Videogiochi > Mad Father
Segui la storia  |       
Autore: Fonissa    24/04/2014    2 recensioni
*dal testo*
Ognuna di noi è sporca di sangue e piena di ferite. Avremmo mai una vita normale? Molto probabilmente no. Ci guardiano l'un l'altra e ci abbracciamo. In quel momento non mi importa di niente. "Staremo insieme, per sempre."
Genere: Horror, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Arrivate al museo, scopriamo che c’è una mostra interamente dedicata a un solo artista, Guartena. Entriamo e Maria paga due biglietti, poi inizio a visitare il museo liberamente. Subito mi accorgo che questo pittore doveva essere un po’ strano. Molti quadri sembrano fatti da un bambino di quattro anni e non capisco cosa dovrebbero significare dei manichini senza testa. Dopo un  po’ di girovagare a caso, mi imbatto in un grande quadro chiamato “Guartena’s world”. Questo attira la mia attenzione. Non so il perché, ma ne rimango estasiata. Resto a fissarlo per almeno dieci minuti buoni, quando all’improvviso le luci si spengono e sento una forza che mi risucchia verso la parete.
Maria! Maria!” urlo, ma non risponde nessuno.  Può essere mio padre questa forza sconosciuta? Oppure mia madre? L’unica cosa che so è che svengo. Mi risveglio in un posto molto simile al museo ma più tetro e scuro. Mi alzo tremante, incapace di camminare, quindi mi appoggio al muro cercando di capire dove sono. Dopo qualche minuto ci rinuncio a capirci qualcosa e lentamente inizio a camminare. Quando vedo qualcosa che si muove mi spavento. Ma penso a tutto quello che ho già passato, quindi mi faccio forza e vado a controllare. Rimango seriamente terrorizzata quando mi accorgo che la cosa che si muove è uno dei manichini senza testa. Inizio a correre verso la parte opposta, ma dopo circa un paio di minuti sento qualcosa che si avvicina a me. Ha capito che c’è qualcuno. Inizio a correre più velocemente, ma inciampo su qualcosa. Quando mi rialzo vedo che quel qualcosa è una testa di manichino. Ripenso alle mie esperienze e con molta forza e coraggio prendo la testa e vado verso il manichino. Quando gli porgo la testa questo mi fa un cenno con la mano, come per dirmi di seguirlo. Con molta riluttanza, decido di seguirlo. Mi porta in una stanza scura, dove c’è solo una rosa dentro un vaso. Quella rosa non mi convince, non so il perché, ma ha qualcosa di sospetto. Decido di non prenderla e il manichino mi applaude. Come se quella fosse stata una prova. All’improvviso altri manichini iniziano a venire verso di me, accompagnati da quelle che sembrano delle bambole. All’inizio mi spavento, ma poi mi accorgo che non hanno cattive intenzioni. Li lascio avvicinare e loro mi fanno visitare questo strano posto. Ci sono molte stanze strane e diverse tra loro, molte di queste si aprono con chiavi nascoste, ma c’è una cosa che le accomuna tra loro: in ognuna ci sono dei quadri. Dopo un po’ di girovagare, vedo da lontano una bambina di un paio di anni più piccola di me. Quello che più mi colpisce in questa bambina sono i suoi occhi. Rossi. Ma non di un rosso sangue come quelli di quel signore in nero, ma di un bel rosso rubino. Appena i manichini e le bambola la vedono la bambina le vanno incontro. Penso che vogliano sottoporla alla prova della rosa, ma non appena mi accorgo che la rosa ce la in mano mi spavento e caccio la mia piccola motosega.
Si, ho ancora la mia motosega con me, non so il perché ma avevo l’impressione che mi sarebbe servita prima o poi.
E infatti taglio a fettine ogni bambola o manichino mi si pari davanti. Appena raggiungo la bambina le raccomando di mettersi dietro di me e lei segue i miei ordini. Continuo a tagliare ogni cosa che ho davanti e solo quando ho finito mi accorgo che dai manichini e dalle bambole invece di uscire la stoffa esce del sangue. Molto sangue. In quel momento mi sembra di sentire le parole di mio padre che mi dice: “Mi assomigli molto, sai Aya?”. Scaccio dalla testa questi brutti pensieri e mi volto verso la bambina.
Stai bene?” le chiedo.
Si, grazie” mi risponde.
Io mi chiamo Aya, tu?
Io sono Ib
 
*ANGOLO AUTRICE*
Ed ecco l’incontro tra due delle protagoniste, Aya e Ib! Scusatemi se questo capitolo è corto, mi rifarò negli altri. Spero che vi piaccia e che continuiate a seguire la storia :D
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mad Father / Vai alla pagina dell'autore: Fonissa