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Autore: Rubylight    13/05/2014    2 recensioni
Fiordalia è una regione nel mondo dei pokemon confinante con Kalos a sud-ovest. Leonardo è un ragazzo che abita in questa regione e, un giorno, passeggiando per il percorso vicino alla sua città, farà un incontro che gli cambierà la vita. Avventura, azione, amore, amicizia... Questo non mancherà nel racconto!
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
Capitoli:
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Pokemon Dreams

Leo e Angela stavano marciando in un percorso montuoso verso Legamoderno. Il paesaggio era più o meno come molti altri paesaggi montani. Poteva essere un bel posto per delle fresche vacanze estive o per delle semplici escursioni in compagnia di qualche amico o della propria classe scolastica. La strada non era asfaltata e ad ogni passo qualche sassolino ruzzolava qua e là. Ai bordi crescevano delle verdi selci assieme alle querce, oltre le quali si poteva scorgere un torrente. Qualche volta si poteva osservare dei Seedot e dei Nuzleaf giocare fra di loro nell'erba. Anche i Teddiursa giocavano a rincorrersi e a rubare il miele dai Combee sempre sotto lo sguardo attento di mamma Ursaring. Il sole delle tre spendeva in cielo costringendo a Leo di togliersi il piumino di dosso, rimanendo con una t-shirt a maniche lunghe marrone scuro. Da sfondo la cima della catena montuosa innevata. Ad un certo punto la vegetazione si fece sempre più scarsa fino a scomparire. Al suo posto spuntarono all'orizzonte le cime di grandi palazzi. Erano arrivati. Legamoderno sembrava a tutti gli effetti una grande città moderna ma allo stesso tempo antica e ricca di storia. Anche i monumenti erano da per tutto. Raggiunto il centro pokemon, i due allenatori affidarono i loro pokemon all'infermiera e si sedettero su un divanetto.

“Allora tu che hai intenzione di fare?” chiese Leo

“Credo che tornerò a vedere come stanno andando le cose al Monte Brace”

“Davvero? Vuoi tornare in quel posto?”

“Sì, in fondo non posso mica starmene con le mani in mano! E tu dove andrai adesso?”

“Io avvertirò il capopalestra di Golfo Tramonta – che è un mio conoscente – della situazione. Non possiamo affrontarli da soli!”

“Fa come vuoi. Io però andrò subito lo stesso sul Monte Brace”

“Ok, ma poi non dire che non te l'avevo detto!”

L'infermiera chiamò Leo e Angela restituendo i loro pokemon in ottima forma.

“Fai attenzione, mi raccomando”

“Sì, stai tranquillo!”

“Allora ciao, Angie...”

“Ciao Leo!”

Angela sembrava troppo sicura di sé agli occhi di Leo. Cercava di non pensarci, sapeva la sua abilità nella lotta, se la sarebbe cavata, almeno fino a quando sarebbe arrivato lui con il capopalestra di Golfo Tramonta Auro. Era specializzato in pokemon di tipo ghiaccio. L'unico che aveva visto lui, però, era solo un Delibird. Un Delibird dispettoso, tra l'altro, ma se era di un capopalesta sarebbe stato sicuramente forte. Leo continuava a perdersi nei suo pensieri finché non raggiunse di nuovo il percorso che collegava Legamoderno a Golfo Tramonta, quello dove aveva affrontato gli strani tizi travestiti da gladiatori combattendo a fianco di Angela.

“E' vero, dobbiamo allenarci! Vai Karrablast, cerchiamo qualche Wurmple!”

Il pokemon di Leo si rivelò essere il pokemon di tipo coleottero più forte fra tutti quelli di quel percorso formando una montagnetta di Wurmple esausti. O così almeno credeva Leo...

“E' inutile che continui a tartassare questi poveri Wurmple”

Leo si voltò e vide un ragazzo biondo più o meno della sua età con un sorriso stampato in volto. Era biondo ed i suoi occhi erano di color smeraldo. Indossava una t-shirt verde acqua e un costume da bagno nero dalle decorazioni a zigzag blu e verdi sopra ad un pantalone aderente di quelli impermeabili.

“Vedi, sono troppo deboli. E' come se il tuo pokemon prendesse a pugni un punching ball vuoto!” continuò quello sempre sorridente. Leo, invece, era irritato dall'aria rilassata del ragazzo.

“E tu che ne sai?”

“Sono un aspirante allevatore pokemon! Ancora non sono esperto, ma queste sono cose di base.”

“Be', allora cosa mi suggerisci, aspirante allevatore?”

“Ti va una lotta contro di me?”

Leo rideva all'idea che un allevatore potesse chiedere una lotta, ma in fondo quel ragazzo non poteva avere pokemon più deboli dei Wurmple in quel percorso.

“Ci sto! Sarà una sfida due contro due! Io userò Karrablast per primo. Scegli il tuo pokemon!”

“Ok! Vai Shelmet!”

Il pokemon lumachina scese in campo inciampando e facendo un paio di capriole a terra. Il pokemon avversario apparve così buffo a Leo tanto da farlo scoppiare in una risata.

“E così questo è il pokemon con cui speri di sconfiggere Karrablast? Ho la vittoria in pugno!”

“Scopriamolo subito!” Sembrava che neanche le provocazioni di Leo facevano innervosire quel ragazzo.

“Karrablast vai con beccata!”

“Shelmet usa pazienza!”

Il pokemon addentatore colpì più duramente del solitò infiggendo un brutto colpo sommato all'efficacia del tipo della mossa.

“Che razza di mossa è? Non ha fatto nulla! Oh be', vai Karrablast, di nuovo beccata!”

Karrablast attaccò di nuovo lo Shelmet, che non si difese.

“Non fai niente? Il tuo pokemon sta per collassare!”

Leo non ebbe finito la frase che Shelmet colpì Karrablast mandandolo subito KO.

“C-cosa?”

“E' pazienza! Chi la usa subisce due colpi e poi attacca infliggendo il doppio dei danni subiti all'avversario.”

“...Devo dire che ti ho sottovalutato. Ora però tacca a Chimchar!”

Dalla sfera nella mano di Leo, uscì la scimmietta con la coda di fuoco che saltellava qua e là.

“Vai ruotafuoco!”

“Protezione!”

“Ora, fossa!”

Chimchar, senza concludere l'attacco ruotafuoco, scavò una buca e per poi spuntare sotto a Shelmet e colpirlo ferocemente mandandolo KO.

“Bella mossa! Hai usato una strategia che non tutti i Chimchar sanno usare!”

“Sì, sì, manda in campo il tuo prossimo pokemon e taglia corto!” rispose Leo seccato dal carattere mite di quel ragazzino biondo.

“Ok, vai Chespin!”

“Un pokemon d'erba? Possiamo vincere! Chimchar, vai con ruotafuoco!”

“Protezione!”

“Prima di colpirlo usa fossa!”

Stessa situazione di prima. Chimchar scavò un altra galleria continuando ad usare ruotafuoco e poi colpì con forza il Chespin che perse molte energie.

“Sapevi che se avresti usato protezione io avrei usato fossa... Ma perché lo hai fatto lo stesso? Cosa hai ottenuto?”

“Un trappola!”

“Cosa?”

“Vedi, fra il pokemon attaccante e quello difensore c'è della distanza. Per attaccanti speciali questa distanza non ha spesso importanza, ma per quelli fisici, come Chimchar, questa distanza deve essere percorsa. Con fossa la attraversi sotto terra e quindi deve affrontare ogni ostacolo che si presenta là sotto”

“Continuo a non capirti”

“Lascia che ti faccia vedere l'esempio pratico, allora. Chespin, provocazione!”

Chimchar andò su tutte le furie incitando l'allenatore a dargli un comando.

“L'hai voluta tu! Vai Chimchar ruotafuoco!”

“Protezione”

“Scava una fossa!”

Questa volta tutte le gallerie di Chimchar erano collegate e stavano formando una X con una linea al centro, cioè la galleria che stava scavando in quel momento.

“Chespin, presto, colpodifango in un tunnel!”

“Cosa!?”

Chimchar stava quasi per uscire dalla galleria per colpire Chespin, ma fu travolto dal fango, uscendone stordito.

“Chespin, rotolamento e finiamola!”

“No, Chimchar!”

Il pokemon di Leo, dopo aver incassato numerevoli colpi dal corpo rotante di Chespin, era esanime a terra fra il fango. Il suo allenatore lo fece entrare nella sua pokeball sospirando.

“Sei forte... ehm... nome?”

“Alberto!”

“Sei forte Alberto! Più di quanto pensassi! Io invece sono Leo!”

“Anche tu sei forte Leo! Sei solo un po' troppo impulsivo.”

“A proposito dell'essere impulsivo, ci servono delle persone forti come te per combattere un male che sta minacciando la nostra regione! Vuoi aiutarci?”

“Continuando a trattare del tema impulsività, sì, accetto!”

“Ok, allora sbrighiamoci, dobbiamo andare da Auro!”

“Auro il Capopalestra?”

“Sì, sì, lui!”

“E' già qui!”

In quel momento una mano si posò sulla spalla di Leo. Quando si voltò vide un uomo che indossava un lungo impermeabile blu che gli arrivava alle ginocchia. Al collo aveva una sciarpa seta e i capelli erano pettinati in modo preciso ma strambo ed emulavano il colore celeste degli occhi.

“Auro!”

“Ciao Leo! Mi cercavi?”

“Sì, ma tu che ci facevi qui?”

“Alberto è il mio allievo e lo stavo aiutando ad allevare una Smoochum per la figlia del Campione. Che succede, comunque?”

“La regione è in pericolo! Un gruppo da strapazzo sta cercando di distruggere Fiordalia est!”

“Fiordalia est?”

“Sì, ma non ne conosciamo il motivo...”

“Che sia per la leggenda antica?” intervenne Alberto rivolgendosi ad Auro.

“Non ne ho idea, ma credo che ci sia una buona probabilità che sia così...”

“Quale leggenda antica?” chiese Leo sentendosi estraniato al discorso.

“La leggenda antica di Fiordilia narra di una guerra fra un villaggio di pescatori ed uno di gladiatori. Si contendevano le terre dell'antica Fiordalia, ma, naturalmente, erano i guerrieri ad avere la meglio nelle battaglie. Un giorno, però, la principessa del popolo guerriero Fiordalia si innamorò di un uomo del popolo dei pescatori. Questi, accorgendosene, la ingannò e la uccise. Il padre della principessa, il re, ne fu infranto. Si diresse nel bosco Brezzazzurra e non fece più ritorno. Molti dissero di averlo visto contemplare il mare sulla scogliera e giunsero alla conclusione che si sia tolto la vita gettandosi in mare. Mare che tutt'oggi chiamiamo con il nome dello stesso re. Intanto la benevola regina, madre di Fiordalia e moglie del re, fece finire la guerra e unificò i due popoli formando un'unica regione che prese il nome della principessa. Per evitare di causare della tensione, fu affidata la parte est ai pescatori e la parte ovest ai gladiatori...”

“E voi pensate che dopo tutti questi anni qualcuno stia cercando ancora di vendicarsi?”

“Non ne ho idea. Adesso possiamo solo contattare gli altri capopalestra. Leo, hai idea di dove possano essere queste persone?”

“Sul monte Brace”

“Quindi non avremo problemi a chiedere aiuto anche ai Super 4 e al Campione...”

“Credo di no”

“Ok, allora dirigiamoci verso Legamoderno. Dobbiamo contattare gli altri capopalestra e lì c'è uno di loro.”

“Ok!” Alberto e Leo esclamarono all'unisono e cominciarono a marciare dietro ad Auro. Quando giunsero a Legamoderno Auro chiese agli allenatori di aspettarlo al centro pokemon mentre andava a chiamare Dafne, la capopalestra di Legamoderno. Una volta dentro il centro medico, Alberto e Leo curarono i loro pokemon. Quando però lo sguardo di Leo si rivolse sui tavolini, si ricordò di Angela.

“Alberto, non possiamo aspettare Auro!”

“Dove vuoi andare?”

“Al Monte Brace!”

“Ma se non aspettiamo Auro, potremo trovarci in difficoltà!”

“Una mia amica è lì in questo momento! Se non andiamo da lei subito potrebbe trovarsi nei guai! I secondi fanno la differenza in questi casi!”

“...ok. Sbrighiamoci”

Alberto e Leo si avviarono verso il percorso che andava verso sud. Correvano. Leo, per quanto cercava di tranquillizzarsi, continuava ad essere preoccupato. Aveva un brutto presentimento. Si scrollò la testa chiudendo gli occhi. Li riaprì solo quando sentì la voce di Alberto.

“Un Tropius gigante!”

Infatti davanti a loro c'era un grosso Tropius più grande del normale. Leo si tranquillizzò solo per un istante, dopo il Tropius fu colpito da un pokemon grande il doppio mentre cercava di proteggere una ragazza che giaceva a terra.

 

 

  
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