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Autore: MaryMatrix    06/08/2008    2 recensioni
In passato li abbiamo visti lottare per le loro vite.
In passato li abbiamo visti compiere azioni rocambolesche.
In passato li abbiamo visti sorridere. Combattere. Uccidere.
Adesso è il passato che li vuole.
Perché forse
le loro azioni
non sono state
quello che sembravano.
ANNA, la ragazza forte e orgogliosa.
GEREMIA, il bellissimo ragazzo che ha rischiato la vita per farla ricca
STUB, il killer che l'ha salvata.
E' il passato che li pretende.
E' il passato che li chiama.
E' il passato che li avrà.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap.6

O Fortuna

      ... and a bottle of rum!

Capitolo 6:
Maybe there's a spy

Sveva e Stub stavano attendendo la fine della battaglia dentro la nave, quando sentirono improvvisamente dei passi arrabbiati dirigersi nella direzione della stanza. Sveva pensò che fose qualcuno dei nemici, quindi, su ordine di Stub, prese la sua pistola.

- Mi raccomando, dietro la porta e se vedi che è un nemico aspetta che siano entrati tutti prima di sparare a raffica. -.

Sveva aveva annuito, ma fortunatamente non fu costretta a fare del male ad una mosca. Anna stava tirando sonori pugni sulla porta. - APRITE QUESTA PORTA! -.

Allora la bionda, un po' allarmata dal tono dell'amica spalancò velocemente la porta per consentirle di entrare. Dietro Anna, furiosa e ferita sul volto - una cicatrice le attraversava la guancia sinistra - c'era Antonella. Anna perdeva sangue.

- Sei ferita! - esclamò Sveva.

Anna non la considerò nemmeno e si rivolse a Stub. - Non indovinerai mai chi era il capitano della nave che ci ha attaccati. -.

- Lavinia. - indovinò Stub. Quando Mary gli aveva detto che una donna chiamata Lavinia aveva preso sua madre aveva intuito che si trattava di lei. Anna lo guardò stupita.

- E tu come diavolo fai a saperlo, killer? -.

- Mary mi ha detto che è stata una donna di nome Lavinia a catturare mia madre. -.

Antonella era entrata dietro Anna. Non aveva neppure un graffio: quello che per tutti era stato motivo di scompiglio per lei era stata poco più di semplice routine. Si teneva le mani nelle tasche dei jeans. - Com'è che ha detto? - si lanciò in un'imitazione di Lavinia. - Rapisci la madre del killer e il killer con i suoi scagnozzi verrà da te. Stub, io credo che voglia Anna e la sua eredità. Vendicarsi. -.

Stub sospirò. - Siamo caduti nella sua trappola. -.

Bonn fece irruzione. - Su, ragazzi, credete di essere in un'osteria? - domandò con fare imperativo. - C'è una nave da ripulire! -.

Antonella seguì Bonn sempre con le mani in tasca, Sveva e Masky fecero lo stesso. Sveva era entusiasta: finalmente poteva risultare utile. Bonn notò il graffio di Anna. - Quello deve essere ricucito. -.

- Faccio io. - si offrì Stub. La guardò. - Ci siamo già passati. Non ti posso lasciare mai sola che tu trovi il modo di farti male. -.

Anna gli lanciò uno sguardo di fuoco e Bonn sghignazzando se ne andò. Anna si sedette accanto a Stub, che prese ago e filo.

- Pronta? - domandò.

Lei annuì. - Quella strega di Lavinia. Mi ha graffiata lei. Parola, quella non ha delle unghie normali sembra Wolverine! -.

- Mi fa piacere sapere che paragoni tua cugina a un X-men, ma adesso taci. Ogni tuo movimento della bocca mi complica il lavoro e ti fa sentire più male. -.

Stub ci mise poco a finire. Quindi lui tornò a stendersi. Anna rimase lì a sedere come una beota. Poi si stese anche lei accanto a lui.

Che rimase letteralmente pietrificato.

- Beh? - domandò Anna. - Credi di essere l'unico stanco? -.

- No. - rispose lui, cercando di essere credibile. In realtà pensava che, maledizione, dentro di sé si sentiva... strano. Come... emozionato in qualche modo. E mentre pensava queste cose si accorse di star sorridendo benevolmente.

Anna nel frattempo era caduta con la testa su una specie di cuscino, molto scomodo, ma sempre meglio di niente. Poi si voltò verso Stub. - Perché non siete morti? -.

- Come scusa? - Stub fu preso in contropiede.

- Tu e Lavinia. Dopo quel volo... avreste dovuto essere morti. -.

Stub la guardò, preoccupato. - La verità? - domandò.

Anna annuì. Non voleva bugie. Voleva solamente sapere quello che era successo.

- Avevo con me un paracadute. Sotto di noi c'era il mare, è per questo che non siamo morti con l'impatto. Lei è andata giù. Pensavo fosse morta, visto che lei non aveva nessun paracadute. Evidentemente mi sbagliavo. -.

Anna annuì, tornando a fissare il soffitto. - Non ha senso. -.

- Che cosa? - domandò Stub.

- Lavinia sapeva che quella che ha preso era tua madre. Ma come faceva a sapere che tu stavi per arrivare? Come faceva a sapere che ti saresti messo a cercarla dopo tanti anni? -.

Entrambi in quel momento fissavano il soffitto. - Interessanti domande. Un'altra sarebbe come ha fatto ad arrivare fin qui... - si interruppe. - ... il messo. -.

Anna lo guardò interrogativa, voltandosi dalla sua parte. Stub fece altrettanto. Si stavano guardando negli occhi. - Geremia. Lei sapeva che Geremia era quello che doveva portarti la lettera dell'eredità. Può aver fatto ricerche su di lui, e sulla sua famiglia. Non avrà trovato nessuna notizia su di lui. - cominciò Stub.

-... e secondo te lei è andata a pensare che lui era collegato ad una donna che tutti credevano morta... - lo interruppe Anna, come se lui stesse dicendo delle sciocchezze.

-... dispersa. - la corresse Stub.

-... come ti pare, ma che comunque in realtà era tornata indietro nel tempo, e che volesse tener d'occhio suo figlio incaricando un ragazzo settecentesco di farlo? -.

Stub sembrò rifletterci. - No. Hai ragione. Non può averlo intuito. Lei sapeva esattamente che sarei arrivato e quando sarei arrivato. Questo non può che significare una cosa. -.

Anna lo capì al volo. - C'è una spia. -.

Lei però non aveva voglia di continuare con i ragionamenti. Era stanca, la guancia le pulsava, non era abituata a quel tipo di combattimenti. Quindi si voltò dall'altro lato e si assopì. Stub la guardò mentre dormiva, sentendosi in colpa per averla trascinata in quella situazione. Quindi l'abbracciò.

- Che stai facendo? - mormorò lei, in quel dormiveglia.

- Lo spazio è stretto. - si giustificò lui. E come dargli torto?

- Stub... io pensavo una cosa. -.

- Dimmi. -.

- Nell ha ragione. Lavinia fa tutto questo perché in realtà vuole me e la mia eredità. - cominciò a parlare Anna. - Non ha niente contro tua madre... -.

Stub sembrava capire. - Stai tentando di propormi uno scambio? -.

Anna assentì, con un cenno della testa. Stub rafforzò la stretta del suo abbraccio. - Non te lo permetterò mai. Fosse l'ultima cosa che faccio libererò mia madre. E tu non ne andrai di mezzo. Te lo prometto. -.

Anna strinse le mani di lui intorno a sé. Aveva deciso che quell'abbraccio le piaceva... era l'abbraccio o Stub a piacerle? A quello non volle dare una risposta. Quindi richiuse gli occhi. - Killer. -.

- Sì? - domandò lui, sorpreso sia per il gesto di lei sia per il suo tono di voce.

- E' l'unica soluzione pacifica. -.

- Chi ti ha detto che volevo una soluzione pacifica? -.

- Non avrebbe senso se tu cadessi. - intendendo cadere nel senso di morire.

- Lo Stub non muore mai. - le ricordò lui, sorridendo.

Anna sembrò pensarci su. - Killer. - chiamò di nuovo.

- Che c'è? -.

- Grazie. -.

- Di cosa? -.

- Di tutto. -. 

E con un sorriso angelico sulle labbra lei si addormentò. Stub rimase a guardarla, senza parole. E la trovò bella.

 

Sul ponte della nave invece erano tutti impegnati a pulire e a riaggiustare. Sveva era inginocchiata per terra a pulire il pavimento della nave. - E' il colmo! - disse a Geremia, inginocchiato accanto a lei, impegnato nelle pulizie. - Siamo in mare e non abbiamo acqua sufficiente per pulire tutti i ponti. -.

Geremia sorrise. - La vita del pirata non è tutta rose e fiori. -.

- Me ne sto accorgendo. Bah... credo che canterò un po'...  Verde e rosso è l'agrifoglio, fa la la la la la la la la. Quanta gioia in un germoglio fa la la la la la la la. Questo giorno è speciale, fa la la la la la la la la. Su cantiamo, è Natale! Fa la la la la la la la laaaaaaaaaaaaaa! -.

Antonella e Thomas erano dietro di lei, stavano aggiustando le falle fatte alla nave dai cannoni dei nemici. - E' estate. - le ricordò Nell. - E siamo su una nave pirata. Non cantare. -.

Thomas le tirò una gomitata. - Antonella dovresti scioglierti un po'. Ho capito che sei una professionista ma continuando così diventerai burbera e zitella come Mary. -.

- Zitella burbera a chi? - fece una voce dietro di loro. Thomas si voltò per vedere l'immagine maestosa di Mary proprio dietro di lui, che lo fissava sorridendo beffarda. - Chi sa cosa direbbe di te Bonn se sapesse quello che pensi della sua migliore amica. -.

- No! - esclamò lui. - Non dirlo a Bonn! -.

Mary scoppiò a ridere. Poi si rivolse ad Antonella. - Non è vietato cantare sulla nave. Solo magari sarebbe meglio cantare qualcosa di più piratesco. -.

- Nessun problema. - sorrise raggiante Sveva, tornando a concentrarsi sul suo straccio. - Bianca e nera è la bandiera fa la la la la la la la la. La nave noi puliam stasera fa la la la la la la la la. Il ponte qui è da riaggiustare fa la la la la la la la la. Su cantiam per lavorare fa la la la la la la la la. - e lanciò un sorriso ad Antonella, che scotendo la testa, si dedicò al suo lavoro. Mary e Thomas la raggiunsero, mentre Geremia sorrideva.

Bonn invece la raggiunse subito. - WOW!!! - esclamò, con gli occhi che le brillavano. - Sai che dovremmo cantarle più spesso queste canzoni??? -.

Sveva sorrise, contenta che qualcuno sulla nave apprezzasse il suo genio incompreso.

Antonella osservava la scena pensando di essere finita in una gabbia di matti. - Bonn non è sempre così. - la giustificò Mary. - Non ha mai avuto una vita facile. E tutta la sua forza torna nei momenti di pericolo. Negli altri le piace comportarsi un po' a civetta. E' un divertimento per lei. -.

Nell annuì. - Quando studieremo un piano per liberare la madre di Stub? -.

Mary la guardò con un'espressione misteriosa e contrariata. - Tua zia verrà impiccata dopo domani mattina. Calico vorrebbe attaccare domani notte... ma io e Bonn non siamo d'accordo. Pensiamo che sia più semplice portarla via nel percorso dalla prigione alla forca. -.

Antonella pensò alle due alternative. - Le tenebre potrebbero facilitarci il compito. -.

- Tu hai un piano per entrare dentro la prigione? - domandò Mary.

Nelly fu costretta a scuotere la testa. - No... - fermò a pensarci. - Mary, che cosa potrebbe spingere un uomo del tuo tempo a portar fuori una condannata a morte la notte prima della condanna a morte? -.

- Vorresti far anticipare la condanna? -.

Antonella scosse la testa. - Non è necessario. Basta che la conducano fuori... - ad Antonella venne un'idea in mente. - La confessione. -.

Tom la guardò interrogativo. - Cosa hai intenzione di fare? -.

- Un travestimento Tom. - disse lei in modo semplice. - Da prete. Qualcuno bravo a recitare che sappia fingersi prete e che entri dentro la cella con la scusa di fare la confessione. A quel punto avremo un uomo all'interno. -.

- Geremia. - propose Mary. - Un ottimo attore. -.

- Ci sarà Tom con lui. Il suo schiavo. - aggiunse Nelly.

- Io schiavo di chi? - Tom fece un balzo in piedi gettando via il martello con cui stava lavorando. - Io non sono schiavo, io sono libero, io sono... -.

- Nel 1720. - gli ricordò Mary. - Quelli come te qui sono vittime di pregiudizi razziali. Il piano di Antonella è buono. Una volta che tu e Geremia sarete dentro spetterà a voi trascinarla fuori. -.

Thomas ci pensò qualche secondo. - Si può fare. - si rassegnò. - Ma in due, ce la faremo? -.

- Ce la farete. - assicurò Antonella. - Perché sarete ben armati. -.

- Non abbiamo le nostre armi. - le fece notare lui.

- No. - confermò Antonella. - Noi no. Ma alla base a Firenze sì. - fece una pausa. - Stanotte andrò a far visita ai sogni di Raspini con l'acchiappa-sogni, mi sposterò in quel modo fino al luogo in cui dorme e una volta lì mi farò dare delle armi. - Raspini era il loro vecchio capo.

Intorno a loro ormai si erano radunati tutti, Calico compreso, per ascoltare il piano di quella ragazzina venuta dal futuro. - Non puoi andare da sola. - le disse Bonn.

- Come mai no? - domandò Nell.

- Perché non è detto che si becchi sempre il sogno giusto. Ci sono interferenze. -.

- Andremo io e Anna allora. - concluse Nell.

Thomas si offrì volontario, ma Antonella rifiutò categoricamente.

- Tu e Geremia dovete prepararvi per la notte dopo. - spiegò Bonn.

Tom rimase incantata. - Certo Bonn cara. Come vuoi tu. -.

- Anna è ferita. - osservò Federico. - Vengo io. -. 

"Quando sarai pronta, quando ti si presenterà il giusto motivo per farlo, allora tirerai fuori tutto il tuo coraggio." Sveva ripensava alle parole di Stub. Quello era il modo in cui poteva in parte aiutare. L'avrebbe fatto. - Tu sei stanco per la battaglia. Verrò io con te Antonella. -.

- Tu? - Antonella sembrava sorpresa.

- Io... - prese fiato. - Io non ho paura. -.

Mary la guardava attentamente. Sveva resse il suo sguardo. - Molto bene. - concluse Mary. - La ragazza verrà con te. - poi si alzò. - Uomini! Grazie ad Antonella qui, abbiamo un piano! - annunciò. - DOMANI NOTTE ISABELLA SARA' DI NUOVO CON NOI! E ROGERS... - abbassò la voce. - Rogers avrà quello che merita. -.

 

 

 

 

L'angolo della Matrix

Ecco, un capitolo un po' più tranquillo. Scusate per il ritardo nell'aggiornamento, non ho davvero potuto prima. Vorrei inoltre avvertirvi che non potrò aggiornare fino a domenica, in quanto parto domani.

Vorrei ringraziare coloro che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti e BabyzQueeny: no tranquilla... Lavinia non è un gatto, ha una sola vita. E ha saputo tenersela ben stretta come hai visto. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!!! Bacione!!!

Un abbraccio a tutti,

@matrix@

 

 

 

 

 

 

 

  
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