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Autore: EllY_cup    06/05/2014    1 recensioni
Età rinascimentale in Olanda.
Quella primavera tutto il regno splendeva, dalle praterie in fiore agli affari economici. Sophia d'Orange non era la classica principessa che ci si aspetta di conoscere e lo capirà bene Thomas, secondogenito del sovrano di Francia, costretto a fare visita alla corte per correggere la sua cattiva condotta.
I due si erano già conosciuti, ma un incidente li aveva fatti dividere. Si ricorderanno?
E i loro cuori? Sophie capirà di chi deve essere veramente innamorata?
Amori, chiacchiere e balli a corte vi attendono.
*Questa storia non è basata su fatti realmente accaduti*
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Rinascimento, Periodo Tudor/Inghilterra
Capitoli:
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Salve eccomi con il terzo capitolo dove torneremo a fare compagnia a Sophie.
Abbiamo scopetro chi è Thomas, ma manca ancora quel tassello in più per capirlo a fondo.
Come sempre non anticipo niente.
Godetevi la lettura fiorellini (oggi mi sento sdolcinata).
PS: Ringrazio ancora "_PaCioChInA_ " per avermi fatto ricevere la mia  recensione in assoluto! E ringrazio anche tutti quelli che leggono solo la mia storia, sperando che la prendiate come un passatempo piacevole.
Bacio, 
EllY**
TRE
 
Katherine strinse la principessa in un abbraccio così stretto da farle perdere il respiro. Sophie non ricordava da quanto tempo non vedeva la cugina. Molto. Troppo.
I capelli lunghi e neri della parente la avvolsero sprigionando il profumo di lavanda, caratteristico della Provenza.
“Quanto mi sei mancata Sophie!” disse Katy allontanandosi un po’ dalla principessa.
“Anche tu mi sei mancata..” rispose ridendo Sophie.
La cugina non era più la ragazzina che ricordava, ormai era una donna. Per il banchetto indossava un abito verde smeraldo. Il corpetto era semplice e senza ricami particolari, la gonna era ampia, ma non esagerata. Aveva delle spalline dello stesso colore dell’abito e sull’avambraccio ricadevano dei nastri verdi scuro come decorazione. I capelli erano in parte raccolti con delle perle, mentre altri ciuffi le sfioravano le spalle risaltando il colore pallido della pelle.
“Forza siamo in ritardo e devi ancora vestirti! Dov’è finita la servitù?” urlò battendo le mani.
Juditte e Marie entrano nella stanza con un vestito bordeaux che la ragazza non aveva mai visto.
In poco tempo Sophie fu pronta e si ritrovò davanti allo specchio mentre la cugina le spazzolava i capelli ramati. Guardò il suo riflesso.
Il corpetto aderente era decorato da ricami dorati e le risaltava il seno, ma non troppo. La gonna cadeva morbida e gonfia nascondendo le scarpe. Katy aveva colorato di un rosso acceso le labbra della cugina aiutandosi con un pennello e aveva commentato che doveva imparare a farlo da sola. Katherine era il tipo di persona che amava tenersi curata, forse perché doveva trovare un uomo da maritare o semplicemente perché la faceva stare bene.
“Sei pronta cara..” disse Katy.
“Cosa mi è accaduto?” chiese Sophie avvicinandosi al suo riflesso.
“Oh, mi sono presa la libertà di renderti più graziosa di quanto tu già sia!” rispose orgogliosa.
I capelli ramati erano sciolti mentre i ciuffi ribelli erano sostenuti dalla tiara dorata che non le circondava la nuca, ma le ornava solo la parte superiore della fronte.
“Grazie Katy” disse sincera la principessa.
“Di nulla ora andiamo”.
Le due fanciulle camminarono veloci fra i corridoi ormai deserti, cosa che fece preoccupare ancora di più Sophie. Arrivarono alla sala del banchetto dove la guardia appena le vide tirò un respiro di sollievo.
“Principessa siete arrivata giusto in tempo, il re stava per cominciare il banchetto”
“Annunciaci velocemente allora!” comandò Sophie. L’uomo entrò nella sala, le due cugine si guardarono.
“Sophie d’Orange principessa d’Olanda e la Contessa Katherine della Provenza” urlò la guardia facendo zittire tutti i presenti.
Sophie entrò notando con piacere che nessuno si era ancora seduto alla grande tavolata. La folla si inchinò alla principessa a parte i genitori, entrambi avevano assunto uno sguardo severo, ma rilassato al tempo stesso.
Sophie raggiunse i reali e quando il re si sedette tutti seguirono il suo esempio, così il banchetto poté cominciare.
La cena non fu più lunga del previsto, e per la principessa non fu affatto un sollievo perché si sarebbero spostati tutti nella sala da ballo e significava avere uno scontro con i genitori, di cui aveva evitato gli sguardi.
“SOPHIE!” sentì urlare dal fondo del corridoio che li stava conducendo nell’altra sala, fu una voce calda e famigliare. Stephen. La ragazza si girò sorridente aspettandosi di incontrare il viso famigliare del cugino, ma non fu così.
Al suo posto trovò un uomo alto e sorridente. I capelli castani mossi erano tenuti corti, un taglio al di fuori della moda e gli occhi azzurri splendevano alla luce delle candele.  Non era come lo ricordava,  era cresciuto, come Katy d'altronde.
“Principessa Sophie d’Orange! Finalmente la incontro!”
“Stephen! Per grazia del Signore! Cosa ti è accaduto?” chiese Sophie avvicinandosi a lui.
“Lo stesso posso chiederlo a te cugina, non ricordavo che fossi così bella” le guance di lei si colorarono appena e Steph sorrise. “Abbiamo molto da raccontarci, quindi vorrei chiederti se mi concederesti il primo ballo..”
“Sarà un onore Steph” rispose lei accettando la mano del cugino.
Appena entrarono nella sala i sovrani aprirono le danze e non passò molto che altri nobili si unirono a loro. Stephen e Sophie si mischiarono fra il gruppo. Non smettevano di ridere e non ne sapevano il motivo questo era ancora più divertente.
Quando la musica rallentò i due si avvicinarono e finalmente Steph poté parlare con la cugina.
“Sophie devo comunicarti che con noi è venuto il principe Thomas”
“Sì i sovrani mi avevano informata..” disse la ragazza ricordando la discussione avuta il giorno prima.
“Beh ti chiedo di stare attenta, è il mio più caro amico e lo conosco bene”
“Non capisco è un uomo brutale e malvagio forse?”
“No, per niente cara cugina, solo è un po’ particolare”
“Non so se te ne sei reso conto, ma osservando da che pulpito proviene questo commento, non mi convinci affatto” Sophie rise e così fece anche il cugino, il quale la prese per la vita e la sollevò leggermente secondo i passi che dovevano fare. Appena la rimise a terra Sophie riprese a parlare.
“Comunque terrò conto delle tue parole cugino”
“Grazie” rispose lui inchinandosi, come stavano facendo tutti i ballerini.
“A proposito dov’è questo principe di cui tutti parlano?”
Dopo il loro primo incontro nelle stalle non l’aveva più visto, forse era meglio così, si disse, ma prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo.
“L’ho lasciato con Aäron” il cugino prese la mano di lei e si allontanarono dal centro della sala “Oh sono laggiù insieme a Kath” continuò. Sophie alzò lo sguardo giusto in tempo per incontrare gli occhi verdi e il sorriso curvo di Aäron, rispose al sorriso e si affrettò a raggiungerli.
“Sophie! Ti presento l’ospite d’onore che ci farà compagnia per queste settimane, il principe Thomas” disse il giovane comandante indicando il giovane ragazzo al suo fianco.
La ragazza rimase di nuovo, disorientata dalla bellezza di quella creatura: i capelli dorati, gli occhi cristallini, la robustezza delle spalle e il suo sorriso.
Un pensiero continuava a martellarle nella mente, dove l’aveva già visto? Era strano come delle immagini veloci e confuse le apparissero alla mente senza alcun significato logico. Boschi, grandi alberi verdi, e quel sorriso.
“Principessa Sophie è un onore fare la vostra conoscenza” disse prendendo la mano della ragazza e lasciandoci un bacio leggero e guardandola dritta negli occhi come per aggiungere altre parole che non poteva dire, alludendo all’incontro nelle stalle.
Sophie sorrise “Il piacere è tutto mio principe Thomas, ditemi è tutto di vostro gradimento alla corte Olandese?”
“Sì grazie, soprattutto per i dolci canti che nel pomeriggio riempiono l’aria” commentò non spostando neanche per un secondo gli occhi da lei.
Sophie avvampò e sorrise imbarazzata. Poi Aäron li interruppe.
“Sophie mi concedi il prossimo ballo?”
“Con piacere” rispose la ragazza quasi sollevata. L’amico la condusse verso il centro della sala e per tutto il tragitto ella si sentì lo sguardo curioso e cristallino del principe addosso.
La mano di Aäron si alzò a livello della spalla aspettando quella di Sophie che arrivò subito dopo, poi cominciarono a camminare in cerchio a ritmo di musica.
“Ti vedo turbata” disse l’amico inclinando la testa.
“Turbata?”
“Devi ancora parlare con tua madre non è così?”
“Sì! Mi guarda come se fossi una criminale, avrà in serbo qualcosa di orribile da rifilarmi”
“La regina Rose non è così cattiva e lo sai anche tu!” rispose lui, spostando la mano verso l’avambraccio, come stava facendo lei.
“Non capisco perché non dovrebbe farmi uscire dal castello” disse lei guardando in direzione dei genitori, che allegramente danzavano insieme agli altri.
Aäron si mise davanti a Sophie la quale alzò lo sguardo e vide l’amico sorridente.
“Magari domani riesco a convincerla che con me non correresti alcun pericolo” disse poi guardando la principessa negli occhi.
“Ci ho provato, ma non hanno risposto”
“Davvero? Hai chiesto se ti accompagnavo?” chiese lui sorpreso.
“Cosa ti meraviglia di questa mia affermazione?” domandò lei.
“Nulla..” iniziò, i loro fianchi si avvicinarono per poi allontanarsi di nuovo, infine Aäron le prese la mano che segnava la conclusione del ballo “Non ho avuto modo di dirtelo prima, ma questa sera sei veramente incantevole Sophie” entrambi fecero un breve inchino. Nell’udire quelle parole Sophie lo guardò consapevole di avere le guance arrossate.
Lui le baciò la mano, delicatamente, come aveva fatto il giorno al laghetto.
“Buona notte” disse poi prima andarsene, lasciando la principessa con il cuore che le martellava in gola.
 
****
 
Sophie si svegliò urlando, si guardò intorno pensando di trovare demoni oscuri, invece trovò tutto come l’aveva lasciato la sera prima. Respirava velocemente ed affannosamente. Aveva avuto un incubo. Non ricordava nulla.
Era nella sua camera da letto al sicuro.
Bussarono alla porta e senza darle il tempo di rispondere un uomo entrò nella sua stanza preoccupato.
“State bene? Vi è successo qualcosa?” era Thomas, con addosso dei pantaloni neri sbottonati e una camicia messa storta, era chiaro che si era vestito frettolosamente. Erano passati tre giorni dal ballo e non aveva più avuto modo di parlare né con il principe né con Aäron.
“So-solo un incubo, non vi preoccupate principe Thomas” Sophie aveva tentato di mantenere un tono fermo e deciso, ma tremava ancora e sudava freddo.
Thomas guardò fuori dalla porta per poi chiuderla “Sembra che nessuno, a parte me, vi abbia sentito” poi si avvicinò verso il letto e la ragazza istintivamente indietreggiò con la schiena.
“Non vi preoccupate, non vi farò del male, vorrei solo aiutarvi” disse sorridendo.
Sophie tremava ancora e osservava il ragazzo armeggiare con una candela, prese un candelabro dalla toeletta e accese tutte i ceri, poi si avvicinò a Sophie.
“Ho spesso gli incubi, quindi so come vi sentite” disse appoggiando il candelabro sul comodino accanto al letto.
“Davvero? E’ la prima volta da molto tempo per me..”
“Posso?” chiese Thomas indicando il letto. Sophie sorrise e annuì, lui si sedette le si avvicinò e la avvolse con una coperta poi si spostò verso il fondo del letto.
“Grazie” disse la principessa  avvicinandosi al calore delle candele.
Ci fu un lungo silenzio e Sophie guardò le pesanti tende che ostacolavano alla luce dell’alba di entrare nella stanza.
“Sapete la prima volta che vi ho vista nelle stalle ho pensato che voi foste, beh non la principessa d’Olanda” disse Thomas ridendo piano, Sophie sorrise.
“Non sono una principessa molto tradizionalista”
“Oh questo l’avevo capito, soprattutto dopo che non vi eravate presentata al nostro arrivo”
“Avevo un compito da svolgere..”
“Spazzolare un cavallo?” chiese il principe.
“No. Non credo che siate capace di capire la mia situazione Principe Thomas” rispose Sophie in tono duro.
“Non era mia intenzione offendervi, ero solo curioso”
“Certo, scusate”
“Sapete cavalcare quindi?” chiese curvando le labbra rosee i un sorriso.
“Sì è una cosa che mi viene molto bene” disse piano Sophie.
“Allora dovrete accompagnarmi per forza per le praterie, non ho mai visto una donna, per lo più una principessa, cavalcare..” Sophie per tutta risposta scoppiò in una calorosa risata, non si spiegava come un principe non avesse mai visto una donna cavalcare. Intanto sul volto di Thomas si era formata un’espressione piacevolmente stupita.
“Cosa..?” cominciò a chiedere notando la reazione del ragazzo, ma il principe la interruppe.
“Avete una risata e un sorriso splenditi, principessa, sin dalle prime ore del giorno”  le guance della ragazza si colorarono leggermente e improvvisamente non tremò più.
Si perse nell’azzurro cristallino degli occhi di Thomas, per quanto fosse strana la situazione era piacevole passare del tempo con lui. Sophie era affascinata dal principe.
“E’ meglio che torni nella mia stanza, non vorrei rovinarvi la reputazione se per caso mi trovassero qui, vi rivedrò oggi?” chiese alzandosi dal letto.
“Certamente ai pasti sicuramente..” disse Sophie, il principe sorrise.
“Speravo in una passeggiata, magari potete mostrarmi i giardini”
“Certamente..” rispose Sophie dopo qualche secondo di attesa. Thomas ampliò il suo sorriso e uscì dalla camera.
La ragazza si sdraiò e guardò il soffitto. Forse quel giorno lontana dalla scogliera e dai suoi posti sperduti non sarebbe stato così male.
  
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