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Autore: miatersicore23    29/05/2014    7 recensioni
AU: Tutti umani! Ambientazione: Londra 1864.
La duchessina Elena Gilbert è cresciuta nelle credenze e nell'educazione dell'alta società di Londra.
Quando riceve in una lettera, la proposta di matrimonio da parte di un giovane e ricco nobiluomo, infatti, ne resta lusingata senza però badare ai suoi sentimenti.
Presto però, senza accorgersi, dovrà avere a che fare con l'amore che nascerà con la persona sbagliata al momento sbagliato.
Dal quinto capitolo:
-Per questo. – le sussurrai staccando di poco le labbra dalla sua pelle per scendere più giù sullo zigomo dove la baciai di nuovo – e per questo. – il mento – per questo – la gola e il mio naso era impregnato del suo odore. Ero completamente assuefatto e quella ragazzina mi stava completamente mandando fuori controllo. Tutto di lei mi attirava sempre di più al suo corpo e alla voglia di tenerlo accanto al mio. Sollevai la testa, deciso a baciare le sue labbra, e non come aveva fatto mio fratello, con l’innocenza di una promessa di amicizia, ma con il puro desiderio che da pochi giorni si era impossessato di me.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Giuseppe Salvatore, Jenna Sommers | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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19.
Epilogo
 
La mia futura famiglia.
Un mese dopo

(Elena)
-Elena … Elena, dove sei?

Sentii la voce di zia Jenna che mi cercava, ma io dovevo andare da lui. È vero, era consuetudine che la sposa non vedesse lo sposo prima della cerimonia, ma io volevo dargli il mio regalo di matrimonio. Non mi importava assolutamente di cosa avrebbe pensato la gente. Ma infondo quel matrimonio era assolutamente fuori dalle convenzioni della società Londinese di quei tempi.

Alla fine non ci sposammo più il ventuno dicembre. Io ero troppo impegnata a farmi passare i sensi di colpa che mi tormentavano e che non avevano ancora smesso di perseguitarmi, ma almeno un mese dopo, mi ero ripresa un po’ di più.

Tanto a gennaio la neve c’era ancora e Mystic Falls era incredibilmente bella quel giorno. Sembrava un paradiso d’inverno. Ogni cosa era candida, bianca, immacolata, pura. Dava un senso di pace e di semplicità. Proprio quello che io e Damon cercavamo.
Corsi nella sua camera prima che mia zia e Bonnie mi notassero. Richiusi la porta e mi voltai verso il suo letto.

Cielo, stava ancora dormendo. Come faceva? Io non avevo riposato per tutta la notte in preda all’agitazione. È vero, mancava ancora tanto tempo: era primo mattino e le nozze si sarebbero celebrate non prima delle cinque del pomeriggio.

Mi avvicinai a lui silenziosamente, stringendo il mio regalo tra le mani. Era incredibilmente bello e sereno quando dormiva, notai. Avrei potuto guardarlo per ore senza stancarmi. Mi piegai e gli sfiorai le ciocche di capelli che ricadevano disordinate sulla fronte.

 Senza che me ne accorgessi, mi afferrò il polso e mi tirò verso il letto. Era sveglio. Dannato!

-E questa?

Mi chiese quando notò l’indumento che possedevo.

-Non te la ricordi?

Era la giacca che mi aveva prestato la notte che decisi di addentrarmi nel quartiere ad Ovest. Con il passare del tempo mi ero dimenticata di restituirgliela e mi ero trovata spesso le prime notti a dormire con indosso essa. Mi piaceva. Mi piaceva il suo odore e anche quel senso di protezione che mi faceva sentir bene. L’odore di Damon. In quei tempi io era già così innamorata di lui, ma neanche lo volevo ammettere a me stessa.

-Certo che me la ricordo.

Mi disse baciandomi le labbra, quasi sfiorandomele.

-È il mio regalo di nozze.

-Ma se questa era mia?

-C’è dell’altro.

Tirai fuori dalla giacca un libricino di cuoio marrone.

-La settimana scorsa ho trovato questo diario a casa mia. Era della mamma. Ho iniziato a leggerlo e ho trovato un evento molto curioso.

Mi misi a sedere e aprii il quaderno. Damon si posizionò meglio accanto a me, lasciandomi un piccolo bacio sul collo. Trovato il punto iniziai a leggere.
“28 febbraio 1866
 
Ieri sera la mia Elena ha festeggiato il suo sedicesimo compleanno e come è uso il giorno d’oggi lo abbiamo celebrato con la festa del suo debutto in società.
Ha ballato per tutta la serata. Non faceva in tempo a fermarsi, che un altro giovane uomo la invitava a danzare. E lei è stata bellissima, è riuscita ad incantare tutti quanti.
In particolare un ragazzo, credo. Questo mio marito non l’ha notato, ma io invece mi sono accorta di quando un ragazzo, penso che sia il figlio maggiore del Duca Salvatore, l’ha fatta ballare.
Lui l’ha guardata con occhi pieni di un fuoco e la mia bambina ha ricambiato con tanto ardore. Non credo che si sia resa conto dell’effetto che le ha fatto, anche se quando le ha baciato la guancia, il rossore sulle sue guancie è stato ben visibile.
Elena non ha parlato per il resto della notte. Questo breve incontro le ha letteralmente lasciato il segno e solo adesso mi sto rendendo conto che mia figlia non è più una bambina, ma è un piccola donna che sta crescendo lentamente e io ero poco più grande di lei quando mi innamorai di suo padre.
È nella fase più bella della sua vita e spero che un giorno lei possa trovare l’amore della sua vita.”
 
-Hai capito? Sta parlando di me e di te, quella sera.

Interruppi la mia lettura e mi voltai verso di lui anche se mi fu impossibile, visto che la sua testa era appoggiata sulla mia spalla e con una mano mi spingeva da un fianco verso di lui.

-Mmh. Tua madre ha trovato il nostro primo incontro così importante da doverlo riportare sul suo diario.

Mi disse. Ed era stato importante! Io quella sera avevo conosciuto l’amore della mia vita e nemmeno me ne resi conto. Io quella sera ero per la prima volta tra le braccia di Damon e tutto ciò che sentivo era l’eccitazione della sua mano sulla mia schiena e dei suoi occhi strafottenti che mi scrutavano dalla testa ai piedi.

Tu ci credevi nell’amore a prima vista, mamma? Io sì. Anche se all’epoca non avevo saputo riconoscerlo e tu sì. All’epoca io ero solo una bambina troppo inesperta per capire veramente che cos’era l’amore. Eppure Damon si è rivelato la cosa più importante, il mio futuro. La mia futura famiglia. Grazie mamma. Per essertene accorta e grazie anche per non avermelo detto. Grazie per non avermi detto che avevi notato qualcosa di strano tra me e lui quella sera, perché ci dovevo arrivare da sola e ce la feci.

-Damon che stai facendo?

Stava sciogliendo i laccetti della mia camicia da notte.

-Spogliati. Ti voglio solo con questa addosso.

Mi disse mostrandomi la sua giacca.

Non me lo feci ripetere due volte.

Ritornai a baciarlo, sedendomi a cavalcioni su di lui. La camicia si era alzata fin sopra le cosce e le sue mani mi accarezzavano le cosce, percorrendole per tutta la loro lunghezza fino a sfiorarmi il fondoschiena. Mi tolse l’unico indumento che possedevo e rimasi completamente nuda. Soltanto che questa volta non bastava. Questa volta lui mi voleva con qualcosa addosso.

Presi la giacca e la indossai. Era grande per me e mi doveva stare malissimo, ma a quanto pare lui non era dello stesso parere.

-Dio, quanto sei bella così. Ti voglio.

Ritornai a baciarlo. Scendendo sul suo petto già nudo e baciando ogni singolo addominale. Anche lui era bellissimo, non si rendeva nemmeno conto dell’effetto che mi faceva. O forse sì.

Lo spogliai del tutto e lui entrò in me.

Una sensazione di pienezza che io adoravo. Sentire percorrere ogni centimetro del mio corpo dalle sue labbra e dalle mie dita. Stavo così bene …

 
***

-Dovremmo alzarci, tu non ti devi preparare per il nostro matrimonio?

Mi chiese mentre continuava a baciarmi la nuca e le spalle. Alla fine non ce l’aveva fatta e mi aveva tolto anche la giacca che lo aveva fatto tanto eccitare.

-Ma si sta così bene.

Le sue mani continuavano ad accarezzarmi da dietro. Avevamo appena finito di fare l’amore, eppure non mi ero ancora stancata di sentire la sua pelle contro la mia.

-Hai ragione. Si sta bene. – mi sussurrò all’orecchio – Sarà sempre così Elena, te lo prometto. Non farò mai in modo che tu inizi ad odiare le mie braccia, le mie carezze, i miei baci … me. Ricordati che sarai solo e soltanto tu in futuro. E nessun altra.

-Ti ho mentito prima.

Lui mi guardò confuso e allo stesso tempo spaventato.

-I regali non sono finiti.

Poi la sua faccia si rilassò e sorrise d’impulso, affondando il volto trai miei capelli.

-Stupiscimi.

Disse soltanto.

Adesso era un vero problema. Non perché avessi paura nel dirglielo, ma perché io avevo programmato di farlo dopo le nozze, dopo la luna di miele – avevamo programmato di andare a Venezia. E probabilmente Damon non mi avrebbe più fatta partire. Probabilmente mi avrebbe fatto rilegare in casa fino alla fine dei miei giorni.

-La scorsa settimana non mi sono sentita molto bene e mi sono fatta visitare da un medico. – mi fissò preoccupato.

Io mi voltai meglio verso di lui, con l’intento di guardarlo meglio negli occhi. Feci scivolare le mie mani trai suoi capelli.

-Aspetto un bambino.

Poi non capii più niente, ma forse fu lui quello a non capire di più di me. Mi abbracciò. Sentii l’odore della pelle del suo collo e il respiro marcato trai miei capelli. Damon non parlava. Mi teneva semplicemente stretta a lui e probabilmente aveva gli occhi chiusi.

Mi lasciai andare, accarezzando i suoi fianchi e cercando di rassicurarlo.

-Ora sì che non ti lascerò più andare via.

Mormorò.

Ritornò a guardarmi. Aveva gli occhi lucidi, ma il sorriso sul volto.

-Ti amo, Elena.

-Ti amo.

***
 
-Nadia chi ti ha lasciato da sola? – disse Katherine sorpresa di vedere sua figlia da sola per la casa che cercava di camminare tranquillamente – Il tuo papà mi sentirà.

-Pappà? Papà, papà, papà …

Disse ripetutamente mentre riconosceva in quella parola il volto di Stefan. Aveva da poco imparato a dirla e ogni volta, Stefan gioiva nel sentirla pronunciare. Chissà se anche Damon sarebbe stato così, in futuro. Chissà se Damon avrebbe guardato nostro figlio, o nostra figlia, con quello stesso sguardo.

-Va tutto bene, Katherine?

-Certo cugina. Devo solo andare a rimproverare il mio uomo!

Uscì dalla stanza, dove mi stavo preparando, facendomi l’occhiolino e portandosi in braccio la piccola Nadia che si era infilata una mano in bocca.

Sorrisi per come mi chiamò. Infondo quel cugina era il termine più giusto. Era stato un caso. Un simpatico e banalissimo caso è stato scoprire che la mia madre naturale, Isobel, fosse stata la sorella minore della madre di Katherine. In poche parole era sua zia e io e lei eravamo cugine. Ecco spiegata la tanta somiglianza tra noi due.

Ritornai a guardarmi allo specchio mentre mia zia mi sistemava al meglio i lacci del busto, stringendoli più che poteva. Per un attimo sobbalzai per la mancanza d’aria e sbattei le palpebre. Infilai la crinolina e successivamente il vestito. Guardai ogni particolare dell’abito. Ogni perlina, ogni pizzo e ogni ricamo. Era bellissimo e faceva sentire me bella.

-Sei stupenda Elena.

Esclamò Bonnie, sorridendomi continuamente. Lei indossava un mio abito rosa scuro. Ovviamente doveva partecipare alla cerimonia come invitata e non come una semplice cameriera e mio fratello Jeremy era stato ben lieto di essere il suo accompagnatore ufficiale.

Mi osservai allo specchio mentre, con uno sguardo d’intesa, la mia amica e mia zia mi lasciarono da sola. In effetti avevo bisogno un po’ di riflettere senza avere nessuno intorno. Anche se proprio da sola non ero. Avevo il mio bambino dentro di me che mi avrebbe fatto compagnia per un po’ di tempo e credo che anche Damon non si sarebbe staccato da me facilmente dopo la notizia che gli avevo dato.

Posai una mano sul ventre ancora piatto e la premetti sopra leggermente.

“Voglio già averti tra le mie braccia” pensai senza esprimere le parole ad alta voce “E sono sicura che lo vuole anche il tuo papà.”

Feci qualche passo indietro e afferrai il bouquet sul tavolino di legno chiaro, posizionato accanto a me.

Sorrisi, ammirandomi nel completo e mi diressi verso la porta, dove mi attendeva mio fratello. Mi avrebbe accompagnato lui all’altare.

 
***
 
La camminata mi sembrò non finire mai, eppure non avrei voluto stare in nessun altro posto al mondo. Camminare verso di lui e osservare i suoi occhi che mi scrutavano dalla testa ai piedi fu una bellissima sensazione. Strinsi un po’ di più il braccio di Jeremy quando ormai eravamo a un passo da Damon. Il primo mi sorrise e io gli lasciai un fugace bacio sulla guancia.

Poi rimanemmo soltanto noi due. Io e Damon. Damon ed io.

I miei occhi che sprofondavano nei suoi e il suo sorriso che era il riflesso del mio.

Tutto in quel momento era perfetto. Tutto parlava di noi e di nessun altro.

(Damon)
-Damon ma che fai?

Avevo atteso una sera intera. L’avevo guardata, le avevo sfiorato un paio di volte le labbra con le mie, ma non avevo fatto nient’altro. Invidiai gli altri che si amavano quella sera senza badare alla gente. Caroline e Niklaus, Jenna e Alaric, Bonnie e Jeremy, Katherine e Stefan.

Ma loro potevano.

 Loro potevano perché nessuno stava badando a loro. Loro non erano al centro dell’attenzione. Lo eravamo io e Elena. Io e lei eravamo sotto gli occhi di un numeroso gruppetto di vecchiette arzille, che sfortunatamente erano nostre parenti, e che ci avrebbero sicuramente giudicati se solo mi fossi avvicinato alla mia donna e l’avessi baciata in modo provocante.

Però non ce la feci per tutta la serata. Dopo un po’ scoprii che non riuscivo a resistere al corpo di Elena fasciato dal suo abito bianco. Era bellissima e neanche se ne rendeva conto dell’effetto che mi faceva.

La presi in braccio e la portai ai piani superiori. Lontani dalla sala da ballo, dove si teneva il ricevimento. Lontani anche dallo sguardo di rimprovero di mio padre – che non era lo stesso sguardo severo di sempre, era diverso. Aveva una scintilla di serenità in più che se ne era andata da tanto tempo. In quel mese aveva anche iniziato ad avvicinarsi, inaspettatamente, a Katherine e alla sua nipotina.

Ci aveva perdonati di tutto e noi lo avevamo perdonato di tutto.

Entrammo nella mia … nella nostra camera e la chiusi a chiave.

L’adagiai sul letto imbottito di cuscini e la guardai sorridere divertita. Dio, come la volevo.

-Forse non avreste dovuto bere quel po’ di Champagne, signora Salvatore.

La rimproverai senza farle notare la mia eccessiva preoccupazione. Quella sarebbe stata la prima e ultima volta che avrebbe bevuto un alcolico durante l’attesa.

-Zitto e baciami.

Mi sussurrò attirandomi sopra di lei con le mani sul volto. Assaggiai il sapore delle sue labbra che sapeva ancora della crema della torta.

-Come siete frettolosa, mia dolce consorte.

Le dissi scherzosamente.

-Sapete, mio valoroso marito, la notte è ancora giovane e noi dovremmo partire presto domani mattina per la nostra luna di miele.

-Venezia non va da nessuna parte. Resterà lì anche se partiamo con qualche ora di ritardo.

La baciai di nuoco e questa volta più audacemente. Questa volta le sfiorai i fianchi e portai le mani sotto la sua schiena per sfilarle i lacci e farla mia ancora  una volta.

Una volta e per sempre.

Per il resto della mia vita.



Note finale:
This is the end? The real end?

Credo proprio di sì. Elena e Damon si son sposati e prendetemi per una pazza fissata, ma non ho resistito a lasciar Elena incinta. In realtà la gravidanza non era neanche nei miei pensieri. È venuta così, mentre scrivevo, mentre vedevo questo Damon e questa Elena che avevano raggiunto tutta la felicità e mi sarebbe sembrata completa solo un bambino (lasciando nell’alone del mistero il sesso del bambino xD)

Poi mi sono resa conto che in tutte le storie di Vampire Diaries che io ho scritto, Damon ed Elena diventano genitori e mi sono sinceramente preoccupata per me stessa. Perché in effetti non è normale questa cosa. Non è normale come ragiona la mia testolina (testolina è troppo riduttivo, ma vabbè …) Alla fine mi sono detta, ma chi se ne frega. Damon e Elena genitori sono un qualcosa di strafigo e ho mandato tutto al diavolo!

Ringrazio tutti quanti. Tutti quelli che hanno recensito, che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate.


A presto. La vostra affezionatissima e fedelissima, Mia.

p.s. ricordo a tutti voi l'altra mia long http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2427239&i=1
   
 
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