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Autore: MeM_club    05/05/2014    7 recensioni
Alla Trinity Academy, situata in un universo parallelo, maghi provenienti da tutte le parti del mondo si riuniscono per allenare i loro poteri e annientare le creature che potrebbero sconvolgere l'equilibrio del mondo umano. Da secoli in questa scuola si vedono scontrarsi i Trinity Seven, i migliori studenti della scuola, e i Satanic Seven, gli studenti con i voti più bassi dell' accademia. Ma, con nuovi arrivi e l'idea di unire i due gruppi rivali, la già caotica scuola rischierà di essere stravolta dal capo ai piedi. Se ci si aggiunge una secolare rivalità con la God Academy, più agguerrita che mai, e l'arrivo del torneo di magia, i nostri maghi avranno una bella gatta da pelare.
[Storia ad OC]
[Scritta a sei mani]
[Cross-over con Baka to test! Summon the beast. ]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 3

Di strani incontri e differenze sostanziali

Il pennello scivolava sulla tela, lasciando una traccia di un acceso blu, che s'intersecava con una miriade di altri colori. La giovane ragazza dai capelli biondi tracciava assorta le sue emozioni sul dipinto, lasciando che i colori e gli intrecci parlassero per lei. Le luci, le ombre, le forme astratte che il pennello creava, tutto aveva un preciso messaggio per chi, come lei amava l'arte.

“ Non male il tuo disegno... sei angosciata per qualche motivo?” gli disse un alto ragazzo dai corti capelli bianchi, dai grandi occhi grigio chiaro. La bionda mugolò un sì come risposta, concentrandosi ancora sulla tavola. “ Per quale motivo?” chiese insistente l'albino. La ragazza sospirò. “ Sono appena arrivata in questa scuola, e per poco non finisco all'ospedale perché delle ragazze hanno il terrore dei gatti. E sono chiusa in una villa gigante insieme a un gruppo di pazzi! Ho il terrore che entrino nella mia stanza di notte, e che mi uccidano nel sonno!” esclamò la bionda, scoppiando a ridere subito dopo. “ Ed è la cosa migliore di sempre!” aggiunse poi, sorridendo.

Anche il ragazzo rise, e poi guardò invidioso la giovane. “ Sei più fortunata di me! Vivo in una catapecchia che sta in piedi per miracolo, devo condividere la stanza con un fanatico delle esplosioni e uno che non ti rivolge la parola nemmeno sotto tortura, poi c'è una pazza fuori di testa che si butta dai tetti, una tizia incazzosa, una che passa il tempo ad insultarti o ignorarti e un'altra che ha sempre il naso ficcato in un libro di leggende!”disse, facendo scoppiare a ridere la bionda.

“ Sembrate forti!” disse la bionda, ridacchiando. “ ma non quanto noi: c'è la tipa che sembra carina, e invece è un mostro che s'incavola per tutto, un maniaco delle armi, uno che fa tutto solo per il suo tornaconto, uno che ha paura dello scricchiolare di una porta, uno che è la calma in persona e una maniaca dei dolci che per una parola sbagliata sarebbe capace di ucciderci! Non potete assolutamente batterci!”. “ Ah, io non sono convinto...” disse con tono scherzoso il ragazzo.

“ Ah! Non ci siamo presentati come si deve!” esclamò la ragazza, girandosi sorridente verso il ragazzo. “ Io sono Aley Wilmision, piacere!” trillò allegramente la bionda. “ Piacere, Douglas Kawasawa.” replicò il ragazzo, sorridendo cordiale. “ Certo che diventa un disegno piuttosto deprimente se usi solo colori cupi: aggiungi qualche sfumatura più allegra!” consigliò il ragazzo, osservando il disegno. “ Colori più allegri, dici?” mormorò la ragazza, un sorriso furbo sul volto, mentre una lampadina le si accendeva in testa. “ Penso diventerebbe più carino...” iniziò il ragazzo, senza riuscire a terminare la frase. La bionda si era girata, e gli aveva schizzato in faccia mezzo tubetto di tempera gialla in faccia, insieme ad un tocco di azzurro che non guastava mai.

Mentre il ragazzo si puliva la faccia, ridacchiando, la ragazza rideva sguaiatamente del suo scherzo. “ Sembri una maschera del carnevale!!” esclamò la giovane, sena smettere di ridere e contagiando anche il ragazzo. “ Sì, ora dovrò andare a lavarmi! Grazie mille!” disse l'albino, fingendosi offeso. Poi si alzò, fece un cenno di saluto alla ragazza e uscì dall'aula, lasciando Aley e il suo dipinto da soli nella quiete della domenica mattina.

 

* * *

La ragazza dai corti e scalati capelli neri si guardò intorno circospetta, e dopo essersi accertata che nessuno la stesse osservando, si intrufolò nella stanzetta buia. “ Finalmente!” esclamò la corvina, accendendo la luce. Una distesa di ingredienti di vari tipi si stendeva davanti ai suoi occhi, e in fondo alla stanza, che ora non sembrava più così piccola, quello che le fece illuminare il volto. “ Cioccolata!” urlò, lanciandosi sulle tavolette.

Mentre si stava gustando il suo tesoro, la porta si aprì, e per poco non si strozzò. Una ragazza dai capelli verdi e lisci, legati in due lunghe codine, la guardava sconcertata coi suoi occhi marroni. “ Sai... non credo che tu possa farlo...” si azzardò a dire la verde, ricevendo in cambio un'occhiataccia, e venendo poi ignorata. “ Mi stai ascoltando?” chiese poi, leggermente irritata. “ No. Non me ne potrebbe fregare di meno di un inutile perfettina come me.” rispose seccata la corvina. Due secondi dopo aveva un fucile a pompa puntato contro la testa.

“ Il mio nome non è inutile perfettina, ma Mirai Yuvick. E tu, chi sei?” disse la verde, guardandola sprezzante dall'alto in basso. “ Alex Dreyar! Non permettiti di guardarmi come se fossi superiore!” rispose provocante la corvina, con sguardo di sfida. Le due si guardarono in cagnesco per un po', poi un sorriso spuntò sul volto della verde. “ Non potresti mangiare dalla dispensa senza il permesso di un insegnante...” disse Mirai, rubando di mano la tavoletta di cioccolato a corvina e mettendola, insieme a molte altre, nel cesto di vimini che si era portata dietro.

“ Se non si può, perché tu le stai prendendo?” chiese indispettita Alex, facendo uscire una leggera risata dalle labbra della ragazza. “ Perché siamo in una scuola per le eccellenze, e qui noi possiamo fare tutto. Faresti meglio a impararlo, Alex.” spiegò divertita la verde. “ Che stronzata...” borbottò Alex, indispettita. “Il mondo è pieno di stronzate e ingiustizie!” esclamò Mirai, ridacchiando. “ E questa scuola ne è piena a quanto pare!”disse annoiata la corvina. “ Non sai quanto hai ragione!” trillò allegramente la verde.

“ Bè, ci vediamo dopo Alex!” disse Mirai, dopo aver fatto la “spesa”. Prima di uscire, lanciò qualcosa alla corvina, che riuscì a prenderla al volo. La cosa le fece aprire la bocca in un ampio sorriso. “ Questa ragazza non è poi così male...” mormorò, rimirando le quattro, più quella che aveva già iniziato, tavolette di cioccolato. “ Certo che però ce n'è di gente strana in questa scuola...” rifletté poi, uscendo dalla stanza. “ E di sicuro una ragazza con un fucile a pompa fa parte di quella categoria...”

 

* * *

Un ragazzo dai capelli neri, lunghi fino a poco sopra alle spalle, camminava per i corridoio, guardandosi intorno un po' spaesato. Sospirò. “ Mi sono perso...” borbottò. Era andato ad accompagnare Mirai a fare, come l'aveva definita lei, la spesa, ma poi si era messa a correre, lasciandolo indietro e ora non sapeva più dove fosse finito. La maggior parte degli studenti a cui aveva chiesto indicazioni dopo che nominava Mirai o i Trinity Seven scappavano con delle scuse che non reggevano minimamente... aveva come l'impressione che i suoi compagni più anziani non si fossero fatti una reputazione esattamente positiva.

“ Scusa... Mi sai dire dove sono le cucine?” chiese gentilmente il corvino ad un altro ragazzo, appoggiato a uno dei muri del corridoio. L'interpellato si scostò la lunga frangia nera dagli occhi giallo-verdi, puntandoli contro l'altro ragazzo e fissandolo gelido. “ Che vuoi, tizio a caso?” domandò, irritato. “ Uno, mi chiamo Alexander. Due, te l'ho appena detto... mi sapresti dire dove sono le cucine di questa scuola?” ripeté calmo Alexander, abbozzando un sorriso gentile.

L'altro sbuffò, frustrato. “ Uno, non me ne frega niente di come ti chiami. Due, non me ne frega niente di dove sono le cucine, e di sicuro non m'interessa dirtelo. Ho risposto alla tua domanda?” disse l'altro ragazzo. Alexander prese un profondo respiro e ripartì all'attacco.“ Ok, cambiamo tattica. Ciao, sono Alexander. Tu sei...?”. “ Noir, anche se non so quanto ti possa interessare...” rispose Noir, disinteressato. “ Bene, Noir. Ci siamo conosciuti a fondo... mi potresti dire dove sono le cucine?” domandò Alexander, sempre calmissimo. “ Non ci conosciamo per niente, genio che non sei altro! E te l'ho detto che non m'interessa il tuo problema!” esclamò Noir, che si stava irritando. Di nuovo, Alexander prese un profondo respiro per non perdere la calma. “ Te lo chiedo per l'ultima volta... dove cavolo sono le cucine?!” sibilò, leggermente seccato.

Quando Noir stava per aprire la bocca e rispondere, una furia dai capelli verde si frappose tra i due. “ Alexander! Dov'eri fin'ora? Ti stavo cercando!” esclamò Mirai, scuotendo il ragazzo. “ Abbiamo un impegno! Non possiamo arrivare in ritardo! Su, su muoviti!”. La verde tirò per un braccio il corvino e lo trascinò per i corridoi, sparendo presto dalla vista di Noir, che si limitò a fare spallucce e a camminare nella direzione opposta.

 

* * *

Shail Aghea era fuori di testa, completamente andata, e lo sapeva bene. Era spericolata, iperattiva, sempre in movimento, sempre a parlare, sempre a fare qualcosa. Ma, c'erano dei momenti, molto molto rari, in cui si prendeva una pausa da quella che si poteva definire la sua usuale pazzia. E questo era uno di quelli. Seduta su uno sgabello in una delle aule di musica, la prima o la terza probabilmente, abbozzava una melodia, strimpellando la chitarra classica e cantando melodiosamente la parole di quella canzone che tanto amava, nonostante non fosse particolarmente allegra e movimentata, al contrario, era una melodia struggente e malinconica, quasi alla pari di una ninna-nanna.

“ Sei brava!” disse sorridente un ragazzo dagli occhi blu mare e i capelli corvini dai riflessi violetti, applaudendo. L'albina aprì le labbra in un smagliante sorriso, saltò dallo sgabello e si precipitò dal ragazzo. “ Grazie!!” trillò allegra “ Io sono Shail Aghea!! Piacere!”. Porse la mano al ragazzo. “ Non mi aspettavo una ragazza così allegra che canta una canzone così deprimente!” commentò il ragazzo, ridacchiando. “ Ehhh, ma non vuol dire un cazzo, sai? Potrei essere la ragazza più allegra di questo cazzo di mondo e cantare le canzoni più deprimenti!” disse la ragazza, inclinando leggermente la testa, ma continuando a sorridere e a tenere la mano alzata.

“ Ah, non saprei perché ma ti ho visto e ho creduto fossi una tipa un po' più calma... e sono Sora Mitsuyama, piacere mio.” disse calmo il corvino, stringendo la mano che il ragazzo gli porgeva. “ L'unico problema è che, senza offesa, come suonavi la chitarra non andava proprio bene...” aggiunse poi, andando verso a chitarra che la ragazza aveva appoggiato al suolo. “ Ah, beh! Non sono proprio un mito a suonarla... ma potevi evitare di farmelo notare!” esclamò l'albina, per nulla offesa. “ Credo di conoscere quella canzone...” mormorò Sora, accordando la chitarra.

“ Davvero? Non credevo la conoscesse molta gente...” bofonchiò l'albina, leggermente sorpresa. Il ragazzo sorrise, suonando incantevolmente la chitarra e cantando con la sua voce profonda e dolce. Shail rizzò le orecchie, e attaccò anche lei a cantare. Il duetto dei ragazzi era angelico, le loro voci s'intonavano perfettamente, accompagnati dalla dolce melodia. Quando l'ultima nota si estinse, entrambi i ragazzi sembravano soddisfatti del loro lavoro. “ Che forza!” esclamò la ragazza, iniziando a saltare per la stanza e facendo scoppiare a ridere il ragazzo, che lanciò un'occhiata all'orologio. “ Oh Dio! Sto per arrivare in ritardo! Mi dispiace se non arrivo in tempo quelli mi ammazzano! Ci vediamo Shail!” esclamò il ragazzo, correndo via e salutando con un gesto della mano l'albina. “ Ciao Sora! Ci vediamo!” urlò Shail, per farsi udire dal ragazzo. Poi fece spallucce, e uscì anche lei dalla stanza.

 

* * *

Fendente. Fendente. Parata. Fendente. Parata. La ragazza dai capelli color pece, corti fino alle spalle e ribelli, eseguiva quasi meccanicamente queste azioni, impugnando saldamente una delle spade leggere messe a disposizione dalla scuola, combattendo contro uno slanciato cyborg umanoide, i cui pezzi meccanici erano invisibili, coperti da una finta pelle e da tutte le caratteristiche di un umano: occhi, capelli, bocca, naso. Ma era indubbiamente un umanoide, non un uomo.

La ragazza dagli occhi cobalto finì stesa a terra. Battuta per quella che doveva essere l'ennesima volta, a giudicare dai numerosi lividi sulla sua pelle rosea. Una risata si udì per la stanza, facendo scattare in piedi la giovane, fino a quel momento intenta a massaggiarsi gli arti doloranti. “ Ma che talento che sei! Ti fai battere da un robot!” sghignazzò un ragazzo dai corti e ribelli capelli corvini, ovviamente ironico. “ Che vuoi bastardo? Scommetto che riuscirei a batterti ad occhi chiusi!” sbraitò piccata la ragazza, facendo solamente divertire maggiormente l'altro, che non si trattenne e scoppiò a ridere.

“ Certo, tanto che ti fai battere da quei cavolo di robot! Ed è anche impostato al livello uno! Per una di terza? Patetico!” esclamò il corvino, mentre la ragazza cercava qualcosa con cui ribattere, ma era impossibile negare l'evidenza. Il cursore che c'era al livello di un cuore umano sull'androide indicava che era stato impostato a livello uno... e lei era di terza... nella stessa classe di quel tipo, si accorse, ricordando vagamente di averlo notato. “ Non ho mai usato una spada! Non posso batterlo! E inoltre, io, Misaka Mikoto, sono anche certa che tu, inutile essere, non riusciresti a battere questo cyborg!” urlò la ragazza, sfidando apertamente il ragazzo, il quale sorrise trionfante.“ E io, Shun Suzuki, sono pronto a smentire questa tua scorretta affermazione, vincendo questa infantile sfida!” disse il ragazzo dagli occhi rossi, prendendo una katana nera dalla collezione di armi da taglio. Misaka sorrideva, osservando il combattimento. Quell'idiota... non aveva possibilità di vittoria. Fatto sta, che dopo poco il robot fu tagliato a metà, mostrando i cavi sfrigolanti, e la corvina guardava a bocca aperta il ragazzo che riponeva la katana, vittorioso.

“ Cosa avevi detto...? Che io, povero, inutile essere non avrei mai vinto...? Ti sei sbagliata o no?” chiese strafottente Shun, mentre l'altra lo guardava shockata. “ C-cosa...?” balbettò Misaka. “ Ammettilo che sei patetica, Misaka. Allenati un po' e forse, forse, ti darò l'occasione di venire umiliata da me!” esclamò Shun, uscendo dalla palestra, lasciandosi alle spalle una frustratissima Misaka che, inveì contro il ragazzo, prendendo a calci i resti del robot.

 

* * *

Mentre Jack Kos camminava, o meglio cazzeggiava, per i corridoi dell'accademia, qualcosa di molto, troppo vicino a lui emise il rumore tipico di un'esplosione. “ Ma che cazzo...?” mormorò, smettendo di tirare calci all'innocente muro su cui si stava accanendo. Sapeva da dove veniva quell'esplosione. Non c'erano molte possibilità. L'unica aula che in quell'area conteneva materiali esplosivi era quella di chimica. Sospirando, si diresse verso l'aula. Conoscendo i codardi che andavano in quella scuola, nessuno avrebbe tentato di aiutare l'artefice, o la vittima, dell'esplosione. Quant'erano patetici, si ritrovò a pensare. In fondo, in quella scuola non succedeva mai niente di particolarmente spaventoso o pericoloso.

Avvicinandosi sempre di più all'aula, notò che una spessa cortina di fumo viola usciva dalla porta dell'aula. “ Cazzo!” urlò, preoccupato. Potevano soffocarsi in mezzo a tutto quel fumo. E invece, annusandolo... sembrava... “ Fragola?” disse, sconcertato. Il fumo viola non era solo perfettamente respirabile, ma profumava anche, e ci si vedeva attraverso. “ Cavolo... che figo!” esclamò, ridendo come un idiota. Era una figata assurda. Poi si ricordò che probabilmente c'era un qualche genere di decerebrato che necessitava d'aiuto, e si rassegnò ad andare alla ricerca di chiunque avesse sperimentato la nuova formula esplosiva. Dopo poco, iniziò ad avere mal di testa e a vedere viola. Letteralmente. Tutto si confondeva in unica, grossa, macchia di viola, che variava solo tonalità, tanto che sbatté più volte contro oggetti non meglio definiti, imprecando ogni volta in modo peggiore rispetto a quella precedente. “ Hey! C'è qualcuno?” chiese una voce maschile, proveniente da quella che era una macchia di un scurissimo viola che si muoveva. “ Sì, ci sono io!” rispose allora Jack, cercando di raggiungere l'altro. “ Ehm... riusciresti ad aiutarmi? Non vedo niente!” esclamò il ragazzo. “ Aspetta... aspetta... no!” disse jack, accorgendosi che ora non vedeva proprio più niente, se non il viola assoluto. Cavolo.

Alla fine, dopo varie peripezie quali cadute, schianti, imprecazioni, riuscirono ad uscire dalla stanza. “ Sei tu il genio che ha creato quel fumo alla fragola?” chiese Jack, tossendo e sfregandosi gli occhi. “ Ehm... ho provato a mischiare essenza spirituale di anima di fragola con... ah, e chi se lo ricorda? Qualcosa di più scientifico se si può chiamare così!” rispose il ragazzo facendo spallucce.

Jack l'avrebbe fulminato, se avesse visto qualcosa. Ed era intenzionato a farlo quando riprese la vista, ma ciò che gli si parò davanti agli occhi era troppo sconvolgente. “ Sei viola!” urlò, indicando l'altro, che era, indubbiamente, viola. Dai vestiti alle iridi, completamente. “ Anche tu se è per questo!” esclamò allora il dinamitardo. Guardandosi le mani, Jack si accorse che era vero. “ Ma che cazzo...? Andrà via, vero?” chiese. L'altro fece spallucce. “ Dio... vado a vedere se va via con l'acqua... se ti capita davanti un albino di nome Jack, scappa, perché sono io che ho intenzione di ucciderti, chiaro dinamitardo?” lo minacciò Jack, prima di voltare le spalle e andarsene. “ Io sono Kai!” urlò l'altro. Alzando la mano in un cenno di saluto, il ragazzo i cui capelli stavano già tornando bianchi rispose “ Piacere!”. Kai sorrise soddisfatto. Forse aveva qualcosa di simile ad un amico nella sua lista di conoscenze.

 

* * *

Una bassa dai ragazzina dai capelli mossi color della pece stava saltando come un idiota per riuscire a prendere qualcosa in uno scaffale decisamente troppo in alto da raggiungere con la sua misera altezza. “ Cavolo!” inveì, scostandosi il ciuffo di capelli blu dagli occhi. Non riusciva ad arrivarci. “ Serve aiuto?” gli chiese una ragazza abbronzata, più alta di lei, ma non tanto da poter arrivare a quel che lei desiderava. Annuì. “ Se arrivi a quello lì, rosso... laggiù!” trillò la corvina, indicando alla ragazza dai capelli castano scuro fino alle orecchie e da lì in poi di un fucsia accesso il libro che desiderava.

La fucsia si alzò in volo, arrivando fino al libro desiderato, di uno spessore non indifferente. “ Come migliorare i propri voti”. Subito nella sua mente si accese una lampadina, ricordando le parole dell'insegnante sui duelli. Se aveva bisogno di migliorare i voti, forse era alla sua portata. “ Io sono Verithas Retasht. I tuoi voti... sono così bassi che hai bisogno di un libro del genere?” chiese, lanciando il libro alla ragazza che lo prese al volo, sorridendo ambiguamente. “ Sono pessima, al livello del peggiore della scuola... l'unico motivo per cui non sono finita nei Satanic Seven è che ho un potere banale, sviluppato al minimo... sono paragonabile al più debole dei mostri di classe F...” disse la corvina sorridendo amaramente.

Anche Verithas sorrise, poi puntò il dito contro l'altra ragazza. “ Ti sfido ad un duello!” esclamò, sicura di sé. Non aveva buoni voti e non era potente, l'avversario perfetto! La corvina abbassò il volto, nascondendo il suo sorrisetto. “ Accetto.” mormorò, e sotto i piedi delle due ragazze apparve un cerchio magico, che andò ad espandersi fino a coprire tutta la biblioteca. Poi, si alzarono delle mura grigie, e tutto tranne le due sfidanti, venne avvolto dal bianco, e scomparve. Solo loro e il bianco erano rimasti nella stanza “ Verithas... sai qualcosa sui duelli dell'accademia?” chiese, senza alzare il volto, mentre sopra le teste delle due ragazze apparivano due contatori. Verithas non rispose. Per qualche motivo, si sentiva a disagio. “ Sai... tutto si basa sulle medie scolastiche... e quindi anche i duelli. Vuoi che ti racconti qualcosa?” domandò, iniziando ad avanzare verso l'altra, che allo stesso tempo indietreggiava.. I numeri sui contatori si stavano alzando.

“ Vedi questi contatori? Sono i punti attacco, che si sprecano ogni volta che si usa un incantesimo, e i punti vita, che vengono sottratti ogni volta che un attacco dell'avversario va a segno. Questi numeri sono uguali. Vuoi sapere come si calcolano?” disse la corvina. Il numero di Verithas si era fermato, quello dell'altra stava ancora salendo, raggiungendo numeri vertiginosi. Verithas deglutì. Quella ragazza era decisamente inquietante. “ Funziona così: il numero preciso della media, viene moltiplicato per 10 in base al fattore potenza, e questo accade solo per i Trinity e i Satanic Seven. Poi, viene moltiplicato ancora per 10 se si è dei Satanic Seven, per 100 se si è degli studenti normali e per 1000 se si è dei Trinity Seven. Si può dire che i Trinity Seven in generale, sono imbattibili per gli studenti normali, ma in particolare per chi, come te, fa parte dei Satanic Seven.” spiegò la corvina.

Entrambi i contatori si erano fermati, e la differenza era allucinante. Verithas aveva 550 punti, e l'altra... 97500. Non aveva speranze. “ Non mi lascerò battere!” urlò allora Verithas, determinata. La corvina alzò per la prima volta il volto, su cui era dipinto un sorriso sincero, come a riconoscere la forza di volontà dell'avversaria. “ Richiamo il duello...” disse poi, alzando il braccio. Tutto il bianco si concentrò in una sfera tra le sue mani e le due tornarono in biblioteca. “ Io sono Lillian Babic... mi dispiace se ti ho trattato male, ma vedi, i duelli possono peggiorare le condizioni di vita se si perdono. Devi scegliere attentamente la tua preda e studiarla... non tutti sono alla vostra portata. Capito tutto sui duelli?” chiese Lillian. Verithas annuì, senza spicciare parola. “ Bene...” bisbigliò la corvina Poi, trillò allegramente “ Allora a tra poco Verithas! Ciao!”

La corvina salutò con un cenno della mano l'altra, che rispose con lo stesso saluto. Poi, se ne andò, raccogliendo prima il suo libro. Uno strano incontro quello tra le due, indubbiamente.

 

* * *

“ Dove cavolo è quella scema? Possibile che sia sempre in ritardo?” urlò Mirai, calciando uno dei muri della villa dei Trinity Seven. “ Calmati. Arriverà.” disse Jack, quasi tornato al suo colorito normale. “ E che pizzaiola! Smettila di urlare!” esclamò Aley, giocando a trafiggere con delle stalattiti di giaccio le sue acerrime nemiche: le pere. “ A-Aley, t-tu per caso vuoi uccidermi?” chiese tremante Sora, che stava per essere infilzato insieme al suo libro dalla bionda. “ Forse apposta no, ma sono sicuro che se quell'imbranata continua così potrebbe ucciderci tutti per sbaglio...” commentò Shun. La bionda ovviamente se la prese, e iniziò a litigare con chi aveva osato insultarla. Alexander sospirò. “ Non sapete stare zitti neanche due minuti...” disse, visto che probabilmente stava cercando di dormire a giudicare da com'era spaparanzato sul divano. Tutti si offesero, e per dimostrare il contrario, nessuno aprì bocca per ribattere, e nessuno iniziò nuove conversazioni. Sulla casa calò un silenzio innaturale.

Quando l'artefice di questa assenza di parole stava per addormentarsi, il karma planò su di lui come un avvoltoio, punendo il corvino per le sue disdicevoli azioni. “Sono tornata!!!” urlò a pieni polmoni Lillian apparendo sulla soglia di casa, facendo svegliare di scatto il ragazzo coi capelli ritti in testa per lo spavento. Poi tornò a sdraiarsi, credendo di aver fatto un sogno. Grosso errore. Lillian non lo vide, o fece finta di non vederlo, e lanciò il grosso libro rosso sul divano, colpendo con precisione il volto del corvino. “ Lillian! Dove cazzo sei stata fin'ora!” esclamò Mirai, incazzata. “ Cazzo vuoi? Che cazzo urli a fare, eh bastarda?” urlò di rimando la corvina, mentre le due si lanciavano fulmini e saette con gli occhi. “ Ero andata a vedere se c'era qualche vecchio Satanic Seven da sfottere, ma ho beccato una novellina! Ho dovuto fargli tutta la lezione sui duelli, e pure ritirare quello che lei aveva chiamato!” aggiunse poi, spiegando il suo ritardo. “ Oh, ma quindi anche u hai un lato buono?” chiese Aley, gli occhi che le brillavano di gioia. “ No.” rispose secca l'interpellata, distruggendo le fantasie della bionda.

“ Trinity Seven, prendete l'attrezzatura lasciata fuori dalla porta dai nostri insegnanti de avviamoci verso la meta, prima che questa casa venga distrutta a causa d una furiosa lite tra semi-ragazze!” disse Jack, imitando il tono di un generale. Il gruppo di sette ragazzi uscì dalla casa, pronti a vedere cosa gli aspettava. “ E questi cosa sono?!?!!” un'esclamazione congiunta di sette voci si fece udire per tutta la scuola.

 

* * *

“ Allora ragazzi! Com'è andata la vostra mattinata?” chiese la professoressa di matematica, seduta su una sedia la centro di un cerchio formato da sette annoiati ragazzi, costretti a sedersi intorno a lei a gambe incrociate. “ Io ho incontrato una tizia che per qualche oscura ragione mi ha spremuto la vernice in fronte...” disse Douglas, strofinandosi i capelli bianchi ancora bagnati per la doccia con un asciugamano. “ Una tizia dai capelli verdi mi ha dato la cioccolata!” esclamò Alex, sprizzando felicità da tutti i pori mentre si divorava una delle sue tavolette di cioccolato. “ Probabilmente la stessa tizia mi ha tolto dai piedi un rompiscatole a caso che voleva sapere dov'erano le cucine...” mormorò disinteressato Noir, sbadigliando.

“ Ho cantato! Ed è stato fantastico! Wooohu!” urlò Shail, balzando in piedi e imitando una rock-star che suona la chitarra. “ Un tizio bastardo mi ha insultata e mi ha detto che sono incapace... come osa...” sibilò ancora incazzata Misaka, stringendo i pugni. “ Niente parolacce!” esclamò la prof., tirando un righello in testa alla corvina. “ Ho fatto esplodere l'aula di chimica e un tizio mi ha aiutato a uscire da quella stanza! E sono diventato viola!” esclamò Kai, che ormai non era più viola, sorridendo e allo stesso tempo gongolando per essere riuscito a fa esplodere qualcosa. “ Bravissimo! Continua così Kai!” trillò la professoressa, adorante, mentre chi era alle sue spalle le faceva il verso.

“ Io ho incontrato una tizia stramba che aveva un punteggio allucinante per i duelli...” borbottò Verithas, pensierosa. “ Se non vi hanno tolto qualcosa, allora ha ritirato il duello... ritieniti fortunata, non tutti sono così buoni!” sentenziò l'insegnante. “ Comunque, credo che con molte probabilità li rincontrerete tutti...” osservò poi, ridacchiando. “ E chi te lo dice?” bofonchiò Alex a bocca piena. Il campanello suonò in quel momento. “ Questo!” trillò l'insegnante, battendo le mani. Tutti e sette i ragazzi si alzarono e accerchiarono la porta, ma solo la donna adulta si decise ad aprirla. “ Buongiorno! Siamo qui per dare una mano con le pulizie!” esclamò allegramente una ragazza corvina, alzando lo spazzolone che aveva in mano. Sembrava l'unica allegra del suo gruppo, visto che dietro di lei c'erano altri sei ragazzi, armati con secchi detersivi e chi più ne ha più ne metta, ma tutti con facce funeree. “ Satanic Seven...” disse la professoressa ai sette ragazzi dalla bocca spalancata che erano al momento dentro la casa “ Vi presento i vostri aiutanti per oggi, i Trinity Seven!”. Nessuno aprì bocca. “ Su, ragazzi, tenete a freno il vostro entusiasmo! Siete esagerati!” esclamò ironica la ventenne.

 

* * *

 

Così i quattordici ragazzi si misero al lavoro, e tutto filò liscio come l'olio. A parte gli accidentali attentati alla vita di Shun da parte di Misaka. O le varie volte in cui Sora si era messo ad urlare perché Alex era sbucata dietro di lui senza che la notasse. O quando a Noir stavano per cadere un chilo di bottiglie di sostanze chimiche aperte e piene in testa. O quando Kai si era messo a mischiare le suddette sostanze chimiche per farlo esplodere, venendo di conseguenza quasi tranciato a metà da uno gigantesco shuriken. O quando Douglas stava per strozzarsi perché aveva quasi bevuto lavapiatti al posto di un bicchiere di succo. O quando... insomma, non era andata al massimo, ecco tutto.

“ Chi vuole pulire il tetto?” chiese ad un certo punto la professoressa. “ Io!!!” urlarono in coro Shail e Lillian. “ Andate tutte e due, non ci dovrebbe volere molto. Gli altri che hanno già finito, aiutatemi a preparare da bere, e anche qualcosa da mangiare. Sono le due e mezza, avrete fame!” disse la donna, facendo rientrare tutti tranne le due ragazze che si accingevano a salire sul tetto. Quaranta minuti dopo, il pranzo era pronto davanti a dodici dei quattordici ragazzi, che lo guardavano affamati, senza poterlo toccare. “ Ma sono morte quelle due?” chiese Aley, ragionando ad alta voce. “ Non che sia un problema, ma io sto crepando di fame...” aggiunse Shun, praticamente sbavando dietro al suo panino. “ Allora crepa, che non frega niente a nessuno!” ribatté tagliente Misaka. “ Forse dovremmo controllare...” si azzardò a dire Alexander, ignorando i due cari amiconi che si scambiavano dolci e gentili formule d'incoraggiamento quali “ Razza di bastardo, ti decidi a crepare?” o “ Certo che no, strega! Altrimenti, come potrei svolgere il mio compito di salvatore dell'umanità ed ucciderti?”. Insomma, le classiche effusioni.“ Sì, ora vado...” si rassegnò la docente, alzandosi dal suo posto. E in quel momento si udirono due voci femminili urlare all'unisono, divertite. Il volto dell'insegnante si rabbuiò, mentre un'aura omicida l'avvolgeva.

Cinque minuti dopo, le ragazze erano rientrate chiacchierando allegramente seguite da una Julia ridotta piuttosto male. “ Vi ucciderò tutti...” sibilò questa, mentre i ragazzi mangiavano “ tranquillamente”. Cioè lanciandosi il cibo tra di loro, minacciandosi e/o insultandosi, facendo coalizioni per liberare il divertimento dall'oppressione della figura di potere rappresentata dall'insegnante, i cui membri erano Shail, Lillian e una convintissima Aley. Poi c'erano due esseri anomali che stavano facendo tutto tranne delle cose normali: Alexander e Noir, che si limitavano a mangiare in silenzio guardando allibiti i compagni.

 

* * *

Dopo aver salutata i Sataic Seven, i Trinity Seven erano tornati a casa, verso le quattro, ed ora non sapevano cosa fare. “ Che noia...” borbottò Mirai, guardando intensamente il soffitto. “ Già...” assentì Aley, che stava bersagliando di palle di neve il suo secondo peggior nemico: Shun. “ Io mi sto divertendo!” esclamò Sora, prima di tornare a immergere l'attenzione nel suo libro. “ In TV non fanno niente...” si lamentò Jack, intento a fare zapping. “ Non possiamo usare uno dei videogame?” tentò di proporre Alexander, venendo ignorato. “ Ma è sempre così da voi?” chiese Shun, schivando l'ennesima palla di neve. “ Ho un'idea!” esclamò Lillian, balzando in piedi e attirando l'attenzione dei suoi compagni, che non sapevano se preoccuparsi o incuriosirsi. “ Che ne dite di prendere una missione?” propose la corvina, sorridendo.

 

* * *

“ Non capisco... perché ci hanno lasciato questo libro?” bofonchiò Verithas, rimirando il libro “ Come migliorare i propri voti”. “ Non ne ho idea...” rispose Alex, intenta anche lei, dato che non aveva nulla da fare, a guardare il libro. “ Forse volevano darci una mano?” propose Douglas, che tutto sommato, non era molto preso dai fogli che aveva in mano. “ Ma a voi che importa?” sbuffò seccato Noir, trovando noioso l'argomento. “ A noi importa e basta!” ribatté irritata Misaka. “ Perché sembrate tutti di cattivo umore...?” chiese Kai sottovoce, senza aspettare risposta. “ Eh, non lo so! Sono tutti così giùùù, ci vuole qualcuno che li tiri suu! Tiramisù pensaci tuuu!” cantò Shail, stonando volontariamente e ricevendo in cambio un libro in faccia. “ Se vi annoiate così tanto, perché non vi prendete una missione, così io potrò smettere di controllarmi e penare ai miei affari?!” sbottò irritata la professoressa. Tutti i Satanic Seven si girarono a guardarla.

 

Angolo autrici:

Maya: Buonsalve!

Martina: Yo!

Malena: Sciao!

Maya: eccoci al nuovo chappy, che è di passaggio! Devo ammettere che non è particolarmente emozionante...

Martina: Il suo modo per dire che non è convinta...

Malena: speriamo di non aver fatto OCC i vostri personaggi!

Maya: altrimenti scusateci tanto!

Martina: Anche oggi abbiamo un paio di “ news” da comunicarvi!

Malena: Prima di tutto, le soluzioni alla sfida della volta precedente: io ho scritto le parti di Noir e Alex

Maya: io Kai, Shail e Douglas ^^

Martina: e io Misaka ( che mi sto fissando a chiamarla Mikasa...) e Verithas. La parte finale era invece una collaborazione

Malena: Se volete provare anche questa volta, sappiate solo che non è detto che dove c'è, per esempio, la mia OC l'abbia scritta io u.u

Maya: Passando ad altro... volevamo dirvi che ci saranno forse tre volte nel corso della storia, delle storie a parte dalla trama, in corrispondenza delle vacanze di Natale, Pasqua e di quelle estive. Qui si vedranno le avventure dei nostri OC in vacanza, che potrebbero andare in posti che variano da New York all'accademia... siete liberi di proporci qualsiasi meta. ( Ma una l'ho già decisa, sappiatelo. è.é)

Martina: Sappiate anche che gli aggiornamenti, se va bene, dovrebbero essere almeno una volta al mese.

Malena: E poi, ci sarebbe un lettore che non ha recensito due capitoli. Dovremmo tagliarlo fuori, ma per ora non lo faremo. Se la cosa persevera però...

Maya: Sono sicura di dover dire qualcosa, ma non mi ricordo cosa... non importa dai!

Martina: Genio pirla uwu

Malena: Pirla e basta uwu

Maya: Hey! Potrei offendermi!

Martina: Ma a nessuno importa!

Malena: Mi ritrovo d'accordo di nuovo... a cosa è preoccupante...

Maya: Cattive... TAT

M&M&M: Ciao e a presto!

Maya: Mi sono ricordata! ( Potrei tornare indietro e cancellare, lo so, ma sono troppo pigra per farlo...) Alla fine metteremo una classifichetta dei Trinity e dei Satanic Seven, con allegate le medie! Alcune però, le abbiamo dovute alzare o abbassare, perché la responsabile del controllo medie ci ha detto frottole * guarda assassina Martina*

 

Glossario:

Anime della fragola: spiritello di orientamento buono, ma con attinenze caotiche. Sono piccoli, alti in casi straordinari 15 cm, hanno questo nome a causa del capello che tipicamente indossano, che presenta evidenti somiglianze con una fragola. Dispettosi, come tutti i Pixie, non sono pericolosi. Al massimo fanno perdere gli umani nei boschi, solo per mostrargli la via d'uscita. I loro poteri non sono, da quel che si sa, particolarmente sviluppati o potenti, ma non si ha avuto occasioni di combattimenti veri per accertarlo. Vengono avvistati piuttosto spesso. Classe: F, incerta.

 

Classifiche e medie:

Satanic Seven:

  1. Douglas Kawasawa= 6.75, abbassata

  2. Alex Dreyar = 6.5, abbassata

  3. Kai Tominaga = 6.25

  4. Shail Aghea = 6

  5. Misaka Mikoto = 5.9375

  6. Noir Krovenz = 5.5

  7. Verithas Retasht = 5.5

 

Trinity Seven

  1. Lillian Babic = 9.75

  2. Mirai Yuvick = 9

  3. Aley Wilmision = 8.75

  4. Jack Kos = 8.625

  5. Sora Mitsuyama = 8.25

  6. Alexander Kronus = 8

  7. Shun Suzuki: 8, alzata

 

Vediamo se indovinate perché abbiamo scelto Lillian e Verithas per il duello.

 

Ciao

Maya, Martina e Malena

  
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