I Need You
Tommy scese
dalla macchina e si avvicinò a lui per prendergli la mano e
baciarlo, prima di dirigersi insieme verso casa Lambert.
Tommy
gli sorrise cercando di infondergli coraggio. Erano davanti alle scale
che
potavano al porticato, i genitori non erano più fuori,
probabilmente erano
rientrati e loro non ci avevano fatto caso. Salirono le scale, insieme,
mano
nella mano. Tommy alzò la mano, che non era
impegnata a stringere quella
dell'altro, per bussare ma Adam lo bloccò < fermo
> gli disse, prima che
una delle sue più grandi paure si avverasse, < Adam
>
< ci ho
ripensato, è meglio se torniamo in auto > disse,
trascinando l’altro giù dal porticato.
< hai paura? > gli chiese, aveva paura? Adam
era terrorizzato, suo padre era a pochi passi da lui, soltanto
l’idea di
parlarci lo faceva tremare …
< non ho paura > disse, cercando di non
farsi tradire dal suo tono di voce e dalla sua mano che continuava a
tremare.
< Adam
> il modo in cui Tommy pronunciò il suo nome, faceva
trasparire la sua
preoccupazione. Non aveva mai visto Adam in quello stato, gli ricordava
un po’
se stesso sulla ruota panoramica, soltanto che lui aveva paura di
affrontare i
suoi genitori < andrà tutto bene > gli
disse,
< non puoi saperlo >
< no, non
posso saperlo, ma dovresti almeno tentare, magari le cose andranno
meglio
dell’ultima volta >
< Tommy
non capisci, non voglio che si ripeta, ascoltare le parole di mio padre
è stato
orribile, non potrei sopportarlo di nuovo > si voltò
mentre una lacrima gli rigava la guancia, soltanto al ricordo di suo
padre che gli urlava contro, il suo autocontrollo per non piangere,
cedette.
Tommy gli
prese il volto tra le mani e con il pollice gli asciugo quella lacrima
che
l’altro non era riuscito a trattenere < scusa, non
volevo insistere >
disse prima di lasciare scorre le mani verso il busto di Adam
per
stringerlo a se, mentre l’altro poggiava il viso trai suoi
capelli < non
devi scusarti, hai ragione dovrei provare a parlarci ma per il momento
non ci
riesco > Adam alzò le braccia per avvolgere le spalle
di Tommy < torniamo
in auto > disse.
Rimasero abbracciati mentre ritornavano verso l’auto, si
staccarono soltanto una volta arrivati per sederi ognuno al proprio
posto.
Adam accese
il motore e partì, l’altro era silenzioso ma
riuscì a vederlo mentre si voltava
verso di lui e iniziava a fissarlo,
< hai intenzione di ammirarmi per molto
> disse dopo un po’ che l’altro non
accennava a volgere lo sguardo da
un’altra parte, Tommy sorrise
< in realtà stavo pensando > gli
spiegò,
anche se oltre a pensare … si, lo stava anche ammirando,
< e a cosa pensavi?
> gli chiese,
< pensavo a quello che mi hai detto,
sono
contento, non fraintendermi, non sono
contento per quello che mi hai detto, sono contento perché
me l’hai detto >
< okay,
ma non fantasticare troppo te l’ho detto perché
… > non continuò lo frase,
< perché?
> insistette Tommy, ormai era curioso e vedere Adam che tentava
di non
fargli capire i sentimenti che provava verso di lui, lo divertiva
parecchio.
Se
Adam glielo aveva detto era di sicuro perchè ormai anche lui
sentiva il legame
che stava nascendo tra di loro e Tommy sperava con tutto se stesso che lo ammettesse. Il moro
sorrise perché
sapeva cosa voleva sentirsi dire quel piccoletto e infondo
perché non doveva
dirglielo, < perché non sei fastidioso come pensavo e
mi piaci > non era
una grande dichiarazione ma a Tommy bastava, per il momento.
Si avvicinò ad
Adam che stava guidando < fermati, accosta > disse a
pochi centimetri di
distanza dal suo orecchio, bacandogli una guancia, prima di
allontanarsi.
L’altro
non se lo fece ripetere più di una volta e
accostò, < allora, perché dovevo
fermarmi? > chiese, davvero curioso. Tommy sorrise e slaccio la
sua cintura
di sicurezza < Tommy > disse non capendo quello che
stesse facendo o
forse lo disse perché aveva capito perfettamente.
Il più piccolo si alzò dal
suo sedile per
sederi sulle gambe di
Adam < che stai facendo? >
< mi
sembra evidente > rispose allungando una mano per reclinare il
sedile, dopo esserci riuscito, portò le mani sul petto di
Adam per farlo stendere < Tommy
> il ragazzo continuò non badando a l’altro
che continuava a ripetere il suo
nome come se fosse una sorta di rimprovero misto ad un sussurro
debole,
<
siamo in un’auto decappottabile > disse il moro,
< questo lo rende più
eccitante > Tommy fece scorre le mani dal suo petto fino ai suoi
fianchi per
poi intrufolarsi sotto la sua giacca e poi la sua maglietta,
così da poter
toccare direttamente la sua pelle, < Tommy > ripete, ma
stavolta era più
un sussurro che un rimprovero,
< Adam
> disse avvicinandosi al suo viso, sorrise prima di posare le
sua labbra su
quelle dell’altro. Adam portò le sue mani sotto la
stoffa della maglia di Tommy
che appena avvertì il suo tocco sorrise contro le sue
labbra, era bello
percepire di nuovo quelle mani su di lui. Il moro cercando di rimanere
razionale, strinse la presa sui suoi fianchi per allontanarlo, ma Tommy
continuò a baciarlo scendendo verso il suo collo lasciando
una piccola
scia di baci sul suo mento. Con tutto se stesso Adam dovette trovare la
forza
di non cedere < fermati > gli disse, <
perché? > chiese l’altro,
ritornando ad un centimetro di distanza dalle sue labbra mentre lo
guardava
negli occhi e Adam pensò che se gli sguardi avessero potuto
uccidere, lui
sarebbe morto in quell’istante.
< perché
non vuoi davvero che la tua prima volta sia in un’auto
> Tommy si stacco a
malavoglia da lui e si alzò rimanendo seduto sulle sue
gambe
< è la terza
volta che mi rifiuti >
< cosa?
> chiese il moro, alzando le spalle dal sedile che era reclinato,
< la
prima è stata nella dark room, la seconda a casa mia e la
terza adesso > gli
spiegò,
< ma…non
avrei mai fatto nulla in una dark room, soprattutto con un ragazzo di
diciassette anni, mentre a casa tua non ti ho rifiutato è
arrivato tuo padre,
purtroppo … e qui, un’auto è il posto
meno romantico del mondo, sul serio
vorresti farlo qui > Tommy sorrise,
< ti importa che sia in un posto
romantico > Adam distolse lo sguardo e si voltò di
lato, perché si, infondo
gli sarebbe piaciuto farlo in un posto romantico e questo lo
imbarazzava da
morire. Tommy si alzò risedendosi al suo posto mentre la sua
risata si
diffondeva nell’aria < Adam Lambert mi sorprendi
> disse, mentre l’altro
rialzava il sedile per ritornare a guidare < e tu sorprendi me
> disse
riferendosi alla sua improvvisa idea di fermare l’auto. Tommy
portò le mani
dietro la testa e sorrise mentre Adam rimetteva in moto la macchina
<
quindi ci sorprendiamo a vicenda, è una cosa positiva no?
Altrimenti sarebbe
noioso >
< io non
potrei mai essere noioso > disse il moro sorridendo, doveva
riscattarsi
infondo era sempre lui, il solito Adam soltanto un po’
più romantico per il suo
piccoletto.
Tommy accese
la radio e inizio a cantare, fu a quel punto che Adam si
ricordò che quella
sera aveva un’esibizione, prese il suo cellulare dalla tasca
chiedendo a Tommy
di chiamare Sutan, il ragazzo cercò il numero tra la rubrica e notò
che Adam l’aveva
memorizzato con una foto mentre erano entrambi vestiti da pirati,
sorrise,
pensando che Adam era davvero un bel pirata … anche se a lui
sarebbe piaciuto
in qualunque caso.
< Adam!
Dove sei? > la voce di Sutan era molto alta, infatti Tommy
allontanò il
telefono dal suo orecchio e Adam riuscì a sentire la voce
del suo amico senza
bisogno del vivavoce.
<
ciao > ricambiò il saluto,
< okay
> disse Adam, < a presto, allora > lo
salutò Tommy, chiudendo la
chiamata.
Era sera è
fuori al locale c’era già una fila infinita per
entrare, Adam e Tommy passarono
per il retro.
Steve il responsabile del locale si avvicinò subito a loro
<
finalmente sei arrivato >
< lui chi
è? > chiese riferendosi a Tommy.
Sutan arrivò vicino a loro, interrompendoli
< Tommy > lo salutò abbracciandolo <
c’è Isaac di la, ti cercava >
aggiunse, il ragazzo si voltò verso Adam
< vai, ci vediamo dopo > disse
e Tommy si sporse verso di lui per baciarlo e poi dirigersi tra la
folla del
locale per andare da Isaac che era vicino al bar.
Appena gli
fu vicino, venne travolto da un abbraccio < allora, ti sei
divertito con
“occhi azzurri” ? >
< e tu ti
sei divertito ad addobbare la palestra per il ballo della scuola ?
>
< a
proposito del ballo, ecco i tuoi biglietti > disse porgendogli,
Tommy li
prese e li posò nella tasca posteriore dei suoi
pantaloni. Ordinarono qualcosa
da bere mentre Adam dietro le quinte veniva informato da Steve che
l’apparecchiatura
del dj era rotta e non poteva far partire nessuna base per la sua
esibizione.
< come
dovrei fare adesso ? > chiese mentre si toglieva la giacca,
< un
esibizione a cappella > gli suggerì Sutan
< siamo
in un locale non in una chiesa > disse il responsabile, <
un esibizione
acustica, magari sarebbe accettabile >
aggiunse,
< sai
suonare qualche strumento ? > chiese Adam
< no, ma
di la c’è una chitarra se tu sai suonarla?
> chiese speranzoso Steve
< Nessuno
che conosco sa suonare > disse Sutan riferendosi ai suoi amici
che erano
dietro le quinte e tra la folla del locale. Adam ripensò
mentalmente a tutte le
persone che conosceva e che erano li, nessuno sapeva suonare
… tranne uno. Tommy,
ricordava quando entrando nella sua camera aveva notato una chitarra e se c’era una
chitarra significava che sapeva
suonarla o almeno lo sperava. Andò tra la folla del locale e
cercò Tommy fino a
trovarlo vicino al bar insieme ad Isaac, si avvicinò e
posò una mano sulla sua
spalla, il ragazzo si voltò e sorrise quando
incrociò lo sguardo di Adam <
non riesci a starmi lontano > disse sorridendo,
< puoi
venire con me? > gli chiese,
< sempre
e dove vuoi > Adam rimase a guardarlo ed adorarlo per quella
risposta, poi
gli prese la mano e lo portò dietro le quinte del palco.
< Sai suonare la
chitarra vero? >
< si
perché > rispose alzando una sopracciglio,
< Adam
> Steve si intromise < devo darti una brutta notizia
>
<
un’altra > disse esasperato,
< non ho trovato
la chitarra ma abbiamo un pianoforte > lo informò
alzando le spalle,
< cosa?
Ma io ho un chitarrista, non un pianista > Tommy lo
guardò, non l’aveva mai
sentito suonare e già lo chiamava chitarrista, ne fu
lusingato.
< So
suonarlo il pianoforte > lo informo e Adam tornò a
guardarlo con quella aria
adorante, in quel momento Tommy era come un angelo sceso in terra, anzi
non solo in quel momento,
< Allora
faccio portare il piano sul palco? > chiese Steve
< si >
risposero all’unisono.
Salirono insieme
sul palco, Tommy prese posizione vicino al paiano e Adam sullo sgabello
che era
poco distante <
cosa sai suonare?
> chiese Adam,
< quello che vuoi > rispose, l’altro non aveva
idea di
cosa cantare, l’esibizione era stata programmata
diversamente, ma proprio come
la prima volta che aveva cantato, grazie al suo piccoletto che lo
guardava, capì
cosa voleva cantare < The Scientist dei Coldplay, ti va bene ?
> chiese
sperando che Tommy sapesse suonarla. Il biondo sorrise <
perché hai scelto
proprio questa? > Adam rimase per un po’ in silenzio,
ma poi, visto che
ormai era dentro quell’uragano chiamato amore,
capì che era inutile e
impossibile nascondersi < perché in questo momento
rispecchia ciò che provo e
non canto una canzone se non riesco a renderla mia > Tommy
avvertì il suo
battito cardiaco accelerare … le mani iniziarono a tremare e
si domandò come
sarebbe riuscito a suonare in quello stato, poi Adam gli
alzò il volto con un
dito e posò le labbra sulle sue, un bacio dolce,
rassicurante che sapeva di
tranquillità < sei pronto ad esibirti con me >
< sono
pronto a fare qualsiasi cosa con te > Adam sorrise,
c’era indubbiamente un
doppio senso in quella frase, ribaciò Tommy prima di
ritornare al suo posto.
Steve salì
sul palco e annunciò che l’esibizione aveva subito dei
cambiamenti a causa di
problemi tecnici, dopo lasciò la scena a loro e quando Adam
si voltò verso
Tommy, questo iniziò a suonare. La melodia del pianoforte si
diffuse per il
locale e mentre Tommy era intento a suonare, cercando di non sbagliare,
Adam
iniziò a cantare, guardando il pubbico.
Si
voltò verso il suo piccoletto che avvertendo il suo
sguardo, sorrise mentre continuava a suonare.
I
had to find you, tell you I need you,
Tell
you I set you apart.
Tell me your secrets
and ask me your questions,
Oh,
lets go back to the start.
Running
in circles, coming in tales,
Heads
are a science apart.
Quella
canzone gli ricordava un po’ il loro essere come delle
montagne russe, il loro
rincorrersi per poi ritrovarsi sempre nello stesso punto, a desiderarsi
e ad avere
bisogno l’uno dell’altro, non importava se si
conoscevano neanche da un mese,
se erano passati pochi giorni.
Pensò
a questo mentre cantava, pensò che finalmente voleva godersi
la possibilità di
essere felice, cercando di non preoccuparsi di quello che sarebbe
potuto
succedere, cercando di non avere paura di poter rimanere ferito.
Nobody said it was
easy,
It's
such a shame for us to part.
Nobody
said it was easy,
No-one
ever said it would be this hard,
Oh
take me
back to the start.
Era difficile ammetterlo ma quel piccoletto dagli occhi color nocciola
era
riuscito ad entrargli nel cuore ma soprattutto
era
riuscito a non fargli provare paura. Non
aveva più paura di dirgli ciò che provava e di
certo non avrebbe tentato di
nasconderlo, non più. Mentre lui continuava a cantare,
l’altro muoveva le mani
sui tasti del pianoforte, sorridendo leggermente e Adam
pensò che era stupendo.
Non vedeva l’ora di conoscere ogni cosa di lui e di farsi
conoscere,non vedeva
l’ora di amarlo e magari farsi amare.
Quando
la canzone terminò, rivolse di nuovo il suo sguardo verso
Tommy, che aveva
alzato il viso per fare esattamente la stessa cosa, sorrisero
insieme.
Il
pubblico applaudiva anche se era abituato ad assistere ad
un’esibizione
diversa, quella era stata senza dubbio magnifica.
Adam
si alzò dallo sgabello avvicinandosi a Tommy che si era
alzato insieme a lui,
gli prese la mano e senza neanche godersi gli applausi, lo
trascinò giù dal
palco per portarlo nel suo camerino. Poteva sentire la risata del
più piccolo
mentre camminavano velocemente verso il camerino, aprì la
porta e la richiuse
subito una volta che furono dentro.
< Perché tutta questa fretta ? >
chiese Tommy, Adam non rispose, si limitò a spingerlo
leggermente contro la
porta iniziando a bacargli una guancia, avvicinandosi sempre di
più alle sue
labbra. Era quasi sul punto di baciarlo e Tommy stava già
pregustando le
sensazioni di avere quelle labbra sulle sue ma Adam non
l’accontentò. Invece di
posare finalmente le labbra su quelle dell’altro,
andò verso il basso, baciò la
mandibola, poi il suo collo. Tommy chiuse gli occhi cercando di godersi
più che
poteva la sensazione di quelle labbra sul suo collo. Adam
portò le mani dietro
la sua schiena poi scese verso il basso fino ad arrivare ai passanti
del
pantalone, ci infilò le dita e spinse Tommy contro di se,
facendo gemere
entrambi. Il più piccolo alzò le braccia che fino
a quel momento non era stato
capace di muovere, portò le mani tra i capelli di Adam e
alzò il suo volto facendo
finalmente unire le labbra alle sue. Adam continuò a muovere
le mani scendendo
ancora più giù fino a infilarle nelle tasche
posteriori dei pantaloni di Tommy,toccò
dei pezzi di carta e allontano le labbra da quelle dell’altro
<
e questi? > chiese portando
i biglietti davanti ai suoi occhi per vedere di cosa si trattasse,
< me li
ha dati Isaac, prima > gli spiegò,
< allora,
cerca di non fare troppe conquiste insieme al tuo amico al ballo
> Adam
riposò i biglietti nella tasca di Tommy,
<
veramente ci vado con una mia amica > rispose senza pensarci
< cosa?
> Adam si allontanò leggermente da lui in modo da non
avvertire più il
contatto con l’altro
< ci vado - > stava per ripetere la stessa frase ma
venne interrotto
< ho
capito, non ci andrai mica con quella li > disse riferendosi ad
Ashley
< quella
li, chi? >
< hai
capito > ed era vero aveva capito e anche se Adam geloso gli
piaceva
parecchio, non voleva rovinare quel momento < possiamo parlarne
un’altra
volta >
< perché
non me l’hai detto prima? > chiese ignorando la
richiesta di Tommy
< non c’è
stato tempo > si giustificò < quando avrei
dovuto dirtelo e poi non è
niente di importante > aggiunse
< vai al
ballo con una ragazza, la stessa con cui passi i pomeriggi e non
è importante
>
< un solo
pomeriggio, ci ho passato un solo pomeriggio >
<
comunque vai al ballo con lei, non potevi andarci con Isaac? >
< Isaac
ci va con una ragazza, sai come? ballo uguale dopo ballo > gli
spiegò
< è perché
lo so che mi preoccupo, anche tu avrai il dopo ballo >
affermò
< cosa? No,
no. Se non te ne fossi accorto, le ragazze non mi interessano e Ashley
non fa eccezione
> cercò di rassicurarlo, perché altre alla
gelosia, dal tono di voce di Adam
riusciva a percepire anche la sua reale preoccupazione che Ashley fosse
di più
che un’amica,
< Sicuro?
> gli chiese e Tommy scosse la testa sorridendo < Adam,
l’unica persona
di cui mi interessa sei tu > disse riavvicinandosi a lui per
avvolgergli il
busto con le braccia,
Angolino di
Fay : Salve...
Allora
alzi la mano a chi non è piaciuto questo capitolo... non
tutti
insieme però, va be’ tanto neanche a me
convince questo capitolo (come i precedenti),
magri questo mi "piace" un pochino rispetto agli altri
perchè Adam e
Tommy si esibiscono insieme. Parlando dell'esibizione (ehehe) scegliere
la
canzone è stato divertente, lo è stato
perchè l'ho scelta insieme a
"Willa" anzi l'ha scelta lei, anche se stava dormendo ad
occhi
aperti e non si è resa neanche conto di quello che mi stava
dicendo, ma GRAZIE
piccola Willa, hai avuto un ruolo importante (mi dispiace per chi non
capirà
cosa ho appena scritto e chi troverà strano il nome Willa,
ma è così che la
chiamo...a volte). Adesso ringrazio tutte le altre fantastiche persone
che
stanno ancora qui a perdere tempo per leggere questa "cosa" che
scrivo, per come scrivo poi...dovreste solo insultarmi ma voi siete
tanto dolci
e non lo fate, però, davvero se quello che scrivo
è illeggibile, ditemelo. E
boh...non so più che dire...ah dimenticavo, mi dispiace per
come ho finito questo
capitolo :( e mi dispiace che Adam non abbia avuto il coraggio di
affrontare i
suoi genitori ma a volte le paure non si riescono ad affrontare o
almeno Adam
non ci è riuscito...per il momento.
Adesso la smetto di bla
bla bla.
GRAZIE
A TUTTI SOPRATUTTO A QUELLE STUPENDE
PERSONE CHE RECENSISCONO