BUONA LETTURA FANCIULLE
Quando non ti piaci, niente può farti cambiare.
Non ci sono spiegazioni a questo, ho sempre pensato che tutto ciò che contasse fosse l’aspetto, lo penso tutt’ora.
Ogni volta che vedo il mio riflesso, sento una grande fitta, ma non al cuore, tutto parte dalla mia testa.
Il dolore è una cosa mentale, quasi immune a chi lo può controllare.
Ho desiderato di morire, ho immaginato il mio corpo sommerso da un mare senz’aria.
L’ho immaginato, ma mai provato, mi manca anche solo il coraggio.
Come se qualcosa mi fermasse.
E’ solo colpa mia.
Me lo ripeto cosi tante volte, avrei voluto rimanere in coma, avrei voluto ascoltare infinitamente le voci di chi mi sta intorno senza poterle guardare.
La camicia era rovinata segno delle tante volte in lui l’avevo indossata.
Un’ondata di vento si infranse sul mio corpo, e i suoi occhi scintillanti si mostrarono sul riflesso.
Non ero solo io, ma lui dietro di me, osservava il mio riflesso, si avvicinò a me e mi strinse in un abbraccio così familiare.
“Cosa stai facendo”Sussurro così vicino al mio orecchio, baciando il mio collo delicatamente.
“Niente”. La mia più che un’affermazione fu un lamento.
“Stai mentendo, di cosa hai paura?”Sentivo le sue mani contro di me fremere.
“Di non essere abbastanza,di far morire tutte le persone che mi amano”Mi voltai verso di lui, i suoi occhi erano così amari, immersi in un mare, quasi in tempesta.
“Tu sei abbastanza per tua madre, per Michael, per me”Le sue ultime parole mi colpirono, lo guardai fisso negli occhi.
“Come fai a saperlo?”
“Io,lo sento”
Mi bacio delicatamente la fronte, ero priva di coscienza.
La mattina seguente non mi guardai allo specchio, il mio specchio ormai era Vale.
Era più tardi del solito, scesi in fretta le scale, ed emisero lo stesso rumore del solito.
Una donna era seduta sopra uno degli sgabelli che si affacciava sulla veranda.
I suoi capelli erano legati in un elegante tuppo, così alto da sembrare quasi un nido per rondini.
Indossava indumenti da lavoro, la solita giacca scura.
I miei occhi si posizionarono un suo cartellino
Che vuole una tizia dell’FBI nel mio salotto.
Valentino mi seguiva, teneva il passo dietro di me,quasi a tre passi.
La donna mi mostrò un ampio sorriso. quasi sincero.
“Tu sei camilla, vero”Disse mostrando nuovamente il suo sorriso così smagliante.
“Si”sospirai.
“Devo parlarti”
“Ascolto”
“Io so dov’è tuo padre”
In quel momento sentii crollare dietro di me cento grattacieli,
Mia madre si alzò di scatto,e appoggiò una mano sulla spalla della donna.
“Non è pronta per questo”
“Pronta per cosa?”
La mia mamma sussurrò qualcosa all’orecchio della donna ed essa si alzò in piedi lasciandoci soli.
Tutta la mia famiglia era rannicchiata sul divano, ero pronta per ascoltare la verità.
La mia mamma sospirò e iniziò a parlare.
“Amore mio, è giunto il momento che tu sappia tutta la verità”
Il mio cuore inizio a battere così forte, quale verità ?
“il 6 settembre il giorno in cui hai avuto l’incidente tuo padre non è morto…. è stato rapito”
Le macerie dei grattacieli si rincoposero e caddero nuovamente su di me.
“Abbiamo cercato in lungo e il largo finché non abbiamo fatto una scelta”
“Io e tuo fratello e Valentino siamo come quella donna"
Mi alzai di scatto dalla mia posizione, questa era la verità ?
“Abbiamo bisogno di te “
SPAZIO AUTRICE*
Come vi avevo già anticipato ecco il nuovo capitolo fresco fresco, grazie per ne nuove visualizzazioni, avrei bisogno di qualche recenzione per capre se questa storia vi piace o no.
Graize
La vostra Writer