Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    06/05/2014    10 recensioni
(DragonIce ~ Elsa x Maleficent)
I know you, I walked with you once upon a dream
I know you, the gleam in your eyes is so familiar a gleam
Yet I know it’s true that visions are seldom all they seem
But if I know you, I know what you’ll do
You love me at once
The way you did once upon a dream...
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Elsa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
But if I know you, I know what you'll do
 
Il calore era qualcosa che non aveva mai provato, non in quel modo almeno.
Sentiva la pelle pizzicarle ad ogni tocco, ogni singolo stimolo che quelle dita esperte sapevano donarle era qualcosa di unico, di proibito.
E ardevano, quei tocchi, ardevano quasi volessero penetrarle dentro, nell’animo, rimanerle impressi come un marchio indelebile.
Non poteva farne a meno.
«Ah…»
Dischiuse involontariamente le labbra, il corpo ebbe un sussulto e prese lentamente a tremare.
Lei, la regina dei ghiacci, tremava.
Tremava perché quel tocco sapiente era tanto delicato quanto bramoso, perché ogni spasmo era sentito, manifestava un piacere che mai aveva provato.
Ogni cosa, ogni sensazione, ogni emozione, ogni maledettissimo attimo passato con quella fata del male era qualcosa che lei non si era mai immaginata.
Si era data per persa molti, molti anni prima: reclusa, abbandonata, isolata.
Ma ora, completamente soggiogata da quella lussuria, il mondo sembrava averle riaperto le porte.
Le porte del Male, certo, quelle più crudeli, infime e spietate, ma avevano il sapore della libertà.
«M-Malefica…»
Bisbigliò ancora, le gote palesemente arrossate.
Anche i capelli chiari, perennemente costretti in una acconciatura, si distendevano liberi sul cuscino.
Pochi attimi e dalle lenzuola che la coprivano sino al ventre emerse il volto spigoloso quanto sadico della Signora del Male, autoritaria e dominatrice non le dava modo di scappar o di ribellarsi ai quei tocchi, a quell’insano circolo di libidine proibita.
Piegò appena le labbra rosse in una smorfia soddisfatta, quell’espressione perennemente demoniaca nello sguardo.
«Hai paura?» C’era ironia, in quella domanda ben lontana dall’essere premurosa.
La costringeva sotto di sé, quel corpo troppo delicato per reagire, quell’animo troppo fragile per opporsi ad una volontà tanto potente come quella di Malefica.
E si divertiva, la Signora del Male, si divertiva da morire con quel nuovo giochino particolarmente eccitato.
«N-No…» Bisbigliò Elsa, reggendo il suo sguardo, ancora fremente sotto di lei.
Desiderava essere toccata ancora, ancora e ancora.
Desiderava quella terribile donna più di qualsiasi altra cosa al mondo, perché in quel male lei vedeva il proprio bene.
Sentì premere contro la propria intimità, rabbrividì appena ma non riuscì a gemere, poiché le labbra aggressive dell’altra premettero contro le sue.
Avide, bramose, possessive.
Non le dava tregua, le dita esperte si muovevano per provocarle piacere, mentre la lingua si insinuava tra le labbra di Elsa quanto bastava per torturarla, per mandarla in estasi come non mai.
Doveva temerla e invece la desiderava.
Venne, non poté farne a meno.
Gemette senza potersi trattenere e solo a quel punto Malefica le concesse un attimo d tregua: abbandonò le labbra per avventarsi sul collo, lasciandole lividi, segni del suo passaggio e del suo possesso.
Le sfiorò il lobo dell’orecchio con la lingua, esperta, lussuriosa.
«Sei una sciocca.» Le bisbigliò con un ghigno.
Aveva ragione, dannazione, aveva maledettamente ragione.
Si era lasciata alla mercé della peggior creatura esistente, eppure quel calore era divenuta una droga per lei.
Con che coraggio sarebbe tornata ad Arendelle?
Con che coraggio avrebbe guardato in faccia sua sorella, probabilmente in ansia come non mai per la sua scomparsa?
Mentre lei, invece, se ne stava tra le lenzuola della più temuta creatura al mondo, la lasciava libera di percorrere ed assaporare il suo corpo come più l’aggradava.
Anna piangeva ed Elsa gemeva.
Anna si disperava ed Elsa si abbandonava al piacere.
Si riscosse quasi d’improvviso da quei pensieri, sbatté le palpebre ma si rese conto ben presto che quei due famelici occhi gialli la stavano fissando intensamente, chissà da quanto: si era accorta della sua condizione, e quello sguardo pareva le avesse davvero letto nel pensiero.
«Sciocca ed ingenua.» Sentenziò con una smorfia, quasi disgustata.
Si rialzò lentamente dal letto, con una eleganza raccapricciante, da far accapponare la pelle: era pur sempre una fata, dopotutto.
Non si curò di essere nuda agli occhi della Regina di Arendelle, in fondo ciò che lei era davvero nessuno lo avrebbe mai saputo, quella ragazza tantomeno.
Ed era bella, maledettamente bella: la pelle era olivastra, eppure di una morbidezza incredibile.
Il volto era spigoloso, ma le labbra e lo sguardo bastavano a renderlo invidiabile.
Il corpo era alto e snello eppure non mancava delle proprie curve.
Perdeva un battito ogni volta, ed ogni volta che la guardava Malefica sapeva di essere guardata, ammirata, desiderata, e questo le provocava una risata sadica e tutt’altro che cristallina.
Dopo quell’attimo di incanto riprese coscienza delle proprie condizioni, d’istinto riportò il lenzuolo sino al seno, come se si vergognasse d’esser nuda: le gote arrossate su quel volto delicato non potevano che incrementare ulteriormente un’espressione ingenua, pura, immacolata.
Tutto ciò che la Signora del Male non era, né era mai stata.
Si sentiva un’egoista, una gran egoista.
Mentre il suo popolo e sua sorella erano in pensiero, forse in pericolo, lei era lì a farsi…
A farsi cosa?
Coccolare? Proteggere? Viziare?
Amare?
Avrebbe voluto, tanto voluto, ma sapeva che non era così.
Era lì a farsi usare e lo sapeva benissimo. Ma le andava bene così.
«Sarai debole fin quando gli resterai legata.» Queste furono le parole fredde di Malefica, solo ora Elsa si accorse che si era già rivestita, sempre un passo davanti a lei.
Non replicò, la Signora del Male le volse un’occhiata profonda, diversa dal solito, meno ricca di odi e rancori che affogava e sfogava sulla gracile Regina di Arendelle.
«Non sei come loro, Elsa. Accettalo.»
In un attimo le fu addosso, la mano rovente le cingeva il volto, ad un soffio da lei.
Ammaliatrice, maledettamente provocante.
«Tu sei come me
Perché quelle parole suonavano come una rassicurazione?
Perché il suo cuore accelerò i battiti d’un colpo ed un brivido le percorse la schiena?
Non c’era paura, nel suo animo, né quell’angosciante disperazione, né tormentati sensi di colpa.
Sorrise. Ingenua, illusa, stupidamente speranzosa. Ma con un sorriso sincero stampato sulle dolci labbra rosate.
Con chissà quale forza di volontà, per la prima volta prese iniziativa e si sbilanciò appena in avanti, andando a baciare l’altra d’improvviso.
Era un bacio dolce, quello di Elsa, molto lontano dall’impetuosità di Malefica, eppure nessuna delle due accennò a distaccarsi.
Per la prima volta in vita sua non si sentiva sola.

 
  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly