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Autore: delilahs    20/05/2014    0 recensioni
Ed è solo un amore
nato per gioco,
inseguito per pazzia,
respirato per sfida,
accettato per incoscienza,
amato per sopravvivere,
vissuto per nutrimento,
preso per patria,
semplicemente tu.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'This is war'
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Che tu sia benedetta
che aggiungi bellezza al mondo
del creato sei la vetta
della natura amor giocondo.

Di beltà margine e confine,
O del cielo figlia prediletta,
poiché in te grazia non ha fine
come fine non ha la retta.

Il tuo sguardo allegra e alletta
più del Sole, o mia leggiadra stella,
che a tuo confronto pallida ombra getta.

A te che tra le donne siedi eletta
e non v'è più dolce rima
di quella prima e adesso detta.























Il deserto è immenso, arido e freddo, lontanissimo dalle luci della città.

Sulle montagne che si ergono fin dove l’occhio umano può spingersi, il sole risplende e riscalda terso ed immaginario. Il cielo si tinge di rosa, azzurro pallido, violetto, giallo ed arancione. La massa caotica di edifici stempiati si estende a macchia d’olio sul paesaggio, le strade come costellazioni nel buio del terreno, le macchine come formiche. I lampioni flettono la luce elettrica, regalano tranquillità e sicurezza, si alzano con la luminosità su fino alla volta celeste. Poche nuvole hanno l’ardore di spingersi vicino al sole, che le respinge con sicurezza, illuminandone l’acque e portando il mare nel cielo.

Nella stanza le pareti bianche sono pulite, spoglie e semplici, eppure su di loro si riflette la neve invernale e il sole estivo. La finestra, ampia e trasparente, è come una pupilla enorme che si allarga, si espande e si focalizza su quei frammenti che sono le stelle. La purezza delle lenzuola fa a pugni con la vitalità corrotta delle luci di città e si allontana, sconfitta, dalla ribalta, assumendo lo sfondo compassionevole di qualcosa che è sbagliato ma inevitabile.

Il panorama sembra quasi un quadro non finito, imperfetto nonostante la sua realizzazione più completa, come se un pittore l’avesse lasciato a metà e fosse andato ad rimirare lo spettacolo dietro la tela.

Di questo paesaggio, del quale la bellezza non è dato contestare, ne fanno tana d’amore e di sotterfugi amanti ed amori, riparati dall’enormità della stilistica urbana, semplici, puri ed eppure rassegnati come il colore delle lenzuola sopra le quali giacciono. Due gocce d’acqua usate per dipingere, così eguali nonostante così differenti, così come differiscono nel momento in cui scompaiono, si asciugano o vengono assorbite, come gli innamorati lo sono di questo spazio.

Perché di questa tela non ci è dato esattamente di conoscere i colori, né le modalità con cui sono stati creati, se il violetto chiaro è figlio del rosa con il rosso o del viola con il bianco. Di quest’opera possiamo sapere de le intenzioni di chi l’ha creata, delle sensazioni, delle emozioni perfino.  Di quale sentimento corrisponde il violetto o il giallo, e se il bianco rimarrà un colore di sfondo. 

Possiamo indovinare de argomenti quegli amanti tratteranno, o più semplicemente, se godranno del pittoresco scenario finché il giorno non sopraggiungerà. Se, finalmente, con poche parole sussurrate tra ciocche di capelli e lembi di pelle, potranno rendere completo quel quadro menomato.

Tra queste sete dormono i nostri protagonisti, non posseduti da voi che state leggendo, bensì nostri perché della loro storia ci tocca, c’appassiona e ci coinvolge.
I capelli di lei, morbidi come una piuma e profumati come un elisio tropicale, sono sparsi sul cuscino. Il suo respiro, così come il suo battito, è dolce, regolare, e il suo petto s’alza e s’abbassa al ritmo di una ninna nanna biologica e precisa. Accanto alla donna un uomo distorce la tela dipinta, non abbandonandosi al sonno che quel paesaggio propizia ma ammirando invece la sua compagna, che invece calza alla perfezione nello sfondo ancora dormiente che si mostra alla finestra.
Se da un lato l’acqua allora dall’altro il fuoco, così i due si completano, nell’intreccio delle loro membra spossate che sferzano una goccia di novità in un mare di abitudine sempre uguale.  I loro corpi non sono coperti d’altro se non di lenzuola candide, un colore, come già accennato, rassegnato, e nonostante luminoso ben messo da parte nel buio, un colore lussurioso, quasi.
E quando la donna apre gli occhi, e guarda lui, e vede che lo sguardo del suo amato non è niente di meno di pura ammirazione, pressappoco quella che gli uomini pronunciano con referenza quando parlano dell’Iddio, allora arrossisce, poiché di colori così diversi come il bianco e il rosso a questo mondo non ce ne sono.  E le guance di una donna che è amata non hanno nulla da invidiare al colore delle rose, né tantomeno a quello delle fragole più prelibate. Accortasi di questa impressione, la donna viene dipinta con una strana espressione sul viso, quasi di cruccio, come se sapesse di non meritare quello sguardo immenso, quegli occhi azzurri che la fanno sentire nuda dentro. Perché a far nuda una donna non basta toglierle i vestiti, bensì spogliarne l’anima, accarezzarla, trattarla come il più mitico tra i tesori.

“Lo sai, Rick.” Una voce s’alza dalle coperte. E’ quella della donna. Un ciuffo di capelli le scivola sul viso. “Non credevo che tutto questo fosse possibile. Io, te… sembra un sogno ad occhi aperti.”

L’uomo sospira, uno sbuffo minuscolo in mezzo a quel calore umano. La sua mano è poggiata sul muro, cerca refrigerio, e lo trova. Deposita un bacio delicato sulla fronte dell’amata. “Kate, la gente spesso definisce impossibili cose che semplicemente non ha mai visto.” La donna ride, strofinando il naso freddo contro le coperte.

“A volta, vedi..” continua lui, sorridendo con dolcezza. “A volte, ci sono persone che sono state colpite così tante volte da tanti nella schiena che quando gli regali un fiore all’inizio non capiscono cos’è. Le persone sono abissi, ti vengono le vertigini solo a guardarci dentro.”

La donna sorride, riprendendo quel tratto così comune eppure così poco considerato di tanti dipinti, che altro non è che la felicità umana. “E tu, credimi, sei bellissima. Dentro di te hai i diamanti più preziosi, le gemme più rare, le sorgenti più pure.” Continua poi Castle, mentre al suono di quelle parole Kate si avvicina di più, ancora di più.

“Divertente, questa. Dove l’hai pescata?”

“Mi ritengo ufficialmente offeso.”

Lui mette su un broncio adorabile, corrugando le sopracciglia e scavando delle fossette nella pelle candida. Beckett ride sommessamente, uno scampanellio innocente, e si avvicina al viso dell’amato. Le loro espressioni portano con loro tutto l’amore del mondo, sentimento puro, disinteressato e ricercato, e quindi ottenuto. Poggia le labbra sulle sue, caldo contro freddo,  acqua contro fuoco, rosso contro il bianco, e con questa fusione di colori, di stili e, non dimentichiamolo, di vite completamente separate ed eppure unite, abbiamo la conclusione del nostro dipinto, che ora reca una grande impronta rossa che domina sul bianco arrendevole.






















 
   
 
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