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Autore: Channie33    28/05/2014    1 recensioni
«Bin, avanti. Sveglia» la voce era mutata d'improvviso in una calda e premurosa.
«Mmh.. sì.. - mugugnò e premette la guancia sul suo largo petto - Altri due minuti».
Leo sorrise e si tirò su sollevando anche l'altro ragazzo.
«Se mi dai una mano con le tue forze, ti porto a letto e potrai starci anche più di due minuti»
.
A tutti una fanfiction - così di getto e molto leggera - su una delle OTP più dolci al mondo: la LeoBean!
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hongbin, Leo, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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The red string of Fate.  - Capitolo XII

 


Il nuovo anno era alle porte, il 31 dicembre era precipitato nella vita della gente con l'abituale nevicata purificatrice della città. Per le strade la frenesia era tanta: persone in auto che si affrettavano a raggiungere le mete previste per quella data, giovani ragazzi che distribuivano volantini per le serate organizzate in occasione del Capodanno, madri rassegnate che rincorrevano i figli troppi presi dalla neve per dar loro ascolto. 

Anche al chiuso, nel dormitorio dei VIXX, qualcuno era indaffarato a svolgere le ultime pratiche prima di dover lasciare la casa.

“Liberi fino a questa sera” gli era stato detto, ma di libertà quel dì ne potevano avere ben poca. La schedule era sostanzialmente vuota fino alle 17:00, quando si sarebbero dovuti presentare all'appuntamento con le truccatrici in previsione dell'evento al quale erano stati invitati. Qui sarebbe avvenuto il primo incontro formale con alcuni soci cinesi coinvolti nella produzione del loro imminente comeback ed è per questo che si trattava di un'apparizione che non poteva assolutamente essere evitata. D'altro canto, di lì ad una settimana il gruppo doveva volare proprio per la Cina al fine di prendere di persona gli ultimi provvedimenti e poter finalmente realizzare il video musicale nei luoghi già concordati.

Non soddisfatto, chi di ruolo all'interno della Jellyfish, aveva anche deciso di inserire nel programma un fanmeeting improvvisato per avvicinare le fan dell'altro paese al gruppo coreano. Insieme a loro avrebbe partecipato una cantante e attrice del posto scritturata per la title track dell'album in grado di aiutare le due parti a comprendersi reciprocamente a quell'evento.

Questa è la vita laboriosa di un idol, si sa. Per questa ragione, nonostante l'impegno fosse soltanto alle 17:00, i cantanti sapevano già di dover sfidare il tempo per non lasciare nulla incompleto. Per recuperare le ore sottratte dal make-up del pomeriggio erano stati obbligati a puntare la sveglia ad orari disumani. Tutti svegli quando il sole non era ancora apparso in cielo, si erano recati in sala prove con gli occhi gonfi di sonno e le tempie in procinto di esplodere tanta era la stanchezza. La coreografia ideata per quel comeback stava dando un gran da fare ai ragazzi i quali diligentemente avevano preso ad esercitarsi ogni giorno. I tempi erano stretti e ogni decisione era stata presa: il 6 marzo sarebbero tornati con un'altro originalissimo video da registrare quel gennaio.

«Credi che mi doneranno?»

«Di che parli?» N girò su se stesso con una camicia estratta dall'armadio ancora in mano, osservò interrogativo Ravi seduto sul suo letto che teneva della stoffa verde bosco accostata alla testa.

«Del colore che vogliono farmi questa volta. Che te ne pare?»

«Non riesco mica ad immaginarlo così, ma il colore è bello!»

«Questo non mi aiuta! Lo vedo da solo»

«E allora cosa posso fare?»

«Niente. Uffa - sbuffò districando l'intreccio delle gambe e abbandonandosi sulle coperte - Ma cosa stai facendo?»

«Scelgo i vestiti da mettere. Se non te ne fossi accorto, troppo preso dal tuo dramma, sono ancora in mutande»

«Eccome se l'ho notato… quello che volevo dire è: come mai ci stai impiegando così tanto? Sei fermo lì a contemplare il nulla da almeno un quarto d'ora»

«Non sono ancora sicuro»

«Che ti importa? Tra non molto ci rifileranno i vestiti scelti per la serata, metti una tuta per adesso»

«Allora tu smetti di farti tante paranoie per i capelli. Che ti piacciano o no, te li faranno comunque»

«Arriverà anche per te il momento in cui entrerai in crisi perché vorranno farti tenere i capelli sollevati, e a quel punto riderò io».

Hakyeon portò le mani alla fronte coperta dalla folta frangia: «No! Non possono farlo. Io sono il leader! Ho voce in capitolo»

«Staremo a vedere»

«Metterò questi» affermò N in chiusura sbuffando e fingendo di non voler degnare il rapper della sua attenzione; stringeva nel pugno un jeans grigio non troppo aderente e un maglione a righe blu e rosse che portò con sé in bagno, dove si cambiò velocemente. Una volta finito guardò l'orologio al polso.

Le 15:25.

Era ancora prestissimo! E lui era già provato dalla stanchezza dovuta agli impegni mattutini. Per tener duro fino a notte sarebbe stato meglio riposare finché poteva, così scelse di oziare un po' sul divano della stanza principale in cui erano riuniti gli amici.

La stufa accesa al centro dell'ambiente radunava tre ragazzi infreddoliti su cinque sul suo perimetro. Gli altri due, Leo e Hongbin, si trovavano più in là, sul divano. Il primo stava seduto composto e sorreggeva con il palmo la testa, inclinata verso quella delll'altro, che stava poggiata sulle sue gambe. Entrambi erano immersi nella lettura di un libro tenuto dal minore. A differenza degli altri, che solo allora si erano concessi una pausa, loro si trovavano in quella posizione da delle ore e avevano come innalzato una barriera ad isolarli dal mondo che gli aveva permesso di restare indisturbati per tutto il giorno.

Alla vista del quadretto felice Hakyeon roteò infastidito le orbite e puntò i piedi per terra. Marciò in direzione del divano con passo austero e ostentò a denti stretti un sorriso: «Hongbin ti solleveresti, gentilmente? Vorrei sedermi anch'io».

Uno sguardo di intesa rapidissimo e fugace tra i due compagni portò il più piccolo a chiudere il libro.

«Certo hyung, avevamo finito» disse nascondendo meglio del leader il fastidio nella voce.

«Guarda chi si sta prendendo una tregua! Non è tardino?»

«Non importa Jae, dopo le corse fatte oggi sono stremato. E l'auto passerà a prenderci tra un'ora quindi me lo farò bastare».

 

Alle 16:30 in punto di quel freddo pomeriggio i VIXX erano saliti sul van mandato dal manager e si dimenavano come animali in gabbia.

«Chissà cosa ci serviranno a cena»

«Mangeremo un mucchio di prelibatezze, è sicuro!»

«Non vedo l'ora!»

«Oddio» fece Ken colpito da un lampo di genio dopo una visione celestiale, afferrando con presa salda l'avambraccio di Ravi.

«Che c'è?» domandò perplesso quest'ultimo mentre Hongbin e Hyuk lo guardavano preoccupati.

«E se… - una breve pausa creò la giusta suspense - fosse tutto a buffet?»

Wonshik strabuzzò gli occhi e allargò le braccia facendo finire un'estremità della sciarpa che indossava in pieno volto ad Hongbin, sedutogli accanto, il quale accusò il colpo come quello che avrebbe subito da una frusta.

«MANGEREMO A SAZIETÀ!» urlò senza accorgersi della botta inflitta all'amico che intanto massaggiava l'occhio dolente.

«Cercate di moderarvi! Nonostante il semi-digiuno del pranzo la concessione che ci è stata fatta è comunque minima»

«Ma Hakyeon! - si inginocchiò sul sedile rivolgendosi al ragazzo sedutogli dietro - Sarà di sicuro tutto così buooono~»

«Come se non lo sapessi già! Non sono io a fare le regole, ci tocca questo»

«N–non possiamo ribellarci a questa crudeltà?» Ravi finse di avere un nodo in gola a sottolineare la falsa drammaticità con cui esponeva la sua sofferenza.

Il leader lo stuzzicò offrendogli il cellulare: «Prego, fatti avanti» disse divertito nel notare che, al contrario, il rapper si stava tirando indietro alla ricerca di un appiglio per sviare la conversazione.

Quando il veicolo frenò bruscamente gli altri membri vennero spronati a seguire le orme di Leo che osservava un punto fisso attraverso il finestrino da quando avevano lasciato l'appartamento. Qualcuno dovette allungare il collo per avere una visuale più completa ma dopo poco tutti videro l'edificio sul marciapiede a cui si era accostato il van e ne riconobbero la facciata: la meta era stata raggiunta.

I vestiti, esposti su dei manichini nella stanza in cui i sei ragazzi furono guidati, apparivano nuovi e immacolati. Una donna stava curando il tessuto di uno di questi spazzolando sotto il colletto della giacca.

«Ben arrivati - proferì facendo un inchino che venne ricambiato dai cantanti - Prego, accomodatevi qui. Cominceremo dal trucco».

Si materializzarono subito dopo altre tre truccatrici armate di valigette stracolme di ogni tipo di prodotto, con il compito di eseguire un restauro completo sui volti dei ragazzi. La missione richiedeva delle ore tanto che il leader, incapace di star fermo un attimo, aveva preso la decisione di immedesimarsi nel ruolo di un inviato speciale di qualche trasmissione di sua fantasia e andava intervistando i compagni in attesa del loro turno o quelli che si trovavano già tra le mani esperte delle donne.

Erano le 20:00 quando finalmente i VIXX potevano ammirarsi, impeccabili da cima a fondo, nel riflesso della specchiera.

Tutti indossavano un completo elegante prevalentemente nero, ognuno con qualche dettaglio pronto a distinguerlo dagli altri. Il più classico era stato scelto per Hakyeon: giacca, pantalone e cravatta neri con camicia bianca. Il visual si differenziava solo per il colore di quest'ultima, di un grigio chiaro. I più distanti dall'immagine del leader erano Ravi, che portava un gilet in sostituzione della giacca, e Leo, unico membro ad averla di un bianco candido. Hyuk e Ken, infine, indossavano al posto della cravatta un simpatico papillon.

Si congedarono con un altro inchino e si misero in marcia per raggiungere il locale.

 

«Sarebbe questo il posto?»

«A quanto pare si, Bin» rispose Taekwoon poggiandogli una mano sulla spalla e seguendolo all'ingresso. Sulla soglia trovarono alcuni uomini d'affari che fumavano, chinarono la testa al loro cospetto e proseguirono fino ad imbattersi in uno dei dipendenti che si rivelò disponibile a scortarli fino al tavolo assegnato loro.

All'interno del locale erano già presenti circa la metà degli ospiti, che probabilmente ammontavano nel complesso ad una trentina di persone; questo perché la società cinese stava svolgendo diverse trattative lì in Corea e gli invitati appartenevano a rappresentanze di vario genere.

Lontani dalle altre conoscenze della casa discografica, ai ragazzi venne riservato un tavolo per sei persone al fine di evitare sovraffollamenti inutili in poco spazio.

Hongbin tirò indietro lo schienale della sedia più vicina per prendere posto e il maggiore, che non aveva ancora staccato la mano dalla sua spalla, l'avrebbe seguito a ruota se non fosse intervenuto Hakyeon, puntuale come sempre. Questi aveva anticipato di pochi secondi le sue mosse inserendosi tra i due e adesso stava per dilettarsi in una recita di livello mediocre

«Ooh~ Taekwoon, ti stavi per caso sedendo qui? Mi spiace, non l'avevo capito! Beh, a questo punto perché non ti metti qui accanto a me?»

«Lo farei, ma il posto è stato appena occupato» furono le ultime parole di Leo, velate da un filo di compiacimento, prima di spostarsi da lì. Quel che N scorse non appena si spostò fu un Ravi disorientato che sorrideva senza alcuna apparente ragione.

«E tu da dove spunti?!»

«Uhm?»

«Qui si stava sedendo Taekwoon»

«No, non è vero. Lui si stava sedendo al tuo posto»

«Sta' zitto» protestò incrociando le braccia contro petto e abbandonandosi sulla sedia. Wonshik in tutta risposta si strinse nelle spalle e tornò a concentrarsi sugli odori provenienti dalla cucina.

«Quel tavolo così lungo lì in fondo può voler dire una cosa sola - socchiuse gli occhi - La cena sarà davvero a buffet»

«Sei meglio di un segugio, hyung».

Qualche istante dopo che la sala si riempì di gente i VIXX furono raggiunti dal manager e uno dei produttori con alcuni uomini al seguito pronti per le presentazioni.

La serata si consumò in un continuo andirivieni, ogni volta che una portata veniva servita i sei ragazzi si catapultavano al banchetto fingendo discrezione e compostezza ma qualcuno si lasciava scoprire a causa delle porzioni esagerate che sistemava sul proprio piatto. Il meccanismo era sempre lo stesso: uno dietro l'altro si muovevano sul binario immaginario che affiancava il tavolo e sceglievano le pietanze più gradite; Leo stava in fila davanti al suo Bean e, passo dopo passo, lo imboccava con ogni stuzzichino che attirava la sua attenzione. Rimirando quella scena Wonshik la prese ad esempio e tentò di emularla.

«Pecché non assaggi quetto?» e così dicendo sputacchiò un po' del cibo masticato voracemente sulla giacca di N.

«Grazie, ma passo».

Per i ragazzi quelle ore non trascorsero molto velocemente, tutti quanti avevano notato la perseveranza con cui il leader si intrometteva tra i due compagni in ogni singolo dialogo, più del solito e in maniera decisamente più insistente. Hongbin era visibilmente irritato ma prendeva respiri profondi e cercava di mantenere una certa pacatezza quando era costretto a rivolgerglisi.

Che diamine gli prende stasera? È troppo pesante.

«Jung Leooo~ facciamo una selca per celebrare insieme il nuovo anno?»

«Vuoi dirmi che non hai ancora pubblicato nulla per oggi su Twitter?»

«No, aspettavo questo momento».

Il dolce e speranzoso sorriso del maggiore convinse Taekwoon ad addolcirsi un po' e ad accontentarlo con la foto richiesta.

«Solo noi due?»

«Oh… uhm no, no. Possono inserirsi anche gli altri se vogliono! Ma ormai che siamo in posa facciamone una noi due»

«Va bene».

Fecero una serie di foto prima di apparire tutti all'interno dello stesso scatto, infine pubblicarono quella riuscita nel migliore dei modi con una dicitura che augurava buon anno e un ringraziamento speciale a tutte le Starlight che li avevano sostenuti nel 2014.

Un fastidioso stridio interruppe le azioni di tutti i presenti, era il microfono fra le mani di uno dei soci cinesi a fare quel fracasso. Stava schiarendo la voce per annunciare l'ennesimo spettacolo di intrattenimento che doveva avere luogo sul palco della sala prima dello scoccare della mezzanotte alla quale, per inciso, mancava ormai poco più di mezz'ora. La gente era invitata ad alzarsi dai propri posti per raggiungere il centro del locale e assistere da vicino alla presentazione dell'esibizione musicale in questione.

«Woon - fu in quel momento che Hongbin colse la palla al balzo vedendo Hakyeon distratto - Usciamo un attimo?».

L'altro annuì in silenzio e si fece trascinare fuori per un polso senza spiccicare una sillaba, finché non si trovarono all'esterno dell'edificio.

«Che c'è Binnie?»

«Avevo bisogno una boccata d'aria. Ti va di prendere un caffè?»

«Dovremmo rientrare per ordinarlo»

«Nah. Vieni, andiamo a cercare un bar»

«M–ma manca poco alla mezzanotte ed è il 31 dicembre. Dove credi di trovarlo aperto?! È una ricerca inutile»

«Non importa, tu vieni».

Si incamminarono seguendo il percorso rischiarato dalla fioca luce dei lampioni sul ciglio del marciapiede. Per loro fortuna le strade a quell'ora erano deserte, non sarebbe stato facile mantenersi nell'anonimato con quei vestiti indosso. Proseguirono fin quando si imbatterono in un parco. Non ci fu bisogno di parlarsi, entrambi imboccarono l'ingresso e andarono a sedersi su una panchina oscurata dalle fronde di alcuni alberi. La prudenza di restare nascosti non era mai troppa.

«Ti stai divertendo questa sera, Woonnie?»

«Non mi lamento. Tu?»

«Carina…»

«Hai rinunciato a cercare il bar aperto?».

Le fossette fecero capolino sul viso calato del minore. Leo se ne accorse e incitò l'amico a rispondere picchiettando con l'indice su uno di quei due solchi che marcavano le sue guance.

«Ho rinunciato»

«Come mai siamo venuti qui?»

«Volevo un po' di pace, scusami. Un altro secondo lì dentro e sarei esploso»

«Per Hakyeon?»

«L'hai notato, eh? È più morboso del normale. Woon, l'unico momento in cui possiamo starcene per i fatti nostri è la notte! Scherziamo? So che non è trascorsa neppure una settimana ancora, ma non dovremmo avere proprio adesso tutto il tempo che ci serve? Non è mia intenzione apparire assillante o troppo attaccato ma… per te è tutto nuovo, per me è tutto nuovo. Abbiamo bisogno del nostro tempo ora come ora. E lui ce lo rende impossibile»

«Bean - cinse le spalle del compagno, che aveva appena iniziato a mostrare segni di cedimento nella voce - Ti prometto che il nuovo anno inizierà come si deve. Okay? Quello di Hakyeon probabilmente è solo un periodo un po' più appiccicoso, si stancherà presto e allenterà di nuovo la presa. Non preoccuparti. Non appena raggiungeremo la Cina ti dedicherò tutte le attenzioni che meriti e non ci saranno altri ostacoli tra noi. Va bene?»

«Sei sicuro?».

Un rumore assordante si diffuse improvvisamente in aria, il cielo si illuminò di tutti i colori e urla distanti raggiunsero le orecchie dei due ragazzi. Rapidamente uno dei due estrasse il telefono dalla tasca del pantalone e lesse l'orario sul display.

«È già mezzanotte! Ormai si saranno accorti della nostra assenza. Torniamo indietro, presto - sulle labbra del maggiore apparve un sorriso confortante - Sta' tranquillo, te l'ho promesso».

Le luci dei fuochi d'artificio li scortarono fino al locale. Tre sagome si aggiravano lì davanti ripercorrendo sempre gli stessi passi, come su di un tragitto disegnato apposta per loro. Avvicinandosi di qualche altro metro riconobbero la figura più bassa del gruppo, si trattava del loro manager, ed era accompagnato da Wonshik e Jaehwan.

«Dov'eravate finiti?»

«Siamo andati a fare un giro. Hongbin non si sentiva molto bene»

«E sparite così? Senza dire niente? Siamo qui per lavorare. Hakyeon tenta di telefonarvi da più di venti minuti ma le linee sono intasate. Non dovevate muovervi da qui senza informare me o lui!».

Cercarono di mostrare più rimorso possibile inchinandosi verso l'uomo che li stava umiliando rimproverandoli come due bambini dinanzi ad altri due compagni e attesero in quella posizione che il tutto giungesse al termine. Dopodiché tornarono in sala dove ad attenderli c'erano gli altri due membri: il leader, che intratteneva alcuni soci della produzione in una conversazione, e il maknae, che rivolgeva disperato la parola al cellulare: «Avanti, maledizione. Rispondetemi!»

«Siamo qui, Hyuk. Li abbiamo beccati fuori. Puoi anche posare il telefono adesso»

«Finalmente! Dov'eravate finiti?»

«Qui vicino».

Hyuk non disse nulla, si limitò a guardarli in cagnesco per poi fare un cenno con la mano ad N, ancora ignaro del ritorno dei due membri dispersi.

«Ecco i miei compagni, sono tornati. Possiamo avvicinarci al tavolo se per voi va bene».

Tra occhiate più che eloquenti la serata giunse presto al termine, i VIXX tornarono stremati al loro dormitorio e chiusero gli occhi ancora impastati di trucco sui cuscini dei loro letti.

Bisognava ricaricare le energie, la partenza era vicina e non c'era tempo per perdersi in chiacchiere superflue.

 


 

Commento dell'autore: Chi non muore si rivede! E io sono qui dopo *va a rivedere la data dell'ultima pubblicazione* MIODIO. Un mese. Quanto mi detestate? ;A; Immagino tanto. Ma ho le mie buone ragioni per questo ritardo!
Numero 1: connessione ad Internet che mi abbandona una volta sì e l'altra pure;
Numero 2: luce che va e viene almeno una/due volte al giorno, e il PC rischia di andare allo sfascio di questo passo;
Numero 3: lutto post-notizia Kris degli EXO... abbiate pazienza ma la voglia di pubblicare era nulla in questo periodo;
Numero 4: visite mediche e problemi di salute che mi hanno costretta a buttare tempo prezioso;
Numero 5: compleanni di trooooppi parenti (puntiamo al risparmio festeggiando tutti nello stesso mese ¬¬);
Numero 6: lavoro, perché stranamente ho trovato una fonte di guadagno e beh, non posso perdermela;
Numero 7: ho stravolto un po' il seguito della fanfic e quindi mi sono ritrovata a dover rimettere le idee al loro posto per continuarla orientandola in un altro senso.
Valgono come giustificazioni? Che mi dite? ;;
A proposito del punto 6: dato che la fanfiction adesso avrà uno sviluppo un filo differente perché ho deciso di modificare/inserire alcune cose che prima non erano contemplate, mi sto ritrovando a dover scrivere di sana pianta il seguito della storia ma spero possa confortarvi il fatto che la scaletta è SEMPRE PRONTA. Perciò si insomma... non la lascerò incompiuta, promesso. Don't worry.
Il capitolo lo lascio ai vostri commenti. Mi auguro che sia di vostro gradimento come al solito, specialmente perché questa volta ho cercato di ridurre un po' gli sviluppi "seri" e dare un po' più di spazio alla vita quotidiana - chiamiamola così - dei ragazzi.
Grazie ai nuovi lettori aggiunti, vi amo tutti quanti e vi sono grata per il tempo che mi dedicate e allo stesso tempo mi sento mortificata perché non riesco mai a ricambiare il favore aggiornando come si deve.
Non odiatemi Vi offro una LeoBin che ho fatto in onore dell'ultimo comeback che, a proposito, è T R O P P O M A M M A M I A .

http://suni3.tumblr.com/image/86358182763 

  
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