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Autore: Knuckster    11/05/2014    7 recensioni
Evento Argus. Il fenomeno che ha sradicato dal suolo di Mobius un'intera civilizzazione, che ha intrappolato il Clan di Nocturnus nei meandri di Twilight Cage, che ha sconvolto il mondo come lo si conosceva in maniera del tutto imprevista. Ma è davvero solo questo? Sonic the Hedgehog e i suoi compagni, per la prima volta, si ritrovano ad affrontare forze universali ed eterne molto più grandi di loro. Un gruppo di membri eletti di un pericoloso Cenacolo sta preparando il terreno per l'arrivo della misteriosa entità Argus... ed una cosa è sicura: dopo il suo avvento, nulla sarà più come prima.
Sonic e il suo gruppo hanno davvero quello che ci vuole per fermare questa nuova immortale minaccia?
01/03/2019 - STORIA COMPLETATA. A partire da adesso, ci sarà una revisione completa, capitolo per capitolo, con correzioni al contenuto e al layout, riassunte volta per volta in note a piè pagina. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito questa storia gigantesca per tutti questi cinque anni!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sonic the Hedgehog: A Blue Bolt Saga'
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002) Battesimo di fuoco
NOTE DELL'AUTORE:
Vi do il benvenuto nel mio nuovo racconto dedicato al mondo di Sonic the Hedgehog.
Ho deciso di scrivere queste poche righe introduttive per chi, tra voi lettori, abbia avuto l'occasione di imbattersi, qui su EFP, nel mio precedente lavoro "Sonic the Hedgehog: Full Speed Ahead".
Originariamente, Full Speed Ahead sarebbe dovuto continuare anche dopo il termine della sua ultima saga, ma, a causa di varie vicissitudini a livello personale, sono stato costretto ad abbandonare il progetto per diverso tempo e a tornare solo per concluderlo.
Adesso sono qui a pubblicare un nuovo progetto narrativo, anche se, in realtà, non è del tutto nuovo. Infatti, tutte le idee che intendevo impiegare per Full Speed Ahead vedranno compimento in questa nuova serie, con l'unica differenza che saranno applicate in un contesto diverso. Possiamo chiamarlo un "reboot", ma solo per quanto riguarda i miei precedenti lavori. Questa storia è ambientata nella continuity ufficiale dei videogames SEGA di Sonic the Hedgehog, ma tutto ciò che è accaduto nelle saghe di Full Speed Ahead verrà totalmente riscritto, quindi non è mai effettivamente accaduto.
Ciò non toglie, però, che tutti i personaggi apparsi in quelle saghe ritorneranno anche qui, alcuni con una nuova backstory, altri con un look un po' diverso e altri assolutamente immutati.
Altra sostanziale differenza, riguarda la lunghezza dei capitoli pubblicati, notevolmente ridotta rispetto a quelli dei miei precedenti lavori cosa che, probabilmente, ha spesso scoraggiato i lettori a proseguire.
Detto questo, vi lascio alla lettura di questa mia nuova "avventura" narrativa, sperando che vi possa divertire e emozionare e sperando anche che vogliate lasciarmi un parere nelle recensioni.
Buona lettura a tutti!

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Chiamata alle armi (Parte I)

Battesimo di fuoco


    Capita tutte le volte in cui si abbandona il torpore del sonno e ci si comincia a risvegliare alle prime luci del mattino. Ci si ritrova in quella strana zona, a metà tra il sogno e la veglia, dove non si riesce bene a capire se quello che si è vissuto rientra nella definizione di reale oppure sia qualcosa di evanescente e fugace, come il fumo, difficile da trattenere, come l’acqua tra le mani.

    Fino a poco prima, il riccio blu noto ai più come Sonic avrebbe giurato di stare correndo in uno scenario ammantato di nero, ansioso di raggiungere una fonte di luce che gli si stagliava di fronte ad una distanza che non avrebbe saputo definire. C’erano diverse figure che i suoi occhi avevano incontrato durante la corsa, figure di amici, ombre di vecchi nemici, sagome appartenenti ad una storia ben nota soltanto a lui.

     Eppure, nel momento in cui le sue pupille erano riuscite ad abituarsi alla luce del sole, si ritrovò in un luogo ben più familiare e accogliente. L’aria salmastra della spiaggia gli pizzicò gentilmente le narici ed entrò di prepotenza nei suoi polmoni approfittando del suo lungo e sonnolento sbadiglio. E fu quando si raddrizzò con la schiena per stirare i muscoli delle braccia, lo stesso momento in cui si ricordò di aver trascorso la notte sulla spiaggia, steso all’ombra della sua palma preferita, che realizzò anche di aver fatto semplicemente uno strano sogno.

    La sua mente non si era soffermata mai per più di una manciata di secondi su un solo pensiero e, di certo, non avrebbe cominciato in quel momento e per quel motivo. Buffo, comunque, che gli era capitato di sognare così tanti particolari e tante figure protagoniste delle sue passate avventure. Quella creatura composta d’acqua era senza dubbio Perfect Chaos, come quella sottospecie di dinosauro metallico era senz’altro Metal Sonic, ai tempi in cui era alle prese con le sue manie di grandezza. Ma anche se Sonic avesse voluto soffermarsi sul suo sogno, gli sarebbe risultato molto difficile aggrapparsi a delle immagini che stavano rapidamente sfuggendo alla sua memoria.

    Si chiese che importanza avesse, in fondo, quando poteva godersi appieno la libertà di una vita senza regole e senza preoccupazioni di sorta. Gli bastò dare un’occhiata al mare, che quella mattina era particolarmente cristallino, per apprezzare tutti i vantaggi del suo stile di vita spensierato; uno stile di vita che non avrebbe barattato per nulla al mondo, dato che per lui non aveva prezzo.

    Non appena Sonic capì di essersi totalmente svegliato, scattò in piedi con un veloce balzo e, senza neanche attendere un solo secondo, sfrecciò in avanti a tutta velocità lasciandosi una coltre sabbiosa alle spalle. Non sapeva dove sarebbe andato, non aveva idea di cosa fare, ma sapeva che si sarebbe fermato solo quando ne avesse avuto voglia. O almeno questo era ciò che era solito fare ogni mattina. Purtroppo per i suoi piani, il caso volle che, all’inizio di quella particolare giornata, qualcosa lo esortasse a fermarsi senza che lo avesse progettato.

    Mentre stava correndo, avrebbe potuto giurare di aver sentito una chiamata di aiuto provenire dalla sua sinistra. A causa della velocità a cui stava andando, era stato impossibile capire con precisione se c’era davvero un’emergenza o se, semplicemente, la sua mente ancora intorpidita dal sonno gli stesse giocando un brutto tiro. Certo, avrebbe potuto ignorare l’accaduto e andare avanti, ma qualcosa dentro di lui gli suggerì che sarebbe stato il caso di fermarsi. Era quello stesso qualcosa che, in tanti anni, gli aveva sempre suggerito di buttarsi a testa alta nel pericolo per aiutare chi più ne aveva bisogno. Quello stesso qualcosa che gli aveva fatto incrociare la strada del dottor Eggman, volta dopo volta. Un qualcosa che non si era mai soffermato a definire, ma che faceva parte integrante di lui e che, sapeva perfettamente, non avrebbe mai rinnegato.

    Fu sufficiente una brusca frenata e un’inversione di marcia per raggiungere nell’arco di un attimo la zona da cui gli era sembrato di sentire il grido di aiuto. Sul bagnasciuga, a pochi centimetri di distanza da dove cominciava il mare, c’era una lepre femmina che aveva tutta l’aria di essere in preda al panico. Continuava a portarsi istintivamente le mani alla testa e la sua voce rotta dalla paura ripeteva la parola “aiuto”, un momento in un mezzo soffio e in un altro con uno strillo acuto.

    - Ehi! Che sta succedendo? - domandò istintivamente Sonic, avvicinandosi alla signora.

    La lepre, sentendo la voce alle sue spalle, si voltò di scatto e lo guardò con aria sconvolta e con gli occhi gonfi di lacrime. Si precipitò da Sonic e lo prese per le spalle, troppo fuori di sé per accorgersi di starlo scuotendo energicamente.

    - La prego, mi aiuti! - esclamò ad alta voce - I miei bambini… sono al largo e la loro barca ha qualcosa che non va! Sta colando a picco e loro non sanno nuotare in acque così alte! -

    Un po’ stordito dagli scossoni che la signora agitata gli stava dando, Sonic riuscì comunque ad aguzzare lo sguardo e ad individuare una piccola barca in legno in lontananza. Era facile capire che c’era qualcosa che non andava, dato che oscillava in maniera sinistra e più della metà dello scafo era sommerso. A bordo, due piccole figure stavano agitando le braccia per richiamare l’attenzione.

    - Hanno bisogno di aiuto, la prego! - ripeté la lepre, con la voce rotta dal pianto.

    - Lasci fare a me! - replicò Sonic, sicuro di sé.

    Si avvicinò rapidamente al bagnasciuga, ma, non appena le sue scarpe toccarono l’acqua, si fermò di colpo come se qualcuno lo avesse congelato. Si era completamente dimenticato che neanche lui sapeva nuotare e la sola idea di tuffarsi in mare gli faceva tremare le ginocchia. Guardò ancora in lontananza e vide che la poppa della barchetta cominciava a sollevarsi pericolosamente. Non restava molto tempo prima che anche i suoi due occupanti finissero in acqua.

    - Faccia qualcosa! - lo esortò nuovamente la signora, al limite della disperazione.

    E fu in quel momento che Sonic pensò che, forse, c’era una soluzione migliore. Si accovacciò per un istante sulla spiaggia e, alla stregua di un centometrista, fece un fulmineo scatto in corsa. La sua velocità fu così elevata ed impressionante da permettergli di correre a pelo d’acqua, di raggiungere i due leprotti spaventati, prenderli entrambi di peso e tornare indietro in un lampo. Quei pochi istanti in cui Sonic aveva rallentato per trarre in salvo i bambini, però, furono sufficienti perché cominciasse a bagnarsi le scarpe. I suoi riflessi rapidi e il suo sangue freddo gli suggerirono di spiccare un lungo salto in avanti, prima di affondare, e di piombare a piedi uniti al sicuro sulla sabbia.

    I due leprotti corsero ad abbracciare la loro madre, mentre Sonic si asciugava il sudore dalla fronte e aspettava che il suo battito cardiaco adrenalinico rallentasse.

    - Non so davvero come ringraziarla! - disse la signora, emozionata, dopo aver stretto forte a sé entrambi i suoi figli - Gli avevo detto di non andare troppo lontano con quella barca malconcia. Non c’era nessuno qui in spiaggia che mi potesse aiutare e non sapevo davvero cosa fare -

    Sonic si chiese perché avesse permesso loro di farsi un giro in mare, pur sapendo che non erano in grado di nuotare, ma si limitò a sorridere educatamente.

    - Fortuna che sono capitato da queste parti allora! -

    - Io lo so chi sei! - esclamò uno dei due bambini, tutto emozionato, puntandogli contro il dito e rimanendo a bocca aperta.

    Sonic gonfiò il petto, tutto orgoglioso del fatto che, ancora una volta, la sua reputazione lo stesse precedendo.

    - Sei Sanic, il porcospino positronico! -

    Sonic avvertì l’orgoglio esplodergli dritto in faccia come un petardo. C’erano così tante cose sbagliate in quell’affermazione che non sapeva neanche da dove cominciare per sfatarle.

     L’altro leprotto diede una gomitata a suo fratello, con un’aria indispettita in volto.

     - Lo vedi che non ti ricordi mai niente? - lo rimproverò - È Cinos, l’istrice creato nel laboratorio super-segreto del dottor Eggman! -

     - Quello nel vulcano sottomarino? -

     - Sì, ma quello nello spazio -

     Mentre Sonic tentava di recuperare mentalmente i pezzetti del suo ego andato in frantumi, specialmente al pensiero che il nome di Eggman erano riusciti ad azzeccarlo, la madre dei due piccoli si lasciò andare ad un verso di profondo stupore.

     - Non sapevo che lei fosse una celebrità! - esclamò.

     “Sì, signora”, pensò Sonic, in quel frangente “Ha presente quel tale che ha salvato il mondo più e più volte da ogni genere di assurdità, che non è un porcospino, né tanto meno un istrice? Ecco, quello sono io!”

     Nonostante tutto, il riccio blu mise a tacere la parte più vanagloriosa di sé e si abbandonò ad un sorriso semi-divertito.

     - Le storie che si sentono in giro esagerano spesso i fatti - commentò, in tono modesto - E voi due, la prossima volta cercate di stare più attenti e di dare retta a vostra madre, afferrato? -

    I due si limitarono ad annuire con un breve cenno del capo, prima di cominciare a sparare a raffica ogni tipo di astrusa domanda che veniva loro in mente.

     - Ehi, signore, è vero che una volta hai affrontato un idraulico baffuto che voleva mangiare tutti i funghi del mondo? -

     - Sei anche capace di volare? -

     - L’idraulico era il cugino cattivo del dottor Eggman? -

    Prima che potessero chiedere qualche altra follia, Sonic decise di togliere le tende e di allontanarsi in corsa, non prima di aver fatto un breve saluto con la mano.


    Un familiare senso di soddisfazione formicolava nel petto di Sonic, il quale, dopo il riuscito salvataggio di quella mattina, aveva deciso di risalire la spiaggia e raggiungere Emerald Town. Quando non aveva di meglio da fare, era solito andare a bighellonare da quelle parti, alcune volte speranzoso di imbattersi nel suo amico di sempre, Tails. Il riccio blu, ogni volta che si incontravano, gli faceva credere di essere appositamente andato a cercarlo, ma era sicuro che il volpino lo conoscesse abbastanza bene da sapere che non era vero. Sapeva che la natura di Sonic era irrimediabilmente libera e priva dei vincoli più sottili, come ad esempio la cortesia di fare visita ad un amico solo e soltanto per fargli piacere.

    Non avrebbe proprio potuto sospettare che i suoi piani sarebbero stati bruscamente interrotti nel momento stesso in cui aveva maturato questa decisione. Proprio sulla sua traiettoria di corsa, piombò pesantemente sulla sabbia una sagoma scura non meglio definita. Alla velocità alla quale stava andando, Sonic non ebbe tempo per identificare l’ostacolo sul suo percorso, ma i suoi riflessi erano talmente fulminei che non gli ci volle neanche un istante per virare a sinistra ed evitare la collisione.

    Quando, poi, si voltò per soddisfare la curiosità di sapere contro cosa si fosse quasi scontrato, sollevò le sopracciglia in un segnale di istintiva sorpresa. C’era un tale poco più alto di lui che, in quel momento, gli stava dando le spalle. Sonic dedusse che era saltato volutamente davanti a lui per bloccargli la strada, anche perché non si era ancora mosso ed era ritto e rigido come una statua. Ciò che, però, di bizzarro il riccio blu aveva subito notato era l’armatura nera bordata di rosso che il figuro indossava. Una fluente coda dal pelo marrone sventolava piano dietro di lui.

    Passò solo qualche secondo prima che lo sconosciuto si voltasse per fronteggiare Sonic. Indossava un lucido elmo che gli lasciava scoperti solo gli occhi vivacemente azzurri e le orecchie canine puntute.

    - I tuoi riflessi sono ancora più rapidi di quanto potessi immaginare - proferì l’estraneo.

    Anche se la sua voce era soffocata dall’elmo, si capiva facilmente che aveva un timbro grave e, in qualche modo, autoritario.

    - Ti sei fatto quasi investire per vedere quanto fossi veloce? - ribatté Sonic, ancora incerto se essere o no guardingo.

    - Certe cose si possono capire solo attraverso la pratica, come ben saprai - continuò lui, con una tranquillità impropria alla situazione - A proposito, il mio nome è Drake! -

    I modi gentili dello sconosciuto riuscirono a mettere leggermente Sonic a proprio agio, tanto che abbassò la guardia e pensò di rispondere alla cortesia del suo interlocutore, presentandosi a sua volta.

    - Io sono Sonic! Sonic the… -

    - Non ti disturbare, so già chi sei. E come potrei non saperlo? - intervenne Drake, questa volta in tono più fermo e meno cordiale - Si è parlato molto di te in questi anni. Sei un tipo di persona che non si sforza certo di passare inosservata. Quel tipo di persona che si getta a capofitto in ogni pericolo. O che non esita ad aiutare un paio di bambini spaventati, se ce n’è bisogno -

     - Ah, meno male - commentò Sonic, sollevato - Allora in giro non circolano soltanto assurdità su di me di questi tempi -

    Poi, si interruppe di colpo. Era rimasto colpito dalle ultime parole che il suo interlocutore aveva pronunciato e, sebbene spesso non brillasse per intuito, non gli ci volle molto per capire quale fosse il messaggio tra le righe.

    - E tu scommetto che sei quel tipo di persona che non si fa scrupoli a sabotare la barca di due bambini per metterli in pericolo, ho visto giusto? -

    Drake rise piano, evidentemente divertito dalla conversazione.

    - E io che pensavo che fosse il tuo amico Tails il cervello della squadra! Ti stai rivelando più sorprendente del previsto, Sonic the Hedgehog! -

    Sonic, però, non riusciva a trarre divertimento quanto Drake da ciò che stava accadendo. Sapere che non smentiva di aver volutamente messo in pericolo quei bambini e, soprattutto, che sembrava conoscere molte cose su di lui non poteva che metterlo in allarme.

    - Hai intenzione di fondare un Fan Club su di me o cosa? - chiese Sonic, sarcastico, ma per niente scherzoso - Perché se è così, non accettiamo di buon grado i vigliacchi che se la prendono con i bambini! -

    - Vigliacco, eh? - ripeté Drake, calmo, ma con una punta di risentimento nella voce - Se solo sapessi quanto sei in errore -

    Dopodiché, cinse con la mano destra il polso sinistro e si sfilò uno dei guanti di ferro della sua armatura, gettandolo sulla sabbia.

    - Hai intenzione di dirmi che cosa vuoi da me? - incalzò Sonic, palesemente irritato - Perché finora ho solo l’impressione che tu ti diverta a farmi perdere tempo -

    - Tutt’altro, Sonic. Sono qui per raccogliere informazioni su di te e per metterti alla prova - e si tolse l’altro guanto, lasciando scoperte le mani - E devo dire che, fino ad ora, non mi hai deluso. Sei stato pronto ad aiutare quella famiglia in difficoltà. Non ci hai pensato neanche un secondo perché è nella tua natura. Sei rapido, sveglio e sfacciato. Comincio a credere che faresti davvero al caso nostro. Manca soltanto una cosa da verificare -

    - E sarebbe? - domandò Sonic.

    Sui palmi aperti delle mani di Drake si accesero due fiamme vive, che bruciavano incredibilmente senza combustibile e senza scottarlo.

    - Vediamo se sai anche bruciare bene! -

    Lo stupore di Sonic fu quasi subito rimpiazzato da un brivido che gli correva lungo la schiena e che ben conosceva. Era la scarica elettrica del senso di sfida che si risvegliava in lui.

    - Vieni pure qui a scoprirlo! -


NOTE DELL'AUTORE:
Aggiornamento del 05/04/2019
- Aggiunto il titolo “Battesimo di fuoco”.
- Aggiunta la scena umoristica di Sanic e Cinos, per scherzare su due popolari meme dedicati a Sonic.
- Alcune correzioni ortografiche e di forma.
   
 
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