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Autore: Bethany_    06/05/2014    6 recensioni
ATTENZIONE: SPOILER (contiene spoiler vari sulla saga)
"La strinse forte come se lei fosse tutta la vita e gliela volessero portar via. La strinse sentendo che lei era tutta la vita che poteva esserci per lui." - Ernest Hemingway
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gideon de Villiers, Gwendolyn Shepherd, Leslie Hay, Raphael Bertelin, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO TERZO



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GIDEON.

Sono felice di aver chiarito con Gwendolyn la questione del “restiamo amici”. Lo avevo fatto per il suo bene. Per colpa mia rischiava – o rischia – di morire. E non posso permettere che questo accada. Se dovesse succedere… Non deve accadere per mano mia! Non vivrei a lungo con il senso di colpa che mi attanaglia il cuore: ne morirei straziato dal dolore.
Ricordo ancora il suo volto rabbuiarsi e i sui occhi riempirsi di lacrime. L’ho fatta soffrire. Molto. E in quei giorni in cui non mi parlava e mi evitava in tutti i modi possibili, mi sono arrovellato il cervello per trovare un modo per farmi perdonare. Non volevo raccontarle il vero motivo per cui le avevo detto di restare amici. Come potevo? “Hei, Gwenny! Le profezie dicono che morirai per colpa mia. Forse è meglio rimanere solo amici, ok?”  Ma non fatemi ridere! Ero terrorizzato. Non volevo perderla ed ero quasi riuscito a far si che questo accadesse. Ero tra due fuochi: da una parte non volevo rivelarle la verità per paura di perderla definitivamente, e dall’altra… Non facevo altro che pensarla. Bramavo il contatto con le sue labbra. Volevo stringerla tra le braccia, protetta da tutti. Quando mi convinsi a parlarle non avevo la minima idea di cosa le avrei detto. Ma quando la vidi entrare dalla porta di quel bar e avvicinarsi, vestita con pantaloni e maglietta troppo larghi per la sua struttura minuta… con i capelli un po’ in disordine che le incorniciavano il volto risaltando i suoi bellissimi occhi blu… Era semplicemente bellissima. Per me era una Principessa. In quel momento capii qual’era la cosa giusta da fare.
Quando si sedette di fronte a me percorsi con lo sguardo il suo volto soffermandomi sulle sue labbra carnose per un momento interminabile. Si morse il labbro inferiore così capii che stava facendo la stessa cosa con me. Nel momento in cui i nostri sguardi si incontrarono le mie insicurezze crollarono e il sentimento che provo per lei prese il sopravvento. Le raccontai tutto. Delle profezie, delle mie paure. Ma soprattutto di quanto mi era mancato tutto di lei in quel periodo.
Quando finii, si sedette vicino a me con gli occhi lucidi. Sembrava sul punto di parlare ma era troppo provata. Così la esortai.
- A che stai pensando? –
- Penso a come sia possibile che tu sia così cretino e maledettamente dolce allo stesso tempo! – rispose ridendo.
- Ah, si? – le sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra. Erano irresistibili. Dovevo baciarle.
- Si! –.
Le presi il viso tra le mani e lei intrecciò le sue nei miei capelli. La baciai stringendola a me.
Fu un bacio appassionato che sembrò durare un’eternità. Fu come tornare a vivere dopo aver rischiato la morte. In quel bacio c’erano tutti quei gesti e quelle parole non dette.
Fu difficile separarci e tornare alla realtà.
Avevamo chiarito e tutto, tra noi, era tornato come prima. È per questo che voglio regalarle il più bel appuntamento della sua vita. Non so quando avremo una vita “tranquilla” a causa del nostro gene. Ma so per certo che devo sfruttare al meglio questi momenti che riusciamo a rubare al tempo che ci occupa la Loggia. E io voglio passarli con lei.
 
 
Prima di andare a prendere Gwendolyn a scuola, vado alla Loggia per parlare con Madame Rossini.
- Mon petit! Entra senza esitare! –
- Madame, le devo chiedere un favore enorme! –
- Che stai architettondo piccolo ribelle? – mi sorride.
- Vorrei… si ecco… Potrebbe prestarmi dei vestiti per il 1920? È per una buona causa, glielo assicuro! –
Mi sono sempre opposto alle mode proposte ma Madame Rossini, ma questa volta devo cedere. E dato che se li avessi rubati, i vestiti, lei si sarebbe infuriata il doppio… eccomi qua a fare la figura del bamboccione che sta arrossendo.
- Mon petit, perché dovrei? Ti aiuterò solo se mi dirai pourquoi! – mi sorride con uno sguardo complice.
- E’ per Gwendolyn… Volevo dire… E’ per una sorpresa per lei! –
- Per il 1920? – chiede alzando un sopracciglio.
- Madame Rossini, la prego! Le spiegherò tutto a tempo debito! Le prometto che non stravolgerò più i suoi look che mi proporrà! Anche se quei colori del rococò… La supplico! –
- Mon Dieu! Le rococò est… - sospira alzando gli occhi al cielo.
- Lo fascìo solo per mon petit collo di scigno! – mi fa un occhiolino e corre al guardaroba.
- Le sono infinitamente grato! – le scocco un bacio sulla guancia facendola sobbalzare.
- Torna subito al lavoro prima che sci riponsi! Ti terrò una borsa a parte. Solo perché è per collo di scigno non dirò niente a Monsieur George! – alza il mento con regalità e mi caccia fuori dalla porta.
Per quanto si impegni ad essere severa, Madame Rossini è un inguaribile romantica e ti aiuta sempre quando ce ne bisogno. E non fa mai troppe domande.
Sono in debito con lei per tutto questo.
 
 
Alle tre del pomeriggio ero appena arrivato fuori scuola per aspettarla che fu la prima a scendere le scale e a raggiungermi.
- Hei! –
- Hei! – mi da un bacio veloce sulle labbra e entra in macchina.
Il viaggio durò pochi minuti, come al solito, ma non parlammo molto: eravamo entrambi immersi nei nostri pensieri. Da tempo la Loggia ha dei segreti oscuri e tutti stanno cercando di tenerci controllati. Di certo non saltiamo di gioia quando dobbiamo venire qui per trasmigrare.
Arrivati a destinazione, Mr. George ci aspetta nella Sala del Drago per i soliti convenevoli e per un veloce spuntino prima di addentrarci nei sotterranei.
Durante il pranzo io e Gwendolyn ci lanciamo sguardi complici. Entrambi desiderosi di stare ancora insieme ma, allo stesso tempo, sempre sull’allerta.
Quando Mr. George si allontana con lei per raggiungere il cronografo, le sussurro all’orecchio.
- Devo parlarti. Ci vediamo nel 1953. –
Si allontana aggrottando la fronte e impallidendo leggermente.
Non ho il tempo di aggiungere nessuna parola per tranquillizzarla prima che Mr. George si chiuda la porta alla spalle.
Devo avere la voce tesa per averla fatta preoccupare. Ero talmente concentrato che non me ne sono reso conto. Le spiegherò tutto fra poco. Ora che non c’è nessuno in circolazione ne approfitto per portare i vestiti nel portabagagli della moto.
 
 
Raggiunta la stanza del cronografo faccio in tempo ad entrare che vedo il lampo rosso di Gwendolyn che viene catapultata nel passato.
- Mr. George! Eravamo d’accordo che trasmigrassi anche io con Gwendolyn. In modo che potesse allenarsi per il ballo. –
- Ah, Gideon… Sei tornato! Fai presto allora: tuo zio mi sta aspettando. –
Perché mai mio zio… Lasciamo perdere.
Mi avvicino alla scrivania e inserisco l’indice nel cronografo. Subito mi assale la familiare sensazione di vertigini che precede il salto.
Mentre la vista si offusca dal lampo bianco, mi preparo il discorso che avrei fatto a Gwendolyn, di li a poco, sul nostro appuntamento che avverrà nella splendente Londra degli anni venti.












NOTE AUTORE:

Eccomi qua :D Sorpresa XD Ho pubblicato il terzo capitolo in anticipo perchè questo week-end non avrò la possibilità di pubblicare.
I preparativi per l'appuntamento sono iniziati. Chissà cosa aspetterà Gwendolyn ;) continuate a seguirmi e lo scoprirete :D

Ringrazio moltissimo le persone che stanno recensendo e quelle che recensiranno (spero!). I vostri commenti mi fanno molto piacere e mi aiutano a crescere, quindi: continuare a lasciare un piccolo messaggio su cosa ne pensate!

Spero di poter aggiornare presto! Stasera ho il tempo solo di pubblicare. Ma prometto che non appena avrò più tempo per stare al computer risponderò personalmente a tutte le vostre recensioni e chissà ;) magari farò un salto anche da voi :)

Buona lettura :3



Un bacione,


Bethany_
   
 
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