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Autore: Kazu_kun    25/04/2014    1 recensioni
Una nuova galciazione incombe su Arendelle. Un problema da sistemare. Un amore creato e spezzato dallo stesso potere. Un potere diviso in due cuori. Uniti e divisi da questo amore impossibile e dal potere che ne deriva. Un'avventura da affrontare, nuovi amici da incontrare. Elsa, Anna, Kristoff, Sven ed Olaf devono affrontare molte avversità. Elsa deve affrontare le sue emozioni ed un'amore che non può esistere... Riusciranno i nostri amici a scongiurare il nuovo inverno perenne che incombe sul mondo intero? Ed Elsa, riuscirà ad amare l'uomo che non può contraccambiare per via di un antico incantesimo applicato a due cuori destinati ad amarsi? Jack riuscirà a fare la cosa giusta per la sua amata?
Genere: Azione, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stavamo camminando tranquillamente mentre parlavamo tra di noi, quando una frustata rumorosa colpì la testa del povero Olaf facendola staccare dal corpo e anche volare via il naso di carota. Il corpo cominciò a dondolare mentre camminava a vuoto cercando la testa che intndo gli diceva “Si… un po’ più a destra… no! Ora a sinistra!... si…. Ora vieni un po’ più avanti… no ora torna indietro… ecco, così….”e mentre il nostro pupazzo di neve cercava di ricomporsi, altre frustate ci arrivarono addosso e la frusta usata ricordavano… Capelli?! Eh, si! Erano proprio capelli! Scuri alle punte e dorati e lucenti fino ad un certo punto, dove per l’appunto divenivano castano scuro, lisci e belli, ma taglienti come rasoi! Alcune frustate ci ferirono di striscio fino a quando non fummo dietro delle stalattiti di ghiaccio e delle rocce che a contatto con le frustate di quei capelli particolari e curiosi si laceravano e si scheggiavano. Poi, dalla stessa sporgenza da cui provenivano i colpi di frus… ehm, capelli, in questo caso... comunque cominciarono a piovere frecce. Elsa e Jack cominciarono a lanciare raggi congelanti che, laddove colpivano, creavano delle stalattiti di ghiaccio. Continuarono così per un po’, Elsa e Jack che si spostavano da stalattite a stalattite, da roccia a roccia e nei momenti in cui erano scoperti lanciavano i loro raggi congelanti, invece loro stavano uno dietro una parete di roccia e usciva solo fino alle spalle per lanciare le frecce e colui, o meglio colei che ci flagellava di frustate con i suoi lunghi capelli taglienti si spostava su quella sporgenza da una cavernetta all’altra, poiché erano qualche metro più su di noi, sopra uno spiazzale di roccia sollevato dal terreno e attaccato ad una montagna, che limitava la strada su cui stavamo camminando per arrivare a Judette da un lato e che era pienissima di insenature, corridoi di roccia e piccole stanze naturali, mentre alle nostre spalle, nel lato in cui stavamo noi, protetti da alcune rocce e stalattiti di ghiaccio, c’era un piccolo burrone e poi una distesa di morbida neve. Io, Kris, Sven e Olaf invece stavamo nascosti dietro un enorme masso al limite col burrone, c’era giusto lo spazio per starci in piedi. Non potei resistere nel guardare giù; era poco profondo, ma io mi sentii mancare lo stesso… forse non era l’altezza, forse fu un mancamento provocato da mio figlio o mia figlia… non so, comunque mi sedetti sul bordo del burrone, con le gambe a penzolone nel vuoto; Kris, che fin’ora aveva osservato bene la battaglia, si girò preoccupato e mi chiese poggiandomi una mano sulla spalla ed osservandomi con i suoi bellissimi occhi rossastri “Anna, va tutto bene, cara?” … caara? Oh, non mi aveva mai chiamata così ed era così caariiino… comunque! Io risposi che era tutto apposto e che avevo avuto solo un giramento di testa. Lui si sedette accanto a me, mi mise il braccio destro attorno alle spalle, ne appoggiò la mano sulla mia spalla sinistra e mi tirò a se appoggiandomi la testa al suo petto: “Va meglio?” mi chiese dandomi un bacio sulla testa. Io annuì e mi rialzai facendo attenzione che non mi arrivasse un colpo addosso, poi mi girai, mi misi in ginocchio dietro la roccia, affacciai una parte della testa per vedere che accadeva e proprio in quel momento vidi Elsa che correva verso di noi e veniva colpita da una frustata della semi bionda prima ad una gamba facendola inciampare cadendo a terra, poi mentre cercava di rialzarsi un’altra frustata le colpì il braccio su cui poggiava il corpo che venne prontamente sostituito dall’altro. A quel punto sollevò la testa e mi guardo un po’ impaurita, ma non appena vide il mio viso preoccupatissimo, la sua espressione si fece aggressiva e si rialzò improvvisamente e lanciò un raggio congelante che mancò di poco la ragazza dai lunghi capelli che rispose con una frustata ancor più forte delle altre che la colpì al fianco destro, facendola accasciare a terra in ginocchio mettendosi la mano sinistra sulla ferita. Non l’avesse mai fatto! Vidi Jack infuriarsi e gridare “NOOOO!” vedendo Elsa a terra ferita e scagliarsi con furia contro i nostri nemici: cominciò a lanciare raggi congelanti a raffica colpendo diversi punti congelandoli e costringendo i nostri nemici a scappare lungo la sporgenza dove erano stati approdati fin’ora, fino a quando uno di quei raggi non colpì alla caviglia la ragazza dai capelli-frusta congelandogliela e bloccandogliela al terreno, poi alle mani bloccandole alla parete rocciosa alle sue spalle. Sembrava fatta, ma appena sentì la mia voce gridare “JACK!! ALLA TUA DESTRA!!” si girò di colpo e con un gesto creò un muretto di ghiaccio che blocco al suo interno quattro frecce a pochi centimetri da lui. Poi volse lo sguardo verso Elsa e vide che quel tizio le aveva lanciato delle frecce. Lanciò un raggio che le deviò e le congelò al terreno. Poi iniziò a lanciare raffiche di raggi congelanti, evitando accuratamente cuore e testa ovviamente, e lo colpì prima sul busto bloccandolo a qualche metro dal suolo della sporgenza dove stava alla parete della montagna e, mentre lui si dimenava per liberarsi e cercava con le mani di distruggere il ghiaccio che lo aveva imprigionato al livello della vita Jack lanciò un raggio che gli congelò alla parete il resto del busto, bloccandolo dal bacino fino al collo al muro. Poi alzando le braccia e poi abbassandole di colpo, il ghiaccio che imprigionava entrambi scivolò dalla parete facendoli finire sotto la minaccia della mia pala e della lancia artigianale di Kristoff. “Wow,wow! Calma! Ci arrendiamo!!”: era un ragazzo giovanissimo, dal cuoio capelluto scuro, dei grandi occhi (anche se non molto grandi) con delle piccole pupille castano chiaro, un naso molto accentuato, un folto pizzetto scuro ed una espressione di sfida ma anche di arresa. Lei era molto bella: capelli dorati fino a qualche centimetro dalle punte, poiché più o meno a 10 centimetri dalla punta erano di un castano particolarmente scuro fino ad esse, gli occhi dalle grandi pupille di un verde molto vivo ed aveva uno sguardo aggressivo, il naso piccolino e delicato, con la punta leggermente all’insù e le sopracciglia dello stesso colore scuro delle punte dei suoi capelli. Li legammo ad un masso di ghiaccio creato lì da Jack utilizzando i capelli di lei. Elsa tentò di rialzarsi, ma gemette un quasi impercettibile lamento di dolore che invece Jack sentì e corse da lei fermandola e le creò un po’ di brina sulle ferite che subito provocò un espressione di sollievo sul viso di Elsa e su Jack un sorriso dolce, ma così dolce che… non so spiegarlo, ma era un sorriso che ti scaldava il cuore. Dopo questo lungo e dolce sguardo tra di loro, lui si rimise dritto sulla schiena, si fece serissimo e volgendosi verso la ragazza dai capelli taglienti ed al ragazzo dal naso a forma di patata, disse “Allora… lavorate per pitch, non è vero?!”. Nessuna risposta oltre ad un “Ttss” da parte di lui. Jack, ancor più serio, chiese “Come vi chiamate, servi del male?” e mentre lo diceva mise le mani dietro la schiena e cominciò a camminare avanti e indietro davanti ai due. “!! Servi del male a chi, Ghiacciolo?!?!” disse lei adirata. “Silenzio!!” a questa parola Jack, che ora dava le spalle ai due aggressori, si girò di colpo e stese il braccio aprendo la mano. “Pitch vi ha mandati a cercarci, ma come fa a sapere che siamo qui?” “Ma di cosa diamine stai parlando, si può sapere?!” disse lui spalancando gli occhi incredulo, ma lei lo zittì dicendo a bassa voce, ma noi la sentimmo ugualmente, “Sshhh! Non parlare con questi banditi!” “Ma quali banditi!” dissi io innervosita “Siete stati voi ad attaccarci!!”. Lei ci riflettè un po’ su, fece una faccia perplessa e disse “Beh… in effetti…” poi scosse la testa e continuò “Come facciamo a fidarci di voi?!” “La domanda è come NOI dovremmo fare a fidarci di gente che ci attacca senza motivo!!” disse Jack indicando con la mano Elsa col viso sofferente ed aggressivo mentre li guardava, ancora seduta a terra in ginocchio con la mia mano sulle spalle e la sua mano destra sulla mia sinistra. Era diventato di nuovo furioso. “Allora, Qual è - il vostro - nome! Ditecelo, subito!” disse con sguardo di sfida nei confronti di quei due ragazzi. “Io... sono Rapunzel” disse lei rassegnata, “E lui è Eugene Riders. E non conosciamo nessun… peach, pith, puck, pech, o come diavolo lo avete chiamato!! Non lo so e non mi interessa! Piuttosto… perché VOI avete congelato tutto?!” “Non-Non siamo stati n-noi, è-è stato Quel Pitch, per l’appunto” disse sofferente Elsa mentre cercava di alzarsi, ma Jack la fermò afferrandola dalle spalle e e la costrinse a risedersi dicendo “No, ti prego, Elsa! Ci penso io, ok, ca… a-a… cavoli!” disse girandosi di nuovo verso di loro, anche se si vedeva dal suo rossore: stava per chiamarla “cara”. “Come vi è venuto in mente di attaccarci senza motivo?!”. Kristoff diede voce ai miei pensieri dicendo “Ah, ah! Beccato! Stavi per dire !” “Aspetta, che?! No, no, no! Non è assolutamente vero!” disse imbarazzato Jack. Poi Eugene disse “uh,uh! Un arera ufficializzato, eh?!” “Eugene!” “Cosa?! Che c’è?! Che cosa ho detto?!” “Te l’ho detto mille lte di evitare confidenze ed essere più riservato!!”. Io e Kristoff ci mettemmo a ridere e capimmo che loro non ero pericolosi, così li liberammo. “Visto che state cercando anche voi Pitch, prchè non venite con noi?” “Aspetta, CHEEEE?!?!?!” dissero in coro sbalorditi Jack ed Elsa dalla mia proposta. “Ma ci dovrete dire come potrete esserci utili!” disse allegro Kristoff. Elsa, Jack, Olaf e Sven si guardarono esterrefatti dalla sua frase. Rapunzel ed Eugene in un primo momento rimasero basiti e si guardarono increduli, poi lui cominciò “Beh… io… non so se….” “Va bene, credo che possiamo dirglielo, no?” “Cosa?! Sei sicura?” “Oh, vedrai Eugy, sara divertente!” e gli fece un sorriso. “Ah…. E va bene! Diglielo pure.” E sorrise anche lui, ma il suo era un sorriso di rassegnazione divertita. “OK! Tenetevi forte gente, perché… I MIEI CAPELLI SONO DOTATI DI UN POTERE CHE Può GUARIRE DALLE FERITE!!! Tah dan!”. Io, Kristoff, Olaf e Sven ci guardammo dubbiosi e divertiti. “Aspetta, che?!” dissi io divertita “Mi stai dicendo che QUEI capelli che hanno tagliato, e ripeto TAGLIATO mia sorella, possono curare?!” “Oh, ma i miei capelli tagliano solo dalla parte scura!” disse con un sorriso. Ora eravamo perplessi… ci guardammo ancora una volta, tutti con un sopracciglio alzato. “Ok, dimostracelo!” disse Jack indicando le ferite di Elsa. “Va bene!”. Così dicendo, avvolse le ferite con la parte dei capelli dorata e cominciò a recitare una specie di canzone: “Fiore dammi ascolto, Se risplenderai, Con i tuoi poteri, tu mi proteggerai. Con la tua magia Tu risplenderai E non dirmi che, per me è tardi ormai. È tardi… ormai.” Nel momento in cui cominciò a cantare i capelli dorati si illuminarono di una luce color oro a partire dalla loro radice fino alle punte scure, le quali si colorarono di un alone violaceo. E come per magia le ferite di Elsa sparirono nel nulla. “WOW!!!” urlammo di stupore tutti insieme. Strano ma vero, dopo qualche ora eravamo già amici! Così ci incamminammo mentre io spiegavo a Rapunzel la storia di Pitch mentre Jack la spiegava a Eugene. Ora eravamo anche compagni di avventura… chissà se avremmo trovato ciò che cercavamo a Judette… e poi… chi erano davvero quei due? Non ci avevano raccontato nulla di loro… ma erano brave persone, almeno lo sembravano a noi tutti. Ormai mancava poco a Judette, io ed Elsa lo sapevamo… che cosa ci aspettava lì?
  
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