Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: Specchio
Cap.14 Chi
voglio ingannare?
Sakura si passò
la mano sulla guancia sentendola umida.
Chiuse gli occhi e si passò il braccio sopra gli occhi
chiusi.
“Non capisco
perché ho reagito così. In fondo lo sapevo che
oggi me ne sarei dovuta andare” sussurrò.
Infilò i vestiti dentro il borsone e
tirò su con il naso.
“Solo che quel
pervertito poteva anche aspettare. E’ stato
più maleducato dei genitori della piccola Hinata”
si lamentò. Si mordicchiò
ripetutamente il labbro. Si passò la mano ripetutamente sul
naso e sentì gli
occhi pizzicare. Infilò dentro il borsone le ciabatte e si
voltò. Raggiunse l’armadio
e lo aprì. Abbassò lo sguardò,
aprì il cassetto e prese un paio di cinture. Si
girò e raggiunse nuovamente il letto, infilandole dentro.
“Poteva fare la
finta con quella, visto che erano amanti”
borbottò. Alcune ciocche dei capelli rosa le finirono
davanti al viso e
sospirò.
“E’
carino e ogni tanto è gentile, ma niente di
più”
sibilò. Aprì il
cassetto del comodino e ne prese un pacchetto di sigarette. Lo
gettò nella
borsa insieme alle altre cose.
“Bah, chi se ne
importa. Meglio così, almeno sarò ben
retribuita” disse. Si tolse le scarpe a ballerina bianche che
indossava e le
gettò nella borsa. Afferrò un paio di scarpe con
il tacco da sotto il letto e
le infilò. Si sfilò la camicia di seta color
crema gettandola dentro la borsa.
Raggiunse l’armadio, prese un body a balconcino rosso e lo
infilò.
“Non capisco neanche perché in questi giorni mi stavo vestendo come una signora.
Aspetta, ci sono. Forse avevo sperato di guadagnare qualche altro regalo degno di una nobilotta” disse. Guardò a destra e a sinistra.
Dalla finestra entrava un
vento freddo e le tendine
oscillarono. Si
girò, entrò in bagno e guardò intorno
a sé.
“Sì,
infatti. L’unica cosa importante sono i soldi”.
Aggiunse. Si voltò e vide il proprio viso nel riflesso dello
specchio. Osservò i
propri occhi arrossati,
le guance pallide e i segni dei denti incisi sulle labbra.
Appoggiò la mano
sulla superfice fredda e chinò il capo. Le lacrime le
rigarono il viso e
singhiozzò.
“Chi voglio
prendere in giro? Posso ingannare gli altri, ma
non me stessa. Una parte di me, forse, voleva illudersi di vivere una
stupida
favoletta d’amore con quel figlio di
papà” sussurrò. Cadde in ginocchio,
mise
le mani a terra e digrignò i denti. Singhiozzò
più forte e le lacrime le
rigarono il viso pallido.
“Me*da, ho
bisogno di una sigaretta e di un doppio martini”
sibilò.