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Autore: Oldwhatsername_24    29/04/2014    1 recensioni
Dopo aver perso la donna che ama e la sua bambina, Billie Joe entra in uno stato di depressione, anche perché dopo il successo di American Idiot si sente un fallito sia a livello musicale che a livello familiare.
Ma quasi all'improvviso, una giovane donna e un giovane uomo che nella vita non hanno mai avuto nulla da perdere, gli faranno cambiare il modo di vedere le cose.
(Continuazione di "Now I wonder how Whatsername has been")
[dal testo...]
"Qualcuno dovrebbe parlare di una storia d'amore reale, basta cuori e amori, una alla Sid e Nancy, cazzo quella si che è una bella storia!"
"Sei volgare per essere una ragazza"
"E tu troppo per bene per essere una rock star"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il linguaggio segreto dei fiori.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-G-
Non ho idea del perché io abbia bisogno di un fioraio, ma è stata un’idea nata così per caso e l’esperienza mi ha insegnato a far tesoro di questo tipo di idee, perché sono sempre le migliori.
Chiudo gli occhi.
Sono fuggita a San Francisco perché adesso ad Oakland la voce si sta spargendo, la gente comincia a parlare della misteriosa ragazza che vive dagli Armstrong, e io non posso andare in giro senza essere fissata da chiunque.
Sto girando per le strade più interne da almeno due ore, ma di fiorai nemmeno l’ombra.
Mi siedo sul marciapiede e lancio il viso tra le mani, non sono pronta per questo, non sono pronta per conoscere i miei nonni, non sono pronta per conoscere le persone che hanno cresciuto mia madre.
Rimango immobile per molto tempo, fino a quando un rumore non attira la mia attenzione:
un camion dove troneggia la scritta “Renata’s”  ,insieme ad un’enorme giglio, sta partendo da una stradina interna.
Mi alzo, dirigendomi verso quella strada, dove in effetti trovo il negozio con lo stesso nome, ancora aperto.
Il sole illumina le vetrine stracolme dei fiori di stagione, grosse dalie di ogni colore spuntano dai secchi stracolmi.
Entro, accompagnata dal suono di una campanella attaccata allo stipite della porta, e mi guardo intorno: il negozio ha le pareti verdi e gialle, ma sono a malapena visibili sotto i cumuli di piante e fiori che le circondano.
Mi piace, e c’è un profumo meraviglioso.
Qualche secondo più tardi una ragazza varca la porta dietro il bancone di spalle, con le braccia cariche di garofani recisi, poi si volta e li lascia sul bancone.
Nel momento in cui i nostri guardi si incontrano, scoppiamo immediatamente a ridere.
Santo cielo, potremmo essere gemelle!
Ha i capelli neri come i miei, forse solo un po’ più corti, e gli occhi di un azzurro-grigio molto particolare, il mio stesso naso leggermente all’insù e le labbra della stessa forma delle mie, solo un po’ più sottili.
Oltretutto siamo anche vestite uguali, t-shirt azzurra e jeans.
“Hem… salve” dice lei, tornando assorta tra i suoi garofani.
“Ehi…”
“Come posso aiutarti?”
Sospiro, guardandomi intorno.
“Sai far parlare i fiori?”
La ragazza alza lo sguardo, ho attirato la sua attenzione, poi mi concede un lieve sorriso e mette da parte i garofani.
“Lo fanno già da soli, basta solo saperne leggere il linguaggio”
“Come?”
Lei scavalca il bancone e si avvicina ad un secchio pieno di tulipani.
“Un messaggio d’amore?”
Sbuffo.
“Decisamente no”
La ragazza sembra sollevata, ci guardiamo per qualche secondo e decido di dirle tutto.
“Che fiori si regalano quando non hai mai avuto una famiglia per tutta la tua vita e poi scopri di averne una tutto d’un tratto?”
“Fiori di nocciolo”
“Come?”
“Ho detto fiori di nocciolo, vogliono dire “riconciliazione”
Sono alquanto perplessa.
“Quindi… i fiori vogliono dire qualcosa?”
Lei alza gli occhi al cielo, mantenendo sempre le distanze.
“Durante l’epoca Vittoriana i fiori venivano usati come veri e proprio messaggi, impossibili da intercettare, e dal mio punto di vista lo hanno ancora”
Sorrido.
“Sono nelle tue mani”
“Proverò a fare quel che posso, ma non ho una grande esperienza in fatto di famiglie”
Ridacchio.
“A chi lo dici, diciannove anni da orfana e poi tutto insieme…”
Poi penso alle parole della ragazza: “Durante l’età Vittoriana”… Vittoriana…. Vittoriana…
“Victoria!”
Lei sobbalza, lasciando cadere le camelie che aveva in mano.
Sono scioccata, come ho fatto a non accorgermene prima? Ci scambiavano per sorelle già quando eravamo bambine, e ora non è cambiato molto.
Victoria mi guarda e anche lei capisce.
“…Gloria? Gloria!”
Ridiamo entrambe, ma evito di abbracciarla, so che non è mai stata una grande estimatrice del contatto fisico.
“Dove sei stata negli ultimi dodici anni?”
Victoria è stata alla nostra casa famiglia per quasi due anni quando ne avevamo sette, era una bambina sociopatica e molto scontrosa, ma io ero più testarda di lei, e alla fine diventammo amiche.
“Ho girato per case di accoglienza fino a quando non mi hanno cacciata fuori, ora lavoro qui”
“Beh, vedo che ti sei sistemata bene!”
“E tu? Come stai? Ho sentito di te alla televisione!”
“Già, a quanto pare ho svelato un complotto del quale non avevo idea, ma è stato divertente!”
“E con Christian?”
Sorrido.
“Lui è sempre con me”
Victoria è sconvolta, poi rimane a bocca aperta.
“Hai detto che hai ritrovato i tuoi genitori?!”
“Già, chi l’avrebbe mai detto…”
“E chi sono?!”
Ridacchio un po’, non mi piace dirlo in giro, ma lei è Victoria, e mi è mancata da morire.
“Billie Joe Armstrong”
Victoria scoppia a ridere, reggendosi la pancia con le braccia.
“Si, certo, e ti ho mai detto che io invece sono stata adottata da Nonna Papera?”
“Sono seria, Victoria”
Lei continua a ridere, ma poi incontra il mio sguardo e capisce che faccio sul serio.
“Che cosa?! Davvero?”
“Già, ha turbato parecchio anche me all’inizio.”
“Ma… come?!”
“E’ una lunga storia…”
Sfioro con le dita il medaglione, sempre al suo posto, poi guardo il cielo azzurro all’esterno.
“Potrei raccontartela davanti ad un panino, prima non rifiutavi mai un pasto”
“E’ ancora così. Finisco il tuo mazzo e andiamo, okay? Quanti te ne servono?”
“Due, a dire il vero”
Victoria sorride.
“Perfetto”.
 
Un’ora dopo ha finito, e sono meravigliosi.
In uno ci sono: camelie ( il mio destino è nelle tue mani), bucaneve (consolazione e speranza), celidonia (Gioie future)  e corniolo (amore che sfida le avversità).
Nell’altro ci sono: dalie (dignità), fiori di avena (musica), biancospino( speranza), dafne (non ti vorrei in nessun’altro modo) e acetosa (affetto dei genitori).
Pago Victoria lasciandole una mancia più che abbondante, io adesso ho fin troppi soldi e sono quasi sicura che lei ne abbia bisogno.
Poi, accompagnate dal sole che tocca le sei di sera, usciamo immerse tra i ricordi.
 
-
 
Quando torno a casa il sole è tramontato da un pezzo e tutti sono già a tavola per la cena. Mi pulisco le scarpe sullo zerbino ed apro la porta, lasciando i fiori in un vaso nell’ingresso.
Li raggiungo in cucina ma rimango sulla soglia della porta, guardandoli mangiare.
Adrienne è in piedi e lava i piati, Billie dietro di lei le massaggia le spalle, Joey e Jakob sono a tavola e giocano con le forchette.
Una famiglia.
Senza farmi sentire, scivolo lungo le scale fino ad arrivare in camera mia.
Mi lancio sul letto e provo a ricordare il profumo di quei fiori meravigliosi, e le belle parole che portavano con sé.
“Tesoro, sei qui?”
Mugugno in risposta a Billie Joe e lui viene a sedersi accanto a me sul letto.
“Com’era San Francisco?”
“calda e solitaria, proprio come piace a me”
“Ho visto i fiori, sono molto belli”
“Opera di una vecchia amica”
“Sono per domani?”
Non rispondo, ma mi giro sulla pancia e affondo il viso nel cuscino, degna delle migliori quindicenni.
“Hai paura?”
Muovo la testa per far segno di si.
“Anche io, dovremo trovare un modo delicato per dirlo”
Mi volto.
“Non esiste un modo delicato per dire una cosa del genere”
Billie mi accarezza i capelli con dolcezza, per poi prendermi il meno tra indice e pollice per portarmi a guardarlo.
“Ma esistono tanti modi belli per conviverci”
“Ti ho incasinato la famiglia”
“Sei anche tu la mia famiglia, Gloria”
Sorrido e lui mi accarezza ancora.
“Cerca di dormire stanotte, okay?”
“Se non ci riesco posso sempre venire a cercare te, vero papà?”
Billie si blocca, guardandomi per un secondo. Oh santo cielo, l’ho chiamato papà? L’ho davvero chiamato in quel modo? Mi sorride e io rispondo allo stesso modo.
Ma sì, anche così va bene.
 
-
 
Billie è già andato via da mezz’ora quando bussano di nuovo.
Alzo lo sguardo dal mio libro, credendo che lui abbia scordato qualcosa o voglia avvisarmi dell’ora della partenza di domani.
“Entra pure” rispondo ad alta voce.
La porta si apre e Adrienne, Jakob e Joey entrano inciampando l’una nell’altro.
“Ahià! Quello era il mio piede Joey!”
Ridacchio e loro si dispongono a schiera sul mio letto.
“A cosa devo questa visita?”
“Non possiamo venire a dare la buonanotte a nostra figlia\sorella?”
“E’ stato Billie a dirvelo, vero?”
“No!” risponde Adrienne, ma sta chiaramente mentendo.
“E va bene, è stato lui, ma noi non credevamo pensassi quelle cose! Insomma, noi ti vogliamo bene, Gloria! Sei parte della nostra famiglia dal momento in cui hai messo piede in questa casa.”
“Per Joey però è ancora traumatico” risponde Jakob ridendo.
“Sta zitto!” gli urla Joey dandogli una gomitata.
“Se non fossi tua sorella sarei già caduta ai tuoi piedi, Joey”
Ridiamo insieme, e vado a dormire tranquilla.
Almeno fino a quando non mi ricordo che domani conoscerò i miei nonni.
 
ADA
Capitolo lungo, apprezzatelo :3  Come alcuni di voi avranno notato, ho unito la nostra storia ad uno dei miei libri preferiti: “il linguaggio segreto dei fiori”, facendo diventare amiche Gloria e Victoria, aspetto recensioni!
  
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