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Autore: Northern Girl    14/05/2014    2 recensioni
La fisica classica ci insegna che poli uguali si respingono mentre poli opposti si attraggono. Questa definizione è applicabile anche nelle relazione umane?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonard Hofstadter, Penny, Sheldon Cooper
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Penny detestava il turno del sabato mattino. Questo principalmente perché le impediva di fare tardi il venerdì sera e la obbligava, il mattino dopo, ad alzarsi prima delle undici. Come se non bastasse ogni sabato mattina c’era un’alta probabilità che al Cheesecake Factory  fossero organizzate delle feste di compleanno, perlopiù per un branco di bambini urlanti e scalpitanti, che rovesciavano i bicchieri e impiastricciavano tutto con le loro manine sporche di glassa per torte. I genitori, seduti due tavoli più in là, avrebbero dovuto controllarli a vista, ma il più delle volte era Penny a doversene a occupare. Sì, il turno del sabato faceva davvero schifo.

L’unica vera consolazione per Penny era sapere che la serata sarebbe stata libera. Il sabato era il giorno del bucato, e quella, da un po’ di tempo, era diventato l’unico momento piacevole del suo fine settimana. Ma non era sempre stato così.

All’inizio, appena si era trasferita, trovarsi da sola con Sheldon in lavanderia non era poi così piacevole.  Lui la bacchettava per ogni cosa e con il suo tono saccente gli spiegava questo, quello. Era veramente irritante ritrovarsi da soli con lui soprattutto se di mezzo c’era pure una bacinella di panni da lavare. Poi venne il periodo in cui, invece, riusciva a trarre beneficio da quella situazione e dall’ossessione di Sheldon di rispettare i programmi e concludere le cose. Se Penny aveva un appuntamento o aveva in programma un’uscita con le amiche, iniziava a fare il suo bucato, poi aspettava Sheldon e infine gli chiedeva di finire il suo bucato per lei. All’inizio Sheldon era stato tassativo. Quando mai si può ottenere qualcosa da Sheldon con facilità e senza scendere a compromessi? Ma dopo che Penny, astutamente, gli aveva ricordato il loro status di amici e la convenzione sociale non opzionale di farsi favori a vicenda, Sheldon si era visto costretto a cedere. Così, quando Penny rientrava, a notte tarda con lo scemotto di turno o da sola, con le scarpe coi tacchi in mano e gli occhi appannati dall’alcool, poteva scommettere quello che voleva che la sua bacinella, coi panni puliti e piegati minuziosamente, era sempre là, sopra il tavolino da caffé.

Tuttavia  questa prassi durò pochi mesi ,perché Penny si rese presto conto di essere stata ingiusta con lui. La rivelazione l’ebbe uno di quei sabato sera quando Sheldon si presentò alla sua porta alle 19.15, un’ora prima di scendere in lavanderia. Era venuto a domandarle se quella sera aveva in programma  di partecipare alle sue solite attività sociali e quando gli ebbe confermato di sì, lui le aveva proposto di consegnargli subito i panni da lavare, così da permettergli di fare prima un giro dei panni bianchi e poi dei colorati. In quel momento Penny si era sentita molto in colpa e aveva rinunciato subito al privilegio di farsi fare il bucato da Sheldon.  Perciò la bionda ricominciò a fare il proprio bucato da sola e ad incontrarsi con lui in lavanderia, a meno che non avesse un turno di straordinario o, più avanti nel  tempo, un appuntamento con Leonard. Ma poi la relazione con il fisico occhialuto si era schiantata al suolo alla velocità della luce al quadrato sulla materia e perciò, ogni sabato alle 20.15, Penny era tornata a sedersi sull’asciugatrice e ad ascoltare gli irritanti sproloqui di Sheldon.

Tuttavia, da quel periodo in poi, prese coscienza di essere stata risucchiata in una routine che piano piano cominciava a piacerle. Si sentiva stranamente felice quando scopriva che era stata inserita nel turno del sabato mattina e se non era stata inserita, faceva richiesta esplicitamente per lavorare a quell’ora. Non era certo difficile cederle quel turno. Chi mai vorrebbe lavorare di sabato? Tutti sanno che gli appuntamenti migliori capitano il sabato sera. Ma il sabato sera era il giorno del bucato. E nonostante la catastrofe con Leonard fosse recente, il sabato divenne anche la sera del film a noleggio. Mentre Leonard, Howard e Raj uscivano per rimorchiare, Sheldon e Penny  si ritrovavano da soli al 4A, e anche se il noleggio del film era una vera e propria gara a chi indisponeva di più l’altro con la propria scelta, alla fine, riuscivano sempre a trovare un accordo. Certo, Sheldon non poteva sopportare le commedie romantiche e Penny non avrebbe mai apprezzato la fantascienza, ma la cosa funzionava ed era diventata un’altra piacevole routine.

Da allora ogni sabato, finito il turno del mattino, Penny tornava a casa, si trascinava su per le scale fino al suo appartamento, si faceva una doccia e poi si buttava sul letto a ripensare alla settimana che era appena trascorsa. In effetti, quell’ultimo passo era qualcosa che aveva sempre fatto. Ripercorreva con la mente giorno per giorno per poi, nel pomeriggio, chiamare casa e raccontare alla sua famiglia cosa le era successo durante  la settimana. Amava la sua famiglia, ma di solito non si tratteneva troppo lungo al telefono, c’erano cose che semplicemente preferiva tenersi per sé, ma la sua ultima telefonata a casa fu un pochino diversa.

Ed è lì che tutto ebbe inizio. L’unica cosa che stava continuando a fare da circa due mesi era ripercorrere mentalmente le settimane e a crogiolarsi in quei pensieri.  Ripensava al film che aveva visto con Sheldon la settimana prima, a come l’aveva massacrato giocando ad Halo il mercoledì sera, a quando il “giovedì del tutto può accadere” , Sheldon si era presentato alla sua porta chiedendole di preparargli gli spaghetti con i wurstel tagliati a pezzetti. E ancora, si ricordava di quel giorno quando le aveva raccontato quella complessa barzelletta scientifica, e che la cosa che l’aveva scioccata di più era il fatto di averla capita e persino trovata divertente. In quell’occasione era scoppiata a ridere dopo il suo “bazinga” e aveva cercato il suo sguardo. Vederlo sorridere le aveva provocato una strana vibrazione allo stomaco, una sensazione che non aveva più provato da moltissimo tempo.

Quando dopo quell’episodio era ritornata al suo appartamento, si era seduta sul divano in uno stato febbrile, incredula, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata. Non poteva credere di aver provato una simile sensazione in quel determinato contesto.

Cazzo!

Provava davvero qualcosa per Sheldon? Per Sheldon?? L’uomo più irritante, arrogante, sociopatico, germofobico che avesse mai conosciuto? Sheldon che odiava il contatto fisico? Sheldon con tutte le sue stramberie? Un uomo con una personalità così ossessiva da lasciare basito praticamente chiunque? Se fosse esistita una versione “Sheldon light”, probabilmente sarebbe stato difficile interagire anche con quella.

Quando cavolo aveva iniziato a provare dei sentimenti per lui? Penny iniziò a rifletterci e alla fine dovette ammettere con se stessa che tutto era iniziato già dal primo giorno che l’aveva conosciuto. L’aveva notato subito. Lui così alto,( sì, aveva sempre avuto un debole per gli uomini alti!), gli occhi blu, i vestiti strambi. Poi aveva notato la sua lavagna con tutti quegli indecifrabili simboli scritti sopra e aveva arguito che fosse uno di quegli spaventosi/affascinanti ragazzi geniali. Poi Leonard l’aveva distratta, cercando di attirare tutta l’attenzione su di lui, ma Sheldon non aveva fatto una piega. Non si era comportato da tipico maschio alpha, era semplicemente ritornato ai suoi calcoli, indifferente. Con l’andare del tempo però, Penny era venuta a conoscenza di tutto il bagaglio di Sheldon, dalla sua genialità al suo folle modo di vivere  e la scintilla si era spenta. Estinta, pensò.

Ed è così che Penny aveva sempre pensato a Sheldon, come ad un ragazzo geniale ma altrettanto impossibile. Almeno fino ad allora. Ora si rendeva conto di piccole cose che prima le erano sfuggite. Nonostante le facesse notare, quasi quotidianamente, che aveva un intelletto inferiore, non lo faceva  mai con l’intenzione di ferirla. Penny si rese conto che si comportava così con chiunque e che riportava i fatti così com’erano. Senza  cattiveria o malizia.

Ripensò ai suoi occhi azzurri, di un azzurro quasi impossibile che le facevano tornare in mente gli ampi cieli tersi del Nebraska. Ripensò al suo accento del Texas e al suo modo di pronunciare le frasi quando si prendeva gioco di qualcuno o di qualcosa. Pensava alla sua voce che le faceva pensare a casa, anche se erano cresciuti a mille chilometri di distanza.

Ma come poteva pensare di cambiare le cose tra di loro? Lui litigava con lei continuamente. Normalmente le sarebbe bastato sbattere le ciglia, arricciarsi i capelli con un dito, impostare la voce in un tono civettuolo e sexy. Con gli altri uomini funzionava sempre.  Ma non avrebbe funzionato con Sheldon Cooper. Sheldon la spingeva a fare di più, a dare il meglio di se stessa. Lui non aveva bisogno che lei fosse sexy, lei doveva essere solo Penny. Non la cameriera, non la ragazza facile in discoteca, non la ragazza figa della porta accanto. Solo Penny.

Cazzo al quadrato!

Sì, aveva una cotta per lui. Ma non c’era modo di potersi avvicinare a lui in quel modo. Da quando l’aveva conosciuto, Sheldon non aveva mai espresso interesse nell’avere una relazione romantica con qualcuno. Era troppo coerente con se stesso, troppo socialmente fuori dal mondo ma al contempo leale, premuroso e divertente, (a modo suo).

Tre settimane prima, dopo la serata del bucato e del film a noleggio, Penny si era buttata a letto ed era scoppiata a piangere, consapevole del fatto che era innamorata di un ragazzo che probabilmente non l’avrebbe mai corrisposta.

E così, dopo tre sabati e dopo essersi tenuta dentro quei sentimenti così lungo, decise di parlarne con sua madre. Non contava di ricavarne qualche consiglio utile per far cambiare le cose, aveva solo bisogno di sfogarsi con qualcuno. Quello che non sapeva era che Sheldon aveva, senza volerlo, ascoltato la conversazione e che le cose da lì a poco sarebbero rapidamente cambiate.

  
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