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Autore: CL_Kiki    26/05/2014    3 recensioni
< T-Tu... sei il ragazzo di oggi pomeriggio? >
< Mi dispiace per prima. Davvero. - le porse nuovamente la mano - Dai, alzati, sistemati e andiamo via da questo vicolo. >
< G-Grazie... >
< Non devi ringraziare. L'avrei potuto uccidere quel bastardo. >
< Come ti chiami? >
< Come ti chiami tu? >
Un sorrisino gli comparve nelle labbra.
< Io sono – disse togliendo gli occhiali da sole che aveva ancora in volto - Jung IlHoon. >
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ilhoon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BuonaSera! Dai, siamo già al terzo capitolo e i responsi sono positivissimi *^* Grazie, miei cari lettori <3
I preferiti aumentano (e siamo solo a 3 capitoli! La cosa mi ha colpito un sacco) e le recensioni arrivano! Grazie ancora *^*
Vi ricordo il link della pagina di facebook! Mettete mi piace, mi piacerebbe fare la vostra conoscenza :3
Bye <3

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Il giorno dopo Min Jee si svegliò con un terribile dolore alle braccia e si accorse di avere dei terribili lividi là dove, Shin o qualunque sia stato il suo nome, l'aveva stretta. Dopo essersi preparata e aver fatto velocemente colazione, rivolgendo a mala pena la parola a Yong Shi, scese da casa, pronta a dirigersi a un incontro con le amiche.
Min Jee arrivò in piazza e trovò Ae Sook e Eun Hee sedute in una panchina.
< YA. VOI DUE. >
< Min Jee! Parlavamo di te! - Eun Hee si alzò per salutarla ma fu costretta ad indietreggiare violentemente a causa dell'amica che per poco non le andava contro – C-Che c'è? >
< Che c'è? CHE C'È? Ieri mi avete abbandonato in quel posto! >
< Pensavamo che te ne fossi andata. >
< Secondo te me ne andavo da sola in una zona come quella?! >
< Eun! Te lo avevo detto! > ribatteva Ae Sook.
< Eun, giuro che d'ora in avanti, se vengono quelle due arpie con te non ci esco più! >
< Eh dai! Sono mie amiche! >
< E tu escici, solo io non verrò. >
Min Jee si diresse verso un altra panchina e si sedette con le braccia incrociate al petto.
< È successo qualcosa? > Ae Sook sembrava preoccupata.
< Storia lunga. Sappiate solo che mi sono presa un bello spavento... >
< Min... - Eun Hee s'inginocchiò accanto all'amica – scusami... >
< Aishh. Alzati. Ti perdono, anzi, vi perdono perché, Ae, tu l'hai seguita, se mi dite tutto ciò che sapete sui BTOB. >
< AAAAH! - Eun Hee si alzò di colpo – Hai deciso di ascoltare la musica pop finalmente?! >
< Stai scherzando? Ho solo bisogno di informazioni. Avanti, parlate. >
Le due ragazze si sedettero accanto a Min Jee e iniziarono a riferirle ciò che sapevano sul gruppo.
< I BTOB sono un gruppo composto da 7 membri, hanno debuttato l'anno scorso sotto il nome della casa discografica Cube Ent. > Stava raccontando Eun Hee.
< Durante quest'anno e mezzo hanno fatto 3 Mini Album e per hanno da poco completato la promozione di Thriller. - Continuava Ae Sook. - t'interessano pure le canzoni? >
< No, per niente. >
< Che altro? >
< Loro. >
< Ah. Il leader è EunKwang, poi ci sono ChanSub, Peniel, IlHoon, MinHyuk, SungJae e HyunSik. >
< IlHoon hai detto? >
< Si, ha 19 anni ed è Vocalist e Rapper. >
< Eh? 19? >
< Ne. Ma non è il più piccolo! SungJae ne ha 18! >
< Non è questo il punto... vabbè, lascia stare. Mi puoi fare vedere qualche foto? >
< Uhm? Perché ti interessa? >
< Non posso vedere nemmeno una foto? >
< Oh, scusa. - Ae Sook prese il telefono e, andando nelle immagini, prese una foto – Ecco, è lui. >
“Allora è davvero lui.”
Min Jee era rimasta con lo sguardo fisso sulla foto e non si accorse dello stupore delle amiche.
< Che c'è? >
< Sembra quasi che ti piace. - disse Eun Hee. - Ti piace? >
< Macché! >
< Ah, meglio! È il mio bias! >
< Aishh. Non lo conosci mica! - disse nervosa e si alzò – comunque grazie. >
< Perché tutto quest'interesse? >
< Bah... Così. Andiamo, devo vedere per un maglioncino! >
Non voleva dire niente ma il maglioncino della sera prima si era rovinato durante l'incidente, se così si può definire.
Durante il giro, la ragazza trovò quello che le serviva e in più, provarono quasi tutti i capi dei negozi in cui entravano, poi non poteva mancare la tappa al negozio di musica dove, Ae Sook e Eun Hee, si perdevano fra gli scaffali di musica k pop mentre Min si rifugiava nel reparto di musica classica, finché le amiche non tornavano da lei, con almeno un cd da comprare, se andava bene. Spesso anche di più.
Ultima tappa di quella mattina fu il solito ristorante di cui erano, ormai, clienti fisse.
< Aaah! Mi sento così sazia! >
< Ci credo, dopo tutto quello che hai mangiato! - disse Min indicando i piatti davanti a Ae. - A chi tocca pagare oggi? >
< A te, Min. >
< Bene, allora io vado. >
La ragazza si diresse verso la cassa e, dopo circa 10 minuti pieni di fila, riuscì a pagare e a raggiungere le amiche all'esterno del locale.
< Ce l'ho fatta a pagare! Non ci speravo più! >
< Sang Min Jee. >
Girandosi, si ritrovò un ragazzo dall'aria familiare a circa 2 metri da lei. Gli stessi occhiali da sole, stessa giacca ma vestito più “elegante”. Camicia, jeans e un paio di mocassini.
< E tu che ci fai qua? >
< Passavo e ti ho vista seduta, quindi ho pensato, perché non l'aspetto e la saluto? > le rivolse un sorriso che fece rimanere di stucco le amiche dietro.
< Grazie per il pensiero ma potevi anche farne a meno. >
< Vabbè, ormai sono qua. Dammi il tuo telefono. >
< Wae? >
< Perché se mi andrà potrò chiamarti quando mi pare. >
< Come no, scordatelo. >
< E va bene... - iniziò a camminare verso di lei e, passandole accanto, le sfiorò il cellulare dalla tasca dei jeans - … farò da solo. >
< Ya! - cercò di bloccarlo ma lui iniziò a correre – YA! FERMATI! >
L'unica soluzione che trovò fu quella di seguirlo, quindi iniziò a correre e le amiche fecero altrettanto, però, quasi subito, IlHoon si fermò e si girò verso Min, ridandole indietro il telefono.
< Ecco, ora hai salvato anche il mio. Se capita qualcosa come ieri chiamami. >
< Cosa sei? La mia guardia del corpo? >
< Una specie. Annyeong! >
Con questo, si allontanò.
< Si può sapere chi era quello? >
“Non ci credo che non l'hanno riconosciuto. È dicono che è il loro idolo.”
< Solo un ragazzo che mi ha aiutato ieri. Andiamo via prima che torni indietro. >
 
****

Il weekend passò velocemente e, fra un uscita e l'altra, arrivò un altro lunedì.
Uscì da casa verso le 6 del mattino con indosso la sua uniforme, formata da una camicia bianca, cravatta nera, una giacca blu notte, gonna a campana in stile scozzese grigia, parigine dello stesso colore e un paio di mocassini neri.
L'aria fresca le portava indietro i capelli mori e le faceva venire la pelle d'oca, solo perché non era ancora sorto il sole.
La scuola non era troppo lontano da casa di Min. Era un'enorme villa che si trovava al centro di un'altrettanto enorme giardino. Dallo spiazzale di fronte alla villa, si aprivano diversi vialetti che portavano a diverse strutture come la piscina o il campo da pallavolo.
Le aule erano organizzate come in America, ogni professore aveva l'aula privata.
Dopo le normali ore di lezione, il resto del pomeriggio, se si voleva rimanere nell'edificio, poteva essere gestito dai ragazzi con gruppi di studio o con i diversi laboratori.
Min Jee entrò nella sua aula e fu accolta da un solare saluto da parte dei compagni.
< Annyeonghaseyo, Min Jee! >
< Annyeong ragazzi. >
< Min! Vieni qua! > AeSook gesticolava in modo esagerato, contando il fatto che le dividevano solo 2 metri di distanza.
< Basta agitare le braccia! Che c'è? >
< Ti abbiamo portato un regalo? > Eun Hee nascondeva qualcosa dietro la schiena.
< Regalo? Che regalo? >
< Visto che ti sei interessata tanto... ta daaaah! - l'amica aveva tirato fuori un ciondolo per il cellulare con il simbolo dei BTOB – Ti piace? >
< … Mi state prendendo in giro? >
< Che sei antipatica! - Hee prese il cellulare che le usciva dalla tasca della giacca e attacco il ciondolo – Non puoi toglierlo! È un nostro regalo! >
< Aishh. Che devo fare con voi due?! >
< Tutti in piedi! Entra l'insegnante > Il rappresentante di classe era in piedi, davanti al proprio banco, ad accogliere l'ingresso dell'insegnate.
Le lezioni passarono lentamente visto che, il lunedì, aveva sempre le materie più noiose.
All'ora di pranzo, prese tutte le sue cose e si diresse verso l'uscita dell'aula.
< Sang Min Jee, non rimani? > il rappresentante, Park Hyun Ki, l'aveva chiamata. Erano mesi che non si rivolgevano la parola, a causa della loro rottura.
< Aniyo, oggi vado direttamente all'aula di musica. Dillo tu all'insegnate, Annyeong! >
< O-Ok... >
L'aula si trovava nella sala est della villa, all'ultimo piano. Era molto grande e, per le numerose finestre, era molto luminosa. Alla fine dell'aula, una porta finestra portava a un enorme terrazzo da cui si poteva vedere tutto il giardino della scuola. Quasi tutti i poggia spartiti erano vuoti, tranne per due, occupati da dei suoi compagni di laboratorio, il primo violoncello e il secondo flauto a fiato.
< Annyeong Min, oggi sei venuta prima. >
< Si, mi annoiava stare in classe. >
< Beata te che te lo puoi permettere, con i voti che hai. >
< Già... >
 
****

Erano quasi le 6 di sera e IlHoon si trovava davanti l'ingresso della scuola superiore.
Indossava un paio di Jeans attillati, una felpa nera, per non dare troppo nell'occhio, con il cappuccio alzato, un capello sotto di esso, dai cui spuntava un piccolo ciuffetto biondo e un paio di occhiali da sole per nascondergli il viso.
Appoggiato al muro di fronte al cancello, controllava in continuazione l'orologio dal suo cellulare chiedendosi perché non fosse ancora uscita.
Mentre controllava l'ennesima volta l'orario, sentì delle voci provenire dal vialetto della scuola e vide comparire tre ragazze che parlavano e scherzavano.
< Perché hai perso così tanto tempo? >
Min Jee non si era accorto di lui e, sentendo la sua voce, era saltata in aria.
< Ehi! Mi hai fatto prendere un colpo. Perché sei qua? Come facevi a sapere che frequentavo questa scuola? >
< Ho i miei metodi. È buio, ti accompagno a casa. >
< Non c'è ne è bisogno. >
< Invece io dico di si. - IlHoon si avvicinò alla ragazza e la prese per il braccio, tirandola via – Andiamo. >
< Ya! Aspetta! Ma... Ragazze, ci sentiamo più tardi! >
Così, se ne andarono, lasciando le due ragazze ancora davanti il cancello, con lo sguardo incredulo.
****


< Sei il loro idolo però non ti hanno riconosciuto. Vorrei sapere come fanno a definirsi fan. >
< Sono delle Melody? >
< Delle che? >
< Melody. È il nome del fandom. >
< Ah, già... Me lo avevano accennato. >
Il ragazzo le aveva lasciato da un pezzo il braccio e, adesso, camminavano a circa un metro di distanza fra loro. Lui con le mani dentro le tasche della felpa, lei che teneva stretta al gomito la borsa della scuola.
< Quindi... Come hai scoperto che andavo in quella scuola? >
< Ti ho seguito stamattina. Ringraziami per essermi alzato presto, sei scesa che ancora era buio. >
< Mi stai stalkerando per caso? È la prima volta che sento che è un idol ad essere lo stalker nei confronti di una ragazze e non viceversa. >
< Io non sto stalkerando proprio nessuno! Sto cercando di essere gentile preoccupandomi per te e per scusarmi ancora dell'altra sera. Se non vuoi posso anche andare via. >
< Bene, allora vai. >
< Bene. >
< Bene. >
IlHoon si girò e tornò indietro, girando al primo angolo che incontrò.
Min continuò a camminare per la solita strada ma si sentiva più insicura. Si girava a controllare qualsiasi strada passava e andava accelerando il passo. Poi, un rumore improvviso la fece saltare fino a farla arrivare con le spalle al muro ma, si rese conto, che era solo un gatto che aveva fatto cadere una scatoletta da un cestino vicino.
< Vuoi andare avanti ancora a lungo? Si vede che hai paura. >
Non se ne era resa conto ma la stava seguendo, eppure si era girata spesso.
< Aniyo... Non ho paura... >
< Allora perché hai fatto quel salto? È stato abbastanza comico. Almeno hai detto ai tuoi genitori cosa è successo? >
< Aniyo... >
< Sei proprio stupida. Andiamo, ti accompagno a casa anche se non ti va. >
< Va bene... Ma tu non hai altro da fare? >
< Perché mi fai sempre le stesse domande? Me lo avevi chiesto. >
< Scusa... >
< Aishh. Tranquilla. Solo, mi diverte uscire e staccarmi dal lavoro. >
< Capisco... Venerdì hai fatto ingelosire mio fratello. >
< Davvero? >
< Si. Ti ha visto quando mi hai lasciato sotto casa e mi ha fatto un sacco di domande su di te. >
< E cosa gli hai detto? >
Si era fermato sotto un lampione e, osservandosi intorno, si rese conto che erano già arrivati davanti l'entrata del palazzo di casa sua.
< Che eri un amico. Che altro gli avrei dovuto dire? >
< La verità su c'ho che era successo poco prima? >
< Si sarebbe preoccupato troppo e non mi avrebbe più fatta uscire di casa. >
< Molto protettivo. >
< Si. È un po' troppo attaccato. >
< Da come parli, sembra anche troppo per essere un fratello. >
< Si... Siamo sempre stati parecchio attaccati e pensa di poter avere la priorità su tutto. >
< Allora avrò un rivale, eh? >
< Rivale? Che intendi? >
Probabilmente era arrossata in volto, perché IlHoon le rivolse un sorriso a metà fra il divertito e il malizioso.
< Sarò io la tua “guardia del corpo”. A che ora esci da scuola? >
< Che ti interessa? >
< Aishh. Queste ragazze. Vabbè, dammi il telefono. >
Di colpo, le strappo il telefono di mano e iniziò a lavorarci sopra tenendo, nel lato opposto, il suo cellulare.
< Ho istallato un sistema di rintracciamento satellitare. Se uscirai prima di scuola, vedrò che ti muovi quindi, ti conviene dirmi l'orario. >
< Ora mi sembri davvero un stalker. >
< Cosa devo fare con te? >
< … Esco alle 2.30. Spesso resto anche più tardi ma prima di quell'orario non posso uscire. >
< Bene. Ora sali. >
< Ne... >
Min Jee aprì il portone e prima di entrare, si girò verso il ragazzo che si era già allontanato.
< IlHoon! >
< Mmh? Che c'è? >
< … Kamsamnidà. > Gli rivolse un sorrise e, senza aspettare una risposta, entrò nell'edificio, sentendo che le guance le andavano in fiamme.
   
 
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