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Autore: SoGi92    14/05/2014    2 recensioni
Doremi Haruzake e Kai Hiwatari, entrambi innamorati della persona sbagliata, si incontrano per a prima volta in un'aula universitaria e... è odio!
Una serie di aventi, però li porterà ad incontrarsi sempre più spesso, fino a che...
Mio primo tentativo di CrossOver tra Doremi, di Izumi Todo, e BeyBlade, di Takao Aoki.
Buona lettura! ^^
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doremi Harukaze, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pomeriggio di “relax”.

Finalmente, dopo sei estenuanti ore, la campanella suonò decretando ufficialmente la fine delle lezioni… almeno per quel martedì.

Doremi lasciò cadere la testa sul banco e si mise le mani nei capelli. –Sono distrutta…- poi rivolse uno sguardo disperato a Hazuki. –Dobbiamo andare dalla vecchia Majo Rika per forza? –

La ragazza sorrise, mentre riponeva il raccoglitore nella borsa a tracolla –Suvvia, sei la solita esagerata. I corsi di oggi non sono stati poi così pesanti, e ti ricordo che abbiamo preso un impegno e dobbiamo rispettarlo! –

La rossa fece nuovamente cadere la testa. Sicuramente, anche quel giorno, avrebbe ricevuto una lavata di testa da Majo Rika per la poca efficienza sul lavoro.

Si alzò svogliatamente, si mise la borsa sulla spalla e si avviò verso l’uscita, con lo sguardo basso. Camminò per i corridoi affollati. Tutti gli studenti non vedevano l’ora di lasciare quelle mura e potersi godere un po’ di libertà. Anche a Doremi sarebbe piaciuto poterlo fare, ma, a causa della precaria situazione economica che da un po’ di tempo affliggeva la sua famiglia, si era rimboccata le maniche e aveva cercato un lavoro. Lo stipendio non era molto, ma le permetteva di pagarsi almeno i testi universitari e una piccola parte della retta. Per Hazuki era diverso… lo stava facendo per fare un favore all’anziana donna, una vecchia amica di famiglia. Il merito della sua assunzione andava, infatti, agli Fujiwara.

Camminò a passo lento in quei corridoi, venendo spintonata da una parte all’altra dagli altri studenti. Sembrava quasi non si accorgessero di lei. E, malgrado fosse da considerare una bella ragazza, nessuno dei suoi compagni di corso aveva mai provato ad attaccare bottone. Andava, però, bene così… il suo amore lo aveva già. Doveva solo avere la pazienza di aspettare che il momento giusto per loro di essere felici insieme arrivasse.

Con la testa fra le nuvole non si accorse della presenza di un ragazzo di spalle, e lo urtò facendogli fare un passo in avanti.

Doremi si ridestò e cercò le parole giuste per chiedere scusa, ma prima che potesse aprire bocca il ragazzo si voltò: si trattava dello stesso di quella mattina, solo che, in quel momento, sulla sua camicia faceva mostra di sé una vistosa macchia di cafè.

-Uhm… - emise Kai, scrollando vigorosamente la mano che, fino a pochi minuti prima, teneva in mano il bicchierino con il cafè. –Bene… così oltre allo zaino dovrò lavare anche questa… - aggiunse, più a se stesso che alla ragazza.

-Ehm… scusa… non l’ho fatto apposta. Ero soprappensiero… - disse Doremi, pur non sembrano molto convinta.

-Lo sei spesso a quanto pare… - replicò, acido estraendo dalla tasca un fazzoletto.

-Tu invece sembri già abbastanza nervoso. – incrociò le braccia e lo guardò di traverso –Ti ho fatto solo un favore impedendoti di bere quella roba, non ne hai bisogno!  Uh! – si voltò dall’altra parte e tornò a camminare verso il portone.

Un sorriso beffardo comparve sul volto di Kai e scrollò la testa. Raccolse lo zaino e andò e si diresse verso i bagni maschili, con la speranza di riuscire, almeno a rendere meno visibile quella macchia marroncina. Non sarebbe stato in grado di spiegarlo nemmeno lui, ma sentiva che con quella ragazza la questione non si sarebbe conclusa con quello scontro…

***

-È mai possibile che tu non riesca a fare bene nemmeno i compiti più semplici! – tuonò Rika. Doremi era china a raccogliere i vari amuleti e portafortuna che aveva appena fatto cadere dalla scatola. –Eppure non mi sembrava una cosa così difficile: prendi gli oggetti dalla scatole e li riponi sulla scaffale. Invece sei riuscita a combinare un pasticcio! –

-Mi perdoni Majo Rika… non accadrà mai più…- ripeté quella frase, ormai priva di senso da tutte le volte che si era vista costretta ad usarla. Purtroppo la coordinazione non era mai stata il suo forte. In fondo non tutto il male veniva per nuocere: se non fosse stata così imbranata non avrebbe mai stretto amicizia con Tetsuya all’asilo e non avrebbe mai provato le bellissima sensazioni che era stato in grado di regalarle. Un piccolo sorriso fece capolino sul suo viso, prontamente bloccato dal ricordo dell’altro spiacevole incontro di quella mattina proprio a causa della sua goffaggine. Lo aveva visto solo due volte, ma tante erano bastate per farglielo odiare, ma odiò ancora di più se stessa per vederlo comunque come un ragazzo carino. Forse superava la media dei ragazzi presenti nel campus, ma quel suo carattere offuscava tutto il resto.

Per la rabbia strinse i pugni così forte da far divenire le nocche bianche. Si calmò non appena avvertì un piccolo bruciore provenire dal palmo destro. Velocemente lo portò davanti agli occhi e vide un taglietto, procurato dalla rottura del talismano che stava stringendo.

-Ahhh! Pasticciona! Guarda cos’hai combinato! – esclamò l’anziana donna raccogliendo i frammenti dell’oggetto. –Ti rendo conto di quanto costa quest’amuleto?! – continuò per almeno quindici minuti, e Doremi capì che quel mese la sua busta paga sarebbe stata un po’ più leggera del solito. Non che fosse sostanziosa normalmente…

Hazuki le prese la mano ferita e la condusse a sedere al tavolo. –Vieni, meglio mettere un cerotto… -

-Ma no, è solo un graffietto… - la rossa emise una risata nervosa. Sapeva quanto molto facilmente l’amica s’impressionasse e non voleva che si sentisse a disagio. Quella, però, dissentì.

-Non preoccuparti. Siediti, vado a prendere il cerotto. Meglio prevenire. – rispose sorridendo e si diresse verso il bagno.

Rika stava ancora sbraitando al nulla, nemmeno si accorse dell’assenza della ragazza. Doremi si lasciò sfuggire una piccola risata: incredibile la facilità con cui quella donna si infiammava. Eppure le voleva bene come ad un membro della famiglia.

Hazuki tornò con in mano una scatola di cerotti, ne estrasse uno e lo posò sulla piccola ferita. –Ecco fatto. Così non dovrebbe darti fastidio nel lavoro. –

-Grazie. – rispose, sorridendo la rossa. –Ora meglio tornare a lavoro… altrimenti non finiremo più… -

Si alzarono e tornarono ai loro scatoloni stracolmi.

***

A casa Kinomiya intanto…

-Vorrei sapere perché avete scelto quella facoltà… sembra così noiosa! – esclamò Takao, pigramente coricato sull’erba del giardino.

-Perché trovo la letteratura giapponese molto interessante e intendo approfondirne la conoscenza. – rispose Rei, abbassando leggermente il libro che teneva in mano –Mentre Kai… credo per far dispetto a suo nonno… -

-Ah… - emise Takao, poi si rivolse all’azzurro –E perché avevi quella macchia sulla camicia? –

-Non sono affari che ti riguardano, mi sembra! –

-Oh… mamma mia come siamo acidi oggi! - si alzò e si spostò alle spalle dell’amico, con un sorriso sornione. –Cos’è… ci siamo svegliati dalla parte sbagliata del letto di Hiromi stamattina? –

Come risposta Kai si alzò e rientrò in casa. Era inutile cercare di studiare quando Takao attaccava con le sue allusioni, ma non prima di averlo fulminato con lo sguardo.

-Secondo voi era un sì? –

Rei sospirò. –Ehh… secondo me era semplicemente un avvertimento. Lo sai che a Kai non piace parlare di queste cose, lascialo in pace! –

-Uffa! Adesso che Max è tornato a vivere in America, voi due e Kyoju siete diventati delle matricole studiose… non c’è più nessuno con cui possa allenarmi… -

-Non dire sciocchezze! – da dietro un cespuglio apparve Ryunosuke con in mano una shinai che puntò verso il ragazzo. –Ci sono io! E grazie al mio aiuto diventerai un grande samurai! – scoppiò in una grassa risata, per subito partire all’inseguimento del nipote per tutto il giardino, sotto lo sguardo attonito di Rei.

-Ehi! No! Nonno! Fermati! -

Kai, dalla porta, guardò lo spettacolo e un sorrisetto comparve sul suo volto. Avrebbe voluto avere anche lui un rapporto del genere con il nonno, ma purtroppo a causa dei loro caratteri così simili non era potuto accadere. Certo anche lui aveva le sue colpe, ma il vecchio Hito non aveva fatto poi molto per farsi apprezzare dal nipote.

Basta sciocchezze!” si disse. Riprese in mano il libro e ricominciò con lo studio, ripensare a suo nonno gli aveva dato motivazione per riuscire negli esami. Forse Rei aveva ragione: la vera spinta per scegliere quella facoltà era stata la voglia di contraddire il Hito. Avrebbe voluto che il nipote studiasse qualcosa di più adatto per prepararlo alla gestione dell’azienda di famiglia, invece… aveva solo ottenuto un’altra delusione da aggiungere alla lista. Un’altra sensazione di soddisfazione gli invase il corpo. Forse quella sera avrebbe chiamato Hiromi... in fondo anche Takao, quando voleva aveva buone idee, e quella di svegliarsi la mattina dopo nel letto della ragazza non era affatto male…

   
 
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