Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: Equivoco
Cap.13 Equivoco
"Non posso passare tutto il giorno con te, fratellino" sussurrò Itachi. Sfiorò la fronte del neonato con l'indice, il piccolo gorgogliò, scalciando.
Itachi gli rimboccò le coperte con movimenti lenti, indietreggiò e si sedette sulla poltrona, facendo ondeggiare la culla.
Si udì un
tintinnio e il giovane si voltò a guardare lo schermo del
computer. Sospirò, si voltò
e prese il telefono. Digitò due volte un due e una volta un
tre.
“Karin, vieni qui per favore. E’ la compagnia di appalti Team otto. Vogliono di nuovo il fax con la nostra offerta per quella fabbrica al centro… sì, quella di vestiti. L’anno scorso abbiamo guadagnato abbastanza bene con quella linea ispirata al ramen” disse. Abbassò la cornetta sentendo un click e strinse le labbra. Si voltò verso il minore e sospirò.
"Spero che non scoprirai mai che lavori noiosi e che vita triste tuo fratello ha dovuto accettarti per tenerti con sé" gli disse.
Il neonato lo fissò, il viso del maggiore si rifletteva nelle sue iridi azzurre, che si stavano iniziando a tingere di nero.
Si udirono dei passi avvicinarsi alla stanza, la porta si aprì e Itachi si voltò. Si alzò in piedi e si avvicinò all’uscio.
La
segretaria entrò dentro la stanza, si chiuse la porta alle
spalle e avanzò.
Appoggiò le carte sulla scrivania e si avvicinò.
“Tenga”
disse, porgendogli un foglio di carta. Si mise gli
occhiali nella lunga capigliatura vermiglia e le iridi color
rosso-rosa
le brillarono.
“Grazie” disse Itachi. Si voltò e si avvicinò al fax, lo accese e inserì il foglio.
Karin sentì
digitare e
il rumore del macchinario. Si
morse il labbro e si voltò verso la culla.
“Non ho potuto
fare a meno di notare che non vi ho visto
neanche una volta in situazioni di effusione con vostra
moglie” sussurrò.
Appoggiò una mano sul fianco e avanzò, il seno
prosperoso le tremava.
“Signorino, io
ho sistemato tutte le carte per l’adozione.
Siete sicuro di amarla veramente e che non sia solo una
montatura?” domandò
Karin. Si slacciò il bottone che teneva fermo il colletto
della camicia viola
che indossava.
“Suvvia, non
sono così contorto” borbottò Itachi,
mentendo nuovamente.
Guardò il
foglio sparire dentro la macchina e si voltò.
Sgranò gli occhi vedendo la
segretaria davanti a lui.
< Oggi la settimana aveva termine e potevo congedare Sakura, ma se Karin ha dubbi, rischio di doverla convincere a rimanere ancora. Non mi dispiace la sua presenza, ma potrebbe venirmi a costrare troppo caro e potrebbe anche rifiutare > pensò.
Karin si sporse sulle
punte e
lo baciò. Itachi s’irrigidì
sgranando gli occhi. La maniglia si abbassò e Sakura
entrò.
“Oh… io…” balbettò. Karin si staccò e ghignò, socchiudendo gli occhi. Itachi batté un paio di volte le palpebre e scosse il capo. Si voltò verso Sakura.
"C-Cosa..." biascicò.
Sakura si voltò e corse via.
Itachi scostò malamente Karin e corse dietro a Sakura.
"Aspetta!" ordinò.