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Autore: ChrisAndreini    17/05/2014    7 recensioni
Hiccup, Merida, Rapunzel e Jack sono maghi, e frequentano la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Ma nemici tramano nell'ombra grandi maghi oscuri cercheranno di dividerli, controllarli e usarli per i propri piani malefici, e impedire che la profezia die quattro possa essere portata a compimento.
Riusciranno i quattro ragazzi a contrastare il male, e le loro bacchette e la loro amicizia saranno più potenti della terribile setta?
Sta a voi scoprirlo, leggete se volete.
Dal cap.1
Madre Gothel ricorda ogni bacchetta che ha venduto, ha vissuto così tanti anni da assistere anche alla creazione delle quattro bacchette più potenti di tutto il mondo magico.
Sono state create in diverse epoche, con diversi materiali, uno più raro e prezioso dell’altro.
Li conserva come gioielli, nella sua enorme collezione, sperando in cuor suo che mai nessuno glieli porterà mai via.
P.s. Saranno presenti tantissimi riferimenti ad altri film d'animazione, dai minions ai personaggi di Frozen.
Alcune cose dei film sono cambiate per esigenze di trama.
Buona lettura
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La profezia delle quattro bacchette'
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Capitolo 3: Scoperte

ovvero

Come trovare un drago in una foresta

 

Ormai è arrivato il weekend, e per Hiccup significa solo una cosa: mantenere la promessa fatta a Merida.

Hiccup scende a fare colazione, pensando alla giornata che li spetta. Prega con tutto il cuore che la stanza esista e sia al settimo piano, perché è impossibile far desistere Merida, e passerebbero sette anni a cercarla.

-Hic! Hic!- lo chiama lei avviandosi trafelata verso di lui.

-Non mi sono dimenticato della promessa, non preoccuparti- la rassicura lui, e come poteva dimenticarsene, lei lo ha tartassato per tutta la settimana.

-Si, lo so, ma devo avvertirti che stamattina c’è la prima lezione di volo, perciò dobbiamo rimandare a questo pomeriggio- gli dice eccitata.

-Serpeverde?- chiede Hiccup.

-Si- la voce di Merida si incrina leggermente, spera che Hiccup non faccia ancora il prezioso, invece:

-Povero Jack, cerca di non atterrargli troppe volte in testa- ridacchia, per poi andare a sedersi al tavolo.

Merida sorride, loro quattro sono diventati molto amici in questa settimana di punizione, e Hiccup si è abituato ad avere Jack in giro.

“Benedetto Odino, Thor e compagnia bella” pensa Hiccup una volta tornato al posto, felice di poter avere un’intera mattinata per fare i compiti prima della ricerca.

Mangia in tutta fretta e passa in ala comune per prendere il necessario e la bacchetta, poi esce in cortile.

L’aria fresca di inizio settembre gli scompiglia i capelli, trova un albero vicino alla foresta proibita, e decide di sedersi lì e fare lì i compiti, approfittando di una delle ultime giornate belle prima dell’autunno.

E’ un luogo isolato, per fortuna, e riesce a concentrarsi abbastanza.

Alle dodici e mezza, più o meno, è riuscito a finire quasi tutti i compiti per la settimana, gli manca solo una cosa da segnare sul libro di trasfigurazione, posa un attimo la bacchetta a terra per cercare una penna, poi, quando appoggia la mano per riprenderla non la trova più.

“Dov’è finita la mia bacchetta?” si chiede, guardandosi intorno, e la vede, a metà strada tra lui e la foresta.

Si appresta a recuperarla, ma quando si china per prenderla rotola via, fino ai confini con la foresta.

“Oh no, no no no no no no no no no” l’ultima cosa che vuole è beccarsi un’altra settimana di punizione per essere entrato nella foresta, anzi, l’ultima cosa che vuole è proprio entrare nella foresta, sede delle peggiori creature oscure conosciute, piazzate lì dai tempi della dittatura della setta oscura.

a bacchetta è immobile, e Hiccup si getta in avanti sperando di coglierla di sorpresa.

Cade a terra come un sacco di patate, e la bacchetta è lontana, sembra prendersi gioco di lui.

-Torna qui- le ordina, ma per tutta risposta lei va ancora più lontana, obbligandolo a seguirla.

-Ti prego, torna qui- la supplica, correndole dietro, e iniziando a spaventarsi, ma lei, imperterrita, prosegue per la sua strada.

L’atmosfera è lugubre e sinistra, e questo di mattina, Hiccup spera davvero di non restare a seguire quella bacchetta traditrice fino a notte.

Sembra fermarsi in una radura spianata, piuttosto sgombra, e il motivo sembra chiaro a Hiccup appena lo vede: un enorme drago nero a terra, che pare svenuto o morto, legato a delle corde.

All’improvviso, come un flash, Hiccup rivede l’ombra che ha visto cadere lunedì notte.

Cercando di non fare rumore, Hiccup prende la bacchetta da terra, che stranamente non oppone resistenza, poi si volta per andarsene, ma un guaito lo paralizza.

Si gira lentamente tremando dalla testa ai piedi.

Il drago ha aperto gli occhi, e lo guarda con sguardo intenso, che Hiccup non pensava che un drago potesse possedere. Dopo un attimo di esitazione Hiccup sguaina la bacchetta, pur non conoscendo nessun incantesimo utile alla situazione, e legge negli occhi del drago rassegnazione, prima di chiudersi nuovamente.

“Ora che faccio?” 

Sa che dovrebbe assolutamente chiamare qualcuno, un insegnante, ma sa che lo ucciderebbero.

Ma morirebbe anche qui senza cibo o acqua, e lui non vuole questo.

“Perché mai non dovrei volerlo, un drago ha ucciso mia madre”

Ma non ne ha la forza, non ha la forza di lasciarlo lì o di chiamare gli insegnanti.

Il drago gli sembra così indifeso, non ha più speranze, e Hiccup si guarda intorno, per cercare qualcosa che possa essergli d’aiuto.

Proprio in quel momento la bacchetta lancia un piccolo raggio di luce su una pietra appuntita poco lontano.

Hiccup la prende in mano.

“Le scelte sono tre: chiamare qualcuno, lasciarlo a morire o liberarlo, 

la terza mi sembra la più suicida, non posso assolutamente liberare un drago vicino ad una scuola di magia, mi ucciderebbe senza pensarci due volte, senza contare che poi ucciderebbe tutti gli altri studenti della scuola e gli insegnanti inermi e… cosa sto facendo?!” La sua mano, agendo quasi da sola, ma Hiccup ha il forte sospetto che lui ci metta tutta la volontà, inizia a tagliare le corde per liberare il drago, lasciando la bacchetta un attimo ai suoi piedi, ma tenendola costantemente d’occhio per non farsela sfuggire di nuovo. La bacchetta resta immobile.

Quando l’ultima corda è stata spezzata, il drago si alza di scatto, facendo sobbalzare Hiccup, che indietreggia velocemente fino ad inciampare su un masso, finendo a game all’aria.

Il drago si gira di scatto verso di lui, che alza le braccia in segno di difesa, tenendo alta la bacchetta che è riuscito non si sa come a recuperare.

Il drago lo guarda con sguardo aggressivo, i suoi occhi sono neri come pozzi bui.

Hiccup non sa che fare, in un impeto di disperazione e mancanza di idee balbetta: -se-seduto- maldicendosi mentalmente per l’idiozia del comando.

Il drago piega la testa, poi si siede.

Gli occhi, strano ma vero, sono diventati all’improvviso verdi, come quelli di Hiccup, ma il ragazzo non ci fa tanto caso, è più stupito dal fatto che il drago gli abbia obbedito.

-Ora… fermo e… resta qui finché…- vorrebbe dire “finché non arriva la notte, poi vai via” ma gli manca il cuore di dirlo, il drago sembra spaventato, confuso e… gli manca un pezzo di coda.

-Oh, per Odino, non puoi volare così- constata con mortificazione. Non è un esperto di draghi, il padre si limita ad ucciderli, ma questa è una cosa che si sa.

Il drago osserva con dolore la coda, e Hiccup decide che non può lasciarlo così, o meglio, potrebbe, ma non vuole, il drago gli ricorda troppo se stesso.

-Resta qui finché non torno, ti prometto che vengo qui domani mattina, e… non fare male a nessuno, se qualcuno ti vede resta nascosto- gli ordina, con voce tremante, già si vede inghiottito in un sol boccone, ma il drago alza gli occhi al cielo e si sdraia sul terreno, obbediente, guardando sempre Hiccup con sospetto, e fissando gli occhi verdi sulla bacchetta.

Hiccup la stringe più forte, gli trasmette sicurezza.

-Torno presto, ok, puoi procurarti da mangiare, purché non siano esseri umani- gli dice.

Poi si avvia fuori dalla foresta, indietreggiando per non perdere d’occhio il drago.

Appena è al limitare degli alberi una voce lo richiama.

-Hiccup, che stai facendo?- Hiccup si gira di scatto pallido e sudato.

-Skaracchio-  tira un sospiro di sollievo, lui è famoso per aiutare sempre gli studenti quando sono in difficoltà.

-Non si può entrare nella foresta proibita- lo riprende un’altra voce, appartenente al custode Shrek.

-lo so, lo so- prova a dire Hiccup, ma un’altra voce lo interrompe.

-Insomma, la foresta è buia, fredda, piena di mostri e draghi sputafuoco, io mi sudo sette camice dalla paura- 

-Ciuchino, gli asini non portano le camice- lo riprende Shrek

-E non ci sono draghi nella foresta- sottolinea Skaracchio con orgoglio -Se ci fossero il padre di questo giovanotto li avrebbe uccisi tutti prima ancora di scoprirli- indica Hiccup, che, pallido e smunto, trema a tal punto che sta per cadere a terra.

-Perché eri lì ragazzo?- chiede ancora Shrek, pur essendo un orco è alquanto umano nei comportamenti, ma fa lo stesso paura ad Hiccup, che non sa che scusa inventarsi.

Alla fine opta per una mezza verità.

-La bacchetta mi è scivolata e sono andato a recuperarla, ma era un metro o poco meno dagli alberi- spera con tutto il cuore di non essere sembrato un ribelle colto in fragrante e che loro se la bevano, anche se lui non è mai stato una cima con le bugie.

-Oh, beh, può capitare a tutti, per questa volta puoi andare- gli dice Skaracchio congedandolo con il solito fare un po’ rude.

-E attento ai draghi- gli dice Ciuchino, poi attacca a cantare -Volare… Oh oh…- ma Shrek lo interrompe mettendogli una mano a coprirgli la bocca.

-Che cosa ti ho detto riguarda al cantare?- chiede con sgarbo.

-mm mmmm mmmmmm?- risponde Ciuchino, con la mano di Shrek che gli copre ancora la bocca, Shrek lo lascia un attimo andare per farlo parlare.

-Che posso canticchiare?- chiede ancora Ciuchino.

-A bocca chiusa- conclude per lui Shrek.

-Uff, va bene- Ciuchino si dirige al castello canticchiando a bocca chiusa, e dietro di lui c’è Shrek, dannandosi per il fatto di avere un animale domestico così canterino.

-Su, Hiccup, ti accompagno al castello, così farai in tempo per l’ora del tè- gli dice Skaracchio

-L’ora del tè?- Hiccup non ha nemmeno pranzato, non può essere l’ora del tè.

-Si, sono le quattro e mezza- risponde ovvio il guardiacaccia.

Hiccup sbianca, non si era accorto di aver perso tento tempo, e temeva la reazione di Merida di fronte al suo ritardo. A confronto alla sua furia preferiva il drago, di gran lunga.

-Devo andare- Hiccup si mette a correre, recupera velocemente le sue cose e si avvia al castello, dove una rabbiosa Merida lo attende sull’uscio.

-HICCUP HORRENDUS HADDOCK III- gli urla, facendo sobbalzare un paio di fantasmi che passavano lì accanto: Casper e il fantasma del natale passato.

Hiccup le lanciò un’occhiata colpevole, accanto a lei Jack e Rapunzel lo osservavano preoccupati, anche se Hiccup non capiva se erano preoccupati per la sua assenza o la sua incolumità di fronte alla Furia Rossa.

-DOVE DIAVOLO SEI STATO?!?!?!?!- gli urla contro lei puntandogli la becchetta sul viso.

In questo caso Hiccup sa bene che lei non era preoccupata per lui, ma arrabbiata perché non ho rispettato la puntualità per la ricerca della stanza delle necessità.

-Beh, io…- balbetta, non può assolutamente lasciarsi sfuggire la faccenda del drago, non l’avrebbe dalla sua parte, inoltre Jack e Rapunzel sentirebbero, e lui non vuole proprio rendere la faccenda pubblica.

-Merida, che stai facendo? Non si urla in pieno corridoio- la riprende la voce della madre, con le mani sui fianchi e lo sguardo severo.

-Hiccup è scomparso!- esclama Merida per tutta risposta, in modo molto sgarbato.

Elinor sposta lo sguardo dalla figlia a Hiccup dietro di lei, poi di nuovo alla figlia.

-Me è lì dietro- afferma indicandolo, composta.

Merida alza gli occhi al cielo sbuffando spazientita.

-Ma è scomparso per circa quattro ore, senza avvisare, e oggi dovevamo…- Hiccup si appresta a finire la frase per lei.

-…Fare i compiti insieme, abbiamo Erbologia dopodomani- sa per certo che la madre non apprezzerebbe la ricerca di Merida, e evita id farla finire nei guai.

-Ma…- prova a ribattere Merida, ma Hiccup la trascina via.

-Si, hai ragione, sono troppo in ritardo, sarà il caso di andare subito, arrivederci professoressa- Merida è troppo scioccata per opporre resistenza, e Jack e Rapunzel si limitano a seguirli, un po’ confusi ma sollevati dal fatto che all’amico non sia successo nulla di male.

Quando si sono distanziati dalla professoressa, Merida si libera dalla presa debole di Hiccup con uno strattone, e chiede spiegazioni.

-Tua madre non ama le tue ricerche, ci avrebbe impedito di compierle. Ti ricordi quella volta che hai cercato i doni della morte e mi hai rotto per sbaglio la caviglia?- le ricorda Hiccup.

-Cosa sono i doni della morte?- prova a chiedere Rapunzel, ma Merida non le risponde.

-Non è colpa mia se sei caduto dall’albero, pensavo fossi un po’ più agile, e comunque tu sei in ritardo, probabilmente sei il primo a non voler trovare la stanza delle necessità!- si rivolge a Hiccup.

-Io ancora non ho capito cosa sia questa stanza delle necessità- prova ancora a dire Rapunzel, ma Hiccup risponde a Merida.

-Ho avuto da fare, e non mi sono reso conto dell’ora, non ho nemmeno mangiato- non ha la minima intenzione di citare la foresta proibita o il drago, quindi tralascia l’argomento.

-Non hai mangiato?- la rabbia di Merida svanisce.

-Oh, cielo, mi dispiace, forza, andiamo in cucina a recuperare- prende Hiccup per una mano e lo trascina verso la sala grande, davanti ad un dipinto di un cesto di frutta.

-No, no, Merida, non farlo, non sappiamo quanto Harry Potter sia affidabile per questa cose- cerca di metterla in guardia Hiccup, ma lei, testarda, fa il solletico alla pera nel cesto.

Non succede niente.

-Uff, almeno non era una trappola- Hiccup tira un sospiro di sollievo.

Due secondi dopo aver parlato le pera starnutisce, e gli schizzi arrivano fino a Merida, che arretra disgustata.

Poi la pera ridacchia.

-Brutto frutto del demonio!- esclama Merida asciugandosi gli schizzi con la manica della camicia.

-Perché parlo?- chiede Hiccup a se stesso.

-Ooooook- Jack attira l’attenzione di tutti -ora che abbiamo scoperto che i frutti dei ritratti ci starnutiscono in faccia, potete spiegare anche a noi questa storia della stanza delle necessità e dei doni della morte?- chiede con voce autoritaria, attirando l’attenzione come Rapunzel non era riuscita a fare.

-Si, si, d’accordo- acconsente Hiccup, apre la bocca per spiegare, poi ci ripensa un attimo, riflette bene, apre nuovamente la bocca e la richiude, incerto su cosa dire.

-Mmmmm...-

-Mmmmm?- chiede Jack -e’ così difficile?-

-Dammi tempo, sono sette libri- si giustifica Hiccup.

-Sette libri? State cercando qualcosa contenuta in un libro?- chiede Jack, sforzandosi di non ridere.

-Libri? che libri? ci saranno in biblioteca? quali sono? Come sono? belli?- Rapunzel ama i libri, non ne ha mai avuti molti ma i pochi che ha li ha riletti numerosissime volte.

-Io odio i libri- commenta Jack tra se, ma si consola pensando che tra i quattro non è l’unico.

-Sono bellissimi, gli unici libri che ho mai letto- Merida risponde alla domanda di Rapunzel ignorando Jack.

“Ok, tra i quattro sono l’unico”

-Come si chiamano?- Rapunzel tira fuori dalla borsa un foglio di pergamena e una penna per segnarsi il nome.

-La saga di Harry Potter, si svolge a Hogwarts e narra le avventure di un ragazzino nei suoi sette anni di scuola- spiega Hiccup -Il primo libro è “Harry Potter e la pietra filosofale”- dice poi, scandendo bene le parole per farle capire a Rapunzel.

-Forte, ma quindi la pietra filosofale esiste?- chiede Rapunzel segnandosi l’appunto.

-Si, ne dovrebbero esistere un paio in tutto il mondo, ma Harry Potter generalmente non è storicamente corretto- la mette in guardia Hiccup.

-Per dire, il torneo tremaghi in realtà è il torneo trescuole, e partecipano in squadra quattro ragazzi per ogni scuola- spiega Hiccup -Non tre in tutto- specifica poi.

-Io ho già deciso che parteciperò- annuncia orgogliosa Merida.

Hiccup apre la bocca per ribattere, ma la richiude scuotendo la testa.

-Va bene, andiamo a cercare la stanza delle necessità?- chiede Hiccup, per cambiare argomento.

-Andata, ma una volta trovata mi dici cosa hai fatto di così importante da aver perso la cognizione del tempo- senza attendere risposta Merida si avvia al settimo piano, seguita dai ragazzi.

 

-E quella è stata l’ultima volta che mia madre mi ha lasciato uscire in giardino da sola- finisce di raccontare Merida, mangiando un po’ di cioccolata.

Sono riusciti a trovare la stanza delle necessità al primo tentativo, con grande gioia di Merida, e alla faccia di Hiccup che era davvero scettico, e sono riusciti a mangiare qualcosa chiamando i minions.

I minions lavorano come aiutanti, e sono un po’ l’equivalente degli elfi domestici del libro più famoso del mondo magico, con l’unica eccezione che non cucinano, che parlano una lingua tutta loro, distruggono quasi tutto quello che toccano e portano i vassoi del cibo mezzi vuoti.

 

Ora stanno su dei cuscini nella stanza, e si raccontano aneddoti.

Merida ne ha raccontati cinque o sei, facendo morire dal ridere Jack e Rapunzel e sorridere e imbarazzare Hiccup, presente a cinque di quei racconti.

Rapunzel ne ha raccontati un paio, avendo avuto un’infanzia alquanto semplice e ordinaria.

Jack ne ha raccontati tre, più che altro scherzi fatti ai compagni dell’orfanotrofio, che in se non erano proprio divertenti ma sono stati raccontati così bene che sono scoppiati a ridere, a anche i minions ridevano a crepapelle, probabilmente, ha intuito poi Merida, conoscendoli bene, prendendo anche nota per poi sperimentarli sui loro simili.

Hiccup non ha raccontato molto, la maggior parte delle cosa divertenti le ha fatte con Merida, che è più brava di lui nei racconti, ma ha raccontato, su richiesta di Rapunzel, qualcosa sulla sua vita prima della morte di sua madre, e ha raccontato i numerosi studi che facevano i suoi genitori sui draghi, e questo ricordo, per quanto sia insignificante per tutti i tre amici, è fondamentale per lui.

Ripensa al drago trovato, e si promette di non abbandonarlo, o almeno, di studiarlo, di fare una ricerca su di lui, e sopratutto scoprire perché la sua bacchetta sembra riuscire a controllarlo.

-Voi che avete fatto stamattina?- chiede Rapunzel a Jack e Merida.

Loro si guardano un attimo, poi scoppiano a ridere, come ricordando un momento davvero divertente.

-Abbiamo avuto la nostra prima lezione di volo- spiega Jack.

-Quando siamo arrivati al campo di quidditch ci siamo disposti noi di Serpeverde e Grifondoro in due file, io ero davanti a Jack- inizia Merida.

-Ci siamo messi vicino alle scope e abbiamo alzato la mano per richiamarle, io e Merida ci siamo sfidati su chi avrebbe richiamato la scopa al primo tentativo- guarda Merida con aria gongolante, e lei gli lancia un’occhiataccia, continuando a denti stretti.

-Lui ha vinto, ma io l’ho presa al secondo tentativo, non è un’impresa da poco, tutti gli altri ci hanno messo quattro o cinque tentativi- si da arie, scuotendosi i capelli.

-Tranne Nod e, com’è che si chiama… Atsid?- Jack si mette una mano sul mento, come a ricordarsi un nome, ma prima che Merida possa correggerlo lo fa Hiccup.

-Astrid?- chiede incredulo.

-La conosci?- chiede Merida sospettosa.

-Di fama, mio padre è amico di suo padre, ci siamo visti solo una volta, mi pare qualche giorno prima di incontrarci, ma...- sembra voler parlare, ma arrossisce e resta zitto.

-ma…?- lo incalza Merida con fare indagatore.

-Ma… non è andata molto bene- dice semplicemente Hiccup.

-Perché…?- lo incalza Jack.

Hiccup gli lancia un’occhiata del tipo “ora ti ci metti pure tu?” e risponde, abbassando lo sguardo.

-Mi ha picchiato- ammette infine.

-In che senso?- chiede Rapunzel scandalizzata.

-Nel senso che mi ha picchiato perché non potevo entrare in casa sua, e mi ha trattato come non so che traditore o approfittatore, non so a cosa stesse giocando, avevamo solo quattro anni- Hiccup alza le spalle.

-Sono sorpresa che l’abbia passata liscia- Rapunzel mette le mani sui fianchi, indignata.

-Io sono più sorpreso che Hiccup si sia fatto battere da una femmina- commenta invece Jack, suscitando l’occhiata arrabbiata di Rapunzel.

-Mia madre era morta da poco, avevo tutto il diritto di essere poco attivo- si giustifica Hiccup.

-Stavo scherzando- Jack alza le mani in segno di arresa.

-Stavamo dicendo… ah, si! Poi ci siamo sollevati da terra, poi abbiamo provato a fare qualche giro per abituarci e io e Jack ci siamo sfidati, in quel caso…- Merida cambia improvvisamente discorso, con tono stranamente sollevato.

-… ho vinto sempre io- la interrompe Jack.

Merida sbuffa

-QUASI sempre, io ho vinto un po’ di volte- 

-Una volta, perché io mi ero distratto ad aiutare M.K, cosa che tu non hai fatto- la riprende Jack.

-Non aveva bisogno di aiuto, e Nod è stato più che soddisfacente- si giustifica Merida.

-Comunque, volare è fantastico, credo che entrerò nella squadra di Quidditch, l’anno prossimo- annuncia. Per lui è davvero troppo divertente e si sente libero, con il vento tra i capelli e la sensazione di poter andare ovunque senza restrizioni, e condivide questa sensazione, senza saperlo, con Merida.

-Mettiti in fila, ragazzo tinto, anch’io sarò in squadra, e dovrai batterti con me se vorrai vincere la coppa delle case- lo minaccia scherzosamente Merida.

-A proposito, Jack, i tuoi capelli sono naturali o tinti?- chiede Rapunzel, che di capelli se ne intende.

-Sono naturali, diciamo che soffro, per così dire, di albinismo totale- Jack non sa mai come spiegarlo, dato che non l’ha capito bene nemmeno lui, quando gliel’hanno spiegato, e spera vivamente che non gli facciano domande al riguardo.

-Che significa?- chiede Rapunzel.

“Come non detto”

-Diciamo che i miei capelli sono bianchi, la mia pelle è chiara e gli occhi sono grigio-bluastri, è una specie di malattia che viene dalla nascita- spiega, cercando di non risultare troppo disinformato.

Dopo un momento di silenzio, cerca di cambiare discorso.

-E tu, Rapunzel, che hai fatto stamattina?- chiede alla bionda, che sembra riscuotersi.

-I-io? Niente di che- si porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio arrossendo.

Merida si fa sospettosa.

-Cosa?- indaga con un sopracciglio inarcato.

-Niente… ehm, ho fatto i compiti in biblioteca, poi… sono tornata in sala comune- conclude senza guardarli.

Ciò che ha detto corrisponde solo in parte alla verità.

Si stava dirigendo alla sala comune dalla biblioteca con qualche libro in mano. Dato che tutti la prendevano in giro per la mole smisurata dei suoi capelli aveva deciso di ritirarsi in camera sua.

Mentre stava salendo la scala per la sala comune un ragazzo l’ha bloccata.

-Attenta, biondina, quel gradino è a trabocchetto- l’aveva tirata indietro un attimo prima che posasse il piede sul gradino, e si era ritrovata tra le sue braccia.

-G-grazie- era riuscita a dire a fatica, diventando rossa peperone.

-Figurati- aveva risposto lui, rimettendola in piedi. Solo in quel momento l’aveva riconosciuto come il ragazzo del terzo anno Serpeverde che la settimana prima parlava con Jack.

-Sono Flynn Rider- si era presentato.

-Ra-Rapunzel Corona- si era presentata a sua volta, cercando di non dare a vedere il suo imbarazzo.

-Di che casa sei?- le aveva chiesto Flynn, prendendole i pesanti libri.

-Corvonero- gli aveva risposto lei.

-Bene, ti accompagno, immaginavo che non fossi Serpeverde, me ne sarei accorto se una ragazza così carina fosse stata smistata nella mia casa- Rapunzel era arrossita, se possibile, ancora di più, si era portata una ciocca di capelli dietro l’orecchio ed era riuscita a sussurrare un -Grazie- ma le mancava il respiro per dire altro.

Dopo un po’ di camminare si era un po’ sbloccata, ed era riuscita un po’ a parlare con Flynn, finché non era giunto l’argomento Jack.

-Quindi, conosci Jack Frost?- aveva chiesto a Flynn.

-No, perché?- le aveva risposto lui.

-Beh… ti ho visto parlare con lui qualche giorno fa- gli aveva risposto lei.

Flynn sembrò pensarci un attimo.

-Ah, quella matricola con i capelli bianchi?- le aveva chiesto poi.

-Si, proprio lui- aveva affermato Rapunzel.

-Parlavo con Elsa quel giorno, lui era solo in mezzo- a quella affermazione Rapunzel era rimasta alquanto delusa.

-E’ molto simpatico- aveva detto poi.

Flynn l’aveva guardata un attimo preoccupato e scioccato, un attimo dopo la sua espressione aveva lasciato posto ad una controllata indifferenza.

-Se lo dici tu sarà così- aveva alzato le spalle, poi aveva cambiato argomento -Ecco la sala comune- le aveva riconsegnato i libri e l’aveva salutata.

-Grazie ancora per prima, ci vediamo- l’aveva salutato Rapunzel a sua volta.

Flynn sembrava gentile, ma, non sapeva perché, aveva la sensazione che avesse qualche segreto, e non la convinceva l’espressione fata quando aveva nominato Jack.

Dato che gli altri tre la stanno guardando ancora sospettosi, in ricerca di segreti, Rapunzel si affretta a chiedere:

-Hiccup, ti che hai fatto questo pomeriggio?- 

Il ragazzo sobbalza rischiando di strozzarsi con la sua stessa saliva, poi, cercando di non guardare gli amici, prova a trovare una scusa.

-Io… ho fatto i compiti e… un professore mi ha chiesto… di fare una cosa- sa bene di non saper mentire, almeno non a Merida, che lo guarda sospettosa e arrabbiata.

-Steve!- richiama, e un minion si fa avanti.

-Acapuca (Di cosa hai bisogno)?- chiede, con una mano sulla fronte facendo il saluto militare.

-Trovami del veritaserum- gli ordina guardando Hiccup con un cipiglio che ricorda molto sua madre.

Hiccup, però, decide di non farglielo notare per la sua incolumità

-Non puoi, è contro le regole- prova a metterla in guardia.

-Tu dimmi la verità, e non dovrò usarla- 

-Veritoeilo (lo prendo il veritaserum)?- chiede di nuovo il minion Steve.

-Aspetta un attimo, ti dico io quando  devi prenderlo, alla prossima bugia-

Hiccup decide di giocarsela sul tacere alcuni eventi.

-Ho fatto i compiti fino alle dodici e mezza, poi ho posato la mano per prendere la bacchetta, ma era rotolata sul prato, ed io l’ho inseguita fino alla foresta proibita-

-SEI ENTRATO NELLA FORESTA PROIBITA?!- Merida esclama eccitata.

Hiccup sospira, poi conclude.

-Quando ho ritrovato la bacchetta era molto lontano e ci ho messo un po’ per tornare.

-Hai visto lo Slender man che la setta oscura ha messo nella foresta?- chiede Merida eccitata, fin da quando erano piccoli lei organizzava gite nella foresta, che Hiccup non voleva condividere assolutamente per via delle leggende spaventose che si narravano sul suo conto, e ora è il primo tra loro ad andarci veramente.

-Credo che lo Slender man sia solo una leggenda, comunque per fortuna non l’ho incontrato, altrimenti sarei morto, non credi anche tu?- cerca in questo modo di evitare altre domande sui mostri -Comunque, lì dentro ho perso la cognizione del tempo, per questo sono arrivato in ritardo e non ho pranzato- quando accenna a non aver pranzato i minions is guardano scioccati, come se avessero sentito una bestemmia, ma invece di dare del cibo a Hiccup come farebbero gli elfi domestici dei libri, prendono il cibo per loro e se lo stingono al petto come se Hiccup volesse rubarglielo.

-Banana!- esclamano insieme.

-No, non vuole rubarvi la vostra paga, non temete- li rassicura Merida, i minions vengono pagati in banane, pare che le gradiscano davvero moltissimo.

-Ma la foresta proibita, non è proibita?- chiede Rapunzel guardando Hiccup scandalizzata.

-A quanto ho capito Eu…Flynn Rider cerca di andarci senza farsi beccare da anni e non c’è mai riuscito, tu come hai fatto?- chiede Jack curioso.

A sentire nominare Flynn, Rapunzel arrossisce impercettibilmente, ma cerca di non farsi vedere.

-Sono stato beccato, infatti, ma ho mentito dicendo a Skaracchio che non mi ero spinto all’interno ma avevo solo costeggiato gli alberi esterni per recuperare la bacchetta- ammette Hiccup

-Humpf, raccomandato- borbotta Merida sbuffando, ma sorride pensando a Hiccup che prova a mentire -Perché stai iperventilando, Punzie?- chiede poi, guardando l’amica che si è fatta rossa.

-Non sto iperventilando- si lamenta lei -Sono solo preoccupata per Hiccup e quello che ha rischiato-

-Se lo dici tu- Merida alza le spalle, ma non ha ancora abbandonato l’argomento.

-Veritoeilo?- chiede nuovamente Steve.

-No, non serve più, grazie- 

Il pomeriggio passa in allegria, e tutti e quattro, nel momento in cui lasciano la sala per avviarsi ai rispettivi dormitori, sentono che qualcosa di grande sta nascendo.

 

Intanto, a Diagon alley, da Magie Magò, tredici uomini e donne si sono ritrovati per un’importante riunione di emergenza.

-Allora, vi ho convocati tutti, per un’importante e orribile notizia- inizia una strega incappucciata, dai capelli ricci neri con qualche striatura di bianco che spuntano fuori dal mantello.

-Non serve che ti nascondi, sappiamo tutti che sei tu, Gothel- la riprende una strega giovane e bella con un cappello a forma di due corna e un bastone per bacchetta, al quale è appoggiato un corvo.

-Zitta, Malefica, quando apprenderai la notizia anche tu deciderai di coprirti- la insulta Madre Gothel.

-Basta, donzelle, non credo sia il caso di litigare- le riprende un uomo con capelli fatti di fiamme -Piuttosto, sbrigati con la notizia, ho molto lavoro da sbrigare in Grecia- 

-Ade, caro vecchio Ade, ma da quanto tempo che non ci si vede, secondo me lavori troppo- un uomo cadaverico vestito di nero e con i capelli anch’essi neri gli da una pacca sulla spalla.

-Pitch, quanto tempo davvero, sempre in giro a rovinare la vita ai nati babbani e a nasconderti sotto i letti?- chiede con tono apatico.

-Non osare…- 

-SILENZIO!!!!- urla Ursula con il suo possente vocione.

-Le quattro bacchette della profezia sono state rubate!- esclama Madre Gothel.

Il silenzio cala, e tutti i membri si girano a guardarla.

-Ora capisco perché ti copri, vecchia- Malefica è arrabbiata nera.

-Come sarebbe a dire, rubate?- chiede Ade, infiammandosi fino alle mani.

-Vendute- ammette Madre Gothel, Ade si infiamma ancora di più.

-Come hai osato venderle?!-

-E’ stata la mia spazzina, le ha vendute il giorno in cui ero fuori per la riunione indetta da Eris per discutere i due nuovi membri- si rivolge alla donna con il vestito viola e i capelli lunghi e neri vicino alla porta.

-Non dare la colpa a me per i tuoi errori- si arrabbia lei, è stata una delle prime reclute la formazione, ma non uno dei membri fondatori, perciò Madre Gothel si permette di considerarsi di rango superiore.

-Se non avessimo dovuto scegliere se tenere o no quei due studenti di Beauxbatons non sarebbero state vendute- si lamenta.

-Un momento, ma cosa sono esattamente queste, quattro bacchette della profezia- chiede Fata Madrina, una delle ultime reclute.

I quattro membri fondatori: Ade, Pitch, Gothel e Malefica si guardano, poi Ade, comincia la storia.

-Come tutti sapete, noi della setta oscura, abbiamo venduto la nostra anima all’oscurità per avere qualcosa in cambio. Io ho avuto la vendetta su mio fratello perfettino Zeus, Malefica il potere di controllare le bestie malefiche come il suo nome, Madre Gothel l’eterna giovinezza, e Pitch, il più ambizioso, l’oscurità stessa e la capacità fondersi con essa. In cambio abbiamo promesso di conquistare il mondo e portare l’oscurità e il terrore in esso, e noi quattro abbiamo creato la setta oscura.

Pian piano abbiamo accettato sempre nuovi membri, perlopiù babbani caduti in rovina e li abbiamo risollevati dalle ceneri e resi quelli che siete voi ora. Dico bene Eris, Facilier, Rasputin, Jafar, Narissa, Uncino e Madrina?- c’è un mormorio d’assenso.

-Poi c’era la cara Maga Magò, che è stata buttata da parte da Merlino e considerata pazza e che ha venduto l’anima all’oscurità per ristabilire il suo nome. E Ursula, la nostra cara Ursula, che ha venduta la sua anima in cambio del potere da strega, senza accontentarsi di essere solo una sirena. E ora siamo tutti uniti per uno scopo comune, la conquista del mondo- tutti annuiscono, sorridendo malefici.

-Ma, ahimè, c’è un grande problema- si mette una mano sulla fronte in maniera drammatica.

-L’oscurità ci ha dato tutto, immortalità, ricchezza, potere… il tempo finora è stato dalla nostra parte. Dopo la dittatura durata centinaia di anni c’è stato, qualche decennio fa, un movimento di ribelli, che ci ha tolto la ricchezza, e il potere, ma non a lungo. Dopo la sconfitta bruciante, una divinatrice ha consegnato una profezia ai nostri avversari, che siamo riusciti a cogliere grazie al nostro infiltrato, il potente Diablo- il corvo di Malefica agita le piume orgoglioso.

-La profezia diceva che, con l’intervento dei possessori delle quattro bacchette più potenti del mondo in età adulta e uniti, saremmo potuti essere sconfitti per sempre. Così Madre Gothel le ha tenute segrete, al riparo, cosicché i quattro prescelti non le avrebbero mai potute prendere. Ma dato che ormai il tempo, nostro antico e potente alleato, non è più dalla nostra parte, dobbiamo trovare un modo per ucciderli o corromperli prima dei loro diciassette anni-

Narissa, sussurra all’orecchio di Madrina:

-Certo che ci sa fare con le parole- guadagnandosi un cenno di assenso dalla fata.

-Allora, proposte?- chiede Madre Gothel.

-Io ho una domanda- Jafar alza la mano.

-Si…- Madre Gothel lo fa parlare.

-Se hai chiesto l’eterna giovinezza, perché hai delle cocche bianche?- Madre Gothel lo guarda con fulmini negli occhi, poi, con un movimento fluido della bacchetta, gli getta una fiammata nera.

-Altre domande?- chiede poi, tutti tacciono.

-Bene, proposte?- chiede nuovamente.

-Io ne avrei una- Eris si avvicina ai fondatori -Dato che è stata la riunione a causare questo piccolo inconveniente, vi farò capire che abbiamo fatto bene a discutere sull’ammissione delle due nove reclute. Potremmo approfittare del torneo trescuole tra tre anni, e usare le due reclute per conoscere i quattro ragazzi e gettare astio tra di loro, per poi sconfiggerli- propone, lanciando occhiate seducenti per convincere tutti gli uomini.

-Trovo sia una splendida idea- acconsente Ade -Gothel potrebbe approfittare della pesa delle bacchette per analizzare anche le bacchette degli altri studenti, la nostra nuova era si avvicina!- esclama Ade.

Dopo la riunione, tutti tornano nelle proprie abitazioni nei paesi di appartenenza, tranne Pitch, lui è ovunque, gira per il mondo a creare scompiglio.

-Su su, Gothel, non prendertela se l’oscurità ti ha punita, dopotutto te lo meritavi- dice alla strega, comparendole dietro mentre lei si avvia a casa sua.

-Pitch, non parlare di cose che non conosci- Madre Gothel, sempre con il cappuccio davanti al viso.

-Ci siamo passati tutti, quando Ercole ha quasi sconfitto Ade, quando Malefica ci ha fatto perdere la battaglia contro l’ordine di luce, basta che tu rimedi e ti riconsegnerà gli anni perduti- sembra quasi un complimento, poi Pitch finisce -Sempre che tu ci riesca, conoscendoti- la prende in giro, Madre Gothel lo guarda gelida.

-Va a nasconderti sotto un letto- gli dice, e si avvia in casa.

-Ho di meglio da fare- le risponde, e, avvolto in una nube di oscurità, scompare nell’ombra.

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Spero che il capitolo vi piaccia, ci sono molte novità e interessanti sviluppi, non trovate?

La setta oscura si è riunita, ma chi saranno i due studenti reclutati, lo scoprirete tra uno o due capitoli, forse.

Il prossimo capitolo si svolgerà tre anni dopo e assisteremo ai cambiamenti avvenuti in questi tre anni, sarà pieno di cose interessanti.

Chissà poi come farà Hiccup con Sdentato, e Rapunzel si fiderà di Flynn oppure no. e Jack, non sappiamo ancora il suo segreto, chi è la misteriosa Jenny e perché c’è tanto astio tra lui e Flynn.

Ai prossimi capitoli per sentire le risposte, se avete domande scrivetele con una recensione o un messaggio privato, vi risponderò.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatevi sentire nei commenti, voglio sapere che ne pensate. :)

   
 
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