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Autore: RandomWriter    16/05/2014    3 recensioni
Si era trasferita con il corpo, ma la sua mente tornava sempre là. Cambiare aria le avrebbe fatto bene, era quello che sentiva ripetere da mesi. E forse avevano ragione. Perchè anche se il dolore a volte tornava, Erin poteva far finta che fosse tutto un sogno, dove lei non esisteva più. Le bastava essere qualcun altro.
"In her shoes" è la storia dai toni rosa e vivaci, che però cela una vena di mistero dietro il passato dei suoi personaggi. Ognuno di essi ha una caratterizzazione compiuta, un suo ruolo ben definito all'interno dell storia che si svilupperà nel corso di numerosi capitoli. Lascio a voi la l'incarico di trovare la pazienza per leggerli. Nel caso decidiate di inoltrarvi in questa attività, non mi rimane che augurarvi: BUONA LETTURA
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In her shoes'
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RIASSUNTO DELLA PUNTATA PRECEDENTE:

La classe di Erin va in piscina come attività sostitutiva all’ora di educazione fisica. La ragazza è in imbarazzo perché si fa complessi sul suo fisico, immaginando le battutacce di Ambra e Castiel. In spogliatoio, Erin si insospettisce per lo scarso volume di capelli sotto la cuffia della bionda e scopre che la ragazza indossa delle extension. È l’occasione che aspettava per vendicarsi della sua umiliante fototessera che Ambra ha esposto a tutta la scuola.
Al termine della lezione, tra le due sfocia una discussione ma alla fine il piano di Erin è un successo: Ambra è costretta a mostrarsi a tutti senza i suoi morbidi boccoli biondi.

 
Capitolo 8: UN RICORDO DI CUI VERGOGNARSI
 
Studi scientifici hanno recentemente dimostrato che la rapidità con cui viaggia un pettegolezzo succulento possa uguagliare quella della luce nel vuoto: non appena le due classi avevano rimesso piede al liceo Dolce Amoris, già mezza scuola sapeva di Ambra e delle sue extension. La ragazza dal canto suo si vide costretta a passare l’intervallo trincerata in classe, abbaiando insulti ai curiosi che facevano capolino.
Durante le lezioni del mattino, aveva lanciato occhiate fulminee ad Erin, consapevole tuttavia di non avere prove per accusarla del furto. Fortunatamente per lei, l’ora di pranzo arrivò presto. Infatti, differentemente dagli altri studenti, Ambra aveva un autista personale che veniva a prelevarla dopo le lezioni affinché la signorina non si abbassasse a mangiare il cibo squallido della mensa. Nathaniel invece, non approvando quell’abitudine, si adeguava a ciò che facevano tutti gli altri studenti. In quanto segretario delegato, sentiva di dover dare il buon esempio e adeguarsi alla routine scolastica.
Il ragazzo quindi cercò Erin in classe ma non la trovò, così chiese informazioni a Iris:
“mi ha detto che veniva a cercarti per chiederti di pranzare insieme” gli spiegò la ragazza. Nathaniel sorrise compiaciuto e ciò non sfuggì alla sua interlocutrice.
“e così ci porti via Erin” sorrise maliziosa “in meno di una settimana, sei già riuscito a combinare un appuntamento con lei”
“ma che appuntamento! Pranziamo solo insieme”
si difese il delegato arrossendo. L’innocenza del ragazzo aveva un che di adorabile. Iris sorrise pensando a come la personalità di Nathaniel si incastrasse perfettamente con quella intraprendente e pasticciona dell’amica. Erin era arrivata al Dolce Amoris lunedì e nell’arco di quattro giorni aveva già conquistato la simpatia di mezza scuola con la storia del pallone scomparso. Se si fosse diffusa la notizia che era l’artefice anche della “calvizie” di Ambra, allora avrebbe conquistato anche l’altra metà degli studenti.  Ma niente di tutto questo aveva colpito Nathaniel: il ragazzo aveva la capacità di andare oltre le apparenze e i giudizi altrui. Riusciva a scrutare l’animo delle persone e, quasi sempre, a trovarne il loro lato migliore.
 
Quando Nathaniel incrociò Erin, la ragazza aveva appena svoltato dal corridoio degli armadietti verso quello della palestra; il suo modo di camminare, nonostante l'abbigliamento da maschiaccio era di un'eleganza e leggiadria che raramente il ragazzo aveva visto. 
“finalmente ti ho trovata eh?” la chiamò. Al sentire quella voce, Erin si sciolse in un sorriso.
“anche io ti stavo aspettando”.
I due uscirono in cortile e Nathaniel occupò una panchina sotto un albero frondoso.
“in questo liceo non vi fate mancare nulla” commentò Erin ammirata:
“ci sono un sacco di club diversi, un giardino attorno alla scuola che è enorme, una biblioteca ben fornita, un teatro… mi chiedo perché non ci sia la pista di atterraggio degli elicotteri”
“c’è: è sul tetto”
replicò tranquillo Nathaniel deglutendo un boccone, ma di fronte all’espressione inebetita della ragazza, fu costretto a smentirsi:
“ahahah! scherzavo! Dovessi vedere che faccia hai fatto” e nel vedere Nathaniel che la imitava, anche Erin scoppiò a ridere.
“nella mia vecchia scuola non c’era niente di tutto ciò” commentò lei.
“com’era?”
“te l’ho detto, non c’era un tubo”
rispose masticando il proprio panino “ma scusa, tu non fai parte di nessun club?”
“no, in quanto delegato degli studenti, ho il mio bel daffare durante le attività pomeridiane”
“beh, ma quando sei stato eletto delegato? Prima che club frequentavi?”
“sono stato nominato l’anno scorso. Dunque, il secondo anno ho fatto parte del club di giornalismo, poi il terzo a quello di calcio”
“ed eri bravo?”
“me la cavavo”
sorrise Nathaniel con modestia.
“aspetta, non mi hai detto del primo anno! A cosa ti eri iscritto?”
Il ragazzo guardò in alto verso il cielo con fare vago:
“non mi ricordo…comunque speriamo non si metta a piovere. Hai visto le previsioni?”
“no, no! Adesso mi dici cosa avevi scelto il primo anno!”
protestò Erin divertita, non lasciandosi sfuggire quel maldestro tentativo di cambiare argomento.
Nathaniel sospirò:
“non è una cosa di cui vado orgoglioso” mugulò guardando Erin di sottecchi.
“no dai, dimmelo!” insistette la ragazza.
“-ito” borbottò:
“non ho capito”
ammise Erin candidamente.
“club di cucito”
Erin dapprima strabuzzò gli occhi, poi cominciò a rotolarsi su se stessa.
“ahahhaha, maddai!”
“te l’ho detto che mi vergogno!”
protestò Nathaniel.
“e perché scusa?”
“perché non è una cosa da maschi!”

“no, intendevo… perché ti sei iscritto a quel club? È assurdo!” specificò Erin senza smettere di ridere.
Il viso del ragazzo assunse un’aria pensierosa e con uno strano sorriso in volto le raccontò:
“perché all’epoca il mio migliore amico mi aveva convinto che potevamo prendercela comoda nella scelta dei club. Abbiamo aspettato troppo e così alla fine era rimasto disponibile solo quello. Cinque anni fa la scelta non era così ampia come oggi” si giustificò Nathaniel.
“beh, almeno eravate in due maschi. Chissà quante risate vi sarete fatti” lo consolò Erin divertita.
“già” replicò il delegato e dei ricordi allegri presero posto nella sua mente. La ragazza lo osservava incantata. L’espressione dolce dei suoi occhi, il viso liscio e curato... Erin si perse nel contemplare quell’immagine.
“con Castiel era impossibile non divertirsi” commentò tra sé e sé.
Nonostante il tono sommesso, Erin intese perfettamente quella frase.
Nathaniel vide gli occhi della ragazza dilatarsi.
“CASTIEL ERA IL TUO MIGLIORE AMICO?!”
“non serve urlare…”
obiettò Nathaniel leggermente divertito.
“m-ma siete così… diversi”
“è la stessa cosa che mi hai detto quando ti ho detto che Ambra è mia sorella”
puntualizzò.
“sarà perché sei unico” rispose immediatamente Erin. Sul momento non si rese conto di avergli fatto un complimento, ma una volta che ne prese consapevolezza, arrossì violentemente. Nathaniel fece finta di non cogliere l’imbarazzo della ragazza e proseguì:
“l’avrei ucciso quando ho scoperto che ci toccava andare nel club di cucito. Per fortuna che le ragazze del club ci lasciavano giocare a carte e cose così”
“beh, ma allora non è stato così tremendo…”
“aspetta a dirlo… Quando la preside scoprì che non ci stavamo applicando nell’attività del club, andò su tutte le furie, e insistette per assistere personalmente ad una lezione di cucito in cui io e Castiel dovevamo metterci all’opera. Abbiamo passato tre ore con la Preside che ci teneva d’occhio. Ho ancora la scena davanti agli occhi: io che mi pungevo di continuo con l’ago e Castiel che borbottava tutto il tempo delle imprecazioni che facevano infuriare ancor di più la preside.
Abbiamo passato dieci minuti solo per far passare il filo nella cruna. Il risultato finale è stato qualcosa di imbarazzante ma almeno la preside si era rabbonita e si limitò a raccomandarci di essere più responsabili l’anno successivo nella scelta dei club”.

Erin sorrise immaginandosi la scena ma soprattutto continuando a chiedendosi come due persone così diverse potessero essere state amiche in passato: Nathaniel era così educato e garbato mentre Castiel un cafone senza speranze. Era pur vero che conosceva entrambi da appena quattro giorni, troppo pochi per poter avere la presunzione di giudicarli.  E doveva rimediare a questa sua lacuna.
 
Erano le 13.51 quando Ambra si diresse verso il suo armadietto per recuperare il necessario per il club di cui era la presidentessa: teatro.
Passando per i corridoi sentì dei sogghigni sommessi e intercettò anche qualcuno che la indicava. Finché non avesse trovato le sue adorate extension, avrebbe dovuto sopportare quell’attenzione negativa e anche una volta trovate, il suo imbarazzante segreto di bellezza era comunque stato svelato. Il danno d’immagine che ne era derivato era di dimensioni abissali.
Con passo deciso, arrivò al suo armadietto. Fece per portare la mano sulla manopola, quando si bloccò: le sue amate extension erano appese al gancio con un biglietto in bella mostra:

 
“posso farti una confidenza? Non mi dispiacerebbe vederti con meno capelli in testa :-)”
(N.d.A: vedi capitolo 4, scena del bagno).

Si guardò attorno e vide che tra gli studenti presenti si era diffuso un sorriso di scherno.
Ambra alzò i tacchi fulminandoli tutti con lo sguardo. Quel biglietto era come una firma: ora aveva la prova che incriminava il colpevole.
 
“tu e Castiel amici” borbottò tra sé e sé Erin
“la cosa ti lascia tanto sorpresa?”
“siete incompatibili! Andiamo! lui è così rozzo e volgare, mentre tu sei…”
avrebbe voluto dire “il ragazzo perfetto” ma si trattenne.
“non ero così santarellino all’epoca sai” ammise Nathaniel.
“colpa di Castiel ne sono sicura! È una pessima influenza” sentenziò Erin con convinzione e solennità tanto che il ragazzo si lasciò sfuggire una risata.
“era quello che mi ripetevano gli inseganti. In ogni caso adesso è tutto diverso. Non ha più senso parlare del passato”
La perplessità del volto di Erin era lampante. Il ragazzo aveva completamente cambiato atteggiamento e aveva pronunciato quella frase con un tono perentorio e misterioso. Non le lasciava spazio a repliche o richieste di chiarimenti.
Quella volta Erin fu costretta ad accantonare la propria curiosità, che tuttavia, sentiva crescere man mano che il silenzio tra di loro aumentava. Nathaniel aveva uno sguardo pensieroso e fissava un punto davanti a sé senza lasciar trapelare nessuna emozione. Entrambi erano talmente persi nelle loro riflessioni, che non si accorsero della figura che stava sopraggiungendo come una furia.
Erin si accorse che una sagoma aveva improvvisamente impedito ai deboli raggi solari di illuminarle il vso e fu costretta ad alzare il volto.
Istintivamente pensò a Kim, a quando era venuta ad annunciarle che Castiel la stava cercando per la sfida. Questa volta però, si trovò di fronte la sua peggior nemica.
“non posso crederci! Ora te la fai anche con mio fratello!” tuonò Ambra con le mani ai fianchi.
“Ambra!” le riprese il biondo alzandosi furente, destandosi dai suoi ricordi “non sono affari tuoi!”
“non sono qui per parlare con te, Natty. Hai oltrepassato il limite sfigata”

La bionda brandiva nella mano destra le morbide extension e il biglietto che Erin aveva ben pensato di lasciarle per concludere l’opera in bellezza. Non le era bastato vendicarsi di Ambra: aveva voluto lasciarle un indizio affinchè la bionda capisse con chi aveva a che fare. Sapeva che Ambra avrebbe ricollegato quella provocazione a quella che lei stessa le aveva rivolto in bagno qualche giorno prima. Quello che Erin aveva trascurato di calcolare, era che Ambra l’avrebbe accusata di fronte a Nathaniel.
Il ragazzo dal canto suo, non poteva fare a meno di notare l’oggetto che la sorella teneva in mano e intuire quali fossero le sue intenzioni.
“che vuoi da me?” le chiese Erin scocciata. Per ora il suo unico obiettivo era non compromettersi davanti al delegato.
“indovina! Verrai dalla preside con me! Non puoi passarla liscia!” replicò la bionda afferrandole il braccio.
“Ambra! Smettila! Erin non ti ha fatto nulla. Ne sono sicuro” s’intromise Nathaniel svincolando la morsa della sorella.
Questa frase fece sentire Erin terribilmente in colpa. Nathaniel era convinto della sua innocenza quando in realtà lei non aveva saputo resistere alla tentazione di vendicarsi della sorella.
Era più meschina e infantile di quello che il ragazzo volesse credere. Non era degna di tanta fiducia.
“ne sei convinto eh?” chiese Ambra con tono beffardo “se è davvero innocente, non avrà problemi ad affrontare la preside”
“non ha senso che venga in presidenza se non è coinvolta in questa faccenda”
Erin era rimasta in silenzio e capì che era arrivato il suo momento di prendere parola.
“Nathaniel ha ragione Ambra. Andrò con lei dalla Preside e risolveremo questa faccenda. Mi dispiace”
Il delegato fece per protestare: “allora vengo con te” ma la ragazza lo bloccò:
“no. Devo sbrigarmela da sola questa volta. Tu sei fin troppo disponibile con me”.
Erin lo guardò con una tale intensità che dal suo sguardo trasparì un senso di colpa intriso di gratitudine.
“mi viene da vomitare” borbottò Ambra schifata “forza, andiamo!” le ordinò ed Erin, per una volta, fu costretta a seguire la bionda come un cagnolino.
 
Una volta lontana da Nathaniel, Erin si sentì più libera di aggredire la sua compagna, che puntualmente esclamò:
“almeno potevi evitare di lasciare questo pessimo biglietto!”
“quella frase ci cascava troppo a pennello”

“ah ah! lo ammetti eh?” esclamò la bionda con tono vittorioso.
“ma sei stupida o cosa? A questo punto è ovvio che sono stata io. Ammetterlo di fronte a te non fa nessuna differenza” replicò asciutta Erin facendo spallucce.
La tranquillità e il controllo della situazione si erano impadroniti della ragazza e ciò non faceva altro che far inviperire ancora di più Ambra.
“nel caso non l’avessi notato, non ci fai una bella figura davanti al mio fratellino” aggiunse dopo un po’ la ragazza. Osservando di sottecchi l’espressione di Erin, esultò dentro di sé, soddisfatta di aver trovato il punto debole della nemica.
“sei una serpe Ambra” ribattè Erin a denti stretti “Adesso siamo pari”
“siamo pari un corno!”
sbottò la bionda “il tuo scherzetto è stato molto più...”
“geniale”
le suggerì Erin con un sorriso sghembo facendola inviperire ancora di più tanto che, quando arrivarono di fronte alla porta della presidenza, Ambra la varcò con veemenza.
“preside!”
La preside fece un salto dalla sedia e rimase talmente scioccata da quell’aggressività che inizialmente, non riuscì a formulare nessun rimprovero per quella mancanza del rispetto dell’etichetta.
“Erin mi ha rubato le extension”
“e cosa sono?”

“queste!” esclamò Ambra sventolandole davanti al naso quella che una volta era la sua criniera leonina.
“innanzitutto vediamo di darci una calmata signorina Daniels. Non è questo il modo di entrare in presidenza!” tuonò la donnina recuperando un po' di contegno “E poi mi spieghi: perché avrebbe dovuto rubargliele, la signorina Travis ha i capelli castani, queste invece sono bionde” obiettò la preside, indicando i capelli finti.
“voleva farmi un dispetto!”
“e direi che c’è riuscita”
concluse la preside osservando con curiosità la capigliatura scarna di Ambra.
“tu Erin cosa hai da dire a tua discolpa?”
“non è colpa mia se Ambra è spelacchiata!”
protestò Erin strappando un fugace risolino alla vecchina che però, in veste di giudice imparziale, fu costretta a soffocare.
“ma se l’hai ammesso pochi secondi fa, prima che entrassimo qui!” protestò Ambra.
“Io? Te lo sarai sognato, anzi no, te lo sei proprio inventato. Si ricorda preside di lunedì quando Ambra le aveva detto di aver visto qualcosa in cortile?”
Erin ricordava perfettamente il primo scherzo che quell’arpia le aveva giocato appena quattro giorni prima quando le aveva fatto credere che il pallone da basket fosse stato nascosto in presidenza. In quell’occasione Ambra aveva raccontato una bugia alla preside per allontanarla dal suo ufficio.
“forse Ambra soffri di allucinazioni” concluse Erin deridendola.
“sarai tu a soffrire se non la smetti immediatamente” le bisbigliò Ambra approfittando del fatto che la preside fosse un po’ sorda. La donna però era al limite della sopportazione e cercò di portare il dibattito ad una conclusione.
“dunque signorina Travis, devo ripeterglielo: cosa ha da dire dell’accusa che le ha mosso Ambra?”
“che sono stata accusata ingiustamente visto che Ambra non ha prove. Anche a me è stato fatto un torto qualche giorno fa, ma non ho certo accusato lei di esserne la responsabile”.

Ambra guardò la nemica con astio. La storia della fototessera. Non aveva immaginato che Erin l’avrebbe usata a suo vantaggio. Quella ragazza era piena di risorse.
“che torto?” chiese la preside spazientita.
Erin proseguì a spiegarle dello scherzo della fototessera:
“detto questo. Nathaniel mi ha assicurato che la fototessera c’era quando ha visionato la prima volta il mio fasciolo a casa sua, ma dopo cena era sparita. Con questo non voglio certo dire che Ambra, dopo averla vista accidentalmente, abbia pensato che sarebbe stato divertente fare uno scherzo ad una persona che ancora non conosceva…” sospirò Erin con aria innocente.
La preside guardò Erin capendo perfettamente doveva voleva andare a parare.
“non le dia retta preside!” la interruppe Ambra “e comunque ha idea di quanto costino queste?” aggiunse indicando le extension che la preside teneva tra le mani “vengono direttamente dalla Francia, sono capelli veri!”
La preside che fino a quel momento li stava accarezzando, mollò la presa ed esclamò:
“che impressione!”
Erin sogghignò mentre Ambra andò su tutte le furie.
“deve punirla!”
A quelle parole la preside scattò in piedi:
“signorina Daniel! Non è nella posizione di darmi ordini! Ne ho abbastanza dei vostri scherzi idioti!”.
Le due ragazze si irrigidirono preoccupate:
“per una settimana, siete sospese dall’attività dei club. Lei signorina Daniel aiuterà il personale con le pulizie delle aule di didattica e dei bagni dell’ala ovest e badi che verrò a controllarla!  Lei signorina Travis dovrà occuparsi dell’ala est, palestra compresa. Oggi è giovedì giusto?”
Le due ragazze annuirono:
“Bene, oggi siete libere di frequentare i rispettivi club e informare i vostri compagni della vostra assenza forzata. Da domani fino a venerdì prossimo, voglio vedervi rimboccare le maniche. Chissà che un po’ di lavoro manuale vi faccia passare la voglia di perdere tempo a fare scherzi da ragazzine”.
 

Alle cinque, Erin uscì da scuola sconsolata. Aspettava Nathaniel, temendo la reazione del ragazzo.
Aveva tradito la sua fiducia comportandosi in modo meschino e vendicativo.
Forse non era una buona idea aspettarlo. L’avrebbe affrontato il giorno successivo, sperando che la cosa si risolvesse in fretta.
“ciao Erin” la distrasse Alexy sorridendo seguito da Rosalya. La ragazza le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla. Quel contatto stupì Erin, dal momento che non era così in confidenza con Rosalya. Ma quest’ultima era una persona diretta sia nelle parole che nei modi e l’approccio fisico diretto era per lei qualcosa di molto naturale e spontaneo.
“Ambra è venuta al club” la informò intendendo quello di teatro “ dicendoci che si assenterà per una settimana. Alla fine è venuto fuori che è in punizione per colpa tua” concluse sorridendo.
Erin non capiva il perché di quella soddisfazione
“grazie Erin. Non hai idea del favore che ci hai fatto a tutti: senza lei per una settimana sarà uno spasso...il club di teatro ti deve un favore” le disse facendole l'occhiolino. Quelle parole bastarono a giustificare l’affettuosità della ragazza.
“almeno qualcuno ci ha guadagnato da questa storia” commentò Erin notando in quel momento la presenza di Iris che le stava venendo incontro.
“Erin! Ho saputo della punizione”
“le voci corrono”
“mi dispiace tantissimo”
“naa, non preoccuparti. È giusto così”
“e quindi saresti in punizione?”
le interruppe una voce alle loro spalle.
I presenti si voltarono verso un ragazzo che procedeva verso di loro:Castiel.
“ecco il perché avevi il muso lungo prima”
Il ragazzo notò solo in quel momento la presenza di Rosalya ed Alexy. Li fissò di lato con uno sguardo inespressivo. Alexy abbassò gli occhi, evidentemente a disagio, mentre Rosalya sosteneva quell'espressione così dura che sentiva su di sè.
Erin percepì il disagio e la tensione che erano crollati tra i presenti. Da quando era arrivato Castiel, Alexy aveva spento la sua allegria e Rosalya era diventata fredda e distaccata.
“comunque si tratta solo di una settimana e poi potrò tornare al club” annunciò Erin a Castiel, per interrompere il pesante silenzio.
“non vedo l’ora” commentò l’altro sarcastico.
“fa’ meno la spiritosa Ariel. Senza nessuno da tormentare, alla fine mi implorerai di tornare”
Il clima che Erin stava instaurando sembrava dissipare pian piano le tensioni che si erano create pochi istanti prima.
eheh, dovresti ammettere Castiel che Erin è l’unica che ti tiene testa” aggiunse Iris.
“tenermi testa? Questa specie di cipolla con le gambe?” replicò rivolto ad Iris ed indicando la cipolla umana.
“cipolla? Ma che insulto è?” sbottò Erin.
“hai mai fatto caso alla forma del tuo bel visetto Raperonzolo?” le chiese Castiel ironico.
Erin si portò le mani sulle guance, quasi a cercare di intuirne la forma.
“non dargli retta” lo interruppe Rosalya “e comunque Castiel, vedo che non perdi le vecchie abitudini” aggiunse rivolgendo uno sguardo diretto al ragazzo. 
“in effetti hai sempre avuto la tendenza ad insultare le persone che poi sono diventate tue amiche” convenne Alexy, alleggerendo di tensione la frase pronunciata dall’amica.
Castiel guardò i due come se non avesse gradito la loro intromissione.
“di questo passo allora” commentò Erin “diventerò la tua migliore amica!”
A quelle parole i presenti si lasciarono sfuggire un sorriso ironico.
“non ci contare” tagliò corto Castiel.
“perché? Guarda che sono una persona molto socievole se mi ci metto”
“non sei socievole, sei invadente” puntualizzò il rosso allontanandosi dal gruppo per tornarsene a casa.
Era da molto tempo ormai che non rivolgeva la parola ad Alexy e Rosalya.
L’ultima volta la loro conversazione era stata più che altro una lite in cui erano volate parole poco lusinghiere da entrambe le parti. Da quell’occasione non aveva più rivolto loro la parola poiché non riusciva a sopportarne nemmeno la vista. Appena incrociava uno dei due in corridoio subito ripensava a quanto era successo l’anno prima e sentiva una tale rabbia montargli in corpo che solo mezzo pacchetto di sigarette era sufficiente ad annebbiargli il cervello.
Tuttavia ora che era stato così vicino, tanto da sentirsi rivolgere la parola, i suoi sentimenti negativi si erano attenuati. Non aveva sentito verso di loro quell'astio che da lì ad un anno aveva sostituito i sentimenti di amicizia che li legava. La loro presenza, seppure non gradita, era risultata più che altro sopportabile. Che cosa avesse determinato quel cambiamento non lo sapeva.
“si saluta maleducato!” si sentì chiamare alle spalle.
Si voltò a osservare fugacemente il gruppo da cui si era appena congedato: Alexy, che lo fissava con un sorriso conciliante. Sapeva quanto il ragazzo fosse amareggiato per quella situazione e la sua sensibilità gli impediva di fare il duro come invece si atteggiava Rosalya. La ragazza era sempre bellissima ma anche altrettanto dura e orgogliosa. Poi c’era Iris, sua compagna di classe da ormai un mese e mezzo. Fino a quattro giorni prima Castiel non ne aveva quasi nemmeno calcolato l’esistenza. Era una ragazza un po’ anonima, di quelle riservate e poco interessanti. Decisamente non il suo genere ma probabilmente come amica era una persona valida e in gamba. E poi c’era la nuova arrivata che l’aveva appena richiamato. Era chiassosa, invadente, scorbutica e sgraziata. Aveva i capelli talmente lunghi che la facevano sembrare ancora più bassa. Inoltre li teneva raccolti con una coda all’altezza della nuca che le dava un’aria decisamente trasandata. Il suo viso le ricordava quello di un personaggio manga, gli occhi in particolare che però erano nascosti da una frangia troppo lunga.
Le fece un cenno annoiato e lei si limitò ad alzare le spalle rassegnata, tornando a rivolgersi al resto del gruppo.
Sì, come ragazza non era un granché, ma da quando era arrivata al liceo, il sorriso di Castiel era diventanto un evento meno raro.
 
Spazio dell’autrice♨♨♨
Visto che non credo che pubblicherò i capitoli con una frequenza minore di una volta alla settimana, ho pensato che un piccolo riassunto all'inizio di ognuno non faccia male a nessuno☻ 
Altra novità è stata la "messa in grassetto dei dialoghi": l'ho visto in una ff qualche giorno fa e la trovo un'idea davvero buona per rendere più agevole la lettura... voi che ne pensate?
E veniamo ora al capitolo in sè: rispetto al precedente, mi sa che questo è un po’ fiacco… purtroppo non posso neanche incentrare la storia sugli scherzi tra Erin ed Ambra quindi la ragazza per un po’ se ne starà buona buona. Ora deve occuparsi di fare qualche pulizia ;)
Ci tenevo a pubblicare questo ottavo capitolo oggi visto che in una recensione l’avevo promesso però non ho ancora finito di colorare il disegno per questo capitolo, ma giuro di averlo già cominciato. Appena sarà pronto lo aggiungerò.
La rete di rapporti interpersonali che lega i personaggi comincia a tessersi: è venuta fuori una vecchia amicizia tra due dei protagonisti maschili, Nathaniel e Castiel… quanto vi farò aspettare per i dettagli? In realtà non lo so neanche io XD man mano che scrivo un capitolo mi vengono idee per i successivi quindi non posso fare previsioni, se non promettere che il prossimo lo caricherò sabato. Buon fine settimana



...e per i più curiosi...
 
☞☞Anticipazioni del capitolo 9:
Come si comporterà Kim dopo il salvataggio di Erin in piscina?
Un personaggio che Erin ha conosciuto durante la ricerca del pallone tornerà finalmente in scena... chi sarà? Cosa scoprirà la ragazza? …APPUNTAMENTO ALLA PROSSIMA SETTIMANA!!

{。^◕‿◕^。}
 
 
  
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