Bianco
e Nero
La
prima volta che l’aveva incontrato, Tobias era
stato fin da subito certo che lui e quel ragazzo erano agli antipodi.
L’aveva
visto lanciarsi senza paura, combattere con la furia di un animale. Si
muoveva
d’istinto, certe volte sembrava che la rabbia che covava
dentro fosse talmente
intensa da annebbiargli il cervello. Eppure non era stupido, di questo
se n’era
accorto durante la prima uscita per giocare a ruba bandiera: possedeva
una
capacità strategica e sapeva essere freddo come un serpente
quando si trattava
di individuare i punti deboli dei suoi avversari per poi usarli contro
di loro.
Cinico, disincantato, spietato: in parole povere tutto ciò
che lui non sarebbe mai
stato. Tutto ciò che non avrebbe mai voluto diventare.
Lato
nascosto
In
Eric c’era molto più di quanto non desse a
vedere. Dopo aver affrontato insieme il suo scenario della paura, aveva
scoperto quanto in realtà fosse fragile. Forse era stato
proprio in quell’occasione
che si era accorta di cosa provava per lui. Insopportabile, arrogante,
e con un
sarcasmo pungente che non aiutava certo a renderlo più
simpatico alle persone,
ma c’era anche un’altra faccia di Eric: desideroso
di ottenere la stima degli
altri, di proteggere le persone a cui teneva, di essere amato. Era
fragile,
quell’ Intrepido tutto muscoli e piercing, e detestava
esserlo con tutto il
cuore; era bello, anche se la maggior parte delle persone era troppo
intimorita
da lui per notarlo; era gentile, in un suo modo contorto certo, ma lo
era. Era
suo e quando la stringeva a sé o si chinava a baciarla con
impeto non poteva
fare a meno di sentirsi immensamente fortunata per essere riuscita a
scorgere l’Eric
dietro alla maschera che indossava con tutti gli altri.
Talento
naturale
Marcus
osservava gli iniziati che si allenavano. Tre,
forse quattro, erano degni della sua attenzione: il Rigido, uno degli
iniziati
interni, la Candida, e l’Erudito. Mentre
quest’ultimo sfidava il primo dell’elenco,
analizzò con attenzione i movimenti di entrambi.
C’era un posto vuoto tra le
fila dei capifazione, ora che Reaper era stato degradato, ma a chi
darlo? Era
questa la vera domanda. L’Erudito aveva un talento naturale
per la lotta e la
violenza, glielo si leggeva nella scintilla che ardeva negli occhi
grigi, ma il
Rigido sembrava più controllabile ed equilibrato. Era
precisamente di quello
che avevano bisogno: una persona stabile e affidabile, qualcuno da
poter
gestire senza troppi problemi. Eric era un talento, ma non possedeva la
calma e
la diplomazia di Tobias; sarebbe stato un grande soldato, tuttavia, su
questo
non aveva alcun dubbio.
Braccio
armato
Jeanine
non si fidava degli Intrepidi né li aveva
mai apprezzati più di tanto, scimmioni incapaci di usare
altro che non fosse la
forza bruta a suo parere, ma qualsiasi colpo di stato necessitava di un
gruppo
di fuoco e loro sarebbero stati il suo. E poi c’era quel
ragazzo, il
trasfazione, che non sembrava più avere nulla da perdere e
sparava senza fare
domande. Persino Max aveva protestato debolmente quando si era trattato
di
uccidere innocenti che non c’entravano assolutamente nulla
con i Divergenti, ma
non lui. La scelta per attribuire il ruolo di comandante degli
Intrepidi era
stata immediata e incredibilmente semplice: Eric sarebbe stato il suo
braccio
armato.