
< sono pronto a fare qualsiasi cosa con te > Adam sorrise, c’era indubbiamente un doppio senso in quella frase, ribaciò Tommy prima di ritornare al suo posto.
Steve salì sul palco e annunciò che l’esibizione aveva subito dei cambiamenti a causa di problemi tecnici, dopo lasciò la scena a loro e quando Adam si voltò verso Tommy, questo iniziò a suonare. La melodia del pianoforte si diffuse per il locale e mentre Tommy era intento a suonare, cercando di non sbagliare, Adam iniziò a cantare, guardando il pubbico.

Come up to meet you, tell you I'm sorry,

Si voltò verso il suo piccoletto che avvertendo il suo sguardo, sorrise mentre continuava a suonare.

You don't know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you,
Tell you I set you apart.

Girò lo sguardo di nuovo tra la folla e chiuse gli occhi lasciando che la musica gli riempisse la mente, lasciando che le parole uscissero dalla sue labbra, unicamente perchè guidate dalla melodia del pianoforte. Quando aveva scelto quella canzone non era neanche sicuro di ricordarsi le parole , ma in quel momento mentre la cantava, le parole si pronunciavano da sole, come se facessero parte di lui.

Tell me your secrets and ask me your questions,
Oh, lets go back to the start.
Running in circles, coming in tales,
Heads are a science apart.

Quella canzone gli ricordava un po’ il loro essere come delle montagne russe, il loro rincorrersi per poi ritrovarsi sempre nello stesso punto, a desiderarsi e ad avere bisogno l’uno dell’altro, non importava se si conoscevano neanche da un mese, se erano passati pochi giorni.
Pensò a questo mentre cantava, pensò che finalmente voleva godersi la possibilità di essere felice, cercando di non preoccuparsi di quello che sarebbe potuto succedere, cercando di non avere paura di poter rimanere ferito.

Nobody said it was easy,
It's such a shame for us to part.
Nobody said it was easy,
No-one ever said it would be this hard,
Oh take me back to the start.

Non sapeva spiegarsi bene il perchè, ma quella canzone gli ricordava tutte le volte che pensando a quel piccoletto, aveva avuto paura, tutte le volte che aveva cercato di allontanarlo e a tutte le volte che Tommy nonostante tutto non aveva smesso di dargli altre possibilità.
Era difficile ammetterlo ma quel piccoletto dagli occhi color nocciola era riuscito ad entrargli nel cuore ma soprattutto era riuscito a non fargli provare paura. Non aveva più paura di dirgli ciò che provava e di certo non avrebbe tentato di nasconderlo, non più. Mentre lui continuava a cantare, l’altro muoveva le mani sui tasti del pianoforte, sorridendo leggermente e Adam pensò che era stupendo. Non vedeva l’ora di conoscere ogni cosa di lui e di farsi conoscere,non vedeva l’ora di amarlo e magari farsi amare. Quando la canzone terminò, rivolse di nuovo il suo sguardo verso Tommy, che aveva alzato il viso per fare esattamente la stessa cosa, sorrisero insieme. Il pubblico applaudiva anche se era abituato ad assistere ad un’esibizione diversa, quella era stata senza dubbio magnifica.
Adam si alzò dallo sgabello avvicinandosi a Tommy che si era alzato insieme a lui, gli prese la mano e senza neanche godersi gli applausi, lo trascinò giù dal palco per portarlo nel suo camerino. Poteva sentire la risata del più piccolo mentre camminavano velocemente verso il camerino, aprì la porta e la richiuse subito una volta che furono dentro. < Perché tutta questa fretta ? > chiese Tommy, Adam non rispose, si limitò a spingerlo leggermente contro la porta iniziando a bacargli una guancia, avvicinandosi sempre di più alle sue labbra. Era quasi sul punto di baciarlo e Tommy stava già pregustando le sensazioni di avere quelle labbra sulle sue ma Adam non l’accontentò. Invece di posare finalmente le labbra su quelle dell’altro, andò verso il basso, baciò la mandibola, poi il suo collo. Tommy chiuse gli occhi cercando di godersi più che poteva la sensazione di quelle labbra sul suo collo. Adam portò le mani dietro la sua schiena poi scese verso il basso fino ad arrivare ai passanti del pantalone, ci infilò le dita e spinse Tommy contro di se, facendo gemere entrambi. Il più piccolo alzò le braccia che fino a quel momento non era stato capace di muovere, portò le mani tra i capelli di Adam e alzò il suo volto facendo finalmente unire le labbra alle sue. Adam continuò a muovere le mani scendendo ancora più giù fino a infilarle nelle tasche posteriori dei pantaloni di Tommy,toccò dei pezzi di carta e allontano le labbra da quelle dell’altro
< e questi? > chiese portando i biglietti davanti ai suoi occhi per vedere di cosa si trattasse,
< me li ha dati Isaac, prima > gli spiegò,
< allora, cerca di non fare troppe conquiste insieme al tuo amico al ballo > Adam riposò i biglietti nella tasca di Tommy,
< veramente ci vado con una mia amica > rispose senza pensarci
< cosa? > Adam si allontanò leggermente da lui in modo da non avvertire più il contatto con l’altro
< ci vado - > stava per ripetere la stessa frase ma venne interrotto
< ho capito, non ci andrai mica con quella li > disse riferendosi ad Ashley
< quella li, chi? >
< hai capito > ed era vero aveva capito e anche se Adam geloso gli piaceva parecchio, non voleva rovinare quel momento < possiamo parlarne un’altra volta >
< perché non me l’hai detto prima? > chiese ignorando la richiesta di Tommy
< non c’è stato tempo > si giustificò < quando avrei dovuto dirtelo e poi non è niente di importante > aggiunse
< vai al ballo con una ragazza, la stessa con cui passi i pomeriggi e non è importante >
< un solo pomeriggio, ci ho passato un solo pomeriggio >
< comunque vai al ballo con lei, non potevi andarci con Isaac? >
< Isaac ci va con una ragazza, sai come? ballo uguale dopo ballo > gli spiegò
< è perché lo so che mi preoccupo, anche tu avrai il dopo ballo > affermò
< cosa? No, no. Se non te ne fossi accorto, le ragazze non mi interessano e Ashley non fa eccezione > cercò di rassicurarlo, perché altre alla gelosia, dal tono di voce di Adam riusciva a percepire anche la sua reale preoccupazione che Ashley fosse di più che un’amica,
< Sicuro? > gli chiese e Tommy scosse la testa sorridendo < Adam, l’unica persona di cui mi interessa sei tu > disse riavvicinandosi a lui per avvolgergli il busto con le braccia, < bene, perché anche a me interessi solo tu > gli disse l’altro ricambiando la stretta.

< Adam, Tommy! > si sentirono chiamare, < un giorno finiranno di interromperci > disse esasperato Tommy e Adam sorrise sciogliendo l’abbraccio per aprire la porta. Sutan e Isaac erano nel corridoio e quando li videro, Isaac andò incontro al suo amico < avevi lasciato la tua giacca di la e il tuo cellulare ha squillato > si fermò portando una mano sul braccio di Tommy che non aveva mai visto il suo amico così serio, < era il numero di tuo padre, un’infermiera mi ha detto che ha avuto un incidente > Tommy smise di respirare o forse il suo battito accelerò, era tutto così confuso, non riusciva a pensare a niente che non fosse suo padre, le sue gambe smisero di sorreggerlo ma non cadde grazie al sostegno delle braccia di Adam. Gli altri continuavano a parlare ma lui non sentiva niente se non dei suoni ovattati, Adam gli alzò un braccio per portarselo sulle sue spalle e Tommy sorreggendosi a lui riuscì ad arrivare fino all’auto. Erano diretti in ospedale.

Angolino di Fay : Salve...
Allora alzi la mano a chi non è piaciuto questo capitolo... non tutti insieme però, va be’ tanto neanche a me convince questo capitolo (come i precedenti), magri questo mi "piace" un pochino rispetto agli altri perchè Adam e Tommy si esibiscono insieme. Parlando dell'esibizione (ehehe) scegliere la canzone è stato divertente, lo è stato perchè l'ho scelta insieme a "Willa" anzi l'ha scelta lei, anche se stava dormendo ad occhi aperti e non si è resa neanche conto di quello che mi stava dicendo, ma GRAZIE piccola Willa, hai avuto un ruolo importante (mi dispiace per chi non capirà cosa ho appena scritto e chi troverà strano il nome Willa, ma è così che la chiamo...a volte). Adesso ringrazio tutte le altre fantastiche persone che stanno ancora qui a perdere tempo per leggere questa "cosa" che scrivo, per come scrivo poi...dovreste solo insultarmi ma voi siete tanto dolci e non lo fate, però, davvero se quello che scrivo è illeggibile, ditemelo. E boh...non so più che dire...ah dimenticavo, mi dispiace per come ho finito questo capitolo :( e mi dispiace che Adam non abbia avuto il coraggio di affrontare i suoi genitori ma a volte le paure non si riescono ad affrontare o almeno Adam non ci è riuscito...per il momento.
Adesso la smetto di bla bla bla.

GRAZIE A TUTTI SOPRATUTTO A QUELLE STUPENDE PERSONE CHE RECENSISCONO

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert / Vai alla pagina dell'autore: Fay_8