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Autore: Xandalphon    06/05/2014    4 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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8)La grande biblioteca

 

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Caspita, i ninja di Konoha avevano proprio fretta...Neanche tempo di metter giù la loro roba e volevano subito vedere la biblioteca...Beh, onestamente neanche lei al loro posto avrebbe voluto passare meno tempo possibile in quella specie di capanno per gli attrezzi...

O forse era per far vedere che loro erano erano...come si diceva? “professionali”?

 

Inazuma decise comunque di lasciar loro almeno una mezz'oretta per riposarsi e sistemarsi in santa pace. Onestamente, avrebbe voluto essere una mosca per sentire quanto stavano parlando male di loro (sì, in effetti era la domanda giusta da farsi...”quanto”. Chiedersi “se” stessero sparlando di loro era inutile, dato che sicuramente lo stavano facendo...).

 

“Beh, un inizio niente male Yuki...”, disse poi all'amica.

 

“Ina-chan, è inutile che fai la tipa seria e responsabile, avresti voluto coprirli di mazzate anche tu...”

 

“Figurati...No, cioè...sì, insomma. Ok, ok, li avrei visti volentieri come spuntino per i falchi della voliera di Zaji, contenta? Il punto però è che non ho voglia di passare con più acidità di stomaco del necessario i giorni della loro permanenza...Quando aprono la bocca, basta che spegni il cervello, Yuki.”

 

“Mah, se lo dici tu...” Disse dubbiosa la ragazza con le trecce.

 

A quel punto, Nadeshiko, con un sorriso leggermente divertito, commentò: “Yuki, il tuo problema è che in realtà tu ci provi gusto a provocarli...”

 

“Come tu ti diverti a interpretare la parte della brava bambina, 'faccia d'angelo'...”

 

Di lì a mezz'ora, il quartetto dei “simpaticissimi” amici di Konoha, era pronto a farsi scortare alla biblioteca. Il tizio misterioso con i capelli argentati si sprecò in un laconico “siamo pronti.”

 

Per cosa, di grazia, mister capelli ossigenati? Per il secondo round del festival delle cazzate?

 

Inazuma, però, si trattenne dall'esprimere quel pensiero in parole. Forse non era il caso.

 

Ma, evidentemente, non era stata la sola ad averlo pensato, perché appena si videro, Yuki e Genma si sorrisero affabilmente. Se i lupi avessero avuto la mimica facciale degli esseri umani, sarebbe stata quella, la smorfia di piacere sadico che avrebbero assunto in vista della propria preda.

 

Consciamente o meno, entrambi rallentarono il passo, in modo da lasciare i “guastafeste” fuori dalla portata d'orecchio...E poi iniziarono.

 

“Ehilà raperonzolo...” salutò Genma, con un ghigno.

 

“Ehilà mister grissino...” ricambiò “gentilmente” Yuki.

 

“Oh, ma che bimba simpatica, abbiamo qua! Ma se è tutto qua quello che sai dire, sei veramente una dilettante...Vedi bella mia, quella di provocare è un'arte...”

 

“L' arte di distrarre e confondere? Questo mi stai dicendo? Andiamo mister grissino, devi stare attento, o le brave bambine possono mandarti a letto senza cena...”

 

Genma capì con un secondo di ritardo quello che intendeva dire Yuki. Il secondo che ci mise il senbon che aveva in bocca trovarsi all'improvviso tra le mani di lei e puntato alla sua giugulare.

 

Un momento, ma come cazzo ha fatto!? No, figurati, è stato solo un colpo di fortuna dovuto alla mia distrazione...

 

“Tranquillo – disse Yuki con un senso di malcelato trionfo dipinto sul viso – te lo rendo, il tuo grissino. Preferisco altro, per uccidere...”

 

“A questo punto, capisco ancora meno come hai fatto a scendere dalla torre, raperonzolo. Mi sembra improbabile che un qualsiasi principe azzurro sia stato preso da un attacco di masochismo acuto e ti abbia tirato giù...”

 

“Sempre meglio di te, che come principe azzurro, scommetto che avrai avuto successo solo con la bella addormentata. A meno che non sia stato proprio tu a farla addormentare...Mister grissino...”

 

Non fece in tempo a finire la frase che Yuki si trovò una fredda mano sulla spalla.

 

Una voce melliflua alle sue spalle disse: “Yuki Jundo, non vuoi farmi veramente arrabbiare, vero?”

 

“N-no, faccia d'angelo, tranquilla...”

 

“Bene, meglio così.” Si limitò a dire sorridente Nadeshiko, prima di tornare davanti.

 

Dopo aver visto la scena, Genma non perse occasione per punzecchiarla ulteriormente: “Non dirmi che la tua amica ti ha spaventato, raperonzolo? Una ragazzona come te si fa mettere sotto da un tipino come lei? Certo che a Uzushi il mondo è proprio capovolto...”

 

“Ge-en?”

 

Era Raido. Anche lui si era avvicinato alla coppia di litiganti, visto che il loro tono, dall'inizio della loro passeggiata non aveva fatto che aumentare.

 

“Sì, Raido?”

 

“Fammi un favore: come ti ha detto Kakashi prima, sciacquati la bocca col sapone una buona volta...”

 

“Perché che ho detto? Ho l'anima candida e innocente come un giglio di montagna appena colto!”

 

“Senti, anima candida, lascia stare la ragazza con l'arco, ok? Non verrò ad aiutarti caso mai ti trovassi con una freccia di un metro su per il culo...”

 

“Ricevuto, mammina...” Rispose sbuffando Genma.

 

Questa volta, però fu Yuki a non perdere l'occasione: “Il tuo amico ha ragione, mister grissino. A meno che l'idea di diventare un girarrosto non ti ecciti. Personalmente non sono troppo per questo genere di perversioni, però...”

 

Non concluse la frase, perché Inazuma e Nadeshiko si voltarono verso di lei, scoccando rispettivamente un'occhiataccia ed un'inquietante sorriso.

 

Ad ogni modo, erano finalmente giunti a destinazione.

O quasi.

 

Davanti a loro si stendeva un grosso lago, in cui si gettava un splendida cascata.

 

“E adesso?” Fece Kakashi ad Inazuma, piuttosto perplesso.

 

Dopo un lungo e modulato fischio, in direzione dello scroscio d'acqua, quest'ultima gli disse semplicemente: “Aspetta e vedrai”. Dalla cascata, vennero lanciate delle lunghissime e spesse corde. Le cime raggiunsero, con una precisione quasi millimetrica, il gruppo. Le tre kunoichi di Uzushi, sotto lo sguardo stupefatto del team di Konoha, le legarono saldamente ad un albero secolare lì vicino. Poi si misero a camminarci sopra, concentrando evidentemente il proprio chakra sui piedi.

 

Senza neanche voltarsi, Inazuma, per dovere di spiegazione, disse piatta: “La biblioteca dei sigilli è dall'altra parte della cascata. Allora, vi muovete, shinobi di Konoha?”

 

Aoba lanciò un'imprecazione a mezza voce, mentre Raido fece spallucce. Con fare esitante, i quattro seguirono le ragazze in bilico su quelle viscide corde.

 

Kakashi, a quel punto, notò un particolare: grasso.

 

Quelle funi erano cosparse di un liquido denso e molto viscoso.

 

“Minimizza la possibilità che chi non abbia un perfetto controllo del chakra riesca ad entrare. E' una prima misura di sicurezza contro eventuali intrusi di natura 'civile'”, fece Inazuma senza particolare fervore, anticipando eventuali domande.

 

Altro che natura civile! A Konoha conosco dei chuunin che non sarebbero in grado di camminarci sopra con naturalezza, figurarsi i genin!

 

E questo non era solo il pensiero di Kakashi, ma anche di Raido, Aoba e Genma.

 

Che avessero sbagliato nel giudicare troppo frettolosamente quel villaggio ed i suoi ninja?

 

Oltrepassati gli spruzzi d'acqua della cascata, si trovarono davanti un'ampia caverna, dalla forma vagamente semicircolare. E adagiato al suo interno, un maestoso edificio, composto da un corpo centrale e due laterali. Al centro, stava un'immancabile giardino con una fontana. Dietro, vi era una torre a pianta ottagonale, con otto bifore su ogni lato, il tutto sormontato da una cupola che risplendeva di un riflesso argenteo.

 

Kakashi si stupì del fatto che l'interno non fosse buio e tetro. Guardando bene il soffitto della cavità naturale, tuttavia, si accorse che era stato creato un complesso impianto di illuminazione, che dava a quel luogo un non so che di spettrale. Gli tornò, come il giorno prima, una pessima sensazione accompagnata da un brivido lungo la schiena, ma sulle prime la attribuì al suo disagio nel trovarsi all'interno di grotte e posti simili.

 

“Volete entrare e preferite starvene qui ad ammirare l'architettura locale?” Gli disse Inazuma, con una punta di ironia, che però fu sufficiente a riscuoterlo dai suoi pensieri.

 

Mentre oltrepassavano un primo portone, Kakashi non poté fare a meno di notare quattro guardie, due a destra e due a sinistra, che salutarono, con un cenno Inazuma e le altre. Avrebbe giurato che salutassero con particolare calore Nadeshiko e che ad un suo sorriso, questi ricambiassero con un'espressione ebete, ma forse si trattava solo di un'impressione.

 

“Inazuma sama?”

 

“Inazuma e basta, Kakashi san, non amo molto gli onorifici, specialmente se sono detti con ipocrisia...”

 

“Sia come vuoi...Ad ogni modo, mi chiedevo: non sono un po' poche quattro guardie? Specialmente dopo aver subito un furto di tale rilevanza?”

 

Inazuma a quella domanda non si scompose, per quanto le sembrò che l'albino l'avesse detta con la sottintesa implicazione che al vortice non sapessero fare molto bene il proprio mestiere. Con calma rispose: “Quattro? No, veramente a questo ingresso ve ne sono sedici, mentre altrettante ce ne sono alla porta sud. A guardia della torre ottagonale poi, ce ne sono una ventina, tutti jonin. Occhio poco allenato?”

 

Ok, ragazzina, touché, ma con la giornata di merda che ho avuto non puoi pretendere granché dalla mia soglia di attenzione...E il mio occhio sta benissimo, solo che è impegnato a vedere se Aoba e Genma dicono una stronzata più del dovuto...

 

“Comunque – riprese più distesa Inazuma – Le guardie non sono che una minima parte del dispositivo di sicurezza di questo posto. Guarda per terra.”

 

Appena oltrepassò la soglia, una linea delle intricate decorazioni del pavimento si illuminò di luce blu, per appena un millesimo di secondo.

 

Stessa cosa si ripeté al passaggio degli altri. Ultimo fu Genma, ma, nel suo caso, la luce che si intravide fu rossa.

 

A Inazuma sfuggì un sospiro. “Merda...” mormorò. Poi, rivolta a Kakashi gli chiese: “Kakashi san, hai distribuito a tutti i tuoi compagni le carte-sigillo che ti ho dato prima?”

 

“Sì, perché?”

 

“Perché il tuo compagno ha deciso di morire giovane, dannazione!” Non diede ulteriori spiegazioni, ma con uno sguardo mortalmente preoccupato si fiondò all'interno della biblioteca.

 

Nel frattempo Genma disse: “Ehi ragazzi, ma che sta succedendo, non riesco a muover...”

 

Non terminò la frase, perché cominciò a portarsi, per quanto gli fosse possibile, le mani alla gola, e iniziò a emettere rantoli soffocati.

 

Aoba, sul momento, non trovò niente di meglio da fare che estrarre dalla manica tre kunai per mano, assumere un'espressione minacciosa e dire: “Che cazzo gli avete fatto, brutte troie?”

 

Ma le cosiddette erano preoccupate mortalmente quanto lui. Yuki gli rispose: “brutto idiota, ha fatto tutto quel coglione del tuo amico! Tu l'hai ancora la tua carta sigillo, vero?”

 

“Certo, e questo che vorrebbe significare?”

 

Yuki, con un tono a metà tra l'irato ed il preoccupato spiegò agli altri l'arcano: “La carta entra in risonanza con il sigillo di sicurezza del pavimento della biblioteca. Se non ce l'hai rimani vittima del Mahi ya chissoku no shīru, il sigillo di paralisi e soffocamento. Quando Inazuma vi ha detto di tenerlo sempre con voi e non perderlo mai avevate la merda nelle orecchie!?”

 

A quel punto, si buttò sul malcapitato, che stava cominciando ad accasciarsi, e, senza pensarci due volte lo baciò, sotto lo sguardo esterrefatto degli altri.

 

Dopo in minuto buono, il sigillo emise all'improvviso una luce blu. A quel punto, Yuki si staccò dalle labbra di Genma.

 

Mentre questo ancora tossicchiava, la ragazza con le trecce caricò la mano destra e gli tirò un sonoro ceffone, commentando subito dopo:”Questa me la paghi, stronzetto!”

 

Subito dopo arrivò correndo a perdifiato Inazuma, che disse: “Siano lodati tutti i kami, ho fatto in tempo a disattivare il sigillo!”

 

“Non..coff...proprio...coff...miss Uzumaki...” replicò con la voce ancora strozzata Genma, che poi aggiunse: “la tua amichetta qua, raperonzolo...beh, mi ha salvato la vita con la respirazione bocca a bocca. Senza il suo aiuto sarei morto.”

 

“E nel mentre hai cercato di mettermi la lingua in bocca! Ma cosa cazzo ti è saltato in mente!?” Le replicò irata Yuki.

 

“Beh, potevano essere i miei ultimi momenti di vita su questa terra, mica potevo lasciarmi sfuggire l'occasione...” disse, per tutta risposta, il ragazzo con la bandana, sfoggiando un ghigno malizioso.

 

“Beh, tutto è bene quel che finisce bene” concluse Inazuma, cercando di chiudere il discorso. Poi, rivolta a Kakashi, aggiunse: “Direi che questo, anche in assenza di molte guardie, è il sistema di sicurezza principale. C'è un solo modo di sbloccarlo, ed è dall'interno dello studio del maestro bibliotecario.”

 

“A questo punto, sarebbe utile scambiarci quattro chiacchiere.” Le disse Kakashi.

 

Prontamente, Inazuma le fece: “Va bene. Ma attenti, potreste trovarlo un soggetto leggermente irritante. E' da quando c'è stato il furto che è diventato...sì, insomma, lo capirete, quel che intendo.”

 

Certo, perché fino ad adesso non siamo stati circondati da “soggetti leggermente irritanti”, vero?

 

 

***

 

“Haruta Uzumaki, e voi signore, sareste...?”

 

“Kakashi Hatake, Jonin di Konoha. Sono giunto qui con i miei uomini per darvi supporto nelle indagini sul furto di materiale da questa biblioteca. Lieto di conoscervi.”

 

“Il piacere è tutto vostro, infatti. Suppongo che, come l'incidente di cui mi ha riferito la signorina Inazuma mi può testimoniare, voi non abbiate la più pallida idea di che cosa sia un libro e come funzioni una biblioteca, giusto? Tranquilli, non ve ne faccio una colpa. L'ignoranza è una questione genetica dopo tutto...”

 

No, questo non è leggermente irritante, è un rompicoglioni di prima categoria. Come finire in gloria una lieta giornata: beccarsi un borioso e saccente pezzo di merda...

 

“Mmm, sì, perdoni la genetica, allora. Mi scusi l'impertinenza e la franchezza, ma allora, secondo lei, come è stato possibile forzare il sistema di sicurezza?”

 

“Come dice il saggio, niente è perfetto, caro stupido (non vi offenderete, spero, è solo una mera constatazione del vostro misero stato) amico. Potrebbe darsi che qualcuno mi abbia drogato, costretto a rivelare la combinazione, imbavagliato, addormentato e fatto perdere la memoria. Al mio ritorno nel mondo dei vivi non avrei avuto alcun segno di quel che è accaduto. Ma, ops! Per giungere da me dovevano averlo già forzato, il sistema. Siete confuso, vero? Lo sento, il vostro piccolo cervello che si affatica invano a seguire il mio ragionamento...”

 

Scommetti che sono più intelligente di te, idiota? Cazzo, se questo si desse meno arie passerebbe per una scorreggia ambulante...Questa è bella, dopo la dico a Genma...

 

“Mi chiedevo se esistono dei sistemi di sicurezza secondari e se il contenuto che è stato trafugato era coperto da ulteriori sigilli...”

 

“Ah, vedo che, per puro caso immagino, hai colto un elemento importante del puzzle! In effetti sì, il materiale rubato era nella torre. Per entrarvi si deve passare un ulteriore sigillo. Ogni piano è inoltre protetto da un ulteriore e diverso sigillo, secondo un sistema cumulativo. In sostanza, per sgraffignare (dite così voi che non sapete parlare correttamente la nostra lingua, vero?) ciò che c'è al nono piano, oltre al codice per il sigillo generale e quello per entrare nella torre, servono altri nove codici. Non esattamente una passeggiata, vero?”

 

Io questo comincio a non sopportarlo più. Non so parlare eh? E tu, con quell'accento da pomposo damerino cosa mi dici?

 

“In sostanza, è poco probabile che siano ninja di Konoha, dato che nessuno di noi avrebbe tutti i codici per arrivare sin lassù...”

 

“Ma questo, caro ragazzino dai capelli di un assurdo colore bianco, non è nemmeno impossibile. A Uzushi tutti venerano e rispettano la cultura, al contrario di voi trogloditi, e tutti si conoscono. Dove potrebbe essere celato ad occhi indiscreti un simile gesto ed un simile tesoro? Ma cosa ne puoi capire tu, che avrai un Q.I inferiore al 100...”

 

“Ok, basta. Mi sono rotto le palle, vecchio di merda. Per tua informazione il mio Q.I. È di 177, il che farebbe di me una persona intelligente, secondo il tuo metro. Ma solo gli idioti misurano l'intelligenza col Q.I, sappilo. Con le tue risposte hai cercato di sviarmi, visto che non mi hai dato che risposte vaghe. Ad ogni modo, ho avuto l'agio di esaminare tutti i tuoi tic nervosi e i tuoi riflessi, consci o meno, compresa la variazione dell'inflessione del tono della voce. E me ne stai raccontando talmente tante, di vaccate, che io mi sono stufato di fare quello gentile e cortese. In più, finora non posso dire di aver avuto una giornata esattamente edificante, e giusto per gradire, sono in arretrato di molte ore di sonno. Per cui adesso mi guarderai bene negli occhi e mi dirai tutto quello che voglio sapere.”

 

Detto questo, Kakashi, con un gesto della mano, si abbassò la maschera e piantò l'occhio con lo sharingan dritto sul bibliotecario.

 

Questi sudò freddo per un istante, mentre assumeva un'espressione vuota ed impaurita. Anzi, dire impaurita era poco. Quello che gli altri, esterrefatti, notavano, era il puro terrore, quello che conduce alla completa follia.

 

Dopo qualche secondo, però, l'albino si risistemò la maschera, e con un'espressione soddisfatta e sorniona, disse di nuovo: “Ora, dopo aver avuto un assaggino del mio genjutsu, vogliamo essere un attimino più collaborativi? Che ne dice signor Haruta? Ah, e per la cronaca – disse voltando lo sguardo su Nadeshiko - non si guarda il culo delle belle ragazze mentre si sta parlando con un estraneo...”

 

“S-sì! Tutto quello che vuoi d-demone...”

  
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