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Autore: Irizar Elwell    15/05/2014    1 recensioni
Christine, per gli amici Chris, una normalissima ragazza di 17 anni, si trasferisce a Dallas da sua sorella maggiore Sam, incinta di 6 mesi lasciando la sua adorata Shelbyville, il suo storico ragazzo Ben e la sua migliore amica di sempre Megan. Arrivata a Dallas incontrerà non poche difficoltà per farsi spazio fra i pregiudizi dei ragazzi della nuova città, dove incontrerà anche dei nuovi amici. Tutto sembra procede più o meno in modo abbastanza normale, ma la conoscenza di uno strano ragazzo dai profondi occhi grigi e i misteriosi fenomeni che ruotano attorno a lui sconvolgeranno del tutto la sua esistenza
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Lo seguo in silenzio attraverso il parco buio e freddo che si staglia davanti a noi.

Dove vuole portarmi?

Il vento si alza impetuoso sferzando la mia pelle che al suo tocco rabbrividisce.

La città pian piano si allontana da noi, dando spazio alla natura,alla quiete che la notte porta con se.

“che hai in mente Nigel?”

chiedo affrettando il passo per raggiungerlo, lui continua a camminare guardando davanti a se, i suoi passi sono sicuri, sembra che sappia bene dove andare, mentre il mio senso dell'orientamento inizia a diventare molto labile.

Cammino con passo incerto stando ben attenta a dove metto i piedi, ma inciampo in un ramo e cado tra la terra. Sento l'odore dell'erba fresca e la consistenza del terriccio umido tra le mani.

Mi sollevo appena intravedendo qualcuno fra i rami che mi osserva.

“ehy...”

Nigel distoglie la mia attenzione da quella presenza che sembra ormai scomparsa e si china su di me.

“scusami, sono la solita imbranata”

dico ridendo leggermente, cercando nel mentre di rimettermi in piedi, ma stranamente lui mi blocca, facendomi rimettere seduta sul terreno e foglie.

“cosa c'è?”

la sua mano inaspettatamente mi accarezza il viso, è così fredda che al contatto sussulto un po'. I suoi modi sono dolci e delicati, il suo sguardo si posa su di me sempre con tenerezza e affetto. Mi sembra così strano.

“Nigel...”

alito sul suo viso ormai troppo vicino al mio. Sento il cuore scoppiare nel petto e il mio corpo teso e rigido. Mi farà sempre questo effetto? Non riuscirò mai ad abituarmi a lui?

Mi avvicina a se accarezzandomi i capelli e mi bacia.

Le sue labbra sono così morbide e vellutate, è davvero perfetto, in tutto.

Sento il suo respiro farsi pesante mentre continuo ad assaporare i suoi baci. Ci adagiamo ai piedi dell'albero accanto a noie le sue mani scendono lungo il mio corpo. Gli afferro i capelli stringendolo a me, come se volessi tenerlo stretto, in modo da non lasciarlo scappare. Ci stacchiamo due secondi per riprendere fiato. Mi guarda intensamente, come non aveva mai fatto prima e appoggia la fronte sulla mia senza smettere di mantenere il contatto visivo. La sua mano riprende ad accarezzarmi il viso mentre l'altra mi cinge a lui con forza. Mi sovrasta del tutto ora, intrappolata tra lui e il tronco dell'albero. Riprendiamo a baciarci, le nostre lingue si intrecciano, i nostri respiri si uniscono. Non mi basta mai. Nigel non mi basta mai.

Passa a lambirmi il collo, catturando ogni mia emozione e facendomi sentire come se non fossi su questa terra. Sospiro e il mio corpo trema. È tutto così perfetto.

Scende sul mio petto poggiandoci la testa e lo sento sospirare.

Restiamo in silenzio, abbracciati. Godendoci questi attimi.

“buon compleanno”

sussurra.

Per tutta risposta lo stringo più forte a me.

“Ti amo Nigel”

dico senza pensarci, pentendomene subito dopo.

Lui mi guarda incredulo, staccandosi lentamente da me, si mette a sedere.

“ecco...io...torniamo a casa, è tardissimo!”

balbetto vergognandomi come non mai.

Ci incamminiamo in silenzio, mi chiedo cosa mi è preso. Dire una cosa così importante, in questo modo! Dio che stupida che sono! Conosco la sua situazione, conosco il suo modo di vedere le cose. Devo mettermi in testa che Nigel non è un ragazzo qualsiasi, anzi, non è nemmeno un ragazzo se vogliamo dirla tutta. Ma perché devo sempre combinare guai? L'avrò spaventato? L'avrò destabilizzato? Come si comporterà con me da ora in avanti?

È notte fonda quando arrivo davanti alla porta di casa.

“grazie per avermi accompagnata, buona notte Nigel”

dico stringendomi nelle spalle. Lui annuisce e va via. Guardandomi in modo strano e spaesato.

Che bel modo di merda di iniziare il mio compleanno!

“tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri alla zia Chris, tanti auguri a te!”

canticchia Sam svegliandomi.

Apro gli occhi assonnata e vedo mia sorella in piedi davanti a me con un muffin su cui ha messo una candelina rossa.

“oh, Sam...non dovevi..”

sorride a trentadue denti contenta e mi porge il dolce su cui soffio per far spegnere la fiamma.

“diciassette anni!”

esclama contenta. Sorrido imbarazzata e mi alzo dal letto per prepararmi. Nonostante oggi sia il mio compleanno nulla mi esula dal saltare la scuola purtroppo.

Ad aspettarmi c'è Nigel, sul vialetto di casa. Mi riviene in mente ciò che è successo nel bosco e arrossisco violentemente.

È lui a venirmi incontro con del caffè fumante tra le mani.

“buongiorno”

sussurra guardandomi negli occhi per poi allungarsi in un bacio.

Non me lo aspettavo. Così all'improvviso. Davanti casa mia, dove tutto il quartiere può aver visto.

“ciao...”

prendo il caffè e lo seguo in silenzio.

“non sembri così entusiasta oggi”

lo guardo interrogativa.

“nel senso, è il tuo compleanno, dovresti essere di buon umore, no? Cosa ti turba?”

“volevo scusarmi per quello che è successo ieri sera, non so cosa mi sia preso. Non so perché ho detto quelle cose...”

“quali? Ti scusi per avermi detto che mi ami?”

sussulto.

“già”

“non devi nemmeno pensarci”

entriamo in auto e cerco di proposito di guardarlo, mi sento così stupida e imbarazzata, eppure non dovrei fare così, è il mio “qualcosa” non posso comportarmi come una bambina. Alzo gli occhi per guardare la strada e dal nulla davanti a noi compare una ragazza del tutto fradicia.

“frena Nigel!”

urlo spaventata.

Lui inchioda subito ed io sbatto la testa contro il cruscotto.

“tutto bene?”

mi chiede prendendomi il viso fra le mani.

“si, credo di si”

“maledizione Chris, perché non ti sei messa la cintura?”

cosa? Io l'ho messa, ne sono sicura. Eppure guardandomi in torno Nigel ha ragione è sganciata.

Alzo lo sguardo e dall'altra parte del vetro noto la ragazza guardarmi. Apro la porta dell'auto per parlarle. Si sarà spaventata a morte.

“ehy, stai bene?”

chiedo . Lei mi fissa, sembra quasi arrabbiata con me.

“va tutto bene?”

le sfioro la spalla un attimo prima che lei si fiondi su di me mettendomi le mani al collo.

Ma che diavolo fa?

“Nigel!”
sento la ragazza ringhiare e scuotermi, le afferro le braccia cercando di togliermela di dosso senza alcun risultato.

“Chris!”

Nigel la allontana via come se nulla fosse a differenza mia e lei ringhiando scappa via, lontano.

Ma che cazzo succede?

“stai bene?”

annuisco portandomi le mani alla gola e respirare di nuovo in modo regolare.

“devo portarti al pronto soccorso?”

“per così poco?”

“Chris...”

“va bene...”

Arriviamo a scuola per l'ora di pausa.

“Chris, ma dov'eri finita?”

mi chiede Paul abbracciandomi.

“è stata colpa mia”

si giustifica subito Nigel.

“colpa tua per... oh, ma che hai fatto alla testa?”

sorrido guardandomi le mani.

“ecco, una piccola botta nulla di grave”

non capisco perché Nigel deve sempre prendersi la colpa di quello che mi accade. Non è assolutamente stata colpa sua questa volta. Sono io a non aver messo la cintura.

È sempre così protettivo nei miei confronti. A volte forse anche troppo.

“Chris, oggi hai da fare?”

chiede Mandy guardando attentamente la medicazione.

Rispondo in modo negativo e lei sembra illuminarsi. Che cos'ha in mente?

“perfetto!”

esclama dandomi poi un bacio sulla guancia.

Guardo Nigel, sento i suoi occhi su me. Che ha? Cosa sta pensando?

Sembra che qualcosa l'abbia reso cupo. Oggi è il mio compleanno, e voglio che lui sia felice. Voglio vederlo sorridere e passare con lui una bella giornata.

“va tutto bene?”

compito in modo da non farmi sentire dagli altri. Non voglio che pensino che Nigel sia sempre il solito tipo burbero.

Lui annuisce e mi sorride appena. Non so se credergli ma la momento voglio fidarmi della sua parola.

L'ultima lezione è quella di educazione fisica. Tutti i ragazzi mi hanno detto di tornare a casa e prepararmi. Mandy sembrava avere una gran fretta e subito dopo essersi fatta una doccia al volo è andata via. Me la prendo col comodo. Ho bisogno di rilassarmi anche solo due secondi sotto l'acqua.

Il piccolo taglio alla testa fa un po' male, ma il dolore è più che sopportabile. Penso a Nigel e mi sento tremare. Era quello il suo modo di darmi gli auguri questa notte? Se ci penso sento il cuore battere forte. Anche se un po' strana come cosa, è stata fatta col cuore. È stata una cosa fuori dagli schemi, proprio tipica di Nigel.

Sento dei passi nel corridoio dello spogliatoio. C'è ancora qualcuno? Provo a sporgermi per guardare meglio ma non vedo nessuno. Sarà stata la mia impressione. Chiudo l'acqua e prendo l'asciugamano per coprirmi. Ho come la sensazione di essere osservata.

Forse stando troppo assieme a Nigel sono diventata super sospettosa di tutto, anche io vedendo il pericolo anche in ciò che non c'è.

Avanzo di un passo per tornare agli armadietti, ma sento il rumore dell'acqua delle docce riprendere a scorrere.

“c'è qualcuno?”

chiedo guardandomi attorno, ma oltre a non ricevere risposta non vedo nessuno.

Sospiro e mi avvio verso gli spogliatoi ripetendomi mentalmente che sto davvero diventando paranoica.

Un altro rumore attira la mia attenzione, come se qualcosa avesse colpito gli armadietti. Questa volta sono sicura, non me lo sono immaginato e non sono paranoica.

Uno ad uno gli armadietti che mi precedono vengono colpiti con forza ed avverto davvero la presenza di qualcuno. Arretro lentamente, i colpi si fanno sempre più violenti e veloci ed allora inizio a scappare.

“chi c'è?”

sussurro con voce tremante.

Se questo è uno scherzo, non è per nulla divertente.

“stagli lontano!”

urla una voce femminile alle mie spalle e voltandomi vedo davanti a me la ragazza di questa mattina.

Urlo spaventata e riprendo a correre nella direzione opposta, avvicinandomi così nuovamente alle docce.

“non mi scappi”

dice inseguendomi.

Ma chi diavolo è? Cosa ho fatto di male?

Mi sento spingere e cado rovinosamente nel vano doccia. Alzo lo sguardo e vedo la sua sagoma prender forma sotto il getto dell'acqua.

“cosa vuoi da me?”

chiedo spaventata. Mi ha messo in trappola, maledizione.

La sento ridere in modo inquietante. Non credo voglia fare amicizia.

Sento il mio corpo sollevarsi da terra e qualcosa stringere attorno al collo, sempre più.

“devi stare lontana da lui!”

ringhia facendo battere la mia testa contro la parete.

Il dolore mi invade e mi sento un po' stordita, lei continua a colpirmi ripetutamente senza darmi tregua.

La vista mi si offusca e forse è grazie ai miei sensi intorpiditi che riesco a vederla per davvero, prima di svenire.

“Chris!”

Apro gli occhi improvvisamente, tossisco e cerco di riprendere a respirare. Sono ancora nello spogliatoio, esattamente nel vano doccia. Mi gira un po' la testa.

“stai bene?”

non mi sono minimamente accorta della presenza di Nigel.

Mi porto una mano alla nuca, che dolore!

“sto bene...”

dico per poi osservare la mia mano sporca di sangue.

“più o meno...”

provo ad alzarmi barcollando, direi che ho preso davvero una bella botta.

“si può sapere che ti è successo?”

chiede preoccupato lui guardandomi con imbarazzo. Mi guardo anche io, constatando che sono bagnata fradicia e completamente nuda, con solo un asciugamano addosso.

“ehm... ok...”

balbetta lui in totale imbarazzo.

“non guardare ok, ce la faccio”

dico cercando di essere convincente.

In realtà non riesco a reggermi in piedi, oltre a trovare questo mio comportamento davvero stupido e infantile.

Lui lo sa benissimo, ormai credo che mi conosca alla perfezione e senza un minimo cenno di emozione, mi sistema l'unica cosa che può coprirmi alla meglio prendendomi fra le sue braccia.

Sentire le sue dita sfiorare il mio corpo mi fa venire la pelle d'oca, è così ambigua come situazione, sono praticamente nuda fra le sue braccia, e anche se dovrei pensare al fantasma assassino in questo momento mi sento in completa soggezione.

“dovrei portarti in ospedale...”

sussurra al mio orecchio fermandosi.

“dovrei andarci...”

rispondo deglutendo.

Il suo viso è così vicino al mio e i suoi occhi mi ipnotizzano.

“Chris...”

alita il mio nome dolcemente sfiorandomi il naso con le sue labbra.

Mi bacia lievemente, riconosco il sapore del sangue e immediatamente mi allontano.

“continua a baciarmi”
afferma lui senza fare una piega.

Si è tagliato per me, per guarire la ferita alla nuca. Obbedisco e lo bacio.

“Non devi farlo...”

Dico allontanandomi subito dopo. Non voglio che faccia questo per me.

“non preoccuparti”

risponde stringendomi di più a se.

“NO!”

urla una voce demoniaca nell'aria prima di scaraventarmi per terra.

È tornata!

“Chris!”

urla Nigel correndo verso me.

La plafoniera a led sopra di me inizia a cedere e delle scintille scoppiettano da essa.

Guardo i miei piedi sommersi nell'acqua.

Alzo lo sguardo e incontro quello di Nigel. Il tempo sembra fermarsi.

“sta lontano da lui!”

ringhia al mio orecchio la voce del fantasma.

La lampada cade ma Nigel mi afferra appena in tempo, prima di essere schiacciata.

Apro gli occhi ritrovandomi fra le sue braccia.

“stai bene?”

mi chiede tenendomi la testa fra le mani.

Annuisco confusa e spaventata.


Nigel mi accarezza leggermente i capelli. Siamo a casa sua, nella sua camera. Devora mi ha fatto trovare dei vestiti per me piegati sul letto.

“Devora è stata gentile”

dico sconfortata stringendomi nelle braccia.

“hai freddo?”

annuisco leggermente.

“mettiti sotto le coperte, cerca di riposare un po' ok?”
Fa per andare via, ma gli afferro la mano, non so perché, ma non voglio restare da sola. Non oggi.

“ti va di rimanere qui ancora un po'?”

chiedo un po' insicura. Ultimamente sto solo causando problemi a Nigel.

“Chris, mi spiace per quello che ti sto facendo passare. Non riesco a tenerti al sicuro, c'è sempre qualcosa o qualcuno che cercherà di ucciderti, ed è solo colpa mia”

è affranto, lo so benissimo, ma è stata una mia scelta rimanergli accanto e non me ne pento. Affronteremo tutto, lo faremo assieme.

Lo avvicino a me e lo bacio leggermente. Non voglio che si senta in colpa.

“scusami, oggi dovrebbe essere un giorno speciale per te”

“lo è”

Questa volta è lui a baciarmi. Si adagia su di me, sovrastandomi del tutto, i suoi gesti sono così naturali. Sfiora le mie spalle fino ad arrivare alle mani che stringe forte e intanto scende sul mio collo sfiorandolo dapprima con le labbra e poi inumidendolo con la lingua calda e soffice. Mi sento in completa balia di lui, sovrastata da mille e più emozioni per me nuove.

Gli accarezzo la schiena percorrendola in tutta la sua superficie, stupendomi di quanto sia possente.

Fin dove ci spingeremo questa volta?

“Chris..”

sussurra lui al mio orecchio dolcemente accarezzandomi con una mano il petto.

“lo so... noi non...”

sorride dolcemente, sembra quasi imbarazzato.

“voglio solo che tu, ne sia sicura...”

“tu ne sei già sicuro?”

distoglie lo sguardo mettendosi a sedere. Lo imito rannicchiandomi accanto al cuscino.

“riposa ora”

dice accarezzandomi la mano prima di andare via.

È quasi sera quando mi sveglio, non ho dormito molto bene. Ho avuto l'impressione di essere osservata da qualcuno per tutto il tempo.

Mi alzo un po' intontita accorgendomi che sul letto c'è un bel vestito bianco in pizzo.

Lo sfioro con le dita sorridendo leggermente.

“è permesso?”

chiede Devora aprendo leggermente la porta d'ingresso. Annuisco e lei silenziosamente entra.

“dovresti indossarlo, il signorino Nigel lo ha preso per te apposta”

Nigel? Che pensiero gentile.

Devora mi aiuta a metterlo, con fare premuroso.

“signorina Christine, buon compleanno”

dice prima di andar via accennando un sorriso e chiudendosi la porta alle spalle.

Raggiungo Nigel in giardino, restando incantata nel guardarlo.

“sei splendida Harries”

dice porgendomi la mano.

“grazie per il vestito, è stupendo. A cosa devo tutto ciò?”

c'è qualcosa che non va, lo sento. Ho come l'impressione che stia tutto per finire. Ho la sensazione che a breve accadrà qualcosa di brutto. Lo leggo nei suoi occhi, lo vedo nei suoi gesti. Non ha minimamente accennato a cosa possa essere quella creatura, si è comportato in modo quasi indifferente.

“lo scoprirai tra poco”

mi benda e mi fa salire sulla sua auto.

Durante il viaggio regna il silenzio, un inquietante silenzio.

Ho la brutta sensazione che questo viaggio, sarà l'ultimo per come è stata la mia vita a Dallas fino ad ora.

   
 
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