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Autore: MiketsukamiArisu    08/05/2014    1 recensioni
Una sorta di saga filler delle avventure dei nostri adorati Mugiwara. Protagonista, oltre alla ciurma (in particolar modo Rufy), è una giovane donna caduta letteralmente dal cielo sulla loro nave. Una giovane con un potere oscuro e faticoso da portare, e a cui i nostri compagni pirati si affezioneranno presto...
Nessuno spoiler! Pairing Rufy x Eruba
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rufy tossiva, cercando di respirare. Ai suoi piedi, la katana di Zoro brillava di sangue translucido, e la mano gelatinosa del suo avversario giaceva qualche metro più in là. L'urlo dell'uomo medusa fu agghiacciante, ma Rufy non se ne curò. Si voltò di scatto verso Zoro, e gli urlò: “No! Vi prego, tornate giù! Usopp è ferito! Er è in pericolo, vi prego, tornate giù!”
“R-rufy, tu... Stai bene?” ansimò Nami alle spalle di Zoro.
“Si, si! Io me la cavo! Correte, presto!” ripetè disperatamente il Capitano.
“Io vado” replicò in fretta lo spadaccino. “Stregaccia, tu stai qui.”
Nami annuì, troppo preoccupata per poter lasciare Rufy da solo. “Le scale a sinistra, Zoro, a sinistra” gli ricordò senza distogliere lo sguardo dalla pelle ustionata del suo Capitano.
Zoro si voltò e imboccò le scale sbagliate. Rufy stava per urlargli qualcosa, ma la scena si gelò al suono dell'orribile risata gorgogliante dell'uomo pesce.
“Cosa cazzo hai da ridere, eh?” ringhiò Nami furiosa.
“Mia bella signorina, guardi un po' giù dal tetto”
Rufy corse al parapetto e gemette di orrore. Chopper a pancia in giù in una pozza di sangue, a qualche centimetro da Usopp, ancora privo di sensi. Il grifone non si vedeva più. Questo voleva dire che... No, no, ti prego!, pensò frustrato il ragazzo. Si voltò di scatto e raccolse rapidamente la spada di Zoro da terra. “Zoro, vai, vai, VAI!” gli ringhiò.
Poi si avventò contro il suo avversario, che si stringeva il polso reciso.
“Dì a quel maledetto gattaccio di lasciar stare la mia Er!” gli urlò, a due centimetri dal viso translucido.
“Ma nemmeno per sogno” ridacchiò lui con calma.
“Giuro, giuro su Dio che ti uccido! Diglielo!”
“Uccidimi, Cappello di Paglia. Non ti concederò mai questo piacere. Io muoio, ma la tua bella verrà con me.”
In quel momento, un urlo acuto di dolore squarciò l'aria rarefatta sopra il tetto dell'edificio.
“Oh, no... Eruba-chan...” mormorò Nami inorridita.
Rufy strinse i denti, ma non riuscì a impedire che una lacrima gli rigasse il viso. Er... Zoro non sarà ancora sceso... Cosa le hanno fatto?...
Con un urlo di rabbia e di dolore, affondò la lama nel petto del suo avversario, che si lasciò scivolare a terra con un leggero gemito e ancora quell'insopportabile ghigno sul volto. Uno strano fumo si sollevò dalla ferita aperta e sanguinante, ma solo la navigatrice se ne accorse.
“Rufy... Io...” cercò di dire Nami, ma Rufy non la stava ascoltando. La prese per mano e la trascinò giù con sé per le scale, precipitandosi al piano terra.
“Rufy, aspetta! Tu vai, arrivo subito!” si divincolò la rossa, voltandosi e salendo le scale di corsa.
Rufy annuì alla sua schiena e riprese a correre.
Non poteva essere morta. Non poteva essere ferita. Non potevano... Averla toccata. Non era possibile, non quello schifoso grifone che aveva ferito i suoi nakama.
Se Er fosse stata ferita, lui non se lo sarebbe mai perdonato. Aveva promesso a lei, e a Sanji, e a sé stesso, che l'avrebbe protetta con tutte le sue forze. Perchè l'aveva lasciata sola?
L'aveva lasciata in un angolo, a soffrire con lui e per lui. Le aveva fatto patire tutte le sue ferite e quelle dei suoi nakama, senza curarsi di quello che i ragazzi gli avevano consigliato. “Er, Er, ti prego, non morire. Se non muori, ti giurò che me ne andrò da questa isola e non ti farò mai più soffrire a causa mia. Devi stare bene, ti prego, ti prego” continuava a ripetersi mentre correva. Ogni secondo gli sembrava infinito, il tempo era enormemente dilatato dalla paura che gli teneva in pugno il cuore. Si ricordò della nottata in cucina, del suo abbraccio caldo, i suoi capelli lisci e morbidi... Il suo profumo. Ricordò il bacio che le aveva dato appena qualche ora prima e un'altra lacrima gli tagliò dolorosamente il viso. “Er... Se tu non starai bene, il mio sogno sarà macchiato da un enorme rimpianto.” gemette.
E uscì nella luce abbagliante del sole.
Nello spiazzo non c'era nessuno. Vide Chopper e Usopp, lontani, ancora svenuti. Corse verso di loro.
“Ragazzi! Sveglia, sveglia! State bene?”
“R-rufy...” singhiozzò Chopper aprendo un occhietto. “Dov'è Eruba-chan?”
“N-non lo so! Dove era prima! Sta bene?” si agitò ancora di più Rufy.
“Non lo so, Capitano, mi dispiace... Mi dispiace tanto... Non sono riuscito a...” piangeva il piccolo.
“No, no, è stata tutta colpa mia. Vi ho lasciati qui da soli contro un mostro... Sono stato un pessimo Capitano... Voi due state bene?”
“Mi riprenderò... Ora devi cercare Eruba-chan, vai subito... Ci penso io a Usopp!” assicurò Chopper. “Corri!”
“Si!” ringhiò Rufy rialzandosi.
Si guardò intornò. Dietro ad un edificio rosa e verde gli parve di vedere un movimento fulmineo nel cielo, e riprese istintivamente a correre verso quella direzione.
Svoltò l'angolo, e quello che vide lo lasciò senza parole.

  
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