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Autore: Silvie_Marie    09/05/2014    0 recensioni
Segreti...
Una dinastia molto potente in grado di distruggere i vampiri e i licantropi...
Una sola specie sopravviverà...
Un giorno, la sedicenne Aria si trova davanti a una verità scomoda. La sua stirpe è la più potente. Solo lei è in grado di far sopravvivere i vampiri… e se lei fosse la chiave per un mondo di ombre?
Riuscirà Aria a vincere le proprie paure e a salvare la Terra?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DECIMO
 
 
«Okay, che la cosa resti tra noi, chiaro?» disse Duke sconvolto più di loro. Jason e Aria fecero un cenno abbassando la testa imbarazzati.
Aria si chiese perché avesse fatto una cosa simile…
Era a dir poco folle anche perché non aveva mai avuto intenzione di baciare Jason, visto che lo considerava come un fratello dolce e protettivo e…..
Pensò che potesse essere stata colpa dei poteri che le facevano fare cose che lei non avrebbe mai fatto, ma sapeva che questo pensiero era una scusa perché….
Invasa da questi pensieri, prese in fretta la borsa e andò vicino alla porta senza guardare Duke e Jason.
Duke la guardò con la fronte corrucciata. «Dove vuoi andare?»
«Emm.. devo andare da Ian. E’ da un po’ che non lo vedo!» rispose la strega mordendosi un labbro.
«Okay, però stai attenta ai tuoi  occhi gialli… “Pieni di vendetta”!» le raccomandò Duke con un sorriso.
Lei fece un cenno con la testa, aprì la porta con la mano tremante,  la chiuse dietro di sé e poi fece un bel respiro profondo.
Quella mattina  aveva chiamato Ian  e avevano deciso di incontrarsi alle quattro nel parco più vicino alla Ground High, il Ritort Park.
Era il parco più frequentato dagli studenti di New Orleans,  perché era un luogo tranquillo per incontrare gli amici o per studiare ma anche perché si poteva trovare una pizza eccezionale.
Lei adorava studiare lì in compagnia di Ian.
 Sicuramente era il posto migliore per non pensare alla maledizione e a quello che aveva combinato.
Quando arrivò al parco correndo e con il fiato corto, trovò seduto ad aspettarla Ian, immerso nella lettura di un libro che teneva tra le sue piccole mani. Aria riuscì a distinguere dal blu acceso della copertina un titolo arancione: “La storia delle streghe”.
Perché dovrebbe leggere una cosa del genere?, si chiese Aria.
 Dopo aver passato un roseto pieno di una varietà di rose rosse, rosa e gialle, che davano un’atmosfera profumata e dolce al parco,  finalmente Aria si sedette.
Ian in un primo momento non si accorse della sua presenza, ma quando Aria si parò davanti al suo libro, Ian alzò lo sguardo e guardò il viso illuminato dal sole  e fece un sorriso. «Aria che ti è successo? Al telefono sembravi disperata… Sai che mi hai fatto preoccupare…»
« Mi dispiace averti fatto agitare, ma ho bisogno di un consiglio da amico…»
«Ma certo. Dimmi pure!» esclamò Ian, appoggiando sulla panchina il libro.
«E se avessi fatto un cosa strana…» sussurrò Aria guardandosi intorno e mordendosi le labbra.
«Che tipo di cosa strana?» chiese confuso lui sforzandosi di non sembrare preoccupato.
«E se…. Avessi…. Beh … Baciato… Un… Ragazzo…» rispose lei. Si sentiva imbarazzata e a disagio a parlarne, ma doveva dirlo a qualcuno per sentirsi meglio e chi meglio di un buon amico?.
«Ah. E che ci sarebbe di male in questo?» chiese non capendo la preoccupazione di Aria.
«Beh… E se non fossi stata veramente io a baciarlo… Ma qualcun’altro?...» domandò con voce strozzata.
«Ma non dire sciocchezze, Aria! Certo che eri tu!» ridacchiò Ian.
«Beh non ne sarei tanto sicura..» sussurrò.
Poi per alcuni minuti nessuno dei due parlò e Aria ne approfittò per guardarsi intorno ed esplorare il parco.
Vide dei ragazzi che stavano seduti sulle panchine a leggere, delle ragazze che parlavano vicino alla grande quercia del parco cercando di scovare dei bei ragazzi a cui dare la caccia. Aria sbuffò annoiata, quando notò un ragazzo seduto sulla panchina accanto, che continuava ad osservarla.
Questo le destò alcuni sospetti.
«Ian.. vedi quel ragazzo??  Non ti sembra strano… O che ci stia spiando?» chiese, indicandolo con un movimento appena accennato del capo, senza guardarlo.
«Non mi sembra che ci stia spiando. Comunque sta leggendo un giornale in un parco… Che c’è di male?!» 
Ian ridacchiò. In effetti aveva ragione ma Aria si sentiva piuttosto a disagio e una voce le diceva che c’era qualcosa di strano.
Improvvisamente lo sconosciuto si avvicinò.
Quando Aria incrociò il suo sguardo vide che era Tom.
Le vennero i brividi sulla schiena.
Ma, pensò Aria, non era morto? Perché è qui? Ma soprattutto cosa vuole da me e da Ian?
Lo sconosciuto aveva già raggiunto i due e si presentò con un inchino.
Aria fece una faccia disgustata.
«Ciao. Io sono Tom, piacere di conoscervi. Sono nuovo alla Ground High. Vi ho sentito parlare fuori dalla scuola ieri.
Visto che ho assistito alle mie prime lezioni e che non mi sono sembrate molto interessanti, volevo informarmi sugli orari e sulle attività extrascolastiche che la scuola offre…»
Ian e Aria si guardarono. Aria scosse la testa per far capire a Ian di non dire nulla, ma lui le sorrise e alzò le spalle.
«Beh sono lieto di conoscerti Tom. Io sono Ian e lei è la mia amica Aria! Comunque per le attività extra-scolastiche  puoi scegliere tra il laboratorio di scienze e quello di musica!» rispose.
Aria incrociò le braccia e sbuffò. Doveva assolutamente trovare una scusa per andarsene e portare in salvo Ian da Tom. «Ian dobbiamo andare!» disse prendendogli il braccio e tirandolo così da attirare la sua attenzione.
Quando Ian guardò Aria le chiese confuso.
«Ma che fretta c’è?»
«Ho fretta!! Se mia mamma scopre che  ho fatto tardi…» contestò lei inventandosi una scusa sperando di non insospettire  Tom.
«Ma se sono solo le 4.30!» protestò Ian.
«Aria ha ragione!  Andate, discuteremo un’altra volta!» esclamò Tom con un sorriso.
Aria si alzò di scatto dalla panchina e si portò con sé, il più lontano possibile da Tom, Ian che si fermò di scatto quando furono nella via  che portava alla piazza principale di New Orleans. «Ma insomma!! Mi vuoi spiegare che ti prende in questi ultimi giorni?» ringhiò stufo che lei non gli dicesse quello che stava succedendo.
«Ian.. E’ complicato…» erano le uniche parole che potesse dirgli sulla storia che negli ultimi giorni la stava coinvolgendo.
«Sì ho capito… Per te è tutto difficile…» sospirò lui riprendendo a camminare più velocemente lasciandola  sola, finché non scomparve dietro l’angolo che lo avrebbe portato al piazzale.
«Aspettami!» gridò Aria correndo velocemente  e svoltando l’angolo.
 Non vide Ian, ma Tom che le stava sorridendo col suo ghigno orribile.
Lui le prese il braccio molto rapidamente e le ringhiò in un orecchio. «Allora streghetta, ora vieni con me che tu lo voglia o no!»
Aria tentò di liberarsi, ma fu inutile. La presa era troppo forte.
Lui incominciò a camminare e Aria fu costretta a seguirlo.
«Perché mi vuoi? Visto che anche tu sei vampiro, se mi uccidi anche tu morirai!» domandò la strega confusa.
«Dolcezza, io sono un ibrido ed essendo mezzo vampiro e mezza fata, posso ucciderti e non morirò. Comunque non è quello il mio scopo!» replicò Tom cercando un vicolo isolato per evitare la massa di gente nella piazza.
«Allora qual’è il tuo scopo?» chiese un’altra volta Aria continuando a camminare.
Giunti nel vicolo isolato, scorto pochi minuti prima da Tom, lui la spinse contro il muro e le ringhiò con rabbia.
«Senti, le ragioni per cui ho bisogno di te non ti riguardano… quindi continua a camminare se non vuoi che ti uccida seduta stante!»
Aria annuì e ripresero a camminare.
 Improvvisamente  riuscì a liberarsi con un morso alla mano dell’ibrido e a spingerlo in una pozza d’acqua, Tom rimase immobile, sorpreso per la forza di Aria e quei secondi le bastarono per fare l'incantesimo.
Ad Aria comparvero come un fulmine gli occhi gialli e fece infiammare il corpo di Tom.
Mentre l’ibrido urlava di dolore e le fiamme diventarono sempre più alte, Aria si diresse, nuovamente verso il parco. Trovò ancora Ian seduto a leggere.
Aria gli corse incontro e gli gridò terrorizzata. «Ian ho bisogno di aiuto… Qualcuno mi segue!»
Ian sentì l’urlo dell’amica e chiuse un’altra volta il libro, ma quando vide gli occhi gialli di Aria, invece dei soliti occhi marroni, era sconvolto. «Aria, perché hai quegli occhi?» chiese allontanandosi da lei.
«E’ una lunga storia. Comunque sono sempre io… Mi devi aiutare prima che….» cercò di spiegare Aria, ma fu sorpresa da Tom, che le riuscì ad afferrarle il collo nel tentativo di fermarla. Aria era immobilizzata e aveva la paura negli occhi gialli. Ian rimase immobile, sconvolto.
«Sai che cos'è Aria, vero?» chiese malizioso e divertito Tom rivolgendo lo sguardo all'amico, mentre stringeva la presa al collo di Aria.  La strega incominciò  ad agitarsi per cercare aria che non riuscì a trovare.
«Lasciala  immediatamente, chiunque tu sia!» esclamò Ian. Mentre Aria lottava per respirare si accorse che Tom aveva pugnalato nel petto  Ian e che il suo amico era morente sull'erba fresca e soffice del parco con lo sguardo terrorizzato.
Quando Aria stava per perdere i sensi,  sentì che la stretta di Tom si allentò. Ormai senza forze e sconvolta per  la morte di Ian disse:
 
«Va bene Tom. Verrò con te!»  E mentre le lacrime  le rigavano il viso giurò che avrebbe vendicato il suo amico.
Tom mollò la presa e le lasciò libero il collo e poi esclamò soddisfatto. «Ottima scelta!»
   
 
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