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Autore: Petit_fantome    30/04/2014    3 recensioni
Ogni essere umano avverte dentro di sé in modo istintivo e insopprimibile l' assoluta necessità dell' Amore.Eppure, in molti casi, si ignora il vero significato di questo complesso e totalizzante aspetto della vita.Per lo più l' Amore viene scambiato con il bisogno di essere amati senza amarsi. In questo modo un'atto creativo, dinamico e stimolante si trasforma in un tentativo egoistico di piacere.Ma l'Amore, quello vero, è un sentimento molto più profondo che richiede sforzo e saggezza, umiltà e coraggio.E, soprattutto, è qualcosa che si può imparare.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 24

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tom aveva appena finito di depositare il camice e il tesserino identificativo in segreteria.
Si incamminò per il corridoio guardandosi intorno.

Non avrebbe mai pensato di potersi affezionare ad un posto di lavoro.
Gli dispiaceva molto andarsene.
Certo, l'offerta di lavoro era molto allettante ma, sentiva comunque di perdere con quella scelta.
Salutò cordialmente tutte le persone del reparto, pazienti e infermieri, mentre con calma si dirigeva verso l'ascensore.

Quando ci fu davanti pigiò il tasto di chiamata e attese davanti alle porte chiuse.
"Non mi saluti?", si sentì richiamare da quella voce che tanto amava.
"No di certo." rispose con un sorriso stanco mentre si voltava. "Addio Pauline."
La ragazza sentendo quel saluto iniziò a tremare.
"Tom, Io... mi dispiace. ", parlava triste torturandosi le labbra.
"Di cosa?", rispose Tom sempre più stanco.
"Di... di tutto. Di non essere stata in grado di... di amarti. Di non essere in grado di farlo."
Tom si voltò verso le porte che si stavano aprendo.
Le tenne aperte con una mano.
"Sai, una persona che mi è entrata dentro al cuore, un giorno mi ha parlato del "destino".
Io non ci ho mai creduto. 

Ma forse quella persona ha ragione."
Entrò nell'ascensore e pigio il pulsante per il piano terra.
"Non era destino Pauline. Ti auguro il meglio. Addio.", sorrise fintamente mentre le porte si chiudevano e nascondevano gli occhi gonfi di lacrime della ragazza.
Tom si appoggiò alla parete dietro di lui e sospirò.
Il primo "addio" era fatto, ora mancava solo quello più duro.
L'"addio" alla sua Angel.
Si diresse alla macchina e tornò a casa per recuperare il fratello.
O meglio, il fantasma di suo fratello.
In una sola settimana era dimagrito vistosamente.
Mangiava appena e non dormiva.
Lo sentiva piangere tutte le notti e ieri non riuscì a resistere.
Dormi con lui. 

A metà nottata, si infilò piano nel suo letto e lo strinse forte da dietro.
Non servì a molto, ma almeno qualche ora riuscirono a chiudere occhio.
Bill uscì di casa chiudendo la porta a chiave.
Sali in macchina e si infilò gli occhiali da sole.
Tom gli appoggiò la mano sulla spalla per infondergli un pò di calore e affetto.
Bill sorrise appena e accennò un sorriso.
"Te la senti? Non sei obbligato. Anzi, non lo siamo."
"Andiamo Tom. Ho bisogno di vederla almeno un' ultima volta. "

 

***

 

Erano oramai giorni che Angelique e Bill non si vedevano e ne tanto meno parlavano.
Tom aveva provato a far dissuadere il fratello dall'andarsene.
Ma non ci riuscì.
Esattamente come Davide, non riuscì a far cambiare idea all'amica.
"Angy per favore parlaci."
"Come faccio Davide? 

Come posso tornare a credere nelle persone quando conosco la sofferenza di essere abbandonati, derisi, dimenticati? 

Dopo che ho conosciuto l'ipocrisia e la falsità di cui è capace la gente? 

Come mi puoi chiedere di credergli ancora? 

E poi non ho nulla da dirgli. È La sua vita. È giusto che scelga di fare ciò che gli va."
"Almeno ascoltalo allora. E piantala con questa storia. 

Non è vero che sta decidendo lui, lo stai facendo tu."
La ragazza per la prima volta dopo ore lo guardò in faccia con sguardo glaciale.
"Cosa stai insinuando?".
"Hai capito fin troppo bene. Preferisci restare sola invece di provare a stare bene per una volta."
"Davide, sta zitto devo studiare.", rispose seccata rivolgendo lo sguardo al libro.
"No, basta Angelique. Non ti permetto di distruggerti la vita in questo modo. Tu ora ti cambi e vieni con me da loro.", disse Davide sbattendo il pugno sul tavolo.
"Nemmeno morta."
"Angelique, tu forse non ti rendi conto, domani mattina hanno l'aereo."
"Buon volo allora.", rispose sarcastica la ragazza senza nemmeno sollevare lo sguardo.
Davide sempre più esasperato continuava a guardarla e a tremare di rabbia.
Fu in quel momento che qualcuno bussò alla porta della camera della ragazza.
Questa nemmeno alzò lo sguardo mentre Josh entrava cauto.
Davide invece si voltò a guardarlo attendendo che parlasse.
"Signorina, i miei nipoti la vorrebbero salutare."
Angelique cominciò a sentire il cuore pesante e dolorante.
Senza darlo a vedere, annuì piano mentre si toglieva gli occhiali e li posava sul libro aperto.
Davide si alzò a stento andando verso la porta da dove sbucò la figura di Tom.
Tom entrò con calma analizzando la situazione.
Davide lo salutò calorosamente mentre Angelique lo guardava indifferente dalla sedia dietro la scrivania.
"Ciao Davide, vedo che fai grandi progressi.", sorrise guardandolo da capo a piede.
"Ciao Tom, si tutto merito della riabilitazione e di Pauline."
Tom sorrise sghembo a quel nome e guardò la ragazza.
"Ragazzi io vado un attimo in cucina." 

Davide se ne sgattaiolò fuori dalla stanza lasciandoli soli.
Tom si guardò intorno avvicinandosi alla scrivania.
"È completamente diversa da come me la ricordavo.", disse più a se stesso che alla ragazza.
"Tom, devo studiare.", Angelique lo guardava quasi infastidita dalla sua presenza.
"Angel domani noi ce ne andiamo via." 

Iniziò il ragazzo con cautela.
"Buon viaggio." 

La ragazza rispose con indifferenza girando la pagina del libro.
"Perché devi far finta che non ti importi?".
"Perché non sto facendo finta. Sono stata per anni senza di voi."
"Auto-distruggendoti e illudendoti."
"Parla quello che si scopava una diversa ogni due ore perché aveva paura di innamorarsi."
"Si cambia Angel."
"Si, per finire innamorati dell'ultima persona che te l'avrebbe data. Patetico direi."
"Umano direi."
"Vattene, e portati dietro anche tuo fratello."
"Si chiama Bill, Angel. 

Era quello che ti ha tolto la lametta dalle mani, quello che ha passato notti insonni per coccolarti o per pensarti in lacrime, è quello che ti ama più di se stesso. È quello che morirebbe per te. È quello che ti chiama "amore". È il ragazzo che ami da anni."
"Ho detto vattene."
Tom si alzò e si spose verso di lei.
"Abbracciami."
"Scusa?".
"Siamo due amici che si stanno dicendo "addio", è una buona cosa abbracciarsi."
"Non amo i contatti fisici, per cui, addio Tom."
"A me invece piacciono tanto, quindi, alzati da quella cazzo di sedia."
"Forse non hai capito, io non lo voglio il tuo abbraccio e non mi alzerò."
Tom sorrise beffardo.
"No Angel. Non è così, tu hai paura. 

Hai una fottuta paura di provare di nuovo calore. Ormai ti sei abituata al tuo gelo. Preferisci lasciare che la vita ti scorra via senza viverla.
Dopotutto ognuno è libero di distruggersi la vita come vuole. 

Facci una chiamata quando finalmente tornerai in te.
Bye confettino rosa."
Angelique a quell'odioso nomignolo, gli lanciò dietro un libro che colpì la porta che Tom stava chiudendo ridendo.
La ragazza a stento riuscì a reprimere un urlo di rabbia.
Dopo qualche minuto, la porta si riaprì lentamente.
Bill fece la sua entrata nella stanza.
Angelique lo guardò appena, ma si accorse delle suo volto sciupato e triste.
Il ragazzo si avvicinò e prese posto vicino alla scrivania dove prima si era seduto il fratello.
"Stavi studiando?".
"Si."
"Tra quanto è l'esame?".
"Tra una settimana."
"Capisco."
Bill la guardava quasi senza battere ciglio.
Voleva stamparsi nella mente ogni minimo particolare di lei.
"Chiedimi di restare.", la implorò sussurrando mentre le prendeva una mano.
Angelique alzò gli occhi sul suo viso e nei suo occhi lesse un dolore infinito.
"Chiedimi di restare, ti prego", allacciò le loro dita.
La ragazza abbasso lo sguardo sulle loro mani.
"No. Non te lo chiederò."
"Ti prego. Devi solo chiederlo e io resterò."
Angelique tolse a fatica la sua mano dalla stretta del ragazzo.
"No, è la tua vita, io non posso e non voglio costringerti a nulla."
"Ti prego."
"Addio Bill."
Bill la guardò con gli occhi pieni di lacrime.
Ci aveva provato.

Aveva provato anche l'ultima possibilità di una riconciliazione.
Sospirò alzandosi e velocemente si spose in avanti, abbracciando la testa della sua amata e depositandole un ultimo bacio sulla fronte.
"Addio amore mio."
Angelique chiuse gli occhi e abbassò la testa mentre sentiva Bill allontanarsi ed uscire dalla stanza.
Davide rientrò dopo un po di tempo.
Si sedette senza parlare.
Non voleva di certo infierire ma stava già studiando un piano per il giorno dopo.

 

***

 

Angelique andò inutilmente a letto.
Non chiuse occhio nemmeno un secondo.
Il letto le sembrava troppo grande e troppo vuoto.
Era in piena confusione.
Troppi sentimenti la agitavano.
Si alzò all'alba e si vesti con una semplice tuta.
Josh, dopo qualche ora, le portò la colazione che prontamente fu rimandata in cucina intatta.

La trovò davanti alla grande finestra da cui Bill era entrato giorni prima.

Guardava fuori con lo sguardo perso nel vuoto.

Quando Josh fece per uscire la ragazza sussurrò.
"Mi odi vero?".
Il maggiordomo appoggiò il vassoio sulla scrivania e la raggiunse.
Le si accostò guardando anche lui fuori dalla finestra.
"No piccola mia. Non potrei mai odiarti. Sei come una figlia per me.
E poi no, dovrei odiare me stesso per non aver visto e capito."
La ragazza scrollo le spalle.
"Lo so piccola, è difficile tornare a credere al bene e alle persone dopo aver provato molto dolore e solitudine. Ma sono certo che piano piano e con le persone giuste ce la si possa fare. No?"
Angelique lo guardò con gli occhi pieni di tristezza.
Josh l'abbraccio forte cullandola.
"Ho distrutto tutto."
"No piccola, sono certo che non è così. "
In quel momento si iniziò a sentite dei passi che percorrevano veloci il corridoio.
Entrambi si insospettirono dato che alcuni di questi erano prodotto da tacchi.
Davide, seguito da Pauline, irruppe nella stanza.
"Scarpe, giacca e borsa. 

Ora. 

Andiamo in aeroporto. Tra mezz'ora i gemelli partono."

 

***

 

I tre arrivarono molto tempo dopo a causa del traffico.

Sembrava che ogni cosa si fosse messa contro di loro.

Davide, con qualche difficoltà, guidò il più veloce possibile.

Pauline invece, sedeva nei posti posteriori insieme ad Angelique.

La teneva stretta.

Angelique sembrava una statua.

Era immobile e fredda.

L'unica cosa che si muoveva era il suo torace ad ogni respiro.

Aveva lo sguardo vitreo perso nel vuoto.

Quando arrivarono miracolosamente indenni all'aeroporto, Angelique scatto fuori dalla macchina sorprendendo gli altri due.

Entrò nell'edificio alzando lo sguardo per vedere i monitor che segnalavano gli orari del volo.

Si accorse che erano in ritardo e corse davanti alle enormi vetrate che davano sulla pista degli aerei.

Appena arrivò vide l'aereo dei gemelli prendere il volo.

Era finito tutto.

Aveva perso tutto.

Davide e Pauline la raggiunsero con il fittone e guardarono nella sua direzione.

"No…", sussurrò sconfitta Pauline.

Angelique era immobile.

Era così vuota, che nemmeno sentiva il tocco di una mano sulla sua spalla che voleva richiamare la sua attenzione.

Se ne accorse solo quando Davide trattenne rumorosamente il respiro.

Lo guardò interrogativa mentre lentamente si voltava.

-Sono messa davvero male se vedo Bill davanti a me e Tom poco più distante.-

La ragazza continuava a guardare il ragazzo come se fosse invisibile.

"Amore…" soffiò Bill.

-Aspetta, è troppo reale per essere un'allucinazione.-

Alzò la mano velocemente iniziando a toccare il viso del ragazzo, come a voler testare la sua presenza.

"Sei qui…".

Bill sorrise baciandole il palmo della mano.

"Si amore, sono qui."

A quelle parole la ragazza si gettò tra le sue braccia allacciando le sue al collo di lui.

Lo strinse forte.

"Resta, ti prego resta. Hai detto che se te lo chiedevo tu restavi. Resta. Ti prego resta con me."

"Si amore mio, resto qui con te."

Angelique si staccò quel tanto per poterlo guardare.
"Ti amo Bill."
Il ragazzo perse un battito a quelle parole e la baciò con tutto l'amore che aveva in corpo.
Davide, Pauline e Tom si godettero lo spettacolo sorridenti.
"Bene..." iniziò a parlare Tom. "Mio fratello è sistemato. Ora meglio se vado. Tra un pò parte il mio volo."
"Che? Che volo?", lo guardò Pauline.
"Ma non era quello di qualche minuto fa?", chiese perplesso Davide
Tom sorrise, "Si, ma stamattina Gilbert ci ha prenotato un jet privato a sue spese. Aveva detto di aspettare che arrivasse Angel." rispose a Davide e poi scrollando le spalle, "Io non ho nessuno che mi voglia qui, per cui me ne vado.", sorrise beffardo iniziando ad allontanarsi.
"Vieni qui scemo." Pauline lo trasse a sé tirando la sua felpa e lo baciò.
Tom sorridendo fece cadere a terra il borsone e la strinse sollevandola da terra.
Davide rideva divertito sedendosi su una delle varie sedie.

 

***

 

Era un pomeriggio d'estate e lui e il gemello, entrambi di sei anni, erano a trovare lo zio che lavorava come maggiordomo in quella mega villa.

          Come ora era molto curioso e decise di visitare ogni stanza.

          Quando aprì la penultima porta del piano dovette un pò socchiudere gli occhi a causa della quantità di luce che vi era all'interno.

           " Vieni, entra pure "

          Una donna con lunghi capelli biondi, occhi chiari e con un vestito bianco molto semplice ma elegante, era seduta al centro del divano con in mano un libro di favole e a lato una bambina.

          O meglio, un piccolo angelo. Non era molto più piccola di lui ma i capelli ricci e biondi, gli occhi azzurri e il vestitino azzurro chiaro la rendevano molto tenera e "piccola".

 

 

 

Bill apri la porta e entrò titubante.

Oramai aveva già compiuto trentacinque anni.

Aveva abbandonato gli studi di psicologia e intrapreso quelli di economia.

Era ormai diventato vicedirettore dell'azienda di Gilbert.

Angelique e il padre avevano con molta calma ritrovato un buon rapporto.

Bill ed Angelique da quel giorno abitavano insieme, mentre Tom abitava in una villetta poco distante da loro.
La bimba appena lo vide saltò in piedi urlando: 

"Papà! ".
"Piccola mia."
Bill entrò a grandi falcate nella stanza e strinse forte la piccola facendola volare in alto prima di buttarsi sul divano con lei stretta a lui.
"Papà mi racconti una storia?" Lo guardò la piccola con gli occhi da cucciolo.

L'avevano chiamata Josephine, come la nonna. 

La ricordava molto.
"Una storia? Ma la mamma non te l'ha raccontata?" Sorrise guardando Angelique che lo guardava teneramente.
"Si, ma io voglio che mi racconti la vostra storia. La storia di Angel e Bill." Sorrise la piccola battendo le mani.
"Uhm allora mettiti seduta qui sulle ginocchia" rispose Bill sistemandola sulle sue ginocchia e abbracciando con un braccio la sua Angelique.
"Allora devi sapere che dopo che la tua mamma mi ha salvato dal mostro cattivo..."
"Ma papà dovevi salvarla tu!!!"
I due ragazzi si misero a ridere accarezzando la piccola.
"Diciamo che l'uno ha salvato l'altro." Intervenne Angelique baciandole la manina.
"Ecco... quella sera ci siamo amati. Ma non tipo un misero bacino. No no, ci siamo amati come si amano il principe e la principessa.
Quando, la mattina dopo, la mamma si svegliò io per prima cosa gli chiesi di sposarmi.
Non avevo niente, nessun anello o frasi complicate.
Semplicemente il mio amore e il mio cuore.
Avevo paura sai. Tanta paura.
Temevo mi dicesse di no.
Invece la mamma sai cosa ha detto? "
"Siiiiiiiiiiiii. Ha detto si!" Urlo la piccola battendo le mani.
"Ahh ma allora c'eri anche tu? ?" Iniziò a fare il solletico alla piccola "Dove eri nascosta eh??".
La piccola tra le risa continuava a negare.
"Uhm non sono molto convinto. Ad ogni modo dopo qualche anno ci sposammo.
La mamma era stupenda il giorno del matrimonio.
Lo è sempre, ma quel giorno sembrava un angelo.
E quel giorno mi ha fatto il regalo più bello mondo."

"Che cosa?"

"Tu piccola mia. Quando siamo saliti sull'aereo per la luna di miele mi ha mostrato la foto di un'ecografia.

E c'eri tu in quella foto, piccola come un fagiolo."

La piccola iniziò a ridere e scese dalle gambe del ragazzo.

"Vado a giocare."

La piccola non fece a tempo ad uscire che tue mani la presero in braccio.

"Tio Tom." Urlò felice.

"Il mio angioletto bello." La baciò sulla guancia Tom.

Era ormai diventato il primario del reparto e ogni giorno prima di tornare a casa si fermava dalla sua nipotina.

"Tia Pauline." La piccola si spose verso la ragazza che la prese in braccio stringendola.

"Ciao piccola." sorrise la ragazza ormai diventata la migliore infermiera dell'ospedale.

"Tio dai vieni a giocare con me!"

"Ahah piccola ma non puoi chiedere ai tuoi un fratellino?" rispose facendo l'occhiolino a Bill.

Questo rispose prontamente "Perché non chiedi ai tuoi zii un cuginetto?"

I due gemelli scoppiarono a ridere mentre le due compagne risposero tranquille.

"Tranquillo Bill tra meno di sei mesi avrà il cuginetto o cuginetta."

"Tranquillo Tom tra otto mesi avrà il fratellino o sorellina."

Entrambi i gemelli si bloccarono e sbiancarono.

Tom mise giù Josephine e guardò Pauline.

"Meno di sei mesi…" Balbettò mentre a stento cercava di sedersi sul divano. "Meno di sei mesi…"

Bill invece si voltò completamente guardando Angelique.

"Otto mesi?".

"Si amore, otto mesi." gli sorrise mettendo una mano di lui sul suo ventre.

"Bill…" 

"Tom…"

Si chiamarono all'unisono i due gemelli iniziando a guardarsi.

"Bill, Pauline è incinta."

"Si Tom, anche Angelique."

"Anche Angelique. Si…" Tom svenne cadendo a terra mentre Pauline si inginocchiò vicino a lui preoccupata.

"Tranquilla Pauline, degna reazione dei gemelli Kaulitz. Anche Bill svenne sull'aereo. Per fortuna aveva la cintura a tenerlo sul sedile."

"Si esat…" Anche Bill svenne poco lontano dal fratello.

Le due ragazze si guardarono per poi scoppiare a ridere.

Anche Angelique si inginocchiò vicino a BIll e come Pauline, iniziarono a per farli rinvenire.

Quando entrambi ritornarono coscienti, si sposerò in avanti per baciarle con amore.

Josephine era sulla soglia della porta in braccio a Gilbert che aveva assistito alla comica scena insieme a Josh.

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                                              The End  ? 

 

 

Eccoci. Siamo arrivati alla fine. Fine di cosa? Di sicuro non dell'amore. 

In questi anni ho sempre scritto e pubblicato "cosette" (non posso permettermi di chiamarle storie, termine troppo importante) che descrivevano un pò il mio modo di vedere e pensare i sentimenti, le emozioni, insomma tutto quello che l'essere umano può provare.

Prima di passare agli avvisi devo assolutamente ringraziare:  

Cornelian , auroramyth ( anche per il banner, meraviglioso vero?), darkside_of me,Marked Bill Darksun ,il mio piccolo angelo, LiebeBK, Ginny_Anastasia, Engel_Aranel, _Freiheit_, cherskiss, Arsax, tea_93, _RockEver_, Heiling, _dreamgirl_90, StrudelAllaPesca, Alexiel_Slicer, DreamingOnACloud, AllysonTH, _Selenia_, MrsXAnax , per avermi accompagnato in quest'avventura con i loro commenti sempre molto molto graditi. Grazie a tutti! 

Poi un grazie anche a chi ha seguito, preferito e ricordato, non vi metto tutti gioie mie, perché sennò i ringraziamenti diventano più lunghi del capitolo.

Grazie! Grazie! Grazie!

 

Ora passiamo all' AVVISO.

Allora vi comunico che per me questa è stata la fine della mia avventura di "scrittrice". 

Purtroppo i risultati che mi ero prefissata non sono nemmeno vagamente giunti, per cui credo sia giusto e onesto, da parte mia, lasciare spazio e posto alle vere scrittrici/scrittori di questo sito.

Come avete notato ho scritto  "The End ?" perché a volte mi scapperà di pubblicare qualche micro cosina. 

Di sicuro non tanto presto. 

Rassicuro tutte le persone a cui commento e seguo le storie, tranquilli non vi abbandono così facilmente.

Per ciò ecco, 

Arrivederci a tutti.

 

Vi ricordo per chi volesse e fosse interessato, mi potete trovare alla pagina FB: Dark Blue Horizon. 

Questa pagina è nata da una collaborazione tra me e Aurora (bravissima scrittrice).

Ora ovviamente il ruolo da titolare della pagina spetterà solo a lei mentre io farò il fantasma della situazione, che quando serve c'è e il resto del tempo sarà invisibile.

Grazie! <3

 

 

  
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