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Autore: myricae_    29/04/2014    2 recensioni
[REVISIONATO FINO AL CAPITOLO 20 E CAPITOLO 41] [REVISIONE IN CORSO]
Estate.
La stagione delle lunghe notti punteggiate di stelle e delle risate spontanee.
La stagione perfetta per dimenticare una relazione difficile e andare avanti.
La stagione perfetta per incontrare una persona speciale, magari innamorarsi e rimanere segnati per il resto della vita.
O, almeno, così è stato per Marco e Alisea.
Ma cosa possono saperne due giovani cuori dell'amore?
Della distanza?
Della morte?
E di un passato che è deciso a ritornare, forse, separandoli per sempre?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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LEGGETE-E RISPONDETE- LA DOMANDA SOTTOLINEATA NELL’ANGOLO AUTORE. CI TENGO DAVVERO MOLTISSIMO.
GRAZIE.

BUONA LETTURA.
 
 
38
 
 «Ciao, Alisea» la salutò al telefono.
 «Ciao, amore! Come stai? Sei in treno? Non vedo l’ora di vederti!».
 «No, tesoro, non sono in treno».
 «Ah. Allora stai andando alla stazione?».
Marco sentì gli occhi bruciare. «Ascolta, amore…».
 «Dimmi».
 «Possiamo rimandare la cena a un’altra volta?».
 «Perché? Cos’è successo? Stai bene?» odiava farla preoccupare così tanto, prima l’avesse saputo e meglio sarebbe stato per tutti. Si sarebbe arrabbiata, avrebbe dato di matto, l’avrebbe supplicato di… no, lei non supplicava mai. Gli urlava contro ma non elemosinava mai il tempo con lui.
 «Mi ha chiamato il fotografo e…».
 «Marco, dimmi che è uno scherzo. Uno scherzo di cattivo gusto, certo, ma pur sempre uno scherzo. Dimmi che sei in treno. Dimmi che stai venendo da me» sentiva la voce della ragazza tremare e si odiò per com’era e per le scelte che aveva fatto. Ma non poteva tornare indietro.
 «Non dire così. Mi dispiace tanto, credimi, amore».
 «Non chiamarmi in quel modo! Tu non sai niente né dell’amore né di me! Tu non ci sei mai!».
Marco si sforzò di tenere un tono di voce calmo. «Non dire così solo per ferirmi. Sapevi che questa relazione non sarebbe stata facile. Dobbiamo resistere, essere forti e un giorno…».
 «Basta promesse vuote, Marco. Io voglio essere felice ora. Sono stanca di essere forte» la sentì singhiozzare e non riuscì nemmeno lui a frenare le lacrime che iniziarono a scendere silenziose, una alla volta, lentamente.
 «Puoi essere forte per me? Se non per te stessa, fallo per l’amore che provi per me».
 «Mi stai facendo male» si lamentò come se le stesse contorcendo il braccio, quando il realtà le stava stringendo il cuore, troppo forte.
 «Mi farò perdonare».
 «Non ho bisogno di promesse, ho bisogno di te».
 «Anch’io».
 «No, tu hai bisogno di soldi. Altrimenti adesso saresti sul treno».
 «Ti ho spiegato milioni di volte perché ho accettato» stava per perdere la pazienza, era sbagliato e lo sapeva, ma non riusciva più a trattenersi.
 «Per tuo nonno e per noi. Ma non ci può essere un noi se non sei mai con me».
 «C’è un noi, Alisea. C’è e ci sarà sempre».
 Marco la sentì singhiozzare. «Non ne sono più così sicura».
  «Devi crederci» quelle parole suonavano ridicole alle orecchie di entrambi.
  «Dammi qualcosa in cui credere».
  «Un giorno staremo insieme per sempre, non dovremo più separarci».
  «Basta! Devi smetterla di illudermi!».
  «Non voglio sentirti piangere».
  «Tranquillo, non mi sentirai mai più in assoluto!».
E si ritrovò solo con le sue lacrime.
 
Sola. L’aveva lasciata sola, ancora una volta. Era la prima volta che aveva dei dubbi riguardo a Marco. Era certa di amarlo più di quanto amasse se stessa, ma ultimamente quell’amore le procurava solo ferite. Si sentiva sola, confusa e aveva bisogno di un consiglio. Appena si asciugò le lacrime, ne piovvero di nuove sul suo viso.
Non riusciva ad essere forte, gliel’aveva detto. E glielo diceva anche lui quell’estate; “sei fragile”. La verità che aveva paura ad ammettere era che non era abbastanza forte per una relazione a distanza, fatta di promesse di felicità che diventavano irraggiungibili. Questi pensieri la spaventarono, incatenandola al letto, immobile come pietra ma piena di voglia di amare qualcuno che in quel momento non era con lei. Non si era mai sentita così sola ed incompresa da quando stava con Marco. Dov’era finita quella connessione naturale che li aveva legati per tutto quel tempo? Era semplicemente nascosta oppure sparita per sempre? Era solo un periodo o l’inizio della fine? Non riusciva a trovare risposta.
Aveva bisogno di qualcuno. Qualcuno che l’ascoltasse o che la distraesse dalle domande che si accavallavano nella sua mente. E se nessuno fosse venuto da lei, sarebbe andata lei stessa da qualcuno. Ma chi? Christian era a cena con Matteo; con Eleonora aveva litigato e i suoi genitori erano arrabbiati con lei, a buon ragione. Rimaneva solo…
In un primo momento allontanò quel pensiero, per poi riconsiderarlo con calma. In fin dei conti, quella persona era tornata da lei chiedendole scusa, l’aveva soccorsa quando Roberto e i suoi amici l’avevano attaccata e l’aveva ascoltata quando lei gli aveva chiesto di andarsene per sempre dalla sua vita. Però mi ha spiata rivelando ai miei genitori che ero a Roma con Marco. Perché l’aveva fatto? Per proteggermi. Per proteggermi da una relazione che mi sta solo facendo soffrire.
Dopo un’ora di tentennamento si alzò andando in bagno, si fece una doccia lavando via il dolore e indossò una maglietta a righe, jeans e felpa. Si avvicinò allo specchio mettendo solo il mascara; prese la piccola borsa; mise le Converse nere e la giacca. Salutò i suoi genitori promettendo loro che non avrebbe tardato e uscì stringendosi nelle spalle.
 
Christian osservò  Matteo ridere di gusto alla battuta del padre e pensò che non esistesse al mondo melodia migliore. Anna servì la crostata di mirtilli con un bagliore d’orgoglio negli occhi blu.
 «È davvero buonissima, Anna» si congratulò Matteo non appena ne ebbe assaggiata una fetta.
 «Ti ringrazio, caro. Spero ti sia piaciuto anche il resto».
Avevano cenato con il risotto ai funghi e arrosto con patate cotte al forno. Matteo annuì, abbozzando un sorriso.
 «Lo dice solo per gentilezza, mamma» scherzò Chris.
 «Almeno lui è gentile al contrario di te» ribatté Anna con un sorriso, poi rivolta a Matteo: «Come fai a stare insieme a mio figlio? È così…!».
 «Insopportabile?» concluse Matteo con una risata. Christian gli diede un pugno affettuoso su una spalla, poi Matteo gli scoccò un bacio sulla guancia. I genitori di Chris li guardarono sorridendo della loro felicità.
Dopo cena, Matteo aiutò Anna a lavare i piatti; mentre Chris e il padre si sedettero in divano a guardare la televisione.
 «Grazie, caro» disse Anna quando Matteo finì di pulire un bicchiere riponendolo nella credenza.
 «Lo faccio volentieri».
 «Mi riferivo a Christian».
 «Faccio volentieri anche quello».
 «E non sai quanto questo mi renda felice. Sei un bravo ragazzo e Christian è così fortunato ad averti conosciuto».
Matteo distolse lo sguardo, arrossendo. «Sono io quello fortunato» mormorò.
Quando ebbero finito con i piatti, si sedettero tutti e quattro al tavolo in salotto giocando a Monopoli. A metà partita, Christian, che stava perdendo miseramente, andò in cucina tornando con due bottiglie di birra.
 «Devi pagarmi, Chris» gli disse Matteo indicando la casella su cui Chris si era fermato.
 «Di nuovo? Quanto?» sospirò.
 «Centocinquanta euro» sorrise Matt.
 «Ti offro una birra» scherzò Chris.
 «Tienitela pure, la birra e dammi i soldi che mi spettano».
Christian sbuffò lanciandogli le banconote di carta.
La partita si concluse con la vittoria del padre di Christian. Si alzarono salutandosi con calorosi abbracci, poi Chris accompagnò Matteo a casa.
 «Hai conquistato i miei stasera» gli disse Chris una volta che furono in macchina.
 «Ne sono felice. I tuoi genitori sono fantastici».
 «Scommetto che lo sono anche i tuoi» lo consolò stringendogli una mano.
Matteo scosse la testa, per poi cambiare argomento: «Sei pessimo nei giochi da tavolo».
Chris parcheggiò poco distante dalla villa di Matteo. Il ragazzo si sporse verso di lui, premendo le labbra sulle sue.
 «Grazie, amore» mormorò Matteo.
Amore. Christian sorrise mentre le loro labbra si stavano ancora accarezzando e gli passò una mano nei capelli, scompigliandoglieli. «Grazie a te. Buonanotte».
Matteo scese dalla macchina, dirigendosi verso il cancello di casa sua girandosi ad osservare Chris di tanto in tanto. Giunto al cancello salutò Christian con una mano ed entrò. Appena varcò la soglia di casa i suoi genitori gli furono immediatamente addosso. La madre si stringeva tra le braccia del marito in un’espressione angosciata.
 «Mamma, papà, ciao» li salutò, ignorando i loro sguardi accusatori.
 «Eri da Christian?» lo interrogò in padre.
Matteo annuì. «L’altra sera vi avevo detto che sarei stato da lui a cena».
La madre si allontanò dall’abbraccio del marito quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi: «Ti prego, caro, non farlo. Ripensaci. È solo un periodo, gli passerà. Ti prego!». Malgrado la sua voce rotta, i suoi occhi lampeggiarono di determinazione.
 «Fare cosa?» voleva abbandonarli di nuovo? Matteo sentì le gambe tremare e il pavimento sparire sotto di lui.
 «Matt» esordì il padre. I suoi occhi scuri tradivano un senso di colpa che Matteo non riuscì ad interpretare. «Non posso accettare di vederti insieme a un ragazzo, devi allontanarti da lui. Sei solo molto confuso».
 «Se c’è una persona confusa tra noi quello sei tu che scappi da questa casa e ritorni dopo dieci anni come se nulla fosse accaduto!» sibilò Matt.
Il padre lo colpì alla guancia, facendogli piegare la testa da un lato. La madre gridò, ma non fece nulla per fermarlo.
 «Non permetterti di giudicare le mie scelte» disse il padre a denti stretti.
 «E tu non giudicare le mie». Sentiva la guancia in fiamme, ma non osò massaggiarsela. La lasciò pulsare, sostenendo lo sguardo dell’uomo.
 «Sei mio figlio e perciò farai ciò che ti dirò, per il tuo bene».
Per il mio bene…o per il tuo?, ma tenne a freno la lingua.
Il padre proseguì: «Tra un mese lascerai la scuola e prenderai servizio militare a Roma».

 
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Ed eccomi qui.
Grazie di cuore per tutte le bellissime recensioni, grazie davvero.
Un grazie anche a tutti coloro che leggono.
 
Mancano pochissimi capitoli alla fine
-3 (so che l’ho detto anche nello scorso capitolo; in realtà i capitoli non sono 40, ma 41 anche se quest’ultimo è abbastanza breve rispetto agli altri).
 
Che ne pensate di questo capitolo?
Non trovate che il padre di Matteo sia insopportabile? Cosa sceglierà di fare Matt?
 
Vorrei che rispondeste a questa domanda (sono molto, ma molo curiosa):
Secondo voi, dove – e soprattutto da chi – starà andando Alis?
 
Ci tengo davvero molto alle vostre recensioni.
A presto.
   
 
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