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Autore: shaka    22/07/2008    4 recensioni
Doveva essere una one-shot, ma sono un po' logorroica a volte, perciò l'ho divisa in due parti...
Becca e Nic, ormai agli sgoccioli con gli esami, si concedono una pausa pranzo lunga nel caffè preferito di Nic. Incontreranno qualcuno che le farà tornare indietro nel tempo, di almeno 5 anni, e che le porterà a ricordare un periodo davvero divertente della loro vita.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: i Cinema Bizarre non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. I fatti narrati sono frutto della mia fantasia.

Prima di partire, permettetemi di ringraziare colei che ha ispirato non poche cose di questa fanfiction. Grazie Mary per essermi vicina, per il sostegno pre e post esame, e per la contagiosa allegria...senza di te certi bar non sarebbero la stessa cosa, e nemmeno le pause pranzo. Ti voglio bene! Bianca.

Tequila Salt & Lemon


BERLINO - 2006
Una giornata intera passata con gli amici a vestirsi e truccarsi per uscire quella sera.
Alle sei in punto erano tutti pronti e si erano subito incamminati verso il luogo della festa, che sarebbe cominciata alle 8 in punto.
Avrebbero dovuto attraversare mezza Berlino, e loro tutti amavano passeggiare tranquilli per la città.
Il loro passaggio attirava sempre parecchi sguardi, ma quelli peggiori gli venivano riservati quando passeggiavano nei dintorni di Friedrichstraße e, quel giorno le cose non furono diverse, anzi...
Fu proprio lì che, all'altezza del civico 71, praticamente davanti all'imponente ingresso di uno di quei negozi odiosi pieni di gente antipatica, Tim fu travolto da una furia, stra-carica di borse e pacchetti.
Nella concitazione aveva solo pensato ad urlare insulti a colei, perché i capelli lunghi e le scarpe con il tacco, uniche cose che vedeva in mezzo all'ammasso di pacchi sparpagliati, gli suggerivano che la sua investitrice fosse una ragazza, che aveva rischiato di rovinare il lavoro di ore.
Mentre l'amica rimasta – sfortunatamente, pensò Tim – in piedi aveva preso a sbraitare contro di lui ed il suo gruppo di amici in inglese, misto ad un'altra lingua a lui ignota, la ragazza caduta si era limitata ad alzarsi da terra, raccogliere i suoi pacchetti, chiedergli scusa, sorridergli e trascinare via quella pazza isterica che continuava ad urlare.
Tim non era riuscito a staccare gli occhi da quella scenetta tragicomica ed aveva persino ascoltato gli strepiti della ragazza bionda, quella che era rimasta in piedi, tra cui aveva compreso una sola parola: “Bianca”...forse il nome della ragazza mora, aveva pensato.
Margarethe aveva dovuto strattonarlo per un braccio perché era rimasto impalato davanti al negozio come un ebete, ma lui, riscuotendosi, aveva notato qualcosa a terra: un tesserino con la scritta “The Mandala Suites”.
Hotel di lusso, pensò, ricordando l'imponente struttura moderna che ospitava l'albergo...senza pensare si infilò in tasca la chiave magnetica; l'indomani l'avrebbe riportata all'hotel.

MILANO – 2012
“Bianca...guarda che il biondino ti fissa.” esclamò Nic, con ancora il sorriso sulle labbra.
“Ma dai Veronica, smettila” rispose la mora, dando un colpetto scherzoso al braccio dell'amica.
“Guarda!” replicò quest'ultima tornando seria.
Becca spostò lo sguardo sulla tavolata, ed incrociò due splendidi occhi dal taglio allungato, ora molto meno freddi, e fu allora che lui le sorrise e lei, improvvisamente, tornò indietro di qualche anno.

BERLINO – 2006
“Come persa?” chiese una diciassettenne Veronica all'amica che frugava disperata nella sua borsa.
“Niente chiave...mi sarà caduta oggi, quando mi sono scontrata con quel tipo, fuori dal negozio.”
“Quel cafone!” commentò sdegnata Veronica, bussando alla porta della loro camera, nella speranza che Federica, la terza inquilina, fosse ancora in dentro.
“Guarda che è colpa tua...se non mi avessi obbligata a mettere questi tacchi per fare shopping non avrei perso l'equilibrio, e non gli sarei franata addosso!” replicò la mora, provando una punta di astio nei confronti di Nic...non amava il suo vizio di criticare le persone solo perché non le conosceva e, nel pomeriggio, le aveva dato un'ulteriore dimostrazione di questo lato del suo carattere.
Federica aprì la porta e la conversazione tra Veronica e Rebecca si concluse: dovevano mostrare all'amica i loro acquisti e poi dovevano prepararsi per la cena.

La mattina seguente, con un mal di testa post-sbronza che le spaccava a metà la testa, Becca era uscita dalla camera da sola: Nic, Federica, e le altre 4 persone che erano misteriosamente finite a dormire nella loro camera, avevano biascicato qualcosa che sembrava un “ti raggiungiamo”, ma era così frastornata che avrebbe potuto anche trattarsi solo del frutto della sua fantasia.
Mentre stava seduta nella sala colazioni, deserta vista l'ora, cercando di non finire con la testa dentro la tazza di caffè che si era presa, il ragazzo della reception aveva raggiunto Becca, annunciando che la sua chiave era stata ritrovata.
“Chi l'ha riportata?” aveva chiesto la ragazza, intascando la preziosa chiave.
“Un ragazzo, un tipo strano” era stata la vaga risposta del receptionist.
Rebecca era schizzata in piedi, ed aveva raggiunto la hall giusto in tempo per fermare il suo salvatore, proprio un attimo prima che imboccasse la porta girevole per uscire.
Lui si era voltato e l'aveva raggiunta con aria scettica...forse temendo una scenata o qualcosa di simile, ma le intenzioni di Rebecca erano di tutt'altro genere.
“Grazie!” aveva detto la mora, allungando verso di lui una mano, ed affrettandosi ad aggiungere “Io sono Rebecca.”
“Di niente....io sono Tim.” aveva risposto lui, stringendo la mano; poi aveva aggiunto “Ma tu non ti chiami Bianca?”
Becca lo fissò interdetta poi, realizzando a cosa si stava riferendo, prese a ridere.
Solo dopo dieci minuti buoni di risate la ragazza riuscì ad invitare Tim a farle compagnia per il caffè.
Davanti a due tazze bollenti e fumanti Becca spiegò l'origine del suo soprannome a Tim: “Veronica mi chiama Bianca perché dice che assomiglio a Biancaneve. Lo sostiene da quando ha trovato una mia foto di carnevale, di quando avevo sei anni, in cui ero travestita da Biancaneve...”
“Ah, quindi la matta sostiene che tu assomigli ad una deficiente che mangiava mele offerte dagli sconosciuti, e che sosteneva di abitare con dei nani?” aveva commentato lui, portandosi la tazza alle labbra.
La sarcastica descrizione del biondino lasciò Rebecca di stucco, ma forse la cosa che la scosse di più fu ritrovarsi a constatare con quale grazia e sensualità Tim stesse bevendo il suo caffè...
Quando riuscì a riprendersi Rebecca rispose: “Beh, credo che la somiglianza fosse più che altro fisica secondo Nic, però devo ammettere che anche in quanto a sanità mentale precaria non sono tanto diversa...”
A quella affermazione fu Tim a stupirsi e a scoppiare a ridere, e mentre rideva cercava di scusarsi per lo scontro del giorno prima...una scenetta decisamente ridicola.
La piacevole chiacchierata però fu interrotta dall'arrivo di Veronica e Federica.
La prima, riconoscendo nel biondo il cafone che il giorno prima aveva atterrato Rebecca, si era accomodata con circospezione.
La seconda, invece, una volta scoperto che Tim abitava a Berlino, lo aveva pregato di indicare loro un posto dove fare quattro salti quella sera: la loro ultima notte in Germania.
Risultato: avrebbero dovuto convincere i loro professori ad accompagnarli al “Molotow”, dove ci sarebbe stata una serata in maschera...

MILANO – 2012
“Ci sei?”
La stessa domanda, in due lingue diverse, rivolta da due persone differenti – Nic e Felix – a due persone diverse – Rebecca e Tim – a due tavolini dello stesso bar.
“Nic, ti ricordi Tim” rispose Becca ad un tavolo.
“Felix, hai presente Bianca?” disse invece Shin ad un altro.
Se Veronica accolse la notizia in modo discreto, altrettanto non fece il bassista che, avendo origliato il discorso tra Shin e Luminor, cominciò a sbraitare: “Cosa? C'è qui Bianca? La copia di Biancaneve è in questo bar?”
Shin si sbatté una mano in fronte, mentre Strify, Yu e Luminor cominciarono a guardarsi intorno, alla ricerca della fantomatica fanciulla. Sapevano tutti quanto Shin odiasse le fiabe; tutta roba per dementi secondo lui, tranne un'eccezione: l'unica fiaba che Shin sopportava era quella di Biancaneve e, un giorno, aveva spiegato ai suoi amici il motivo.

BERLINO – 2006
Dall'Italia alla Germania per una festa in costume...ok, erano ufficialmente andate e, cosa peggiore, Tim non aveva specificato il tipo di costume che avrebbero dovuto indossare...così si erano ritrovati ad un raduno di cosplayer, vestiti come dei cretini ad una parata di carnevale.
Becca era stata costretta da Nic a strizzarsi in un vestitino da Puttaneve, come l'aveva definito Federica.
La cara Veronica, invece, aveva avuto l'incredibile fortuna di scegliere un abito praticamente perfetto, visto che impersonava una splendida Sailor Moon.
Se non fosse stata sicura dell'antipatia dell'amica per il biondo Becca avrebbe sicuramente pensato ad una congiura nei suoi confronti...

“E quelli chi cazzo sono?” fu il maligno commento di una delle ragazze del gruppo di Tim, alla vista della combriccola che scendeva dai minu-bus messi a disposizione dall'albergo.
“E poi guarda da dove arrivano...il Mandala Suites, come hanno fatto a finire qui?” domandò un altro.
“Non lo so, però di certo hanno sbagliato festa: guarda come sono conciati!” aveva concluso una bionda perfettamente abbigliata e truccata, che stava attaccata al bel Tim.
Il ragazzo, dal canto suo, non poté fare a meno di ammirare lo spettacolo delle curve di Becca che si avvicinava all'ingresso del locale, e commentò, tra sé e sé: “Una così può anche vestirsi da coniglio...”.
Rebecca lo individuò con un po' di fatica, visto il travestimento, ed alzò una mano in segno di saluto, per poi sparire all'interno del locale, trascinata da un'estasiata Veronica.
Tim ricambiò il cenno e poi si mosse per raggiungere i nuovi arrivati, quando una mano lo afferrò saldo per un polso, bloccandolo.
“Non starai andando là, vero?” gli chiese Sasha, la bionda che gli stava appiccicata.
“Si, perché?” rispose lui, aggrottando le sopracciglia.
“Perché se andrai là non mi vedrai più.” ribatté lei, offesa.
Lui finse di pensarci, le accarezzò una guancia e, quando fu ad un millimetro dal suo orecchio, sibilò “Bene, allora addio e...divertiti stasera.”
Si allontanò dal gruppo dei suoi amici, lasciando dietro di sé una Sasha veramente infuriata, ed entrò nel locale, alla ricerca di Rebecca.

Dopo qualche minuto individuò i tavoli occupati dalla combriccola di italiani e si avvicinò, senza riuscire a staccare gli occhi da quello splendido esemplare di Biancaneve che gli dava le spalle.
Quando fu alle sue spalle Tim afferrò Rebecca per la vita e se la trascinò al petto.
La ragazza si spaventò, ma presto una voce nota la rassicurò: “Biancaneve non mi è mai stata simpatica, ma stasera mi hai fatto cambiare idea.”
La risata di Rebecca attirò l'attenzione di molte delle sue compagne. Federica, notando Tim alle spalle dell'amica, lo invitò ad unirsi a loro, proponendo subito un brindisi, alla salute del “salvatore della nostra ultima serata, colui che ha impedito che morissimo di noia.”
Una ventina di boccali di birra si levarono all'indirizzo del biondino che chinò il capo, onorato per quel significativo riconoscimento.
“E dicci un po', Tim, cosa si fa di bello in questo posto?” chiese una curiosissima Veronica, posando il boccale, ormai semi vuoto, sul tavolo.
“Beh...ora sentirete!” rispose lui facendo un cenno alla volta del palco, su cui stava salendo una band; poi, voltandosi verso Becca, chiese “Biancaneve che ne dici? Mi concedi questo ballo?”
“Va bene, però ricordati che è Cenerentola quella del ballo!” rispose lei, afferrando la mano che Tim le stava porgendo.
Tim sorrise, e Becca andò letteralmente in visibilio, ma fu solo un attimo perché poi furono attorniati da una massa di matti che si agitavano sulle note delle canzoni rock che il gruppo aveva cominciato a suonare.
Più di un'ora dopo la band si prese una pausa ed un ragazzo, uno dei baristi, salì sul palco e, prendendo il microfono, annunciò: “Questa sera abbiamo ospiti stranieri, perciò parlerò in inglese! Dunque...abbiamo avuto un suggerimento interessante per una specie di contest. Questa sera vi proponiamo un'eccitante sfida di bevuta di tequila sale e limone...a coppie!”
Molti occhi si voltarono a fissare Federica, la quale alzò le mani, per sottolineare la propria innocenza, indicando la vera responsabile dell'idea: Veronica.
“Bene, allora qualche volontario che mi raggiunge sul palco?” chiese quindi il barista.
Tre coppie accettarono subito la sfida e raggiunsero il ragazzo sulla pedana, ma lui ne chiese altre due.
Federica riuscì a convincere Ruggero, un loro compagno di classe, a farle da partner; poi il barista, alla ricerca di un'ultima coppia, indicò Tim e Rebecca, che se ne stavano seduti al tavolo, immersi in una fitta conversazione.
Becca indicò sé stessa, come per assicurarsi di aver capito bene, e il presentatore rispose :”Si, voi due: Cloud e Biancaneve. La vostra amica lì dietro vi indica da mezz'ora!”
Giusto il tempo di fulminare Nic con lo sguardo e Rebecca fu trascinata sul palco da un allegro Tim.
“Questa me la paghi!” ringhiò Becca all'amica che, per tutta risposta, le rivolse uno smagliante sorriso.

“Bene, avete i bicchieri, lì ci sono la tequila, il sale ed il limone. Ora, una coppia alla volta, ci farete vedere qual'è il modo più sexy che vi viene in mente per bere uno shot di tequila sale e limone!”
Becca era al limite dell'imbarazzo: ok, non era una suora, ma conosceva Tim da quanto? Un giorno! Era un ragazzo davvero molto bello, e a Rebecca piaceva tanto, ma forse non era il caso...
Come se avesse compreso la sua angoscia Tim le sorrise e le strinse dolcemente una mano, dicendole “Tranquilla, non ti mangio mica! Però se non ti va, o se ti infastidisce, lasciamo perdere.”
Le parole di Tim sorpresero non poco Becca che decise di non fare la guastafeste...e poi che male avrebbe mai potuto farle un po' di divertimento?
“No, è tutto ok Tim. E' solo che non so come potremo fare a battere quei due...” rispose Becca, indicando la coppia che si stava esibendo in quel momento: una performance al limite del porno...
Nel tentativo di calmarsi Rebecca ingollo un bicchiere di tequila...forse l'avrebbe aiutata a sciogliersi...
Quando toccò a loro fu Tim a dirigere il gioco: la fece sedere e le spostò di lato una spallina del vestito.
“Sai come si chiamano queste?” chiese il biondo, sfiorandole con una mano il piccolo spazio a forma di triangolo, tra la base del collo e la spalla.
“No...” rispose lei in un soffio.
“Saliere di venere” la informò Tim, riempiendole con del sale l'incavo di sinistra, così che il pubblico potesse vedere meglio.
Rebecca prese il limone ed il bicchierino, colmo di liquido trasparente; poi, senza staccare mai gli occhi da quelli di Tim, lo fece inginocchiare davanti a sè, e gli portò alle labbra il liquore.
Lui bevve, rovesciando indietro il capo e facendo schioccare la lingua.
Poi Tim si avvicinò a Becca, il busto tra le gambe di lei, e le mani sui suoi fianchi.
Lentamente si strinse a lei, e prese a leccare il sale che aveva posato sulla bianchissima pelle della ragazza che non riuscì a reprimere un piccolo gemito di piacere.
A Rebecca e Tim sembrava di essere soli su quel palco, e si presero tutto il tempo per dedicarsi l'uno all'altra finché la ragazza prese il viso di Tim tra le mani, sistemò la fetta di limone tra i suoi denti e lasciò che lui la mordesse, piano, fino a trasformare il contatto in un sensuale bacio che lasciava ben poco all'immaginazione.
La sala sembrava in trance: erano rimasti quasi tutti stupiti dalla prova dei due, soprattutto quelli che sapevano che si conoscevano solo da poco tempo. La loro intesa sembrava frutto di una conoscenza ben più profonda: si muovevano come se si conoscessero da tempo...incredibile.
Si staccarono per un attimo, giusto il tempo di guardarsi negli occhi, come a chiedersi se fosse davvero necessario staccarsi.
No, non era necessario; perciò un secondo bacio, ancor più sensuale e profondo del primo, suggellò la vittoria, per acclamazione popolare, della loro coppia.
Rebecca si alzò dalla sedia e Tim la sollevò da terra, facendola roteare per aria, prima di poggiarla a terra.
Presero applausi da quasi tutto il locale, capitanato da Veronica, ovviamente.
Passarono tutta la serata a ballare, baciarsi, divertirsi e coccolarsi, come se fossero soli, e non in mezzo ad una folla urlante.

Si salutarono quasi all'alba, davanti all'albergo di Becca.
“Addio Bianca!” disse Tim, baciandola con trasporto e dolcezza.
“Addio Tim!” rispose lei, con un sorriso soddisfatto dipinto sulle labbra.
Niente promesse, niente scambi di numeri che nessuno avrebbe chiamato.
Solo il ricordo di una nottata sorprendentemente divertente.

MILANO – 2012
La ricerca di Yu e Strify terminò quando Tim, convinto che le due ragazze non avessero capito le parole di Kiro, disse “Forse mi sono sbagliato, dopotutto è passato tanto tempo.”
Gli amici sembravano quasi più delusi di Shin che, nel frattempo, aveva distolto gli occhi dalla ragazza mora che gli stava seduta davanti.

“Beh...un modo per capirlo c'è...” disse Becca a Nic, facendo un cenno al cameriere che le raggiunse all'istante.
Quando Marco arrivò Rebecca gli sussurrò qualcosa all'orecchio, suscitando la curiosità di Veronica.
“Cosa gli hai chiesto?” domandò infatti la bionda, non appena il cameriere se ne fu andato.
“Aspetta e vedrai.” rispose enigmatica Rebecca.

Dopo qualche minuto Marco si avvicinò al tavolo dei tedeschi e posò sul tavolino, davanti a Shin, un bicchierino con del liquido trasparente, un piattino con delle fette di limone ed una saliera.
Tim allibì, alzò gli occhi, incontrando e riconoscendo, finalmente, il sorriso della ragazza che gli stava seduta di fronte.
“Bentrovata Bianca!” esclamò allora con sicurezza.
“Ciao Tim!” rispose lei alzandosi, seguita a ruota da Nic.
Si abbracciarono e salutarono, felici di ritrovarsi dopo tanto tempo.
Le due ragazze si unirono al tavolo, e furono presentate al resto della compagnia.
“Beh, ne hai fatta di strada da allora: una volta non avresti mai comprato in uno di questi negozi.” commentò Rebecca facendo ridere tutti i presenti.
“Beh, ma ora è una star!” commentò Veronica, come al solito tagliente.
“E voi? Che avete fatto in questi anni?” domandò il bel batterista.
“Oh, tante cose!! Ad esempio io mi sto per laureare.” rispose la mora.
“Cavoli, complimenti...in che cosa?” chiese Strify.
“Lingue...inglese, spagnolo e...” una lunga pausa, durante la quale Nic cercò di non strozzarsi a furia di reprimere risate.
“Tedesco.” concluse infine Rebecca.
Kiro si diede una manata in fronte...come al solito aveva fatto una figuraccia.

Ma a Tim e Rebecca non importava...nessuna promessa, eppure il destino, se vuole mettersi d'impegno, ce la fa sempre...serendipity lo chiamano, no?

N.d.a.

Ecco qua la seconda parte della shot. Prima o poi riuscirò a scriverne una che si conclude davvero in una volta sola, che dite?
Domanda: chi sa cosa c'è al 71 di Friedrichstraße a Berlino e qual'è il bar dove si trovano a Milano? Vi do un indizio? If style is war...these are its battlefields!

Un grazie smisurato a Dying Atheist, che ha aggiunto Tequila tra i preferiti; a _Crystal_Heart_, che è arrivata alla fine, e mi ha reso felice all'inverosimile dicendo che ho azzeccato i caratteri; ed a Chemical Lady che, come tutti noi che siamo passati da Berlino, ci ha lasciato una parte di fegato. Fatemi sapere che pensate della fanfiction nel suo complesso, e ancora grazie di tutto.

Un ringraziamento sincero anche a tuuuuuuuuutte le persone che hanno anche solo letto...grazie, grazie, grazie!!
  
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