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Autore: babygiuly    29/04/2014    6 recensioni
Finale alternativo per la saga di "divergent".
una storia d'amore a lieto fine tra avventura e ricordi, paure da superare e relazioni da ricostruire.
tratto dal prologo: sento bruciare nelle ossa il desiderio,e mi rendo conto che potremmo davvero farcela.potremmo davvero riuscire ad avere una vita nuova, una vita diversa. potremmo tornare nella nostra città e vivere in pace, come entrambi abbiamo sempre voluto, amandoci, construendo una famiglia, io e lei. io e la mia tris. non mi accorgo che si sta avvicinando fino a quando non è vicinissima, come sempre. sembra che si smaterializzi e si materializzi a due centimentri dal mio naso. guarda in alto, punta il suo sguardo nel mio e riesco a vedere la sconfinata bellezza dei suoi occhi, color miele ma screziati da migliaia di pagliuzze verdi, azzurre e scure. ha le pupille grandi di emozione. le appoggio una mano sul fianco, prima che lei si avventi sulle mie labbra e mi anneghi nell'infinito pozzo dell'amore.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV TRIS 
Nel buio, apro un pacchetto di caramelline alla fragola. L'odore di frutta mi riporta indietro, a quando ero piccola, quando ancora non avevo  fatto la mia scelta, non avevo ucciso, non avevo amato. Mi riporta a quando andavamo a cogliere la frutta nei campi, io, la mamma, il babbo e Caleb. L'odore di pesche e fragole, mischiato a quello del sudore e dell'erba, delicato ma penetrante. ricordo che mi riempiva i polmoni mentre, spensierata come solo un bimbo può essere, lavoravo con gioia. 
Siamo ancora al Dipartimento, ma tra poco torneremo in città. non tutti, chi vuole. l'hanno aperta al mondo e hanno creato un modello di città modello. sono rimasti cinque club con i nomi delle fazioni, ogni tanto ci incontriamo e ci dedichiamo a ciò che più ci piaceva fare quando l'esperimento era ancora in piedi... un modo come un altro per tenerci aggrappati ai ricordi senza affogarci dentro.
Un colpo di tosse mi fa di nuovo presente la realtà: sono nel grande dormitorio che ci hanno assegnato, con le gambe appoggiate sul muro, dalla parte del cuscino, e la testa in fondo, sdraiata e in pigiama. succhio un paio di caramelline, assorta. l'insonnia è la mia migliore amica ormai da troppo tempo. Un altro colpo di tosse. Dev'essere Cara, è raffreddata ultimamente. Qualcuno, nel sonno, ridacchia.  Un lieve colpo mi distrae dai mie pensieri e concentra la mia attenzione sull'aereoplanino che è atterrato sulle mie gambe, lasciate scoperte dai pantaloncini del pigiama. Lo apro. "tu, io, fuori di qui tra dieci minuti. sto soffocando". Lo leggo con la sua voce, con quel timbro profondo e sensuale che ho imparato ad amare, e sorrido. Il mio Tobias, lui sì che sa come tirarmi fuori da queste situazioni!
Lo vedo alzarsi nell'oscurità e uscire silenzioso. So cosa vuole. Nel mio cuore serpeggia l'ombra della paura. La caccio in un angolino ed esco da dormitorio. Chissenefotte se ho paura, chissenefotte che potrei aver sbagliato tutto, fanculo, io vado. 
Nelle orecchie mi risuona un richiamo alla Quattro:  "hei, Rigida, cos'è questo linguaggio sboccato?!" Sento gli angoli della bocca piegarsi all'insù quando intravedo l'oggetto dei miei pensieri appoggiato ad una colonna, nell'atrio. E' fottutamente stupendo. 
POV TOBIAS 
Si avvicina a passo svelto. sapeva dove mi avrebbe trovato. mi concentro per un attimo sulle sue lunghe gambe, lisce e perfette, prima di trovarmela a cinque centimetri dal naso. -ciao piccola- -ciao Quattro. cosa avrebbero detto i tuoi petulanti superiori se ti avessero trovato in giro a quest'ora della notte, a casa?- sorride maliziosa, facendo scintillare i denti. _Dio, rigida, sei una cosa impossibile- borbotto, sentendo agitarsi qualcosa nel bassoventre. da quando una volta ho ricordato che, tra gli intrepidi, i miei superiori mi avrebbero ucciso a bastonate continua a prendermi in giro. -perchè non dormivi?- non che mi interessi davvero, lo so perfettamente perchè non dormiva, sto solo cercando di alleggerire la tensione. -oh, i soliti incubi. stavolta strangolavo Uriah.- un brivido mi corre lungo la schiena, vedendo i suoi occhi appannarsi e gli angoli della bocca piegarsi verso il basso -mi dispiace, amore. tutto questo passerà. - -lo spero- camminiamo mano nella mano fino ad una stanzetta appartata, con una parete di vetro piena di piante e un acquario in un angolo. si avvicina a un ficus e lo studia, chinandosi verso il basso. mi impongo di essere molto interessato ai pesci che nuotano pigramente nell'acquario. con la coda dell'occhio noto che la magliettina le si è sollevata, lasciando scoperto un pezzo di schiena. il mio autocontrollo sta per sparire tra tre, due, uno... mi arrendo, mi volto e la guardo. guardo ogni curva di lei, la mangio con gli occhi, osservo le linee del corpo, quelle flessuose e delineate delle gambe, con i muscoli dei polacci delineati, le clessidre perfette e morbide dei fianchi, i cerchi di compasso del sedere, piccolo e perfetto, sodo e pieno. si volta, beccandomi mentre le ammiro i seni. dapprima non capisce, e si ferma i capelli dietro le orecchie con fare innocente, poi ci arriva e le guance le si imporporano di timidezza... già, si vergogna, ma nei suoi occhi si è accesa una scintilla di malizia. 
sento bruciare nelle ossa il desiderio,e mi rendo conto che potremmo davvero farcela.potremmo davvero riuscire ad avere una vita nuova, una vita diversa. potremmo tornare nella nostra città e vivere in pace, come entrambi abbiamo sempre voluto, amandoci, construendo una famiglia, io e lei. io e la mia tris. non mi accorgo che si sta avvicinando fino a quando non è vicinissima, come sempre. sembra che si smaterializzi e si materializzi a due centimentri dal mio naso. guarda in alto, punta il suo sguardo nel mio e riesco a vedere la sconfinata bellezza dei suoi occhi, color miele ma screziati da migliaia di pagliuzze verdi, azzurre e scure. ha le pupille grandi di emozione. le appoggio una mano sul fianco, prima che lei si avventi sulle mie labbra e mi anneghi nell'infinito pozzo dell'amore.

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Spazio autrice! 
ciao ragazzi! premetto che questa è la mia prima fanfiction quindi abbiate pietà! il prologo l'ho creato per vedere se la cosa poteva interessare, i prossimi capitoli saranno molto più movimentati e anche più lunghi.
essendo rimasta svuotata dall'incredibile finale della Roth mi sono permessa, senza alcuna ambizione di essere brava come lei, di riscriverlo.
non so come andrà avanti la cosa ma spero che vi piacerà e che mi farete sapere cosa ne pensate perchè si sa, scrivere per scrivere è bellissimo, ma scrivere per far leggere lo è ancora di più. 
a presto!
giuli
ps. il titolo significa "più forti delle paure"
  
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