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Autore: inomniaparatus77    06/01/2014    5 recensioni
"Ad una cosa non avevo pensato.
Non avevo pensato che potesse esserci lei, dall'altra parte del telefono."
Per chi, come me, a distanza di anni dall'ultima stagione di "Gilmore Girls", ancora non riesce a non fantasticare sulla coppia Rory e Jess, e vorrebbe altri capitoli nel libro della loro storia.
Questa è per voi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Philadelphia3 Ottobre 2009.


Sto leggendo per la tredicesima volta '1984' di Orwell mentre accendo l'ultima sigaretta della serata. E' l'ultima, giuro che lo è. Sto cercando di smettere di fumare da quando ho saputo che le sigarette aumenteranno notevolmente di prezzo. So che è una stronzata, anche perché è da un anno che lo so e che cerco di smettere, ma le sigarette non sono mai aumentate di prezzo; ma me lo dico perché è l'unico motivo che, anche se non mi fa ancora smettere, almeno mi fa pensare all'idea di farlo. Credo che tra poco andrò a fare un bagno, oggi in libreria abbiamo sperimentato il nuovo impianto di riscaldamenti con largo anticipo, giusto per vedere se funzionasse, ed ho sudato quasi ai livelli che raggiungevo lavorando alla locanda di Luke a diciassette anni, in piena pubertà e sconvolgimento ormonale. Finita la sigaretta, chiudo il libro e lo lascio sul tavolino di vetro, in mezzo a tre o quattro lattine vuote, lì da chissà quanti giorni. Mi alzo e lascio il salone per andare in bagno, chiudo la porta dietro di me, e dietro di essa lascio anche tutto il caos della città.
Magari si potesse fare anche coi pensieri, mi dico, inclinando appena la testa.
Butto a terra i vestiti ed apro l'acqua calda. Mi guardo allo specchio: devo tagliare i capelli, domani ci andrò. Entro in vasca, l'acqua calda che cade dal rubinetto sul mio polpaccio, forse scotta un po', non importa. Chiudo gli occhi, mi rilasso. Penso che domani, oltre a tagliare i capelli, dovrò chiamare mia madre, è il suo compleanno, ed è tantissimo che non la sento. Poi ad un tratto non penso più a nulla; con gli occhi socchiusi prendo il bagnoschiuma, ne verso abbastanza nell'acqua, e si creano alcune bollicine, le sento tra le dita. Passa una mezz'ora, forse di più, ed il telefono squilla, è in cucina, e non mi alzerò di certo per rispondere, scatterà la segreteria, e io ci penserò dopo. 

Una volta ricaricate le forze ed essermi sciacquato di dosso il sapone, esco e lascio svuotare la vasca, sono le nove, wow. Non so cosa mangerò stasera. Mi lego un asciugamano alla vita e ne passo uno sui capelli per non farli sgocciolare. Sono davvero troppo lunghi, penso. Uscendo dal bagno qualcosa mi dice di andare a controllare il telefono, così mi avvicino al tavolo di cucina, lo prendo in mano e noto la notifica di una chiamata persa: ascolto la segreteria, nulla. Nessun messaggio. Non conosco il numero, non richiamerò. Vado in camera a mettere una t-shirt e dei pantaloncini, vado in cucina,  ed inizio a preparare due toast con ciò che trovo in frigo, non ho molta fame, per mangiarli rimango in piedi fissando fuori dalla finestra le foglie che cadono dagli alberi, non penso a niente di romantico o emotivamente collegato a questo, apprezzo solo i colori dell'autunno, anche se è notte. Finisco la mia "cena" e metto il piatto nel lavandino, lasciandolo lì così. Torno a sedermi sul divano e riprendo in mano il mio libro, e sto per iniziare pagina centoquattro, quando il telefono squilla. Di nuovo. Mi alzo, sbuffando, e mi avvicino a quel maledetto aggeggio trillante. Di nuovo quel numero.
- Pronto?- rispondo, con voce ferma. 

Silenzio. Non si sente nulla, dall'altra parte. Sto quasi per riattaccare quando sento "tu-tu-tu". Ha riattaccato lui per primo. Trattengo una risata mentre poggio il telefono, questo tipo di chiamate mi divertono, mi diverto a immaginare chi ci sia dall'altra parte, e il motivo di quella chiamata. Ma stavolta non lo faccio, no, sono stanco e penso che abbandonerò anche il mio caro Orwell, per stasera. Porto il telefono con me, lo poggio sul comodino, e mi infilo nel letto. Rivolgo un ultima occhiata al telefono, lo attacco al caricatore perennemente collegato alla presa, guardo che la sveglia sia attivata, e lo poso. Spazio un po' con la mente prima di cadere in un sonno profondo, come mio solito.

Solo che ad una cosa non avevo pensato.
Non avevo pensato che potesse esserci lei, dall'altra parte del telefono.

  
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