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Autore: SweetNemy    11/05/2014    4 recensioni
Storia Yaoi su HunterxHunter sulle coppie LeorioxKurapika e GonxKillua :3
Vi avviso che non ci sarà solo roba sdolcinata, in quanto i caratteri dei personaggi non verranno toccati, quindi.. continueranno ad offendersi anche in contesti un po'..
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gon Freecss, Killua Zaoldyeck, Kurapika, Leorio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salvee ragazzi.. scusate per l'immenso ritardo, ma il capitolo ripaga perché finalmente Kurapika e Leorio.. capite, no? :P
Comunque è la prima volta che scrivo scene yaoi in piena regola quindi se fa un po' schifo perdonatemi :C 
Spero che nel complesso vi piaccia, anche perché l'umorismo della storia rimane anche in quelle circostanze. 
Alla prossimaaa,
SweetNemy <3


Capitolo 9.  Un pomeriggio d’amore

 
Decisero, ad un certo punto, di staccarsi: Kurapika aveva lo sguardo basso e le gote rosse per l’imbarazzo, mentre Leorio lo guardava divertito.
-Non puoi dire di non amarmi, mentiresti all’apparenza. Guardati. – affermò porgendogli uno specchio.
-Si arrossisce anche in situazioni di forte stress... – cercava di giustificarsi Kurapika.
-Smettila con queste definizioni da enciclopedia. Sei arrossito per l’imbarazzo, perché ti piaccio, ammettilo!–
-Sai, avevo sperato che avessi un po’ di cervello, sono stato stupido solo a pensarci. –
Leorio aggrottò le sopracciglia, poi rispose a tono –Ehi, pivello, senti un po’, sto cercando di essere gentile e di rispettare il tuo tempo di reazione. Devo ammettere che sei davvero lento! –
-Prova a metterti nei miei panni – ribaltò la frittata il biondino – Ti sembra facile accettare di essere innamorato di un uomo? Sono confuso! –
A quel punto, Leorio, con la delicatezza di un elefante con le emorroidi, puntò i piedi per terra e l’indice verso Kurapika e gridò con tutta la voce che aveva nelle corde vocali –L’hai ammesso. L’ha ammesso, gente! – e iniziò a ridere così forte da non reggersi in piedi.
Il Kuruta ripeté più volte il suo nome nella speranza di farlo smettere, ma vedendo che ciò non accadeva, gli lanciò una catena e lo avvolse con essa, sbattendolo contro il muro.
Tuttavia, ciò non impedì a Leorio di smettere, quindi Kurapika fu costretto a dargli un sonoro pugno sulla testa.
-Certo che sei un completo idiota! Smettila di ridere, mi stai infastidendo! –
-Le catene... non ti facevo tanto intraprendente, Kurapika. –
-Cosa diavolo hai capito, pervertito! –
-Scioglimi, ti prometto che la smetto di ridere. –
Il biondino volle fidarsi, e liberò Leorio delle ferree catene, ritirandole nella manica. Quando l’estremità dell’oggetto si trovò a poca distanza dall’incatenato, egli l’afferrò e lo tirò con forza.
Kurapika si trovò a pochi centimetri dal suo amico, le mani del secondo sui fianchi del primo incapace di agire o reagire. Tutto scorreva lento, il tempo sembrava essersi fermato e il vento aveva smesso di soffiare, nessun rumore accarezzava i loro timpani, neanche un flebile respiro, che sembrava mozzato, neanche un battito dal cuore, che sembrava arrestato.
Gli occhi neri di Leorio si rispecchiavano in quelli azzurri e grandi di Kurapika: tutti e quattro brillavano, come se colpiti da un raggio di sole. Le bocche riposate non esprimevano alcuna emozione, ma quegli occhi parlavano da sé e sorridevano da soli, gli uni contro gli altri.
Leorio spezzò quell’atmosfera avvicinandosi all’altro: con la mano destra gli accarezzava il viso, con la sinistra lo teneva stretto a lui; con una serietà non tipica di lui lo ammirava a mezzo decimetro di distanza. Tutto sembrava improvvisamente più caldo e l’aria pareva fosse diventata più densa. Respirare sembrava sempre più difficile, fin quando il contatto tra le loro bocche lo rese vivamente impossibile.
Quel bacio non fu come il precedente, no! Non era stato preso con l’inganno, non era stato dato con la convinzione che sarebbe finita male, non era un semplice bacio: era carico di sentimento, di passione, che non dev’essere intesa come voglia di possesso, Leorio aveva imparato! Ma solo come il desiderio di unire il proprio corpo con quello della persona che si ama.
Quando si staccarono Kurapika prese a guardarlo: quello, tralasciando il sotterfugio di pochi minuti prima, era il suo primo bacio ed era stato bellissimo.
Leorio gli tolse i soliti vestiti identificativi del clan Kuruta, facendo capire al biondo le sue intenzioni. Quest’ultimo però non obbiettò, prese un gran respiro, che nel suo essere una semplice emissione di fiato, portava con sé un grande significato: significava lasciarsi alle spalle il passato e ricominciare a vivere, ma soprattutto, godersi fino in fondo quel momento perché finalmente aveva capito i suoi sentimenti per Leorio.
Mentre prendeva queste importanti decisioni, il moretto l’aveva sollevato e portato in camera da letto, aveva unito i letti e l’aveva lanciato su di essi. L’impatto con il letto freddo fece tornare Kurapika alla realtà.
Non appena capì cosa stesse succedendo, si alzò dal letto e tagliò i vestiti di Leorio con l’ausilio del Nen. Il moretto si ritrovò in mutande...
Il momento romantico fu momentaneamente interrotto.
-Noooooooo! – strillò il moro, prolungando la “o” all’infinito (ed oltre) –Pivello, quelli erano vestiti firmati! Non potevi togliermeli normalmente? –
Kurapika però non lo ascoltava più, gli andò incontro e lo guardò fisso negli occhi, con lo sguardo più dolce del mondo.
Leorio, non voleva ammetterlo, ma non poteva resistere a quello sguardo così puro: non ci mise molto a baciarlo di nuovo togliendogli i vestiti di dosso.
Il biondo gli accarezzava i pettorali con i polpastrelli delle dita, mentre le loro lingue danzavano serenamente; poi scese sugli addominali facendo sussultare Leorio. Quest’ultimo allora gli strinse le natiche, avvicinandolo a sé. Kurapika alzò le sopracciglia in segno di resa: Leorio era davvero un pervertito! Ormai il povero biondino aveva ben capito che doveva darsi un gran da fare se voleva dominare.
Leorio lo gettò per l’ennesima volta sul letto e con la grazia di un dinosauro (perdonatemi, cari dinosauri, per l’offesa) che cammina si gettò su di lui fiondando la testa nell’incavo della spalla di Kurapika.
Una persona normale, con un cervello normale, l’avrebbe baciato e accarezzato; ma Leorio non ha mai seguito questi schemi e quindi iniziò a lasciare scie di saliva sul collo del Kuruta.
Dopo diversi secondi, Kurapika si pronunciò –Leorio, mi stai lavando. –
-Taci. – disse, mentre la mano che gli accarezzava un braccio scese fino al boxer, andando, stavolta, a stringere il “davanti”. –Sembri piuttosto eccitato! –
Kurapika, che non voleva di certo restare indietro, fece lo stesso –Beh, anche tu. –
-Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento. Ma adesso basta parlare, passiamo ai fatti. –
Leorio si tolse le mutande, facendo lo stesso a Kurapika.
Quando furono completamente nudi, rimase per un attimo sconcertato, guardava con la coda dell’occhio entrambi i membri e ci fu la demolizione di un mito.
-Ce l’hai più grande di me! – urlò disperato. –Non è possibile! –
Kurapika rideva sonoramente e iniziò a sentirsi fiero di se stesso, stava nascendo in lui una forte autostima e, inoltre, aveva anche un fattore per prendere in giro Leorio.
-In compenso, sono molto più forte! – terminò deciso il discorso, Leorio.
I due ripresero il controllo della situazione e finirono sotto le coperte, Leorio giaceva sopra Kurapika pronto per iniziare la danza dell’amore. Lubrificò l’apertura con la saliva per non fargli troppo male e si spinse dentro di lui. Incominciò muovendosi piano, poi sempre più forte.
Kurapika emetteva piccoli gemiti, controllati, si mordeva le labbra e artigliava le coperte. Tuttavia, non gli bastava tutto ciò. –Questa è la forza di cui parlavi? –
-Pivello, guarda che non è affatto facile, provaci tu, piuttosto! –
Dopo qualche attimo di esitazione per la sorpresa nel ricevere quella proposta, Kurapika accettò e capovolse le posizioni.
Sprofondò, senza preoccuparsi di fargli male, nel sedere di Leorio e quest’ultimo emise un grido tanto acuto e stridulo da essere udito anche da un sordo!
-Kurapika! – strillò ancora, il biondino temeva di aver fatto troppo forte –Continua così, hai raggiunto quasi il mio livello. –
Il Kuruta allora continuò con spinte sempre più potenti e vicine tra loro, e ad un certo punto disse –Mi ‘spiace,  ma credo di averti già superato, caro Leorio. –
Kurapika era diventato un sadico, aveva cacciato fuori un lato di sé forse più pervertito e intraprendente di Leorio, che invece si era dimostrato tutto fumo e niente arrosto.
Dopo qualche minuto i due si scaricarono e caddero accasciati sul letto: erano veramente sfiniti!
-Ehi, Leorio, senti un po’, stai bene? –
-Un po’ ferito nell’orgoglio, ma non potrei stare meglio. Tu sei l’uomo che amo, Kurapika e finalmente sei stato mio. –
Il ragazzo dagli occhi celesti sorrise avvicinandosi a Leorio e si accoccolò tra le sue braccia, chiuse gli occhi e confessò, finalmente, di amarlo davvero.
 
 
Nel frattempo, Gon e Killua facevano strane ipotesi su Leorio e Kurapika.
-Secondo te cosa fanno? – chiese Gon spensieratamente.
-Non lo so, ma c’è un solo modo per scoprirlo. In azione, Gon! – propose Killua.
I due uscirono dalla stanza e si avviarono verso quella dei loro amici, Gon usò l’amo della sua canna da pesca per ruotare la serratura e aprire la porta.
Forse era meglio non entrare nella loro stanza, dato che trovarono Kurapika tra le braccia di Leorio, che dormivano beatamente, e cosa più importante: erano completamente nudi!
  
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