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Autore: Lachiaretta    18/05/2014    17 recensioni
Cosa sarebbe successo se dopo l'esplosione che portò via a Katniss una delle poche persone che realmente amava invece di essere salvata dalle forze della ribellione fosse stata catturata dai pacificatori. Quale sorte poteva riservare per lei il presidente Snow.
Katniss ora vive una vita tranquilla insieme alla sua nuova famiglia. Ignara di tutto ciò che era successo a Capitol City. Nessun ricordo degli Hunger Games. Della morte di Prim. Ma qualcuno non vuole rinunciare a lei e farà di tutto per ritrovarla.
DAL CAPITOLO 17: IO PEETA MELLARK PRENDO TE KATNISS EVERDEEN COME MIA LEGITTIMA SPOSA...
DAL CAPITOLO 10: mi lascio sfuggire due parole che non pensavo avrei mai potuto dire a nessuno. “TI AMO”.
Sono Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme, e ora sto bruciando di passione e amore per il mio ragazzo del pane. Katniss Everdeen ama Peeta Mellark.
ATTENZIONE! SPOILER!!
Genere: Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Buongiorno e buona domenica. Scusate per questo lieve ritardo nella pubblicazione del nuovo capitolo ma mi sono fatta male ad un'anca e sono giorni che sono acciaccata!! Voglio ringraziare comunque tutti per le bellissime recensioni.. Ben 14! ho superato ogni mia previsione e comuqnue per continuare a leggere la mia storia, non mi sembra vero...Ci aggiorniamo a fine capitolo.


14.
 
Non credo di aver mai visto Peeta ballare così tanto a nessuna delle feste a cui abbiamo partecipato insieme. Di solito era la nostra via di fuga da conversazioni spiacevoli o da persone poco interessanti. Stasera però siamo solo io e lui, due semplici ragazzi che vogliono ballare insieme.
“Mi piace il tuo vestito.” Mi sussurra all’orecchio accarezzando delicatamente la seta rossa sulla mia schiena. Non ha ancora riacquistato tutti i ricordi del suo depistaggio, come me dopotutto, e leggo chiaramente sul suo viso che sta cercando nei meandri della sua mente l’occasione in cui lo indossai la prima volta. “Distretto 1. Alla cena in nostro onore durante il tour della vittoria.” Lui annuisce con un cenno della testa ma si capisce che non lo ricorda ancora.
Mi fa volteggiare un paio di volte prima di stringermi nuovamente tra le sue braccia. È sempre stato più bravo di me a ballare questo genere di musica e come sempre mi lascio guidare da lui. Ci guardiamo dritti negli occhi e io mi perdo nei suoi fantastici laghetti azzurri. Quel contatto è così intimo che non riesco a trattenermi dal poggiare la mia fronte alla sua e se non fosse che sono certa di essere osservata da una buona metà degli invitati avrei già annientato la distanza tra le nostre labbra. Lui mi sorride senza distogliere i suoi occhi dai miei.
Ci allontaniamo solo quando sento la voce di Sandy alle mie spalle. “Scusate ragazzi. Credo che ora sia il mio turno di ballare con Peeta.” Vorrei risponderle di tornare a ballare con Thom e di lasciarci in pace, ma non sarebbe gentile e lei non se lo merita. Guardo un’ultima volta il mio ragazzo del pane e, mentre i suoi occhi dicono che non mi lascerebbe mai per nulla al mondo, le sue mani liberano la presa sul mio corpo. Sorride gentilmente alla festeggiata “Con molto piacere.” La stringe a sé, meno intensamente, e la fa volteggiare mentre lei ride allegramente. Mi tolgo dalla pista e mi guardo intorno alla ricerca di Annie, che noto seduta su una panchina con il suo adorato marito che le solletica dolcemente il collo con la punta del naso. Non posso disturbarli. Vengo raggiunta dal figlio del vecchio fioraio che mi chiede di ballare. Non credo di averlo mai conosciuto. Declino il suo invito utilizzando come scusa un banale male ai piedi. Andiamo insieme a sederci e bere qualcosa. Con mia grande felicità noto che Peeta non ci ha persi d’occhio un attimo, deve essere geloso. Questo pensiero mi riporta alla mente il nome di Delly. La cerco con lo sguardo per tutta la radura ma non riesco ad individuarla. Mi rivolgo verso il ragazzo seduto alla mia sinistra che credo mi abbia detto di chiamarsi Paul. “Hai visto per caso Delly?” Lui non sembra troppo stupito dalla mia domanda, in fondo nel distretto 13 eravamo molto gentili l’una con l’altra e ora ci sediamo spesso vicine a cena. “L’ho vista andarsene più o meno una mezz’ora fa.” È andata via? Non riesco a fare a meno di sorridere soddisfatta. Finita la canzone Peeta e Sandy si separano e noto Peeta fare alcuni cenni per attirare l’attenzione di Finnick e a Thom.  È il momento di portare la torta. La musica si ferma e fa il suo ingresso trionfale la stupenda torta multipiano cosparsa di adorabili fiori lilla. È ricoperta di candeline rosa accese. Intoniamo tutti insieme una canzone del nostro distretto e Sandy non riesce a trattenere le lacrime. Thom le è subito accanto stringendola calorosamente. Ci deve essere del tenero tra loro due. Non posso fare a meno di portare il mio sguardo al mio ragazzo del pane. È bellissimo illuminato dalla sola luce delle candele.
Dopo un’altra ora, due fette di torta e decine e decine di balli, sono completamente esausta. “Peeta, sono stanca. Vieni a casa con me?” Lui si guarda intorno cercando Finnick e Thom. “Devo aiutare a sistemare, l’ho promesso. Ti accompagno però.” Mentre con la mano destra si gratta il collo. Si vede che vorrebbe tornare subito a casa con me ma non vuole deludere i suoi amici. Gli sorrido dolcemente. “Tranquillo. Vado da sola.” Mi avvicino e gli bacio la guancia sussurrandogli “Ti aspetto a casa.”
 
All’altezza della panetteria, una voce nell’ombra mi fa sobbalzare. “Possiamo parlare?” “Chi c’è?” Mi porto sull’attenti pronta a scattare al minimo segno di pericolo. Per fortuna che ho imparato le basi della lotta corpo a corpo. Se fossi un felino adesso la mia schiena sarebbe incurvata con il pelo ritto. “Fatti vedere.” Ordino. “Tranquilla Katniss, voglio solo parlarti.” Una figura femminile si porta lentamente sotto la luce della luna che la illumina abbastanza da permettermi di riconoscerla. Delly. “Credevo te ne fossi andata a casa?” Lei mi sorride malignamente. “Sbagliavi. Possiamo parlare allora?” Le sorrido altrettanto malignamente a mia volta. “Non credo che tu abbia nulla di interessante da dirmi.” Le soffio voltandomi e continuando a camminare. “Sicura? Nemmeno se si tratta di Peeta?” A queste parole i piedi mi si incollano al suolo, mentre il rumore dei suoi passi sul selciato mi lasciano intuire che si sta avvicinando. “Non credo che tu abbia nulla di interessante da dire nemmeno su Peeta.” Le biascico incapace di guardarla in faccia. Lei mi supera sempre tenendomi le spalle. “Come preferisci, ma se vuoi sapere ti conviene seguirmi.” Detto questo prosegue a lunghi passi verso il confine del villaggio, ai limiti del bosco. I miei piedi sembrano acquistare volontà autonoma e nonostante ogni parte di me ordinasse loro di non fare nemmeno un passo, mi ritrovo a seguirla nell’oscurità della notte, lontane da orecchie indiscrete. Cosa vorrà dirmi a proposito di Peeta. Improvvisamente si blocca e rimane in silenzio a fissare la boscaglia di fronte a noi. “Se devi dirmi qualcosa fallo, non ho tempo da perdere con te.” Solo alle mie parole si volta guardandomi dritta negli occhi. “Quanta fretta, Katniss. Quanta fretta.” Continua a sorridermi soddisfatta. Chissà poi perché? Ho vinto io, Peeta sta con me. “Avanti. Non ho tempo da perdere.” Le incito a parlare, ma prima che possa continuare decido di prendermi una piccola soddisfazione. “Peeta mi sta per raggiungere a casa.” I suoi occhi brillano di rabbia e per un istante credo che potrebbe reagire violentemente alla mia sfida. Invece respira profondamente senza perdere il controllo. “Bene allora sarò veloce.” Mi dice sogghignando senza però dire nulla di più. “Basta giochetti Delly, parla o io me ne vado.” Sto perdendo ogni briciolo di pazienza. “Cosa ti ha detto Peeta di noi?” Mi domanda d’un fiato. “Di voi? Che siete amici e che vi conoscete fin da quando eravate piccoli.” Le rispondo alzando gli occhi al cielo. Tutti conoscevamo bene il loro passato per questo ci eravamo rivolti a lei dopo il recupero di Peeta da Capitol City. “E basta? Non ti ha detto altro?” Gli occhi luminosi, contenta di sapere qualcosa di cui io sono all’oscuro. “Cos’altro avrebbe dovuto dirmi?” Inizio a temere questa situazione. “Sai, credo che ci sia stato qualcosa di più di una semplice amicizia.” Afferma vittoriosa leggendo lo stupore sul mio volto. Ritorno involontariamente con la mia mente alla prima edizione degli Hunger Games, a quella notte nella caverna. Ricordo ancora le sue parole. Mi sono interessato anche ad altre ragazza. In quel momento non ci avevo dato alcun peso perché io non sentivo nulla per lui. Ma adesso l’idea che il mio sogno/incubo potesse essere vero mi toglie il respiro. “Mi aveva detto di essersi interessato ad altre ragazze prima della mietitura ma non credevo fossi tu.” Le rispondo cercando di non farle capire il mio turbamento. Lei mi sorride felice. “Ricordo quella frase, l’ha detto in diretta nazionale. È stato poco piacevole sentirgli ammettere che nessuna gli era entrata nel cuore come te. Chissà per quale motivo.” “Sarà stato straziante per te scoprirlo vero? Sono passati anni però, non ti sembra che sia arrivato il momento di fartene una ragione?” Ora sono io sorridere. Devo ammettere che non mi fa piacere sapere di loro e credo che Peeta avrebbe potuto dirmi la verità, ma ormai è storia vecchia. In fondo non ci eravamo nemmeno mai rivolti la parola. “Bene. Se è tutto io tornerei dal mio ragazzo adesso.” Mi volto e faccio un passo in direzione del villaggio contenta di essere uscita vittoriosa anche da questo scontro. “Ma non mi riferivo a prima della vostra mietitura. O almeno non solo.” Mi blocco di nuovo riportando il mio sguardo sulla ragazza bionda. “Non solo prima della mietitura?” Sento la mia stessa voce tentennare. Non voglio credere a quello che sta dicendo. “Già.” Ora è lei a gongolare. Io invece non riesco a dire più nemmeno una parola. Dopo la mietitura. Quando di preciso? Dopo la nostra vittoria? In quel periodo ci parlavamo appena. No, non è possibile. Tutti ci credevano innamorati e lui non avrebbe mai messo a rischio la nostra messinscena, perché lui mi amava sul seio. Ma allora quando? “Ti ha raccontato qualcosa del periodo in cui sei stata rapita?” Annuisco lievemente ripercorrendo nella mia mente la nostra conversazione nel bosco.
Dopo l’esplosione io sono stato portato in salvo dai ribelli. Non ero distante da te ma ero talmente ben mascherato e truccato che i pacificatori non mi devono aver riconosciuto. I primi giorni non furono facili, ero ferito. Non mi hanno detto prima di qualche settimana che tu eri stata catturata, forse avevano paura che avrebbe potuto shoccarmi. In realtà all’inizio non mi colpì molto la notizia.
Le riferisco quasi dettagliatamente la nostra conversazione, anche se credo che non siano affari suoi. I suoi occhi brillano di felicità. “Bene arriva al dunque!” La invito nuovamente a svelarmi la sua storia. “Beh in effetti non ti ha mentito, ha solo abilmente nascosto la verità. Appena recuperato da Capitol City i medici mi hanno chiesto di stargli vicino visto che anche nel distretto 13 io ero l’unica persona con cui parlava. Dopo qualche giorno fu dimesso dall’ospedale, era stato ferito anche lui dall’esplosione. Passavamo ogni momento insieme e ben presto lui ricordò quello che eravamo nel 12. Non solo amici. Non parlavamo mai di te, perché me lo avevano vietato, e a lui comunque non interessava minimamente che tu fossi chissà dove. E gli fu del tutto indifferente quando Haymitch gli disse che eri stata rapita da Snow. Solo che tutti gli dicevano che dovevano trovarti, tua madre piagnucolava ogni giorno, si è sentito praticamente obbligato. Si svegliava ogni notte in preda agli incubi, ma c’ero io a consolarlo. Ci stringevamo nel suo letto e gli bastava un mio bacio per calmarlo. Non che poi non ne volesse degli altri.”
A questa rivelazione mi sento mancare il terreno sotto i piedi. La mia bocca si fa sempre più amara e vengo colpita da alcuni conati di vomito. “Non è vero.” Sussurro non volendo credere che sia la verità. “Vuoi che ti descriva ogni singola cicatrice del suo corpo per convincerti?” Rimango in silenzio incapace di guardarla in volto. “Sai cosa quel è l’aspetto divertente di tutto questo?” Scuoto la testa senza proferire parola. “Se fossi in te mi domanderei perché no ha voluto dirti nulla.”
 
 
 
POV PEETA.
 
Apro la porta della panetteria ed entro. Do uno sguardo all’impasto del pane che è lievitato alla perfezione. Sono sempre più bravo ormai. Lascio la giacca su una delle sedie e salgo le scale. Non sento alcun rumore dal piano di sopra e le luci sono spente. Katniss si deve essere addormentata. Entro il più silenziosamente possibile per non svegliarla e mi sfilo la camicia al buio. Mi avvicino al letto e con mio grande stupore mi rendo conto che è vuoto. Apro la porta del bagno per vedere se per caso è lì dentro ma non c’è. Aveva detto che mi avrebbe aspettato a casa, dove può essere andata. Mi infilo una maglietta e mi fiondo in strada ripercorrendo l’unica via di collegamento con la radura ma di lei non c’è traccia. Corro a controllare che non sia passata a prendere qualcosa nella sua stanza in ospedale che però è ovviamente deserta. Un minuto dopo mi ritrovo con il fiatone a bussare alla porta della signora Everdeen. È Haymitch ad aprirmi la porta, in mutande. “Ragazzo, hai idea di che ore sono? Tutto ok?” Dietro le sue spalle viene raggiunto dalla signora Everdeen in camicia da notte. “Katniss è qui?” Biascico tra un respiro e l’altro. Vedo Haymitch voltarsi preoccupato verso la sua compagna che porta le mani alla bocca dalla paura. Entra come una furia e corre in camera urlandomi di raccontargli tutto. Gli spiego ogni cosa. “Avrebbe dovuto aspettarmi in panetteria ma non c’era.” Gli dico vedendolo riemergere dalla camera da letto completamente vestito. Si ferma davanti alla sua donna che fissa il vuoto, le mani ancora davanti alla bocca. Le prende le spalle e la trascina a sé. Lei non dice una parola, continua a fissare un qualcosa che evidentemente vede solo lei. Sembra ritornata la vecchia signora Everdeen. Le poggia un candido bacio tra i capelli biondi e le sussurra con una dolcezza che si addice poco al mio mentore. “La troveremo.” Quindi torna da me e mi trascina fuori per un braccio facendomi quasi incespicare nella mia gamba meccanica.
“Dividiamoci. Tu torna alla radura e chiedi a chiunque incontri se l’hanno vista ma attento a non gettare tutti nel panico. Io vado in ospedale.” Mi ordina. “Ma sono già stato nella sua camera in ospedale e non c’era.” Lui distoglie i suoi occhi grigi da giacimento dai miei. “Non mi riferivo alla sua stanza.” A queste parole sento una fitta al cuore. Non avevo pensato per un solo istante che potesse essere andata da lui. “No, ci vado io.” Lui scuota la testa. “Non credo sia un’idea saggia. Non so cosa potresti trovare.” Un pugno nello stomaco mi avrebbe fatto meno male. “Non mi interessa. Vado io.” Decreto senza lasciargli spazio per obbiettare. Corro a perdifiato pregando con tutto me stesso di non trovarli insieme. Spalanco la porta e accendo la luce. Lui è disteso sulla sua brandina e brontola incomprensibilmente. Alza la testa ma impiega qualche secondo ad inquadrarmi. “Il fornaio è venuto a trovarmi. A cosa devo quest’onore.” Lo ignoro scrutando ogni millimetro della stanza in cerca di lei. Non c’è. Una parte di me è felice di non trovarla con lui, ma l’altra sa che lei è ancora scomparsa. “Katniss è venuta a trovarti?” Gli sbotto addosso riversandogli tutta la mia rabbia nei suoi confronti. “Perché non lo chiedi a lei?” Mi risponde ridendo. Per un istante perdo il controllo e sono su di lui, le mani al collo, lo sbatto con forza sul muro. “Katniss è stata qui stasera?” “No, no.” Urla quasi implorandomi di lasciarlo ed è quello che faccio. “Se scopro che mi stai mentendo ti ammazzo con le mie mani.” Gli volto le spalle e mi incammino verso la porta. “Cosa è successo a Katniss?” Mi chiede cercando di riprendere fiato. Non rispondo e continuo per la mia strada. “La tua amica è venuta qui però.” Mi blocco. “Quale amica?” So già di chi sta parlando ma spero vivamente che non si tratti di lei. “Non ricordo il suo nome. Selly, Nelly?” Inspiro profondamente “Delly.” “Si, lei. Era parecchio arrabbiata. Mi ha proposto di liberarmi a patto che portassi Katniss lontano da qui.” Lo guardo stranito. “E tu?” “Credi veramente che potrei prenderla con la forza?” Mi ritrovo a sorridergli amaramente. “Al mio rifiuto è andata via asserendo che forse sarebbe stata lei a tornare da me una volta scoperte alcune verità sul tuo conto.” Esco di corsa senza nemmeno dare alcuna risposta al ragazzo moro né chiudere la porta della sua cella e mi fiondo come un fulmine a casa di Delly. Non busso, spalanco la porta ed entro urlando, incurante di svegliare tutti i vicini. La trovo in piedi in salotto. “Dov’è? Cosa lei hai detto?” Indossa ancora l’abito della festa, non deve essere rientrata da molto. “Peeta. Che paura. Di cosa stai parlando?” Finge di non capire ma mentire non è mai stata una sua qualità. “Non mentire.” È la voce di Gale alle mie spalle, che approfittando della mia disattenzione nel non chiudere la porta mi ha seguito fino a casa di Delly. Lei sgrana gli occhi alla sua vista. “Delly rispondi.” Le grido con tutta al rabbia che ho in corpo. I nostri schiamazzi hanno attirato Haymitch che ora è alle mie spalle insieme a Thom e Finnick. Delly incrocia le braccia al petto offesa dalla nostra irruzione nella sua casa. “Le ho solo detto la verità mio caro.” Mi sento accecare dalla rabbia, solo la presa possente del mio mentore al mio braccio mi permette di controllarmi e non metterle le mani addosso. “COSA HAI FATTO?” Lei sorride con aria di sfida. “Oh quante storie. Non potevo continuare a mentirle. Non se lo meritava.” “TU VOLEVI SOLO FARLE DEL MALE.” Urlo mentre vengo trascinato fuori da Finnick e Thom contemporaneamente. Adesso è Haymitch ad urlare. “Dov’è?” Lei scrolla le spalle. “Non lo so. Io l’ho lasciata vicino al bosco e sono tornata a casa. Non ho idea di dove sia andata.” Un brivido mi percorre la schiena. È da sola nel bosco. “Tranquillo Peeta, è una cacciatrice. Sa difendersi.” Strattono i miei amici fino a liberarmi. “Io vado a cercarla.” “Vengo con te.” La voce di Gale attira l’attenzione di tutti su di lui. Nessuno oltre me  e Delly sembrava essersi accorto della sua presenza. “Come mai è fuori dalla sua cella?” Mi domanda Haymitch con tono di rimprovero. Non faccio a tempo a rispondergli che Gale parla di nuovo “Tu hai bisogno di me. Non conosci i boschi. Non conosci gli animali. E sei anche molto rumoroso. Sei un fornaio, non un cacciatore. Solo io sono capace di seguire le sue tracce. Solo io posso trovarla.”
Per quanto mi dia fastidio, non posso non riconoscere che le sue parole sono la pura verità. Lo stesso pensiero deve essere transitato nella mente di Finnick che interviene. “Ok, ma io vengo con voi!”               


Ecco il capitolo 14. Spero vi sia piaciuto, nonostante la bomba... Please non odiate Peeta.. ricordate che era depistato e odiava Kat..  Fatemi sapere cosa ne pensate.. un abbraccio grande e spero di aggiornare prestissimo!!!
   
 
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