Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: sunflowers_in_summer    12/05/2014    3 recensioni
|Elisa e Will si guardavano negli occhi con astio, marrone scuro contro verdemare.
- Avete litigato? - chiesi cercando di celare la speranza e la gelosia.
- No - rispose fredda Elisa – Vuole che lo perdoni per ciò che ha fatto - Will abbassò lo sguardo, evidentemente soggetto ai poteri di Elisa – Non capisce che sono arrabbiata per ciò che non ha fatto.|
Nati dall'unione di un dio e un semidio, gli Oratori sono incantatori di folle, con poteri simili a quelli di un dio più di quanto si immagini. E sono decisamente pericolosi.
Storia ambientata una decina di anni dopo l'impresa dei Sette.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Rachel Elizabeth Dare
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'Oratrice

CAPITOLO 15 – Dove la cerimonia di Apoteosi non va come previsto.

WILL

Il lato positivo della faccenda era che l’Efesto TV prendeva meravigliosamente negli Inferi.
Al Campo Mezzosangue il figli del fabbro degli dei avevano tentato milioni di volte di boicottare la linea televisiva inventata da loro padre per gli dei e qualche volta eravamo anche riusciti a gustarci le fiction sui semidei più famosi, tra cui la mia preferita, quella su alcuni pirati miei fratellastri.
Ma Efesto intercettava sempre la linea e la tagliava quasi immediatamente, con la scusa che le linee televisive attirano i mostri. Curioso come tutti dessero la colpa del boicottaggio a Nina, che alla fine era sempre quella che si prendeva le peggiori sgridate dal padre.
Ecco, stavo ricordando il Campo, il posto più felice del mondo insieme il tratto di mare su cui ero solito fare surf in California. E invece non sarei mai stato più da nessuna parte.
La telecamera inquadrò gli spalti contenenti tutti gli dei, le Muse e alcuni personaggi minori. E, in un angolino, Ade sedeva accanto a Persefone con Nico che li sorvegliava come un bodyguard.
Mi avevano lasciato lì da solo, tanto non potevo neppure scappare.
Volevano fare diventare la mia Elisa una dea minore. Più facile da controllare di una semidea e obbligatoriamente sottomessa ai dodici Olimpi. La rabbia che provavo era indescrivibile.
Le porte della sala del Consiglio si aprirono e Ermes, svolazzando davanti al grande focolare al centro della sala, e annunciò: - Siamo qui riuniti per la cerimonia di Apoteosi della giovane Oratrice!
Elisa entrò in sala a passo regale. Indossava una semplice tunica bianca e la sua collana a forma di gufo, portava  un cesto di grandi fiori rossi e bianchi e, contro le regole del costume che volevano chiome sontuosamente raccolte, teneva i capelli sciolti in riccioli capricciosi. Il suo volto era calmo e pacato, i suoi occhi arrabbiati.
La cerimonia di Apoteosi, ovvero quella che permette di diventare un dio minore, era una barba mortale. Ne avevamo visto qualcuna nelle repliche quelle poche volte che riuscivamo a guardare l’Efesto TV al Campo e ci addormentavamo sempre, nonostante durasse poco più di qualche minuto. Pensavamo che fosse colpa della presenza di Ipno alla cerimonia. Ma quella volta ero un tantino più coinvolto dalla presenza della mia vecchia migliore amica, la ragazza che amavo.
Zeus richiamò l’attenzione di tutti gli dei che chiacchieravano animatamente sugli spalti e disse: - Ora ci verrà letta la principale profezia inerente all’aspirante dea.
Dagli spalti, a sinistra di Apollo, si alzò Rachel Elizabeth Dare, l’Oracolo del Campo, con gli occhi arrossati quasi quanto i suoi capelli.
- Una, tra i figli di Atena,
l’Oratrice cambierà le sorti.
Nella gioventù sarà serena,
però, per le sue doti forti,
un aspro conflitto causerà
e l’incauta punita sarà.
Rachel soffocò l’ultima parola con un singhiozzo, poi tornò a sedere mansueta.
- Eccellente – la lodò Zeus con un sorriso sornione – E la profezia si è avverata interamente, come vedete.
Elisa stava per rispondere, lo capii, ma si trattenne con tutte le forze.
E dunque era quella la profezia che Elisa si era sempre rifiutata di svelare? Vivere nella paura di cose terribili annunciate da un Oracolo… ecco com’è la vita di noi semidei.
Ripensai alla profezia proferita da Rachel pochi giorni prima: il dio sceso dall’Olimpo era di certo Drew, il figlio di Ermes, mentre Elisa vi era ascesa; per “l’antico inganno” del melograno ero rimasto negli Inferi ed Elisa era stata punita per la sua “rabbia divina” verso Zeus.
Gli Oracoli si avveravano sempre, anche se raramente si riusciva a prevedere come si sarebbero realizzati e cosa avessero comportato.
- E adesso, - intervenne la regina degli dei seduta sul trono accanto al marito – dato che non possiamo ricordare i meriti di questa giovane per l’Apoteosi, ne ricorderemo la punizione – si fermò un secondo per sorridere soddisfatta e assaporare le sue parole di vendetta, dunque elencò solennemente: - Impertinenza, accusa ad un dio innocente, falsa testimonianza…
- Più veritiera di quella di un tiranno – intervenne Elisa non potendo più trattenersi.
Era la fulminò con lo sguardo arricciando il naso, ma ritenne più saggio non rispondere alla provocazione e lasciare Elisa a bocca asciutta.
Sugli spalti Atena esibì un minuscolo sorriso di orgoglio.
- Quali fiori ha scelto l’aspirante dea da avere come simboli e fiori sacri? – chiese Demetra, come da copione.
- Amarillidi e dalie – disse orgogliosamente Elisa.
Giurai di poter vedere Apollo alzare di nascosto un pollice in segno di approvazione. Sempre molto attaccato a sua nipote, a volte credevo che la amasse più dei propri figli.
Demetra annuì distrattamente mentre Elisa giocherellava con i petali di uno dei fiori del cesto e intuii che la scelta di quei fiori non fosse casuale. Elisa non faceva mai nulla per caso e, come avevo potuto constatare, conosceva bene il significato di ogni fiore, cosa lei molto importante.
Sorrisi ripensando a una volta in cui Chloe, il capo della cabina di Demetra, le aveva regalato, come voleva la tradizione dei figli della dea delle messi, una pianta di basilico ed Elisa l’aveva accettata alquanto attonita dichiarando che il basilico significasse odio. Credo che nessun essere umano potrebbe immaginare la sfumatura di rosso tanto intensa che le guance della povera Chloe imbarazzata assunsero in quel momento.
- Ora – disse una voce fuori campo gentilmente inserita nella trasmissione da Efesto - l’Oratrice giurerà fedeltà a Zeus e agli Olimpi bruciando i fiori da lei scelti e diventando così una dea minore.
La sala si ammutolì e potevo sentire i battiti del cuore di Elisa, quel cuore che donava sangue alle sue vene, sangue che presto sarebbe stato sostituito da quello dorato degli dei, l’Incore.
Elisa si guardò attorno, improvvisamente incerta e persa finché i suoi occhi non incontrarono quelli di Nico Di Angelo e, per un qualche miracolo a me sconosciuto, fu come se condividessimo la stessa mente, gli stessi pensieri, come per un riflesso eccessivo dei suoi poteri.
Vidi una villa di periferia e un satiro che portava via una bambina dai riccioli scuri e gli occhi penetranti, vidi il Campo Mezzosangue inondato di luce estiva e coperto di neve gelida, vidi Nina che rideva alla luce del falò serale, gli occhi verdi di Alex, Chirone al tiro con l’arco, la Casa Grande, il gufo sulla porta della casa Sei,  il mare, il sole…
Ad un tratto vidi Nico ed Elisa in una grotta scura, lei con le catene ai polsi e lui che la guardava senza poter fare nulla. Vidi che le parlava e lei annuiva con lo sguardo da Oratrice, comprensivo ma anche intimidatorio.
- Ho deciso io il mo destino – spiegava Nico – Da solo, senza lasciare che nessuno decidesse per me.
Poi, come per magia, tornai ad essere nel palazzo di Ade, su un divanetto di ossa e pelle umana, davanti a un televisore vecchio stile, che inquadrava il volto di Elisa.
L’Oratrice aveva una luce negli occhi più potente di quella del sole, eppure più chiara e pura, come di un grigio chiaro. Conoscevo quello sguardo, lo sguardo delle grandi idee.
Dall’altro lato Nico Di Angelo la fissava imperturbabile ma capii che pensava quello che stavo pensando anch’io: Elisa stava per tirarsi fuori dai guai con ingegno e stile.
La ragazza volse lo sguardo in un punto imprecisato tra gli dei, vicino ad Apollo, poi si girò e si incamminò verso il fuoco al centro della sala con calma e solennità. Avrebbe bruciato i fiori e giurato fedeltà agli Olimpi, o almeno era questo quello che tutti si aspettavano.
Invece, quando era a pochi passi dal focolare e già Estia si scansava debitamente dalle fiamme da lei gelosamente protette, Elisa lasciò cadere a terra il cestino che rotolò fino ai piedi di Zeus spargendo un sentiero bianco cosparso di macchie rosso-sangue tra il re e l’Oratrice, la quale strinse i pugni nello sforzo di inserire tutto l’odio, l’impertinenza e la sfida nello sguardo rivolto al sovrano.
Zeus tentennò per qualche istante, ma non ebbe il tempo di riprendersi dalla sorpresa perché fu colto da una ancora maggiore: Elisa, infatti, pose la mano destra al centro del focolare e, mentre le fiamme le lambivano l’avambraccio senza bruciarlo dichiarò con il tono dell’Oratrice misto a una quantità infinita di orgoglio: - Giuro fedeltà e consacro me stessa alla dea Artemide, volgo le spalle alla compagnia degli uomini unendomi alle Cacciatrici e promettendo di onorare e servire la dea per l’eternità.
Tra gli dei, proprio accanto ad Apollo, una giovane dea dai capelli color caramello e un arco argentato alle spalle che identificai come Artemide, si alzò e, molto solennemente disse: - Accetto il voto di questa giovane.
In tutta risposta, Elisa accarezzò la collana ricavandone un arco in dorato, incoccò una freccia e la scagliò attraverso il fuoco. Il dardo andò a piantarsi proprio sopra la testa di Zeus e tutti nella sala poterono concordare che la vincitrice di quella gara non annunciata era Elisa, l’Oratrice e neo Cacciatrice immortale.
Mentre tutti gli spettatori si alzavano applaudendo, Elisa chiuse gli occhi traendo un profondo respiro.
Quando li riaprì era più bella, più forte e più potente che mai.
 
 
Scusate tutti il ritardo ^^’
Sono costretta ad essere breve, giusto per precisare un paio di cosette prima di scappare, e spero che perdonerete la mia fretta…
La cerimonia di Apoteosi esistette davvero, ed era un modo di annoverare tra gli dei personaggi come gli imperatori, specie presso i Romani, tra gli dei. Lo sviluppo della cerimonia è completamente inventato da me, e ha come centro il sacrificio dei fiori (o di un animale, volendo) che saranno considerati sacri al dio/dea.
Per continuare con l’alternanza dei narratori dei capitoli, c’è questa sorta di collegamento tra i pensieri di Will ed Elisa che potrebbe piacere molto a qualche Team Will in giro…
Artemide è rappresentata come una giovane ragazza, qui, perché mi piace da impazzire non immaginarla come una bambina. Sono strana, lo ammetto.
Non credo di aver altro da dire, ma se ci sono altre cose poco chiare, non esitate a chiedere :)
Un frappè tutto blu,
Ella.
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: sunflowers_in_summer