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Autore: lovethewayoulie    14/05/2014    4 recensioni
Ciao, questa è la prima fanfiction che pubblico su Arrow (a dire in vero su EFP) e ho deciso di farla sulla coppia Olicity, che personalmente amo!
Dal testo:
" Ehm, se non fossi stata interrotta, a quest'ora ne avrei" disse, lanciando un'occhiata a Oliver, che aveva smesso di allenarsi e si era avvicinato al tavolo.
" E se tu, invece di parlare, ti fossi data una mossa a quest'ora non eravamo ancora qui."
"E allora perché non vieni al mio posto a fare il mio lavoro, dato che tu sei molto più veloce di me?" Felicity stava già per alzarsi quando..."
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Ho cambiato Nick, sono la vecchia "mmmh", ci tenevo ad avvisarvi ;)
La storia è momentaneamente sospesa, mi dispiace e grazie a tutti quelli che mi seguono❤
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Felicity.
 
Ripasso più e più volte il dito sopra i nuovi computer. Al mio contatto sono freddi, eppure sento un calore dentro. Oliver, il giorno dopo al nostro ultimo discorso, ha ordinato computer nuovi di zecca. E pure di ultima tecnologia, non potrei esserne più felice. Ma, c'è qualcosa che non va: quello che si è salvato, quello illeso. Forse è solo una mia impressione, ma a volte con la coda dell'occhio scorgo la luce che segna il funzionamento della camera, ma quando mi giro verso di essa, scompare. Sarà solo una delle solite conseguenze della mia fervida immaginazione. Tutto è diventato monotono e tranquillo, dopo quell'epico litigio tra Oliver e Roy. Non è stato lui a distruggerli, ne sono sicura, lo vedo nei suoi occhi. Oliver in cambio, però, si è scontrato brutalmente contro il muro dall'altro lato della stanza, a causa della forza di Roy. Ecco cosa succede a mettersi contro di lui. Ma io ci vedo qualcos'altro oltre all'apparenza, al Mirakuru e a tutto il resto. Io ci vedo lealtà, dote che pochi possiedono. Spero in un futuro di poter avere l'opportunità di scambiare qualche parola con lui, ma per ora mi è impossibile soltanto sperarci. Da quell'ultima volta in cui ha varcato la soglia, non si è fatto più vivo, qui, al covo. Oliver gli ha proibito qualsiasi intromissione nelle missioni e lui,  per non sfogare la sua rabbia contro qualcuno che fosse a portata di mano, se n'è andato. Sono ritornata alla Queen Consolidated, questa mattina, scortata da Diggle che mi ha offerto pure il caffè. Almeno lui, sembra felice di vedermi. Non posso dire lo stesso di Oliver o, forse, semplicemente non lo da a vedere. Si è nascosto nuovamente sotto la sua machera di indifferenza, che rifila pure a Diggle. Nel mio ufficio, ho incontrato quella che doveva essere la mia sostituita nelle settimane in cui sono mancata. Ripensarci mi provoca una fitta al petto, nel punto in cui dovrebbe esserci il cuore.
 Ma l'immagine della segretaria ritorna a farmi sorridere un po'. Stava rimettendo gli oggetti sparsi sulla scrivania nello scatolone, pronta ad andarsene, mentre i capelli di un colore rosa acceso le ornavano, disordinati e umidi, la fronte imperlata di sudore. Il vestito succinto lasciava pochi dubbi sulle sue forme. Quando io, Oliver e Diggle entrammo nel mio ufficio, lei non parve sorpresa, doveva essere già stata avvertita del suo licenziamento, immagino. Ma nel suo sguardo c'era rammarico ed odio, tutto indirizzato a me.
"Scusate, tranquilli, me ne vado subito." ha detto. Mi squadrò dalla testa ai piedi, neanche fossi un fenomeno da baraccone.
"È lei la tua nuova segretaria?" aggiunse.
La sua voce era incredibilmente sprezzante e acuta. Non sapevo se dovevo difendermi o no: il mio istinto diceva di sì, ma quella donna di mezz'età che mi stava davanti mi faceva impressione. Sembrava un serpente pronto a sferrare il suo attacco, conficcare i denti nella carne e rilasciare il veleno nel sangue. Oliver prese le mie difese.
"Se mi permette, Felicity Smoak è stata sempre la mia segretaria e sempre lo sarà." ha detto, calmo. Mi ha sorpresa, devo ammettere. Gli ho sorriso riconoscente, con il cuore che faceva i salti mortali nel mio petto. Solo lui riesce a farmi sentire così. Neppure Barry, che si è trasferito a casa mia da qualche giorno, riesce a farmi provare le stesse emozioni. Però mi fa sentire bene, è protettivo e dolce, un ragazzo perfetto. Penso spesso che dovrei dimenticarmi di Oliver e concedermi una vita diversa, ma non ci riesco. È più forte di me. Dorme sul divano, anche se spesso gli ho offerto il mio letto, ma nessuno dei due si sentirebbe a proprio agio in quella specie di intimità e di dormire io sul divano, per lui, è fuori discussione. Come se tutte le cose della mia vita non dovrebbero essere normali, pure Barry non lo è. Quando gli chiedo i referti dell'ospedale, e glieli chiedo spesso, cambia argomento, un po' infastidito. C'è qualcosa che
 non quadra al posto giusto, come i tasselli di un puzzle che non vogliono incastrarsi tra loro, ma io sono fermamente decisa a scoprirlo. Giro sulla sedia e nella mia testa riaffiora un lontano ricordo. Ero bambina e mia madre mi portava dal parrucchiere a causa della disperazione che le causavano i miei capelli. Per distrarmi, iniziavo a girare sempre più forte, lanciando in aria gridolini felici, finché lei non mi fermava. E io iniziavo a piangere. Non è un ricordo felice, almeno non lo è per me. Adesso posso girare quanto voglio, mi sento in qualche modo libera dalle decisioni di mia madre. A interrompere i miei pensieri ci pensa quella lucina, di nuovo attivata. Ora ne sono sicura, non era solo frutto della mia immaginazione. Esiste davvero. Ed è lì, ma il computer non è acceso e non presenta nulla di strano. Qualcuno mi sta spiando? Improbabile. Chi mai si interesserebbe...? Aspetta, come non ho potuto pensarci? Qualcuno che vuole sapere
 cosa ci facciamo qui. Scaccio quel pensiero, trovandolo assurdo. Eppure la paura tanto conosciuta, è presente, dentro di me. Sto per controllare, quando sento la presenza di qualcuno dietro di me. Non ho bisogno di tirare a indovinare per capire di chi si tratta. E non ho neppure il bisogno di sentirne i passi. Sento il suo respiro, lieve e percettibile come se cercasse di non farsi sentire, come una preda in agguato. Senza girarmi, so che è Oliver. Sono tesa, avrà di sicuro capito che l'ho sentito, ma mi ignora. Mi passa accanto evitando il mio sguardo. Ultimamente l'ho fa spesso e io so perché: si sente in colpa. Vorrei alleviargli tutte le sue sofferenze, ma non so come fare senza rovinare di nuovo tutto. Il nostro rapporto è come se fosse un vaso di ceramica, fragile e al contempo forte, ma basta che ti scappa dalla mano una volta che si rompe a pezzi. Con la coda dell'occhio, vedo che prende una sedia e si avvicina a me. È una sensazione
 quasi strana, trovarselo così vicino, mi mette a disagio, soprattutto ora che mi scruta. Dovrei dirli i miei dubbi sul fatto di quella luce del computer? Non lo so. Magari mi prenderebbe per pazza ed è l'ultima delle mie intenzioni. Apre la bocca, ma non dice niente. Questa tensione opprimente sta cominciando a darmi sui nervi. Non siamo liberi di esprimere ciò che pensiamo e vogliamo, questo lo so, ma mi pare inconcepibile, perché non sono io a deciderlo. Siamo animali chiusi in due gabbie vicine che cercano in qualche modo di raggiungersi.
 
"Allora?" la mia voce esce involontariamente scontrosa. Mi giro verso di lui, pare sorpreso.
 
"Allora cosa?" chiede.
 
"Che ci fai qui? Hai bisogno di qualcosa?" chiedo, spazientita. Sto esagerando.
 
"A dire il vero... No." risponde.
 
Non lo capisco, continua a osservarmi in silenzio, nessuna espressione sul volto. Deve aver intuito la mia inquietudine? La prossima domanda svela i miei dubbi.
 
"C'è qualcosa che non va?" chiede.
 
"Ecco..." glielo dico o no?
 
"Cosa?" chiede di nuovo.
 
"Ricordi il computer, l'unico sopravvissuto rispetto agli altri? A volte la luce della camera si accende e ho la sensazione che qualcuno mi spii. Ti prego, non prendermi per paranoica o pazza o per una paranoica pazza, ma...". Mi interrompe.
 
"Felicity" scandisce bene la parola, adoro quando lo fa. Mi scappa inavvertitamente un sorriso, forse devo sul serio andarmi a farmi controllare da un medico. Lui mi guarda per un attimo confuso.
 
"Hai ragione, è strano..." dice. Non basta, vorrei dirgli che voglio che mi dica che si fida di me. Abbasso lo sguardo, indecisa sul da fare quanto lui. Poi, un'idea bizzarra mi assale.
 
"Se qualcuno mi spia, deve essere qualcuno che ce l'ha con me. Okay, potrebbe anche solo voler vedere il covo e quello che fai, ma... Che senso avrebbe nascondere una spia nel mio computer e distruggere gli altri?" chiedo. Oliver mi guarda per un attimo, pensieroso. Il suo viso assume una smorfia. La conosco bene, quella smorfia. Pensa che sia tutta colpa sua, un'altra da aggiungere tra l'infinita collezione di colpe. Maledizione, rovino sempre tutto!
 
"Non volevo dire che..." tento di rimediare, ma me lo impedisce.
 
"Lo so, Felicity." dice. Il suo tono si è fatto improvvisamente duro, glaciale come i suoi occhi. Quello sguardo riesce a paralizzarmi e la cosa più imbarazzante è che mi sudano le mani. Ora ha tra le mani il computer e prima che me ne accorga e, soprattutto, che riesca a fermarlo, lo vedo sfracellarsi contro il pavimento. Rimango a bocca aperta, impietrita mentre la rabbia si fa spazio dentro di me, cancellando le altre emozioni. Non può averlo fatto, no, no e no. L'unica prova che avevo, l'unica speranza su cui fare delle ricerche, è andata distrutta. Completamente. E tutto a causa dell'istinto che prende sempre il sopravvento di Oliver. Si risiede, composto.
 
"Perché l'hai fatto?" chiedo, cercando di rimanere calma, fallendo miseramente quando mi accorgo di aver alzato la voce.
 
"Felicity, dovevo farlo, se c'è davvero qualcuno che vuole farti del male, io devo fermarlo. E farò di tutto pur di farlo." risponde. Queste dichiarazioni, se si possono considerare tali, mi mandano solo in confusione, con l'effetto di farmi arrabbiare di più.
 
"Non può sempre scegliere tu ogni aspetto della mia vita!! Posso decidere anche da sola, sai? E ora, come facciamo?." domando. Poi cerco di trovare una soluzione prima che lo faccia lui.
 
"Farò da esca." dico, "E tu mi aiuterai. So che è un'idea assurda, ma se qualcuno ce l'ha con me, allora non potrei perdersi una festa del mio capo, no? Devi solo fare una delle tue solite vecchie feste piene di miliardari alla tua villa, per il resto ci penso io." Noto già dalla sua postura irrigidita che l'idea non gli piace, per niente.
 
"Fare da esca a chi?! Vuoi davvero cacciarti nuovamente nei guai per una banalità assurda?!" dice. Pensavo mi credesse e invece mi sbagliavo, questa è la ferita più grave che mi potesse fare. Evito il suo sguardo, ho paura che possa capire cosa penso e soprattutto leggermi dentro. So che ne è capace.
 
"Bene, allora se non mi vuoi aiutare, troverò il modo di farlo. Ora io devo andare, a domani." dico. Nella testa ho una domanda che continua a tormentarmi:"Tu fidi di me?" che vorrei rivolgergli, ma non voglio darli modo di vedere quanto mi abbia ferito, anche se il mio istinto mi fa sentire che l'abbia detto solo perché si preoccupa per me. Credo di essermi messa nei guai già tante volte, precedentemente. Mi alzo e mi avvio verso l'uscita, mentre cerco di trovare una soluzione al mio piano già mezzo rovinato.
 
"Felicity!" ruggisce dall'alto lato Oliver, ma io lo ignoro e non mi fermo. Prima che possa fare un solo passo, me lo ritrovo davanti che mi impedisce di passare. Divento ancora più furiosa.
 
"Lasciami passare."intimo, anche se vista dall'esterno sarebbe ridicolo data la differenza costituita dai nostri corpi.
 
"Ora mi stai ad ascoltare. Non so cosa ti sia preso, ma se è quello che vuoi, va bene, lo farò. Ma ti terrò d'occhio e sarai sotto sorveglianza e potrai comunicare con me, perché non posso sopportare che tu ti metta ancora nei guai, okay?" dice. Sostiene il mio sguardo e io il suo e in quel momento capisco che se non accetto non avrò un'altra possibilità.
 
"Okay." confermò. Mi lascia passare e io torno a casa.
 
Note dell'autrice:
Ciao a tutti! Allora, so che questo capitolo non è granché ma è un "capitolo di passaggio", come lo chiamo io. Ho già scritto il prossimo capitolo e già mi sto scavando la fossa perché mi troverò fuori dalla porta una folla urlante che non vede l'ora di uccidermi! Insomma, è chiaro che Felicity si metterà nei guai xD Se vi va, lasciate un commento, io spero sempre che vi piaccia leggerla come a me piace scriverla. Al prossimo capitolo!:)♥
 
 
 
  
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