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Autore: Mudie    11/05/2014    1 recensioni
Una raccolta di Flash/One shot che parla delle sconfitte che i nostri amati personaggi hanno subito. Queste però non vengono prese a malincuore, non fanno bruciare i loro cuori di dolore. Queste fic hanno lo scopo di raccontare le loro disfatte sotto un lato più dolce. I protagonisti, grazie a se stessi o ad altre persone, riusciranno a farsi forza e ad essere orgogliosi del loro impegno.
(Characters presi dall'anime, da Pokémon the Origin, dai videogiochi).
#1 Brock: Il sorriso a colui che possiede il fuoco negli occhi.
#2 Champions: Diversi corpi per un unico pensiero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Note dell'Autrice: Tutti i personaggi provengono dal videogioco (Blu, Rocco) o dall'anime o un misto di entrambi (Camilla, Nardo). Dopo due mesi che non aggiorno, eccomi qui! Ho voluto mettere insieme un po' i pensieri dei Campioni durante l'ultima battaglia, analizzandoli uno per uno. Non ho incluso il Campione di Kalos, perché non ho giocato ad X o Y e non ho messo neanche Iris perché, essendo la campionessa di una continuazione di Bianco/Nero, mi sono voluta fermare solo a quello iniziale della regione (Adriano - vedi le ragioni di Iris). Altre piccole notine:
Blu: Piccola citazione alla leggenda del suo Raticate morto.
Lance: Pensieri incentrati su alcuni lievi accenni di DragonShipping, dedicati ad un'autrice che stimo molto: Akemi_Kaires.



Diversi corpi per un unico pensiero


Blu era finalmente riuscito a tenere testa al suo avversario. Dopo innumerevoli sforzi, stava mandando KO i Pokémon del rivale, uno dopo l'altro. Ricordava alla perfezione le continue sconfitte da parte di quel ragazzo, non una volta era riuscito a guadagnare la vittoria. Ora però era arrivato il tempo della rivincita, non voleva più provare quell'amarezza che lo aveva caratterizzato in ogni battaglia. Anzi, voleva sentirsi libero, voleva provare gioia... Sbarrò gli occhi, accorgendosi di stare già provando quelle emozioni e di quanto fosse felice di trovarsi in quel posto. Era finalmente divenuto il Campione di Kanto, aveva scalato la vetta e aveva dimostrato a suo nonno di essere degno della sua stima. Ora era intenzionato a tenersi quello status, non avrebbe permesso a nessuno di distruggere i suoi sogni di gloria. Voleva essere finalmente superiore e quella era l'ora di dimostrarlo, ma non al mondo, bensì ai suoi compagni. Voleva dimostrare che tutti gli sforzi che avevano fatto insieme non si rivelassero vani. Volse lo sguardo verso le sue fidate Pokéball, sibilando un grazie proveniente dal cuore, tenendosi stretto al cuore quel ricordo di un Pokémon che, oramai, non era più lì con lui.
A prescindere dall'esito, Raticate, questa battaglia la dedico a te.

Estrasse una Pokéball dalla sua cinta, sorridendo beffardamente.
Era l'ultimo Pokémon rimasto in salute e quella era l'ultima possibilità di mantenere il proprio titolo di Campione. Una categoria a cui non era molto affezionato, in verità non gli era mai interessato possederlo. Il viaggio in sé e la voglia di mettere il proprio spirito sotto esame erano lo scopo ultimo per cui aveva intrapreso quell'avventura, allontanandosi sempre più dal suo paese natale. Aveva sacrificato anima e corpo, rinunciando varie volte al suo desiderio di restare ad Ebanopoli con la cugina. Anche se i suoi occhi erano sempre stati costantemente puntati sull'arrivo di quel faticoso cammino, ogni tanto alcuni ricordi amari invadevano la sua mente. Momenti nostalgici di pura felicità, mescolati ad istanti che avrebbe voluto ripetere con quella ragazza dall'animo orgoglioso, inondavano i suoi pensieri ogni volta che Lance riguardava qualche vecchia foto. Oramai era storia passata, adesso stava scrivendo il proprio futuro.
Ricacciò dentro questi sentimenti contrastanti e diede uno sguardo a quel ragazzo dall'aria sicura di sé.

Questo era solo l'inizio, ora il momento di fare sul serio è appena cominciato.
Rocco chiuse gli occhi, immaginando di volare con il suo Skarmory verso la sua grotta preferita, poco dopo Brunifoglia. Al di là delle Cascate Meteora, sperduto nei meandri più profondi di quell'antro - dove Pokémon di alto livello riposavano tranquilli, cullati dal rumore delle acque delle piccole sorgenti - vi era il suo “luogo felice”. Adorava passare i suoi giorni là dentro alla ricerca di metalli preziosi, credeva che ogni roccia potesse possedere una storia unica nel suo genere e che bastasse una semplice picconata per rivelarla. La sua dimora, per l'appunto, era piena di racconti sotto forma di pietre dai colori più sgargianti, custoditi con cura sotto teche di vetro. Sorrise al pensiero della grotta di Ceneride, la sua prima vera esplorazione, dove scoprì numerosi segreti riguardanti Groudon e Kyogre. Teneva gelosamente per sé tutte le ricerche che aveva condotto in quel posto, immerso tra i fumi e i vapori asfissianti. Erano tutti i suoi tesori più preziosi.
Li riaprì e squadrò la sua avversaria. Anche lei possedeva quella curiosità che caratterizzava il suo stesso animo, per questo si sentì onorato di poter combattere contro quella ragazzina.

La regina di Sinnoh era in difficoltà. Indietreggiò di qualche passo, mentre Spiritomb venne mandato KO dall'Empoleon avversario. Non era turbata, al contrario era esaltata da quell'incontro. Il suo fare distaccato piano piano si era sciolto e l'entusiasmo aveva preso possesso del suo corpo. La sua avversaria le ricordava se stessa qualche anno prima, quando ancora era a Memoride immersa nelle analisi riguardanti le creature mitologiche della sua regione. In lotta contro il destino per raggiungere quello che tanto agognava. Quando era piccolina, era rimasta affascinata dall’antica storia che l’anziana della cittadina le raccontava ogni ogni volta che le era possibile. D’altro canto, anche le influenze da parte della nonna avevano giocato un ruolo fondamentale nella sua scelta di studi. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe riuscita a diventare una ricercatrice di tale livello, coronando il suo sogno di poter lavorare nel più famoso centro di ricerca di tutta Sinnoh. Ora era lì, in veste di Campionessa, non poteva desiderare niente di meglio. I suoi obiettivi erano stati realizzati e tutto quello che sarebbe accaduto di lì a poco, avrebbe portato solo altra gioia a quella che stava già provando.
Mandò in campo il suo Garchomp, sorridendo con aria di sfida.

Quanto aveva viaggiato da giovane? Non sapeva dirlo, non riusciva neanche a darsi un'idea della moltitudine di terre in cui era stato. Ricordò che in più di un’occasione si era perso per qualche deserto o passo montuoso, eppure non si era mai scoraggiato. Aveva conosciuto migliaia di persone, le quali erano rimaste colpite dal suo spirito fanciullesco e dal viso sempre sorridente. Però non perse mai di vista il suo vero obiettivo: in ogni angolo della regione voleva trovare Allenatori degni di tale categoria. Sfortunatamente quasi nessuno era neanche in grado di intimorire almeno un poco la sua squadra. Capitò più volte che alla fine di una lotta si fosse addormentato talmente era rimasto deluso o annoiato, ma non era quello il momento.
Si sedette per terra, appoggiando il viso tra le mani. Iniziò ad osservare con aria sognatrice l'immenso campo lotta, ridacchiando un pochino per il ragazzino alle prese con il suo amato Bouffalant. Ne erano passati di anni dall'ultima volta che qualcuno lo aveva messo alle strette, ma non ne era affatto preoccupato, poiché in fondo al suo cuore era terribilmente contento che qualcuno gli stesse tenendo testa.


“E così la lotta è finita...” sospirò Blu, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi, cercando di non mostrare la sua lieve malinconia.
“... sono felice di aver potuto godere di questa lotta...” disse Lance, ritirando il suo Dragonite esausto.
“... è giunto il momento di festeggiare!” esultò Rocco, dandogli una pacca sulla spalla pieno di rispetto.
“Prego, entra con i tuoi compagni in questa stanza, culla dei sogni di ogni Allenatore!” esclamò Camilla, facendosi da parte per mostrare l'entrata di quell'agognato salone.
“Benvenuti, nella Sala d'Onore.” proferì Nardo, aprendo le braccia.
Le luci si illuminarono, rivelando la vera bellezza di quella camera dipinta interamente d'oro.
Proseguirono verso l'enorme computer posto al fondo, mentre il neo Campione si voltava ogni secondo verso una direzione differente, stupito della magnificenza che regnava in quel posto. Poggiò i suoi compagni nel box, accarezzando lievemente ciascuna Pokéball.
Di lì in poi la fine divenne il nuovo inizio.


I Campioni vanno e vengono, perdono e vincono, piangono e festeggiano. Sono partiti come questo protagonista: pieni di sogni, con la voglia di dimostrare a se stessi o qualcuno chi fossero. Il loro viaggio ha influenzato il loro essere e ricordano il loro passato con nostalgia, ma hanno memoria anche di quanto siano maturati, superando momenti belli e brutti. Senza titubanze, senza alcun rimpianto, provano orgoglio per il loro operato, anche se hanno subito una sconfitta. Si rialzano in piedi, guardano verso il cielo e partono di nuovo alla volta di una nuova avventura al fine di ridiventare chi erano. C'è un punto in comune in tutti loro: perdere è il sinonimo di una nuova sfida, il significato di passare il loro titolo ad un'altra persona , l'obbligo di ripartire da capo e l'obbiettivo di migliorare, dando il meglio di loro stessi. Questa per loro non è una conclusione triste, tutt'altro, perché per loro le sconfitte non sono poi così amare.  

   
 
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