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Autore: scImMIA    28/07/2008    7 recensioni
Dall'alto della navicella non potevo nemmeno lontanamente immaginare che le cose sarebbero andate diversamente ...
Dopo i tre anni di attesa ero tornato per aiutarti a combattere i cyborg, per conoscerti, per scoprire chi eri per la mamma e cosa saresti diventato per me ... per me, che non ti avevo mai avuto al mio fianco ...
Ma le cose sono cambiate così tanto e così all'improvviso ... Papà, nel mondo in cui vivi, io non sono mai nato.
Adesso basta ciondolare e seguitemi! Mi raccomando, leggete e recensite! Vi sfido ad arrivare alla fine! XD Un bacione a tutti da scImMIA.
E' STATO INSERITO UN NUOVO CAPITOLO, IL N°88!
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Che bello rivedervi dopo "tanto" ... spero di esservi mancata almeno un pochetto ... ^-^
Sono davvero contenta oggi quindi rispondiamo come si deve alle belle recensioni riguardanti il capitolo scorso!

Juu_Nana: I sentimenti di Trunks cerco di descriverli come se fossi io stessa a trovarmi nella sua situazione e ammetto che numerose volte mi sono ritrovata a pensare che questo ragazzo è davvero fuori dal comune per avere una così grande pazienza ma soprattutto un cuore così carico di speranza. Anch'io non ho mai sopportato il Gohan che si comporta da adulto anche se voglio fare un piccolo promemoria: quì non perde Goku, non diventa l'ometto di casa, non deve dare l'orribile notizia alla povera madre e tantomeno aiutarla a crescere un suo fratellino facendogli da papà ... Nell'opera originale è insopportabile, è vero, ma come si sarebbe dovuto comportare altrimenti? Ora sarai sicuramente al mare scricciolina mia ... Divertiti tanto, io ti aspetterò quì. Un bacione

Angelo Azzurro: In effetti quello scorso poteva essere un capitolo finale ma avevo lasciato troppi buchi per strada per mettere la parola "Fine" e inoltre ho altri progetti per quel branco di matti ... Spero che anche questo capitolo ti piaccia anche se non è al livello del precedente poiché moooolto più leggero. Un bacio

Swwtcicia: Sono contenta che ti sia piaciuto, non ti preoccupare x le rece ... L'importante è che la storia ti piaccia. Un bacione

Vegeta4ever: Ecco la mia pazza preferita! Eh ... Vegeta è sempre Vegeta e molti lo amano per quello che è ... Spero che anche questo capitolo ti piaccia ^^ Un bacio!

folg_89: Ecco il mio ometto XD Guarda che se parli così dei poteri di Trunks lui si demoralizza e poi 17 e 18 del futuro lo sbattacchiano come un battipanni ... che scarsa fiducia che hai! XD XD Anche se ti avevo già anticipato che in questo capitolo non ci sarebbe stata azione (e quindi capitolo per nulla teso) spero che ti piaccia ugualmente o che comunque la lettura non risulti una perdita di tempo ^-^ Un bacione! A presto

Nion: Con la tua recensione sei riuscita a farmi davvero un bellissimo complimento ... In effetti avevo versato anche alcune lacrime dal gran che il tutto mi aveva preso ... che brutti scherzi che gioca l'immaginazione ^.^" Spero che anche questo capitolo ti piaccia, un bacione!

Rory Kaulitz: Grazie 1000! Le tue parole mi lusingano molto! Per il momento il capitolo è questo, i nuovi arriveranno il 25 Agosto. Spero che saprai aspettare, io nel frattempo ci conto XD Un bacio anche a te!

Fine! Ora ragassuoli miei vi lascio a questo capitolo che, premetto, sarà davvero molto leggero poiché molto di transizione. Spero che apprezziate comunque.
Io vi saluto gente e vi dò appuntamento al 25 Agosto con la seconda serie di "Io e Papà ... " (ho sempre sognato di dirlo XD) che continuerà sempre su questa ficchi!
Vi aspetto numerosi, ok? Nel frattempo godetevi le vacanze!!
Un bacione a tutti
scImMIA

 

 

 

CAPITOLO 67
- L’AMORE NON HA FORMA –

 

« Ciao mamma, io esco allora! » gridò un ragazzino mentre oltrepassava una porta dai colori scuri per poggiare poi i piccoli piedi sull’erbetta fresca dell’infinito e non delimitato giardino.
Prima che potesse chiudere l’uscio una mano si frappose tra esso e lo stipite del medesimo colore impedendone la sigillazione e dopo la spalancò ed avanzò appena senza però varcare il limite domestico delineato dalle piastrelle del salottino « A che ora devi tornare? Ripetimelo » chiese severa una donna dai capelli scuri raccolti in un chignon.
Il bambino si voltò dopo aver terminato il passo, la osservò e si trattenne fortemente dallo sbuffare per non fare adirare una delle persone a cui voleva più bene « Non più tardi delle sei e mezzo. Me lo ricordo mamma, non ti preoccupare » disse poi per tranquillizzare il suo interlocutore.
Chichi portò le mani ai fianchi e sospirò appena. Avanzò e fermandosi davanti al figlio si inginocchiò per poi sistemargli meglio la maglia bianca « Li hai presi gli zeni sulla tavola per il pranzo? ».
Gohan annuì mentre la madre si rialzava e si sbatacchiava le ginocchia. Sulla soglia di casa apparve il padre vestito solo di un’enorme asciugamano legato attorno alla cinta e fermò il figlio con poche parole prima che potesse prendere il volo « Hei Gohan! Salutami Genio e gli altri ok? ».
« Certo! » il piccolo Son si alzò finalmente in volo entrando in quell’azzurro cielo limpido che circondava i monti Paoz e si allontanò velocemente dirigendosi in un luogo differente.

Dal giorno in cui Trunks era partito per il suo tempo erano trascorse due settimane.

Il sole splendeva alto quel giorno e il calore che emanava era tale da far accalorare anche il più svestito degli esseri umani. I negozi, le boutic e tutti gli altri spazi all’interno dei quali era presente l’aria condizionata erano stati presi letteralmente d’assalto: anche se la gente era completamente disinteressata a sperperare i suoi cari soldini entravano da un luogo all’altro solamente per trovare un poco di refrigerio … massì, anche un po’ per scuriosare tra gli scaffali.
I grandi centri commerciali erano poi un vero carnaio nella quale fiumi di persone entravano ed uscivano mantenendo perennemente spalancate le grandi porte di vetro scorrevoli poiché il sensore elettronico individuava sempre qualcuno sottodi sé … Una delle due, in particolare, rimaneva aperta perché un gruppetto di individui non si decideva a spostarsi …
« Hemm, ragazzi. Non sarebbe meglio spostarci? Secondo me siamo d’intralcio … » mugolò il piccolo Pual sospeso a mezz’aria mentre osservava la calca che ogni volta brontolava quando dovevano aggirare i componenti di quel branco di matti …
« Se ci spostiamo Gohan non ci vedrà » disse con tono arrogante Oloong prima di venire colpito in volto dalla borsetta di una donna che passava di lì.
« Sì ma così siamo anzi, siete tra i piedi …» replicò il felino mentre con una piroetta si allontanava appena per vedere se il sayan era in arrivo o meno. Gohan infatti aveva avvertito il gruppo il giorno prima che li avrebbe raggiunti a piedi perché se fosse arrivato volando avrebbe attirato troppo l’attenzione e questo non lo voleva affatto. Era per quel motivo se il gattino si allontanava e poi ritornava con una leggera frenesia che gli faceva leggermente gonfiare i sottili peletti azzurri sparsi su di una maggior parte del corpo mentre i baffi rimanevano distanziati.
Dopo l’ennesimo viaggio tornò con l’esito che però si rilevò uguale identico ai precedenti: negò con la testolina e ricominciò a galleggiare sopra alle loro teste come se fosse stato un gabbiano.
« Ancora niente … » sbuffò il basso Crillin mente si portava le mani dietro la testa lasciando che le maniche arrotolate ai gomiti della camicia si tendessero al punto tale da far sfilare leggermente l’indumento fuori dai pantaloni. Accortosi di ciò si risistemò rapido « … Gohan è in ritardo. Chissà perché … ».
« Evidentemente non conosce la città, ce lo saremmo dovuto aspettare … » disse poi il vecchio Genio mentre si sistemava alla bella e meglio il grande cappello bianco intonato perfettamente con un’elegante completo del medesimo colore e stile. Anche se l’abito respingeva grazie alle sue proprietà il maggior numero dei raggi solari il caldo costringeva l’arzillo vecchietto ad asciugarsi la fronte imperlata di sudore numerose volte con un grande fazzoletto « … immagino che stando sempre sui monti Paoz abbia avuto pochissime possibilità per visitare una metropoli. Ci saremmo dovuti mettere d’accordo meglio … » strinse maggiormente la mano al vecchio bastone mentre Crillin, dall’alto della sua bassezza, cercava di guardare lontano utilizzando anche una mano posizionata sopra agli occhi come visiera.
Passarono alcuni minuti prima che quest’ultimo individuasse qualcosa …
Gli passò vicino un ragazzo dai lunghi capelli castani vestito con una canottiera blu con disegnata una grossa fiamma dai colori vivi e dietro di lui, con uno sguardo spaesato e perso, un ragazzino molto più piccolo camminava un po’ incerto guardandosi di tanto in tanto attorno anche se il muro di carne gli impediva di scrutare tanto lontano. Vedendo il piccolo Son, Crillin si sbilanciò e gli afferrò rudemente la maglia bianca dallo stampo classico e lo tirò a sé con una forza estremamente rude. Il sayan urlò sentendosi trascinare ma si tacque poi quando atterrò addosso al vecchietto ben vestito « AH! … Ciao amici, che bello vedervi » disse poi quando si rimise in sento risistemandosi il bell’abito che utilizzava soltanto in momenti particolari.
« Certo che ce ne hai messo ti tempo Gohan! » lo sgridò lievemente Crillin indicando con l’indice della mano destra mentre l’altra rimaneva poggiata al fianco.
Il bimbo rise imbarazzato facendo ricordare a tutti l’immagine del padre « Hehehe … E’ che mi ero perso, ci sono talmente tanti posti … ».
« Sì-sì, immagino ragazzo ma ora andiamo! … » disse poi spiccio il vecchietto spingendo l’intero gruppo all’interno del grande centro commerciale « … Abbiamo una cosa importante da vedere e dobbiamo conquistare i primi posti! ».

All’interno del grandioso edificio la situazione era la medesima: fiumi di persone si accalcavano una sopra all’altra senza apparente nesso logico alla ricerca di chissà quale cianfrusaglia che avrebbe sistemato per il resto della giornata il loro spirito che egoista come sempre richiedeva sempre qualcosa di nuovo per rompere la monotonia delle giornate vuote. La marmaglia di individui poi sembrava concentrarsi nei luoghi in cui grandi cartelli dai colori sgargianti segnalavano all’interno di definiti spazi un evento ancora differente …
Il piccolo porcellino sgranò gli occhietti vedendo passare accanto a sé un gran mucchio di donne di mezza età e oltretutto urlanti e non di meno eccitate … « Ma è tempo di saldi adesso? ».
Il gruppo, dopo numerose fatiche ma soprattutto una lunga e larga serie di spintoni e cozzamenti vari, riuscì a raggiungere un piccolo spiazzo nel quale poca gente passava. Il motivo di quella area di quiete era perché Crillin, Gohan e gli altri si erano stazionati davanti ad un negozietto nel quale vendevano strambi pupazzetti di porcellana … nulla da ridire ma pochi provavano interesse per quelle cosette …
Dopo un minuto passato al recupero del fiato Crillin si asciugò con una mano la larga fronte liberandosi dalla leggera patina di sudore che ricopriva per intero la sua capoccia. Anche se erano all’interno di un luogo climatizzato il gran movimento faceva sentire poco la frescura … « No Oloong, non è periodo di saldi. Credo però che i negozietti in galleria ne abbiano approfittato …» concluse poi vedendo il carnaio creatosi tra le porte trasparenti del grande negozio di articoli sportivi “Satan's Sports”. Sbuffò rendendosi conto che forse i terrestri davvero normali si contavano sulle punta delle dita … « Spero che questa faccenda passi in fretta … » piagnucolò poi come se si fosse già rassegnato all’idea di dover trascorrere in quel postaccio angusto e sempre più soffocante l’intera giornata.
« Ma se non vedevi l’ora anche tu di vedere lo spettacolo … » lo richiamò sornione il vecchio Genio picchiettandogli leggermente la schiena con il grosso bastone. Crillin avvampò e non si trattenne dall’emettere una imbarazzatissima risata che fece nascere negli altri un moto di ridarola amichevole.
Il Genio non si trattenne e voltandosi poi verso il bambino lo guardò serio da dietro quelle lenti scure … « Gohan, mi raccomando una cosa: quando torni a casa non accennare troppi particolari a Chichi, soprattutto se lo spettacolo è di tuo gradimento e poi … » proseguì poco dopo mentre si toglieva l’ormai inutile cappello « … approfittane perché credo proprio che rivedrai solo tra qualche anno uno spettacolo simile, prendilo come un generoso regalo ».
Il bimbetto sgranò gli occhietti alquanto confuso … gli avevano spiegato la situazione ma non comprendeva a pieno le parole del vecchietto arzillo … evidentemente non gli avevano detto tutto-tutto …
Una specie di grido maschile fece tendere i sensi del sayan facendolo voltare indietro con uno sguardo serio e determinato. Strinse i pugni pronto per scattare all’attacco mentre anche il resto del gruppo aveva oramai preso una posizione di difesa anche se proprio il vecchiaccio, poiché forse più saggio, teneva allentata al minimo la propria preoccupazione.
« FERMATI HO DETTO!!! NON SCAPPARE!!! » la voce si riudì forte e chiara ma soprattutto nelle vicinanze.
« Cosa stà succedendo? … » chiese Gohan più a sé stesso che agli altri notando però che la gente attorno sembrava non udire minimamente quelle parole gridate con tanta foga « … Perché nessuno nota niente … » il sayan avanzò verso quella voce non riuscendo a contenere il suo spirito indomito che lo faceva sempre accorrere in aiuto dei più deboli …
Superò vari negozi e schivò i personaggi che passavano sulla sua strada ostacolandogli la via. Crillin da lontano lo seguiva sicuro che ciò che stesse accadendo non fosse nulla di terribile come quello che avevano passato qualche tempo prima per colpa di un mostro terribile.
« FERMATI!!! »
Gohan si fermò e si osservò attorno per individuare la nuova ed improvvisa direzione del grido maschile. Avanzò ancora con foga fermandosi nuovamente vicino all’angolo di una vetrina mentre gli occhi lucevano di una grinta guidata da uno spirito eroico …
La voce era sempre più vicina … « FERMA!!! »
E poi avvenne l’incontro-scontro …

Il sayan cadde all’indietro sentendo su di sé quel peso. Il colpo non era forte almeno, non per uno come lui, ma ciò che l’aveva fatto muovere a quel modo non voluto era stato il momento inaspettato …
« Haia … » mugolò qualcuno davanti a lui. Quando Gohan aprì gli occhi poté vedere chi fosse: era una ragazza, sicuramente della sua età, con dei lunghi capelli corvini e due occhi azzurri … Vestiva un paio di pantaloni di jeans ed una maglietta di un rosso sgargiante. Il ragazzo si alzò in piedi e corse immediatamente verso la signorina. Si inginocchiò e le porse gentilmente una mano per aiutarla ad alzarsi anche se però lei, con grande aria di sdegno, la schiaffeggiò rifiutando l’aiuto ripostogli. Si alzò da sola e si pulì il fondoschiena dalla polvere. Alzò i grandi occhi verso quelli cupi di Gohan … sembrò arrossire lievemente in quell’attimo che però durò un solo istante …
« DOVE SEI?!?! FATTI PRENDERE!!! » lei per prima, sentendo gli urli, si voltò indietro ed arretrò al fianco del sayan. Sembrò fremere all’idea di essere acciuffata …
« Per favore … » disse voltandosi verso il coetaneo « … aiutami, aiutami a nascondermi! ». Gohan spalancò gli occhi incredulo. Non sapeva nemmeno chi era, quale era il motivo … e doveva nasconderla … e da chi poi?
Le voci si sentirono ancora, sempre più vicine … Lei non attese: afferrò il ragazzo per la maglia e lo tirò a sé …

« Ma dove accidenti si è cacciata quella ragazzina?! Ormai non ne posso più di starle dietro come un cane da guardia!! » sbraitò adirato un uomo vestito di scuro non cosciente che lì a due passi, tra le braccia di un ragazzo che stava per scoppiare di vergogna e con le guance infuocate, ci fosse proprio l’oggetto delle tanto agognate ricerche.
« Non ti scaldare troppo … » mormorò il collega continuando a guardarsi attorno alla ricerca della bambina « … lo sai anche te com’è fatta ma comunque vediamo di darci una mossa: se non la troviamo il padre ci fa a pezzi »
« Bah, quel pallone gonfiato non mi fa paura! » il primo uomo si gonfiò mostrandosi davvero come un gradasso ed un vero pallone gonfiato. L’altro, dopo averlo guardato in malo modo, non si trattenne dal riempirlo di rimproveri « Sei uno stupido! Lo so bene anch’io che non è un personaggio serio ma rimane comunque estremamente più forte di noi e volendo ci può ridurci in briciole e distruggere la poca reputazione che possono avere due come noi che rincorrono dalla mattina alla sera una marmocchia come se fossimo delle baby-sitter!! Smettila di dire assurdità e continuiamo a cercarla! … » corrugò le larghe sopracciglia « … Adesso poi che l’abbiamo persa di vista ci sarà ancora più difficile trovarla ».
Il collega non aggiunse altro ed annuì determinato raggiungere il suo scopo. Riempì i polmoni d’aria e ricominciò a sbraitare mentre l’altro correva in avanti anticipando le azioni che avrebbe dovuto poi eseguire.
I due ragazzi rimasero spiaccicati alla vetrina per una manciata di secondi … Gohan sentiva il cuore sul punto di esplodere …
« Ma che bella sorpresa! Guarda Crillin, alla sua età ha più fortuna di te con le ragazze »
La battuta di Genio fece allontanare il ragazzino da lei con una forza repulsiva enorme. Chinò il capo quando le fù davanti … « Mi dispiace, non volevo ».
Lei non comprese « Ma perché ti devi scusare? Dovresti scusarmi tu che ti ho coinvolto in questo modo … » ora toccò a lei porgergli un inchino anche se Gohan non lo vide neppure poiché ancora seriamente impegnato con il suo « … ti ringrazio tanto». Finalmente i due la finirono con la posa da belle statuine …
« Ah, io comunque mi chiamo Gohan … » iniziò porgendole la mano destra per stringere poi la sua che arrivò poco dopo « E’ stato un vero piacere conoscerti, sei stato davvero molto gentile … ». Lei successivamente si allontanò rapida come un gatto lasciando interdetti tutti i presenti ma soprattutto Gohan che, come un fesso, rimase impalato sul posto con la bocca aperta e la mano sospesa a mezz’aria perché ancora attendeva di scoprire il nome di lei. Il sayan si ricompose un poco deluso dall’esperienza e stava per allontanandosi quando si ritrovò vicino proprio la bella moretta: gli si avvicinò e si alzò sulle punte dei piedi mettendo una mano vicino alla bocca per non fare udire agli altri le sue parole …
Tornò in posa normale e salutò tutti con un cenno della mano correndo poi verso l’uscita del grande centro commerciale.
Il piccolo felino si avvicinò al giovane che pareva ancora perplesso o comunque assorto nei suoi pensieri e gli dovette svolazzare davanti per catturare la sua attenzione « Che ti ha detto? »
Gli occhi scuri si assottigliarono mentre un sorriso gentile si formava sul volto … « Mi ha detto come si chiama … »
« Davvero?! … » chiese il gatto cambiando zona di galleggiamento e mantenendo la sua solita vocetta che lo faceva sempre sembrare interessato a qualsiasi cosa « … e come si chiama? ».
Gohan ispirò e poi ributtò fuori tutta l’aria raccolta …
« Ha detto di chiamarsi Videl ».

Genio, dopo aver perso svariato tempo con quella faccenduola (secondo il suo modesto parere), decise che non vi era più tempo da perdere pertanto, come se fossero sei sacchi, afferrò ogni singolo del gruppo e se lo trascinò dietro con la forza … Crillin venne usato più volte come ariete per scostare le persone d’intralcio …
Alla fine di un lungo e intricato percorso nel quale persino il più grande guerriero avrebbe riscontrato delle difficoltà, il fardello venne mollato con noncuranza a terra generando un mugolio di malcontento generale …
« Non fate piagnistei e guardate … Il paradiso … Siamo arrivati!! » gridò infine spalancando le braccia mentre un rivolo di saliva gli stava già scendendo dalla bocca pregustando lo spettacolo che attendeva da tempo nonostante l’evento non fosse ancora iniziato: soltanto un palco di medie dimensioni si ergeva in mezzo allo spiazzo del centro commerciale e questo era ornato di splendide decorazioni dai colori azzurri mentre tutt’attorno svariate lampadine color Magenta si accendevano in intermittenza creando un simpatico gioco di rincorse di luci anche se, dal punto di vista puramente “illuministico”, non servivano a un bel niente. Vicino ad esso vi era un tavolo basso, anch’esso decorato al medesimo modo del palchetto, con dietro quattro semplici e comuni seggiole di metallo scuro che servivano sicuramente per un qualche personaggio importante …
La calca tutta attorno era pazzesca e per i quattro pedoni fu quasi impossibile anche solo raggiungere uno spazio che fosse a mezzavia dal quale si potesse però scorgere lo spettacolo mentre Pual invece, che utilizzava i suoi poteri al contrario di qualchedun’altro, svolazzava tranquillo incurante di chi gli stava sotto.
Il vecchio si guardò l’orologio da polso e i suoi baffi bianchi sembrarono vibrare vedendo che l’ora dell’inizio era finalmente giunta! Di lì a poco infatti lo “show” iniziò con tutto il suo splendore:
Un ometto giovane, dotato di un paio di occhiali sa sole dallo stampo futuristico e una strana capigliatura che si avvicinava all’argento, si presentò sul palco. Vestiva un completo nero elegantissimo mentre la bianca camicia che spuntava dal collo evidenziava maggiormente l’esagerata abbronzatura. Con l’agilità di uno che era appena uscito da una banda di giocolieri, fece piroettare tra le mani un microfono fermandolo poi dinanzi alla bocca:
« SIGNORI E SIGNORE BEEEEEEEEEEEENVENUTI!!! …»
La folla si scatenò … Gohan si trattenne poiché confuso … povero bambino: tanto intelligente ma poco sveglio nelle cose più banali …
« … OGGI COME SAPRETE CI SARA’ UN GRANDE EVENTO! OVVERO: … » con la maestria di un ballerino fece una capriola e un saltello verso il pubblico « … LA SFILATA PER L’INCORONAZIONE DELLA “MISS CITTA’ DELL’OVEST”!! UN BELL’APPLAUSO!!! ».
La folla scoppiò ancora e quella volta il bambino cercò di essere partecipe … i primi passi U.U
Il momento successivo non venne acclamato anche perché lo squinzio abbronzato doveva per forza annunciare i giudici di gara e quindi, essendo meno d’interesse per il pubblico, inizialmente il tutto venne accompagnato da fischi: « Il primo giudice è la signora Frog, la proprietaria di questo edificio assieme al marito e che ci ha concesso il permesso di condurre qui lo spettacolo. A lei un applauso! » lo scroscio avvenuto dal battito delle mani avvenne ma non tanto per la persona di spicco che si era presentata ma bensì dal suo aspetto fisico che la faceva assomigliare per davvero ad una grossa rana.
« Il secondo è una persona ammirevole e di grande talento. E’ diventato da poco padre ma presto tornerà in campo giocherà ancora per vincere il titolo di “miglior giocatore” nel mondo del baseball. Un bell’applauso per Yamcha! » un’ovazione esplose soprattutto tra le poche ragazze presenti mentre il gruppetto di interessati rimase completamente ammutolito. Pual calò vistosamente di quota andando a fermarsi tra le mani di Gohan.
« Pual, ma tu lo sapevi che c’era Yamcha nella giuria? » chiese Crillin voltandosi verso il gattino.
« No … » rispose mugolante « … e solo adesso mi accorgo di quante poche cose mi dice ormai … » stava per scoppiare a piangere quando proprio Gohan lo rassicurò: « Adesso è diventato papà e occuparsi di un bambino deve essere una cosa lunga e complicata. Vedrai che con il tempo tutto tornerà come prima… ». Pual tirò su con il nasino ma non si rialzò a svolazzare pertanto rimase dov’era e al momento non si sentiva dispiaciuto del non vedere lo spettacolo.
« Comunque non ti preoccupare … » iniziò l’amico rapato « … ci vado io a parlargli ».
L’uomo dalle vistose cicatrici si andò a sedere nella terza seggiola del tavolo della giuria a distanza dalla donna ranocchia e appena effettuò quella movenza poggiò con forza i palmi delle mani su di quel piano legnino come se fosse pronto per farsi una bella scorpacciata di chissà quale succulenta visione. Vestito poi di uno strambo completo dal colore chiassoso (un bel giallo canarino) appariva come ridicolo agli esseri di sesso maschile mentre faceva meravigliare le giovani pulzelle e quando poi si sistemava la cravatta viola alcune crollavano al suolo come sopraffatte da un malore improvviso … le solite esagerate.
Prima che l’annunciatore potesse introdurre il terzo giudice Crillin riuscì a svicolare dal grappolo di persone e ad avvicinarsi al tavolo della giuria senza farsi notare dal diretto interessato anche perché tale tizio guardava in modo guardingo in ben altra direzione, ovvero dietro al palco: luogo dove sicuramente vi erano le belle modelle … Il pelato stava per raggiungere l’amico, gli mancavano poche persone quando lo sentì vociferare con qualcuno che non riusciva a scorgere da quella posizione. Si avvicinò ancora ma quando vide che il secondo del dialogo era una splendida donna si fermò e si fece piccolo-piccolo in mezzo a quelle poche persone: era alta, snella e tremendamente affascinate con delle curve mozzafiato, i lunghi e lisci capelli viola cadevano sulle spalle e le punte toccavano appena i glutei alti e sodi … Gli occhi contornati di un leggero filo di trucco nero evidenziavano due gioielli color dell’oro capaci di sciogliere anche il cuore più duro anche se in quel caso, visto che l’incomodo era proprio Crillin, anche se da sciogliere c’era molto il tempo di cottura era davvero irrisorio e a dir poco ridicolo. I due parlavano tranquilli e il piccoletto pensò che fosse tutto a posto ma poi però, quando li vide ammiccare, gli sorse un dubbio atroce … Rimase impalato attendendo che giungesse un momento migliore che però arrivò molto più in là, in quell’attimo venne rispedito al suo posto grazie all’aiuto di un energumeno grande e grosso che, avendo sentito qualcuno che gli stava facendo pressing sul fondoschiena, si era voltato ed aveva acciuffato il povero disgraziato che di certo non l’aveva di certo toccato di propria volontà. La parabola creata dal voletto ricordò molto quella di un bell’arcobaleno …

« E adesso signori e signore un giudice d’eccezione che nonostante i suoi impegni si è unito a noi in questa giornata! … » introdusse il giovane presentatore mentre sbracciava a destra e a manca come un ossesso « … E’ un grandissimo del wrestling e nonostante ciò ha un cuore grande e generoso! Un bell’applauso al grande Campione del Mondo … MR. SATAN!!! ». Quando un tizio alto e con una pettinatura alla afro atterrò con un balzo nel bel mezzo del palco la marmaglia sembrò impazzire trasportata dall’estasi … quando poi il buffo tizio baffuto spalancò il grande mantello bianco per fare sfoggio della sua larga cintura con il prezioso stemma il pubblico iniziò a gridare il suo nome più e più volte consecutivamente: Satan … Satan … Satan … Una vera ossessione per quei pochi disgraziati che lo consideravano soltanto un pagliaccio e per chi, come Gohan ad esempio, non sapeva nemmeno della sua esistenza. Le persone iniziarono ad ondeggiare da una parte all’altra dopo aver alzato le braccia al cielo e il piccolo sayan si ritrovò costretto anch’egli a muoversi al quel modo buffo « Ma chi è? » bisbigliò al porcellino vicino sicuro che se l’avesse detto ad alta voce sarebbe stato trattato peggio di una maglia da calze.
« E’ Mr. Satan, il campione di wrestling » rispose semplicemente Oloong non soddisfacendo affatto la richiesta di Gohan.
« Questo l’ho capito … ma perché tutto questo baccano? » chiese sempre a voce sommessa.
« E chi lo sa, è semplicemente il buffone più forte della Terra se escludiamo voi guerrieri … E poi gli è bastato fare un po’ di scena per apparire più di quanto è in realtà immagino … » il porcellino fu spiccio e secco, non una parola di più gli venne scucita.
“Strano …” pensò il bimbetto mentre la folla, dopo un gesto del campione si quietò “… eppure ci sarà un motivo per cui è tanto acclamato oppure … è davvero così facile passare per campioni?”.
L’alto uomo baffuto strappò di mano al conduttore il microfono dalle striature argentate e se lo portò vicino alla larga bocca: « Salve a tutti! E’ davvero bello vedere così tanta gente oggi! … » il pubblico applaudì ma dopo un nuovo cenno di una mano questo tornò tranquillo e silenzioso « … Ho preso questo microfono perché avrei una cosa importante da dire: purtroppo al mondo di oggi ci sono tanti pericoli dai quali nemmeno io, il grande Mr. Satan, sono in grado di proteggere ognuno di voi quindi vi chiedo … » il piccolo Gohan si ritrovò a pensare che quell’omone aveva di certo una parlantina “accogliente” «… Se qualcuno di voi vedesse mia figlia Videl la porti immediatamente qui! Io in cambio gli farò un bell’autografo … » terminò poi con un largo sorriso sornione sicuro che molti avrebbero abboccato alla sua richiesta pur di ricevere una firmetta su di un pezzo di carta straccia.
Un gran numero di persone si eclissarono all’istante mentre il campione, con movenze lente e solenni si andava a sedere anch’egli al suo posto riservato ovvero tra Yamcha lo sfregiato e la signora Frog e poi, anche se lo spazio era limitato, si allargò a piacere poggiando addirittura le scarpette nere e bianche da boxe sulla tavola generando lo stupore del primo e uno senso di schifo nell’altro giudice che, anche se da quegli scarponcini non veniva emesso alcun odore, si portava entrambe le mani al grosso naso.
Il vecchio Genio non poté essere che felice per quella fuga di persone anche perché, con molta calca di meno, i cinque poterono avanzare maggiormente verso il palchetto distando da esso soltanto una decina di passi. Anche se da lontano lo spettacolo prima era visibile da quella vicinanza era tutto maggiormente nitido e definito.
Il presentatore, dopo aver recuperato il microfono si apprestò ad annunciare l’ultimo giudice dopo aver effettuato una ruota perfetta … non per dire, ma quel tizio sapeva fare tutto tranne che presentare. Si avvicinò al bordo del palco e urlò a gran voce: « Ed ecco l’ultimo giudice di gara! L’anno scorso è stata la campionessa di questo concorso. Eterea bellezza, curve pazzesche e una dolcezza strepitosa … ecco a voi Marion!!! »
« Marion?!!? Non sarà mica la stessa … » Crillin iniziò a sudare freddo e sotto alle piccole ascelle si iniziarono a formare degli aloni di sudore creati dall’aumento improvviso del calore corporeo ma poi però, quando vide apparire la sua vecchia fiamma vestita del suo solito abitino rosso fiammante, divenne paonazzo e per poco non cadde a terra sbriciolandosi poiché divenuto quasi una statua di sale: la ragazza dai capelli azzurri, appena ebbe varcato il piccolo siparietto fatto dalle tendine chiare, si era messa a saltellare in mezzo allo spiazzetto a lei riservato. Con quel movimento gli ometti di certo non andavano ad osservare le sue scarpine …
Le reazioni all’interno del clan furono le più disparate: mentre Crillin era a terra Pual cercava di fargli vento con il largo cappello del vecchio Genio che invece, assieme al porcellino, iniziava di già a perdere del sangue dal naso mentre Gohan era completamente allibito forse perché ad anni di distanza quella ragazza non era cambiata affatto, era rimasta sciocca come sempre.
Alla fine anche lei andò a sedersi nella giuria a fianco dello sfregiato che però non sembrava dispiaciuto dalla sua compagnia …
L’abbronzato proseguì con lo spettacolo annunciando alcune particolarità: « Prima di iniziare annuncerò le regole del concorso: per prima cosa soltanto le donne saranno protagoniste di questo evento, solo le prime tre classificate potranno ambire ai premi in palio ovvero: per la terza classificata ci saranno 1.000 zeni, 2.000 per la seconda mentre per la prima 2.500 più una lussuosa vacanza di quattordici giorni nelle isole più belle dell’intero pianeta! … » in molti mugolarono dalla sorpresa … chi si aspettava dei premi così ambiziosi per un comune concorso? Il ragazzo proseguì « … Tantissime ragazze sono qui oggi e pertanto sono state divise in tre gruppi. Le prime sei classificate per ogni sottosezione si sfideranno per il gran finale nel quale solo tre delle diciotto si ritroveranno con qualcosa in mano! E adesso diamo il via alla gara, siate calorosi!!! ».

Le ore trascorsero rapide per la maggior parte dei presenti mentre per alcuni come Gohan, al quale Miss dell’Ovest non interessava, il tempo trascorse alquanto fiacco. Quelle ragazze bellissime, a volte seminude e ma comunque a prima vista frivole, non lo interessavano minimamente anche se era contento del fatto che Genio e gli altri, anche se erano perfettamente coscienti dei suoi gusti anche se ancora notevolmente acerbi, l’avevano reso partecipe ad una dello loro pazze uscite. Di quello ne era veramente entusiasta.
Al termine del secondo round, nel quale si erano fronteggiate bellezze davvero favolose, le lancette dell’orologio del vecchio Genio avevano raggiunto le dodici precise: l’ora del pranzo.
Mentre il ragazzo bronze si stava apprestando ad annunciare il terzo round il vecchietto gli voltò le spalle e si rivolse ai suoi colleghi di avventura: « E’ ora di pranzo, andiamo a mangiare qualcosa? »
« E l’ultimo round? » chiese il porcellino con un lieve tono di voce velato da uno strato di delusione.
« Le più belle arriveranno nella finale che ci sarà dopo pranzo. Ci farà bene un po’ di stacco » disse Genio sorprendendo tutti, soprattutto Oloong: « Strano che sia tu a dirlo … Ok, andiamo a mangiare qualcosa allora ».
Il gruppo intero si allontanò abbandonando quel luogo in ricerca di un posticino nel quale mangiare tranquilli anche se non sapevano che si stavano perdendo un grande spettacolo …
“Juicy Steak” questo era il nome del ristorantino scelto dal piccolo Gohan dopo una quasi sfiancante cernita. Fortuna che il suo innegabile fiuto sayan condusse tutti in un posto davvero delizioso: un bell’ambientino innanzitutto nel quale il rustico dei piccoli tavoli circolari in legno e il rosso delle tende rosse appese alle moderne vetrate convivevano perfettamente generando un luogo accogliente e caloroso. Le pietanze poi erano generose e venivano servite con la gentilezza che si potrebbe trovare in un piccolo ristoratine: i giovani camerieri, sempre servizievoli e con in sorriso sulle labbra, passavano abbastanza di frequente delle vicinanze di ciascun tavolo senza dare quindi l’idea che il cliente fosse abbandonato a sé stesso.
L’intera scorpacciata durò ben più di un’ora anche perché tra un boccone e l’altro vari argomenti si erano fatti strada …
Un piatto di ceramica emise un ciocco quando un cucchiaio di acciaio lo colpì anche se lievemente « Chissà come sta adesso Trunks … » chiese Gohan con una strana ombra sugli occhi mentre questi erano rivolti verso la minestra della quale sarebbe bastata soltanto un’ultima cucchiaiata per essere terminata. Tutti coloro che erano attorno a quel tavolo smisero per un attimo di cibarsi lasciando trascorrere, senza volere, un lungo secondo vuoto nel quale dominava il silenzio più assoluto.
« Non ti preoccupare, stà benissimo secondo me! … » iniziò Crillin dopo essersi percosso appena il petto con un leggero pugno « … Scommetto che avrà battuto i cyborg e Cell nella sua dimensione e che adesso si starà facendo in quattro per risistemare tutto. Penso proprio che sia così, non temere! ».
« Già, e poi si è allenato nella Stanza dello Spirito e del Tempo quindi è diventato molto più forte di quando era arrivato » aggiunse Genio senza alcuna preoccupazione facendo in modo che il sayan riacquistasse la fiducia di sempre. Il sayan infatti annuì e terminò la sua porzione di minestra mandandola giù in un sol boccone. Terminato ciò però tornò nuovamente assorto: « Però un po’ mi manca già … E pensare che prima di tre anni non potrà tornare … »
Maggiore tempo passò prima che qualcuno sviasse il discorso in ben altra direzione modificando attenzioni e clima: Oloong, il porcellino obeso, dopo essersi pulito la bocca emise un suono particolare che alcuni trovarono disgustoso mentre altri no.
Pual sbottò indignato « Oloong, sei proprio un maiale! »
« Grazie » rispose lui per nulla offeso poiché un porco lo era per davvero. Il medesimo soggetto parlò poi in direzione del giovine per annunciargli una lieta novella: « Hei, lo sai che proprio ieri abbiamo finito di aggiustare la Kame Hause? »
Il ragazzino bevve un sorso di acqua fresca e allontanò di poco la superficie di vetro dell’oggetto dalla bocca e scrutò l’interlocutore con un sopracciglio alzato che indicava una leggera perplessità « E ci avete messo due settimane per aggiustare un buco? »
Genio si alzò improvvisamente in piedi poggiando con determinazione le mani sulla superficie piatta del tavolo ricoperta dalla bella tovaglia « Ma che buco e buco … Era un cratere quasi! ».
Gli occhietti scuri si aprirono maggiormente mentre il bicchiere stava per essere poggiato « Davvero? Ma come è successo? Papà a provato a spiegarmelo ma non ci ho capito molto … A dire il vero si perdeva spesso … ».
« Và bene, allora te lo narrerò io!! … » disse esaltato il vecchietto mentre gli occhi di tutti si giravano verso di lui come se in quel momento fosse il fenomeno da baracconi del ristorante … Crillin sprofondò quasi per la vergogna … « … Mi trovavo nella camera con Vegeta perché toccava a me il turno di guardia … »
« Turno di guardia? » Gohan infatti, sempre per colpa di un genitore incapace di formulare un discorso di senso compiuto al primo colpo, non aveva ancora ben presente la situazione del Principe dei Sayan anche se in fin dei conti era un bene: la voce, se si fosse espansa troppo, avrebbe generato un sacco di problemi se il malato fosse venuto a sapere che qualcuno aveva parlato un po’ troppo …
Genio tagliò corto su quel punto « Non è importante. Dicevamo? Ah, sì … Era il mio turno e quindi mi ero appoggiato al mio posto con i miei libri carichi di cultura … »
« Pornazzi » aggiunse Oloong per poi lasciarlo proseguire.
« … Io poi leggo quello che mi pare se permetti! … Dopo il quarto volume mi addormentai come un sasso, ma tanto che non mi accorsi nemmeno del crollo di un’aura (cosa che mi disse poi Jaozi perché lui era rimasto sempre all’erta). Proprio in quell’attimo Vegeta si svegliò: si alzò di busto creando un gran brusio e che svegliò anche me … Aprendo gli occhi mi accorsi del suo sguardo che, schifato come non mai, osservava indignato i miei libri che lo ricoprivano in parte … Secondo me sono rivistine ben fatte … » sulla fronte di ogni elemento del pubblico iniziò a scendere una goccia di sudore di elevate dimensioni « … In ogni caso si alzò in piedi senza guardarmi nemmeno e si andò a mettere davanti al comò nel quale c’erano i vestiti che gli aveva comprato Trunks. Li indossò in fretta e furia dopodiché spiccò il volo fuori dalla finestra come un fulmine alzando una folata di vento pazzesca! »
« Ah … » mugolò Gohan alquanto esterrefatto ma qualcos’altro lo fece stupire ancora.
Genio si accomodò meglio sulla sedia e poggiò le rugose mani sulle ginocchia « Il fatto è che la finestra era chiusa. Con l’energia al massimo ha disintegrato con nonchalance una fiancata della mia povera casetta … e non mi ha ancora ripagato i danni! »
Il piccolo sayan ridacchiò sommessamente all’idea dello spavento del vecchio maestro delle tartarughe in quel momento e inoltre trovava buffo che si aspettasse che Vegeta lo ripagasse un giorno … Cosa improbabile al cento per cento. Infine sorrise sorseggiando ancora un altro goccio d’acqua « Beh, ci avete messo tanto comunque, io la casa l’ho messa a posto in mezza giornata ».
Annichiliti da un bambino di poco più di dieci anni: i quattro generarono tutt’attorno un’aura scura segnalando la loro frustrazione … ^-^

Quel giorno il ristorante, grazie a un ragazzino dallo stomaco largo e capiente, ebbe un buonissimo indice d’entrate anche se, quando l’intero gruppo si fù abbastanza allontanato da quel luogo, uno dei camerieri si ritrovò costretto ad appendere all’esterno un cartello nel quale indicava che le scorte erano terminate …
Crillin guidò la banda verso il luogo in cui si stava svolgendo ancora la grande gara ma però, notando che vi era poca gente, chiese ai pochi che erano presenti il perché di quella situazione ricevendo come risposta che moltissimi probabilmente erano ancora a consumare il pranzo e che comunque la finale sarebbe incominciata da lì a poco.
Il vecchio si ritrovò euforico e andò ad occupare una posizione strategica assieme al porcellino mentre i tre rimanenti, meno interessati alla battaglia all’ultima esposizione, si erano appoggiati ad una parete parallela al palco ed attendevano osservando i movimenti alla distanza.
Nel giro di una decina di minuti il piccolo spazio si riempì nuovamente di gente e tra di queste vi era addirittura chi si mangiava ad oca un panino farcito mentre per altri invece era palese che fossero in fase digestiva …
Crillin si ritrovò a sbuffare mentre portava dietro alla testa le mani « Spero che sia una cosa rapida » Gohan si ritrovò ad annuire mentre i giudici, che anche loro si erano concessi una pausa, tornavano ad occupare i loro posti tranne uno: Yamcha infatti, invece di andarsi ad accomodare come gli altri, si assentò un paio di minuti dietro ad un largo sipario … I guerrieri, essendo in grado di percepire le auree, capirono all’istante che in quel luogo poco in vista non era solo. Soltanto quando anche lo sfregiato si sedette il giovane ed abbronzato presentatore poté annunciare a gran volume l’inizio dell’attesissima finale: « BENTORNATI SIGNORI E SIGNORE! Scusate l’attesa ma prima di iniziare vi vorrei spiegare una variazione per la segnalazione dei punteggi …» il tizio si voltò verso la tavolata nella quale la donna ranocchia pareva addormentarsi, Mr. Satan si atteggiava a divo per fotografi che non vi erano, Yamcha guardava altrove mentre Marion sorrideva in modo alquanto ebete anche perché senza un motivo valido, ed indicò la piccola piletta di palette che ogni singolo giudice aveva davanti a sé « … Per questa finale, per rendere le cose un pochino più interessanti, il punteggio che potrà essere dato dai giudici sarà più ampio: la votazione potrà andare dall’1 al 9. Ok, a parte questa sottigliezza … SI COMINCIA!! ».
La prima ragazza venne chiamata in causa e questa, con la sua bellezza infinita e vestita soltanto di un costumino parecchio ristretto, salì sul palco e sfilò con eleganza. Dopo aver effettuato un breve viaggetto si fermò in fondo al palchetto mostrando per bene la targhetta dalla forma circolare con su scritto il proprio numero. I giudici, così come dovevano, se ne stettero quieti non facendo alcun gesto poiché il momento della votazione sarebbe avvenuto dopo la supervisione di tutti e diciotto i soggetti.
Altre ragazze più o meno meravigliose passeggiarono su di quel piano rialzato facendo sbavare più o meno esageratamente gli uomini in sala e generando in proporzione una quantità differente di caos formato da inciti, grida o semplicemente volgari fischi. Genio poi sembrava stare perdendo fin troppo sangue dal naso e il porcellino iniziò a preoccuparsi lievemente quando notò un leggero pallore che però contrastava violentemente con quell’euforia che, nonostante l’età sconosciuta, veniva sprizzata all’esterno da ogni singolo poro … Poco convinto che la salute del vecchio fosse a rischio proseguì a gustarsi lo spettacolo in santa pace anche perché Genio era sì vecchio, sì maniaco e depravato ma non di certo stupido come a volte dava a vedere: se si sarebbe sentito corto di certo avrebbe agito per primo per salvaguardare il proprio bene anche se, la sua pellaccia dura, di certo non avrebbe richiesto manutenzione.
Quando su di quel piano, dopo essere state scostate le chiare tendine che facevano sa siparietto, comparve la ragazza con il numero 9 il pubblico intero ammutolì dinanzi a quello splendore, a quell’angelo caduto in terra, a quella dea meravigliosa la quale, grazie forse ad una forza misteriosa o forse più semplicemente un colpo d’aria, fece oscillare i lunghi capelli violetti mentre gli occhi color dell’oro stregavano ogni singolo individuo nel tentativo di portarlo poi dalla sua parte nel momento della votazione. Con passo felpato e leggero passeggiò su di quel palchetto facendo spostare le teste oramai senza più un briciolo d’intelletto da una parte all’altra come se la calamita di tutto non fossero altro che quel sederino e quei seni racchiusi in quel costume magenta. Crillin compì il medesimo movimento anche se per un fine differente: quella infatti non era altri che la ragazza che tempo prima aveva visto assieme al suo amico di battaglie e sulla quale si era fatto parecchie domande … Si portò una mano al mento e la strinse appena come se con quell’azione le idee prendessero consistenza e trovassero un nesso logico. Quando la ragazza andò a mettersi al suo posto la vide guardare con la coda dell’occhio in una direzione … la seguì ed incontrò proprio il volto del suo amico che, dopo un occhiolino deciso, iniziò a sorriderle in modo strano.
« Hai, la vedo male … » si ritrovò a dire poi dopo aver incastrato tutti i pezzi del puzzle lasciando per quel momento Pual e Gohan allo scuro dei suoi pensieri forse fin troppo azzeccati.
Lo spettacolo però andò avanti senza problemi lasciando che gli ometti si deliziassero ad osservare le belle curve fino alla modella numero 16 che, dopo un cenno del presentatore che secondo lui aveva occupato troppo spazio, si apprestava a raggiungere il proprio posto accanto alla ragazza dal numero precedente. Fino a quel punto era davvero difficile stabilire chi potessero essere la seconda e la terza classificata mentre l’ambitissimo primo posto forse era già chiaro a chi dovesse spettare: ad una lady davvero fuori dal comune …
Il giovane dai capelli chiari chiese nuovamente l’attenzione del pubblico per la penultima ragazza che doveva mostrarsi nuovamente « E adesso un bell’applauso per la numero 17!! »

Gohan sbuffò violentemente … forse in quel momento avrebbe preferito di gran lunga ricevere intrattenimento da un libro di fisica quantistica o similaris … « Ma io non capisco, a me sembrano tutte uguali … Cosa ci sarà mai poi da votare? » chiese all’amico rapato che come lui se ne stava appoggiato alla parete color paglierino con fare molto rilassato.
« E chi lo sa, io ancora mi chiedo come abbia potuto vincere la scorsa edizione una come Marion … Fortuna che non devono intrattenere perché sennò sarebbe uno sfracelo, non oserei immaginare cosa potrebbe uscire da quelle labbra … » disse poi come in un soffio. Successivamente si morse la lingua dopo aver sentito Pual che, ovviamente, gli aveva ricordato che la stessa personcina che faceva da quarto giudice era stata un tempo la sua fidanzata non ché l’amore tanto cercato …
« Beh, ormai è passato … » disse cercando di eclissare quel poco che poteva ancora trasparire di tenero riguardo a Marion « … ora so che non è per niente il mio tipo ».
Nel frattempo che la fantomatica ragazza numero 17 facesse il suo ingresso (la quale poi non arrivava generando un leggero senso di spaesamento nel presentatore e di delusione negli spettatori) una differente attrazione tirò su di sé l’attenzione dei tre lontani dal palco: un giovane ragazzo, ad una velocità sorprendente, arrivò davanti a loro e si fermò improvvisamente dandogli le spalle. Indossava una lunga tuta da lavoro dal tipico colore cadente sul blu sporca in più punti di quelle che potevano apparire come macchie di grasso e murcia. Sulla schiena, sotto un piccolo codino scuro, primeggiava egoisticamente il grande simbolo della Capsule Corporation … « Sono arrivato giusto in tempo … » questo sentirono Crillin e compagnia fuoriuscire da quella bocca con un’intonazione già sentita in giro …
Il ragazzo rimase impalato quando un omaccione borioso lo colpì quasi apposta alla spalla per allontanare lo squinzio da quello che molto probabilmente riteneva fosse territorio di sua esclusiva proprietà ma poi, dopo l’ennesimo colpo e quindi con già un piede nella fossa, il soggetto attaccato per primo si limitò a sferrargli un pugno spietatamente rapido e forte nei cosiddetti che fecero crollare il gigante Golia come un sacco di patate. Dopo quel colpo due dei tre spettatori capirono all’istante …
« 17!! » gridarono sbalorditi Gohan e Crillin con dei volti pieni zeppi di moltitudini di sensazioni che si palesavano in quelle loro maschere curiose.
Il giovane cyborg si voltò verso di loro e nel frattempo, con l’ausilio di una mano, sciolse il legaccio che intrappolava quei capelli sottili e stranamente ancora in piega. Alzò un sopracciglio « E voi che ci fate quì? ».
Vedendolo Crillin si ritrovò un po’ combattuto: con la tenuta della C.C. faceva un po’ effetto ma poi, vedendo la sua solita maglia nera con ancora il simbolo del Red Ribbon, senza volere si chiese da che parte stesse mantenendo però quella sciocca domanda solo per sé. Propose un quesito differente mentre si staccava da quella parete e mentre per distrazione calpestava la coda di una piccola bestiola … « SCUSA PUAL!! … Beh, noi siamo qui per vedere lo spettacolo … » disse poi indicando il palchetto mentre nel frattanto era Gohan ad occuparsi del piccolo felino trasformista.
Passarono tre secondi netti nei quali il volto della creatura di Gelo mutò divenendo livida … Con altrettanti passi il ventenne raggiunse il piccoletto, lo afferrò al colletto della camicia con rudezza e l’alzò in aria prima di farlo picchiare al muro sul quale poco prima i “buoni” era poggiati.
Non capendo il perché di quel gesto Crillin portò le mani in avanti e cercò di farlo ragionare « AVANTI 17! … N-Non fare così … ».
Qualcuno dalla distanza udì quelle parole ma, poiché costui non si era voltato affatto verso la scena, interpretò in malo modo quella affermazione peraltro la utilizzò come spinta per dire la sua: « GIUSTO! NON FARCI ASPETTARE! ESCI FUORI 17!! » … altri ancora capirono a modo loro generando un domino di scempiaggini che provocarono al ragazzo moro soltanto un grande fastidio. C17 mollò la presa dal rapato e si abbassò verso terra per incenerirlo con lo sguardo …
« Ti avevo detto di stare lontano da lei … ».

« SIGNORI VI PREGO, UN ATTIMO DI PAZIENZA … » chiese il povero presentatore al quale il sudore scendeva con imbarazzo da quella fronte imperlata. Si voltò su sé stesso dando le spalle al pubblico ormai esasperato per l’attesa e si diresse verso il retro della piccola struttura. Scostò alcune ragazze prima di alcune delle tende pesanti e le oltrepassò con decisione. Nel tavolo della giuria lo sfregiato sbuffava sconsolato come se si aspettasse un atteggiamento del genere …
« Che cosa succede adesso?! Mica possibile che ci sia sempre qualcosa che non quadra!?! » sbraitò il ragazzo mentre si toglieva dal naso i futuristici occhiali e incenerendo la stilista di turno con due occhi verdi ma al contempo cattivi. La ragazza indietreggiò intimorita e poi piegò il busto in avanti per un inchino desolato « Mi spiace ma la numero 17 ha detto che non vuole uscire … »
« CHE COSA?!?! … Adesso ci parlo io con quella … dov’è? » chiese poi non vedendola nei pochi metri quadri antistati a quel piccolo buco poiché accecato dall’ira. La signorina indicò un angolo in cui una bella ragazza dai capelli chiari rimaneva seduta su di uno sgabello mentre con un piede giocherellava con la spilletta circolare sulla quale appariva il suo numero …
L’ometto le si avvicinò con il preciso scopo di farla ragionare: « Ma cosa credi di fare?! Chi ti credi di essere?! Vai fuori sul quel palco e fai quello che devi … Subito!! » la additò poi come se la volesse far sentire in colpa.
Un sorrisetto strafottente comparve sul volto di lei ma poi, dopo meno di un secondo, il suo sguardo tornò quello glaciale di sempre e disse la sua spostando con sfacciataggine la testa da una parte « Umpf! Non ci vado là fuori, non così! ».
Lui la osservò: era bellissima, doveva ammetterlo lui stesso ed era uno splendore in quel completino azzurro … cosa c’era che non andava?
« Dice che non gli piace il numero assegnato … » mormorò la povera stilista correndo in aiuto di quello che poteva apparire come un suo superiore.
« Capisco … » mormorò lui con un tono quasi veemente senza distogliere lo sguardo dal suo momentaneo soggetto « … E dimmi, perché non ti piace il numero? Pensi che ti porterà sfortuna? … » proseguì poi con un modo di fare viscido e schifoso che diede sui nervi alla “non 17”.
« Sono affaracci miei » rispose secca e acida facendo innervosire nuovamente il signore che poi, colto dalla rabbia la afferrò per un braccio e la fece alzare in piedi segnando così la sua condanna: sentendo le sue manacce addosso la biondina lo colpì allo stomaco con violenza e con solo quel gesto il pallone gonfiato si ritrovò KO.
Il presentatore era inutilizzabile. Lo spettacolo però doveva andare avanti … La stilista trattata da sguattera si chinò ed afferrò il microfono che era caduto all’abbronzato quando era stato colpito e si sistemò un poco i capelli. Osservò la bionda e la ragazza che doveva fare il suo ingresso per ultima. Si avvicinò a quest’ultima: « Ti và bene cambiare di numero? ». L’interpellata dai capelli corvini scostò la testa da una parte all’altra negando un suo possibile problema e pertanto i numeri vennero scambiati … tanta confusione per una sciocchezza …
La marea di uomini rimase senza parole nel vedere una ragazza sconosciuta, e oltretutto bruttina, a fare da presentatrice … « Purtroppo il presentatore si è sentito poco bene e quindi continuerò io a presentare … ecco signori la numero 17!! ».
« E’ lei!! » disse C17 prima che potesse vedere la modella ma poi storse il naso vedendo la stangona dai capelli ricci e mori « … Ma non è lei! ». Il cyborg incrociò le braccia e sbuffò come un bambino piccolo e rimase tale fino alla fine della sfilata generale.

Il cuore di Crillin invece perse un colpo vedendo la bella 18 …

In una rigorosa riga le diciotto modelle rimanevano immobili dinanzi al loro pubblico che con la bava colante le mangiava sempre di più con gli occhi e tutte, tranne una in particolare, sorridevano loro facendo magari anche un gesto amichevole con le mani per acciuffare la loro attenzione e farsela amica e aiutante per la vittoria. 18 invece, nella coda del piccolo branco, rimaneva invece a braccia conserte con un’aria stizzita poiché oramai quel concorso che lei definiva come stupido e oltremodo idiota, le stava divenendo fin troppo stretto: nel giro precedente (quello perso da Crillin e compagni) si era ritrovata costretta a mostrarsi e, anche se sapeva di avere un corpicino invidiabile, non sopportava tutti quegli occhi addosso e inoltre si era dovuta abbassare a sfornare sorrisi patetici e sforzati per rientrare in quelle sei fortunate anche se, a dirla tutta, visto che il suo girone sarebbe apparso come quello meno in vista poiché presente durante la pausa pranzo, le sue rivali non erano poi all’altezza del compito come si aspettava. La finale invece le appariva ardua: fremeva di rabbia al solo pensiero di dover rimarcare la dose delle sue umiliazioni … piuttosto che ritornare a strisciare per prendere qualche voto in più avrebbe quasi preferito mandare tutto al diavolo e magari far saltare l’intera baracca per stendere i nervi oramai tesi come corde di violino. In più, quando il fratello l’aveva chiamata tramite un cellulare per sapere come stavano le cose, le era scappato detto che era giunta alla finale … il piano infatti consisteva nel tenere lontano il fratello 17, non tanto perché voleva fargli una sorpresa quando avrebbe fatto ritorno a casa anche perché l’intenzione non vi era affatto, ma perché se egli non vi fosse stato la sua disgrazia sarebbe apparsa come minore: lei, la glaciale 18, costretta a comportarsi come una gallina comune per arrabattarsi un mucchietto di insignificanti numeri da altrettanti sciocchi individui tra i quali uno sbarbatello che aveva già imparato a detestare con spontanea maestria.
Il comportamento distaccato e lontano della bionda cibernetica comunque avevano allontanato l’interesse del pubblico in generale se non alcuni soggetti singoli che continuavano a fissarla poiché era una loro conoscenza. Abbassò addirittura gli occhi di ghiaccio verso il basso mentre meditava seriamente su quello che sarebbe stato il “poi” di quelle che potevano essere le sue azioni future: era indecisa però se attuare uno sterminio di massa o soltanto un sacco di caos …
« 18!! » una voce conosciuta la obbligò ad alzare lo sguardo: sul fondo, vicino ad una parete, il fratello gemello vestito della sua tuta da lavoro la salutava con una mano con il sorriso sulle labbra. Osservò meglio la divisa di lui: era sporchissima e in alcuni punti addirittura strappata, da una delle larghe tasche riusciva a scorgere gli scuri guanti che si portava spesso appresso mentre dalla larga cintura marrone alcuni attrezzi del mestiere pendevano liberi andando magari a cozzare uno con l’altro. Socchiuse gli occhi ripensando ad una litigata fatta un paio di giorni prima: 17 si era arrabbiato con lei perché non voleva partecipare a quel concorso. Egli, alla fine di tutto gli aveva confidato che non gli importava nulla se avrebbe vinto o meno perché lei, per lui, sarebbe stata sempre una vincitrice ma il problema che era sopraggiunto era un altro: 18 secondo lui era diventata pigra e nullafacente, pertanto non le avrebbe fatto male fare qualcosa di diverso. Inoltre non si degnava di pulire casa mentre lui, ogni santo giorno, si svegliava presto per andare al lavoro e portare a casa quei pochi soldi che lei, puntualmente, utilizzava per sé. Il fratello sperava ardentemente che la sorellina divenisse autosufficiente ma non perché non era capace anzi, spesse volte si era mostrata molto più capace, ma che si mettesse semplicemente all’opera per il bene suo e di altri.
18 chiuse per un attimo gli occhi ricordando per un istante la voce di lui che l’aveva sgridata per aver utilizzato i soldi del giorno prima per comprarsi un paio di pantaloni: in quel momento non le aveva fatto ne caldo ne freddo … Quando le palpebre si riaprirono però comprese che il suo gemello volesse andare ben oltre le aspettative e che lei, con un atteggiamento a volte infantile quanto il suo, glielo stava impedendo. L’unico motivo che l’aveva spinta a partecipare a quello stupido concorso era per portare a casa uno dei premi e perciò rendersi utile.
Cercò di sorridergli in modo da apparirgli un minimo coinvolta nell’evento ma poi, quando scrutò vicino a lui alcuni soggetti già intravisti, la sua maschera divenne quella di sempre se non peggio … se alcuni sconosciuti tifavano ancora per lei, con quel gesto erano spariti per sempre. 17, notando quello sguardo comprese in pieno, si voltò un secondo per scrutare i conoscenti e poi ritornò verso la sorellina. Il moro fece spallucce.

« Signori, che adesso abbia inizio la votazione! Ora si parte per le prime sei che passeranno » gridò la ex-sarta con un sorriso smagliante sul volto coinvolgendo l’intero pubblico.
Secondo Crillin, Gohan e 17 la vittoria di 18 era da considerarsi come da escludere. Il suo atteggiamento infatti non la faceva rientrare tra le preferite …
Una dopo l’altra, dopo essere state chiamate al centro del palco, venivano nuovamente visionate dalla giuria che poi, dopo qualche secondo, dava il suo voto alzando la paletta che preferiva. I vari punteggi venivano segnati poi da una parte dalla signora Frog che poi, con un secondo di calma e con l’ausilio di una calcolatrice, avrebbe poi sommato i vari punti di ciascuna e stillato una classifica.
La ragazza numero nove ebbe un punteggio quasi schiacciante: Yamcha, Mr. Satan e Frog per lei le avevano riservato la paletta con il numero massimo mentre Marion, visto che la vedeva come troppo altezzosa, gli diede soltanto un sette.
18 ottenne un punteggio ben minore: da Marion ottenne un misero sei, da Yamcha e Satan un sette mentre dalla signora Frog, a gran sorpresa, un nove pieno.
La somma dei vari punteggi però vide come presente tra le finaliste per la finalissima anche 18 che però era riuscita a rientrare al sesto posto con un punto di scarto dalla successiva, troppo poco per pretendere la vittoria visto che poi, dalla prima piazzatasi, gli mancavano ben cinque punti.
Le ragazze vennero mandate nel retro del palco per concedere una piccola pausa a tutti i presenti, giudici compresi, che si alzarono immediatamente per prendersi qualcosa da sgranocchiare tranne uno che, con aria guardinga, si allontanava e si voltava attorno alla ricerca di qualcuno.
La bella bionda, con la spilla che indicava il suo stesso nome, si allontanò senza permesso dal resto delle ragazze indirizzandosi con un’impertinenza senza pari in direzione di un suo simile a dir poco identico.
« Che cavolo ci fai qui?! » sbraitò senza freni 18 in direzione del gemello attirando su di sé l’attenzione di molti.
« Sono venuto a vederti, che domande … » rispose lui per nulla intimorito dai toni acuti di lei.
« Ma non dovevi essere al lavoro te?! »
« Guarda che prima ho finito il turno … Non mi fare così sciocco 18 » le disse poi mezzo serio per canzonarla.
« E loro che cosa ci fanno qui? » chiese poi lei stizzita senza guardare nemmeno il piccolo Crillin che si stava letteralmente squagliando per lei.
« Ah, non lo so … Comunque erano qua ben tempo prima di me se ho capito bene » a quelle parole 18 divenne paonazza al solo pensiero che l’avessero vista anche nella scena precedente.
Crillin però, dopo aver preso il poco coraggio che aveva con entrambe le mani, le riuscì a proferire qualche timida parola « Beh, sì, è vero … però prima non ti abbiamo vista. Eravamo a pranzo … » dopo aver detto ciò iniziò a ridacchiare imbarazzatissimo anche perché i piccoli indumenti di lei lo mettevano a disagio.
Lapidaria fu la risposta: « E allora? Chi ti ha chiesto niente … ».
Il grande cuore del piccolo uomo sembrò incrinarsi. Sconfitto da un senso d’impotenza causato da un affetto palesemente non corrisposto, Crillin si allontanò silenzioso e mesto dai due gemelli che incuranti di tutto, lei specialmente, continuavano a dialogare sul perché il moro era arrivano o meno. Gohan e Pual non sapevano davvero che fare.
La bionda tornò nei suoi spazi lasciando il gemello assieme agli altri sbarbatelli.
La pausa generale sarebbe durata una decina di minuti pertanto Crillin ne approfittò per andarsi ad intanare in un piccolo bar: chiese un caffè forte, pagò il tutto e con la tazzina fumante si andò a sedere un uno dei tavolini vicini alla vetrata che dava all’esterno. Afferrò anche un giornale che stava al tavolo vicino e iniziò ad osservare le varie figure per distrarsi da quell’ennesima amarezza.
« Ho la vittoria in pugno, nessuno riuscirà a superarmi! »
Il piccoletto udì quella serie di parole ma non si voltò per vedere chi era stato a pronunciarle.
« Sì, hai perfettamente ragione. Il mio voto è tuo, stanne certa »
La seconda serie, appartenente invece ad un soggetto maschile a differenza della prima, lo fece staccare momentaneamente dalla frettolosa lettura.
« Sì, ma quella dannata Marion … mi serve anche il suo voto se voglio essere presa per la copertina del “Miss” di questo mese! »
Crillin concentrò l’udito continuando però a fingere di leggere … i due si trovavano a poca distanza, forse a un paio di tavolini più all’interno del locale.
« Ah, per quella domanda al mensile giusto? Me ne avevi già parlato l’altra sera … Comunque con Marion ci ho parlato io e mi ha detto che ti darà anche lei il nove … » ci fù una specie di pausa nella quale l’uomo evidentemente sorseggiava un caffè « … però mi ha detto che dovrò uscire con lei, altrimenti non farà un bel niente ».
Il pelato si trattenne dal voltarsi anche se la voglia era immensa.
« E allora? Escici, che vuoi che sia. Se è per una volta sola mica divento gelosa »
« Parli facile te! E io che mi invento con mia moglie? Già è difficile nascondere te … aiuto … non oso immaginare cosa mi succederà se Bulma lo verrà a sapere … ».
Un altro mondo crollò miseramente per Crillin … La bocca rimase spalancata mentre il cuore si riempiva di una tristezza infinita al solo pensiero della sua amica …
« Ora è meglio che torni dalle altre sennò insinueranno e capiranno qualcosa … la numero 18 poi mi sembra molto più sveglia delle altre anche se fisicamente non è alla mia portata! »
L’uomo iniziò a ridere di gusto non sapendo minimamente che uno dei suoi “amici” l’aveva ascoltato fino a quel momento … Evidentemente il cervello si sconnetteva in automatico quando iniziava una conversazione con una del gentil sesso. I due si alzarono e uscirono dal bar in momenti diversi per non destare troppe attenzioni. In entrambi i casi Crillin si era nascosto per bene sotto il giornale e non si era fatto vedere.
Dopo un minuto netto anch’egli uscì da quel luogo tornando dai suoi amici che però, vedendolo serio e alquanto cupo, si allarmarono profondamente. Non diede loro risposte ma si avvicinò al cyborg che lo scrutava con malcelata indifferenza « 17 … » iniziò destando nel richiamato un minimo di attenzione « … questo concorso è pilotato e se non facciamo qualcosa 18 non vincerà mai ».

« Che cosa vorrebbe dire “Se non facciamo qualcosa”? Io non devo fare un bel niente e nemmeno tu! » sbraitò arrabbiato 17 mentre si avvicinava al piccoletto con entrambi i pugni chiusi.
« C-come, non vuoi che 18 vinca? » chiese Crillin tremante come una foglia.
« Certo che mi piacerebbe ma lo deve fare da sola! »
« Ma come può farlo se tutto è un imbroglio? Non ha scelta! » disse il piccolo cercando di far ragionare il moro.
Il cyborg parve pensarci per un momento ma poi sbuffò mentre con una mano si sistemava una ciocca dei capelli corvini « Adesso poi vedremo … ».
La giovane presentatrice tornò sul palco assieme alle sei bellezze rimaste ovvero: la numero 9, la 6, la 5, la 14, la 2 e la 18 … così apparivano in ordine di punteggi presi.
« Signori e signore, adesso avrà inizio il gran finale! Prego numero 9, faccia un passo in avanti per cortesia … » dopo un gesto da parte di colei che gestiva la situazione la ragazza dai lunghi capelli violacei si mosse verso il punto indicato e si fermò facendo un sorriso radioso al resto del pubblico.
« … e adesso giudici, fate voi la votazione! ».
Crillin si fece sentire dai compagni « Ecco, lei è la prescelta, quella che deve vincere secondo i progetti … 17, dai dobbiamo … » voltò la testa verso la sua destra ma non vi trovò nessuno: solo una larga cintura marrone con degli attrezzi occupava il posto del cyborg … Gohan immediatamente lo picchiettò ad una spalla dopodiché gli indicò il punto nel quale il moro si trovava: nei pressi della giuria.
Dopo un rullo di tamburi immaginario e di un sottofondo creato dal vociare dei presenti, i quattro si apprestarono ad afferrare una delle palette per poi alzarle. In quel momento 17 parve invisibile nel suo scatto …
Intanto la bella dea attendeva fiduciosa l’elencazione dei vari punteggi con lo sguardo rivolto verso il suo amato pubblico …
« Signori della giuria tenete alte le palette per cortesia … Allora, i punti sono: 9, … »
Prima ovazione.
« …9, … »
Seconda ovazione.
« … 9, … »
Terza ovazione … il morale alle stelle.
« … e infine 3! ».
Il tempo parve congelarsi per la bellona in mezzo al campo: « 3!!! Ma come è possibile?! » ella si voltò lentamente e vide che Marion aveva in mano la paletta con proprio il numero tre … Sembrò quasi che le avessero rotto un unghia dal gran che era a pezzi … il che per una snob è tutto un dire.
Yamcha fulminò la ragazza dai capelli blu che improvvisamente comprese il “suo” errore « SCUSATE! … » urlò a gran voce « … Ho sbagliato a votare! Posso? » disse poi al pubblico indicando le altre palettine che aveva sul tavolo. Dopo aver ricevuto il consenso della stragrande maggioranza del pubblico Marion si apprestò a cercare un nuovo numero.
Nel frattempo 17 si era avvicinato nuovamente al trio e li osservava con sguardo critico mentre si apriva maggiormente la tuta da lavoro mostrando loro alcuni oggettuncoli già visti in altro luogo « Vedete di farle sparire » disse poi togliendosi di dosso il furto e dandolo a Gohan che all’istante, poiché non voleva essere scoperto, lo incenerì con una piccola onda tramutando il tutto in polvere grigia.
Al tavolo la ragazza stava per essere colta da un senso di panico: cercava ovunque ma le sue palette erano soltanto quattro di quelle che in realtà dovevano essere nove in totale.
« Giudici, il tempo stringe, possiamo effettuare nuovamente la votazione? » chiese la presentatrice alle prime armi con una leggera nota di nervosismo.
« Sì, sì, adesso la rifacciamo » disse molto semplicemente Mr. Satan mentre senza osservare ciò che afferrava mentre l’altro uomo al tavolo diceva alla ragazza di utilizzare la paletta con il punteggio più alto lì in mezzo.
Da lontano qualcun altro aveva già pensato a come agire e si era già mosso di conseguenza …
« Ok, signori, in alto le palette! … » disse la ragazza prima di vedere il nuovo punteggio « … Allora … Marion ha un 4, la signora Frog e il signor Yamcha hanno un nove mentre Mr. Satan un 6 … Signore, come mai questo ripensamento? »
Satan non sapeva che dire.
Crillin invece aveva il fiatone … « Hanf- Hanf … L’ho fregato … Hanf … Gli ho scambiato le palette da sotto il naso … ». Gohan sorrise teneramente al pensiero che il suo amico commetteva quegli sgarri soltanto per amore …
« Adesso signori questa è la votazione ufficiale, mi spiace ma temo che non si riesca a fare altro … » disse desolata la presentatrice alla bella ragazza che con uno sguardo assente si osservava attorno « … 28 sono i punti della concorrente numero nove … un po’ scarsino come punteggio ma è quello che è. Avanti numero 6, adesso è il suo turno … » disse poi in direzione della successiva signorina che si stava letteralmente strappando i capelli temendo il disastroso risultato che sarebbe avvenuto.

Prima che giungesse il turno di 18, la quale però aveva capito cos’era successo poiché aveva beccato in pieno sia il fratello che il tappo ambulante, le altre concorrenti avevano ottenuto delle votazioni infime, a dir poco scandalose anche perché i quattro della truffa, se volevano comunque fare vincere l’interessata, avrebbero dovuto mantenere i voti al di sotto di quel limite assai sottile e facilmente valicabile. La bella bionda si fermò al centro di quel palchetto mostrando tutta la sua innata freddezza e poi, quando notò di essere al centro dell’attenzione, incrociò sfacciatamente le braccia in segno di sfida mentre con i suoi occhi glaciali osservava quelli del fratello che dalla distanza la osservava silenzioso.
Ripensando ai punteggi dati in precedenza Crillin intuì che la sua amata era la meno apprezzata e che pertanto i giudici, Yamcha compreso, non si sarebbero trattenuti dal darle un punteggio tale da non toccare nemmeno il terzo posto. In ogni caso sarebbe apparso troppo strano se la bionda fosse passata esageratamente in cima al podio … « Hei … » disse verso il moro più alto di lui « … 18 si accontenterà anche del secondo posto? ».
17 lo osservò un po’ dubbioso e si portò una mano al mento « Mia sorella è parecchio orgogliosa ma penso che capirà se rimane seconda … Se esageriamo troppo sarà più evidente il nostro di trucco che non il loro ».
« Perfetto! Come ci muoviamo? » chiese Crillin mentre si sistemava le maniche arrotolate della camicia bianca. Il cyborg si osservò attorno e incominciò ad elaborare una qualche teoria che potesse essere loro di aiuto. Mentre si mordeva un labbro osservò un animaletto svolazzante e allora lì, dopo tanti richiami mentali, l’idea giunse « Tu gatto … »
Pual osservò il ragazzo ignaro di ciò che gli volesse dire e rimase in silenzio quando il moro gli parlò deciso « … vai a chiamare il maiale e venite tutti e due qui. Ma fai in fretta! Il tempo stringe … ».
La presentatrice aveva già dato il permesso ai giudici di effettuare la votazione ma loro, invece di fare il tutto rapidamente come doveva essere, si erano avvicinati e discutevano sui voti che doveva dare ciascuno … se all’inizio il trucco non era visibile in quell’attimo il fatto che qualcosa di losco vi era sotto era davvero molto evidente.

« No, così non và Oloong! Impegnati! » urlò sommessamente Crillin in direzione del porcellino che nascosto da una parte cercava di portare a termine il compito a lui assegnatogli.
« Hoooo, uffa! Secondo me è perfetto invece … » mugolò l’animale scocciato di quella operazione.
« Vedi di darti una mossa maiale! … » gli gridò contro 17 quasi sul punto di avvilimento « … Non vedi le tette? Così sembri un maledettissimo Picasso! E poi sei troppo basso e grasso! ».
« UFFA! E perché non lo fate fare a Pual visto che lui era il migliore della classe?! » si lamentò ancora Oloong offeso dalle critiche altrui. Fortuna che Gohan si espose in maniera differente dagli altri: « Pual ci è riuscito al primo colpo, è vero, ma non possiede il carattere adatto … Avanti Oloong, solo tu puoi riuscirci! ».
Quello che parve come un incitamento fece salire l’adrenalina nel piccolo corpo e a fargli cosi raggiungere il suo obiettivo.
« Perfetto … » mormorò il cyborg con uno strano sorriso sulle labbra « … ora puoi andare …».

« Signori, alzate le palette prego! ». Come su ordine i piccoli oggetti bianchi provvisti di numero vennero alzati ma una voce vicina interruppe il tutto …
« FERMI TUTTI!! QUESTA E’ UNA TRUFFA! »
Il pubblico e i restanti personaggi si voltarono nella direzione nella quale quella era stata mormorata: tutti rimasero allibiti mentre Marion urlò di terrore vedendo un suo doppione.
La copia parlò ancora mentre con una mano indicava l’essere identico a sé: « Quella mi ha usurpato il posto spacciandosi per me! Non lo posso accettare! Bugia, BUGIA!! ».
I presenti si voltarono tutti verso la bella donna al tavolo rettangolare e ognuno incominciò a chiedersi se effettivamente quella seduta era l’essere originale o meno …
Marion, quella vera, cercò di difendersi come poté utilizzando la sua voce acuta e squillante « Ma non è vero … Io sono quella vera, quella autentica! ». La ragazza vestita di rosso si alzò impettita e si diresse verso l’altra Marion e infine l’additò con aria accusatrice « Lei è una meschina bugiarda! ».
Oloong rispose continuando a recitare « Non è vero, è lei! »
« No, sei tu! »
« No, tu! »
« Tu! »
« TU! »
La sfuriata verbale si trasformò in una rissa tutta al femminile nella quale la parola d’ordine sembrava essere: strappa più capelli e vinci!
Dopo ben poco però Mr. Satan intervenne separando le due con la forza … ne approfittò poggiando entrambe le mani sui seni delle due ma questo è un dettaglio irrilevante. Confuso ma anche irritato per la quantità di tempo che stava perdendo nel quale non poteva stare con i suoi fan, prese per le spalle la prima Marion che gli capitò sotto tiro e la trascinò alla scrivania. Fortuna volle che quella portata via non fosse proprio quella autentica …
Oloong si sedette con grazia accavallando le gambe e ammiccando all’uomo con le cicatrici. Grande attore, non c’era alcun dubbio.
Yamcha le si avvicinò e gli disse quello che doveva fare: « Allora, 18 deve prendere un punteggio basso quindi Frog le darà un 7, io e Satan un 6 e tu un 4 visto che più in su non puoi andare, capito? »
Il maialetto trasformato annuì facendo un candido sorriso e si sfiorò con forza la pancia nel tentativo di fare uscire allo scoperto un altro essere trasformista. Pual infatti, che si era trasformato in un pezzo ti tessuto del medesimo colore del vestito si staccò silenziosamente e rimase al di sotto del banco in attesa di ordini da parte del cyborg meccanico che da lontano doveva dargli indicazioni.
17, grazie a un buon udito immessogli da Gelo tempo addietro, iniziò a calcolare rapidamente a voce alta: « Allora: due sei, un sette e un quattro … quei bastardi gli vogliono dare solo ventitré punti … »
« Allora non vincerà nemmeno il terzo posto con quel punteggio … » mugolò Crillin alquanto depresso. Gohan però intervenne con il suo genio « Ma se così fosse a cosa servirebbe Pual? … » sorrise all’amico innamorato « … Se si trasforma in una determinata paletta può addirittura farla pareggiare ».
« Pareggiare sarebbe troppo anche se fare riapparire una paletta scomparsa sarebbe già di per sé un caso strano … Non calchiamo troppo » e così dicendo, con l’ausilio delle sottili dita delle mani, il cyborg mostrò al gattino lontano ciò che doveva diventare. Il felino annuì e mutò silenzioso.
« Giudici, mostrate le palette adesso! »
I quattro oggetti vennero alzati e 18 rimase stranita da quello che vide così come il resto delle persone presenti delle quali soltanto la presentatrice parlò: « Ecco la votazione: Frog ha dato 7 punti, Mr. Satan 6 punti, il signor Yamcha 6 punti mentre la giovane Marion anch’ella 7 punti! Il totale è di 26 punti pieni quindi pubblico, la ragazza numero diciotto è la seconda classificata!».
Parecchi fischi si levarono in direzione della ragazza dai capelli azzurri che nonostante tutto continuava a sorridere come suo solito o meglio, come Oloong riusciva per essergli simile.

Dopo aver fatto il cambio d’abito e aver ritirato il premio che gli spettava, 18 si allontanò da quella gabbia di matti e andò incontro al fratello che l’attendeva nei pressi dell’uscita del grande centro commerciale, davanti ad una bella gelateria. Quando arrivò là trovò però anche il resto di tutto il gruppo degli “amici di Son Goku” e pertanto si irrigidì nuovamente.
« Ciao sorellina, sei stata davvero in gamba sai? » le disse il moro andandole vicino.
« Umpf, non prendermi in giro! ». 17 rise ormai avvezzo ai modi sgarbati della ragazza.
Il guerriero dall’altezza ristretta uscì dalla gelateria con ben sette gelati incastonati in un porta-coni fatto di cartone e viaggiò dinanzi a tutti offrendone uno ciascuno. Si fermò anche davanti ai due gemelli « Ne ho preso uno anche per voi … »
L’ometto ne afferrò uno e, essendo un gelatino davvero da tirchi poiché composto da un’unica pallina, se lo ficcò interamente il bocca dopodiché fece cenno alla gemella di andare.
Lei invece tentennò un poco prima di afferrane uno « Non pensare che ti ringrazi per questo … ».
Crillin continuò a sorriderle apparendogli un bel po’ strano e alquanto tonto forse …
« Dai 18, andiamo! » la richiamò il fratello dopo essersi liberato momentaneamente la bocca dal cono gelato.
La bionda annuì con la testa e si allontanò non degnando alcuno di uno sguardo.
« Accidenti, com’è fredda … » gli scappò detto Oloong che aveva riottenuto le sue sembianze. Nessuno però lo riprese anche perché in fondo aveva detto il vero ma poi però si morse la lingua quando la rivide tornare indietro e rifermarsi nuovamente davanti l’amico Crillin.
18 si piegò appena per avvicinare i suoi occhi con quelli scuri dell’altro.
Il respiro si fece pesante e il corpo iniziò a scaldarsi mentre le gote dell’uomo divenivano di un rosso acceso …
Trenta secondi interminabili e poi …
« Domani »
Gli occhietti scuri si sgranarono sentendo quella parola « … D-Domani? … » ripeté poi mentre la ragazza si allontanava.
« Sì, … » iniziò determinata « … mi avevi promesso che mi avresti riempito l’armadio di vestiti quindi domani fatti trovare qui che mi porti a fare spese. Chiaro? ».
Crillin rimase a bocca aperta ed annuì lievemente poiché senza parole.
« Bene. Allora ci vediamo domani alle nove qui e vedi di non tardare sennò saranno guai! » disse poi la bella allontanandosi e uscendo da quell’edificio.
Parecchi minuti carichi di silenzio aleggiarono in quello spazio mentre i gelati, tranne quello di Gohan perché era già stato spazzolato via, si squagliavano inesorabilmente macchiando pavimento, vestiti o pelliccia a seconda del padrone.
« Hai un appuntamento » mormorò il sayan con un tono allegro.
Crillin parve finalmente svegliarsi « E’ VERO!! Accidenti, adesso mi devo guardare attorno per vedere quali sono i negozi migliori! E poi devo anche pensare a quanti zeni mi dovrò portare con me! Gohan, vieni con me! »
« Cosa?! Ma io dovrei andare … » mugolò il ragazzino indicando l’uscita attraversata poco prima dai gemelli.
« Ci vorrà solo un minuto … » disse spiccio il pelato mentre cestinava l’intero cono all’interno di un pattume dalle sembianze di uno strano ometto blu che teneva la bocca spalancata « … andiamo dai! » disse poi tutto eccitato afferrando un braccio del ragazzino e sparendo con lui nei meandri di quel posto affollato.
Genio, Oloong e Pual terminarono il loro cono con un sorriso gioioso sul volto.


La bella ragazza dai lunghi capelli viola non conquistò la copertina di “Miss” che tanto agognava visto lo scarso punteggio ottenuto.
Il concorso perse totalmente di credibilità e da quell’anno non venne più celebrato.
Marion sparì dalla circolazione forse dall’indignazione.
Yamcha riuscì a tenere nascosta a Bulma la sua fugace relazione con la bella concorrente e pertanto per quella volta la sua vita fu al sicuro. La brava mogliettina però iniziò a nutrire seri dubbi quando l’amico Crillin le disse solamente di stare in guardia …
Mr. Satan ritrovò la sua adorata figlia Videl nella grande palestra di casa ad allenarsi.
Gohan arrivò a casa tardissimo e venne duramente ripreso dalla madre e difeso dal padre. Ci pensò quest’ultimo a calmare la moglie a modo suo …
E Crillin? Beh, essendo innamorato come non mai diede semplicemente il meglio di sé ^-^

 

 

 

 

... Continua ...

  
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