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Autore: scImMIA    17/07/2008    7 recensioni
Dall'alto della navicella non potevo nemmeno lontanamente immaginare che le cose sarebbero andate diversamente ...
Dopo i tre anni di attesa ero tornato per aiutarti a combattere i cyborg, per conoscerti, per scoprire chi eri per la mamma e cosa saresti diventato per me ... per me, che non ti avevo mai avuto al mio fianco ...
Ma le cose sono cambiate così tanto e così all'improvviso ... Papà, nel mondo in cui vivi, io non sono mai nato.
Adesso basta ciondolare e seguitemi! Mi raccomando, leggete e recensite! Vi sfido ad arrivare alla fine! XD Un bacione a tutti da scImMIA.
E' STATO INSERITO UN NUOVO CAPITOLO, IL N°88!
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Sono davvero spiacente ma oggi non ho tempo per salutarvi come si deve ... per me poi è una vergogna visto cosa accadrà poi.
Ringrazio:
Vegeta4ever, Angelo Azzurro, Juu_Nana, Sgt, folg_89, Anim Skywalker, Nion e Chrystal_
per aver recensito il capitolo scorso.

Vi lascio al capitolo. Ci risentiamo dopo ...

 

 

 

CAPITOLO 66
- INSIEME FINO AL TRAMONTO -


Il piccolo Gohan, felice come forse lo era stato poche volte, appena mi vide tirarmi a sedere con l'ausilio delle braccia ancora un pochino ammaccate, mi saltò tra le braccia e mi strinse calorosamente a sé mentre altre calde e piccole lacrime scivolavano fuori da quegli occhi color ebano. Gli poggiai una mano sulla schiena e la mossi appena per fargli una lieve carezza. In mezzo a quei piccoli singhiozzi che ancora gli sfuggivano riuscii a catturare un lieve messaggio: « Mi dispiace tanto ... se ... se io avessi ... ».
Come sempre Gohan aveva sempre a cuore tutti noi. Lo strinsi con maggiore forza cingendolo con entrambi gli arti come se fosse stato uno di quei teneri orsetti di peluche che tanto agognavo da bambino ma che mai avevo potuto avere per cause di forza maggiore.
« Gohan ... » stavo per continuare a parlare quando sentii qualcosa di strano bloccarmi il respiro. Quando iniziò addirittura a mancarmi l'aria portai le mani alla gola senza capire cosa stesse accadendomi.
« Ho no! Oddende, stà diventando blu! Si stà strozzando con qualcosa! ... » urlò Crillin appena vide il mio colorito e i miei gesti « ... Goku, dammi una mano! ». Il Son annuì e sotto ordine del pelato si posizionò alle mie spalle afferrandone una con la mano sinistra.
« Goku, ora colpiscilo forte nel centro della schiena! » gridò ancora Crillin che si era posto davanti alla mia figura e che imitava il gesto mentre io sentivo perdere le forze ...
Il Son caricò la mano destra all'indietro ... « HAAAAAAAAAAAAA!!!! » e colpì con tanta brutalità da farmi un male atroce! Il problema però non si era affatto risolto.
« COSI' NON VA'!! GOKU, PROVA ANDARGLI DAVANTI E DARGLI UN COLPETTO ALLO STOMACO! » Crillin offrì un nuovo suggerimento e il Son, dopo aver annuito con decisione, si portò nel punto indicatogli e mi afferrò per la spalla sinistra con la mano destra mentre caricava il pugno sinistro ... Urlò con decisione prima di colpirmi con forza. Nulla da fare ...
Il Son socchiuse gli occhi « Non è ancora abbastanza ... e allora .... HAAAAAAAAAAA!!! » i capelli di Goku si tinsero d'oro e il sayan ricompì il gesto con una potenza impressionante.
L'elemento di disturbo si sbloccò e lo sentii risalire l'esofago fino a fuoriuscire con estrema velocità dalla mia bocca. Il Son evitò l'oggetto ... Crillin no: l'oggettino gli si spiaccicò sulla larga fronte mentre sul volto, secondo dopo secondo, iniziava a formarsi un'espressione carica di disgusto.
Respirai a pieni polmoni e mi asciugai una leggera lacrimuccia che a causa dei colpi mi era uscita vigliacca « Ti chiedo scusa Crillin ... » infine cercai di sorridere ma il mio imbarazzo era quasi palpabile. Goku, dopo aver perso la trasformazione, iniziò a ridere di gusto mentre il piccoletto, sentendosi preso più in giro del normale, piegò la testa in avanti permettendo all'oggetto di staccarsi e di cadere a terra.
Prima che l’oggettino rotolasse sotto ad un sasso lì vicino, Gohan lo fermò con la pianta del piede impedendone la fuga. Lo fece rollare un pochetto dopodiché alzò il piedino e si inginocchiò per migliorare l’osservazione ed identificare il soggetto il questione: « Sembrerebbe un senzu ».
« Un senzu? … » ripeté ridicolo Yamcha avvicinandosi curioso come se fosse stato il suo gatto Pual « … e cosa ci fa qua? » chiese poi come se tutti sapessero la risposta … Ovviamente nessuno poté fare ciò mentre chi invece sapeva (ovvero un Son che se la rideva sotto i baffi) se ne stava zitto mentre con la coda dell’occhio scrutava lontano …
« Prendilo un attimo » disse poi lo sfregiato al bambino che, subito dopo aver compreso che afferrare il magico fagiolo non sarebbe stata una idea geniale, si alzò in piedi e disse con un tono sicuro « E’ un senzu, non c’è alcun dubbio! » dopodiché mi si avvicinò lasciando Yamcha al suo povero (anche se rimediabile) destino.
« Tutto a posto Trunks? » mi chiese premuroso come sempre.
Con la mano destra mi accarezzai più volte il collo mentre i polmoni si riempivano d’ossigeno arieggiando le vie respiratorie e molto altro. Successivamente cercai di alleviare il male anche in altre zone che fino ad un attimo prima erano intatte « Tranquillo Gohan, ora stò bene ».
Dopo essermi rialzato in piedi feci un cenno con il capo al Son adulto per ringraziarlo per le botte ricevute e mi iniziai ad osservare attorno alla ricerca di qualcuno … non trovandolo chiesi: « E Cell? ».
Crillin incrociò le braccia e chiuse gli occhi assumendo un’aria da finto arrabbiato « Sentitelo: “E Cell?” … L’ha detto come se stesse aspettando l’amicone al bar dietro l’angolo! ». Gran parte del gruppo scoppiò a ridere … pertanto, sotto segno accondiscendente del mio amico pelato, riformulai la domanda acquisendo un portamento forzato che mi faceva apparire come una specie di sergente dell’esercito: « Dove si è cacciato Cell?! Dov’è quel maledetto?! ».
Crillin sorrise e mise entrambi i palmi delle mani sulle spalle del giovane ragazzo stringendole leggermente « Sai, Cell adesso non c’è più … e il merito è di tutti quanti! Forse un pochino più di Gohan ma … » per un secondo parve ripensarci ma dopo aver visto un cenno del capo del piccolo Son « … massì: Cell è sparito grazie a tutti! ». Osservai Gohan che ridacchiava assieme agli altri … per vari motivi ai quali ero riuscito ad assistere capii all’istante che il giovane sayan non sentiva di meritarsi il titolo di salvatore anche perché alla fine secondo me (non uccidetemi) il merito suo era eguale a quello di tutti noi altri.
Mi osservai gli abiti: erano letteralmente ridotti a brandelli … per un istante mi misi mentalmente a piangere ripensando ai vestiti aggiustati che avevo indossato per poco tempo nell’aldilà. Guardai il cielo dopodiché l’orologio da polso. Notando che il cronometro era ancora impostato e che gli istanti non si smuovevano iniziai a picchiettare il piccolo vetrino come se quei lievi colpi lo potessero rimettere in sesto.
« C’è qualcosa che non và? » mi chiese Crillin con uno sguardo leggermente curioso.
Non alzai gli occhi dal mio momentaneo obiettivo « Il mio orologio … si è rotto ». Calò un certo silenzio ma io, non riuscendo a capirne il motivo, non me ne curai affatto. Sbuffai pensando infine che la piccola batteria si fosse scaricata completamente e dopo alzai gli occhi verso colui che mi aveva posto la domanda: « Sai, è che mi chiedevo che ora fosse visto che è tutto buio … ».
Se Crillin avesse avuto i capelli si sarebbe messo le mani in mezzo ad essi: « Shenron! Me n’ero completamente scordato! ».
Anche Goku si unì al “gruppetto dei dimenticoni” che in quel momento aveva raggiunto la quota di due elementi « Urca! Chissà da quanto aspetta … Piccolo? Sei ancora in contatto con Dende? » chiese infine il guerriero dai pantaloni arancio al namecciano che distava a poca distanza.
« Shenron è ancora in attesa di desideri … Dende e Mr. Popo non sanno più come trattenerlo ».
Tra tutti (a parte mio padre perché è il solito asociale) venne scambiato un cenno complice pertanto Piccolo, capendo comunicò il messaggio al suo compaesano … dopo pochissimi attimi il cielo riacquistò l’azzurro splendente di sempre.

Pochi minuti passarono prima che due individui annunciassero a tutti un loro messaggio: Tienshinhan si avvicinò a Goku e gli sorrise nonostante lo considerasse ancora un po’ un rivale anche se oramai irraggiungibile « Ragazzi, io vi saluto. Non so se ci rivedremo ancora ma se ciò non dovesse accadere auguro a tutti tante belle cose ». Gohan fece in timido passo in sua direzione … anche se faceva parte del gruppo con il guerriero dai tre occhi non era molto in confidenza « Adesso cosa farai? ».
L’uomo incrociò le braccia e sorrise al Son « Ora vado prendere Jaozi che è alla casa del maestro ad aspettarmi. Per il resto credo che continueremo ad allenarci in mezzo alle montagne ».
Son Goku gli si avvicinò e gli posò un mano sulla spalla. Gli sorrise con calore « Stammi bene e salutami Jaozi, è tanto che non lo vedo … ».
Tienshinhan annuì « Glielo dirò, non temere … ».
Giunse il momento del secondo: « Beh, anch’io devo andare. Purtroppo, a differenza di voi, ho un essere spietato che mi aspetta a casa non so da quanto e non oso immaginare cosa mi dirà questa volta! » disse Yamcha in tono scherzoso … a me non fece assolutamente ridere.
Goku salutò anche lui « He-he, Bulma è sempre la solita in effetti! Salutamela ».
I due terrestri, dopo aver fatto gli ultimi saluti ed essersi alzati in volo, si allontanarono anche se dopo qualche metro il secondo si fermò improvvisamente: si guardò attorno numerose volte e ripartì soltanto dopo aver ricevuto un’occhiata severa da Tienshinhan che secondo me lo compatì … lo stolto temeva di venir nuovamente colpito da un nuovo Cell o qualcosa del genere … ora che ci penso ci avrei potuto fare un pensierino …
Quando i due non furono più visibili il silenzio calò nuovamente.
“E adesso?” mi chiedevo con insistenza. La risposta arrivò poco dopo …
… ssSQUEEEEZEEEEEeee …
Mi voltai nella direzione nel quale avevo sentito il suono e mi venne da ridere vedere Goku con le mani sulla pancia mentre ridacchiava come suo solito « He he … Ho un certo languorino … Piccolo, perché non ci offri qualcosa tu? Mr. Popo cucina egregiamente! ».
Il namecciano rispose pacatamente « Come preferite, per me la questione non cambia minimamente ». Chiuse gli occhi e per magia fece apparire su di sé il suo bianchissimo mantello accompagnato dal classico turbante. Riaprì gli occhi e riosservò ancora il suo primo allievo « Gohan, ti andrebbe una divisa aggiustata?».
Il ragazzino sorrise a trentadue denti ed annuì felice « Sì Piccolo! La vorrei come la tua! ». Il namecciano sorrise, aprì il palmo di una mano verso il ragazzino e, con una magia immagino, gli modificò l’intero abbigliamento che risultò identico a quello di Piccolo ad esclusione del turbante che non era presente.
Un altro gorgoglio, anche se più debole del precedente, fece riattivare l’attenzione tutta su di Goku che, con un’espressione imbronciata, attendeva che tutti volessero andare per soddisfare la sua materialistica voglia.
Voltando leggermente il volto verso destra vidi Vegeta che era ancora seduto in disparte su di quella roccia …
« Goku, mi dia un secondo per favore » dissi al Son con un leggero cenno del capo indicando mio padre. Dopo che mi venne dato il permesso (come se ci fosse voluto!) mi incamminai verso il principe dei sayan e mi fermai al suo fianco …
« Vegeta, noi andiamo al Palazzo di Dio. Vuole venire anche lei? »
Il diretto interessato grugnì infastidito … che meraviglia: ero tornato in vita da poco e per mio padre ero ancora la scocciatura di sempre! Non mi persi d’animo e cercai di invogliarlo utilizzando mezzi differenti: « Al Palazzo c’è la famosa Stanza dello Spirito e del Tempo … Io pensavo di entrarvi dopo aver mangiato e riposato un po’ … ».
La cosa sembrò attirare la sua attenzione: « E’ quella in cui si sono allenati Kaharoth e il piccolo impiastro, giusto? ». Senza preoccuparmi troppo delle espressioni utilizzate gli risposi in modo affermativo mantenendo i miei modi garbati.
« Molto bene … » disse poi mio padre all’improvviso mentre si alzava di scatto « … allora la cosa cambia completamente » e terminò così prima di raggiungere Son Goku, il suo eterno rivale, o almeno … ci provò: a metà tragitto infatti cadde faccia a terra.
«VEGETA! … » gli corsi a fianco e gli poggiai istintivamente una mano sulla larga schiena «… Rispondimi!». Mio padre non proferì parola ma nascose il viso tra le braccia mentre con una mano graffiava il terreno … incominciai a temere che i problemi riguardanti la sua malattia non fossero finiti quando …
… ssSQUEEEEZEEEEEeee …
I miei occhi si spalancarono all’istante così come quelli del resto dei presenti. Dopo pochissimo iniziai a ridere sentendo altri suoni identici a quello provenire da quello stomaco regale … mentre invece Vegeta mi osservava con le guance imporporate dalla vergogna « CHE RIDI! E’ COLPA TUA SE SONO COSI’!! ».
Per un istante mi trattenei dal proseguimento della ridarola anche se a fatica « Hah, davvero? E perché? ».
Papà cercò di incenerirmi con gli occhi anche se la sua faccia arrossata smorzava molto i suoi “attacchi” « Credevi che sedandomi in continuazione tu mi dessi da mangiare?! Direi allora che la dose era alquanto scarsa!».
Ridacchiai un’ultima volta dopodiché riuscii a tornare tranquillo « Ho capito, le chiedo scusa ».


Grazie al teletrasporto del signor Goku il viaggio in direzione del palazzo fu rapidissimo: un battito di ciglia eravamo già arrivati e appena ebbi la possibilità di poggiare i piedi a terra vidi subito il piccolo Dende accompagnato da Mr. Popo venire verso di noi con un sorriso smagliante sul volto. Gohan si staccò all'istante dal gruppo correndo incontro al namecciano per poi fermarglisi vicino afferrandogli le braccia mentre per Piccolo bastarono poche parole per mandare il servizievole amico alle cucine ... nonostante non fosse più il Dio possedeva ancora una stima eccezionale da parte di Popo. Trascorsero attimi spensierati finché non sopraggiunse un nuovo "problema" che rese il momento più d'interesse per chi, come mio padre, si stava veramente annoiando in mezzo a tutte quelle smancerie: dalla grande arcata sotto la quale Mr. Popo era passato per entrare nel Palazzo vi passò sottostante la moglie di Goku che, con un passo e uno sguardo che avrebbe sicuramente dato da pensare persino a Cell, si incamminava spiccia e decisa mentre il volto diveniva sempre più scuro ... Si fermò davanti al Son e si mise in punta di piedi per rendere le saettate dagli occhi ancor più efficaci data la distanza ravvicinata. Goku, dal canto suo, non poté far altro che osservarla allibito mentre lei con rabbia si portava le mani ai fianchi ...
« SCELLERATO! Ti sembra forse questa l'ora di tornare a prendermi?!! » gridò lei all'improvviso attirando su di sé le attenzioni di tutti.
« Ma Chichina ... » riuscì a dire il marito portando in avanti le mani come se si stesse già difendendo « ... Siamo dovuti andare ad eliminare Cell, mica eravamo a spasso! » disse poi temendo la futura mossa ... nel frattanto mio padre se la rideva ... e anche io, lo ammetto ^-^
« Ma certo ... Cell ... e già che c'eri hai pensato di perderti in giuggiole inutili!! » ribadì Chichi con un pugno chiuso in perfetto allineamento con il mento a punta di lui.
« Eh? Giuggiole? » ... nessuno comprese ... spesse volte la donna partiva per la sua strada ...
« Ne ho abbastanza Goku! Comprendimi: prima obblighi Gohan a giocare con i tuoi amici nullafacenti e ad abbandonare gli studi per entrare in quella stanza, poi me lo trasformi in un teppista ... » disse poi indicando il povero bambino che osservava i genitori con un'espressione mista tra l'imbarazzo e il dispiaciuto « ... e poi ... » proseguì con una forza d'animo che pareva inarrestabile « ... invece di portarlo dalla mamma che lo aspetta lo fai trasformare in fan di Piccolo!! Adesso non dirmi che non ti perdi in scemate!!! ».
Colpo di grazia! Per poco Goku non cadde a terra ...
Il Son si grattò appena la nuca e poggiò le larghe mani sulle piccole spalle coperte da quella vestita cinese della "amabile" mogliettina « Ma Chichi, guarda che non è colpa mia ... » disse con voce stranamente seria prima di alzare la mano destra ed indicare il gruppo con il pollice « ... é Piccolo che secondo me gli ha messo strane idee per la testa! ».
Il namecciano s'irritò non poco « MA COSA!!! ». Chichi lo ignorò completamente e si avvicinò al bambino « Andiamo Gohan, adesso ci peserò io a te! »
« Ma mamma, io ... » cercò di replicare il bambino non riuscendo però a cavare un ragno dal buco ... « Niente "ma". Adesso vai a lavarti, è un ordine Gohan! » gli disse infine indirizzandolo verso l'interno del palazzo e mollandogli poi lo spallare dal quale lo teneva in pugno.
« Ma io prima vorrei mangiare qualcosina ... Ho un pochino di fame » cercò di ribattere Gohan nella speranza che Chichi lo lasciasse all'esterno. Nulla da fare, la donna era irremovibile: « Sporco come sei?! Neanche per sogno! Voglio che tu diventi una persona per bene e non come gli amici Goku, tuo padre compreso, quindi ... Orsù, vai a lavarti! » terminò poi dando una leggera pacca sul sedere al figlio per costringerlo ad entrare per sfuggire all'imbarazzo di farsi rivedere da noi altri.
Il silenzio calò pesante quando la moglie isterica entrò anch'essa nella dimora di Dio ... solo una risata sprezzante di Vegeta ruppe lo stallo creatosi facendomi vergognare come un matto ...


Nel giro di una buona mezz'ora una largo tappeto rosso dalla forma rettangolare era stato steso sulla larga palladiana e su di esso noi tutti aspettavamo affamati che le portate iniziassero ad essere poggiate a terra: riso, involtini di carne e di verdura, polpettine, polli arrostiti, minestre varie con tanto di brodo, spiedini di pesce ... Una marea di cibo venne portata da Mr. Popo il quale, sicuramente, aveva iniziato a cucinare parecchio prima del nostro arrivo per avere tutto quel ben di Dio già pronto per essere gustato.
La disposizione era avvenuta in modo spontaneo e casuale: io mi ritrovai a fianco del signor Goku mentre davanti a me vi era il piccolo Gohan, alla mia destra vi era il silenzioso Piccolo che dominava la "tappettata" ... dall'altra parte del tessuto un'altro tipo di tappetto occupava la zona: Crillin infatti sedeva tranquillo perché alla sua destra aveva Goku ma non si azzardava ad osservare a sinistra ... mio padre sembrava pronto per ammazzare qualcuno con la faccia che aveva: accigliato e rabbioso osservava il suo eterno rivale per vincere una nuova battaglia, probabilmente quella all'ultimo boccone ...
Il round iniziò fin dalla prima portata: i due sayan arraffavano tutto ciò che potevano ad una velocità sorprendente e ingurgitavano quasi senza masticare ... rimasi per un attimo senza parole: e io che pensavo di comportarmi male a tavola! in confronto io e Gohan sembravamo due perfetti amanti del galateo! Crillin sembrò non curarsene forse troppo abituato allo spettacolo al quale aveva assistito già parecchie volte mentre Piccolo, al contrario, sembrava parecchio infastidito.
Al piccolo gruppetto si unirono anche Dende e la signora Chichi che si posizionarono uno vicino a Gohan e l'altra tra il marito e Crillin rimanendo però entrambi in seconda fila per non disturbare. Popo invece sgambettava in continuazione portando all'esterno nuove pietanze mentre all'interno i piatti sporchi e vuoti.
Così come capita anche alle persone normali, dopo un certo quantitativo di sostanze ingerite lo stomaco iniziò a riempirsi e pertanto, la fame diminuì facendo cadere quella frenesia che mi portava ad ingozzarmi come una bestia (senza volerlo stò parlando male di me stesso ... ). Gli occhi incominciarono a ruotare tutt'attorno e a scrutare gli altri compagni del banchetto: Piccolo non aveva mangiato nulla di nulla; Gohan sembrava che stesse per terminare ma lo faceva con estrema calma; mio padre, anche se con una voracità minore dell'inizio, proseguiva con il suo intento a me sconosciuto che andava sicuramente bel oltre il saziarsi; Crillin aveva poggiato le bacchette da un pezzo e continuava a massaggiarsi la pancia piena e infine, ma non da meno, Goku continuava a riempirsi il piatto con grande velocità come se il suo stomaco non avesse fondo alcuno. Rallentò soltanto quando un boccone gli si piantò per un istante all'altezza del petto: si picchiò con forza con un pugno chiuso ma poi, anche se il pericolo era passato, ricevette un sonoro copetto da parte di Chichi che lo fece bloccare di colpo. Anch'io mi fermai per un attimo continuando però a masticare un involtino di carne ...
« Sei sempre il solito! Non imparerai mai a mangiare come si deve!! » lo sgridò lei impettita.
« Ma Chichi ... » la donna sembrò non sentire ragioni pertanto, sotto il suo occhio vigile, Goku poté proseguire con un andamento di velocità ridotto drasticamente. Di fronte a lui riuscii a vedere formarsi sul volto di mio padre uno strano ghigno ...
Ingoiai l'involtino masticato e rimasi ad osservarlo bene: era la prima volta che lo vedevo mangiare e a dire il vero ciò mi fece un po' strano ... rivedere in lui la mia stessa voracità mi mise di buon umore. Un timido sorriso mi comparve all'improvviso sulla faccia. Vegeta, spostando inavvertitamente lo sguardo probabilmente perché si sentiva gli occhi addosso, notò sicuramente quel sorriso prima che io potessi afferrare uno degli ultimi piatti di risotto e coprirmi metà faccia con la ciotola inclinata.
Dopo alcuni minuti la battuta finale arrivò: in mezzo al tappeto, sopra a un largo vassoio, un'ultima polpetta di carne attendeva la sua condanna a morte. Mio padre alzò gli occhi verso il Son e gli lanciò una silenziosa sfida che quest'ultimo accettò di buon grado nonostante le occhiatacce della mogliettina che ne aveva fin sopra i capelli di quel trambusto.
Le bacchette di legno duro si incrociarono sul ripiano d'argento e generarono un fastidioso stridio mancando entrambe l'obiettivo. La polpettina rollò nella direzione opposta ma nessuno dei due guerrieri di lasciò abbattere: Goku spostò le bacchette e cercò di infilzare l'oggetto ma papà glielo spostò da un'altra parte. Le mani si spostavano a velocità sorprendente ... secondo me Chichi e Dende non riuscivano a vedere i loro movimenti ... Di tanto in tanto si udivano dei leggeri ciocchi che indicavano lo scontro dei pezzi di legno. All'improvvisò la polpetta dal colore rossastro guizzò verso l'alto e prima che potesse iniziare la discesa il principe dei sayan riuscì a perforarla con una delle attrezzature. Sul suo viso si era già formato un sorriso di vittoria quando, inaspettatamente, il Son si sporse verso di lui e con un gesto rapido e netto riuscì a disincastrare l'oggetto ambito e farlo volare in sua direzione: Goku si piegò un poco indietro con la bocca spalancata, pronto per accogliere il nuovo arrivo ... che mai arrivò: prima che la fatidica azione potesse avvenire afferrai con le bacchette il bocconcino interrompendo la sua caduta. Lo osservai un instante prima di farlo mio in un solo boccone per poi proseguire con la degustazione di risottino. Goku rimase letteralmente a bocca asciutta mentre Vegeta mi osservò stranito ... forse, in qualche modo, ero riuscito a fare colpo anche perché poi, terminata la zuffa, non mi aveva rinfacciato nulla di nulla.

Mr. Popo sparecchiò tutto mentre ognuno si faceva i fatti propri ... A parte Gohan poveretto perché Chichi non lo mollava un attimo. In ogni caso la comprendevo un pochino: prima aveva rischiato la vita e poi, per colpa di Cell, ci poteva essere il rischio che lo perdesse ... Evidentemente si era preoccupata molto più di quanto desse a vedere.
Goku si alzò in piedi e si stiracchiò le braccia verso l'alto emettendo un sonoro sbadiglio che contagiò alcuni altri tra cui anche Crillin che oramai, per colpa dell'abbiocco imminente, si stava davvero addormentando. Io, a sorpresa, ero sveglissimo così come mio padre che poi anch'egli si alzò sbatacchiandosi leggermente i pantaloni neri per togliere da essi una piccola patina di polvere pressoché inesistente. Lo imitai a mia volta pochi secondi dopo non destando però la sua attenzione ...
« Urca che mangiata! Sono pieno come un uovo! ...» disse il Son soddisfatto della sua pancia che schiaffeggiò volentieri con una bella e poderosa manata « ... Ragazzi, adesso voi che fate? » chiese poi a tutti in attesa di una risposta.
« Beh ... » iniziò Crillin tranquillo « ... io tornerò a casa di Genio, come sempre. Tu vai già a casa? » domandò il piccoletto di rimando rimediando soltanto un "Chissà" come risposta.
« Tu Vegeta? » mio padre grugnì e voltò la faccia dall'altra parte non degnando alcuno di uno sguardo.
« Uff ... sempre il solito! ... » bofonchiò il Son prima di voltarsi verso di me « ... E tu Trunks? Che fai? ».
Osservai per un secondo netto il cielo azzurro prima di riosservare gli occhi scuri del guerriero: « Pensavo di fare un salto nella Stanza dello Spirito e del Tempo per diventare un po' più forte, giusto per raggiungere il livello che mi serve e poi ... » oramai era giunto il momento, non potevo attendere oltre ... « ... e poi credo che partirò per tornare nel mio tempo ».
Non riuscii a vederlo ma a quella frase le spalle di Vegeta si squassarono appena attraversate da una scossa mentre gli occhi osservavano davanti a sé.
Il Son incrociò le braccia dopo essersi allacciato meglio la cintura sgualcita della tenuta « Vuoi andare nella Stanza? ».
« Sì » annuii « Sono diventato più forte da quando sono arrivato ma desidererei diventarlo un po' di più visto che nella mia epoca i cyborg sono ancora in libertà. In più penso che in un secondo momento possa arrivare anche Cell quindi preferirei essere pronto per l'evenienza » risposi tranquillo anche se dentro il desiderio di non partire era forte ... Purtroppo però le mie responsabilità scavalcavano persino i miei sogni.
« Capisco, quanto tempo ti tratterrai? » mi continuò a chiedere Goku mentre al suo fianco la piccola famigliola si stava raggruppando.
« Penso che un giorno sia più che sufficiente ... Il fatto è che sono stato via tanto e voglio anche tornare presto dalla mamma. Non vorrei che le fosse successo qualcosa di brutto ... purtroppo i cyborg del mio tempo non sono come quelli di questo, sono profondamente diversi » spiegai semplicemente mettendo gli unici elementi che mi obbligassero a tornare in quell'era: mia madre Bulma e la morte di quei mostri per mano mia.
Dende mi si avvicinò e sono sicuro che se fossimo stati più in confidenza mi avrebbe tirato per i pantaloni per attirare la mia attenzione « Se vuoi puoi entrare immediatamente, ti faccio da guida! » disse esultante perché forse amava rendersi d'aiuto. Dopo aver annuito lo seguii a ruota percorrendo quei chiari corridoi. Dinanzi alla porta scura mi fermai e dopo aver ascoltato nuovamente tutte le caratteristiche e i limiti della stanza mi voltai indietro per salutare tutti ... mio padre però non c'era, non lo vidi ...
Leggermente dispiaciuto da quell'ultimo evento aprii la porta e feci per entrare quando sentii una mano sulla spalla sinistra. Voltai gli occhi e li spalancai per la sorpresa: Vegeta mi era a fianco ...
« Vegeta ... »
Non mi guardò. Entrò nella stanza prima di me e si richiuse la porta alle spalle.
« ... VEGETA!! » afferrai la maniglia e tirai con forza ... Nulla, la porta non si apriva!
Alle spalle sentii Goku proferire parola « E' davvero strano ... Penso che non riuscirò mai a capirlo del tutto ».
"Penso che nemmeno io ci riuscirò" pensai tra me e me mentre osservavo quella soglia che mi era stato impedito di oltrepassare ... puro egoismo o qualcosa di più? Chissà, in ogni caso dovetti attendere e in quel lasso di tempo mi riposai recuperando tutte le forze. Mr. Popo poi mi aveva riaggiustato in un battibaleno i vestiti facendoli tornare come nuovi e mi aveva dato una divisa momentanea per quando mi sarei dovuto allenare all'interno della stanza per non rovinare ancora gli abiti: era di colore verde scuro mentre la cintura e le polsiere erano di un bel arancio ... anche al termine di tutto l'avrei tenuta con me come ricordo.

Passarono esattamente ventiquattro ore da quando mio padre era entrato nella stanza ed io aspettavo seduto sugli scalini del palazzo. Goku e gli altri erano già andati da tempo alle loro dimore mentre io me ne stavo lì in attesa ad osservare il cielo limpido. E se Vegeta fosse uscito dopo due giorni anziché uno? ... avrei continuato ad aspettare anche se, ammettiamolo, con Piccolo avevo ben poco di cui conversare. Per essere già pronto poi avevo già indossato la nuova tuta che mi stava a pennello come se mi fosse stata fatta su misura ...
Finalmente udii una porta chiudersi alle spalle. Istintivamente mi alzai in piedi con un solo balzo e attesi che il principe dei sayan si avvicinasse ... Arrivò calmo, con un sorriso soddisfatto sul volto. Dapprima non mi guardò ma poi, quando fece ciò, il sorriso scomparve lasciando spazio alla sua solita espressione accigliata ... il fatto di scatenare in lui quel tipo di reazione mi fece stare parecchio male ...
Lo vidi andare verso il perimetro della piattaforma. Prima di lasciarsi andare nel vuoto si voltò appena per osservarmi ... anche lì non fece nulla di più.
Sempre meno convinto entrai nella stanza e iniziai l'allenamento lungo un anno che mi parve però un'eternità ...

Dopo trecentosessantacinque giorni esatti, conteggiati all'interno di quel luogo angusto con una precisione maniacale, uscii rinnovato di nuova forza e nuova voglia di fare. Al di là della stanza mi aspettarono Dende e Piccolo.
« Com'è andata? » mi chiese il primo.
« Tutto bene, grazie. Ora riuscirò nel mio intento! » risposi davvero felice per i miei risultati ottenuti.
« Quindi adesso partirai? » chiese schietto Piccolo attirando improvvisamente la mia attenzione.
Rimasi a riflettere un momento e poi risposi « Adesso saranno all'incirca le quattro del pomeriggio, vero? ... » il namecciano annuì « ... Ho alcune minuscole faccende da sbrigare quindi credo che partirò domani mattina presto ».
« Si tratta di Vegeta, non ho ragione? ». Feci un cenno affermativo con la testa e poi allargai la risposta « E poi vorrei avvertire anche gli altri della mia partenza quindi mi serve un pochino di tempo per fare il tutto. Posso fare una richiesta? » Piccolo rimase in attesa e così io potei proseguire « Posso fare qui la partenza? Me ne darebbe il permesso? ».
Il namecciano si strinse le braccia « Per me non ci sarebbe alcun problema ma non sono il Dio quindi non è a me che dovresti chiedere ». Ennesima gaffe … prima che potessi porgere la domanda il piccolo Dende me ne diede il permesso. Che bambino gentile,
Prima di partire in volo rientrai nel palazzo e mi cambiai d’abito rimettendomi la mia solita vestita.

Andai nella piccola isoletta di Genio per recuperare alcune cose a me care e che ci tenevo a portare con me. Atterrai sulla sabbia tiepida ed osservai la piccola casina rosa che stranamente sembrava invasa da muratori “fai da te”: Pual e Oloong infatti erano trasformati rispettivamente in martello e pennello mentre il vecchio Genio delle Tartarughe, aiutato da Crillin, ricostruivano una parte di una parete. Appena mi vide il piccoletto interruppe i lavori che stava facendo e mi corse incontro rischiando addirittura l’inciampo in una cassetta degli attrezzi « Heilà Trunks! Accedenti, sei diventato ancora più forte! » disse poi sentendo l'aura rinnovata.
« He-he … Grazie »
« Dì un po’, cosa ci fai da queste parti? Hai finito l’allenamento? » mi chiese Crillin sistemandosi meglio il cappellino che aveva sulla larga testa.
« Già, sono venuto a prendere quel giocattolino gonfiabile e la spada. Domani parto per tornare a casa » dissi mettendomi le mani in tasca, tranquillo come un pasha.
« Davvero? » chiese arricciando le sopracciglia scure.
« Sì, al palazzo di Dio, domani mattina. Ci sarete vero? Mi piacerebbe salutarvi tutti come si deve … »
« Ma certo! … » esclamò Crillin battendosi forte sul petto con una mano « … aspetta qui, vado a prendere le tue cose » e detto ciò il mio amico sparì dentro la casetta.
Nell’attesa chiacchierai con tutti gli altri e mi feci spiegare il perché di quei lavori …
Crillin tornò dopo poco con le cose richieste e con una di cui avevo scordato la menzione … ovvero l’abnorme e costosa trapunta blu.
« Grazie amico, sei stato gentilissimo. Ora scappo che ho altre fermate » dissi pimpante mentre mi riallacciavo la spada attorno al petto.
« Di nulla! Ci vediamo domani al palazzo di Dio allora » mormorò mostrandomi il pollice della mano destra.
Mi alzai in volo e mi allontanai dopo aver salutato per partire verso una nuova meta.

La fermata successiva fu decisamente più lunga … Infatti la nonna non mi voleva lasciare libero XD
La mancanza di mia madre (e dell’altro) in casa infatti mi aveva portato a comunicare il tutto al nonno e alla nonna che, alla notizia, parvero davvero dispiaciuti. In ogni caso mi assicurarono che il giorno dopo ci sarebbero stati tutti, nessuno escluso (mannaggia 2 >.<).

A casa Son fu un pochino tutto più sbrigativo e diretto anche se il piumone datomi da Crillin e i vassoi di pasticcini della nonna (non riuscivo mai ad allontanarmi da lei senza un qualche regalo!) mi rendevano la conversazione un po’ più “ingombrante”. Parlando con Gohan però ci capimmo al volo quindi in pochi minuti anche lì ero già pronto per partire verso l’ultima meta … se non ci fosse stato il signor Goku ad intralciarmi per scroccarmi qualche dolcetto avrei fatto ancora prima!


Quando raggiunsi l’ultima tappa oramai si erano fatte le sei di sera. Il sole era ancora abbastanza alto ma stava iniziando ad effettuare la sua parabola di discesa. Dopo breve tempo, anche se a distanza, iniziai a intravedere la famigliare conca con all’interno il lago … vicino ad esso l’aura di mio padre rimaneva alta e ferma. Sorrisi e così aumentai la velocità raggiungendolo in un lampo. Quando gli fui vicino interruppi la tecnica del volo ed atterrai poggiando delicatamente i piedi. Feci qualche passo di corsa prima dei essere al suo fianco ...
« Vegeta! » lo chiamai a gran voce felice del fatto che fosse rimasto dove stesse nonostante mi stessi avvicinando.
Attese un po’ prima di voltare lo sguardo verso di me: gli occhi di spalancarono appena mentre il resto della posa rimase quello si sempre ovvero con le braccia incrociare al petto e i piedi fissi a terra con le gambe leggermente divaricate « Cos’è tutta quella roba? Vuoi diventare un venditore ambulante forse?! »
« No, no … » negai con anche un cenno della testa prima di poggiare il piumone a terra « … Sono delle piccole cosucce che ho da darle …». Mio padre alzò all’improvviso un sopracciglio non capendo bene.
Mi avvicinai con i due vassoi e glieli misi in una delle mani con la forza « Ecco, questi sono da parte della nonna … ».
Vegeta alzò uno dei leggeri veli che li ricopriva andando così a vedere la frutta e le macchie di cioccolato fondente che ricoprivano le varie leccornie. Ripose il velo come se nulla fosse rimanendo però un poco perplesso … « Nonna? »
Mi bloccai mentre mi accingevo a sollevare il piumone da terra « Beh … » rimasi in silenzio un poco « … Le spiegherò … Questo invece è da parte mia! » dissi poi mettendogli l’oggetto gigante nell’altra mano. Non per dire ma i ruoli si erano scambiati di netto ^^
« NON ME NE FACCIO NIENTE DI QUESTA ROBA! » Sbottò mio padre a squarciagola senza però lasciare a cadere a terra le varie cose … le ripresi, una dopo l’altra, e le riappoggiai a terra con garbo.
Vegeta tornò al bordo della conca e vi sedette sul suo perimetro incrociando nuovamente braccia e gambe. Mi sedetti anch’io vicino a lui ma mantenendo una certa distanza. Osservai il cielo e notai che di stava iniziando a tingere di un leggero arancio … evidentemente con l’orario avevo sbagliato in pieno: era più tardi del previsto.
Ruotai gli occhi verso papà. La sua espressione era come al solito … Non potevo pretendere un momento differente …
« La coperta gliel’ho comprata per ringraziarla … »
Sentii un mugolio provenire dalla sua direzione « E perché? »
Sospirai e mi strinsi tra le spalle anche se non provavo alcun freddo per il quale fosse necessario effettuare quell’azione « Per quella volta che mi sono addormentato nel suo posto … Mi ero rintanato in un angolo ma al mattino mi sono svegliato nel suo “letto” e addosso avevo quella coperta malconcia … » mi fermai un secondo abbassando lo sguardo verso l’acqua limpida che rifletteva la figura del Sole « … La ringrazio, per quel gesto ».
Papà ridacchiò appena e scosse la testa. Non capendo iniziai a fissare il vuoto con un'espressione incuriosita sul volto finché non iniziò a parlare « Ma che “gesto e gesto” se hai fatto tutto da solo! »
« O.O Cosa? » alzai immediatamente gli occhi verso di lui, sorpreso.
Vegeta si portò le mani dietro la nuca e si lasciò cadere all’indietro con la schiena mentre gli occhi rimanevano chiusi « Io non ho fatto un bel niente. Sei te che si dei mosso a carponi e ti sei infilato là sotto ».
Quindi avevo fatto tutto da solo? Vegeta non si era comportato in modo gentile con me? ... Mi sembrò che una parte di quel castello che avevo per la testa fosse crollato in parte …
« Ah … » fu l’unica cosa che riuscii a proferire mentre la testa si inclinava in avanti. Come per aumentare il momento di delusione nel quale mi trovavo Vegeta rise di gusto forse trovandoci gusto nello schernirmi …
« Ha Ha Ha Ha Ha! Cos’è, ci sei rimasto male forse?! » disse guardandomi con occhi strani.
Mossi solamente la testa da una parte all’altra dondolandola lievemente senza far uscire fuori qualcosa di minimamente udibile dalle labbra. Mio padre di zittì all’istante forse non aspettandosi quella reazione da parte mia. Mantenne gli occhi aperti e alzò lo sguardo verso la volta celeste che pian-piano mutava di colore …
Altri minuti di silenzio …
« Cosa sei venuto a fare? » chiese all’improvviso all’unico essere presente oltre a sé.
Strinsi i pugni … il momento infine era giunto.
« Domani mattina partirò dal Palazzo di Dio e tornerò nella mia epoca. Prima di andare però volevo parlarle di una faccenda importante. Sa, quella cosa che più volte le volevo comunicare …» voltai lo sguardo verso di lui ma lo spostai immediatamente quando lo incrociai con il suo. Pensai però che non potevo continuare a comportarmi a quel modo in eterno quindi presi coraggio: ruotai il capo e fissai i suoi occhi scuri con determinazione …
« Vedete, nel mio sangue ho il sangue sayan perché io … » Mi fermai immediatamente ... “Che inizio indecente!” pensai mettendomi una mano nei capelli non riuscendo ad andare oltre …
Vegeta si rialzò mettendosi seduto e in quell’attimo temei che ne avesse già abbastanza. Mi maledissi mentalmente un milione di volte mentre lui tornava ad incrociare gli arti … mi ero preparato tanto nella Stanza …
Mio padre sbuffò appena « Eri partito meglio l’ultima volta ».
« Lo so … ».
“Un secondo …” pensai “ … Cosa significava che ero partito meglio l’ultima volta?” … con gli occhi stralunati continuai ad osservarlo ma più i secondi passavano più il mistero sembrava voler rimanere tale …
« Vegeta … » iniziai « … deve per caso dirmi qualcosa di importante di cui non sono a conoscenza? » chiesi con un filo di voce mentre il Sole ormai basso iniziava a dipingere delle lunghe ombre scure alle spalle lunghe fino a metri.
« No, nulla di particolare. A parte il fatto che so già tutto » disse tranquillo come se stesse parlando di una bevanda energetica. Io invece scattai in piedi come una molla « COME?! C-Come fa a saperlo? ».
« Semplice … tu parli soltanto troppo quando vuoi. Ti ho sentito mentre dormivo » mi rispose rapido con un tono che molto probabilmente non ammetteva repliche.
« Davvero? » Vegeta annuì semplicemente senza guardarmi. Cascai a terra come una pera matura … mi ero improvvisamente svuotato di un peso enorme. Tornai nella posizione precedente ed improvvisamente mi sentii molto più bambino … « Allora, cosa ne pensa? » chiesi mentre le gambe dondolavano e le mani, poggiate leggermente indietro sulla soffice erba, sostenevano la schiena.
« Cosa vuoi dire? » mi chiese di rimando con un’espressione che non mi piacque … capendo che non voleva rispondere alla mia domanda, forse perché troppo intima, gliene porsi una abbastanza lontana: « Beh, non ha nulla da chiedere? ».
Vegeta parve pensarci su … « Chi è? »
« “Chi è” chi? »
« Chi è la donna, tua madre » mi ridomandò spiccio, curioso di sapere chi fosse la fortunata.
« A dire il vero la conosci abbastanza bene … » le sopracciglia scure di piegarono verso il basso mentre gli occhi iniziarono a spostarsi rapidamente come a controllare i vari ricordi presenti nel suo cervello. Visto il tempo che ci stava impiegando gli diedi due aiuti schiaccianti: « … mi ha costruito la macchina del tempo mentre sua madre, la nonna, ti adora e se potesse ti starebbe accollata fino allo sfinimento! ».
Vegeta capì. Gli occhi si spalancarono e rimasero tali finché non ripresi un nuovo discorso: « Nel mio tempo siete stati assieme e io sono stato concepito prima che tu partissi per lo spazio per diventare un Super Sayan. Quì le vicende sono andate molto diversamente … la causa forse è da ricollegarsi ai miei viaggi …» raccolsi le ginocchia al petto e le strinsi « … Mi spiace moltissimo. Non immagini nemmeno quanto non sopporti questa situazione cioè, tutto è diverso … E’ tutto così frustrante ».
Il Sole iniziò ad immergersi nell’orizzonte mentre il cielo diveniva di un rosso quasi corposo.
« Quindi nel futuro chi c’è ancora? » mi chiese senza mai staccare gli occhi dalla palla infuocata.
« A parte io, la mamma e pochi altri di sua conoscenza non vi è più nessuno. Goku è morto per la malattia mentre tutti voi, Gohan compreso, siete periti sotto i colpi dei cyborg 17 e 18 … » mollai la presa alle gambe lasciandole nuovamente libere di muoversi come preferivano « … Purtroppo là il principe dei sayan non esiste più ».
Vegeta grugnì appena infastidito da quella rinfrescata di notizie ma io, dopo un lampo di genio improvviso, proseguii « Vegeta, posso chiederti una cosa? … »
L’interessato non rispose ma non mi impedì di andare avanti « … Se lei nel mio tempo non ci sei più, vuol dire che adesso il Principe sei Sayan sarei io? ».
Come se avessi detto una bestemmia Vegeta si voltò di scatto e mi afferrò per la giacca con forza « Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere … mi sono spiegato Trunks?! ». Annui con forza e a quel gesto la presa venne lasciata. In ogni caso proseguii con quel pensiero … Io principe? Nel mio tempo avrei potuto! Pertanto continuai a ciondolare contento mentre nell'anticamera del cervello si ripeteva una frase che costantemente ripeteva "Anch'io sono un Principe dei sayan!" mentre lasciavo che Vegeta mi osservasse stranito ma sicuramente consapevole di cosa mi passasse per la testa.

Mi alzai un secondo da terra e gattonai verso una meta precisa. Quando feci ritorno avevo con me una decina di pasticcini. Ne allungai uno a Vegeta ma lo rifiutò categoricamente.
Mandai giù il boccone prima di dire altro: « Manchi tanto alla mamma sai? Sei morto quando ero piccolissimo e da allora è rimasta sempre sola … » mi sentii i suoi occhi addosso « … Se ci fosse la possibilità, con la mia macchina del tempo, lei verrebbe nella mia era con me? » chiesi in sol fiato.
Papà fu rapidissimo a dire la sua, come se avesse la risposta pronta da tempo immemore: « No ».
Fu talmente diretto da lasciarmi spaesato ... « Perché no? Là ci sarebbe la mamma … e io … » forse già gli apparivo come patetico. Mi fermai prima di commettere altre sciocchezze verbali. In ogni caso volli sapere il perché e lui rispose come mi sarei dovuto aspettare: « Quel tempo non è affar mio e poi … » un maligno sorriso gli nacque sul volto prima di proseguire « … Hai detto che Kaharoth non c’è, quindi mi sembra inutile fare il viaggio ».
Sorrisi anch’io anche se la speranza per un sì era stata tanta …
Quando l'ultimo pasticcino fu scomparso tra le mie fauci sayan sbattei velocemente le mani per togliere da esse tutti i residui di pasta e zucchero. Osservandolo mi venne alla mentre un'altra domanda, quel giorno ero davvero in vena: « Mentre aspettavo che uscissi dalla stanza Goku mi ha detto che sei stato tu a darmi il senzu ... Perché? ».
Rimasi a contemplarlo mentre oramai ogni cosa era virata su delle tonalità di un rosso acceso e attesi a lungo ... la risposta sembrava non volete arrivare mai. Quando fui lì per lì per riporgergli la questione mi zittì ordinandomi di fare silenzio perché lo stavo facendo spazientire. Il perché di quel senzu sarebbe rimasto un mistero per l'eternità ... emisi un sospiro mentre mettevo le gambe a farfalla e mi tenevo i piedi con entrambe le mani « Beh, qualunque fosse il motivo ti ringrazio ancora. La trapunta servirà a ricambiare il gesto » dissi poi sorridendo.
« Tzk! Come se mi servisse a qualche cosa ».
Prima che il sole venisse inghiottito gli chiesi un ultimo quesito …
Forse quella più difficile …
« Vegeta … »
Il suo sguardo era tornato quello di sempre « Cosa c’è … »
Un ultimo sforzo, un ultimo moto di coraggio ...
« Posso chiamarti papà? »

Il sole tramontò e anche lì non ricevetti mai risposta.

La notte passò rapida e fredda in quel luogo all'aperto. Rimasi al fianco di Vegeta tutto il tempo per trascorrere assieme a lui gli ultimi momenti anche se, dalla fine del dialogo tra noi, il silenzio era l'unico compagno di quegli attimi. Avvolto dalla calda trapunta, della quale papà rifiutò l'utilizzo perché secondo lui non vi era freddo alcuno, lo osservavo nella speranza che fosse lui a dirmi qualcosa ... Mi sarebbe bastata anche la scemenza più colossale dell'universo a quel punto. Tante, tantissime domande riguardanti il suo passato mi frullavano per la testa inesorabilmente ma non potevo assolutamente chiedere: essendo un personaggio riservato Vegeta si era già sforzato a rispondere a quella poca roba durante il pomeriggio. Pretendere che anche durante la notte dissipasse i miei dubbi con risposte altrettanto poco chiare mi sembrava davvero troppo anche perché, nonostante adesso sapessimo vicendevolmente l'uno dell'altro, quel feeling famigliare che ricercavo non si era formato per niente. Lui, semplicemente, se ne stava lì, immobile ad osservare chissà cosa mentre io mi rodevo dentro.
Al contrario delle aspettative però mi addormentai dopo breve in quel tepore che sembrava quasi fetale ...
Parecchie ore dopo, quando mi svegliai a fatica, lui non c'era più.
Anche se dovevo aspettarmelo da uno come lui ci rimasi ugualmente male ... Riordinai le varie cose, mi lavai e mangiai qualcosa.
Vegeta sembrava che avesse azzerato l'aura. Chiaro: non voleva assolutamente vedermi.
Mi alzai in volo e mi diressi verso il Palazzo di Dio con un abbattimento incredibile.

Su di quella piattaforma sospesa soltanto Crillin, Genio, Pual e Oloong erano presenti e appena atterrai mi incamminai loro incontro per salutarmi: li abbracciai tutti, nessuno escluso ... Avevo bisogno di sentirmi accolto, almeno lì.
Crillin comprese immediatamente il mio sguardo velato di tristezza ... « Non è andata bene con Vegeta, vero? ».
Feci un timido sorriso cercando di non sommare le varie speranze infrante « Non è andata come mi immaginavo ... Anche se a dire il vero, con uno come lui, nulla è prevedibile ».
Dopo un sibilo di vento alle spalle anche la famiglia Son comparve assieme al teletrasporto di Goku. Mi fece uno stano effetto vedere i due guerrieri vestiti in borghese, a differenza di Crillin che già l'avevo visto una volta: Gohan indossava una giacchetta bianca tipicamente dallo stile cinese con dei larghi pantaloni neri mentre Goku, sopra a una semplice maglietta bianca, indossava un giaccone arancione e nero mentre i pantaloni erano di uno strano verde salvia ... che cattivo gusto ^^
« Ciao Trunks! » disse il bambino correndomi incontro. Lo salutai calorosamente a mia volta così come avevo fatto con gli altri.
Il signor Goku si avvicinò affiancato dalla sua signora che al momento sembrava tranquilla « Non ci avevi detto l'orario di ritrovi quindi sono arrivato appena ho sentito la tua aura in questa direzione ... Siamo in orario vero? » chiese poi ridacchiando.
Sorrisi « Certo che siete in orario ».
Nei minuti seguenti mi chiesero di me e di Vegeta ... Anche loro sembrarono rimanere corti dalla mia ricca descrizione. Spesse volte poi abbassavo lo sguardo colto da una certa vergogna verso me stesso. Nessuno mi chiese di più, tutti capirono che mi sarebbe servito tempo per smaltire il tutto.
Soltanto un'ora dopo la famiglia Brief arrivò e il perché era da ricollegarsi alla mia mancanza di un orario definito per l'incontro: un grande jet atterrò sul grande spiazzo e i motori si spensero sotto il comando del pilota. La prima ad uscire da esso fu mia madre con quello sconosciuto tra le braccia e poi fu il turno di mia nonna che però, per prima, mi si avvicinò con espressione gaia baciandomi più volte sulle guance. Dopo le due donne scesero anche Yamcha e il nonno, che faceva da pilota, accompagnato dal suo fedele animaletto da compagnia. Le chiacchiere s'alzarono rapide camuffando momentaneamente quello che doveva essere da parte mia un addio ...
Li lasciai fare ma poi, quando notai che gli argomenti sviavano nelle direzioni più disparate capii che non aveva molto senso trattenermi di più: aprii la scatola nella quale tenevo le capsule e ne attivai una dopo aver premuto il piccolo bottone su di essa ed averla gettata poco distante. Quando uno strano "Pof" si udì a causa della mutazione dell'oggetto tutti si ammutolirono e si voltarono verso la mia figura che a passo lento si incamminava verso la preziosa macchina dai colori luminosi e dal largo vetro. Con una mano accarezzai la scritta "Hope" fatta tempo addietro con un semplice pennarello ... l'umore non si ridestò affatto anche perché durante il viaggio alcune speranze erano state esaudite mentre altre si erano infrante miseramente e magari più volte consecutivamente. Mi voltai indietro e sorrisi a quella gente meravigliosa che mi avevano accolto con tanto amore ed affetto ... chiudi gli occhi e feci loro un inchino « Vi ringrazio immensamente per tutto quanto ».
Molti si avvicinarono e mi salutarono nei modi più diversi: chi mi sorrise soltanto come Piccolo, Yamcha e la mamma; chi mi diede una pacca affettuosa sulla spalla come Crillin; chi mi abbracciò calorosamente come il signor Goku e chi invece mi baciò la guancia come aveva fatto la nonna anche poco prima.
Il piccolo Gohan si staccò dai suoi famigliari e mi si avvicinò con un'espressione buia sul volto mentre gli occhi luccicanti chiedevano tutt'altro ... « Tornerai? ».
Fui sincero e lo trattai come un vero adulto « Non lo sò Gohan ... Purtroppo dopo che avrò sconfitto i cyborg ci saranno tante cose da fare e quindi non sò se troverò il tempo per tornare quì. E poi questo non è il mio posto ... » poggiai una mano sulla sua spalla per fargli forza. Rimase senza parole ed abbassò lo sguardo sconsolato.
Rialzai gli occhi verso tutti dopodiché con un balzo fui all'interno della capsula. Mi sedetti sul seggiolino dal colore scuro ed accesi i motori della navicella. Il piccolo sayan si allontanò tirato indietro dal padre che lo stringeva calorosamente.
La macchina del tempo si alzò in cielo e rimase sospesa in mezzo alle nuvole ... da lassù vedevo tutti agitare le braccia o meno per dirmi addio. Sorrisi e anch'io aprii una mano in loro direzione per salutarli.
Premetti il motore dell'avvio per la connessione spazio-tempo e il computer iniziò a elaborare i dati per individuare il tragitto ...
Chiusi gli occhi e portai la fronte nella mano, chinando la schiena in avanti ... Era terribile andarsene, soprattutto a quel modo ...
Quando ancora il computer di bordo era al 50% dell'elaborazione udii un picchiettio sul vetro spesso. Alzai gli occhi azzurri e lui ... lui era lì.

Anche se non mi era molto possibile mi alzai un poco dal sedile. Poggiai le mani alla superficie fredda e il vetro si appannò appena sotto il mio respiro affannato ... « Vegeta! ».
Lui era sospeso in aria con ancora indosso gli abiti pressoché distrutti della battaglia. Ritrasse la mano usata per bussare e incrociò il braccio con l'altro al petto.
Il motivo non lo comprendevo ma ero emozionato ... talmente emozionato che gli occhi si inumidirono ... « ... Papà ... »
Il Principe continuò a guardarmi serio. Poi abbassò per un istante gli occhi, come per riflettere ... Li rialzò e li fissò ai miei.
Per la prima volta, assieme a quegli occhi scuri, mi venne posto un sorriso gentile che mi fece battere il cuore e perdere per un attimo il controllo di me ... i sogni infranti si riaggiustarono come se fossero state gocce di mercurio.
Una voce elettronica mi avvertì che l'elaborazione era ormai giunta al 90% ...
Picchiai un pugno sulla cupola, arrabbiato perché oramai non potevo più tornare indietro. Gridai. Gridai con tutto il fiato possibile ...
« PAPA', IO TORNERO'! NON TI CURARE DI NESSUNO, RIMANI CIO' CHE SEI PERCHE' IO TI VORRO' BENE ANCHE CON IL CARATTERACCIO CHE TI RITROVI! NON CAMBIARE, NON CAMBIARE MAI! ... » l'elaborazione aumentò mentre Vegeta rimaneva con quello sguardo « ... TORNERO'! TE LO PROMETTO! ».
La macchina temporale iniziò a divenire invisibile e a sussultare quando il processo richiesto giunse a compimento ...
« A PRESTO PAPA'! TI - » la macchina scomparve e io non lo vidi più.

Quando la lacrima fuggitiva scivolò dalla guancia e andò ad infrangersi sulla tastiera grigia il mondo che mi circondava non era più quello nel quale avevo vissuto fino a poco prima ...
Feci atterrare la navicella a terra e ne fuoriuscii con movimenti lenti.
Una folata di vento mi scostò i capelli. Alzai gli occhi al cielo, sorrisi e mormorai una frase anche se sapevo che non l'avrebbe sentita mentre un'altra lacrima scendeva silenziosa ...
« Ti voglio bene ».

 

 

 

 

 

Spero tanto che vi sia piaciuto.
Annuncio che questa storia prenderà una pausa estiva (come la proprietaria del resto ^^) pertanto annuncio che il giorno:
Lunedì 28 Luglio verrà postato il capitolo n°67
... i successivi riprenderanno regolarmente a partire dal 25 Agosto.
Chiedo scusa ma ho bisogno di una piccola pausetta per far rilassare il cervello e visto che ho trovato questo punto fermo ho pensato che fosse il momento adatto per creare un blocco.
Cos'altro aggiungere se non grazie a tutti di cuore?
Vi saluto, buone vacanze ^^
Un bacio
scImMIA

 

 

Ps: ... Continua ... XD

  
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