DECISIONE X
BRIGATA X BIANCO
Un silenzio
denso di tensione era calato nella stanza. I tre amici seduti al tavolo
osservavano nervosamente i movimenti di Kurapika, che, ansioso ed agitato,
premendo il pugno contro il tavolo e stringendo i denti, sembrava stesse
reprimendo un moto rabbioso.
-Kurapika…-
balbettò Leorio –calmati… in fondo avevamo già presupposto che Ayo fosse tornata
con la Brigata… la conferma è certo stata un duro colpo, ma non ci ha colto
impreparati!
-Ma perché,
perché!- sbottò il ragazzo –Perché l’ha fatto, a che scopo? E a che scopo anche
tutte quelle belle parole, sulla volontà di cambiare, di rimediare al passato,
di ricominciare a vivere…
Chinò la testa;
un solo pensiero continuava ad offuscargli la mente, sebbene facesse di tutto
per ricacciarlo: Ayo li aveva traditi.
Altrimenti
perché non dirlo subito, perché esitare su una questione così importante? Si
erano fidati della ragazza, era una di loro, da quando l’avevano conosciuta
all’esame non si era più staccata dal loro gruppo… non poteva credere che per
tutto quel tempo avesse mentito, non voleva crederlo!
Respirò
profondamente; sentiva di dover avere ancora fiducia in lei, era convinto che
dietro a tutto ci fosse una valida ragione. Le sue iridi, che improvvisamente si
erano infuocate, divennero nuovamente azzurre sotto le lenti a
contatto.
-Non ci credo-
esclamò Gon, come leggendo nella sua mente –Ayo non può essere tornata
volontariamente dalla Brigata, non può averci ingannati per tutto questo tempo.
Sono sicuro che deve aver avuto un valido motivo…o nessuna via di
scampo.
Kurapika alzò la
testa; quando Gon parlava era sempre animato dalla fiducia, illuminato dalla
speranza… ma se invece tutto fosse solamente un’ingenua
illusione?
-E’ difficile…-
intervenne Killua –per quel che conosco Ayo, anche io non credo abbia potuto
imbrogliare in questo modo… ma dobbiamo guardare in faccia alla realtà: Ayo è
tornata con i Ragni, per motivi a noi sconosciuti e, sebbene possiamo credere
che avesse comunque il desiderio di dirci qualcosa, ci ha tenuto all’oscuro.
Sapeva cosa la Brigata aveva intenzione di fare all’asta, ma non ha fatto nulla
per evitarlo; ha però messo in guardia Kurapika… -tacque un attimo, poi alzò gli
occhi profondi e fissò seriamente gli amici –Vi dico qual è la mia opinione,
anche se so di potervi sembrare scettico: preferisco la diffidenza
all’illusione. Secondo me, Ayo è liberamente tornata dai Ragni, forse anche per
validi motivi, ma ora si sta prestando completamente al loro gioco. Ritengo però
che non voglia farci del male…perché si è davvero affezionata a noi. E credo sia
per questo che ha deciso di evitarci.
Kurapika si
sentì ferito; il discorso di Killua era stato schietto e totalmente razionale,
ma…non voleva credere che davvero Ayo avesse scelto di non lasciare la Brigata.
Le parole dette dalla ragazza sul treno, poco prima di separarsi, continuavano a
rimbombargli nella testa: sentiva che erano state sincere. Ed i messaggi che Ayo
gli aveva mandato? E il suo comportamento quando si erano incontrati?
Indubbiamente oscuri e misteriosi, lasciavano l’amaro in bocca e troppi dubbi…ma
Kurapika avvertiva in essi un messaggio nascosto: Ayo voleva far capire loro
qualcosa. Quei suoi silenzi, quelle sue reticenze, quel comportamento
ansioso…indicavano che stava nascondendo qualcosa, ma come…come se fosse
costretta…
Ad un tratto, il
kurutiano spalancò gli occhi: forse aveva capito!
-Io sono di
un’altra opinione- esclamò, rivolto prevalentemente a Killua –è vero che ora Ayo
si sta prestando al gioco dei Ragni, ma non credo lo faccia di sua volontà. Più
volte ci ha raccontato di Kuroro, il capo della Brigata, giusto? Ha detto che fu
lui a trovarla da bambina, fu lui ad insegnarle il Nen, Ayo ha sempre vissuto
con quest’uomo, che si serviva di lei come personale arma letale… Kuroro la
stava cercando, aveva sguinzagliato i suoi sicari per trovarla…- gli altri
annuirono con la testa, presagendo ciò che stava per dire – e io credo che
infine ci sia riuscito: è probabile che l’abbia rintracciata e costretta a
tornare da lui.
-Ma se davvero
Kuroro la stesse trattenendo con le forze dovrebbe essere come minimo
imprigionata- affermò Leorio –quando invece noi l’abbiamo incontrata girava
libera per la città e sembrava anche piuttosto serena!
-Non è detto-
fece notare Gon –può essere che in quel momento stesse solo fingendo, per non
farci capire la sua situazione e quindi metterci nei guai con la Brigata,
conscia che avremmo fatto di tutto per aiutarla… (dio non avrei mai pensato di
far dire a Gon una cosa così intelligente…-___-)
-E’ questo ciò
che infatti credo- intervenne nuovamente Kurapika –Ayo non ha mai voluto
coinvolgerci rischiando di metterci in pericolo. Se è vero che Kuroro l’ha
costretta a ritornare da lui, ora deve fingere a tutti gli effetti di essere
nuovamente dalla sua parte; se poi riterrà di avere forze sufficienti,
probabilmente cercherà di catturare la Brigata, altrimenti riprenderà la fuga.
Tutto questo però…- aggiunse, stringendo i pugni –da sola.
Queste ultime
parole li lasciarono amareggiati; Ayo voleva nuovamente escluderli dalla sua
vita. Però…
-Se però ha
manifestato più volte l’intenzione di parlarci, significa che ha bisogno del
nostro aiuto! Se anche teme per noi, si trova sicuramente in difficoltà!-
esclamò Leorio.
-Lo credo anche
io- rispose Kurapika –e non ho alcuna intenzione di abbandonarla al suo destino.
Oltre tutto, non può impedirmi di cercare i Ragni: sa benissimo che questo è il
mio obiettivo.
Gli tornò in
mente ciò che ella gli aveva detto sul treno; forse ella aveva anche intenzione
di preservarlo dalla sua vendetta, forse voleva salvarlo…ma non poteva
permettere che Ayo sconfiggesse i Ragni da sola. L’aveva
giurato.
-Io sono
d’accordo con voi- disse Gon, pensieroso –Ayo in fondo è sempre stata una
vittima dei Ragni, questa volta dobbiamo aiutarla ad
uscirne.
Tutti allora si
voltarono verso Killua, che non aveva più detto una parola, per conoscere anche
la sua opinione. Il ragazzino stava riflettendo, in silenzio; infine sospirò e
alzò il volto verso di loro:
-Dico che in
ogni caso dobbiamo essere prudenti e non illuderci troppo, perché altrimenti
potremmo ricevere un’enorme delusione. Non sono ancora del tutto convinto che
davvero Ayo non abbia avuto alcuna libera scelta, ma devo ammettere che tutto
ciò che avete detto fino ad ora si adatterebbe perfettamente a lei.
Perciò…voglio anche io avere fiducia, questa volta.
Erano d’accordo;
l’esclusione di un tradimento da parte della ragazza era bastato a calmarli e ad
infondere in loro una speranza. Una nuova forza li animava: Ayo aveva bisogno di
loro, sarebbero tornati ad essere un gruppo, si sarebbero schierati contro la
Brigata. Kurapika avrebbe raggiunto il suo scopo sconfiggendo i Ragni, mentre
Ayo sarebbe finalmente stata libera dalle catene che l’avevano imprigionata per
tutti quegli anni.
-Anche se
Kurapika… –aggiunse maliziosamente Killua, rivolto all’amico –so bene che tu hai
parlato così perché provi qualcosa per Ayo!- e concluse con un sorrisetto
sfacciato.
Leorio sorrise e
Gon rimase a bocca aperta:
-Davveeero??? Io
non ne sapevo niente!!
Kurapika
spalancò gli occhi: cosa? Davvero si era diffusa quel pettegolezzo sul suo
conto? Aprì la bocca per ribattere,
ma non trovò niente da dire. Si limitò allora a scrollare la testa e a
dire:
-Di questo
discuteremo un’altra volta, ora abbiamo cose più importanti a cui
pensare.
Si rese conto di
non averlo negato, però. In fondo, era conscio del fatto che Ayo non gli fosse
totalmente indifferente: più volte aveva sognato di perdersi nei suoi occhi
limpidi e puri, di accarezzare i suoi capelli dorati, desiderando di sfiorare
anche solo per un attimo le sue piccole labbra morbide… ma era ormai passato
tanto tempo. Man mano che apprendeva il Nen e cominciava a materializzare la sua
catena, i pensieri sulla Brigata e sulla sua vendetta avevano cominciato a
spodestare nella sua testa, fino a cacciare tutti gli
altri.
-Quindi…adesso
cosa dobbiamo fare?- chiese la vocetta di Gon, esitante.
Kurapika si
riscosse; rivolse lo sguardo ai tre amici che attendevano una sua risposta e
dichiarò, deciso:
-Ora andremo a
cercare Ayo.
Sembrava che
quella notte fosse particolarmente lunga. Il cielo era ancora oscuro, illuminato
solo dai pallidi raggi di una luna fantasma, sebbene entro poche ore avrebbe
dovuto albeggiare.
Un decadente
complesso di palazzoni si stagliava contro al notte, nella periferia della
città. I muri sgretolati, le falle nel soffitto sfondato che lasciavano entrare
l’acqua, dall’aspetto sembrava essere completamente disagiato ed abbandonato.
Invece, in un’ampia stanza umida, tredici persone erano
riunite.
Dodici erano
disposte a cerchio attorno ad un unico individuo, un ragazzo giovane, dai
capelli corvini e gli occhi più scuri della notte, che si rivolgeva a bassa voce
agli altri, con tono serio e deciso:
-Ciò che avevamo
temuto si è dimostrato vero: Ubo è stato ucciso da cosiddetto “ragazzo con le
catene”. La visita di alcuni di noi sul luogo del combattimento stanotte ne è
stata la prova- rivolse così lo sguardo ad un gruppo di persone alla sua destra:
un uomo vestito da samurai, Nobunaga, uno in tuta da jogging, Phinxs, un altro
che, dai lunghi capelli neri e la bandana che copriva il volto, quasi sembrava
un bandito, Feitan, una ragazza dai capelli blu elettrico, Machi, lo stesso
ragazzo dagli occhi verdi che Kurapika aveva visto, Shalnark, e
Ayo.
Sui volti di
tutti era dipinta un’espressione dolorosa e contrita, che però esprimeva anche
una rabbia profonda e penetrante; solo Ayo fissava intensamente il pavimento. Di
fronte a lei, Hisoka la osservava divertito.
Il giovane che
parlava, Kuroro, leader dei Ragni, riprese:
-Non possiamo
permettere che l’assassinio del nostro compagno resti così impunito: ora che
finalmente abbiamo gli oggetti dell’asta, il nostro obiettivo sarà trovare il
ragazzo con le catene.
Ayo alzò gli
occhi di scatto ed incontrò quelli di Hisoka; il clown le sorrise sornione: era
evidente che la preoccupazione della ragazza per l’amico lo divertisse
particolarmente. Ayo si sentì tutt’altro che rassicurata da quello sguardo ed
abbassò nuovamente la testa.
Kuroro intanto
continuava a parlare:
-Subito ci
organizzeremo per scoprire la sua identità e trovare il modo di attirarlo a noi.
Ci divideremo in due gruppi: Nobunaga, Phinxs, Feitan, Bonolenov, Hisoka e
Franklin usciranno e si separeranno per raccogliere informazioni; io, Pakunoda,
Shalnark, Shizuko, Machi, Kortopi ed Ayo resteremo qui. Shalnark, tu provvederai
a ricercare su internet, avvalendoti della licenza di hunter, se
necessario.
Il ragazzo,
interpellato, annuì. Il gruppo di divise e coloro incaricati di uscire
cominciarono ad allontanarsi; solo Hisoka non si mosse.
Ayo cercò di
seguire Shalnark e gli altri; era profondamente agitata e per tutto il discorso
di Kuroro aveva tenuto lo sguardo inchiodato al pavimento: aveva il terrore che
egli incrociasse i suoi occhi, che vi leggesse la sua paura, che capisse che
ella sapeva.
Ma una voce in
quel momento la chiamò:
-Ayo!
La ragazza
trattenne il respiro e si voltò lentamente; di fronte a lei stava Kuroro, che la
fissava con i suoi occhi neri e sorrideva.
-Ayo, ti ho
vista piuttosto stanca stasera…è molto tardi e forse non sei ancora abituata a
questi orari. Credo sia meglio che tu vada un po’ a
riposare.
Ayo abbassò la
testa, in segno di consenso; era conscia di essere totalmente impallidita:
Kuroro le era così vicino che avvertiva il suo respiro…
Il ragazzo
sorrise e con una mano le accarezzò delicatamente i capelli; a quel contatto,
Ayo rabbrividì e il cuore accellerò violentemente il battito.
Perché…
-Ayo…c’è
qualcosa che ti turba?
La ragazza
scosse la testa: se solo in quel momento avesse alzato il volto, Kuroro aveva
sicuramente capito che sì, c’era qualcosa che la turbava, e molto! Kuroro era
sempre riuscito a leggerle negli occhi tutto ciò che pensasse…questa volta
avrebbe dovuto dar sfoggio delle sue migliori capacità di
attrice.
Kuroro la
osservò, poco convinto; sospirò e la sua mano scese ad accarezzare delle ciocche
più lunghe. Ayo si irrigidì; il giovane si avvicinò di più e
sussurrò:
-Ayo…poi ti
dovrei parlare…
Ayo strinse i
denti e serrò i pugni; il cuore le batteva ormai all’impazzata, la sua mente era
un turbinio di pensieri, ricordi, emozioni… Sapeva di dover dire qualcosa
presto, prima che Kuroro si insospettisse, ma era come paralizzata, desiderava
solo di poter scappare da lì, scivolare tra le fessure del
pavimento…
-Credo anche io
che sia un po’ tardi per te, dovresti davvero riposare un po’…principessa. Non
hai un bel colorito!
Di scatto
sollevò la testa: la voce era proprio quella di Hisoka. Gioì silenziosamente nel
vederlo: volontariamente o no, l’aveva salvata dalla vicinanza con Kuroro, in
quel momento insopportabile.
-Hai ragione…-
mormorò, sorridendogli di sfuggita, per manifestargli la propria
gratitudine.
-Dovresti essere
uscito con gli altri, Hisoka.
Kuroro si era
improvvisamente irrigidito; la mascella serrata, lo sguardo duro e tagliente,
fissava Hisoka con occhi di fuoco.
Ayo tremò,
spaventata da quel suo improvviso cambiamento, ma Hisoka finse di non accorgersi
del suo sguardo; strinse gli occhi e sorrise malignamente:
-Certo…ora
vado…- disse, si voltò lentamente per raggiungere gli altri ed alzò una mano –A
dopo, principessa!- esclamò provocatoriamente.
Ayo sentì un
brivido correrle lungo la schiena, avvertiva la tensione che si era creata.
Kuroro non distolse lo sguardo da Hisoka finché non sparì dalla loro vista, poi
si volto e si allontanò, dicendole secco:
-Vai a riposare,
parleremo dopo.
Ayo, rimasta
finalmente isolata, si affrettò ad allontanarsi dagli altri per dirigersi nella
sua stanza…o almeno in quella che così era chiamata.
Stretta ed
allungata, dalle pareti nude e fredde, era così differente da quella che era
stata la sua vera camera…
Scosse la testa
per reprimere con forza ogni sentimento nostalgico e chiuse di scatto la porta
dietro di sé. Finalmente era sola. Completamente sola.
Non vi era un
letto, doveva accontentarsi di un materasso, fortunatamente provvisto di cuscino
e lenzuolo. Sospirò e si stese, sperando di riuscire almeno a chiudere occhio,
per recuperare un po’ le forze. Tutte quelle emozioni che si erano susseguite
vicendevolmente l’avevano distrutta; la testa le faceva male, le tempie le
pulsavano e si accorse di avere ancora il batticuore.
Avrebbe dovuto
riacquistare sicurezza, quella determinazione che l’avevano portata fin là. Non
poteva cedere subito sotto gli occhi scuri di Kuroro.
Si era resa
conto che, in un modo o nell’altro, Hisoka era dalla sua parte e sperava che non
le volesse giocare qualche altro “scherzetto innocente”; doveva fidarsi di lui,
ormai. Sentiva che non l’avrebbe tradita, rivelando che conosceva perfettamente
quel “tipo con le catene” che dovevano cercare. Ma, del resto, Hisoka non ne
aveva l’interesse.
Ripensò al
comportamento che questo aveva avuto poco tempo prima di fronte a Kuroro: certo,
l’aveva salvata dal disagio e dal rischio che Kuroro capisse, ma…non poteva che
avvertire qualcosa di particolarmente fastidioso nel suo sguardo, nelle sue
parole; sembrava avesse fatto di tutto per irritare Kuroro. Lei ormai era
abituata al suo modo di fare, certo, ma Kuroro era parso davvero seccato…anzi,
di più, nei suoi occhi sembrava esprimere odio puro!
Osservò il
soffitto, ripensando alle singole parole di Hisoka. Poi improvvisamente capì.
Sentì una fitta al cuore: possibile che fino ad allora non se ne fosse mai
accorta?
Cominciò ad
essere scossa da un tremito: dannazione, che stupida, eppure era così
lampante…
Solo allora si
accorse che la stanza era completamente bianca: bianche le pareti, sebbene
ingrigite e piene di macchie d’umidità, bianche le fredde piastrelle di pietra,
bianchi lenzuolo e materasso, bianchi i logori stracci che avrebbero dovuto
fungere da tende.
E ovviamente
bianca lei.
A stento
trattenne le lacrime e affondò il volto nel cuscino.
-Kuroro, perché
indosso sempre vestiti bianchi?
Il ragazzo dai
capelli corvini distolse lo sguardo dal libro che stava leggendo e lo spostò
sulla piccola bambina bionda che timidamente si era accostata a
lui.
-Beh…perché non
ti piace? Il bianco è il colore della purezza, il più candido che esista… è un
colore importante, ecco perché! Perché sei la mia principessa ed il bianco è un
colore da principesse!
-Oh…- mormorò la
bambina, con un’espressione comunque poco convinta -…però Machi porta sempre
vestiti colorati…
Kuroro alzò gli
occhi verso il soffitto:
-Ma questo ora
cosa centra?
La bambina restò
un attimo in silenzio, con un’espressione crucciata sul volto, poi disse, piano,
piano:
-Machi…è carina,
vero?
Lo guardava con
due occhioni tristi e lucidi, come se fosse sul punto di scoppiare a piangere;
il ragazzo sospirò e rispose:
-Sì, è carina,
ma vuoi spiegarmi cosa…
-Ecco, lo
sapevo, lo sapevo che ti piaceva!- esclamò la piccola stringendo i pugni e
sbattendo i piedi, irritata ed affranta.
Dopo un attimo
di stupore iniziale, Kuroro capì e scoppiò a
ridere:
-Ma no, ma no!-
le disse gentilmente, accarezzandole i capelli dorati –Solo perché ammetto che è
carina non voglio dire che mi piaccia! Tu sei molto più carina di lei! E
scommetto…che da grande diventerai davvero bella!
-Lo…lo credi
davvero?- sussurrò la bambina, non più arrabbiata, fissandolo con gli occhi
spalancati che imploravano una conferma.
-Certo! E anzi-
continuò –scommetto anche che se ti allenerai sempre e con impegno per
apprendere il Nen diventerai anche più forte di lei!- ed un sorriso ancora più
grande si dipinse sul suo volto.
-Davvero se
imparo il Nen divento più forte di Machi?
-Certo, Ayo,
molto più forte. Te lo posso assicurare.
-…te lo posso
assicurare Ayo!
-Eh?
La ragazza si
riscosse improvvisamente, trovandosi di fronte gli occhi verde smeraldo di
Shalnark, che la fissavano con un'espressione dubbiosa.
-Mi stavi
ascoltando?
-Ehm…veramente
no…
Si era persa
completamente, ad un certo punto non era più riuscita a seguire le sue parole.
Era dispiaciuta e si vergognava un po’, sperava che Shalnark non ne avesse a
male.
Il ragazzo
sospirò, ma poi le si rivolse nuovamente con fare gentile:
-Ho detto che
cercando sul sito degli hunter saremo in grado di trovare informazioni sulla
famiglia Nostrad e sui suoi dipendenti, visto che l’ultima volta Ubo aveva detto
di riconoscerne alcuni…
-Ma davvero sei
in grado di accedere ad informazioni personali sulla famiglia di un così
importante esponente mafioso?
Il ragazzo
sorrise:
-E’ esattamente
quello che stavo dicendo…con la licenza di hunter e la mia abilità posso
arrivare ovunque, te lo posso assicurare!
-Oh…
Di fronte
all’espressione sorpresa e confusa della ragazza, Shalnark non potè trattenere
una risatina:
-E’ sempre così
che funziona tra di noi! Io sono l’addetto alle ricerche al
computer!
Strizzò
l’occhio, con fare complice; Ayo annuì leggermente con la
testa.
Si trovava bene
con Shalnark, era molto gentile. Forse la seconda persona con cui andava più
d’accordo, dopo Paku. Eh beh, dopo anche Kuroro…
Inghiottì la
saliva, e scosse la testa violentemente. Shalnark la fissò di nuovo curioso,
come se fosse un qualche animale strano.
-Ehm…tutto bene?-
chiese.
-Sì, sì…credo
solo di essere un po’ stanca ed intontita, non ho riposato
molto…
Shalnark alzò le
spalle e sorrise gentilmente:
-Vuoi che
continui la spiegazione o credi che sia un argomento troppo
difficile?
-Sinceramente…preferirei
rimandare, non credo di riuscire a capire molto ora!
Shalanark rise
di nuovo:
-Ok, non
preoccuparti! Continuo da solo…
Anche Ayo
accennò un sorriso: dopotutto Shal se lo meritava.
-Ayo…
La ragazza si
voltò di scatto, colta di sorpresa; Pakunoda si era avvicinata silenziosamente a
loro ed era dietro di lei:
-Kuroro vuole
che ti chiami. Ha detto che deve parlarti e chiede se puoi
raggiungerlo.
Il cuore
cominciò ad accelerare nel petto di Ayo; proprio quando stava per
tranquillizzarsi, ecco che doveva di nuovo sopportare la vicinanza con Kuroro! E
questa volta anche in privato…
Fece un respiro
profondo e cercò di calmarsi; questa volta lo avrebbe affrontato, ferma e
decisa, non avrebbe temuto il suo sguardo, non si sarebbe lasciata intimorire
dai suoi occhi neri. Doveva andare avanti per la via che ormai si era scelta,
non poteva più permettersi esitazioni o dubbi.
-Lo raggiungo
subito.
Si allontanò a
passi veloci, senza voltarsi, per impedirsi qualsiasi ripensamento o
incertezza.
Shalnark e
Pakunoda rimasero a fissarla, fino a che non uscì dalla stanza e si sottrasse
così alla loro vista. Allora Paku sospirò.
-Continuo a
chiedermi- commentò Shal –come mai questa volta Kuroro abbia deciso di farla
partecipare alla missione qui a York Shin. Non era mai successo, neanche le
altre volte che la Brigata al completo si è riunita.
Pakunoda abbassò
lo sguardo e non rispose; intervenne alla loro destra un’altra voce, quella di
Shizuko, seduta sui lastroni di pietra vicino a Machi e
Kortopi:
-Credo sia
perché ha ritenuto che questa volta la sua forza ci potesse essere utile; in
fondo, Ayo ha dimostrato di riuscire ad adattarsi perfettamente alle nostre
azioni e non possiamo certo negare che la sua presenza non ci abbia
aiutato.
-Non credo sia
per questo- si intromise Machi, che fissava un punto indeterminato della parete
di fronte con fare annoiato –in fondo, non mi sembra che la sua forza ci sia
servita a molto. Se poi è davvero forte come Kuroro dice.
-Tu non l’hai
mai potuta soffrire, Machi!- fece notare Shalnark –Il suo Nen è indubbiamente
molto forte, altrimenti ora non sarebbe neanche qui. E poi a me sembra anche
simpatica: certo, è un po’ chiusa e timida, ma si trova bene con
noi.
-Che sia forte
non si mette in dubbio- proferì Kortopi.
Pakunoda alzò il
volto verso di loro e sospirò nuovamente:
-Sì, Ayo
possiede un Nen raro e potente, questo è vero, e bisogna anche dire che sembra
essere a tutti gli effetti una di noi, ora. Ma non lo è. Questo non dimenticarlo
mai, Shalnark, e, per quanto possa esserti simpatica, cerca di non affezionarti
mai a lei- il suo sguardo era profondamente vuoto e triste, mentre parlava;
lasciò cadere la testa, come rassegnata –Sai benissimo quale è il suo ruolo, tra
noi.
-Lo so- rispose
Shal, corrugando la fronte -anche se credo che, dopo tutto questo tempo, non sia
per niente giusto. So che il capo…
-Non credo sia
nostro compito giudicare le scelte e gli ordini del capo, Shalnark. Nulla è mai
pienamente giusto- ammonì Pakunoda, seria.
Machi alzò le
spalle indifferente, mentre Shizuko abbassò gli occhi, rabbuiandosi. Shal
strinse i pugni; per un motivo o per l’altro, tutta quella storia non gli
piaceva.
-So anche
questo- mormorò, avvilito. Non si poteva fare niente.
NOTE DELL'AUTRICE: Non ho tempo di rispondere a tutti i commenti come al mio solito, mi dispiace davvero. Sappiate però che li ho letti e vi sono enormemente grata!!
Ora scappo davvero, prima che sia troppo tardi.
Commentate, fatemi sapere cosa ne pensate, mostrate critiche e suggerimenti!!
Grazie immensamente, sul serio...spero vi sia piaciuto il capitolo, nonostante tutto!
Ci sentiamo al mio ritorno!! Ciaoooo!!!^^
ARIGATOU
Iryuchan