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Autore: inomniaparatus77    16/05/2014    3 recensioni
"Ad una cosa non avevo pensato.
Non avevo pensato che potesse esserci lei, dall'altra parte del telefono."
Per chi, come me, a distanza di anni dall'ultima stagione di "Gilmore Girls", ancora non riesce a non fantasticare sulla coppia Rory e Jess, e vorrebbe altri capitoli nel libro della loro storia.
Questa è per voi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Philadelphia, 4 Ottobre 2009.

 

Certo che George ha questo strano modo di tagliarmi la frangia che proprio non capisco, ma ormai ci ho fatto l'abitudine e per i sette dollari che mi chiede è già tanto che non mi faccia uscire di qui somigliante ad un pulcino spennato. Mi guardo al grande specchio che riflette tutto il resto del negozio, forbici ovunque e capelli a terra, che tra poco qualche malcapitato pulirà. Seduta sui divanetti destinati alle persone che attendono c'è una bimba bionda che è lì ad accompagnare suo nonno: legge uno di quei mini libricini che parlano di principesse e robe simili, e mi fa sorridere, perché ogni volta che la sorprendo a fare facce annoiate guardandola grazie allo specchio, lei se ne accorge e mi fa una linguaccia. Mi alzo dalla sedia - a malincuore, è davvero comoda - e vado alla cassa dove il vecchio George mi spilla i soliti sette dollari, e mi ringrazia per essere andato a trovarlo nuovamente. Indosso il giacchetto, saluto ed esco, con in mano una delle mie adorate Marlboro. Sì, è vero. Avevo detto di voler smettere ma già vi ho annoiato molto con le mie sottospecie di autoconvinzioni andate a male per, appunto, smettere di farlo, quindi vi basti sapere che ancora non ho smesso.

Infilo in bocca la sigaretta, e il mio accendino combatte contro il vento, è per questo che devo fermarmi e coprire con una mano la fiamma per far sì che la sigaretta si accenda. Il fumo mi pervade i polmoni e brucia un po', a confronto col freddo gelido che c'è fuori. Caspita, siamo agli inizi di Ottobre e qui a Philadelphia già fa un freddo da cani. Faccio una passeggiata in una via alberata cercando di rimanere nelle zone assolate, per non gelare. Devo ricordarmi di tirare fuori la giacca più pesante. Devo ricordare troppe cose in realtà. Ma oggi è sabato e direi che posso rimandare a domani ciò che dovrei ricordare o fare oggi, no? Potrei anche richiamare quella Lindsay, si, quella del bar in Marple Street, o potrei anche non farlo.. cosa che credo sceglierò. Le ragazze sono una seccatura, specie quando sanno parlare solo della loro ultima manicure o di quanto siano scostanti gli uomini ubriachi che restano fino a tarda notte nel loro bar.

Spengo – un po' prima del solito – la sigaretta, è veramente troppo freddo per i miei gusti, voglio solo andare a casa e leggere ancora, magari bevendo del thé. Raggiungo rapidamente la via di casa e decido di prendere l'ascensore, è sabato, ripeto, sono entrato nella modalità riposo, ormai. Entro in casa e mi rendo conto che c'è qualcosa di strano, non realizzo immediatamente cosa, ma mi bastano pochi secondi per capire che ho lasciato il mio Ipod sullo shuffle dock acceso, e “Skinny Love” dei Bon Iver sta risuonando in tutta casa. Però, devo dire che ci sta bene. Inizio a canticchiarla e sorrido leggermente, quella canzone pur essendo abbastanza malinconica, mi fa sorridere. Sono sempre stato così con tutto, mi distaccavo dagli altri, se per esempio per tutti gli altri era inverno, per me doveva essere estate, anche se gelavo dal freddo ed indossavo tre strati di vestiti. E non c'era nessuno in grado di potermi far cambiare idea.

Insomma, mi tolgo la giacca e la appoggio sulla poltrona, sbuffando in un gesto liberatorio.

Skinny Love” è terminata, e mentre attendo curioso di sentire quale canzone arriverà dopo un rumore del cazzo mi disturba: quel telefono, di nuovo. Non mi chiama mai nessuno, dico io, questo dovrà essere Jake che sarà rimasto a fare il bilancio in libreria. Rispondo, irritato, con tutta l'intenzione di fargli capire che è sabato e voglio riposare.

-Pronto, Jake, ma quante volte devo dir.. -

-Jess, sei tu? -

Non ho fatto in tempo a finire la frase che, quella voce mi ha perfettamente dimostrato che non si trattava esattamente di Jake, bensì di una persona che non sentivo da molto, molto tempo. Rimango sorpreso, davvero, e in un primo momento non spiccico una parola.

-Oh devo aver sbagliato numero, mi spiace..-

-Rory, sei davvero tu?- provo a dire con il tono di voce più pacato che riesco a mantenere in questo momento, nonostante lei stesse per riattaccare – il numero è giusto, sono Jess.-

Mi vado a sedere sulla poltrona, mentre quella voce pacata ma allo stesso tempo trillante mi risuona nell'orecchio portando alla mente ricordi che non osavo rispolverare da un po'. Inutile dire che l'imbarazzo si scioglie dopo poco e ci ritroviamo a spendere un'ora e mezza in chiacchiere telefoniche di ogni tipo.

Rory. Rory Gilmore in persona.

Non posso crederci.

  
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