Anime & Manga > My HiME - My Otome
Segui la storia  |       
Autore: Atlantislux    30/07/2008    6 recensioni
Gli universi di Earl ed Earth collidono, mentre qualcosa di oscuro li minaccia entrambi.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Earth' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dedalo


Windbloom, 23 marzo, 17.30

Il Capitano Masashi Takeda non aveva lasciato volentieri il campo base attorno a Windbloom. Dopo averli combattuti per tutta la vita conosceva esattamente il potenziale di fuoco delle forze della Repubblica Occidentale combinata con la baldanza incosciente degli uomini di Haruka Armitage, e sapeva bene quanto avrebbero potuto resistere contro i branchi di Heartless.
'Un paio d'ore al massimo, secondo le nostre simulazioni, sempre sperando che i Nobody superiori non arrivino a mettere, abbastanza letteralmente, a ferro e fuoco il campo di battaglia.'
Takeda si guardò in giro, fissando i gruppi di ragazzine che si aggiravano per il Garderobe, e che guardavano il suo gruppo a loro volta, tra il sospettoso e l'intimidito.
'Ma immagino sempre di più delle forze di difesa di questo pianeta. Se questo è il meglio che possono schierare, non oso pensare al peggio.'
Nella tarda mattinata era arrivato dal Generale, per lui e per la dottoressa Helene, l'ordine di presentasi al Garderobe, lasciando intendere alla gente di Earl che era da Earth che giungevano. L'operazione si era svolta senza problemi, ed ora il jet militare che avevano utilizzato giaceva mimetizzato sul prato del Garderobe, accanto al flyer del Generale De Windbloom.
Takeda si girò di sbieco per memorizzare esattamente il luogo. In caso di problemi gli ordini erano di portare in salvo sé stesso e Shinigami Helene, e lui aveva intenzione di ottemperare con la massima sollecitudine.
Il Generale De Windbloom in persona era venuta ad accoglierli, accompagnata dal Maggiore Yumemiya e da un paio di Meister Otome, di cui una ben conosciuta.
Era rabbrividito quando Shinigami Helene aveva salutato la donna, Sara Gallagher, chiedendole come stava. Per un attimo lui aveva creduto che la biondina avesse riconosciuto i suo carcerieri, ma poi gli occhi verdi della Otome si erano semplicemente stretti in una pesante occhiata di disapprovazione. Evidentemente non era un granché contenta che fossero lì, e lo stesso poteva dirsi di molte sue compagne, a giudicare dai loro sguardi critici.
Takeda sospirò, mentre ascoltava la voce della Otome snocciolare tutto quello che potevano e non potevano fare là dentro.
'E che direbbero se solo sapessero che due di loro sono ancora nostre prigioniere? Ma che grande perdita di tempo che sono state, con loro non siamo venuti a capo di niente. Tutti i test che abbiamo fatto non hanno risolto nulla; non c'è schermo che possa bloccare il segnale dello Shinso, a meno di non portare le ragazze su un altro pianeta, ma in quel caso anche il sistema di materializzazione non funziona.'
L'uomo alzò lo sguardo verso il cielo terso di Windbloom. 'È quel satellite che chiamano Administar. Riflette il segnale in ogni angolo del pianeta, utilizzando protocolli di trasmissione veicolati da particelle subatomiche che penetrano anche all'interno delle montagne. Ingegnoso davvero. Se solo il nostro cavallo di Troia, la qui presente Sara Gallagher, si degnasse di materializzare la sua veste potremo intercettarli. Anche se, forse, riusciremo a carpire qualcosa ora che lavoreremo a stretto contatto con chi ne sa qualcosa più di noi. Il Generale Mashiro è stata bravissima a guadagnarci l'accesso allo Shinso.'
Gli occhi di Takeda si posarono sulla donna. Per qualche ragione gli faceva molta più paura del precedente Capo di Stato della Repubblica Occidentale, forse perché la sua apparenza celestiale era totalmente smentita da una delle intelligenze più spietate che lui avesse mai conosciuto. E anche perché, ne era certo, il Generale De Windbloom avrebbe tenuto fede al suo impegno di bloccare la strada ai Nobody, anche a costo di far saltare in aria l'intero pianeta Earl, con loro sopra.
“Preoccupato? Guarda che non ti mangiamo mica.”
Takeda si voltò verso la seconda Meister Otome, che si era presentata precedentemente come Nao Zhang. Era una rossa dallo sguardo irriverente e leggermente licenzioso, curioso da vedere in un posto come quello, dove le ragazze dovevano in teoria essere l'epitome della purezza.
Lui scosse le spalle. “Sai com'è, ne so troppo su quegli esseri per essere totalmente a mio agio tra di voi” le disse sinceramente.
L'Otome distolse lo sguardo per fissarsi le unghie, dalla manicure perfettamente curata. “Non hai nulla da temere, sono stata assegnata con Sara alla difesa di questo posto, e ho intenzione di rimanere viva il più a lungo possibile.”
Takeda sogghignò, gli piaceva il punto di vista pragmatico di quella tizia. E anche la sua figura era di tutto rispetto.
“Quindi vuol dire che finché ti sto accanto andrà tutto bene?”
“Sempre se riuscirai a starmi dietro, soldatino” rispose lei con un lampo di malizia che rese i suoi occhi verdi ancora più interessanti.
L'uomo di Earth sorrise, sospirando ad arte. “Ah, questi giovani d'oggi che vedono i trentenni con già un piede nella fossa” le rispose, giudicando la ragazza più o meno sui vent'anni.
A differenza delle sue colleghe Nao Zhang gli sembrava un tipo deciso, e doveva essere anche competente se era una delle Colonne del Garderobe. Il suo spirito si sollevò di un filo. Forse, con l'aiuto di Nao e di una considerevole dote di fortuna, l'hacker giudicò che sarebbe riuscito a rivedere il Palazzo d'Estate della Regina Mai.

---------------------------


“Ancora non ci credo che stiamo facendo una cosa del genere. Miss Maria ha quasi avuto un mancamento quando le ho comunicato la novità.”
Yokho scosse le spalle alle parole di Natsuki, spostando per l'ennesima volta una pigna di documenti dalla sinistra alla destra della sua scrivania.
“Il cambiamento è vita, e noi ci siamo fossilizzati troppo a lungo sulle nostre posizioni.”
“Io ho ancora dubbi...”
“Non dovresti. Non quando il Consiglio ha avvallato la proposta di collaborazione di Earth. In un certo senso, tu hai solo obbedito agli ordini.”
“Sì, ma ci hanno litigato sopra l'intera mattina. Per un attimo ho creduto che Haruka avrebbe tirato un pugno a quel pallone gonfiato del Re di Florince.”
“Immagino che lui si sarà mostrato molto soddisfatto dell'accordo.”
Natsuki sogghignò. “Sì, è arrivato tutto tronfio insieme a quella megera della Regina di Lutetia Remus, peccato che il Generale De Windbloom abbia gelato subito i loro ardori dicendo che il Garderobe è, per ora, l'unico interlocutore delle due coalizioni.”
“Usati e scaricati per arrivare a noi, una tattica ingegnosa.”
“Potrebbe essere una finta, ma in ogni caso ben gli sta la pubblica umiliazione. Il problema è che adesso siamo noi ad esserci dentro fino al collo...”
La Direttrice guardò pensosamente il massiccio apparato che nascondeva lo Shinso. “E nemmeno sono riuscita a sapere qualcosa di più sulla strategia di quelli di Earth.”
“Il tuo colloquio di ieri sera è stato infruttuoso?”
“Lo puoi ben dire. Quella strega dai capelli ametista, con la massima amabilità, mi ha semplicemente detto che loro non hanno mai avuto idea di come fare a scacciare i Nobody dal nostro universo, ma che erano certi che nei file del Garderobe ci fosse la risposta.”
Yokho sollevò criticamente un sopracciglio. “Gli dobbiamo credere?”
“Non so. Mi ha detto che loro sono sempre stati convinti dell’esistenza, da qualche parte, del progetto del maledetto Harmonium.”
“Su che basi?”
“Che è impossibile che su un aggeggio del genere non ci siano stati studi preventivi, né che sia mai stato preparato un prototipo o una copia di backup.”
“In effetti abbiamo appurato che così è stato. Però... noi sappiamo che l’Harmonium è l’unica cosa in grado di debellare la minaccia dell’Oscurità, perché ce l’ha detto Mikoto. Ma quelli di Earth non lo sapevano. Anzi, secondo me non avevano nemmeno idea di cosa fossero esattamente i Nobody prima di arrivare qui, quindi, come potevano sapere che l’Harmonium avrebbe avuto effetto su di loro?”
All'obiezione di Yokho, Natsuki si fece pensosa. “Credo che volessero semplicemente usarlo come arma di distruzione di massa, un po’ come ha fatto Nina durante la guerra. Almeno, quello era l’unico utilizzo che Nagi conosceva, e che gli può aver detto.”
La dottoressa si appoggiò il mento sulla mano, tamburellando l’altra sul tavolo. “Ne sei sicura? Riflettiamoci un attimo. Di armi potenti e che possono fare quel lavoro suppongo che ne abbiano molte, anche meno imprevedibili dell'Harmonium, mentre la caratteristica distintiva di quello è l'essere in grado di chiudere la distorsione tra il nostro multiverso e quello dei Nobody. Forse era proprio quella funzione che gli interessava.”
“Ma loro non potevano sapere che l'Harmonium era in grado di far collassare i varchi.”
“Perché no? L’Arciduca ha dimostrato di conoscere parecchie cose su quell’arma, informazioni trovate chissà dove che si è premunito di far sparire una volta salito al potere. Pur senza una preparazione in astrofisica, sarebbe bastato che avesse letto da qualche parte che l'Harmonium era in realtà un acceleratore di particelle, e che l'avesse riferito a qualcuno con una competenza in materia, perché quelli facessero due più due.”
Natsuki scosse la testa, alzando una mano per sfregarsi la fronte. “Aspetta, questo cos'ha a che fare con la strategia di quelli di Earth?”
Yokho prese un foglio dalla scrivania, e lo arrotolò fino a formare un cono.
“Facciamo un passo indietro. Quel portale spaziale non sembra fondamentalmente diverso da un buco nero. E, come quello, rilascia particelle di antimateria. Sulla quale sappiamo che l’Harmonium ha potere. Supponendo di riuscire a metterlo in funzione, dovrebbe poter far implodere la distorsione proiettando al suo interno un fascio di particelle accelerate, che annullino le antiparticelle.”
“Ti sto seguendo, ma ribadisco che non capisco che c'entra.”
La scienziata alzò una mano, cominciando a contare con le dita. “Se loro hanno studiato quel varco prima di venire qui, se erano quindi consapevoli che occorreva chiuderlo per sradicare davvero quella minaccia, e se infine conoscevano come, magari hanno preparato un'alternativa nel caso non avessero trovato l'Harmonium. È l'unica cosa che può spiegare la loro tranquillità.”
Yokho fissò la sua Direttrice, socchiudendo gli occhi. “Secondo me, sono arrivati preparati a questa circostanza.”
Nastuki aggrottò le sopracciglia, colta da un'improvvisa inquietudine. Il discorso di Yokho era perfettamente sensato, e nemmeno troppo sorprendente, conoscendoli.
“In che modo preparati?” le chiese, cercando di mascherare il nervosismo.
La donna davanti a lei fece un netto cenno di diniego. “Posso al massimo tirare ad indovinare. Qualunque cosa sia, o è simile all'Harmonium, o è qualcosa che influisce sui campi gravitazionali.”
“Da come lo dici sembra facilissimo...”
“Lo è, in effetti.”
Yokho stese il foglio, poi lo appoggiò sulle dita a coppa di una mano, in modo che il centro rimanesse sospeso. “Tanto per ricordarti di cosa stiamo parlando, considera che un campo gravitazionale è definito come la deformazione dello spazio-tempo, creata dalla presenza di corpi dotati di massa e, o, di energia. Ora, immagina il foglio come il tessuto dello spazio-tempo...”
La scienziata vi posò sopra una gomma da matita tonda, che incurvò leggermente il documento.
“... e la pallina come il nostro bel pianeta Earl. Vedi? Il foglio è piegato da quella massa e, allo stesso modo, la gravità generata dal pianeta è probabilmente la causa primaria della distorsione che abbiamo sopra la testa. Quindi, ogni modifica alla massa planetaria dovrebbe determinarne l'esistenza. Capisci dove voglio arrivare?”
“Credo di sì.”
Le dita di Natsuki calarono sulla gomma e la rimossero, in modo che il foglio ritornasse piano. I suoi occhi, mentre crollava su una sedia a lato della scrivania, non riuscivano a staccarsi dalla piccola palla che aveva tra le dita.
“Esattamente, Natsuki” le fece grave Yokho.
“Tolto ciò che curva lo spazio la distorsione ovviamente scompare” sussurrò, la gola serrata da una morsa. Non poteva credere che avessero davvero architettato una cosa del genere, era quasi impensabile. La sua voce si tinse di rabbia. “Maledetti. Hanno concentrato tutta la nostra attenzione su come respingere i Nobody, così che non ci preoccupassimo del varco.”
“Non hanno tutti i torti, però. Difenderci dall'assalto di quegli esseri è il nostro problema fondamentale. E poi queste sono solo speculazioni. È anche possibile che il Generale non menta quando dice che era l'Harmonium al quale puntavano.”
“E se così non fosse?”
A quella domanda Yokho rispose scuotendo la testa. “Non so, ti conviene contattare gli scienziati dell'osservatorio Karakawa, per saperne di più. È tardi, ma più dati avremo a disposizione sulla distorsione più potremo scoprire cos’hanno architettato quelli di Earth. Senza contare che, se davvero vogliono... come dire, rimuovere la massa di Earl, gli servirà qualcosa di piuttosto grosso.”
“Appena è stato possibile il Consiglio ha inviato truppe e Otome a sorvegliare i portali, ma purtroppo non conosciamo l'ubicazione di tutti. Ad Artai poi sono potuti giungere solo ieri, quando la tempesta che imperversava sulla zona si è placata.”
“Capisco dove vuoi arrivare. Stiamo dando per scontato che siano giunti qui solo una settimana fa, come il Generale ci ha raccontato. Mentre sappiamo bene che sono anni che ci tengono d'occhio.”
Natsuki si sfregò gli occhi, esalando un profondo respiro. “Esattamente. Hanno avuto tutto il tempo necessario per far passare un'armata da quei cosi, mentre noi eravamo qui a ricostruire le nostre città, nei mesi successivi all’attacco di Yuna. E non possiamo nemmeno scoprirlo, visto che adesso tutte le forze disponibili sono impegnate a prepararsi contro i Nobody.”
Sotto lo sguardo preoccupato di Yokho, la Direttrice si alzò in piedi, posando con delicatezza la gomma sulla scrivania. “Concentriamoci su una cosa alla volta. Contatterò l'osservatorio, tanto per sapere da cosa ci dobbiamo difendere. Quanto al resto non c'è nulla che possiamo fare, ma cercherò di scoprire qualcosa, ora che quelli di Earth sono i nostri... quasi alleati. Tu fa lo stesso con i loro scienziati qui, e bada a non rivelargli più del necessario.”
“Compresa l'esistenza dell'Harmonium?”
“Soprattutto quello, che potrebbe essere il nostro asso nella manica.”
Il suono che annunciava che qualcuno era dall'altra parte delle porte attirò l'attenzione delle due donne.
Natsuki si riscosse, aggiustandosi i capelli dietro le orecchie. “Sono arrivati.”

Dopo qualche secondo, che Natsuki passò tesa come una corda di violino, le porte automatiche si aprirono quietamente, e Sara fece il suo ingresso, seguita dal Generale e da una donna che era l'immagine speculare della sua amica Yokho Helene. Accanto a lei c'era un uomo alto, dai lineamenti severi e dai corti capelli neri, seguito da Nao che chiudeva il gruppo.
Natsuki fece un leggero cenno di saluto a Mashiro e agli altri componenti della delegazione, trovando lo sguardo dell'omonima di Yokho assolutamente raggelante. L'altro invece aveva occhi verdi e franchi, che la guardarono con soggezione. Natsuki avrebbe sorriso se non fosse stata così nervosa. Era la prima volta che qualcuno che arrivava da Earth non la squadrava dall'alto in basso.
'Ma questi due indossano la divisa dell'altra superpotenza. In effetti deve essere strano per lui trovarsi davanti quella che, nel loro mondo, era il Presidentessa dei suoi nemici.'
“E così, da oggi in poi lavoreremo insieme” la Yokho di Earth disse all'altra, facendo storcere la bocca a Natsuki. Il tono non le era piaciuto per niente. Ma la sua corrispettiva annuì semplicemente, allungando la mano dopo un attimo di esitazione.
“Così ci hanno ordinato i nostri capi.”
Natsuki le vide allontanarsi insieme, seguite dall'altro uomo, che aveva preso a guardarsi in giro con estrema curiosità.
Istintivamente, Natsuki serrò i pugni. 'Non c'era nient'altro che potessimo fare' ricordò a sé stessa. 'Che la Fondatrice mi aiuti a sopportare questo momento, e a scoprire cosa queste serpi hanno in mente.'

---------------------------


“Le odio, sono così... bigotte.”
Il Generale De Windbloom alzò la testa, premendosi le mani sugli occhi. Non aveva mai sofferto di mal di testa in vita sua, ma quelle donne ce la stavano mettendo tutta per farglielo venire. Le loro esitazioni, le loro titubanze e assurde regole le causavano un'irritazione difficile da digerire. Era stata su altri mondi, anche più repressi e oppressivi di Earl, ma il fatto che gli abitanti di quel pianeta fossero le loro esatte copie rendeva il tutto ancora più indigesto.
'Come diavolo abbiamo fatto ad evolverci in una maniera così differente?'
Fissò Nagi, seduto davanti a lei con la giacca dell'uniforme slacciata e lo sguardo perso nel vuoto.
“Spero che tu stia sempre pensando a come portare quella ragazzina dalla nostra parte. Il primo passo è fatto, e con Yokho e Takeda là dentro sarà facile ottenere quello che vogliamo, ma ci manca ancora una cosa.”
Gli occhi di Nagi la misero a fuoco con un secondo di ritardo, cosa che la fece innervosire ancora di più.
“Ti sarei grata se riservassi quell'aria imbambolata per quando te ne stai da solo a meditare” gli fece brutale, prontamente rintuzzata dal sorriso fin troppo gioviale del Colonnello.
“Guarda che stavo pensando proprio a Nina.”
“Non ne dubito, ma mi domando in che modo, perché non mi pare che ci siano stati progressi. Dobbiamo avere la certezza che l'Harmonium esista.”
“Abbiamo un ragionevole dubbio. E, comunque, credi che sia facile estorcerle qualcosa?”
“No, ma finora niente ti è stato impossibile, per cui datti da fare.”
“Non con un piccolo aiuto da parte tua...”
Mashiro sbuffò. “Certo che sei incontentabile. Dopo avere fatto carte false per portarti dietro Nina la vuoi liquidare così?”
“Non userei quel termine” le ribatté l'albino. “Ma capirai che la sua presenza qui oramai è inutile, visto che la Nina Wang di questo universo ha accettato di scendere nella biblioteca.”
“Lo so. Mi avevi convinto a far partecipare il Maggiore Wang a questa impresa perché il loro DNA è identico, e lei avrebbe potuto ugualmente aver accesso a quei dati. Forse.”
“Esatto...”
“Ma adesso non mi torna il perché tu la voglia allontanare” Mashiro gli chiese con un lampo sarcastico negli occhi.
Nagi fu imperturbabile. “A parte noi, è l'ufficiale più alto in grado. Solo lei può prendere il comando della flotta orbitale.”
“Ti dimentichi di Shiho Huit. Ha agito bene fino a questo momento. Le nostre navi sono posizionate a difesa dell'Administar, e sono certa che niente potrà sfondare quelle linee. Lei è la persona adatta alla quale comunicare i codici.”
Nagi sorrise, guardando fuori dalla finestra, verso il cielo di Windbloom dove il sole stava per tramontare.
“Ne sei certa? Una cosa del genere potrebbe mettere a dura prova la sua fedeltà. È per questo che Nina ci serve sul ponte dell'ammiraglia. Lo sai com'è fatta, lei non ci tradirebbe mai. E la nostra... garanzia, ha bisogno di protezione.”
La voce falsamente suadente dell'uomo la irritò. “Piantala. Non usare i tuoi giochetti verbali con me. Lo so benissimo che quella ragazza ti obbedirebbe in tutto e per tutto, e posso capire che tu voglia spedire via la tua amante per non avere impicci con questa Nina, ma non è che... stai diventando un pochino sentimentale?”
Mashiro sorrise di sbieco, soddisfatta dal vedere arrossire Nagi. Lo conosceva da così tanto tempo che a volte riusciva persino a capire cosa gli passava per la testa.
“Certo che no” si difese lui. “È che lei adesso ci serve davvero più lassù, invece che quaggiù. E al più presto possibile, prima che i Nobody e quelli di Earl realizzino cosa gli abbiamo preparato.”
Un'altra risatina nervosa, quasi da ragazzino. Che fece abbassare gli occhi al Generale. 'Il ragionamento fila, se non fosse che ti si legge in faccia che saresti sollevato dal saperla lontano da qui. Ma non hai tutti i torti. Shiho è una brillante esecutrice, ma dubito sia in grado di dare ai suoi... ai miei uomini, un ordine come quello: stare a guardare mentre i loro compagni vengono massacrati. Ci vuole qualcuno con più polso, e non si può negare che Nina sia dotata di considerevole sangue freddo.'
“Va bene” gli disse lentamente, osservandolo. “Anche se mi rimarrà per sempre il dubbio che tu l'abbia fatto per metterla relativamente al sicuro. Strano per uno che aveva pianificato di usarla come bomba umana.”
Nagi rispose al suo sorriso con una melodrammatica alzata di spalle. “Esatto. Sai benissimo che sono pronto a sacrificare qualunque cosa per la riuscita della nostra missione. È per questo che non dovresti avere proprio nessun dubbio. Nina, adesso, qui mi intralcerebbe e basta.”
“Sei veramente senza cuore, Colonnello.”
Mashiro si mise a ridere, deliziata dalla sua stessa battuta e dallo sguardo di intesa negli occhi di Nagi. Dopotutto aveva ragione e, quanto al resto, i suoi problemi coniugali erano solo un affare privato.
“Appena possibile la spediremo a raggiungere la flotta. Informala tu di tutto, e del fatto che ovviamente quell'informazione è classificata ai massimi livelli.”
“Non hai ancora ritenuto opportuno di rivelarlo almeno ad Haruka?”
“No. Anche se lei sa solo la cosa fondamentale. Cioè che deve essere preparata a morire su questo pianeta. Ed è questo che sinceramente mi preoccupa di Nina. Pensi veramente che lei non farebbe nulla, sapendoti qui?”
Nagi annuì, e le sembrò abbastanza convinto, nonché un po’ rattristato. “Sottovaluti la sua fedeltà alla patria, per la quale era pronta a rinunciare alla sua vita. Ora, davanti alla possibilità che l'intero suo amato pianeta venga invaso, cosa pensi che valga per lei, la mia?”
Mashiro lo guardò, cercando di capire dove, questa volta, l’albino volesse andare a parare. ‘Non posso credere che tu sia veramente convinto di quello che dici. Non sei così stupido da non vedere che quella ragazza è innamorata di te. Una cosa è sacrificare la propria vita, un’altra quella del proprio amante. A meno che anche questo non sia tutto un tuo piano.’
Strinse i denti, invidiandogli una volta di più la serenità con la quale affrontava simili questioni. Mashiro aveva avuto più volte la sensazione che Nagi non avesse la minima percezione del pericolo, forse perché infantilmente convinto di riuscire a farla franca in ogni caso.
È così vero? Anche stavolta ti sei preparato un’uscita di emergenza? E il Maggiore Wang ti aiuterà?’
La donna scosse pacatamente la testa, non riuscendo a fare a meno di ammirare come Nagi trovasse sempre il modo di far girare le cose a proprio favore.
“Non sono molto convinta di quello che dici ma, dopotutto, la conosci più di me. Accertati che non combini qualche disastro quando sarà lassù altrimenti, per quello che può valere, ti riterrò responsabile. E non ti dimenticare mai che ottenere la tecnologia della materializzazione, e dell'Harmonium, sono solo un bonus accessorio per noi. La cosa fondamentale è fermare quegli esseri. Qui e ora.”
“Non ho mai avuto dubbi in proposito” rispose il Colonnello, alzandosi e facendole un saluto decisamente blando che nascondeva a malapena il divertimento.
'Io invece ne ho molti. Perché so che tu sei fedele solo a te stesso. Ma non posso rinunciare al tuo aiuto e a quello della tua marionetta.'
Lo guardò uscire, poi si alzò ed andò alla finestra, in tempo per scorgere l'ultimo spicchio di sole che scompariva dietro le montagne.
'Qui e ora' si ripeté con convinzione. 'Quello che sta architettando Nagi non mi importa. Buon per lui se riuscirà a tornare a casa. Io, invece, non disonorerò la promessa che ho fatto alla Regina Mai. Questo posto sarà la tomba mia e dei miei uomini, se necessario, ma anche dei nostri nemici.'

---------------------------


Nagi infilò le mani in tasca, sollevato per quello che era riuscito a estorcere a Mashiro. Ancora una volta Nina gli sarebbe stata utilissima, e senza nemmeno rischiare la vita se i Nobody, come sembrava, erano arrivati senza astronavi.
'
Non posso fare a meno di mandare lei. In fretta. Solo io e Mashiro siamo al corrente della garanzia, e Zexion, se è davvero riuscito a leggermi nella mente. Ma fin'ora è tutto regolare, e Nina lassù farà un buon lavoro, nel caso le cose ci scappino di mano sulla superficie.'
Sorrise, affrettandosi verso la sua camera. Convincerla che aveva bisogno di lei non un sarebbe stato problema; mandarla via quando avesse saputo esattamente di cosa avrebbe dovuto occuparsi, una volta in orbita, lo sarebbe invece sicuramente stato.
Girò l'angolo di un corridoio, trovandosi faccia a faccia con Natsuki Kruger. La donna inalberava un sguardo torvo che prometteva una litigata monumentale con qualcuno, e Nagi sperò sentitamente di non essere lui. In quel momento non aveva tempo di darle retta.
“Dov'è il Generale?”
Nagi tirò un silenzioso sospiro di sollievo. “Nella sua stanza.”
La donna annuì, per poi guardarlo con una strana espressione. Nagi avrebbe giurato che fosse impaurita. “Forse non avrà senso dirtelo ma... prima di fare qualche stupidaggine ti ricorderai che questo è il tuo pianeta natale?”
Il sorriso di Nagi si spense nel suo solito ghigno di circostanza. “Sono qui per quello, no? Non ho mai voluto che cadesse in mano ai Nobody.”
“A qualunque prezzo?”
“Quella è una minaccia che va fermata, qui e ora” le disse, ripetendo quello che Mashiro aveva detto a lui; cercò di suonare sincero anche se, dopo aver incontrato Zexion, qualche dubbio sull’effettiva pericolosità dei Nobody gli era sorto. A differenza di quello che aveva visto nei video il Nobody non gli sembrava esattamente minaccioso. Più... incuriosito, forse. E Nagi non riusciva nemmeno a spiegarsi perché non li avessero ancora attaccati in massa, come gli aveva visto fare in tutti i video che avevano carpito.
“Lo so. Mi chiedo però se per noi non sarà un prezzo troppo alto” Natsuki gli rispose.
“Il Generale ti direbbe che ne vale la pena.”
“E tu pensi lo stesso?”
Nagi alzò le mani davanti a sé. “Io eseguo solo gli ordini.”
“E da quando?”
Natsuki non rimase ad aspettare una risposta, ma gli diede un'ultima occhiata ferale prima di procedere spedita verso l'alloggio di Mashiro. A Nagi non restò altro da fare che guardarla scomparire, mentre il suo sorriso ritornava a galla.
'Me lo ricordo bene cos'è questo posto, per me. E per quanto abbia amato rivedere le montagne di Artai... beh... sul pianeta chiamato Terra le Alpi sono altrettanto belle.'
Ridacchiando si allontanò dalla parte opposta a quella di Natsuki, cercando le parole adatte per ordinare a Nina quello che la donna non avrebbe mai voluto sentirsi dire.


Aries, 23 marzo, 14.00

Faceva caldo in quel posto, ma a Zexion non importava. Il sole accecante gli ricordava la vita miserabile che conducevano sul mondo di tenebra che avevano eletto come casa. Che lui non voleva mai dare per scontata.
'Non quando ho forse la possibilità di cambiare radicalmente le cose.'
Si guardò attorno. La base militare di Aries, che avevano deciso di visitare, fremeva di attività, anche se nessuno prestava la minima attenzione a lui e ad Axel, comodamente seduti su una catasta di container, schermati alla vista dai poteri di Zexion.
Era venuto il tempo di dare alla nazione più potente di Earl una sonora lezione, anche se localizzata, in modo da far diffondere il panico ancora di più.
'E poi, come ho promesso a Nagi, verrà il momento dei suoi compatrioti' meditò Zexion, il volto nascosto dal cappuccio.
“Qui abbiamo problemi con i nostri poteri?” gli chiese improvvisamente il compagno.
Zexion scosse la testa. “No, non ci sono Otome né campi di contenimento. Puoi divertirti quanto vuoi.”
L'altro stese le labbra pallide in un sorriso, facendo ondeggiare la criniera di capelli amaranto che lo rendeva simile ad una fiera, più che ad un essere umano.
“Allora vado.”
Lasciandolo solo si alzò, scomparendo in un cono di oscurità, per riapparire qualche decina di metri più in là, a terra, tra i soldati di Aries che non avevano idea di cosa gli stesse per accadere.
Zexion lo guardò falciare i più vicini, totalmente presi di sorpresa, con i suoi letali chakram. Per poi far semplicemente esplodere quelli più lontani in una nuvola di vapori sotto pressione e residui organici. L'asfalto intorno al Soffio di Fiamme Danzanti si alzò per il calore e, dopo qualche secondo, in un raggio di metri, fu trasformato in una distesa di magma semiliquido, che inghiottiva mezzi blindati e cadaveri di esseri umani morti all'istante per l'immensa temperatura sprigionata.
Altri soldati stavano accorrendo sul posto, sparando, ma Axel si teletrasportava troppo in fretta per costituire un bersaglio, mentre le pallottole esplodevano contro la barriera termica che lo circondava.
Lo stratega dei Nobody vide qualcosa muoversi velocemente tra i soldati; forme umanoidi, biancastre, che apparivano e scomparivano in un turbine di unghie, denti, ed alti spruzzi di sangue. Axel aveva richiamato a sé la propria corte di Nobody Assassini.
Zexion sorrise; c’era solo un’Otome con un potere equivalente, ma dubitava che avesse accoliti altrettanto solerti, né una simile smania di distruzione.
Non passò qualche minuto che lo spettacolo l’aveva però già stancato. Zexion si alzò a sua volta, teletrasportandosi lontano dal caos. In ogni caso, Axel non aveva nessun bisogno d'aiuto.

Fuori dalla base il deserto sassoso si estendeva a perdita d'occhio, interrotto da un distante boschetto, abbastanza fitto da sconfiggere la luce del sole. Zexion compì un ultimo sforzo per portarsi fin là, dove finalmente trovò il silenzio, interrotto solo da quale sporadica esplosione.
Si sedette all'ombra di una delle piante più esterne, scostandosi finalmente il cappuccio dalla fronte. Pur essendo di un tessuto tecnico che repelleva tanto il calore quanto il freddo, alla lunga lo infastidiva indossarlo.
Sbuffò, affondando la mano nel ciuffo di capelli argentati e si gettò sull'erba. Lì sdraiato, liberò la mente da ogni sollecitazione esterna. Gli mancava la pace della sua biblioteca, e con attorno Marluxia ed Axel ammetteva di non riuscire a focalizzare le cose, impegnato a stare dietro alle assurdità dei suoi compagni. Ci stava mettendo di più a tenerli sotto controllo che a far progredire la situazione.
Già Marluxia, il più intelligente dei due, gli aveva chiesto come mai non stessero attaccando in forze almeno le aree del pianeta dove erano certi che non ci fossero possibili candidati per l'Oscurità. E Zexion aveva faticato a rintuzzarne le critiche. La spiegazione sul non volersi trovare tra l'incudine e il martello, con le Otome da una parte e le divisioni di Earth dall'altra, non era bastata al Leggiadro Sicario.
'Come glielo posso spiegare? Se gli andassi a dire che sono qui per il motivo completamente opposto a quello che ho fatto a credere a Xemnas, mi toglierebbero di mezzo immediatamente. Non posso fidarmi di loro fino al punto di rivelargli che quello che voglio è mostrare il nostro potere ai capi di Earth, in modo da fargli capire che nulla di quello che possono mettere in campo ci può fermare.'
Zexion si guardò le mani. Quando era rinato tutte le piccole cicatrici che si portava dietro dall'adolescenza, residui dei primi, falliti esperimenti scientifici casalinghi, erano scomparse. Ma ne aveva ancora memoria, così come ricordava, in anni più tardi, la difficoltà di lavorare con materiali indicibilmente pericolosi senza poter avere il lusso di sbagliare. Quello che stava accadendo su Earl era esattamente la stessa cosa. Ma gli andava bene, le sfide intellettuali lui le aveva sempre adorate.
'Avrei potuto parlare a quelli di Earth, ma non mi avrebbero ascoltato. Sono in guerra con il loro intero multiverso, e molto più smaliziati di quanto fossero gli abitanti di Earl ai tempi della visita del Re. Quelli dovevano essere proprio messi male se l’hanno accolto come un salvatore ma, questi, sospettosi come sono e in posizione di forza, se mi fossi presentato mi avrebbero messo al muro. O ci avrebbero provato.
Ma se li metto in difficoltà, sconfiggendo sia le Otome che le loro divisioni migliori, avranno così tanta voglia di trovare qualcosa, qualunque cosa per batterci, che si butteranno tra le braccia dell’Oscurità molto volentieri quando capiranno che solo chi ha poteri come i nostri può efficacemente ostacolarci. Dopotutto non hanno stupide pregiudiziali filosofiche che li frena dal farlo, come gli abitanti del mio multiverso.
‘Per questo pianeta sarà un piccolo disastro, e avrei fatto a meno di metterlo a ferro e fuoco, sacrificando così tanti dei nostri, ma con gente fissata con la propria sicurezza non si può davvero discutere o trattare. L'unica cosa che capiscono è una bella corsa agli armamenti.'
Un solenne sospiro di disappunto sgonfiò il torace del Nobody. 'Certo che hanno avuto un’idea davvero estrema per sconfiggerci.'
Zexion si girò su un fianco, infastidito da un raggio di sole che penetrava il fogliame proprio sullo zenit della sua testa. Anche le ultime esplosioni erano cessate e ora il silenzio avvolgeva tutta la zona. Si stava finalmente rilassando quando si alzò il vento, e il raggio di sole che lo stava disturbando diventò una danza di luci sulla sua faccia.
Per un istante, in un impeto di irritazione così umana che quasi lo sorprese, Zexion desiderò che il sole scomparisse.
'Otto minuti. Tutto quello che ho carpito dalla mente di Nagi. Avrei dovuto arrivarci immediatamente, non era poi così difficile considerato che quello che vogliono è buttarci fuori dal loro giardinetto e impedirci di tornare. E hanno solo due modi per farlo: o usare l'acceleratore, che il Re gli fornì, per far collassare la distorsione o spazzarne via la causa, cioè questo stesso pianeta.'
Si schermò con una mano gli occhi chiari, volgendo gli occhi verso l'alto. 'Quattrocentottanta secondi. Quanto ci mette la luce del loro sole ad arrivare fin qui. L'onda d'urto di una supernova si muove molto più lenta, dovrebbe coprire la stessa distanza in circa due ore e mezza, ma è da escludere che Nagi stesse pensando ad altro. E, da quello che ho captato in giro, nessuno degli altri comandanti di Earth, di stanza su questo pianeta, è a conoscenza della cosa.’
Zexion sorrise, guardando il cielo attraverso le fronde. ‘Nemmeno quelli della loro flotta orbitale, nella cui mente ho in ogni caso già impiantato un comando subliminale. Qualunque ordine gli verrà dato di far saltare in aria il sole di questo sistema o di bombardare la superficie di Earl, lo interpreteranno come quello di autodistruggere le loro stesse navi. Semplice e pulito... Se solo fosse possibile farlo con tutti gli altri capitani otterrei quello che voglio senza spargimento di sangue, ma ci vuole troppo tempo per condizionarli senza che se ne accorgano. E la loro condottiera, quella Haruka Armitage, non ha un pattern mentale modificabile senza frantumarlo. Che orrendo soggetto.’
“Mi ci voleva, mi stavo davvero annoiando!”
La voce di Axel fu, in quel momento, incredibilmente disturbante. Per un attimo fu tentato di mandarlo via, ma scacciò invece il pensiero. Era comunque tempo di andarsene, anche se avrebbe apprezzato di rimanere solo ancora per un po’.
Zexion si alzò di malagrazia, osservando distaccato il fumo e le fiamme che si sollevavano in pingui nubi da quella che era stata una delle basi principali di Aries.
“Tu, piuttosto, mentre io lavoravo eri qui a riposarti dopo il viaggetto che ti sei fatto nello spazio?” gli chiese il pirocinetico, piuttosto rudemente.
“No. E quella non è stata una gita di piacere. O avresti preferito avere i missili delle astronavi di Earth puntati sulla testa?”
Axel incassò la critica senza fare una piega. “C’avrei potuto pensare io, o potevi richiamare le nostre navi.”
“E impegnare inutilmente altre risorse?”
“Almeno, già che c’eri, dovevi ordinargli di buttare giù l’Administar. Avremmo risolto il problema delle Otome” ribatté Axel, ostinato.
Zexion si impose di rispondergli come avrebbe fatto con un bambino capriccioso. Cosa che Axel, in effetti, a volte gli ricordava con i suoi manierismi.
“Mica tanto. Ricordati che quel satellite diffonde solamente il segnale dello Shinso sul lato opposto del pianeta, non è che lo genera. E abbiamo già appurato che il diretto contatto tra l’Otome e il suo Master ne scavalca le funzioni. Quindi non sarebbe servita a niente una cosa del genere, se non a svelare qualcosa di me che ancora non sanno, ma che in futuro ci potrà essere molto utile, cioè i miei poteri di manipolazione e controllo sulle menti umane. Soprattutto non ci sarebbe servita per neutralizzare le Colonne poste a difesa del nostro problema principale, cioè lo Shinso stesso.”
Il compagno lo fissò in silenzio, e Zexion ne approfittò per continuare. “Tieni a mente lo scudo nanogenerato che le protegge da attacchi diretti. Sono comunque vulnerabili ad altro, ma lo sarebbero ancora di più se ne fossero prive.”
Solo a quel punto Axel sogghignò. “O se addirittura non potessero materializzare le proprie armature.”
“Esattamente. Senza di quelle sono solo graziose fanciulle esperte di arti marziali. Quindi rimani focalizzato sul nostro obiettivo principale: il congegno che attiva le nanomacchine. Via quello, via ogni nostro problema.”
Spiò il volto del pirocinetico, sul quale fu soddisfatto di veder apparire la solita aria determinata. Quella che esibiva quando gli veniva dato un ordine per lui particolarmente divertente da espletare. “Di questo, e delle Colonne, ci occuperemo personalmente io e Marluxia” Axel sibilò, quasi soave.
Zexion, dal canto suo, annuì semplicemente. “Perfetto. Lasciate agli Heartless le divisioni di Earth.”
“Non avevi detto che non volevi impegnarli contro le Otome e i comandanti di quella gente?”
Lo stratega dei Nobody alzò le spalle, sorridendo gelidamente. “Adesso che sono sul posto ho chiaramente individuato i bersagli critici. Di quelli, i due che ti dissi ieri sono tutti tuoi, mentre degli altri due mi occuperò personalmente.”
Anche perché uno è l’operatrice dell’Harmonium, quella Nina Wang. Che attraverso Nagi posso riuscire a portare esattamente dove voglio io.’
“Quindi non ci saranno problemi a rilasciare gli Heartless in massa, d’ora in avanti?”
“No.”
Axel girò gli occhi smeraldo verso l’incendio alle sue spalle, osservandolo compiaciuto. “Tanto meglio. Bene, ce andiamo? Qual è il prossimo bersaglio?”
“La capitale del regno di Zipang” gli rispose Zexion, lanciando un’ultima occhiata al cielo terso prima di teletrasportarsi via. Tutto stava andando come previsto.


_________________________



Bene, per cominciare immenso ringraziamento a Shainareth per le correzioni e a Solitaire per la consulenza in tema di metodo scientifico e per tutte le dritte che mi dà sul fandom di Kingdom Hearts ^_^
Un grazie e un abbraccio anche a Hinata, Frozen, NicoDevil, Chiarucciapuccia e Gufo_Tave (yes, pensavo anch'io ad una copia di backup o al massimo ad un prototipo, come ha scritto Solitaire nel suo commento; l'arma definitiva, e unica, mi sa un po' da film di spionaggio di serie Z. Pure della Morte Nera sono saltati fuori i progetti, ad un certo punto ^_^) per i commenti che continuamente mi fate arrivare. Troppo buoni e solerti davvero a leggervi sta sorta di tragedia russa! ^_____^

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > My HiME - My Otome / Vai alla pagina dell'autore: Atlantislux