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Autore: _Pan_    04/08/2008    5 recensioni
STORIA INTERROTTA
Possiamo dire che la storia è divisa principalmente in due parti, la prima è “introduttiva”, mentre nella seconda si svolgeranno i fatti, indicati dal titolo.
È la festa di compleanno di Lucia, ci sono diverse sorprese per lei: quella che considera la migliore sarà anche quella giusta?
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanon Houshou, Kaito Domoto, Luchia Nanami, Nuovo personaggio, Rina Toin
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Risposte alle recensioni:
feferica: vedo con piacere che stai continuando a seguire la mia storia e grazie dei complimenti ^^
Debypotter: scusa di averti fatto aspettare così tanto, allora. Ho scritto talmente tante volte il pezzo in cui sono con la Regina che credo che non rileggerò mai più questo capitolo, per quanto lo odio.

E non preoccupatevi, vado lenta come una tartaruga ma la finisco!

Capitolo 4 – Al cospetto della Regina dei Mari

Lucia si svegliò la mattina successiva, le girava e le faceva male la testa. Si sollevò a sedere, massaggiandosi le tempie, per cercare di alleviare un po' il dolore. Appena aprì gli occhi, vide Hippo che strofinava le pinne l'una contro l'altra, esattamente come gli aveva visto fare la sera prima, e la cosa la insospettì parecchio. “Che succede, ora?” gli chiese, esasperata, perché, quando il pinguino si comportava in quel modo, sicuramente c'entrava quel malefico e maledetto folletto.
“Oh...” tentò il poveretto, senza smettere di torturarsi le pinne. “Niente... Lekeb... sai... ha detto che... probabilmente, avresti potuto sentire un po' di fastidi per via del Giuramento di ieri sera.” Lucia si ricordò all'improvviso di quello che era successo e sospirò, sconsolata, prima di realizzare davvero cosa aveva appena detto Hippo.
“Cosa?” gli chiese, reprimendo la voglia che aveva di prendere e tirare il collo alla prima creatura che gli fosse venuta davanti. “In che senso?”
“Nel senso... mal di testa, nausea... eccetera... lui ha detto così.” spiegò Hippo, avvicinandosi alla sirena. “Mi dispiace molto, Lucia. Non avevo idea che volesse fare una cosa del genere, a me aveva detto che era solo una normale cerimonia di benvenuto.”
“Non ti preoccupare, amico mio.” gli sorrise. Lui era l'unico che le era rimasto dentro quel postaccio; se avesse dovuto essere arrabbiata anche con lui, sarebbe rimasta completamente sola. E poi Hippo si lasciava raggirare come niente e, per uno come Lekeb, non doveva essere stata una cosa poi così difficile prenderlo in giro. “Ti credo... piuttosto, sai se una Principessa Sirena può bandire qualcuno?”
“No.” Hippo la fissò con uno sguardo di scusa. “Non credo proprio che possa, anche se non è mai capitato prima.”
Lucia scosse la testa, in fondo non aveva alcuna importanza; bandito o no, lei aveva fatto quello che lui voleva che facesse, perciò, era totalmente inutile. “Posso uscire dal Palazzo, secondo te?” ma quando, questa volta, il pinguino alzò le spalle, Lucia capì di dover chiedere al folletto che voleva evitare. “Ma guarda tu se devo chiedere ad uno stupido folletto se posso uscire dal mio Palazzo!”
Aprì la porta della stanza e percorse il lungo corridoio rosa; chiuse gli occhi: quel colore le sembrava così forte che la testa le girava anche di più. Nel salone principale non vide nessuno e si chiese se stessero ancora dormendo tutti e che ore fossero. Di solito, sulla terraferma, era sempre l'ultima a svegliarsi e arrivava a pochi minuti dall'inizio delle lezioni. Si avvicinò al trono, pensando a Kaito; si domandò che stesse facendo e dove fosse in quel momento. Una nuova fitta alla testa la fece appoggiare ad uno dei braccioli. Sapeva le cose a rate da quando aveva rivisto Lekeb.
Hippo, intanto, non sapeva cosa fare, prima aveva avuto paura che Lucia si fosse arrabbiata anche con lui perché non aveva provato ad impedire al folletto di organizzare la Cerimonia, ma poi l'aveva vista in quello stato, e anche lui avrebbe voluto picchiare Lekeb. Farle fare quel Giuramento! Senza dirle niente, poi! Il pinguino si ripromise che avrebbe dovuto passare sul suo cadavere lo stolto che avesse osato costringere Lucia a fare qualcos'altro che non voleva.
“Hippo... senti,” disse, ad un tratto, Lucia, interrompendo i pensieri del pinguino e sedendosi. “pensi che... pensi che potrei uscire dal mare?”
“Certamente!” rispose Hippo. “Il legame col mare è, tutto sommato, formale. È quello con la Perla ciò che importa. Fino a che non diventerai Regina dei Mari il tuo compito è di custodire la Perla come se fosse la tua vita. Il che significa che non puoi abitare sulla terraferma per lungo tempo, poiché la Perla trae la sua energia dall'Oceano; e adesso la tua e la sua sono legate, perciò se lei dovesse perderla, perderesti la tua vita. Comunque sia, puoi sempre fare come Caren e Noel, sempre che Lekeb non si metta tra i piedi.” guardò la faccia di Lucia diventare sempre più triste, così decise di continuare a spiegarle tutto ciò che sapeva sulla Cerimonia della sera prima. “Più la sirena commette azioni pure per salvare gli abitanti del mare, più la Perla risplende, acquistando energia di cui potrà disporre autonomamente dal mare e portandoti più vicina a diventare la prossima Regina dei Mari.”
“Tutto qui?” chiese Lucia, sbalordita. Doveva sopportare tutto quel baccano nella sua testa solo per quello? “Devo solo commettere buone azioni per il popolo del mare e forse sarò la prossima Regina? È davvero solo per questo che sto sopportando tutto questo? Per le brame di potere di un folletto? Io non credo che ci voglia così poco, Hippo. La Regina dei Mari non è tale solo perché fa – o ha fatto – la brava bambina.”
“In verità non esiste più nessuna sirena che abbia fatto questo Giuramento.” le spiegò Hippo. “È una cerimonia molto antica: risale ai tempi in cui temevamo gli umani e viceversa. Tutte le sirene che andavano a scoprire cosa c'era oltre la superficie del mare, non tornavano più e le popolazioni marine avevano cominciato ad avere paura della terraferma e dei suoi abitanti. La Cerimonia è stata creata durante quel periodo, credo per impedire almeno alle Principesse di allontanarsi da qui.”
“Beh.. immagino che fosse perché si presupponeva che la Regina dovesse affrontare chissà quali pericoli e che ci volesse una succeditrice.” ipotizzò Lucia, con ancora la testa che le girava. “Ma se è inutile, che l'ho fatto a fare? Lo sanno tutti che la terraferma non è più un pericolo!”
“Questo non credo che c'entri, anzi.” le confessò Hippo, tornando a strofinarsi le pinne l'una contro l'altra. “Credo che sia proprio questo il punto: le sirene potrebbero voler andare a vivere sulla terraferma, un giorno; il che, per il mare, potrebbe significare la rovina.”
“Ma senza sirene in giro, i folletti potrebbero organizzarsi come vogliono!” ribatté Lucia, non vedendo la logica nel ragionamento.
“I folletti non sono fatti per comandare.” rispose Hippo. Lucia per poco non lo pestò sotto ai piedi: com'era possibile che non fossero ''fatti per comandare'' se poi quel ricettacolo di spazzatura di Lekeb aveva organizzato quel piano perfetto? Lucia si voltò dall'altra parte, per paura di rimettere addosso al povero pinguino che le stava davanti: era uno sciocco, ma non per questo meritava un bagno nel vomito. Si riprese dopo qualche minuto, sentendo che il conato era passato.
“Hai detto che la Perla comincerà a disporre di energia propria, una volta che avrò salvato quante più persone possibili. Questo significa che potrò tornare sulla terraferma, un giorno?” chiese, con una piccola nota di speranza nella voce.
“Sì... ma solo per qualche mese, se non addirittura poche settimane. Lucia...” tentò Hippo, vedendola tornare delusa. “l'energia di cui la Perla può arrivare a disporre fuori dall'Oceano è molto limitata.”
La sirena annuì e si appoggiò completamente al trono, sospirando. Quindi era un ''no'', non sarebbe mai potuta tornare a vivere sulla terraferma.

“Volete muovervi?” chiese Nikora, isterica. “Siete ancora lì? Ma cosa vi dovete portare? Ti prego, Noel, posa quelle scarpe! Non credo che avrai occasione di metterle in fondo al mare.”
“Ma... sii ragionevole...” ribatté Noel, non accennando neanche per un secondo a posare le sue adorate scarpine. “Se le lascio qui, qualcuno potrebbe rubarle!”
“Mi sembra impossibile che siano passate solo due settimane dalla festa di compleanno di Lucia, era tutto così perfetto, prima...” diceva Hanon mentre pensava a coprire i tavoli con dei teli di plastica, come se si dovessero assentare per mesi. “Poi è arrivato quel folletto... di solito sono così... così... poco inclini a dare ordini! Questo è veramente fuori dal comune!”
“I folletti del mio Regno, se dovessero fare una cosa del genere, potrebbero anche farsi le valigie, io di certo non impedirei loro di andarsene!” sbottò Caren, aiutandola. “Non sono obbligati a restare. Nessuno li ha mai invitati!”
“Ma una Principessa Sirena non può neanche bandire, ricordi, sorella?” chiese Noel, come se facesse il verso a qualcuno che le aveva insegnato quella frase, sedendosi sul divano, senza neanche preoccuparsi di accampare una scusa credibile che le permettesse di farlo. “La vita della Principessa Sirena è una barba! Scommetto che nessuno farebbe tante storie se fossimo sirene che nessuno conosce!”
“Scommetto che tante ''sirene che nessuno conosce'' la pensano esattamente al contrario.” le fece notare Rina, mentre si occupava della chiusura di tutte le camere. “Per quanto tempo mancheremo, Nikora?”
“Beh.. prima dobbiamo andare da Lucia, poi dalla Regina, penso che ci intratterremo per tutto il resto della giornata, non di più...” rispose quella, fermatasi in quel momento per pensare alla risposta. “Comunque è meglio chiudere tutto, non si sa mai.”
“Ma sembra che stiamo per partire per la guerra!” si lamentò Seira, che stava mettendo tutte le scope e gli scopettoni nell'armadio del sottoscala. “Non vedo l'ora di rivedere Lucia! Chissà come si sente, poverina...”
Le avevano spiegato del Giuramento che aveva fatto, ma Seira dovette ammettere di non averci capito poi più di tanto; non aveva mai sentito parlare di una simile Cerimonia. Tuttavia, dalle espressioni afflitte delle amiche, aveva compreso che non doveva essere stato qualcosa di così vantaggioso. “Ma... Coco... la Regina ci vuole parlare della nascita di Reil?” chiese, eccitata, la Principessina.
“Credo proprio di sì.” rispose Coco, altrettanto contenta. “Però... Seira, devi sapere che... dopo la sua nascita dovrai cavartela da sola, dato che dovrò pensare a lei...”
“Oh...” disse Seira, rattristandosi; in effetti non aveva pensato al dopo. Che cosa avrebbe fatto da sola? Sarebbe stata in grado di mandare avanti un Regno, specialmente l'Oceano Indiano? “E... ma come farò da sola?”
“Oh, avanti!” le disse Hanon, cercando di incoraggiarla. “Noi a quattordici anni ci destreggiavamo piuttosto bene, perché tu non dovresti farcela? Sei nata per essere una Principessa, Seira! Queste cose ce le hai nelle pinne!”
“Ma se poi...” ribatté lei, pensando a tutto quello che era capitato a Sara. Dopotutto, anche lei era nata Principessa, ma questo non aveva significato assolutamente niente. La sua espressione si fece triste. “E se poi... mi innamoro di uno come Gaito e finisco come Sara?”
“Questo non succederà.” la rassicurò Coco, mettendole una mano sulla spalla. “Anche se insegnerò a Reil come essere una Principessa Sirena, non vuol dire che le cose cambieranno, Seira. Se avrai bisogno di aiuto, potrai sempre contare su di me. Voglio dire, su tutte noi.” e indicò le altre, per enfatizzare il discorso.
“Ehi...” disse Rina, col fiatone, scendendo dal piano di sopra. Non aveva seguito affatto la discussione e non si rese conto di averla interrotta. “Io ho finito, siamo tutte pronte?”
“Noi sì!” risposero Hanon e Caren, appena ebbero finito di posare l'ultimo foglio di plastica sulle sedie della cucina.
“Per fortuna che non ci sono clienti!” esclamò Noel, sospirando. “Altrimenti sarebbe stato un bel problema.”
“Perché complicarti la vita con questi pensieri, Noel?” le chiese Nikora, acida, dato che non si era data da fare neanche un po' per aiutare le altre. “Tanto non ce ne sono!”
“Potresti anche essere più gentile con me!” ribatté la povera Noel, sentendosi offesa: non era una stupida! “Non sono mica una sirena senza cervello solo perché a volte mi comporto come tale! Ogni tanto è bello scostarsi dalla vita seria e irreprensibile che deve avere una Principessa Sirena. Lo sai quanto rompe le scatole essere una statua di cera?”
“Andiamo?!” chiese Rina, impaziente, trascinando entrambe fuori dalla porta. “Non so se ve lo ricordate, ma dobbiamo rapire Lucia.”

Intanto, la loro amica si trovava ancora nella sala del trono, quando venne svegliata da Hippo, che, per la prima volta da quando erano arrivati nell'Oceano Paicifico del Nord, non si stava torcendo le pinne. Quella visione fece, per un momento, pensare a Lucia che niente di tutto ciò che era realmente successo fosse accaduto, e che lei si fosse solo addormentata sul divano di Nikora.
“Cosa c'è?” chiese, stropicciandosi gli occhi e guardandosi intorno, tornando alla dolorosa realtà. Sbadigliò, e tornò a guardare il pinguino che saltellava ai suoi piedi. “Allora?”
“Beh... ecco... è arrivata una lettera!” esclamò, come se gli avessero rubato qualcosa che gli spettava di diritto. “Ma non credo che potrai vederla”
“Perché no?” chiese Lucia, improvvisamente sveglia e vigile. “L'hai persa?”
Il pinguino alzò le spalle. “No.” le rispose. “Lekeb sembra essere arrivato prima di me.”
Lucia sbuffò. “Fantastico.” disse, ironica. In quel momento poteva dire che era tutto perfetto! Neanche le lettere poteva leggersi da sola! “Non la rivedrò mai più, quella lettera! Chissà che c'era scritto!”
“Principessa!” nel salone irruppe Lekeb, tutto contento. “Ho una notizia per lei.”
“Adesso intercetti anche la mia posta? Non ti basta tenermi prigioniera qui?” gli chiese Lucia, furiosa. “Non ti permetto di fare una cosa del genere.”
“Io penso solo alla sua felicità, Principessa Lucia.” rispose quello, con espressione innocente. Lucia avrebbe voluto tanto non starlo a sentire: quel folletto sembrava che fosse un disco rotto; ripeteva sempre la stessa frase.
“Esigo che tu avverta prima me, se ci dovesse essere qualsiasi cosa indirizzata a me, degli ospiti o qualunque cosa che mi riguardi. Le cose stanno così se non ti vanno bene, non so che dirti.” gli disse. “Vorrei essere l'unica a leggere almeno la mia posta. Lo sai che è privata?”
Lekeb fece un inchino profondo fino a terra. “Ai suoi ordini, Principessa.” disse, facendo un sorriso che lei non poteva vedere. “Ma ora vogliamo parlare del contenuto della lettera che è arrivata questa mattina presto?”
Lucia sospirò, per non mettersi a gridare. La lettera era arrivata qualche ora prima e lei ne veniva a conoscenza solo in quel momento. Per la prima volta in vita sua, notò che aveva ripetuti istinti omicidi a distanza di poco tempo verso la stessa creatura. “Almeno fammela leggere.”
“Non ne avrete bisogno.” disse Lekeb, sempre sorridendo. Lucia si morse il labbro inferiore, al solito, per impedirsi di urlare.
“Questo dovrei stabilirlo io, non credi?” rispose lei, fulminandolo con lo sguardo. “Dammi immediatamente quel pezzo di carta, o, anche se secondo te non posso, troverò il modo per farti rinchiudere.”
“Non è così che dovrebbe parlare la prossima Regina dei Mari, Principessa.” Lucia lo ignorò e tese la mano verso Lekeb, che sembrava intenzionato più che mai a non esaudire la richiesta. “Dovrebbe mostrarsi più cortese col suo popolo, solo così la sua Perla potrà risplendere e darle dei poteri più grandi.”
“I poteri non mi interessano, a meno che non mi diano il mezzo per cacciarti, se non dal mio Regno, almeno dalla mia vista.” gli rispose lei, acida. “E adesso, invece di cambiare discorso, dammi quella lettera. Ora. So ancora leggere, mi pare; posso farcela da sola, senza discuterne con te. So prendere delle decisioni.”
Il sorriso di Lekeb si incrinò un po', quel po' che bastò a Lucia per notarlo, e questo le fece provare una certa soddisfazione: si sentiva come se stesse vincendo una sfida mortale. “Hippo, ti prego... portami quella dannatissima lettera, prima che si faccia notte e mi venga una crisi di nervi.”
“Ma non è mai stato da te, Lucia.” disse Hippo, stupito. Si chiese cosa stesse succedendo alla sua amica, non sembrava neanche più lei.
“Lo so, Hippo.” rispose la sirena, sospirando. “Pare che quella Cerimonia mi abbia resa piuttosto isterica, come la vista di quel folletto.”
Hippo si avvicinò a Lekeb che, suo malgrado, cedette la lettera al pinguino, che la portò a Lucia, ancora seduta sul proprio trono. “Tieni, Lucia.” lei lo ringraziò e cominciò a leggere quelle poche righe.

Alla Principessa Sirena dell'Oceano Pacifico del Nord.
Durante il giorno della Festa della Ninfa, la Regina dei Mari richiede la presenza di Sua Altezza Lucia per importanti decisioni da prendere. Inoltre, verrà comunicata la data della nascita della prossima Principessa Sirena dell'Oceano Pacifico del Nord, Reil.
Tutte le Principesse dovranno essere presenti.

La Corte Reale dei Sette Mari

Lucia quasi saltò per la gioia: poteva uscire di lì! E, cosa che la rendeva ancora più euforica, poteva rivedere le sue amiche! Ed era proprio quello il motivo per cui quel folletto non voleva che lei la leggesse! Probabilmente era andato lì per farla partire in fretta e furia così da finire prima dell'arrivo delle altre, che sicuramente stavano per andare a prenderla. Per poco Lucia si trattenne dall'alzarsi e dal prenderlo a colpi di coda per saltellare subito dopo sulla sua pancia.
“Una convocazione della Regina dei Mari!” strillò, tutta eccitata. “Una convocazione della Regina! Devo scegliere cosa mettere!” dopo essersi resa conto della stupidaggine appena detta, trovandosi in fondo al mare, si alzò e rilesse la lettera un altro paio di volte, per essere sicura di non essersi immaginata tutto. Dunque, se non ricordava male, la Festa della Ninfa era ricordata perché indicava la creazione delle sette Principesse. Si diceva che fosse accaduta dopo che la Ninfa creatrice del mare era stata tradita dal proprio consorte. Per questo motivo lo aveva escluso dal dominio sui Sette Mari e creò le Principesse Sirene, per impedirgli di impadronirsi nuovamente del regno marino. Nessuno, fino a quel momento, era riuscito a riunificare tutti e sette i Regni; questo perché la leggenda diceva che solo quando la Ninfa si fosse riappacificata col proprio consorte, i Regni sarebbero potuti tornare ad essere uno solo. Se qualcuno avesse cercato di riunire le sette parti in cui era stato spezzato il regno, prima che questo potesse avvenire, le Principesse avrebbero dovuto impedirlo, o sarebbero accadute gravissime catastrofi. “Ma è oggi la Festa della Ninfa!” esclamò, poi, ad alta voce.
“Propongo una scorta, se mi permette Principessa.” disse Lekeb, ripresosi incredibilmente dalla scena precedente. “Potrebbe essere pericoloso... non si sa mai chi può incontrare durante il tragitto.”
“Credi che non sappia neanche più difendermi da sola?” chiese Lucia, infastidita. Solo perché aveva fatto quello stupido Giuramento, non significava che non era più in grado di combinare niente.
“Magari qualcuno vorrà attaccarvi...” tentò Lekeb. Ma, in realtà, pensava che, se si fosse incontrata con le altre Principesse, li avrebbe abbandonati. Una scorta sarebbe servita anche a tenere lontano quelle sei scocciatrici.
“O forse hai solo paura che incontri le mie amiche?” domandò lei, con tono casuale, facendolo sentire come un bersaglio appena centrato.
“Basta con queste scemenze!” Lucia sentì una voce provenire dall'entrata del Palazzo, alzò la testa e vide la sua cara amica Hanon. Subito dopo aver realizzato che era davvero lei, ebbe l'impulso di correrle incontro ed abbracciarla, ma qualcosa, o meglio, qualcuno si frappose tra lei e la sua salvatrice. “Lucia verrà con noi, sarà più che protetta, vedrai! Non c'è bisogno che ti scomodi più di tanto, caro il mio folletto.”
“Non credo che la Principessa con voi altre sia al sicuro. Principessa Lucia, mi sentirei più tranquillo se lei...” non ebbe occasione di finire, perché Hanon fece quello che a Lucia era venuto in mente di fare giusto poco prima: con un colpo di coda l'aveva spedito al muro.
“Ti sta bene come risposta?” chiese, prendendo Lucia per un braccio. “Lucia non ha bisogno di nessuna scorta, razza di barboso folletto senza cervello! Ha solo bisogno delle sue amiche! Andiamo dalla Regina, mica a divertirci! E tu non sei gradito al suo cospetto. Coraggio, Lucia, muoviamoci o le altre arriveranno prima di noi! Muoviti, Hippo, se vuoi venire anche tu!”

Quando uscirono da palazzo, Lucia si permise un sospiro e abbracciò Hanon fino a farla quasi soffocare. “Grazie, amica mia!” disse, con le lacrime agli occhi. “Non ce la facevo proprio più a stare lì dentro!”
“Figurati!” rispose Hanon, una volta che Lucia la lasciò andare. “Piuttosto.. sei pallida come lo straccio che Nikora usa per pulire l'hotel, che ti è successo?”
Lucia sorrise, per quel paragone. Si vedeva proprio che era insieme ad Hanon. “Il Giuramento. Hippo ha detto che è una cosa normale, ho avuto mal di testa e nausee tutta la mattina, lasciamo perdere... vorrei solo averlo mandato al diavolo e aver rinunciato al Regno.”
“Lucia, tu prendi sempre le decisioni migliori in ritardo. Si può sapere cosa te ne importava? Se per te contava di più vivere sulla terraferma insieme a Kaito, perché sei tornata qui?” chiese Hanon, che non capiva. Lei non aveva nessuna intenzione di tornare a casa, almeno fin quando Shirai non avesse scoperto il suo segreto. Ma pensò con amarezza che quel ragazzo non era molto sveglio nelle deduzioni, e lei non poteva andargli a dire tutto senza correre il rischio di trasformarsi in schiuma di mare. Decise, comunque, di non pensarci troppo su, almeno per il momento. “Tu hai idea di cosa voglia dirci la Regina, oltre alla data di nascita della nostra nuova compagna?”
“Non saprei...” rispose Lucia, in sincerità. Non credeva proprio che la Regina le volesse lì per qualche altro motivo. “Perché pensi che ci debba dire altro?”
“Beh...” rispose Hanon, come quella che ci ha ragionato a lungo ed è arrivata ad una sola conclusione. “Credo che ce l'avrebbe scritto e basta, no? Che senso ha farci fare tutta questa strada solo per comunicarci una data che poteva scrivere su un pezzo di carta?”
Lucia ci pensò un po', onestamente non ci aveva neanche fatto caso. Era stata solamente felice di potersene andare dal proprio Palazzo, nonostante ci fosse tornata neanche due giorni prima prima. “Provvidenziale, comunque, l'intervento della Regina.” disse Lucia, dopo. “Altrimenti rischiavo di diventare matta. Ti giuro che non posso neanche vedere i muri di quel palazzo, non riesco a sopportarlo. E se poi penso che c'è anche Lekeb tra quelle mura, vorrei che crollasse tutto.”
Hanon sorrise. “Non temere.” le disse, dandole una pacca sulla spalla. “Non lascerò che quel coso ti impedisca di avere una vita sociale. Credi che, ora che sei nel tuo Palazzo, ti lasceremo sola? Scordatelo, Lucia! Verremo a trovarti ogni volta che potremo. Quel folletto! Che borbotti pure quanto vuole! Io sono una Principessa, faccio quello che mi pare!”
Lucia annuì. A volte voleva avere lo spirito di Hanon. Probabilmente, se ci fosse stata lei al suo posto, non avrebbe fatto quello stupido Giuramento che la legava alla Perla. A che scopo, poi? Ormai le sirene non temevano più gli umani! Scosse la testa, decidendo di non pensarci più, ma questo movimento non le fu molto gradito. Infatti, cominciò a vedere le cose come se fosse su una giostra che girava troppo velocemente.
“Lucia...?” la chiamò Hanon, vedendola un po' spaesata. “Qualcosa non va?”
“No,” rispose l'altra, cercando di sembrare convincente. “tutto a posto. Solo qualche effetto collaterale della Cerimonia di cui ti ho parlato prima. Mi chiedo quante altre cose non so di tutta questa storia.”
“Probabilmente, Lucia, tutto.” rispose Hanon, potendo solo immaginare le macchinazioni di Lekeb. “Quel... quel coso... pensa solo ai suoi interessi, dei tuoi non gliene importa un granché. Vuole solo che tu diventi Regina dei Mari per poterti manipolare come vuole, ma tu puoi farne ciò che vuoi, una volta diventata Regina. Non è come essere una Principessa, non puoi neanche bandire!” a lei sembrava ingiusto che non potessero farlo. D'accordo che potevano esagerare, ma quando ce n'era davvero bisogno, non potevano neanche cacciare gli scocciatori. “Scommetto che non potrai venire a fare shopping, la prossima settimana, vero?”
“Immagino proprio di no.” rispose Lucia, sorridendo tristemente. Al solo pensiero di dover chiedere ancora il permesso a Lekeb, le veniva da prendere una roccia e romperla. “E comunque non mi sento tanto bene... forse dovrei semplicemente chiudermi in camera mia e dormire tutto il tempo, fino alla fine dei miei giorni.”
“Scemenze! Io, Lucia, andrei dal dottore.” propose Hanon, col tono di una che escluderebbe tutte le altre possibilità. “E poi, è sempre una scusa per lasciare il Palazzo.”
“Non ho bisogno di un dottore, Hanon.” rispose Lucia, sorridendole. “Lo sai, è tutta colpa della Cerimonia. Hippo me l'ha detto stamattina.” Hanon sbuffò e la trascinò verso le altre, che erano finalmente visibili. Ancora lontane, ma visibili. Hippo, dietro di loro, cercava di nuotare più velocemente per tenere il loro passo.

“Ce ne avete messo di tempo per arrivare!” sbottò Hanon, mettendosi le mani sui fianchi. “Devo fare sempre tutto io, sfaticate!”
Caren inarcò un sopracciglio, dubbiosa. “Ma se tu hai preso la rincorsa e ti sei messa a nuotare come un missile! Come potevamo starti dietro? Chi te l'ha data tutta quella forza nelle pinne?” chiese.
“Dovevo salvare Lucia!” rispose Hanon, come se non dovesse neanche domandarlo. “Qualche altro minuto e Lekeb l'avrebbe mandata da sola, con una scorta! Ma vi rendete conto? Sapeva che noi saremmo venute, e già preparava la partenza di Lucia in fretta e furia perché non ci incontrassimo.”
“Aveva paura che tornasse sulla terraferma con noi?” chiese Rina, guardando le sue amiche.
“No, impossibile.” disse Nikora, interrompendole. “Lucia non potrebbe vivere molto a lungo sulla terraferma. Cioè, puoi venire quando vuoi, ma non ti ci puoi stabilire. La tua casa è questa, ormai. La tua Perla non può restare per troppo tempo lontano dall'Oceano.”
Lucia annuì, tristemente. Desiderava solo che si smettesse di parlare della Cerimonia e che cominciassero il viaggio. “Lo so, me l'ha spiegato Hippo stamattina.” disse, cercando di sorriderle. “Allora? Andiamo?”
Nikora, in uno slancio di affetto, abbracciò Lucia, quasi dovesse stritolarla. “Povera la mia Lucia!” disse, cercando di tirarla su di morale. “Ma non ti preoccupare! Troveremo un modo per farti stare sulla terraferma il più a lungo possibile, ogni volta che vorrai.”
“Grazie... ma...” Lucia era rimasta un po' spiazzata, di solito Nikora non si dava mai a manifestazioni di affetto come quella, se non in occasioni speciali come compleanni o feste varie. E dopo di lei, fu il turno delle altre, e poi di Seira, che si scusò con Lucia per non averla potuta salutare.
“Non fa niente, Seira.” le sorrise, accarezzandole la testa. “Adesso siamo tutte qui, no?” la piccola Principessa annuì, più tranquilla. Insieme, tutte e otto, cominciarono a nuotare verso il Castello della Regina dei Mari, con Seira che non si staccava da Lucia più del necessario, se non appena lo spazio che le serviva per poter muovere la coda.

“Secondo voi..” disse Hanon, poco prima che il Castello della Regina fosse visibile. “Dovevamo portare anche Madame Taki?”
“Madame Taki?” chiese Nikora, come se si fosse appena ricordata di una cosa che doveva fare. “Oh, per tutti i Sette Mari! Se n'è rimasta talmente tanto chiusa nella sua stanza che mi sono dimenticata che fosse ancora lì! Credo proprio di averla chiusa dentro l'hotel. Non potevi ricordartene prima, Hanon?” La sirena dalla Perla Blu credeva che fosse tutta colpa della vecchia veggente e guardò Nikora come se fosse diventata matta. In fondo, Madame Taki poteva benissimo chiedere perché c'era tutto quel trambusto e scoprire, così, dove stavano andando e perché. Non vedeva come la cosa potesse coinvolgerla e alzò le spalle.
“Oh..” fece Caren, come se non fosse importante. “non credo che se ne accorgerà. Dopotutto, ha scorte di cibo e acqua per i prossimi dieci anni, visto quante cose hai comprato! E non uscirà dalla sua stanza, se non per, appunto, mangiare o bere. Perciò non mi preoccuperei, non si accorgerà neanche che non ci siamo, vedrai.”
Nikora ci pensò, poco convinta. Si chiese se, tra le altre cose, aveva finito di predire disgrazie che si sarebbero verificate a distanza di chissà quanto tempo. “Le sue profezie mi preoccupano. Credo che cominci a perdere più colpi di quanti ne perdesse prima... forse dovrebbe farsi rimandare quella medicina che le preparava il suo fidanzato.” la parola ''fidanzato'' riferita ad una donna dell'età di Madame Taki la fece sorridere.
“Ma non le serviva per nascondere l'età?” la domanda di Noel fu completamente ignorata, a causa dell'esclamazione di Lucia:
“Guardate!” disse la sirena, estasiata dalla vista dell'imponente castello. “Quello è il Palazzo della Regina dei Mari!” non seppe perché, ma vedere quel Palazzo le fece sentire una sensazione di benessere che andava ben oltre quella che aveva provato quando aveva visto il proprio. Tutte fissarono il gigantesco castello interamente di cristallo che si trovava di fronte a loro e sospirarono per la meraviglia.
“Io non c'ero mai stata.” confessò Hanon, guardando tutto come se si trovasse in un altro mondo. “Perché non ce l'abbiamo anche noi così?”
“Secondo te?” le chiese Rina, guardandola storto; infatti, riteneva che Hanon pensasse – o meglio, continuasse a pensare – al lato estetico delle cose, non accorgendosi affatto che, come si suol dire, l'abito non faccia il monaco. “Lei è la Regina, Hanon... noi le Principesse Sirene.”
“Lo voglio anch'io il Palazzo di cristallo!” protestò lei, ignorandola. “Posso averlo, Nikora?”
“Chiedilo per il tuo compleanno. E comunque credo di no.” le rispose Lucia, ridendo. “A meno che non diventi Regina dei Mari.. non dev'essere così male vivere lì dentro.”
“Certamente no!” rispose Hanon, mentre lei e Lucia lo squadravano da cima a fondo, con un certo timore, come se avessero potuto rovinarlo. “Oh, Lucia.. facciamoci ospitare per qualche decennio!”
“Ragazze!” le rimproverò Nikora, con la voce di chi sgrida due bambine capricciose. “Non siamo qui per divertirci! Una convocazione dalla Regina significa cattive notizie.”
“E questo quando avevi intenzione di dircelo?” si lamentò Noel, anche lei prestando attenzione unicamente alla costruzione di cristallo. “Alla fine del discorso della Regina, quando lo avremmo capito da sole?”
“Perché significa cattive notizie?” chiese Seira, che era rimasta in silenzio fino ad allora. Nikora sospirò, facendo con la mano un gesto che significava chiaramente ''lascia stare''. Seira si girò verso Coco, con l'espressione di quella che non ha capito un tubo. Lei le sorrise, dandole una pacca gentile sulla testa, come poco prima aveva fatto Lucia.
“La Regina non convoca quasi mai le Principesse Sirene, se non in caso di seri pericoli, per questo Nikora dice così.” le spiegò. “Ma io non mi preoccuperei troppo, fossi in te. Vedrai che non è niente!”

Appena arrivarono di fronte alla gigantesca porta, questa si abbassò, lasciandole ancora più meravigliate: non avevano mai visto niente di simile. Dietro la porta compariva un corridoio lunghissimo, tanto che da dove si trovavano loro, non riuscivano a vederne la fine. Le sirene si guardarono, per decidere chi dovesse entrare per prima.
“Beh?” chiese Nikora, che non aveva preso parte allo scambio di sguardi. “Non entriamo?”
“Possiamo davvero?” chiese Seira, dubbiosa. Non riusciva a capirne il motivo, ma non si sentiva tranquilla: quel Palazzo le metteva agitazione. “Siamo sicuri di essere nel posto giusto?”
“Sì, Seira, sono sicura.” ribatté Nikora, col tono di quella che ha finito la pazienza. D'accordo che era invecchiata, ma ancora sapeva raggiungere il Palazzo della Regina dei Mari! “Il Castello della Regina è visibile solo per le creature che possiedono sangue di sirena. Per questo nessuno è mai riuscito a conquistarlo. Chiunque altro ci passerebbe vicino senza vederlo.”
“Capisco...” disse Lucia, ammirando il castello più da vicino. “Meraviglioso.”
“Puoi dirlo.” rispose Noel, anche lei ancora col naso all'insù, concentrata a guardare le maestose torri. Anche Hanon annuiva, sempre più convinta di volerne uno uguale.
“Volete rimanere lì?” chiese Caren alle tre, che senza neanche accorgersene, erano rimaste indietro. Quando quelle si girarono a guardarla, videro che era già dentro, e a un buon punto del corridoio. Quando anche Noel, l'ultima a mettere pinna nel palazzo, entrò, la porta si richiuse così come si era aperta.
“Forte...” fu il commento di Rina. Le Principesse seguirono Nikora, che evidentemente conosceva bene quel posto, senza fare altre domande, non a lei, almeno.
“Tu sai dove stiamo andando?” bisbigliò Hanon a Lucia. Seira aveva afferrato un braccio di Lucia e uno di Coco, e non aveva intenzione di lasciarli andare per niente al mondo. Lucia scosse la testa: non aveva idea di dove Nikora le stesse conducendo. “Credi che la Regina ci riceverà subito?”
“Non so.” rispose Lucia, allo stesso modo. “Ma credo di sì, anche se oggi è la Festa della Ninfa.” ricordava che una volta aveva assistito alla Festa da bambina, nel suo Regno. Era una festa che andava rispettata da tutti, nessuno doveva occuparsi d'altro che della sua preparazione, nella settimana in cui cadeva. La Regina compariva sempre a quelle feste, era un'occasione per visitare tutti i Regni e vedere da vicino le situazioni di ognuno. Solo in quell'occasione la Regina usciva dal proprio palazzo. Si chiese per quale ragione nessuno avesse pensato – e più precisamente la sua mente si focalizzò su Lekeb – a ricordarle dei festeggiamenti da organizzare.
“Sì, però che barba.” disse Hanon, dopo averci pensato su. “Sempre chiusi qui dentro... bello quanto vuoi, ma... non credo che sopravviverei. Immaginatevi, niente shopping e niente divertimento!”
“Quando tornerai qui giù sarà lo stesso!” le fece notare Caren, ricordandole che, prima o poi, anche lei sarebbe dovuta tornare a casa come aveva fatto Lucia. La Principessa dalla Perla Blu sbuffò: nessuno le dava mai buone notizie da quando avevano passato la superficie dell'acqua! Non era esattamente un posto dove voler tornare a stare se quelle erano le premesse!
“Io ho paura.” disse Seira, stringendo più forte le braccia delle due amiche. “Voi no?”
“Non c'è ragione per averne!” esclamò Nikora, fermandosi davanti ad una porta. “Solitamente la Regina dei Mari non mangia le sue Principesse.”
“Solitamente?” chiese, impaurita, Seira, che non aveva colto l'ironia. Coco cercò di tranquillizzarla, ma Seira in quel momento non sarebbe rimasta ad ascoltare nemmeno Lucia, che era il suo modello di Principessa Sirena perfetta.
La porta davanti a loro si spalancò, come poco prima aveva già fatto quella all'ingresso. Nello stesso modo, le sette Principesse erano un po' titubanti. Nikora prese la prima che le veniva vicina, che si rivelò essere la povera Rina, e la trascinò dentro con sé, facendo bene intendere alle altre a suon di occhiate che avrebbe fatto lo stesso con loro se l'avessero costretta. Subito dopo di loro entrò Noel, e tutte le altre la seguirono.
Comunque, rimasero in piedi davanti alla porta come se fossero fatte di plastica, non riuscendo a capire cosa dovessero fare. Lucia notò solo in quel momento la sala in cui erano appena entrate: era grandissima, il tavolo rotondo era, come tutto il resto, di cristallo e la luce che entrava da fuori, sebbene fossero negli abissi dell'Oceano, quasi accecava. Il tavolo era disposto per far sedere nove persone, ed, infatti, c'erano esattamente nove tazze da tè.
“Nikora...” si azzardò Hanon, bisbigliando. “possiamo sederci, secondo te?”
“Certamente!” la risposta, però, non arrivò da Nikora, bensì da una voce sulle loro teste, che fece alzare tutti i loro sguardi verso quella direzione. “Sarebbe scortese far rimanere in piedi degli ospiti venuti da così lontano.”
Tutte spalancarono le loro bocche: la Regina dei Mari era appena comparsa davanti a loro. Se gli umani pensavano che loro fossero le creature più belle che esistessero, era perché non avevano mai visto la loro Regina. Questo stavano pensando tutte, tranne Nikora, più concentrata sulla curiosità che aveva di sapere il perché della convocazione.
Le sirene, dopo un attimo di smarrimento, si sedettero, cercando di non commettere azioni goffe o inciampare. Avevano perso l'abitudine ad essere sempre perfette, soprattutto quelle che abitavano sulla terraferma ormai da parecchio.
La Regina dei Mari si sedette subito dopo di loro e, prima di cominciare a parlare, emise un sospiro, mentre cercava le parole giuste per far conoscere la situazione a quelle povere care. Solo in quel momento Lucia si accorse che l'acqua non era presente nel castello e che loro erano trasformate come se dovessero cantare una canzone.
La Regina si chiese se fosse giusto metterle al corrente e dare loro, così, altre preoccupazioni. “Lucia,” disse, attirando l'attenzione della Principessa. “ho visto il tipo di Giuramento che hai fatto.” Lucia si limitò ad annuire, non avendo idea di come poter rispondere ad una simile affermazione. “Posso chiederti perché?”
Lucia spalancò la bocca, ma non perché volesse parlare, anzi, la domanda l'aveva lasciata ancora di più senza parole. “Ecco...” tentò, distogliendo lo sguardo dalla Regina. “io... pensavo che i miei servitori potessero averne bisogno. Credo di poterli proteggere meglio e...”
“È molto pericolosa.” fu la risposta della Regina. “Non si fa più da tanto. Cosa ti ha spinto ad una simile azione?”
Hanon, guardandola, si domandava per quale motivo Lucia non si decidesse a dirle tutto del folletto esaltato. Ma Lucia non voleva che la Regina pensasse che lei fosse una totale incapace: insomma, non tutte si sarebbero lasciate convincere a fare una cosa simile da un folletto.
“Credo che sia la cosa migliore per tutti.” mentì Lucia, cercando di non far sembrare troppo false quelle parole. “In fondo io sono una sirena, la mia casa è qui.”
La Regina non credette neanche ad una parola, ma non indagò oltre, dato che non otteneva proprio niente. “Comunque, se devo essere sincera, è stato il momento più sbagliato per farla. Ci sono troppi problemi.” disse, poi.
“In che senso?” chiese Nikora, parlando per la prima volta da quando era entrata nella sala. Il Giuramento di Lucia aveva causato dei problemi alla Regina? Com'era possibile?
“Giorni fa ho avvertito uno squilibrio.” disse la Regina, con tono grave. A tutte le Principesse venne da chiedersi se, in qualche modo, ciò che stava succedendo c'entrasse con le profezie di Madame Taki. “Qualcosa sta cambiando nel mare, e non arriverà tardi il momento in cui dovremmo prepararci per difenderlo da un nuovo nemico.”
“Ma...” tentò Rina, concentrando su di sé l'attenzione di tutti. “perché questo nemico è diverso? Insomma, non siamo mai state convocate qui per una cosa del genere.”
“Perché” rispose la Regina, sorridendo alla sirena che aveva posto la domanda. “la vibrazione che ho potuto avvertire era più forte delle altre. Temo che le Perle da sole non basteranno.” sospirò, guardando tutte e sette le sue ''figlie''. “Desidero che stiate sulla terraferma, tutte quante, almeno finché non avrò capito con certezza di che si tratta.”
“Potrebbe...” la voce di Coco arrivò chiara alle orecchie della Regina. “Potrebbe essere perché non c'è più una Principessa Sirena dalla Perla Gialla?”
“Giusto.” disse la Regina, ricordandosi cosa aveva fatto scrivere nella lettera. “La data di nascita di Reil... comunque, no. Ho avvertito quest'anomalia più di una settimana fa. Il tuo vecchio trono, Coco, è vuoto da molto più tempo.”
“A proposito.” disse Seira, guardandosi intorno, dopo aver superato la paura. “Perché Jilie, la reggente del Pacifico del Sud, non è qui?”
“Perché non è una Principessa Sirena!” rispose subito Hanon, sentendosi quasi offesa ad essere paragonata a quell'odiosa. L'aveva incontrata una volta sola, quando erano andate nel Pacifico del Sud per la sua ''incoronazione'', e doveva dire che le era davvero bastata. Non aveva più avuto quell'insofferenza verso una persona dai tempi delle Dark Lovers e delle Black Beauty Sisters.
“Silenzio!” sbottò Caren, curiosa di sapere quando avrebbero conosciuto la loro nuova sorellina.
“La Regina non ha ancora finito di parlare!” le ammonì anche Noel.
La Regina sorrise alle Principesse e continuò a parlare. “Propongo quest'estate. È un lasso di tempo abbastanza lungo per permetterci di eliminare il problema attuale.” spiegò, cogliendo gli sguardi confusi delle ragazze. “Non desidero che nasca in un periodo movimentato in cui si possa venire a trovare in una situazione spiacevole, essendo completamente inesperta... non vorrei che si trovasse ad affrontare una situazione più grande di lei.”
“Me ne prenderò cura!” si offrì Coco, facendo rabbuiare un po' Seira. “Seira è abbastanza grande per cavarsela da sola. So che sarà una Principessa migliore di Sara, e credo che sia ora che cominci a governare il suo Regno da sola.”
La Regina dei Mari annuì. “Sento che hai paura, Seira.” disse, guardando la più giovane. La sirena alzò le testa e annuì. “Non devi.” la confortò. “Sei una Principessa, ti è stato insegnato come si regna. Al momento giusto saprai cosa fare.”
Seira fu confortata solo un po' dalle parole della Regina; anche le altre sue amiche le avevano detto lo stesso, più volte, ma lei non era sicura che avrebbe saputo comportarsi nel modo più corretto nel momento del bisogno.
“C'è un problema.” questa volta a parlare fu Lucia. “Io non posso vivere sulla terraferma... non ora che... la mia Perla Rosa non ha abbastanza energia. Mi hanno spiegato che devo... fare qualcosa per farla splendere in modo da caricarla e permettermi di vivere anche fuori dall'Oceano.”
“Non temere, Lucia.” le rispose la Regina. “Posso darti tutta l'energia che ti serve per stare sulla terraferma il tempo che occorre.”
“Quanto tempo?” domandò Caren, pensando di dover avvisare i suoi sudditi che non sarebbe tornata tanto presto.
“Un anno... più o meno quando nascerà la nostra nuova Principessa Sirena.” rispose la Regina. “Spero che possa bastare.”
“Questo significa che non avremmo più a che fare con i folletti del Regno di Lucia?” chiese, speranzosa, Hanon. Tutte le altre la guardarono come se avesse detto la più grossa stupidaggine di questo mondo, tranne la Regina, che si limitò semplicemente ad annuire. “Menomale!”

Più tardi, la Regina diede loro il permesso di andarsene, ma Nikora era pensierosa: sospettava che, alla fin fine, Madame Taki non avesse avuto nessuna perdita di colpi, anzi: poteva anche darsi che fosse la prima volta in cui faceva una predizione per bene.
“Tutte tranne te, Lucia.” disse la Regina, e la sirena si bloccò. “Dobbiamo ancora caricare la tua Perla.”
“Giusto...” Lucia non aveva troppa voglia di rimanere da sola con la Regina dei Mari: sembrava che sapesse tutto. Le pareva che il suo sguardo la potesse trapassare e leggere dentro di lei come se fosse stata un libro. La Regina alzò lo scettro e la Perla di Lucia cominciò a brillare, trasmettendole un forte calore. Quando la luce si interruppe, lo fece anche quella sensazione di caldo; e Lucia sospirò per il sollievo. “Grazie.”
La Regina le sorrise di nuovo, e la sirena ebbe appena il tempo di vederlo, perché un secondo dopo si ritrovò nella hall dell'hotel insieme a tutte le sue amiche e Nikora.
“Però...” fu il commento di Hanon. “Il trasporto dei Sette Mari è più veloce della luce!”
Sentirono dei passi che le fecero girare verso le scale e, con loro grande sorpresa, videro scendere Makame Taki. Nikora alzò gli occhi al cielo: non è che voleva raccontarle, di nuovo, quella visione che aveva avuto a cinque anni subito dopo che le avevano rubato la sfera di cristallo? “Nikora,” disse, serafica e la sirena più anziana mise su un'espressione esasperata. “sei in ritardo con la cena!” l'interpellata sospirò e fissò l'orologio appeso al muro: erano le otto e un quarto. “Di solito per le otto mi porti la cena in camera!”
Nikora inarcò un sopracciglio, in un'altra situazione sarebbe rimasta senza parole, ma in quel momento era troppo contenta di non sentir parlare di catastrofi per rendersene conto. “Ma veramente io sono tornata adesso!” ribatté.
“Sempre la solita!” rispose Madame Taki, come se stesse sgridando la sua figlia adolescente. “Stai tutto il pomeriggio fuori come i ragazzini. Perfino le ragazze sono più responsabili!” indicò le altre dietro di lei.
Per poco le sette Principesse non scoppiarono a riderle in faccia. “Vuoi dire che...” disse Noel, sconcertata. “...non ti sei accorta che siamo mancate tutte, per tutto il pomeriggio?”
“Davvero?” domandò quella, fissandola stupita. “No. Non credo di essere mai uscita dalla mia stanza, devo aver fissato la sfera tutto il tempo... continuava a dirmi qualcosa, ma non ho capito cosa.”
Hanon represse un gridolino di gioia. “Non importa.” disse, alla fine, piuttosto felice che non avesse capito niente. “Lo avevamo detto che non si sarebbe accorta di niente, no?”
“Sì...” rispose Nikora, fissando Madame Taki come se fosse una rimbambita. “Ma io dicevo per scherzare...”
“Di che state parlando?” domandò Madame Taki, con sguardo curioso. “Avete fatto baldoria senza di me, per caso?”
“Ma che dici?!” esclamò Caren, ironica. “Non potremmo mai!”

  
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