Sei

I dialoghi tra Mika e Ian mentre Mika sarà in Italia saranno scritti in un italiano corretto, perchè sarà come se parlassero in inglese, ma non posso farli parlare davvero in inglese, altrimenti sarebbe un bordello. Invece, Mika, quando parla in italiano, non sarà perfetto(?)

Mika salutò Ian con un abbraccio. Si erano salutati meglio prima di scendere dalla macchina, in modo da evitare che i paparazzi li fotografassero. Si diresse verso l'aereo, lanciando un ultimo sguardo a Ian. Si chiese se l'avrebbe rivisto, ma scacciò quel pensiero così come era arrivato. L'avrebbe rivisto. Ian non sarebbe morto. Continuò a ripeterselo fin quando non salì e prese posto sull'aereo. La fila in cui era seduto lui era completamente vuota. Avrebbe avuto due ore di piena tranquillità. Lasciò vagare la mente, ad occhi chiusi, fin quando il sonno lo raggiunse.

 ஐ ஐ ஐ

-Atterraggio. Si prega i passeggeri di allacciare le cinture.- 
Mika fu svegliato dalla voce dell'altoparlante, posizionato dritto in testa a lui. Stropicciò gli occhi e fece un respiro profondo. Stava per incontrare gli altri giudici. Avrebbe dovuto parlare italiano, ed era un po' preoccupato a quel proposito. Avrebbe fatto qualche figura di merda, ne era certo. Cercò di non pensarci mentre scendeva dall'aereo. 
Uscì piano dopo aver recuperato la valigia e si lisciò i pantaloni, anche se non erano affatto spiegazzati o impolverati. Vide che alcune persone agitavano la mano per farsi notare dai propri cari. Esaminando lo spazio intorno a lui, vide Morgan, una mano alzata per farsi vedere, e lo raggiunse. Sfoderò un sorriso prima di arrivargli vicino.
-Buongiorno.- salutò. Il suo accento straniero spiccava particolarmente.
-Ciao Mika.- ricambiò Morgan con la sua voce rauca. -Simona ed Elio ci aspettano in macchina.- 
-Sono, how can I say it?, venuti also loro?- Fece una risatina, seguito da Morgan.
-Si.- gli rispose.
Si avviarono all'uscita dell'aereoporto. Morgan guidò Mika fino ad un'auto nera. Il riccio si sedette nei sedili posteriori, mentre Morgan si diresse dalla parte del guidatore.
-Ciao!- disse Mika entrando in macchina e sedendosi accanto a Simona. Sia lei che Elio ricambiarono il saluto. Arrivarono fino alla casa che Mika aveva comprato prima di andare in Italia. Prima di scendere, Mika confermò l'appuntamento del giorno dopo. Mancava poco più di una settimana all'inizio delle selezioni di XFactor, e lui già non vedeva l'ora che finissero per poter riabbracciare Ian. 
Lasciò la valigia nell'ingresso e cercò la camera tra tutte quelle stanze. Appena la trovò, si sedette sul letto perfettamente rifatto dalla donna che aveva incaricato prima di arrivare. Tirò fuori il cellulare e chiamò Ian. La voce che rispose all'altro capo del telefono lo fece sorridere immediatamente.
-Ciao!- lo salutò Ian.
-Hey!- ricambiò Mika. -Mi manchi già.- continuò, arricciando il naso alla fine della frase.
-Anche tu.- rispose Ian. -Ti piace l' Italia?- chiese poi a Mika dopo una breve pausa.
-Ian, sono appena arrivato! Ho solo visto la strada venendo a casa!- rispose Mika ridendo. Ian rise con lui. Mika avrebbe tanto voluto abbracciarlo. Distanza di merda.
-Hai ragione. Com'è casa tua?-
-E' fantastica e... troppo grande! Credo che potrei perdermici!- risero di nuovo. 
Si salutarono poco dopo e Mika sentì di nuovo la mancanza del suo compagno accanto a se.
Note: come promesso, ecco l'altro capitolo. E' corto anche questo, ma capitemi, sono due nello stesso giorno. Avrei potuto metterli insieme, ma non mi piaceva l'idea di unirli, sono troppo diversi. Quindi questo è tutto. Fatemi sapere cosa ne pensate, bacio.